ITTV20090052A1 - Impianto per il trattamento superficiale di corpi a tazza - Google Patents

Impianto per il trattamento superficiale di corpi a tazza Download PDF

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ITTV20090052A1
ITTV20090052A1 IT000052A ITTV20090052A ITTV20090052A1 IT TV20090052 A1 ITTV20090052 A1 IT TV20090052A1 IT 000052 A IT000052 A IT 000052A IT TV20090052 A ITTV20090052 A IT TV20090052A IT TV20090052 A1 ITTV20090052 A1 IT TV20090052A1
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longitudinal duct
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way
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Emilio Brunati
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Bru Impianti Group S R L
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Description

DESCRIZIONE
“IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO SUPERFICIALE DI CORPI A TAZZAâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad un impianto per il trattamento superficiale di corpi a tazza.
Più in dettaglio, la presente invenzione à ̈ relativa ad un impianto di fosfatazione di corpi a tazza in materiale metallico, a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Come à ̈ noto, prima e/o dopo essere sottoposti a stampaggio a freddo o altre lavorazioni meccaniche, alcuni semilavorati in materiale metallico devono essere lavati accuratamente con determinati prodotti chimici (generalmente a base di fosfati di zinco, ferro e/o manganese) che alterano la superficie del materiale metallico, creando dei cristalli fosfatici legati chimicamente al substrato che, a seconda dei casi, hanno la funzione di migliorare la resistenza alla corrosione del semilavorato in materiale metallico; di favorire l’adesione di una vernice applicata successivamente; o di facilitare eventuali successive lavorazioni meccaniche o deformazioni plastiche del semilavorato tramite ulteriori procedimenti di stampaggio a freddo.
Gli impianti di lavaggio che eseguono questo particolare trattamento superficiale sui semilavorati in materiale metallico, sono comunemente chiamati impianti di fosfatazione, e sono generalmente composti da una serie di vasche di trattamento, ciascuna delle quali à ̈ riempita con una particolare miscela di acqua e/o solventi e/o detergenti e/o altri prodotti chimici a base di fosfati; e da un dispositivo di movimentazione dei semilavorati che à ̈ strutturato in modo tale da immergere ciascun semilavorato in materiale metallico in successione all’interno di tutte le vasche di trattamento dell’impianto, così da eliminare progressivamente le impurità o residui di lavorazioni precedenti e poi eseguire il trattamento superficiale richiesto sul semilavorato.
Negli impianti di fosfatazione di piccole dimensioni che richiedono anche un elevato grado di flessibilità produttiva, il dispositivo di movimentazione dei semilavorati à ̈ solitamente composto da una serie di cestelli destinati ad accogliere un numero prestabilito di semilavorati in materiale metallico, e da un carroponte o similare che à ̈ in grado di spostare e depositare i singoli cestelli pieni di semilavorati da sottoporre a fosfatazione, in successione, sul fondo di tutte le vasche di trattamento dell’impianto. Ovviamente, i tempi di permanenza di ciascun cestello sul fondo delle varie vasche di trattamento dell’impianto, dipendono dal ciclo di lavaggio e fosfatazione previsto per i semilavorati contenuti nel medesimo cestello.
Purtroppo l’utilizzo dei cestelli à ̈ fonte di notevoli problemi quando i semilavorati in materiale metallico da sottoporre a fosfatazione sono costituiti da corpi a tazza di varie dimensioni. I corpi a tazza, infatti, devono essere obbligatoriamente collocati all’interno dei cestelli in posizione rovesciata, in modo tale da evitare che la soluzione di lavaggio e/o fosfatazione possa ristagnare all’interno del corpo a tazza ed essere così trasferita da una vasca di trattamento all’altra compromettendo l’intero processo di fosfatazione, ma il collocamento dei corpi a tazza in posizione rovesciata può causare un incompleto trattamento del semilavorato a causa delle sacche d’aria che si possono formano all’interno del corpo a tazza, e che impediscono alla soluzione di lavaggio di lambire completamente il fondo dello stesso.
