ITBO20110582A1 - Macchina piegatrice - Google Patents

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ITBO20110582A1
ITBO20110582A1 IT000582A ITBO20110582A ITBO20110582A1 IT BO20110582 A1 ITBO20110582 A1 IT BO20110582A1 IT 000582 A IT000582 A IT 000582A IT BO20110582 A ITBO20110582 A IT BO20110582A IT BO20110582 A1 ITBO20110582 A1 IT BO20110582A1
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Italy
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sheet
jaws
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IT000582A
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Bruno Nicoletti
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Metal Work Srl
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    • B21MECHANICAL METAL-WORKING WITHOUT ESSENTIALLY REMOVING MATERIAL; PUNCHING METAL
    • B21DWORKING OR PROCESSING OF SHEET METAL OR METAL TUBES, RODS OR PROFILES WITHOUT ESSENTIALLY REMOVING MATERIAL; PUNCHING METAL
    • B21D13/00Corrugating sheet metal, rods or profiles; Bending sheet metal, rods or profiles into wave form
    • B21D13/02Corrugating sheet metal, rods or profiles; Bending sheet metal, rods or profiles into wave form by pressing
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47BTABLES; DESKS; OFFICE FURNITURE; CABINETS; DRAWERS; GENERAL DETAILS OF FURNITURE
    • A47B96/00Details of cabinets, racks or shelf units not covered by a single one of groups A47B43/00 - A47B95/00; General details of furniture
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Description

MACCHINA PIEGATRICE
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce alle macchine piegatrici impiegate per formare profilati da lamiere metalliche piane, ed in particolare alle macchine per produrre ripiani, ad esempio per scaffali, partendo da lamiere.
Tali macchine piegatrici sono in pratica presse piegatrici comprendenti organi di piegatura che includono ad esempio punzoni che operano in cooperazione con matrici, come ampiamente noto alla persona esperta del ramo.
Le macchine piegatrici note sono configurate per ricevere una lamiera da piegare e per tenerla in un dato piazzamento durante una data operazione di lavorazione eseguita sulla lamiera.
Per piazzamento si intende la disposizione della lamiera, entro la piegatrice, rispetto al telaio della stessa ed anche rispetto agli organi di piegatura di volta in volta utilizzati.
Il piazzamento à ̈ il riferimento per eseguire le operazioni di piegatura che vanno realizzate in una data sezione della lamiera.
Le operazioni che permettono di ottenere un ripiano per scaffali dalla lamiera piana sono: imbutiture per la realizzazione di coste di irrigidimento, schiacciamenti trasversali delle imbutiture per ottenere le coste finite, ripiegamenti delle testate della lamiera, ecc…; le piegatrici note sono però impiegabili per eseguire sulla lamiera solamente un’operazione alla volta.
Tra due diverse operazioni, à ̈ necessario togliere dalla macchina piegatrice la lamiera semilavorata, sostituire gli organi di piegatura e reinserire la lamiera in un nuovo piazzamento, così che possa essere processata.
Questa operazione va iterata per ogni fase di processo fino ad ottenere il ripiano e poi, naturalmente, per ogni lamiera da processare.
A causa del fatto che, per ogni operazione di piegatura, Ã ̈ necessario un nuovo piazzamento della lamiera nella macchina, il rischio di errori nelle misure previste, con particolare riferimento alle tolleranze, Ã ̈ significativo.
Non solo, ma la necessità di dover togliere e rimettere la lamiera prima e dopo ogni fase di lavorazione, e per di più di doverlo fare manualmente, rende lento e costoso l’impiego delle macchine piegatrici note.
Scopo della presente invenzione à ̈ superare gli inconvenienti citati ed altri ancora mediante una macchina piegatrice, in accordo con la rivendicazione 1, per realizzare un profilato, ad esempio un ripiano, partendo da una lamiera piana avente due testate terminali definite da bordi opposti.
La macchina piegatrice proposta comprende un primo gruppo operativo ed un secondo gruppo operativo, mutuamente mobili e atti ad operare sulla lamiera disposta orizzontale tra di essi.
Il primo gruppo operativo comprende almeno una morsa, la quale comprende due ganasce, mobili orizzontalmente in mutuo avvicinamento od in mutuo allontanamento, così da chiudere o aprire la morsa, le quali ganasce sono disponibili ortogonali alla lamiera ed hanno ciascuna una faccia di riscontro piatta adatta a riscontrare la lamiera. Ciascuna ganascia ha inoltre un rispettivo lato interno affacciato al lato interno dell’altra ganascia, con i due lati interni delle ganasce che, a seguito del mutuo avvicinamento delle ganasce medesime, possono schiacciare da lati opposti un’imbutitura formata nella lamiera, in modo da formare una costa di irrigidimento del profilato.
Ulteriormente, almeno una delle ganasce ha un lato esterno, contrapposto al suo lato interno, il profilo del quale lato esterno ha una forma tale da definire una matrice primaria per la formazione di una data piegatura di una sezione di testata della lamiera comprendente una delle suddette testate terminali.
Il suddetto secondo gruppo operativo comprende almeno un blocco premilamiera per premere la lamiera, mobile verticalmente ed avente una faccia di riscontro piana per poter riscontrare la lamiera.
Sempre come sancito nella rivendicazione 1, la macchina comprende almeno un attuatore lineare di pressione per muovere in mutuo avvicinamento o allontanamento i due gruppi operativi, azionabile per effettuare un mutuo avvicinamento dei due gruppi operativi in modo che la lamiera presa tra il blocco premilamiera e la/e ganascia/e sia soggetta ad una pressione di lavoro di valore sufficientemente alto perché la lamiera sia mantenuta orizzontale e sufficientemente basso perché parti della lamiera possano scorrere orizzontalmente tra il blocco premilamiera e le ganasce, dal che siano consentite imbutiture e piegature nella lamiera medesima.
