ITMI20082355A1 - Sistema di vincolo per l'assemblaggio di occhiali ed occhiali ottenuti con tale sistema. - Google Patents

Sistema di vincolo per l'assemblaggio di occhiali ed occhiali ottenuti con tale sistema. Download PDF

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Description

SISTEMA DI VINCOLO ELASTICO PER L'ASSEMBLAGGIO DI OCCHIALI ED OCCHIALI OTTENUTI CON TALE SISTEMA
CAMPO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un sistema di vincolo elastico per l'assemblaggio di un paio di occhiali, nonché un paio di occhiali specificamente concepiti per sfruttare al meglio tale sistema di vincolo per l'assemblaggio.
STATO DELLA TECNICA ANTERIORE
Come noto, nel campo degli occhiali sono stati proposti numerosi mezzi di vincolo per assemblare insieme le principali strutture portanti degli occhiali, ossia montatura frontale e astine laterali, con anche le lenti.
Generalmente i mezzi di vincolo per l'assemblaggio sono in forma di elementi rigidi, reciprocamente uniti ed incernierati mediante viti o innesti, che rendono agevole l'assemblaggio dei vari componenti e, possibilmente, introducono anche delle elasticità che rendono gradevole l'uso degli occhiali. In particolare, sono note cosiddette cerniere flessibili, adatte ad articolare le astine alla montatura frontale in modo elastico. Pure sono noti diversi sistemi per bloccare le lenti sulla montatura frontale, con modalità che non producano eccessivi sforzi sulla lente che altrimenti tenderebbe a fratturarsi.
I sistemi di tecnica nota, tuttavia, soffrono ancora di alcuni inconvenienti.
Per un verso, le cerniere flessibili sono infatti complesse da assemblare e da unire alle astine/frontale. Inoltre esse non consentono un funzionamento progressivo, ma presentano due sole posizioni stabili (aperto/chiuso) tra cui scattano ad opera dei mezzi elastici. Ancora, il punto di incernieramento è sempre definito da una vite di fissaggio, che costituisce un punto nevralgico della cerniera, soggetto ad allentarsi.
Per altro verso, le cerniere flessibili sono appannaggio di produttori specializzati, spesso non coincidenti con i produttori di occhiali, poiché la tecnologia di produzione è ancora molto diversa da quella tipicamente impiegata per ottenere una buona montatura adatta a trattenere le lenti.
Scopo della presente invenzione è dunque quello di offrire un sistema di vincolo perfezionato, che sia sufficientemente economico da produrre ed assemblare e che si possa usare universalmente sia nell'articolazione di una cerniera flessibile, sia per il vincolo delle lenti al frontale.
Ulteriore scopo è quello di fornire un sistema di cerniera di articolazione flessibile perfezionato, per collegare il frontale con le astine di un occhiale, che sia economico da produrre e semplice da montare. Inoltre, si prevede di fornire una configurazione tale da poter eliminare la classica vite di incernieramento e quindi eliminare i problemi connessi con il suo allentamento.
Ancora, si intende fornire un occhiale concepito appositamente per sfruttare al meglio tale sistema di vincolo, in particolare nella definizione del sistema di cerniera tra montatura ed astine, producendo al contempo un'innovativa modalità di funzionamento ed un corrispondente aspetto estetico originale.
DESCRIZIONE SOMMARIA DELL'INVENZIONE
Tali scopi vengono raggiunti attraverso le caratteristiche menzionate nella rivendicazione indipendente allegata. Le rivendicazioni subordinate descrivono caratteristiche preferite della presente invenzione.
In particolare, secondo l'invenzione si fornisce un sistema di vincolo elastico per un paio di occhiali, che comprende almeno un cavetto flessibile inestensibile dotato di due capicorda impegnabili in due porzioni distinte di un frontale o di astine degli occhiali, almeno uno dei capicorda essendo provvisto di mezzi elastici montati precaricati ed agenti in contrasto con un tensionamento di detto cavetto flessibile inestensibile.