Scopo della presente invenzione à ̈ quindi quello di realizzare un impianto di fosfatazione di corpi a tazza in materiale metallico e di qualsiasi dimensione, che sia esente dagli inconvenienti sopra descritti.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato un impianto per il trattamento superficiale di corpi a tazza, come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 illustra in modo schematico, con parti in sezione e parti asportate per chiarezza, un impianto di fosfatazione di corpi a tazza in materiale metallico, realizzato secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 à ̈ una vista frontale di una particolare intelaiatura porta-pezzi utilizzata nell’impianto di fosfatazione illustrato in figura 1;
- le figure 3 e 4 illustrano in scala ingrandita due diversi particolari dell’intelaiatura porta-pezzi illustrata in figura 2, in una prima configurazione di funzionamento; mentre
- le figure 5 e 6 illustrano in scala ingrandita gli stessi due particolari dell’intelaiatura porta-pezzi illustrata in figura 2, in una seconda configurazione di funzionamento.
Con riferimento alla figura 1, con il numero 1 Ã ̈ indicato nel suo complesso un impianto per il trattamento superficiale di corpi a tazza, particolarmente adatto per eseguire la fosfatazione di corpi a tazza 2 in materiale metallico di qualsiasi dimensione.
L’impianto 1 comprende una serie di vasche di trattamento 3 (una sola vasca à ̈ illustrata in figura 1), ciascuna delle quali à ̈ riempita con un particolare liquido di lavaggio 4 di tipo noto, contenente solventi e/o detergenti e/o altri prodotti chimici a base di fosfati necessari per effettuale il lavaggio, lo sgrassaggio e/o il trattamento superficiale di fosfatazione su di un generico semilavorato in materiale metallico; ed un apparato di movimentazione dei semilavorati 5 che à ̈ strutturato in modo tale da spostare i corpi a tazza 2 da una vasca di trattamento 3 all’altra, in modo tale da immergere ciascun corpo a tazza 2 nel liquido di lavaggio 4 presente in tutte le vasche di trattamento 3 dell’impianto, seguendo una sequenza ed una tempistica prestabilita, così da eliminare progressivamente le impurità o residui di lavorazioni precedenti e poi eseguire il trattamento superficiale di fosfatazione richiesto sul corpo a tazza 2.
Più in dettaglio, l’apparato di movimentazione dei semilavorati 5 comprende una serie di intelaiature portapezzi 6 indipendenti, ciascuna delle quali à ̈ strutturata per sostenere un numero prestabilito di corpi a tazza 2 in posizione rovesciata; e mezzi di movimentazione 7 in grado di agganciare e spostare almeno una intelaiatura portapezzi 6 alla volta, da una vasca di trattamento 3 all’altra, in modo tale da depositare le singole intelaiature porta-pezzi 6 ed i corpi a tazza 2 portati dalle medesime, in successione, sul fondo di tutte le vasche di trattamento 3 dell’impianto seguendo una sequenza ed una tempistica prestabilite. Sequenza e tempistica che, ovviamente, dipendono dal trattamento superficiale di fosfatazione che si vuole realizzare.
Con riferimento alla figura 1, diversamente dagli impianti di fosfatazione attualmente conosciuti, le vasche di trattamento 3 sono dotate, sul proprio fondo, di una serie di incastellature di supporto 8, ciascuna delle quali à ̈ strutturata in modo tale da poter ricevere in appoggio una qualsiasi intelaiatura porta-pezzi 6, ed à ̈ inoltre provvista di una bocca di alimentazione 8a del liquido di lavaggio, attraverso la quale un flusso preferibilmente, ma non necessariamente, costante di liquido di lavaggio 4 viene immesso nella vasca di trattamento 3.
Più in dettaglio, ciascuna bocca di alimentazione 8a à ̈ collegata, tramite apposite tubazioni di raccordo, alla mandata di una pompa di circolazione 9 preferibilmente, ma non necessariamente, del tipo ad azionamento elettrico, che, a sua volta, ha l’aspirazione collegata direttamente alla stessa vasca di trattamento 3. In altre parole, ciascuna vasca di trattamento 3 à ̈ provvista di un circuito di ricircolo del liquido di lavaggio, che à ̈ in grado di convogliare, verso le bocche di alimentazione 8a presenti sul fondo della stessa vasca di trattamento 3, un flusso preferibilmente, ma non necessariamente, costante di liquido di lavaggio 4, prelevando il suddetto liquido dalla medesima vasca di trattamento 3. Il circuito di ricircolo del liquido di lavaggio à ̈ ovviamente formato dalla pompa di circolazione 9 e delle relative tubazioni di raccordo.