Il secondo gruppo operativo comprende inoltre:
- almeno un punzone di imbutitura mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera, ed avente una forma rastremata fino ad un vertice previsto per riscontrare direttamente la lamiera, in modo tale che, a seguito dell’applicazione di detta pressione di lavoro sulla lamiera, il punzone possa premere una sezione della lamiera formandovi l’imbutitura succitata, ed
- almeno un punzone di testata, mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera, ed avente un profilo di forma tale da poter cooperare funzionalmente con detta matrice primaria, il punzone di testata essendo mobile a riscontro di una sezione di testata della lamiera in modo tale da spingerla contro la matrice primaria, a formare la suddetta piegatura.
La macchina proposta può realizzare tutte le operazioni di piegatura necessarie per la realizzazione di ripiani per scaffali senza la necessità di togliere e reinserire la lamiera da/nella macchina prima e dopo ogni operazione e senza assolutamente la necessità di cambiare gli organi di piegatura ogni volta che ci si appresti ad eseguire una diversa piegatura sulla lamiera.
Infatti, la macchina piegatrice proposta comprende le ganasce della morsa, i punzoni di imbutitura e di testata sopra citati i quali sono configurati ed azionabili nella maniera sopra precisata così da essere in grado di eseguire le imbutiture e gli schiacciamenti trasversali per ottenere le coste di irrigidimento e per piegare le testate della lamiera ottenendo così il ripiano finito.
Quando nella presente descrizione si usa la parola profilo, si intende chiaramente le linee della sagoma, cioà ̈ il contorno di un elemento.
Si conviene inoltre che, quando si impiega il termine †̃ortogonale’ per riferirsi alla disposizione di un elemento della macchina rispetto alla lamiera, si intende che la direzione del suo sviluppo in altezza à ̈ ortogonale, e non il suo sviluppo longitudinale. In pratica, visto che la lamiera viene lavorata quando à ̈ orizzontale nella macchina, tutti gli elementi qui indicati con ad essa ortogonali, sono ad essa paralleli nello sviluppo longitudinale, ma sono disposti con l’altezza in verticale (sono “in piedi†per così dire), e così la direzione definita dalla loro altezza à ̈ ortogonale all’estensione della lamiera che à ̈ orizzontale quando lavorata dalla macchina.
Il dettaglio del funzionamento della macchina secondo l’invenzione à ̈ illustrato nel prosieguo, assieme a forme di realizzazione specifiche dell’invenzione e vantaggiose caratteristiche tecnico-funzionali correlate a tali forme di realizzazione che sono solo in parte derivabili dalla descrizione suesposta, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
- le figure dalla 1 alla 16 sono viste laterali in sezione verticali di una parte centrale della macchina secondo la prima forma di realizzazione, in cui sono mostrati il primo ed il secondo gruppo operativo, assieme ad una lamiera, nella successione delle fasi operative di lavorazione;
- le figure dalla 17 alla 26 sono viste laterali in sezione verticali della parte centrale della macchina secondo la seconda forma di realizzazione, in cui sono mostrati il primo ed il secondo gruppo operativo, assieme ad una lamiera, in diverse le fasi operative di lavorazione; e
- le figura 27 e 28 sono viste assonometriche di un profilato finito ottenuto piegando la lamiera piana con la macchina secondo la prima e la seconda forma di realizzazione. Nelle figure allegate, si à ̈ rappresentata con 1 la macchina piegatrice nel suo insieme. Di seguito, prima di descrivere le due particolari forme di realizzazione proposte e prima di spiegare nel dettaglio il funzionamento della macchina 1, si descriverà nuovamente la sua struttura essenziale, comune ad entrambe le forme di realizzazione qui presentate, al fine di facilitare la comprensione del suo funzionamento.
La macchina piegatrice 1 comprende un primo gruppo operativo 10 ed un secondo gruppo operativo 20, mutuamente mobili e atti ad operare sulla lamiera 3 disposta orizzontale tra di essi.
Essendo i due gruppi operativi 10,20 gli organi funzionali della macchina 1 che interagiscono con la lamiera 3, essi sono quelli principalmente rappresentati nelle figure, ma va da sé che la macchina comprende uno o più bancali di sostegno, telai di supporto, guide, eventualmente carterature, ed altri aspetti implementabili in accordo con le conoscenze comuni di carpenteria meccanica, e quindi qui non richiamati nel dettaglio. Altrettanto chiaro à ̈ il fatto che la macchina 1, ed in particolare i suoi componenti dei due gruppi operativi 10,20 che interagiscono con la lamiera 3, à ̈ realizzata nei materiali adatti alla lavorazione delle lamiere per produrre profilati, come in particolare l’acciaio.
Si noti che, frequentemente, le lamiere 3 processate sono quadrangolari e spesso di profilo rettangolare, e la macchina 1 à ̈ destinata a riceverle disposte in orizzontale, come schematicamente indicato nelle figure allegate, in modo che i vari componenti compresi sia nel primo gruppo operativo 10 che nel secondo 20 ne siano disposti ortogonali, come sarà ancora più chiaro successivamente.
Come già detto, quando la lamiera à ̈ predisposta nella macchina 1, tra i due gruppi operativi 10,20, essa à ̈ orizzontale ed ha di preferenza la propria lunghezza parallela a quella dei vari elementi meccanici mobili compresi nei due gruppi operativi e preposti a modellare la lamiera medesima (i punzoni, le ganasce, i blocchi premilamiera, e altri elementi di seguito descritti).
In questo caso, le testate terminali 301,302 della lamiera sono i suoi bordi laterali, vale a dire i due lati opposti più lunghi della periferia della lamiera.
Il primo gruppo operativo 10 comprende almeno una morsa 11,12, la quale comprende due ganasce 11,12, mobili orizzontalmente in mutuo avvicinamento od in mutuo allontanamento, disposte in uso ortogonali alla lamiera 3 con la relativa faccia di riscontro 110,120, che à ̈ piatta, adatta a riscontrare la lamiera 3.