Secondo un'applicazione preferita dell'invenzione, il cavetto si impegna lungo una porzione di bordo di lenti degli occhiali.
Secondo un'altra applicazione preferita dell'invenzione, i capicorda di detto cavetto si accoppiano rispettivamente ad una porzione di muso del frontale ed ad un'astina, ed il cavetto passa attraverso una pluralità di vertebre reciprocamente accoppiate che fungono da elemento di articolazione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risultano comunque meglio evidenti dalla seguente descrizione dettagliata, data a titolo di esempio ed illustrata nei disegni allegati, nei quali
fig. 1 è una vista interrotta in prospettiva e in esploso di una porzione di frontale con la sua lente ed il sistema di vincolo dell'invenzione;
fig. 2 è una vista in alzato frontale di fig. 1 in una condizione di montaggio;
fig. 3 è una vista analoga a quella di fig. 2 in una condizione di utilizzo;
fig. 4 è una vista in alzato frontale di una montatura di occhiali secondo una variante del sistema di fig. 1;
figg. 5-9 sono viste in prospettiva interrotte di alcune forme d'esecuzione di un capicorda secondo l'invenzione;
fig. 10 è una vista in prospettiva interrotta di un bicchierino di rinforzo per un capocorda secondo l'invenzione;
figg. 11-14 sono viste in prospettiva interrotte, parzialmente in sezione, che illustrano varie modalità di accoppiamento di un capocorda in un frontale di occhiali;
fig. 15 è una vista in prospettiva interrotta di un sistema di cerniera per astine ottenuto secondo l'invenzione;
fig. 16 è una vista analoga a quella di fig. 15, parzialmente in esploso, di un sistema di cerniera ottenuto secondo un'altra forma d'esecuzione dell'invenzione;
fig. 17 è una vista in sezione di una vertebra esemplificativa secondo l'invenzione;
figg. 18-20 sono viste in sezione di una cerniera per astina secondo l'invenzione, rispettivamente in assetto chiuso, aperto e di sovrapertura; fig. 21A e 21B sono viste in alzato laterale analoghe a fig. 16 in condizioni di flessione trasversale;
figg. 22A e 22B sono viste prospettiche di una forma d'esecuzione particolare di una vertebra secondo l'invenzione; e
figg. 23A e 23B sono viste prospettiche di un'altra forma d'esecuzione particolare di vertebre secondo l'invenzione.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DI ALCUNE PREFERITE FORME DI ESE-CUZIONE
Come noto, un paio di occhiali si compone di una montatura frontale 1, sulla quale è incastonata una coppia di lenti F, alle cui estremità laterali sono incernierate astine di supporto U.
Nelle figg. 1-3 è illustrata solo parte della montatura frontale con una delle due lenti, essendo inteso che l'altra parte è assolutamente simmetrica.
La lente F è impegnata in una porzione G di alloggiamento del frontale, che la trattiene nella posizione stabilita. La porzione G di alloggiamento circonda solo in parte il perimetro della lente e ne lascia libera una parte significativa, per esempio almeno il 30%.
In fig. 1 tale porzione di alloggiamento G è quella superiore della montatura, ma equivalentemente potrebbe essere la parte inferiore.
Per maggiore stabilità, la lente F presenta una scanalatura perimetrica I che va ad accoppiarsi con una nervatura E presente sulla porzione di alloggiamento G.
Secondo l'invenzione è inoltre previsto un sistema di vincolo costituito da un cavetto sostanzialmente inestensibile C, provvisto di due capicorda A e B, uno almeno dei quali provvisto di un elemento elastico di contrasto D. Tale sistema di vincolo elastico viene accoppiato con la parte di perimetro esposto della lente F nel modo che si illustra qui di seguito.