Con riferimento alle figure 1 e 2, ciascuna intelaiatura porta-pezzi 6 comprende invece una base o piattaforma di appoggio 10 inferiore, che à ̈ strutturata in modo tale da potersi innestare su una qualsiasi delle incastellature di supporto 8 presenti sul fondo delle vasche di trattamento 3 dell’impianto; ed un montante verticale 11 preferibilmente, ma non necessariamente, a forma di asta o stelo 11 rettilineo che si prolunga a sbalzo dalla piattaforma di appoggio 10 verso l’alto, ed à ̈ strutturato in modo tale che, in qualsiasi vasca di trattamento 3 dell’impianto, l’estremità superiore del montante verticale 11 emerga stabilmente dal liquido di lavaggio 4 contenuto nella vasca di trattamento 3, quando la corrispondente piattaforma di appoggio 10 à ̈ innestata su una qualsiasi delle incastellature di supporto 8 presenti sul fondo della suddetta vasca di trattamento 3.
Lo stelo 11 à ̈ inoltre provvisto di un condotto longitudinale 11a passante interno, ed à ̈ posizionato sulla piattaforma di appoggio 10 in modo tale che l’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a sia allineata alla bocca di alimentazione 8a dell’incastellatura di supporto 8 sui cui la piattaforma di appoggio 10 à ̈ momentaneamente innestata, in modo tale che il flusso di liquido di lavaggio 4 in uscita dalla bocca di alimentazione 8a dell’incastellatura di supporto 8 possa imboccare il condotto longitudinale 11a e risalire lungo lo stelo 11. Lo stelo 11 à ̈ infine strutturato in modo tale che l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a si affacci all’esterno del corpo dello stelo 11, al disopra del livello del liquido di lavaggio 4 contenuto nella vasca di trattamento 3, quando la corrispondete piattaforma di appoggio 10 à ̈ innestata sull’ incastellatura di supporto 8, sul fondo di una qualsiasi vasca di trattamento 3 dell’impianto.
Con riferimento alla figura 2, dallo stelo 11, inoltre, si prolungano a sbalzo una serie di bracci di supporto 12, ciascuno dei quali à ̈ incurvato verso l’alto in modo tale che un qualsiasi corpo a tazza 2 possano essere calzato, in posizione rovesciata, sulla sommità del suddetto braccio. Analogamente allo stelo 11, ciascun braccio di supporto 12 à ̈ provvisto di un condotto longitudinale 12a passante interno, ma in questo caso il condotto longitudinale 12a à ̈ atto a mettere la sommità o estremità libera del braccio di supporto 12 in comunicazione diretta con il condotto longitudinale 11a dello stelo 11.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la piattaforma di appoggio 10 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, costituita da un mozzo centrale 10a in materiale metallico dal quale si diramano radialmente quattro bracci di appoggio 10b al suolo, che sono angolarmente equi spaziati tra loro in modo tale da realizzare una struttura rigida cruciforme. Quando la piattaforma di appoggio 10 à ̈ innestata sulla incastellatura di supporto 8, il mozzo centrale 10a della piattaforma à ̈ disposto immediatamente al disopra alla bocca di alimentazione 8a della medesima incastellatura.
Lo stelo 11 à ̈ invece preferibilmente, ma non necessariamente, costituito da un cannotto tubolare 11 rettilineo ed a sezione circolare, realizzato in materiale metallico, che si estende coassiale ad un asse di riferimento verticale, ed à ̈ innestato in modo passante sul mozzo centrale 10a della piattaforma di appoggio 10, in modo tale che l’estremità inferiore del cannotto tubolare 11 sia direttamente affacciata alla bocca di alimentazione 8a della incastellatura di supporto 8 su cui la stessa piattaforma di appoggio 10 à ̈ innestata.
La lunghezza complessiva del cannotto tubolare 11 à ̈ invece tale da garantire che, in qualsiasi vasca di trattamento 3 dell’impianto, l’estremità superiore del cannotto emerga stabilmente al disopra del liquido di lavaggio 4 contenuto nella vasca di trattamento 3, quando la corrispondente piattaforma di appoggio 10 à ̈ innestata su una qualsiasi delle incastellature di supporto 8 presenti sul fondo della vasca di trattamento 3.