Ciascuna ganascia 11,12 ha anche un rispettivo lato interno 122,123 affacciato al lato interno dell’altra ganascia, con i due lati interni 122,123 delle ganasce che, a seguito del mutuo avvicinamento delle ganasce medesime, possono schiacciare da lati opposti un’imbutitura 30 formata nella lamiera in modo da formare una costa di irrigidimento 300 del profilato.
In seguito verrà spiegato come si ottengono le imbutiture 30 impiegando la macchina 1 proposta.
Almeno una delle ganasce 11,12, ma di preferenza entrambe, come mostrato nelle figure, ha un lato esterno 111,121, contrapposto al suo lato interno 122,123, il profilo del quale lato esterno 111,121 ha una forma tale da definire una matrice primaria 124,125 per la formazione di una data piegatura 31,32 di una sezione di testata della lamiera comprendente una delle suddette testate terminali 301,302.
La piegatura 31,32, come risulterà più chiaro in seguito in sede di spiegazione del funzionamento della macchina 1, à ̈ propedeutica alla formazione delle sagomature 310,320, comprendenti i bordi di testata 301,302, che concorrono a definire il profilato finale (mostrato nelle figure 27 e 28).
Il secondo gruppo operativo 20 comprende almeno un blocco premilamiera 21 (ma in entrambe le particolari versioni dell’invenzione qui presentate sono due) per premere la lamiera 3, mobile verticalmente e dotato di una faccia di riscontro piana 210 per poter riscontrare la lamiera 3.
La macchina 1 secondo l’invenzione comprende altresì un attuatore lineare di pressione (non illustrato) per muovere in mutuo avvicinamento o allontanamento i due gruppi operativi 10,20, azionabile per effettuare un mutuo avvicinamento dei due gruppi operativi 10,20 in modo che la lamiera 3 presa tra il blocco premilamiera 21 e le ganasce 11,12 sia soggetta ad una pressione di lavoro di valore sufficientemente alto perché la lamiera sia mantenuta orizzontale e sufficientemente basso perché parti della lamiera 3 possano scorrere orizzontalmente tra il blocco premilamiera 21 e le ganasce, dal che siano consentite imbutiture e piegature nella lamiera 3 medesima.
Si noti che l’impiego di un tale attuatore lineare di pressione à ̈ di per sé noto, ma non in combinazione con gli altri elementi che caratterizzano l’invenzione.
Il motivo per cui à ̈ presente nell’invenzione proposta à ̈ che, mentre si eseguono piegature trasversali della lamiera 3 in un dato specifico punto, o per meglio dire in una data sezione, la lamiera 3 stessa deve poter scorrere.
L’attuatore lineare di pressione può essere qualunque noto alla persona esperta del ramo purché adatto allo scopo (e per questa ragione non à ̈ rappresentato), ad esempio un martinetto, o altro mezzo noto.
È noto che tali attuatori lineari, di cui ne esistono varie specie in commercio, sono configurabili in modo da poter esercitare tale pressione di lavoro e sono altresì operabili su comando di unità di controllo, come un’unità a controllo numerico od un elaboratore elettronico, perché imprimano una pressione predeterminata sulle lamiere.
Nella presente descrizione, sono illustrati diversi membri meccanici mobili compresi nella macchina piegatrice 1 e ciascuno di essi à ̈ associabile ad un suo attuatore lineare (come ad esempio un martinetto) per la relativa movimentazione, circostanza che si darà per scontata nel prosieguo, per brevità, come quella che il funzionamento della macchina 1 à ̈ comandabile in via automatizzata e su controllo di dispositivi elettronici.
Il secondo gruppo operativo 20 comprende inoltre un punzone di imbutitura 22 mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera 3, ed avente una forma tale che, a seguito dell’applicazione di detta pressione di lavoro sulla lamiera, il punzone possa premere una sezione della lamiera formandovi l’imbutitura 30 sopra citata che, come già detto, à ̈ propedeutica alla formazione della costa di irrigidimento 300 del profilato (che può essere uno scaffale).
Il punzone di imbutitura 22 ha una porzione operativa che ha una forma rastremata fino ad un vertice previsto per riscontrare direttamente la lamiera 3. Tale sua porzione operativa ha in pratica una forma a guisa di cuneo.
Di preferenza, la porzione operativa ha una sezione trasversale triangolare (à ̈ in pratica a forma di cilindro con base triangolare), con il vertice previsto per riscontrare la lamiera che à ̈ di preferenza smussato (si vedano tutte le figure, tranne la 10 ove non à ̈ rappresentato). Si noti che à ̈ la forma del punzone 22 che determina, a mo’ di impronta o “negativo†, la forma della concavità che definisce appunto l’imbutitura 30, e che, visto che il punzone 22 ha una sezione triangolare, esso crea un’imbutitura a sezione triangolare che risulta quindi svasata.
Il modo in cui effettivamente si impiega il punzone di imbutitura 22 per creare le imbutiture 30 nella lamiera à ̈ spiegato successivamente, qui bastando introdurre l’aspetto preferenziale (comune ad entrambe le forme di attuazione) secondo cui, a seguito dell’applicazione di detta pressione di lavoro sulla lamiera 3, le ganasce 11,12 ed il punzone di imbutitura 22 medesimo sono disposti/e le une rispetto all’altro in modo tale che, al contempo, le ganasce 11,12 siano divaricate e riscontrino due parti distinte della lamiera 3 separate da una sezione centrale SC, ed il punzone di imbutitura 22 affacci tale sezione centrale SC della lamiera 3 dimodoché (allorché azionato) possa forzare la sezione centrale SC medesima a formare una imbutitura 30 posta tra le ganasce 11,12 (ma vi si ritornerà più diffusamente in seguito).
in questo modo, vantaggiosamente, si possono produrre delle imbutiture 30 (e quindi delle coste di irrigidimento 300) nella lamiera 3 senza la necessità di dover prevedere un’apposita matrice nella macchina 1.
