CH643350A5 - Gruppo otturatore-estrattore per armi da fuoco che utilizzano proietti ad autopropulsione senza bossolo aventi innesco perimetrale. - Google Patents
Gruppo otturatore-estrattore per armi da fuoco che utilizzano proietti ad autopropulsione senza bossolo aventi innesco perimetrale. Download PDFInfo
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Description
La presente invenzione si riferisce ai gruppi otturatori-estrattori per armi da fuoco che utilizzano proietti ad autopropulsione senza bossolo aventi innesco perimetrale.
Tali tipi di proietti, di concezione completamente nuova rispetto ai proietti tradizionali, sono descritti nei brevetti italiani No. 932.381 e No. 972.058 ai quali si rimanda per una migliore comprensione della presente invenzione.
Gli estrattori per armi da fuoco, oggi in uso, sono normalmente costituiti da leve, opportunamente sagomate, che vengono fissate all'otturatore dell'arma in posizione idonea ad agganciarsi, nella fase di introduzione della cartuccia in canna, su una sede opportunamente ricavata sul bossolo della cartuccia stessa.
L'agganciamento della cartuccia all'estrattore è sempre garantito dall'azione elastica esercitata sull'estrattore da una molla elicoidale o dalla particolare struttura elastica della parte frontale dell'estrattore portante il dente d'agganciamento.
Il funzionamento per tutti questi tipi di estrattori è garantito dal fatto che al momento dello sparo è la sola pallottola a fuoriuscire dalla bocca della canna lasciando il bossolo sempre fermo in camera di scoppio fino a quando l'azione di recupero dell'arma non apre l'otturatore provocando l'estrazione del bossolo stesso.
Lo scopo principale di questi tipi di estrattori è quindi quello di trattenere il più possibile agganciati all'otturatore i bossoli delle cartucce introdotte in camera di scoppio ai fini di permetterne la sicura estrazione garantendo così il ripetersi continuo dell'azione di fuoco.
È ovvio, in questi casi, che gli inconvenienti derivanti da una mancata percussione o da cartucce difettose che abbiano procurato, sotto l'azione di fuoco, una mancata esplosione della carica lasciando l'arma con la cartuccia in canna, possono essere subito eliminati con un'apertura a mano dell'otturatore dell'arma che provocherà, grazie all'estrattore, l'estrazione della cartuccia rimasta in camera di scoppio, riportando l'arma nuovamente in perfette condizioni di efficienza.
La funzione d'un estrattore nel caso di proietti senza bossolo è completamente diversa da quella sopra descritta degli estrattori per i proietti tradizionali.
Infatti l'estrattore, essendo in presenza di proietti senza bossolo, deve estrarre dalla camera di scoppio dell'arma solo quei proietti sui quali il percussore, al momento della percussione, non ha provocato l'esplosione della carica.
Allo stesso tempo, non potendo prevedere quali e quanti saranno, in un'azione di fuoco, i proietti difettosi che rimangono in canna, l'estrattore deve provvedere ad agganciare,
nella fase di introduzione in camera di scoppio, ogni singolo proietto trattenendo ad esso agganciato solo quelli che, a causa di difetti, rimangono in camera di scoppio e lasciando liberi di fuoriuscire dalla bocca della camera tutti gli altri.
Più particolarmente il gruppo otturatore-estrattore per armi da fuoco che utilizzano proietti ad autopropulsione senza bossolo secondo l'invenzione è caratterizzato dal fatto che l'estrattore è parte integrale d'un perno di chiusura incorporato nell'otturatore dell'arma e sporgente dal suo piano frontale di chiusura verso il piano frontale della culatta, ed è costituito da una protuberanza del perno di chiusura portante un dente d'agganciamento destinato ad infilarsi, al momento dell'introduzione dei proietti nella camera di scoppio, in una cavità interna ricavata nella bordatura di chiusura posteriore dei proietti rendendoli solidali al perno di chiusura.
Il funzionamento di questo tipo di estrattore è reso possibile dal sostegno che prima il caricatore e poi le pareti della camera di scoppio dell'arma danno alla parte anteriore del proietto stesso durante la fase di introduzione in canna.
A questo punto, se il proietto introdotto in canna viene percosso regolarmente, la pressione dei gas, sviluppati dalla espulsione della carica, mentre inizia la proiezione del proietto fuori dalla camera di scoppio verso la bocca della canna, apre la bordatura posteriore del proietto stesso liberandolo, senza inconvenienti, dal dente di agganciamento dell'estrattore ricavato sul perno di chiusura.
La stessa pressione apre, subito dopo l'uscita del proietto della canna, l'otturatore dell'arma permettendone successivamente il riarmo con la conseguente garanzia della continuità dell'azione di fuoco.