Ciascun braccio di supporto 12 à ̈ invece costituito da un tubo rigido 12 in materiale metallico ed a sezione preferibilmente, ma non necessariamente, circolare, che à ̈ ripiegato sostanzialmente ad L, à ̈ fissato rigidamente al cannotto tubolare 11 in corrispondenza di una prima estremità, ed à ̈ orientato in modo tale che la seconda estremità sia rivolta verso l’alto.
Ovviamente il condotto longitudinale 12a di ciascun tubo 12 à ̈ in comunicazione diretta con il condotto longitudinale 11a dello stelo 11, e l’insieme dei bracci di supporto 12 forma con lo stelo 11 una struttura metallica rigida a forma sostanzialmente di candelabro.
Con riferimento alla figura 2, ciascuna intelaiatura porta-pezzi 6 à ̈ inoltre provvista di un regolatore di flusso 13 che à ̈ in grado di chiudere sostanzialmente a tenuta di fluido a scelta, ed alternativamente, l’estremità superiore o l’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11,
- in modo tale da consentire all’aria che si accumula sul fondo dei corpi a tazza 2 calzati, in posizione rovesciata, sui vari bracci di supporto 12, di defluire liberamente lungo il condotto longitudinale 11a dello stelo 11 e lungo i condotti longitudinali 12a dei vari bracci di supporto 12, e poi fuoriuscire all’esterno dell’intelaiatura porta-pezzi 6 attraverso l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11; oppure
- in modo tale da consentire al liquido di lavaggio 4 che fuoriesce dalla bocca di alimentazione 8a, di risalire liberamente lungo il condotto longitudinale 11a dello stelo 11 e lungo i condotti longitudinali 12a dei vari bracci di supporto 12, fino a raggiungere l’estremità superiore dei singoli bracci di supporto 12, da dove può lambire completamente il fondo del corpi a tazza 2 eventualmente calzati sui vari bracci di supporto 12.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il regolatore di flusso 13 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, costituito
da un primo corpo otturatore, di seguito indicato con il numero 14, che à ̈ posizionato in corrispondenza dell’estremità inferiore del cannotto tubolare 11, ed à ̈ mobile parallelamente all’asse longitudinale del cannotto – ossia in direzione verticale - tra una posizione di chiusura in cui il corpo otturatore 14 impedisce l’ingresso del liquido di lavaggio 4 all’interno dell’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a, ed una posizione di apertura in cui il corpo otturatore 14 permette l’ingresso del liquido di lavaggio 4 all’interno dell’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a; da un secondo corpo otturatore, di seguito indicato con il numero 15, che à ̈ posizionato in corrispondenza dell’ estremità superiore del cannotto tubolare 11, ed à ̈ mobile parallelamente all’asse longitudinale del cannotto – ossia in direzione verticale - tra una posizione di chiusura in cui il corpo otturatore 15 impedisce la fuoriuscita dell’aria attraverso l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a, ed una posizione di apertura in cui il corpo otturatore 15 permette la libera fuoriuscita dell’aria attraverso l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a; ed infine
da un’asta di collegamento 16 che à ̈ inserita in modo assialmente scorrevole all’interno del cannotto tubolare 11, ed ha le due estremità fissate rigidamente ai corpi otturatori 14 e 15, in modo tale da sincronizzare lo spostamento dei corpi otturatori 14 e 15.
Più in dettaglio, l’asta di collegamento 16 si estende coassiale all’asse longitudinale del cannotto tubolare 11, ed ha la funzione di sincronizzare lo spostamento dei corpi otturatori 14 e 15, in modo tale che la traslazione del corpo otturatore 14 dalla posizione di chiusura alla posizione di apertura, implichi la traslazione del corpo otturatore 15 dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura; e che la traslazione del corpo otturatore 14 dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura, implichi la traslazione del corpo otturatore 15 dalla posizione di chiusura alla posizione di apertura.
