ITTV960037U1 - Struttura di scarpone da sci. - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE del modello industriale di utilità
Il presente trovato riguarda una struttura di scarpone da sci e più specificamente una struttura di scarpone da sci monoblocco.
E’ ben noto che da molti anni gli scarponi da sci vengono fabbricati sotto forma di uno scafo rigido realizzato in materiale plastico, scafo al quale viene incernierato un gambetto, anch’esso realizzato in materiale plastico rigido, avendo cura di dotare lo scarpone di imbottiture e scarpette che vengono a contatto diretto con il piede dell’utente, in modo che non soltanto si evitino danni al piede, ma si assicuri un elevato comfort di impiego senza sacrifici delia prontezza e fedeltà di trasmissione dei comandi dalla gamba e dal piede dello sciatore, attraverso lo scarpone e l’attacco, allo sci.
E’ altrettanto noto che in questi scarponi di tipo moderno sono state e sono tuttora previste molte regolazioni per quanto riguarda il grado di inclinazione del gambetto rispetto alla suola dello scafo (e quindi la posizione della porzione inferiore della gamba delio sciatore rispetto allo sci), il cosiddetto “canting” ossia l’inclinazione del piano longitudinale dello scarpone rispeto al piano ortogonale allo sci, la flessibilità del gambetto dello scarpone, la possibilità di bloccare e sbloccare il gambetto rispetto allo scafo nella posizione di esecuzione dell’attività sportiva e rispettivamente nella posizione di camminata libera, e cosi via.
E’ quindi evidente che finora si è cercato di rendere i due componenti dello scarpone da sci, vale a dire scafo e gambetto, quanto più possibile svincolati, proprio per consentire tutte le regolazioni sopra accennate.
Negli ultimi tempi, tuttavia, si è assistito ad una evoluzione delle tecniche di costruzione degli sci.
Secondo tali innovazioni i bordi laterali dello sci presentano “sciancrature”, ovvero sezioni ristrette raccordate da archi ad ampio raggio alle estremità dello sci, per cui lo sciatore è obbligato ad un’azione costante sugli spigoli degli sci e soprattutto per meglio curvare l’atleta deve agire sostanzialmente nella zona centrale dello sci, mentre per modificare il raggio di curvatura deve aumentare o diminuire (a seconda del risultato desiderato) l’angolazione laterale del sistema costituito da scarpone, attacco e sci.
In questa condizione è anche evidente che le prestazioni dell’atleta ed in particolare tale variazione di angolazione non sono favorite dalla struttura di scarpone precedentemente delineata ed in particolare dalla snodabili tà gambetto rispetto allo scafo dello scarpone-E’ sta ora trovato che questo problema trova soluzione con una struttura di scaipone che si caratterizza per il fatto che il gambetto diventa una parte rigidamente integrata con lo scafo, ossia scompare l’incemieratura gambetto alio scafo.
In altri termini e nella forma di realizzazione preferita del presente trovato, la struttura di scarpone da sci diventa un monoblocco costituito dal solo scafo che preferibilmente si estende verso l’alto a formare o sostituire almeno in parte la porzione di gambetto atta a ricevere la porzione inferiore delia tibia dell’utente, scafo che è destinato a ricevere imbottiture e/oppure una scarpetta interna del tipo noto.
in relazione al presente trovato si deve osservare che scarponi da sci in pezzo unico erano già noti in passato, ma venivano realizzati in pellame per cui non era concepibile per gli stessi prevedere un gambetto di tipo tradizionale. Inoltre la mancanza di rigidità della tomaia ne sconsigliava allora come ancora oggi l’adozione per qualsiasi applicazione che richieda una trasmissione fedele dà comandi dalla gamba dello sciatore allo sci.
Nella tecnica nota rientrano anche scarponi in pezzo unico realizzati quando le strutture in materiale plastico vennero proposte e realizzate in sostituzione degli scarponi in pellame, senza che tuttavia potesse essere prevista la funzionalità che viene soddisfatta con la struttura di scarpone secondo il presente trovato.
Senza voler porre indebite limitazioni all’ambito del presente trovato, tra i vantaggi principali che vengono conseguiti con la struttura di scarpone da sci secondo il presente trovato si possono citare i seguenti:
(a) si assicura una trasmissione precisa ed immediata delle forze trasversali applicate dall 'utilizzatore agli scarponi e parimenti uqa retrotrasmissione al piede e soprattutto alla gamba dello sciatore di qualsiasi variazione, specie se indesiderata, del grado di angolazione delle lamine dello sci;
(b) si limita l escursione in avanti dello sciatore che non è più obbligato a scaricare la coda degli sci per ruotare gli sci stessi e quindi per effettuare le curve, in quanto per effettuare le curve viene sfruttata principalmente la variazione di sezione e quindi la sciancratura dello sci;
(c) si riconducono al centro delle suole le forze applicate dallo sciatore allo scarpone, come conseguenza della condizione sostanzialmente inclinata cui lo scafo costringe il piede dello sciatore e della predeterminazione di tale inclinazione.