Qualora invece, percussioni deboli o proietti difettosi non provochino, sotto l'azione di fuoco, l'esplosione della carica del proietto, questo resta solidale al dente di agganciamento, dell'estrattore, ricavato sul perno di chiusura che lo ha in precedenza introdotto nella camera di scoppio.
Analogamente a quanto avviene sulle armi oggi in uso, è sufficiente l'apertura a mano dell'otturatore dell'arma per ottenere l'estrazione del proietto, non esploso, rimasto in canna.
La successiva espulsione del proietto dall'arma avviene, per effetto del suo peso, quando l'otturatore arriva in posizione di fine corsa di apertura, attraverso un'asola di espulsione ricavata sul castello dell'arma in posizione arretrata rispetto al caricatore.
In questa posizione infatti la parte anteriore del proietto, non essendo più sorretta nè dalle pareti della camera di scoppio nè dal caricatore, non trova più l'appoggio necessario a mantenere il proietto stesso in asse con il perno di chiusura; conseguentemente il proietto si libera dal dente di agganciamento dell'estrattore, ricavato sul perno di chiusura, e cade a terra.
L'invenzione sarà meglio compresa dalla seguente descrizione dettagliata, data puramente a titolo d'esempio e quindi non limitativo, d'una sua forma d'esecuzione, in relazione agli uniti disegni in cui:
la figura 1 mostra in vista laterale ingrandita il profilo dell'estrattore ricavato sulla parte frontale del perno di chiusura;
la figura 2 mostra in vista frontale ingrandita il profilo dell'estrattore della figura 1;
la figura 3 mostra in parziale sezione ingrandita la forma della bordatura di chiusura posteriore dei proietti senza bossolo ai quali si riferisce l'invenzione;
la figura 4 mostra in sezione l'estrattore che, nella prima fase di chiusura, entra nella parte posteriore del proietto posto sul caricatore iniziando la sua introduzione in camera di scoppio;
la figura 5 mostra in sezione l'estrattore che, in fase di chiusura, ha già spinto il proietto in avanti fuori dalle alette di guida del caricatore allineandolo sull'asse canna-perno di chiusura;
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la figura 6 mostra in sezione l'estrattore con il proietto agganciato e l'otturatore in posizione di chiusura;
la figura 7 mostra in sezione l'estrattore con il proietto ad esso agganciato in fase di estrazione dalla camera di scoppio dietro l'azione di apertura a mano dell'otturatore;
la figura 8 mostra in sezione l'estrattore nella fase di completa apertura a mano dell'otturatore con il proietto che, non più sorretto sulla sua parte anteriore dal caricatore, sta cadendo a terra.
Si fa presente che nelle suddette figure è stata illustrata un'applicazione dell'estrattore secondo l'invenzione su un'arma con chiusura a massa rinculante, di cui sono state omesse tutte quelle parti che funzionano in maniera similare alle armi attuamente in uso. Un sistema di percussione radiale, atto a percuotere i proietti senza bossolo a cui si riferisce la presente invenzione, è descritto nel brevetto italiano No. 1.020.293.
Esaminando dapprima le figure da 1 a 3 si vede che l'estrattore (vedi figura 1), è ricavato sulla parte frontale di un perno di chiusura (1) ed è costituito principalmente da una sua protuberanza (2) che termina inferiormente con un risalto più sporgente (3) (vedi figura 2), avente una sezione sostanzialmente a forma di lente.
Sulla protuberanza (2) del perno di chiusura (1) è ricavata la scanalatura (4) formata dalle pareti 4a, 4b, 4c che crea il dente di agganciamento (5), atto ad impegnarsi sulla bordatura di chiusura (6) del proietto (7), (vedi figura 3).
La parete arcuata 4c della scanalatura (4) si estende sul perno di chiusura (1) in posizione diametralmente opposta alla superficie arcuata di sostegno (8), contrapposta al dente d'agganciamento (5) che garantisce la posizione di coassialità fra bordatura posteriore (6) del proietto (7) ed il perno di chiusura (1).
L'estrattore descritto funziona nel seguente modo:
nella prima fase d'introduzione in canna (vedi figura 4) la protuberanza (2) del perno di chiusura (1), incorporato nell'otturatore (10), entra nella cavità (9) all'interno della bordatura posteriore (6) (vedi figura 3) del proietto (7) ed inizia a spingerlo verso la camera di scoppio (11) ricavata sulla culatta (12) sfilandolo dalle alette di guida (13) del caricatore (14). Continuando la fase d'introduzione in canna (vedi figura 5) il proietto (7) si sfila completamente dalle alette di guida (13) del caricatore (14) portandosi in asse con il perno di chiusura (1) in quanto sorretto sulla parte anteriore dalle pareti della camera di scoppio (11) e guidato sulla sua bordatura posteriore (6) dalla superficie arcuata (4c) della scanalatura (4) (vedi figura 1) e dalla superficie arcuata di sostegno (8) entrambe ricavate sul perno di chiusura (1).