Con riferimento alle figure 3 e 5, in particolare, la parete laterale del cannotto tubolare 11 presenta, in corrispondenza dell’estremità superiore del cannotto, una serie di aperture passanti 11b in grado di permettere la fuoriuscita dell’aria presente nel condotto longitudinale 11a dello stelo e nei i condotti longitudinali 12a dei vari bracci, ed il corpo otturatore 15 à ̈ costituito da un pistone cilindrico 15 che à ̈ inserito in modo assialmente scorrevole all’interno dell’estremità superiore del cannotto tubolare 11, in modo tale da poter, a scelta, ostruire a tenuta di fluido (vedi figura 5) o non ostruire le aperture passanti 11b cosi da impedire o permettere la libera fuoriuscita dell’aria presente nel condotto longitudinale 11a dello stelo e nei i condotti longitudinali 12a dei vari bracci.
Con riferimento alle figure 4 e 6, il corpo otturatore 14 à ̈ invece costituito da un corpo sferico 14 di diametro superiore al diametro interno del cannotto tubolare 11, che à ̈ posizionato all’esterno del cannotto tubolare 11, immediatamente al disotto dell’estremità inferiore di quest’ultimo, ed à ̈ mobile assialmente da e verso una posizione operativa (vedi figura 4) in cui il corpo sferico 14 si pianta sull’estremità inferiore del cannotto tubolare 11, ostruendo a tenuta di fluido l’accesso al condotto longitudinale 11a dello stelo.
Per quanto riguarda invece l’asta di collegamento 16, la sua lunghezza à ̈ tale da impedire che i corpi otturatori 14 e 15, ossia il corpo sferico 14 ed il pistone cilindrico 15, si trovino entrambi contemporaneamente nella posizione di apertura, o nella posizione di chiusura.
Con riferimento alle figure 2, 4 e 6, ciascuna intelaiatura porta-pezzi 6 à ̈ infine preferibilmente, ma non necessariamente, provvista anche di un manicotto 17 di collegamento di tipo estensibile o a soffietto, che à ̈ fissato sullo stelo 11 in corrispondenza dell’ estremità inferiore del condotto longitudinale 11a, e si prolunga a sbalzo dallo stelo 11 verso il basso, in modo tale da potersi accoppiare alla bocca di alimentazione 8a della incastellatura di supporto 8 sui cui la piattaforma di appoggio 10 della stessa intelaiatura à ̈ momentaneamente innestata. Il manicotto 17 ha la funzione di convogliare tutto il liquido di lavaggio 4 in uscita dalla bocca di alimentazione 8a dell’incastellatura di supporto 8, direttamente verso l’ingresso o estremità inferiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il manicotto 17 à ̈ fissato sull’estremità inferiore del cannotto tubolare 11, e si prolunga a sbalzo verso il basso, parallelamente all’asse longitudinale del cannotto, ed il corpo sferico 14 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, inserito in modo assialmente scorrevole all’interno del manicotto 17.
Con riferimento alla figura 1, nell’esempio illustrato, i mezzi di movimentazione 7 delle intelaiature porta-pezzi 6 sono invece preferibilmente, ma non necessariamente, costituiti da un organo mobile di aggancio 18 che à ̈ strutturato in modo tale da poter, a comando, agganciare e trattenere simultaneamente l’estremità superiore di una pluralità di intelaiature porta-pezzi 6; e da un carroponte o altra macchina per il sollevamento e lo spostamento di carichi (non illustrato/a) che supporta l’organo mobile di aggancio 18, ed à ̈ in grado di spostarsi orizzontalmente al disopra di tutte le vasche di trattamento 3 dell’impianto. Il carroponte o altra macchina per il sollevamento e lo spostamento di carichi (non illustrato/a) à ̈ in grado inoltre di spostare verticalmente l’organo mobile di aggancio 18, in modo tale da poter sollevare o abbassare contemporaneamente tutte le intelaiature porta-pezzi 6 temporaneamente solidali all’organo mobile di aggancio 18.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo mobile di aggancio 18 comprende un longherone 19 orizzontale fissato al carroponte con possibilità di traslazione in direzione verticale, ed una serie di teste di aggancio 20 (tre nell’esempio illustrato), ciascuna delle quali à ̈ strutturata in modo tale da poter agganciare e trattenere in modo stabile, ma facilmente rilasciabile, l’estremità superiore dello stelo 11 di una qualsiasi intelaiatura porta-pezzi 6. Ciascuna testa di aggancio 20 à ̈ inoltre provvista di un rispettivo attuatore 21 che, a comando, à ̈ in grado di azionare il regolatore di flusso 13 dell’intelaiatura porta-pezzi 6 momentaneamente solidale alla testa di aggancio 20, in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente, chiudere a tenuta di fluido l’estremità superiore o l’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11.