Ulteriormente, il secondo gruppo operativo 20 comprende almeno un punzone di testata 23,24 (ma à ̈ chiaro dalle figure che sono di preferenza sono due in entrambe le forme di realizzazione), mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera 3, ed avente un profilo di forma tale da poter cooperare funzionalmente con la suddetta (rispettiva) matrice primaria.
Il punzone di testata 23,24 Ã ̈ mobile a riscontro di una sezione di testata della lamiera in modo tale da spingerla contro la matrice primaria, a formare la suddetta piegatura 31,32.
In altre parole (ma in seguito ciò verrà ulteriormente approfondito), al fine di ottenere le piegature 31,32, ciascun punzone di testata 23,24 va a premere la rispettiva sezione di testata della lamiera 3 contro il suddetto lato esterno della rispettiva ganascia 11,12 (vale a dire la ganascia 11,12 con cui coopera funzionalmente), quando, in uso, la lamiera 13 à ̈ mantenuta orizzontale dai blocchi premilamiera 21 che la premono contro le ganasce medesime.
Successivamente, si preciserà la forma preferita del profilo dei punzoni di testata 23,24 nelle due diverse forme di realizzazione dell’invenzione.
Di preferenza, tra i punzoni di testata 23,24 sono disposti i blocchi premilamiera 21 (come di vede in pressoché tutte le figure allegate) e tra questi vi à ̈ il punzone di imbutitura 22, tutti questi componenti essendo paralleli e affiancati tra loro.
In questa maniera, durante l’operazione di imbutimento si ha il massimo di stabilità della lamiera 3 e quindi di precisione per ciò che concerne la formazione dell’imbutitura 30. Preferibilmente, la macchina comprende anche dei mezzi di presa e supporto 40 per prendere o rilasciare la lamiera 3, i quali mezzi di presa 40 sono atti a muovere la lamiera 3 nello spazio (essi sono rappresentati schematicamente solo nella figura 1 e nella figura 10).
Essi possono essere ad esempio disposti lateralmente rispetto ai due gruppi operativi 10,20 in modo da non intralciare il loro funzionamento e da poter prendere la lamiera 3 per uno dei suoi bordi (ad esempio di testata).
In dettaglio, tali mezzi 40 sono previsti per: alternativamente trattenere la lamiera orizzontale e disposta tra i gruppi operativi 10,20, o per rilasciarla, e sono altresì atti a muoverla nello spazio, cosicché la lamiera 3 possa essere sostenuta e possa essere sollevata, abbassata e spostata prima, durante e dopo le varie fasi operative del funzionamento della macchina più sotto dettagliate.
Questi mezzi di presa 40 possono comprendere una pinza adatta a ricevere e serrare saldamente un bordo della lamiera 3 e disposta in modo da mantenere orizzontale la lamiera 3 quando un suo bordo à ̈ serrato dalla medesima, ed attuatore ad almeno due gradi di libertà per supportare la pinza e atto a muoverla, assieme alla lamiera 3 quando serrata dalla pinza, in verticale e/o in orizzontale.
Al posto dell’attuatore a due gradi di libertà vi può essere un vero e proprio robot, o qualunque dispositivo che possa muovere in verticale ed in orizzontale la lamiera 3.
Al posto della pinza à ̈ possibile che i mezzi di presa 40 comprendano un dispositivo 41 a funzionamento elettromagnetico, di per sé noto, ma non in combinazione con gli altri componenti della macchina 1, il quale dispositivo 41 à ̈ configurato in modo da poter agganciare magneticamente la lamiera 3 così da sostenerla disposta in orizzontale.
Chiaramente il dispositivo 41 Ã ̈ disattivabile per rilasciare la lamiera 3.
Di preferenza, in entrambe le forme di attuazione, le ganasce 11,12 della morsa, il punzone di imbutitura 22, i punzoni di testata 23,24, gli elementi esterni 14,15 ed i blocchi premilamiera 21 hanno un profilo costante su tutto il proprio sviluppo longitudinale, i loro sviluppi longitudinali sono paralleli tra loro, e sono lunghi almeno quanto lo sviluppo longitudinale della lamiera 3.
In questo caso, quando si parla di †̃profilo’ di uno degli elementi citati nel paragrafo precedente si può intendere la loro sezione trasversale (visto che à ̈ costante) e quando si dice †̃profilo’ di una o più facce o lati di questi elementi si intende la linea o l’insieme di linee definite dal contorno (periferia) di tali facce o lati.
Di seguito, si descrive il funzionamento della prima forma di attuazione dell’invenzione, assieme a suoi particolari aspetti strutturali.
La prima forma di attuazione della macchina 1 proposta ed il suo funzionamento sono rappresentati nelle figure dalla 1 alla 16.
Come si può vedere, il primo gruppo operativo 10 à ̈ disposto sotto al secondo gruppo operativo 20, il quale à ̈ sostanzialmente sovrapposto al primo 10 o comunque lo copre almeno in parte.
In questa configurazione, il primo gruppo operativo 10 lavora sempre sotto la lamiera 3 ed il secondo 20 sempre sopra di essa.
Ne consegue che le facce di riscontro 110,120 delle ganasce sono rivolte verso l’alto e la faccia di riscontro 210 di blocchi premilamiera 21 sono rivolte verso il basso.
In questa prima forma di realizzazione dell’invenzione, il suddetto attuatore lineare di pressione à ̈ connesso con il secondo gruppo operativo 20 per muoverlo verticalmente. Quindi quando deve essere esercitata la pressione di lavoro sulla lamiera, il primo gruppo 10 à ̈ fermo ed il secondo 20 scende su azione dell’attuatore lineare di pressione, nei modi sotto spiegati.