Il presente trovato verrà ora descritto in relazione ai disegni allegati che mostrano la realizzazione preferita del trovato stesso. Nei disegni:
la fig. 1 è una vista in elevazione laterale dello scarpone da sci monoblocco nella versione base;
la fig. 2 è una sezione secondo il piano di traccia Π-ΙΙ di fig. 1;
la fig. 3 è una vista frontale dello scarpone con parziale vista esplosa, di alcune parti componenti;
le figure 4 e 4A sono viste dalla parte posteriore dello scarpone con una particolare conformazione per il suo irrigidimento in posizione operativa, le figure 5, 5A e 6, 6A sono viste prospettiche di due varianti di particolari componenti dello scarpone di figura 1 e 3;
la figura 7 è una vista in sezione secondo il piano di traccia VII- VII di fig. 4; le figure 8 ed 8A sono viste simili alla figura 2, ma si riferiscono all· scarpone completato con parti componenti mostrate nelle figure 5 e SA, e le figure 9 ed 10 sono sezioni secondo i piani di traccia IX- IX ed X-X figure 8 ed 8 A rispettivamente.
Considerando in primo luogo le figure 1 e 2, lo scarpone da sci secondo presente trovato comprende uno scafo 10, realizzato ad esempio per iniezione in opportuno materiale plastico, in modo da creare a corpo unico sia lo scafo vero e proprio 12 che la tomaia 14 ed una suola 16.
Nella suola 16 verà poi inserita una suola interna 18, ad esempio sagomata a zeppa, mentre la tomaia si prolunga verso l’alto, differenziandosi sotto questo aspetto dallo scafo degli scarponi tradizionali finora noti, a formare una parte assimilabile ad un gambetto 20 ε destinata ad accogliere l’estremità inferiore della gamba e l’articolazione delia caviglia.
La tomaia 14 è anteriormente divisa in due metà 22A, 22B (fig.7), i cui lembi definiscono un’apertura allungata in senso longitudinale nella parte anteriore dello scafo 10, per cui resta definito uno scarpone ad entrata anteriore, apertura che viene preferibilmente chiusa per mezzo di un elemento riportato di tenuta, che impedisce la penetrazione di neve e ghiaccio, che può alternativamente essere realizzato nella forma illustrata nelle figure 5 e 5 A oppure in quella delle figure 6 e 6A.
Nel caso della soluzione illustrata nelle figure 5, 5A e con riferimento anche alle figure 8, 8A e 9, l’elemento di tenuta 24 è sagomato all’estremità inferiore ossia quella più prossima alla punta dello scarpone con una linguetta sfalsata lateralmente 25 per l’ancoraggio di estremità in un corrispondente incavo 27 formato nella parte di tomaia 14 A.
L’elemento di tenuta 24 è fissato al lembo 22A della tomaia, ad esempio mediante rivetti che impegnano i fori 29, e presenta un ingrossamento estremità 31, per cui determina ima tenuta tra i lembi 22 (A, B) e la porzione fissa di tomaia 14A E’ degna di nota la sagomatura particolare del’elemento di tenuta 24 il quale, come mostrato in particolare in fig.9, sposa il bordo longitudinale del lembo di tomaia 22 A (ossia il bordo di questo lembo che delimita l’apertura anteriore della tomaia dello scarpone); inoltre dalla figura 8 si può apprezzare il fatto che una parte dello stesso elemento di tenuta 24 si prolunga al di sotto del bordo orizzontale inferiore del lembo 22A, dopo aver formato l’ingrossamento 31 .
Nelle figure 6 e 6A è mostrata una forma di realizzazione differente dell’elemento di tenuta indicato questa volta con il riferimento complessivo 28, anch’esso sagomato in modo da sposare il bordo longitudinale del lembo 22 A (come si vede in fig. 10).
Anche in questo caso l’ancoraggio ad uno dei lembi di tomaia avviene mediante rivetti che impegnano i fori 29.
Le tradizionali leve di chiusura a gancio 26 completano lo scarpone.