In questa fase il dente di agganciamento (5) (vedi figura 1) si impegna con l'interno della bordatura di chiusura (6) del proietto (7) rendendolo solidale al perno di chiusura (1) incorporato all'otturatore (10).
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Si arriva così (vedi figura 6) alla completa fase di chiusura dell'arma con l'otturatore (10) in battuta sulla culatta (12) ed il proietto (7) agganciato al dente d'agganciamento (5) ricavato sul perno di chiusura (1).
In questa fase, se la percussione del proietto (7) è stata regolare, la pressione dei gas sviluppati dall'esplosione della carica, mentre inizia la proiezione del proietto (7) verso la bocca della canna, apre la sua bordatura di chiusura posteriore (6) (vedi figura 3) liberandolo senza inconvenienti dal dente di agganciamento (5) ricavato sul perno di chiusura (1).
La stessa pressione apre, subito dopo l'uscita del proietto dalla canna, l'otturatore dell'arma permettendone successivamente il riarmo con la conseguente garanzia della continuità dell'azione di fuoco.
Qualora invece, percussioni deboli o proietti difettosi non provochino, sotto l'azione di fuoco, l'esplosione della carica del proietto (7), questo resta solidale al dente di agganciamento (5), nella posizione della figura 6 interrompendo l'azione di fuoco.
L'apertura a mano dell'otturatore (10) provoca (vedi figura 7), l'estrazione del proietto (7) dalla camera di scoppio (11) della culatta (12).
Quest'operazione è garantita dal sostegno che prima le pareti della camera di scoppio (11) e poi i proietti nel caricatore od il caricatore stesso, trattandosi dell'ultimo colpo, danno alla parte anteriore del proietto (7) mantenendolo perfettamente in asse con il perno di chiusura (1).
Arrivando alla completa apertura a mano dell'otturatore (vedi figura 8), il proietto (7), non più sorretto nella sua parte anteriore, non mantiene più, per effetto del suo peso, la sua coassialità con l'asse del perno di chiusura (1) disimpegnandosi con la sua bordatura di chiusura posteriore (6) prima dal piano di sostegno (8) e poi conseguentemente dal dente di agganciamento (5), entrambi ricavati sul perno di chiusura (1).
L'espulsione del proietto (7) dall'arma si ha tramite l'asola d'espulsione (15) ricavata sulla parte inferiore del castello dell'arma (16) che permette la sua caduta a terra.
La successiva chiusura dell'otturatore (10) trova il dente di agganciamento (5) pronto ad agganciare un nuovo proietto, garantendo così la ripresa dell'azione di fuoco.
Tutto il sistema raggiunge quindi lo scopo di estrarre i proietti dalla camera di scoppio dell'arma, garantendone un corretto funzionamento e la rapida espulsione dei proietti che per i più svariati motivi dovessero eventualmente restare in canna.
Per quanto sia stata descritta una sola forma d'esecuzione dell'invenzione, è ovvio che si possono apportare numerose varianti e modifiche senza uscire dall'ambito dell'invenzione stessa.
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Claims (2)
1. Gruppo otturatore-estrattore per armi da fuoco che utilizzano proietti ad autopropulsione senza bossolo aventi innesco perimetrale, caratterizzato dal fatto che l'estrattore è parte integrante d'un perno di chiusura (1) incorporato nell'otturatore (10) dell'arma e sporgente dal suo piano frontale di chiusura verso il piano frontale della culatta (12), ed è costituito da una protuberanza (2) del perno di chiusura (1) portante un dente d'agganciamento (5) destinato ad infilarsi, al momento dell'introduzione dei proietti nella camera di scoppio (11), in una cavità interna (1) ricavata nella bordatura di chiusura (6) posteriore dei proietti rendendoli solidali al perno di chiusura (1).
2. Gruppo otturatore-estrattore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato da fatto che la protuberanza (2) presenta due superfici laterali arcuate (8, 4b), diametralmente opposte, destinate ad impegnarsi con l'orlo dell'apertura della cavità (9) ricavata nella bordura posteriore (6) dei proietti per il centramento del proietti con il perno di chiusura (1).
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Legal Events
| Date | Code | Title | Description |
|---|---|---|---|
| PL | Patent ceased |