Nell’esempio illustrato, in particolare, ciascuna testa di aggancio 20 à ̈ strutturata per poter agganciare una piastra rettangolare 20a fissata rigidamente sulla sommità del cannotto tubolare 11, ed à ̈ provvista di un attuatore lineare 21 a comando elettrico, idraulico o pneumatico che si dispone al disopra del cannotto tubolare 11 dell’intelaiatura porta-pezzi 6 momentaneamente agganciata alla testa di aggancio 20, ed à ̈ strutturato in modo tale che il suo stelo mobile 21a possa agganciare e poi spostare parallelamente all’asse longitudinale del cannotto tubolare 11 – ossia in direzione verticale -, il gruppo otturatori composto dai due corpi otturatore 14 e 15.
Più in dettaglio, lo stelo mobile 21a dell’attuatore lineare 21 à ̈ strutturato in modo tale da poter agganciare in modo stabile, ma facilmente rilasciabile, la testa di un perno 22 superiore che si estende coassiale all’asse longitudinale del cannotto tubolare 11, à ̈ inserito in modo assialmente scorrevole nella piastra rettangolare 20a, ed ha l’estremità inferiore fissata in modo rigido sul pistone cilindrico 15, in modo tale che uno spostamento assiale del perno 22 si traduca in uno spostamento assiale del gruppo otturatori composto dai due corpi otturatore 14 e 15.
Il funzionamento generale dell’impianto 1 per il trattamento superficiale dei corpi a tazza 2 à ̈ facilmente desumibile da quanto sopra scritto, e non necessita di ulteriori spiegazioni.
Per quanto riguarda invece le intelaiature porta-pezzi 6, mentre l’intelaiatura porta-pezzi 6 viene calata lentamente all’interno della vasca di trattazione 3, per essere innestata su una qualsiasi delle incastellature di supporto 8 presenti sul fondo della stessa vasca di trattazione 3, l’attuatore lineare 21 della testa di aggancio 20 che sostiene l’intelaiatura porta-pezzi 6, dispone il regolatore di flusso 13 in una prima configurazione operativa in cui l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11 à ̈ in comunicazione diretta con l’esterno, mentre l’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11 à ̈ chiusa sostanzialmente a tenuta di fluido.
In questa prima configurazione, quindi, il regolatore di flusso 13 consente all’aria che si accumula sul fondo dei corpi a tazza 2 calzati, in posizione rovesciata, sui vari bracci di supporto 12, di defluire liberamente lungo i condotti longitudinali 12a dei vari bracci di supporto 12 e poi lungo il condotto longitudinale 11a dello stelo 11, fino a raggiungere l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11, da dove l’aria sfiata all’esterno dell’intelaiatura porta-pezzi 6.
Quando la piattaforma di appoggio 10 dell’intelaiatura porta-pezzi 6 si appoggia sull’incastellatura di supporto 8 presente sul fondo della vasca di trattazione 3, il manicotto 17, se presente, si accoppia alla bocca di alimentazione 8a della sottostante incastellatura di supporto 8, collegando la bocca di alimentazione 8a del liquido di lavaggio con l’ingresso del condotto longitudinale 11a dello stelo 11.
Completato l’innesto della piattaforma di appoggio 10 dell’intelaiatura porta-pezzi 6 sull’incastellatura di supporto 8 presente sul fondo della vasca di trattazione 3 e lo scarico dell’aria intrappolata nei corpi a tazza 2, l’attuatore lineare 21 della testa di aggancio 20 che trattiene ancora l’intelaiatura porta-pezzi 6, dispone il regolatore di flusso 13 dell’intelaiatura in una seconda configurazione operativa in cui l’estremità superiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11 à ̈ chiusa a tenuta di fluido, mentre l’estremità inferiore del condotto longitudinale 11a dello stelo 11 à ̈ aperta in modo tale da permettere il passaggio del liquido di lavaggio 4.