Nella forma d'esecuzione visibile nelle figg. 1-3, il capocorda A è fisso e viene impegnato in una corrispondente sede A' ricavata nel frontale. Il capocorda opposto B, dotato di una molla elicoidale D, è impegnato in una contrapposta sede B' del frontale 1. In questo caso, il capocorda B, anziché finire in battuta direttamente con la sede B' del frontale (come invece avviene tra il capocorda fisso A e la propria sede A'), si appoggia su una estremità D" della molla D, la cui opposta estremità D' va in battuta con un fondello B” della sede B’. In questo modo il cavetto inestensibile C può scorrere entro la molla D portando il capocorda B in contrasto con la molla D che viene così compressa.
Con riferimento alla fig. 1, si vede che con la molla tutta compressa (M), il cavetto C rimane lasco intorno alla lente F, che può essere così inserita o estratta agevolmente per accoppiarsi con la nervatura E del frontale. Per portare la molla D a chiudersi a pacco, occorre ovviamente esercitare una forza di trazione, indicata con 2 in fig. 2, per vincere la reazione elastica della molla D (dell'ordine, ad esempio, di 1-2 Kg).
Rilasciando il cavetto, la reazione elastica - indicata con 3 in fig. 3 -tende a ridistendere la molla (L) e quindi a richiamare il cavetto che va ad attestarsi contro il bordo inferiore della lente F, spingendola contro la porzione G. Preferibilmente, il cavetto C ha un diametro adatto ad inserirsi nella scanalatura I perimetrica della lente, così da non poter sfuggire lateralmente una volta posto sotto tensione a ridosso della bordo della lente.
La lunghezza del cavetto è dunque calibrata in modo da consentire l'introduzione/fuoriuscita della lente quando la molla venga completamente compressa (M) nella propria sede B'.
Il cavetto può essere di vari materiali, purché sufficientemente inestensibili per evitare allentamenti del sistema che finirebbero per consentire la fuoriuscita accidentale della lente dall'impegno con la montatura o altri malfunzionamenti. Il cavetto C può quindi essere un trefolo di fili metallici, ma anche un filo di Nylon™ o altre materiale sintetico di opportuno diametro.
In fig. 4 è illustrata una seconda forma d'esecuzione dell'invenzione, in cui i due capicorda sono entrambi provvisti di mezzi elastici e sono accoppiati in rispettive cave alle due estremità della montatura. In questo caso, il sistema di vincolo è unico per entrambe le lenti ed il cavetto C passa libero in una scanalatura N interna al nasello.
Nelle figg. 5-9 sono illustrati vari modi di configurare e predisporre un capocorda per il cavetto C.
In fig. 5 è prevista una bussola metallica 0 crimpata (deformazione plastica o coniatura) all'estremità del cavetto.
In fig. 6 è prevista invece una bussola 0' saldata o incollata con un cordone P all'estremità del cavetto C.
In fig. 7 la testa del capocorda è ricavata come una gocciolina 0" di materiale fuso; il materiale può essere di apporto, oppure è lo stesso materiale del cavetto (per esempio quando è in materiale plastico sintetico) che viene localmente fuso e conformato a goccia.
In fig. 8 è previsto di effettuare un nodo terminale 0"' all'estremità del cavetto.
In fig. 9 si illustra invece la realizzazione della testa del capocorda mediante un morsetto terminale 0"" dotato di una vite trasversale che va a mordere il cavetto.
Nelle figg. 11-13 si illustrano invece alcune differenti modalità di impegnare il capocorda con i mezzi elastici sulla montatura dell'occhiale.
In fig. 11 si può vedere che la montatura presenta una cava allungata, entro la quale trova spazio l'intera molla nella sua condizione estesa oltre alla testa del capocorda. La parte di imboccatura della cava, attraverso la quale fuoriesce il cavetto, presenta un restringimento (B" in fig. 1) sufficiente a lasciar passare il cavetto ma adatto a costituire una superficie di battuta per l'estremità più esterna o distale D' della molla. In questo modo, si impedisce alla molla di muoversi nella direzione di trazione del cavetto: quest’ultima si traduce quindi in uno spostamento della testa del capocorda, che va ad agire sull’estremità più interna o prossimale D" della molla D e quindi la porta in compressione, producendo una desiderata reazione elastica che si oppone alla trazione del cavo. Nella cava è previsto inoltre uno scalino R, disposto a strozzare parzialmente anche l'apertura trasversale della cava in prossimità del restringimento B": ciò serve ad evitare una fuoriuscita trasversale accidentale della molla D dalla propria sede, in particolare sotto le condizioni di compressione.