La macchina 1 può comprendere inoltre un attuatore lineare di posizionamento (non raffigurato, ma si veda quanto detto sopra in generale per gli attuatori della presente invenzione), il quale à ̈ atto ad effettuare una reciproca traslazione orizzontale dei due gruppi operativi 10,20.
Nella prima forma di attuazione, esso à ̈ connesso al primo gruppo operativo 10 ed à ̈ atto a traslarlo lateralmente in orizzontale, per ragioni che saranno chiare in seguito.
Come si vede in figura 1, la lavorazione della lamiera 3 da piegare, ancora piatta, inizia col suo posizionamento tra i due gruppi operativi 10,20, ad esempio da parte dei mezzi di presa 40, in modo che la lamiera medesima sia lasciata sopra le ganasce 11,12.
Chiaramente, la lamiera 3 viene disposta nella posizione corretta per l’esecuzione della lavorazione su una sua data sezione, in questo caso una imbutitura 30.
Come si vede nella figura 2, il secondo gruppo 20 scende e va a premere la lamiera, con i propri blocchi premilamiera 21, contro le ganasce 11,12, in modo che la lamiera 3 medesima ne risulti sostenuta, e possa quindi essere rilasciata dai mezzi di presa 40. La lamiera 3 à ̈ quindi soggetta alla pressione di lavoro più volte citata, le ganasce 11,12 sono divaricate in modo che vi sia uno spazio vuoto tra loro, ed in modo da definire la suddetta sezione centrale SC, di fronte alla quale si trova il punzone di imbutitura 22. Come raffigurato sempre in figura 2, il punzone di imbutitura 22 à ̈ allora azionato in modo da produrre l’imbutitura 30 la quale si trova tra le ganasce 11,12 nel semispazio inferiore definito dalle loro facce di riscontro 110,120.
Per poter procedere con la realizzazione della costa di irrigidimento 300, il punzone 22 si soleva come si vede in figura 3.
Si noti che, di preferenza, in questa e nell’alternativa forma di realizzazione, i due lati interni 122,123 delle ganasce, o perlomeno le loro porzioni attive destinate a interessare l’imbutitura 30, sono obliqui rispetto all’orizzonte e sono divergenti nella direzione di allontanamento dalle facce di riscontro 110,120 delle ganasce.
In figura 4 à ̈ mostrato come le ganasce siano azionate in avvicinamento per schiacciare l’imbutitura 30 forzandola a divenire la costa di irrigidimento 300 desiderata (di preferenza con una sezione a goccia).
Si noti che per stabilire la corretta distanza reciproca che le citate porzioni operative dei lati interni 122,123 delle ganasce debbono avere quando la morsa schiaccia l’imbutitura 30 per creare la costa 300, si può prevedere un blocco interno di fine corsa 16 (si veda sempre la figura 4, ad esempio), fisso o mobile solo orizzontalmente, disposto tra le ganasce 11,12 le quali allora sono sagomate per accoglierlo sotto loro porzioni a sbalzo definenti dette porzioni attive.
La maniera in cui si ottiene una delle sagomature desiderate per il bordo del profilato finito à ̈ rappresentata nelle figure dalla 5 alla 9, di seguito descritte dopo alcune precisazioni di nomenclatura e l’introduzione di alcuni aspetti preferenziali dell’invenzione.
Di seguito, la morsa indicata con il numero 11 sarà anche chiamata †̃prima morsa’ mentre quella indicata col 12, †̃seconda morsa’.
Il bordo di testata indicato con 301 à ̈ di seguito chiamato anche †̃primo bordo (di testata)’ mentre quello opposto à ̈ chiamato †̃secondo bordo (di testata)’ 302.
Il punzone di testata indicato con 24 sarà chiamato anche †̃primo punzone di testata’, mentre quello indicato con 23 à ̈ il †̃secondo punzone di testata’.
Come sopra già anticipato, ciascuna ganascia prevede una matrice primaria definita dal suo lato esterno, e più precisamente, nelle due versioni dell’invenzione qui descritte, la matrice primaria à ̈ definita assieme sia dalla forma del lato esterno che dalla faccia di riscontro superiore della relativa ganascia.
Si ricorda che la matrice primaria serve ad effettuare la piegatura 31,32 delle sezioni della lamiera che comprendono il bordo di testata 301,302.
Preferenzialmente, il lato esterno di ciascuna ganascia definisce anche una matrice secondaria (definita anch’essa dal profilo del lato esterno) per la formazione della rispettiva sagomatura 310,320 della sezione di testata, a partire dalla relativa piegatura 31,32.
In entrambe le forme di attuazione, il lato esterno 111 della prima ganascia 11 ha un profilo comprendente una parte sporgente che termina con un segmento rettilineo verticale 124, il quale forma un angolo retto con il profilo della faccia di riscontro 110 ed assieme definiscono detta matrice primaria 110,124 per la prima ganascia.
Il (primo) punzone di testata 24, previsto per cooperare con tale ganascia 11 (secondo modalità debitamente spiegate in seguito), avrà allora ha un profilo comprendente una parte orizzontale e retta 240 ed una parte concava 241,242 di forma angolare, definita da uno scasso, la quale parte concava ha sia un tratto orizzontale 242 sia un tratto verticale 241, quest’ultimo essendo disposto in modo tale da potersi trovare, a seguito della movimentazione del primo punzone, affacciato al citato segmento verticale 124 della matrice primaria della prima ganascia 11.
La matrice secondaria 126,128 di questa prima ganascia 11 à ̈ definita da un profilo angolare a forma di “L†, comprendente un tratto orizzontale 128, compreso nel suddetta porzione sporgente ed opposto rispetto alla faccia di riscontro 110 (o meglio il suo profilo), ed una parte verticale 126 avente la forma di un segmento rettilineo interrotto da uno scasso centrale a forma di “C†.