Considerando ora la figura 3, sono mostrati elementi accessori consistenti nelle porzioni avvolgenti 30 e 32 che vengono fissate esternamente allo scafo in corrispondenza della tomaia in modo di per se noto (ad esempio per mezzo di rivetti 33) e la cui altezza è regolata a seconda dell’altezza desiderata della parte a gambetto 20. Per questo motivo queste parti avvolgenti sono preferibilmente intercambiabili, in modo da consentire una scelta tra altre parti avvolgenti più basse, più alte, più dure o più morbide. Dalla figura 7 si può apprezzare la cooperazione tra queste guance avvolgenti 30, 32 tra di loro e con i lembi di tomaia 22 (A, B).
Riferendosi infine alle figure 4 e 4A è mostrato un elemento 32 avente la funzione di consentire una limitata articolazione in avanti della superiore 20 dello scarpone.
Come si vede chiaramente questo elemento 32, avente la forma di un inserto sagomato, trova sede in un corrispondente incavo 42 formato nel corpo della parte superiore dello scafo 12 è dotato nella superfìcie interna (ossia quella diretta verso Io scafo dello scarpone), di un dente 34 sagomato ad L ed atto ad impegnare una sporgenza 36 di sagoma corrispondente e contraria, formata sulla superficie affacciata del monoblocco. Il fissaggio dell’elemento 32 è completato da una vite 38 che impegna un foro 40 allungato ad asola è un corrispondente foro praticato nel corpo dello scafo 12.
E’ evidente che la possibilità di una leggera inclinazione in avanti della parte superiore del monoblocco dipenderà principalmente dalla natura del materiale plastico con il quale viene fabbricato, dagli spessori, in particolare delia parte di tomaia anteriore e così via.
Nella figura 4 sono mostrati altri incavi 46, 48 simili a quello 42 e che possono essere corredati di inserti analoghi a quello indicato con 32.
A questo riguardo si deve anche citare la possibilità di realizzare questo monoblocco con la tecnica della coiniezione di due materiali plastici differenti ma compatibili, in modo da realizzare il monoblocco con gli opportuni materiali nelle diverse parti che lo compongono rispettandone le specifiche funzionalità.
Ad esempio per la parte di suola che deve essere quanto più rigida possibile, si potrà realizzare la coiniezione di un materiale molto rigido e resistente all’abrasione ed alla torsione all’esterno che avvolge un nucleo di materiale più leggero e termoisolante.
Al contrario, in corrispondenza della parte alta della tomaia si può invertire la posizione dei due materiali, in modo che il materiale esterno sia più flessibile e circondi un nucleo interno di materiale più rigido.
11 presente trovato è stato descritto in relazione ad una forma di realizzazione preferita, restando inteso che modifiche e varianti concettualmente equivalenti sono possibili e prevedibili senza uscire dal suo ambito.
Claims (1)
- RIVENDICAZIONI 1. Struttura di scarpone da sci caratterizzata per il fatto di consistere in un monoblocco costituito dal solo scafo, che si estende verso l’alto a formare o sostituire almeno in parte la porzione di gambetto atta a ricevere la porzione inferiore della tibia dell’utente, per cui il gambetto diventa una parte rigidamente integrata con lo scafo, che detto monoblocco presenta una parte di tomaia dotata di un’apertura allungata anteriore, che rende lo scarpone del tipo ad entrata anteriore, detta apertura essendo esternamente schermata da un elemento di tenuta ancorato ad uno dei due lembi formanti detta apertura anteriore, e che detta parte di tomaia è circondata da elementi avvolgenti che definiscono il bordo superiore dello scarpone e la sua altezza 2. Struttura di sciupone da sci secondo la rivendicandone 1, caratterizzata dal fatto che detto elemento di tenuta presenta un ingrossamento di estremità. 3. Struttura di scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto elemento di tenuta è sagomato al’estremità più prossima alla punta dello scarpone con una linguetta sfalsata lateralmente per l’ancoraggio di estremità in un corrispondente incavo formato nella corrispondente parte di tomaia. 4. Struttura di scarpone da sci secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detto elemento di tenuta presenta sezione sagomata in modo da sposare il bordo del lembo adiacente di detta apertura e si prolunga al di la di detto ingrossamento in modo da essere disposto al disotto di una parte di detto lembo. 5. Struttura di scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che detto elemento di tenuta è fissato a detta tomaia mediante una pluralità di rivetti che impegnano fori corrispondenti praticati in detto elemento di tenuta e nel lembo corrispondente di tomaia. 6. Struttura di scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la parte posteriore della tomaia del monoblocco presenta una sede per un inserto agganciabile in posizione mediante un dente sagomato ad L atto ad impegnare una sporgenza corrispondentemente sagomata formata su detta tomaia,
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