Nel caso in cui il materiale della montatura non sia particolarmente tenace e soggetto ad usura, per esempio perchè di materiale plastico, il capocorda non è alloggiato direttamente nella cava, ma viene preventivamente accolto in un astuccio o bicchierino Q più rigido, come illustrato in fig. 10. Il bicchierino Q è realizzato in materiali duri, quale metallo, che non subiscono danneggiamento da sfregamento dovuto al movimento della molla D e della testa del capocorda.
Nella forma d'esecuzione di fig. 11, la cava di alloggiamento del capocorda e dei mezzi elastici è aperta trasversalmente su un lato: l'introduzione del capicorda può avvenire quindi trasversalmente all'estensione del cavetto e della molla D. In fig. 13 è invece illustrata una variante di tale sede, in cui la cava è in forma di un foro passante nella montatura (l'apertura laterale non è dunque tecnicamente più necessaria): in questo caso il cavetto flessibile con la molla e la relativa testa del capocorda vengono inseriti longitudinalmente, secondo la direzione 5, attraverso il foro opposto all'imboccatura di uscita del cavetto. Il bloccaggio del capocorda viene eseguito dopo l'inserimento del cavetto e della molla nel foro della montatura. Anche questa forma d’esecuzione può prevedere l'impiego del bicchierino di rinforzo Q della fig. 10.
In fig. 12 è illustrata un'altra forma d'esecuzione, in cui la sede è ricavata come foro cieco T nella montatura, la cui imboccatura di uscita presenta una filettatura. In questo caso, il gruppo capocorda-cavetto-molla già assemblato viene inserito longitudinalmente secondo la direzione 4, ed ivi trattenuto da un tappo S filettato esternamente ed inserito liberamente scorrevole sul cavetto.
In fig. 14 è invece illustrata esemplificativamente una modalità di bloccare un capocorda fisso nella montatura. Il cavetto viene semplicemente inserito in un foro cieco della montatura ed ivi bloccato da una vite mordente avvitata in direzione ortogonale al foro di inserimento del cavetto.
Con il medesimo sistema con cavetto-molla-capocorda, si può inoltre conseguire una originale connessione articolata tra la montatura per occhiale e le astine.
In fig. 15 è illustrata schematicamente una porzione di articolazione secondo l'invenzione.
Tra una propaggine della montatura, anche detto muso Z, e l'estremità prossimale di un'astina U, è disposta una pluralità di elementi sagomati, che indicheremo come vertebre V. Il numero delle vertebre dipende dalle caratteristiche dell'articolazione che si desidera conseguire.
Gli elementi sagomati V hanno una forma specifica, che si descrive nel seguito, e possono essere fabbricati di vari materiali, tra cui metallo, plastica, legno ed altro.
Il sistema a cavetto con capocorda elastico viene fissato da una parte al muso Z e dall'altro all'astina U, con il cavetto flessibile inestensibile che attraversa i diversi elementi di vertebra V. Per maggiore comodità di assemblaggio, come illustrato in fig. 15, il capocorda fisso è previsto sul muso Z mentre il capocorda flessibile, con la relativa molla, è alloggiato nell'astina.
Le vertebre V, sono caratterizzate da una forma particolare, che ne permette l'accoppiamento in serie e determina il funzionamento dell'articolazione. L'estremità del muso Z della montatura e dell'astina U sono sagomate concordemente per potersi accoppiare con le vertebre terminali.