Per cooperare funzionalmente con la matrice secondaria, à ̈ prevista la presenza di un elemento esterno 15, affacciato a detta parte verticale 126 della matrice secondaria ed avente un profilo comprendente una parte ad “L†complementare alla matrice secondaria 126,128, il quale profilo quindi à ̈ di forma adatta a definire un punzone per cooperare funzionalmente con la matrice secondaria stessa.
In dettaglio, tale primo elemento esterno 15 à ̈ parte del primo gruppo operativo 10, à ̈ disposto affianco alla morsa, in uso à ̈ ortogonale alla lamiera 3, ed à ̈ altresì mobile orizzontalmente in allontanamento o avvicinamento alla/dalla ganascia 11.
In particolare, l’elemento esterno 15 à ̈ mobile in modo tale da poter premere la sezione di testata avente già la citata piegatura 31 contro il lato esterno della ganascia, cosicché venga formata detta sagomatura 310 della sezione di testata della lamiera 3.
Di preferenza l’elemento esterno 15 à ̈ una barra a sezione rettangolare.
In entrambe le forme di realizzazione, la matrice primaria 120,125 della seconda ganascia 12 à ̈ definita dal fatto che il lato esterno 121 ha un profilo comprendente una parte sporgente avente una forma a guisa di triangolo rettangolo con l’ipotenusa 125 che raccorda (cioà ̈ prosegue) il profilo della faccia di riscontro superiore 120 ed un cateto 129 definito da un tratto orizzontale.
In questo caso, il secondo punzone di testata 23, quello previsto per cooperare con tale matrice primaria 120,125, ha un profilo che comprende una parte orizzontale 230 ed una parte obliqua 231, quest’ultima essendo parallela alla succitata ipotenusa 124 della matrice secondaria.
La matrice secondaria della seconda morsa 12 à ̈ semplicemente definita dal profilo del lato esterno ove essa presenta il citato cateto 129 e da un tratto verticale 127 che col cateto forma un profilo ad †̃L’.
Per cooperare funzionalmente con tale matrice secondaria 127,129 à ̈ previsto un punzone definito da un secondo elemento esterno 14, compreso nel primo gruppo operativo 10, e che preferibilmente à ̈ uguale al primo elemento esterno 15 e ha il medesimo funzionamento rispetto alla rispettiva ganascia, e non viene quindi qui descritto nel dettaglio bastando quanto già detto per l’altro elemento 15.
Per realizzare la prima sagomatura di testata 310, à ̈ necessario innanzitutto consentire il giusto posizionamento della lamiera 3 e, per ottenere ciò, essa deve essere disimpegnata dalle morse dopo la realizzazione della costa di irrigidimento 300, come sopra descritto. Quindi la prima ganascia 11 viene allontanata dalla costa di irrigidimento 300, lasciando la possibilità alla lamiera di scorrere e quindi di posizionare correttamente il bordo di testata 301 al fine di produrre la sagomatura voluta in corrispondenza dello stesso (figura 5). Il primo punzone di testata 24 va quindi a premere contro la rispettiva sezione di testata e ne produce la piegatura 31, in cooperazione con la matrice primaria 110,124 della prima ganascia 11, come rappresentato molto chiaramente in figura 6.
Subito dopo, si veda la figura 7, viene azionato il primo elemento esterno 15 che funge da punzone perché cooperi con la matrice secondaria della prima ganascia 11 per forzare la prima piegatura 31 a deformarsi ed assumere la forma della sagomatura di testata desiderata 310.
Si noti che l’opzionale presenza dello scasso con forma di “C†nella matrice secondaria 126,128, permette di accogliere, durante la creazione della sagomatura di testata 310, un eventuale ripiegatura antigraffio sovente realizzata in corrispondenza del bordo di testata negli scaffali, come rappresentato nelle figure 7 ed 8, così che non si creino difficoltà realizzative.
Mentre si realizzano la piegatura 31 e la sagomatura 310 la lamiera può essere sempre sottoposta alla pressione di lavoro o ad un’altra adatta, ad esempio maggiore.
Poi il primo elemento esterno 15 si allontana, mentre il secondo gruppo 20 si solleva (figura 8), e la lamiera può allora essere disimpegnata anche dal primo gruppo operativo 10 (in dettaglio dalla prima ganascia 11) prima traslandola e poi sollevandola come mostrato nella figura 9.
Le figure dalla 10 alla 13 mostrano la formazione di un’ulteriore, ed opzionale, costa di irrigidimento, ottenuta reiterando mutatis mutandis le fasi già spiegate ed illustrate dalle figure dalla 1 alla 4.
La figura 14 mostra il disimpegno della lamiera 3 dopo la realizzazione dell’ulteriore costa 300, con la differenza, rispetto alla fase di figura 5, che in questo caso à ̈ la prima ganascia 11 a muoversi per consentire lo scorrimento della lamiera 3 e che, soprattutto, il primo gruppo operativo, su azione dell’attuatore lineare di posizionamento, trasla orizzontalmente in maniera tale che i due gruppi operativi 10,20 e la lamiera 3 siano vantaggiosamente disposti gli uni rispetto all’altra così da poter eseguire subito la seconda piegatura 32 e quindi la formazione della seconda sagomatura 320 di testata. Infatti, come si vede nella figura 15, prima il secondo punzone di testata 23 va a premere la seconda sezione di testata che comprende il secondo bordo di testata 302, contro la matrice primaria 120,125 della seconda ganascia 12, così formando la seconda piegatura 32 (si veda la figura 15), e poi il secondo elemento esterno va a deformare la seconda piegatura 32 schiacciandola contro la matrice secondaria 127,129 ottenendo finalmente la seconda sagomatura 320 desiderata (ed il profilato di figura 27).