In questa seconda configurazione, quindi, il regolatore di flusso 13 consente quindi al liquido di lavaggio 4 che fuoriesce dalla bocca di alimentazione 8a, di risalire liberamente lungo il condotto longitudinale 11a dello stelo 11 e lungo i condotti longitudinali 12a dei vari bracci di supporto 12, fino a raggiungere l’estremità superiore dei singoli bracci di supporto 12, da dove può lambire completamente il fondo del corpi a tazza 2 eventualmente calzati sugli stessi bracci di supporto 12. Il getto di liquido di lavaggio che fuoriesce dall’estremità libera di ciascun braccio di supporto 12, à ̈ in grado infatti di spostare qualunque sacca d’aria che dovesse comunque rimanere intrappolata sul fondo del corpo a tazza 2 calzato in posizione rovesciata sul braccio di supporto 12.
I vantaggi derivati dall’impiego delle intelaiature porta-pezzi 6 sono notevoli. In primo luogo, la particolare struttura delle intelaiature porta-pezzi 6 permette al liquido di lavaggio 4 contenuto nella vasca di trattamento 3 di lambire completamente il fondo di tutti i corpi a tazza 2 posizionati sull’intelaiatura porta-pezzi 6, garantendo la fosfatazione di tutta la superficie del corpo a tazza 2.
Inoltre, la particolare struttura delle intelaiature porta-pezzi 6 permette all’aria che rimane intrappolata sul fondo dei corpi a tazza 2 calzati in posizione rovesciata sui bracci di supporto 12 dell’intelaiature porta-pezzi 6, di fuoriuscire rapidamente durante la discesa dell’intelaiatura porta-pezzi 6 verso il fondo della vasca di trattazione 3, permettendo uno svolgimento più omogeneo del trattamento superficiale di fosfatazione su tutta la superficie dei corpi a tazza 2. La possibilità di sfiatare l’aria durante la discesa sul fondo della vasca di trattamento 3, permette inoltre di ridurre leggermente i tempi di permanenza dei corpi a tazza 2 in ciascuna vasca di trattamento 3 dell’impianto, migliorando la produttività dell’impianto 1 per il trattamento superficiale dei corpi a tazza 2.
Risulta infine chiaro che all’impianto 1 per il trattamento superficiale di corpi a tazza, sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, in una diversa forma di realizzazione, le teste di aggancio 20 possono essere strutturate per agganciare e trattenere la testa del perno 22 posto sulla sommità dello stelo 11 dell’intelaiatura porta-pezzi 6. In questo caso, à ̈ il peso proprio del cannotto tubolare 11 e della piattaforma di appoggio 10 che, durante l’innesto ed il disinnesto dell’intelaiatura porta-pezzi 6 sull’incastellatura di supporto 8, costringe il cannotto tubolare 11 a scorrere rispetto al gruppo otturatori formato dai due corpi otturatore 14 e 15, dall’asta di collegamento 16 e dal perno 22 superiore.
In altre parole, in questa forma di realizzazione, la testa di aggancio 20 à ̈ priva dell’attuatore 21 perché il regolatore di flusso 13 rimane nella prima configurazione operativa fin tanto che l’intelaiatura porta-pezzi 6 rimane appesa alla testa di aggancio 20, con la piattaforma di appoggio 10 sollevata dall’incastellatura di supporto 8, o da qualsiasi altro piano di appoggio; e si sposta nella seconda configurazione operativa quando la piattaforma di appoggio 10 si appoggia completamente sull’incastellatura di supporto 8, o su di un qualsiasi altro piano di appoggio.
Ovviamente, in una variante realizzativa non illustrata, l’organo mobile di aggancio 18 può essere à ̈ strutturato in modo tale da poter, a comando, agganciare e trattenere l’estremità superiore di una sola intelaiatura porta-pezzi 6 alla volta.
Ed ancora, in un’altra variante realizzativa non illustrata, il montante verticale 11 può avere una struttura a traliccio, sempre provvista di condotto longitudinale 11a per la distribuzione del liquido di lavaggio 4 ai bracci di supporto 12.