Come visibile in fig. 17, ciascuna vertebra V è composta da un corpo prismatico dotato di una superficie anteriore VA, caratterizzata da una forma semicircolare (meglio, semicilindrica) convessa, e da una superficie posteriore VB concordemente semicircolare (meglio, semicilindrica) concava. Il piano passante per i due centri delle superfici convessa VA e concava VB costituisce un piano di riferimento longitudinale della vertebra V.
La superficie convessa anteriore è affiancata da due pianetti V' e V" che non sono paralleli fra loro: infatti, il pianetto V, destinato a giacere dalla parte esterna all'occhiale, è ortogonale al piano di riferimento longitudinale, mentre il pianetto interno V" è inclinato rispetto al piano di riferimento longitudinale, in particolare definisce un angolo che si apre verso la direzione posteriore della vertebra V.
Anche la superficie concava posteriore VB è affiancata da due pianetti, uno verso l'interno V'" ed uno verso l’esterno V"". Questi due pianetti sono tra loro paralleli ed ortogonali al piano di riferimento longitudinale, ma preferibilmente non giacciono sullo stesso piano (come apprezzabile in fig.
17).
La vertebra V è attraversata da uno o più fori Y, a seconda di quanti cavetti devono attraversarla. Nella forma d’esecuzione di fig. 15 la vertebra V è attraversata da un solo foro, disposto secondo la direzione longitudinale, ossia la direzione di giacitura del cavetto in opera; nella forma d’esecuzione di fig. 16, ciascuna vertebra è attraversata da due fori o da un unico foro allungato secondo l’altezza delle vertebra, per far passare due cavetti uno sopra all’altro.
In quest'ultimo caso, il foro passante assume la forma di una vera a propria sfinestratura, come rappresentato nelle fig. 22A-23B.
Per ottenere un vantaggioso funzionamento dell'articolazione, secondo una forma d'esecuzione preferita i fori passanti sono decentrati rispetto al piano di riferimento longitudinale, ed eventualmente sono conici oppure svasati, maggiormente aperti in direzione del lato frontale della vertebra.
Il cavetto del sistema di vincolo secondo l'invenzione viene fatto passare nei fori delle vertebre come illustrato in fig. 19, che rappresenta uno stato rettilineo di perfetto allineamento tra muso Z, vertebre V e astina U. Le singole vertebre si accoppiano tra di loro, con ciascuna superficie concava cooperante in modo complementare con l'adiacente superficie convessa. Le vertebre terminali si accoppiano in modo analogo con omologhe superfici concave o convesse sull'estremità di astina U o sul muso Z.
Come si vede, il cavetto passa libero nella zona di diametro minore dei fori passanti, mentre passa con un ampio gioco nella zona di diametro maggiore degli stessi fori.
Questa originale configurazione delle vertebre, fa si che il tensionamento del cavetto ad opera della molla di richiamo, provochi la rotazione reciproca delle vertebre tra di loro, che scorrono sulle rispettive zone semicilindriche, tendendo naturalmente a posizionarsi nella condizione di fig. 18, sino a che i pianetti inclinati V" non vanno in battuta con i pianetti ortogonali M"" della vertebra successiva. Questo è infatti un assetto stabile, dovuto al fatto che in tale condizione il cavetto si allunga permettendo alla molla D di distendersi.
La condizione illustrata in fig. 18 coincide con l'assetto di chiusura delle astine.
Se si applica ora una forza di apertura, nella direzione della freccia 4, alla astina U, tenendo fermo il muso Z, il gruppo vertebre-astina e molla si riporta nella condizione distesa di fig. 19, sino a quando le vertebre si arrestano attestandosi sui rispettivi pianetti ortogonali M'-M'".
Il cavo si contrae, a causa del raddrizzamento delle vertebre, causando una prima compressione della molla D.
Questo equilibrio tra la forza esercitata sulla astina ed il contatto tra le vertebre V stabilisce la condizione di apertura dell'astina U.