Di seguito si descrive la struttura ed il funzionamento della seconda forma di attuazione dell’invenzione, con l’ausilio delle figure dalla 17 alla 26.
Se non specificato diversamente, la configurazione della macchina 1 nella sua seconda forma di attuazione à ̈ quella della prima forma di attuazione, il ché va ad aggiungersi a tutti quegli aspetti comuni sopra già debitamente descritti.
In tale alternativa forma di realizzazione, i due gruppi operativi sono speculari a quelli dell’altra forma di realizzazione rispetto ad un piano orizzontale che passi tra i due gruppi operativi (ad esempio che passi per la lamiera prima che venga lavorata, si confrontino le figure 1 e 17, ad esempio).
In pratica, la configurazione dei gruppi operativi 10,20 potrebbe essere ottenuta da una trasformazione di riflessione eseguita rispetto ad il citato piano orizzontale.
Ma ovviamente questo non vale per le altre parti della macchina 1 che vanno adattate secondo i normali criteri di carpenteria meccanica, noti alla persona esperta del ramo. Quindi il primo gruppo operativo 10 Ã ̈ posto sopra al secondo gruppo 20 ed almeno in parte lo copre.
Il primo gruppo 10, lavora sempre sopra la lamiera, si muove in verticale, ed à ̈ connesso all’attuatore lineare di pressione, mentre il secondo gruppo 20, lavora sotto la lamiera 3 e può essere connesso all’attuatore lineare di posizionamento.
Un vantaggio significativo di questa forma di realizzazione risiede nel fatto che, dal momento che tutti gli elementi della macchina 1 che fungono da matrice o simili per pieghe o sagomature sono tutti compresi nel primo gruppo operativo 10 che à ̈ disposto superiormente, allora l’invenzione può sfruttare la gravità per il disimpegno della lamiera 30 dalle matrici medesime, evitando quindi di dover sollevare la lamiera 3 dalla matrice nell’atto del disimpegno, rendendo il funzionamento della macchina 1 più veloce ed eliminando le sollecitazioni di flessione che la lamiera 3 potrebbe subire durante il sollevamento (che avverrebbe di necessità prendendo la lamiera 3 per uno dei bordi, ad esempio).
Nella figura 17 si vede il piazzamento iniziale della lamiera tra i gruppi operativi 10,20. Di seguito verranno descritte le fasi di funzionamento della seconda forma di attuazione, omettendo di menzionare alcune delle fasi che esso ha in comune col funzionamento della prima forma di attuazione perché la persona esperta del ramo può dedurle dalla discussione sopra esposta.
Innanzitutto viene realizzata l’imbutitura 30 da parte del punzone di imbutitura 22 (figura 18) così da poter poi ricavare la costa di irrigidimento 300 grazie al successivo schiacciamento da parte delle ganasce 11,12 (figura 19).
Dopodiché la costa à ̈ disimpegnata dallo spostamento della seconda ganascia 12, mentre il primo punzone di testata 24 viene azionato per produrre la prima piegatura 31 in cooperazione con la matrice primaria 110,124 della prima ganascia 11 (figura 20).
Dopodiché, il primo elemento esterno 14 à ̈ azionato per formare la sagomatura di testata 310 in cooperazione con la matrice secondaria 126,128 della prima ganascia (figura 21) e poi la lamiera 3 à ̈ disimpegnata semplicemente mediante la ritrazione del primo punzone di testata 24 e del primo elemento esterno 14 e lo scorrimento in orizzontale della lamiera 3 medesima, a seguito del sollevamento del primo gruppo operativo 10, come si può vedere in figura 22.
Per la realizzazione della seconda costa di irrigidimento 300 e per il suo disimpegno successivo si reiterano le fasi operative già sopra descritte come evidente dalle figure 23 e 24.
Successivamente, come chiaramente mostrato nelle figure 25 e 26 si procede alle fasi finali della lavorazione del profilato, prima realizzando la seconda piegatura 32 mediante l’attivazione del secondo punzone di testata 23 che va a piegare la seconda sezione di testata della lamiera 3 contro la matrice primaria 120,125 della seconda ganascia 12, e poi con l’attivazione del secondo elemento esterno 15 che va a deformare tale piegatura 32 contro la matrice secondaria 127,129.
A questo punto si ottiene il profilato di figura 28.
Quando si à ̈ ottenuto il profilato finito, in entrambe le forme di realizzazione, esso va tolto dalla macchina 1, o manualmente, o tramite i mezzi di presa 40 stessi o ancora mediante altri automatismi, e la macchina 1 risulta nuovamente pronta per piegare un’altra lamiera 3 per produrre un altro profilato, ecc..