Se si applica ora una nuova forza 5, superiore alla precedente 4, alla astina U, tenendo fermo il muso Z, il gruppo vertebre-astina e molla si porta nella condizione di sovrapertura di fig. 20. Con l’applicazione di questa forza 5 si provoca una ulteriore compressione della molla e si inducono le vertebre a superare la posizione di equilibrio di fig. 19 e ad impuntarsi reciprocamente su uno spigolo dei pianetti V e V".
Mantenendo la forza 5, la sovrapertura si arresta quando le spire della molla D vanno in collisione tra loro (cosiddetta condizione di molla compressa a "pacco").
Rilasciando la forza 5, la molla tende a distendersi riportando il gruppo vertebre-astina e molla nella condizione di chiusura di fig. 18.
In fig. 16 è rappresentata una ulteriore forma d’esecuzione in cui il gruppo muso-vertebre-astina e molla comprende anche un singolo cavo ripiegato ad U intorno ad un perno di vincolo sul muso Z e vincolato alle due estremità da due capicorda elastici con due molle. I due tratti di cavetto corrono nell’articolazione uno sopra all’altra, con riferimento all'assetto con cui normalmente gli occhiali vengono indossati. In altre parole, i cavetti giacciono uno sopra all'altro lungo l'asse di cerniera dell'articolazione secondo l'invenzione.
Nella versione qui illustrata, si prevede inoltre di facilitare il montaggio e lo smontaggio, prevedendo che le sedi di alloggiamento nel muso e nell'astina siano aperte trasversalmente, così da poter introdurre i capicorda del sistema di vincolo nel modo indicato con riferimento a fig. 11. Al termine dell'assemblaggio è poi previsto che i cavetti vengano bloccati da fuoriuscite accidentali mediante due piastrine o coperchietti J, avvitati rispettivamente sul muso Z e sulla astina U.
In fig. 21 è illustrato un vantaggioso risultato conseguibile con questa forma d'esecuzione a due molle sullo stesso cavo ripiegato ad U. Applicando una forza 6 trasversale all'astina, le vertebre sono in grado di aprirsi tra loro, impuntandosi lungo rispettivi spigoli, ponendo maggiormente in trazione uno dei due cavetti rispetto all’altro. In sostanza, sottoposta ad uno sforzo trasversale (tipica situazione riscontrabile in caso di urti accidentali), l’astina secondo questa forma d'esecuzione è in grado di cedere elasticamente senza subire danneggiamenti. Va comunque rimarcato che un analogo effetto si ottiene anche soltanto con un solo cavetto, grazie alla sua intrinseca flessibilità in tutte le direzioni.
Nelle figg. 22A-23B, come già accennato, sono rappresentate forme d'esecuzione alternative delle vertebre, impiegabili preferibilmente nel caso di un cavetto doppio. Sul fianco di ciascuna vertebra è definibile una feritoia aperta, attraverso la quale risulta agevole introdurre il cavetto del sistema di vincolo elastico.
Nelle figg. 23A e 23B, inoltre, la conformazione del bordo della feritoia aperta lateralmente, prevede sporgenze rivolte verso l'interno. Questa configurazione garantisce un migliore confinamento della coppia di cavetti nelle rispettive sedi all'interno delle vertebre, in particolare uno dislocato verso l'alto e l'altro verso il basso.
Come si intuisce, grazie agli insegnamenti qui forniti, è possibile conseguire perfettamente gli scopi esposti nelle premesse, oltre ad una serie di vantaggi ulteriori.
Quando applicato alla montatura, il sistema di vincolo elastico dell'invenzione permette il facile assemblaggio delle lenti senza l'ausilio di attrezzi ed anche in presenza di errori dimensionali non trascurabili: il recupero elastico della molla, infatti, consente di utilizzare il sistema di vincolo dell'invenzione anche in presenza di variazioni perimetrali delle lenti. Questa soluzione permette anche di alleggerire la montatura per occhiali, eliminandone per esempio tutta la parte sottostante alla lente. Nel caso in cui il cavetto inestensibile sia fabbricato con un trefolo di fili metallici, è possibile ottenere accostamenti cromatici in tinta con la montatura (processo galvanico), impossibili da ottenere con soluzioni alternative che sfruttano unicamente la caratteristica di estensibilità di un filo perimetrale per ottenere un effetto similare di ritegno della lente.
Il sistema dell'invenzione permette altresì l'utilizzo di materiali alquanto differenti per realizzare l’altra porzione di montatura: plastica, metallo, legno, carbonio ed altro, così da poter caratterizzare il prodotto con maggiore libertà.
Nella sua applicazione alla definizione di un sistema di articolazione, l'invenzione produce un funzionamento molto fluido e progressivo. Si ottiene una eliminazione di qualsiasi gioco strutturale tra astina e montatura, poiché si determina un tensionamento costante tra i componenti entro sedi a superficie circolare (autostabilizzazione). L'articolazione così realizzata non richiede la presenza della classica vite di perno e quindi riduce fortemente ogni esigenza di manutenzione. Grazie alla sua cedevolezza elastica secondo l'asse di articolazione, produce una intrinseca robustezza generale anche contro urti accidentali od usi impropri. Infine, la serie di vertebre fabbricabili in svariati materiali apre nuovi orizzonti di sviluppo sugli accostamenti di colori e /o materiali sinora inesplorati.
S'intende comunque che l'invenzione non è limitata alle particolari configurazioni illustrate sopra, che costituiscono solo degli esempi non limitativi della portata dell'invenzione, ma che numerose varianti sono possibili, tutte alla portata di un tecnico del ramo, senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione stessa.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sistema di vincolo elastico per un paio di occhiali, caratterizzato da ciò che comprende almeno un cavetto flessibile inestensibile dotato di due capicorda impegnabili in due porzioni distinte di un frontale o di astine degli occhiali, almeno uno dei capicorda essendo provvisto di mezzi elastici montati precaricati ed agenti in contrasto con un tensionamento di detto cavetto flessibile inestensibile.
  2. 2) Sistema di vincolo come in 1), in cui detto cavetto si impegna lungo una porzione di bordo di lenti degli occhiali.
  3. 3) Sistema di vincolo come in 2), in cui detto cavetto interessa una porzione di bordo di entrambe le lenti degli occhiali, passando anche per una zona di nasello degli occhiali.
  4. 4) Sistema di vincolo come in 2) o 3) in cui detta porzione di bordo è la porzione inferiore della lente.
  5. 5) Sistema di vincolo come in 2), 3) o 4), in cui detta porzione di bordo presenta una scanalatura in cui è alloggiabile almeno parzialmente detto cavetto.
  6. 6) Sistema di vincolo come in 1), in cui i capicorda di detto cavetto si accoppiano rispettivamente ad una porzione di muso del frontale ed ad un'astina, ed in cui il cavetto passa attraverso una pluralità di vertebre reciprocamente accoppiate.
  7. 7) Sistema di vincolo come in 6), in cui dette vertebre sono in forma di corpi prismatici dotati di una superficie semicilindrica convessa frontale e di una superficie semicilindrica concava posteriore.
  8. 8) Sistema di vincolo come in 7), in cui ai lati di dette superfici semicilindriche sono previsti pianetti.
  9. 9) Sistema di vincolo come in 8), in cui almeno uno di detti pianetti, disposto dal lato destinato a trovarsi internamente agli occhiali, è inclinato rispetto ad un piano di riferimento longitudinale passante per i centri di dette superfici semicilindriche.
  10. 10) Sistema di vincolo come in una qualsiasi delle rivendicazioni 6) a 9), in cui detto cavetto passa attraverso almeno un foro o apertura praticato in dette vertebre, detto foro essendo decentrato rispetto ad un piano di riferimento longitudinale passante per i centri di dette superfici semicilindriche.
  11. 11) Sistema di vincolo come in 10), in cui detto foro o apertura è conico o svasato.
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