Si intende che quanto sopra à ̈ stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti nell'ambito protettivo della presente soluzione tecnica, come nel seguito rivendicata.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina piegatrice per realizzare un profilato, ad esempio un ripiano, partendo da una lamiera (3) piana avente due testate terminali (301,302) definite da bordi opposti, la quale macchina (1) à ̈ caratterizzata dal fatto di comprendere un primo gruppo operativo (10) ed un secondo gruppo operativo (20), mutuamente mobili e atti ad operare sulla lamiera (3) disposta orizzontale tra di essi, e dal fatto che: il primo gruppo operativo (10) comprende almeno una morsa (11,12), la quale comprende due ganasce (11,12), mobili orizzontalmente in mutuo avvicinamento od in mutuo allontanamento, così da chiudere o aprire la morsa, le quali ganasce sono disponibili ortogonali alla lamiera (3) ed hanno ciascuna una faccia di riscontro (110,120) piatta adatta a riscontrare la lamiera (3); ciascuna ganascia (11,12) avendo un rispettivo lato interno (122,123) affacciato al lato interno dell’altra ganascia, con i due lati interni (122,123) delle ganasce che, a seguito del mutuo avvicinamento delle ganasce medesime, possono schiacciare da lati opposti un’imbutitura (30) formata nella lamiera in modo da formare una costa di irrigidimento (300) del profilato; almeno una delle ganasce (11,12) inoltre avendo un lato esterno (111,121), contrapposto al suo lato interno (122,123), il profilo del quale lato esterno (111,121) ha una forma tale da definire una matrice primaria (110,124,120,125) per la formazione di una data piegatura (31,32) di una sezione di testata della lamiera comprendente una delle suddette testate terminali (301,302); il secondo gruppo operativo (20) comprende almeno un blocco premilamiera (21) per premere la lamiera (3), mobile verticalmente ed avente una faccia di riscontro piana (210) per poter riscontrare la lamiera (3); la macchina (1) comprende altresì almeno un attuatore lineare di pressione per muovere in mutuo avvicinamento o allontanamento i due gruppi operativi (10,20), azionabile per effettuare un mutuo avvicinamento dei due gruppi operativi (10,20) in modo che la lamiera (3) presa tra il blocco premilamiera (21) e la/e ganascia/e (11,12) sia soggetta ad una pressione di lavoro di valore sufficientemente alto perché la lamiera sia mantenuta orizzontale e sufficientemente basso perché parti della lamiera (3) possano scorrere orizzontalmente tra il blocco premilamiera (21) e le ganasce, dal che siano consentite imbutiture e piegature nella lamiera (3) medesima; e che il secondo gruppo operativo comprende inoltre: - almeno un punzone di imbutitura (22) mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera (3), ed avente una porzione operativa rastremata fino ad un vertice atto a riscontrare la lamiera, in modo tale che, a seguito dell’applicazione di detta pressione di lavoro sulla lamiera, il punzone possa premere una sezione della lamiera formandovi un’imbutitura (30), - almeno un punzone di testata (23,24), mobile verticalmente, disponibile ortogonale alla lamiera (3), avente un profilo di forma tale da poter cooperare funzionalmente con detta matrice primaria, il punzone di testata essendo mobile a riscontro di una sezione di testata della lamiera in modo tale da spingerla contro la matrice primaria, a formare la suddetta piegatura (31,32).
  2. 2. Macchina piegatrice secondo la rivendicazione 1, in cui, a seguito dell’applicazione di detta pressione di lavoro sulla lamiera (3) le ganasce (11,12) ed il punzone di imbutitura (22) sono disponibili le une rispetto all’altro in modo tale che, al contempo, le ganasce siano divaricate e riscontrino due parti distinte della lamiera separate da una sezione centrale (SC), ed il punzone di imbutitura affacci tale sezione centrale della lamiera (3) dimodoché possa forzare la sezione centrale medesima a formare una imbutitura (30) posta tra le ganasce (11,12).
  3. 3. Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo gruppo (10) Ã ̈ disposto sotto al secondo gruppo (20) e viene da esso almeno in parte coperto.
  4. 4. Macchina piegatrice secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui il primo gruppo (10) Ã ̈ disposto sopra al secondo gruppo (20), e lo copre almeno in parte.
  5. 5. Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il punzone di imbutitura (22) comprende una parte operativa avente una sezione trasversale triangolare con un vertice smussato.
  6. 6. Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il suddetto attuatore lineare di pressione à ̈ connesso con il secondo gruppo operativo (20) per muoverlo verticalmente.
  7. 7. Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 5, in cui il suddetto attuatore lineare di pressione à ̈ connesso con il primo gruppo (10) operativo per muoverlo verticalmente.
  8. 8. Macchina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un attuatore lineare di posizionamento atto ad effettuare una reciproca traslazione orizzontale dei due gruppi operativi (10,20).
  9. 9. Macchina secondo la rivendicazione precedente, in cui l’attuatore lineare di posizionamento à ̈ connesso al primo gruppo operativo (10) ed à ̈ atto a traslarlo lateralmente in orizzontale.
  10. 10.Macchina secondo la rivendicazione 8, in cui l’attuatore lineare di posizionamento à ̈ connesso al secondo gruppo operativo (20) ed à ̈ atto a traslarlo lateralmente in orizzontale
  11. 11.Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui entrambe le ganasce (11,12) hanno un rispettivo lato esterno (111,121), ed in cui il secondo gruppo operativo (20) comprende due punzoni di testata (23,24) ciascuno predisposto per poter cooperare funzionalmente con la matrice primaria (110,124,120,125) del lato esterno (111,121) della rispettiva ganascia, così da poter produrre le piegature (31,32) delle opposte sezioni di testata della lamiera (3).
  12. 12.Macchina piegatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto lato esterno (111,121) di almeno una delle ganasce (11,12) della morsa ha un profilo di forma tale da definire anche una matrice secondaria (126,128,127,129) per la formazione di una sagomatura (310,320) della sezione di testata che abbia già la citata piegatura (31,32), ed in cui il primo gruppo operativo (10) comprende almeno un elemento esterno (14,15), disposto affianco alla morsa, disponibile ortogonale alla lamiera (3), ed altresì mobile orizzontalmente in allontanamento o avvicinamento alla/dalla ganascia, ciascun elemento esterno (14,15) avendo un profilo di forma tale da poter fungere da punzone per cooperare funzionalmente con la matrice secondaria della ganascia, l’elemento esterno (14,15) essendo mobile in modo tale da poter premere la sezione di testata avente già la citata piegatura (31,32) contro il lato esterno della ganascia, cosicché venga formata detta sagomatura (310,320) della sezione di testata della lamiera (3).
  13. 13.Macchina piegatrice secondo la rivendicazione precedente, in cui i lati esterni (111,121) di entrambe le ganasce (11,12) della morsa hanno un profilo di forma tale da definire una rispettiva matrice secondaria (126,128,127,129), ed in cui il primo gruppo operativo comprende due elementi esterni (14,15) disposti su lati opposti della morsa.
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