Claims (13)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Impianto (1) per il trattamento superficiale di corpi a tazza (2) comprendente almeno una vasca di trattamento (3) riempita con un liquido di lavaggio (4), e mezzi di movimentazione dei semilavorati (5) strutturati in modo tale da depositare e rimuovere i corpi a tazza (2) da detta vasca di trattamento (3); i mezzi di movimentazione dei semilavorati (5) comprendendo una serie di intelaiature porta-pezzi (6) indipendenti, ciascuna delle quali à ̈ strutturata per sostenere una pluralità di corpi a tazza (2) in posizione rovesciata, e mezzi di movimentazione delle intelaiature porta-pezzi (7) i quali sono in grado di agganciare e spostare dentro e fuori la detta vasca di trattamento (3) almeno una intelaiatura porta-pezzi (6) alla volta; l’impianto (1) essendo caratterizzato dal fatto che la detta almeno una vasca di trattamento (3) presenta internamente almeno una incastellatura di supporto (8) che à ̈ strutturata in modo tale da ricevere in appoggio una intelaiatura porta-pezzi (6), ed à ̈ provvista di una bocca di alimentazione (8a) del liquido di lavaggio attraverso la quale il liquido di lavaggio (4) entra nella detta vasca di trattamento (3); ciascuna intelaiatura porta-pezzi (6) comprendendo invece una piattaforma di appoggio (10) inferiore che à ̈ strutturata in modo tale da potersi innestare su detta incastellatura di supporto (8), ed un montante verticale (11) che si prolunga a sbalzo dalla piattaforma di appoggio (10) verso l’alto, ed à ̈ provvisto internamente di un condotto longitudinale (11a) che risulta avere l’estremità inferiore allineata alla bocca di alimentazione (8a) del liquido di lavaggio quando la piattaforma di appoggio (10) à ̈ innestata su detta incastellatura di supporto (8), in modo tale che il liquido di lavaggio (4) in uscita dalla bocca di alimentazione (8a) possa imboccare il condotto longitudinale (11a) e risalire lungo il montante verticale (11); il montante verticale (11) essendo inoltre provvisto di una serie di bracci di supporto (12) sporgenti, ciascuno dei quali à ̈ sagomato in modo tale che un qualsiasi corpo a tazza (2) possano essere calzato, in posizione rovesciata, sull’estremità libera di detto braccio, ed à ̈ provvisto di un condotto longitudinale (12a) passante atto a mettere l’estremità libera del braccio di supporto (12) in comunicazione diretta con il condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11).
  2. 2. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il montante verticale (11) à ̈ strutturato in modo tale che la sua estremità superiore emerga dal liquido di lavaggio (4) contenuto nella vasca di trattamento (3), quando la piattaforma di appoggio (10) à ̈ innestata sulla incastellatura di supporto (8) presente sul fondo della vasca di trattamento (3); ed in modo tale che l’estremità superiore del suo condotto longitudinale (11a) sia disposta al disopra del livello del liquido di lavaggio (4) contenuto nella vasca di trattamento (3), quando la piattaforma di appoggio (10) à ̈ innestata sull’incastellatura di supporto (8).
  3. 3. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che ciascuna intelaiatura porta-pezzi (6) comprende anche mezzi di regolazione del flusso (13) i quali sono in grado di chiudere sostanzialmente a tenuta di fluido, a scelta ed alternativamente, l’estremità superiore o l’estremità inferiore del condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11), in modo tale da consentire all’aria che si accumula sul fondo dei corpi a tazza (2) calzati, in posizione rovesciata, sui vari bracci di supporto (12), di defluire liberamente lungo i condotti longitudinali (12a) dei vari bracci di supporto (12)e lungo il condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11), e poi fuoriuscire all’esterno dell’intelaiatura porta-pezzi (6) attraverso l’estremità superiore del condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11); oppure in modo tale da consentire al liquido di lavaggio (4) che fuoriesce dalla bocca di alimentazione (8a), di risalire liberamente lungo il condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11) e lungo i condotti longitudinali (12a) dei vari bracci di supporto (12), fino a raggiungere l’estremità libera di ciascun braccio di supporto (12).
  4. 4. Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di regolazione del flusso (13) comprendono: - un primo corpo otturatore (14) che à ̈ posizionato in corrispondenza dell’estremità inferiore del condotto longitudinale (11a) del montante, ed à ̈ mobile tra una posizione di chiusura in cui il primo corpo otturatore (14) impedisce l’ingresso del liquido di lavaggio (4) all’interno dell’estremità inferiore del condotto longitudinale (11a), ed una posizione di apertura in cui il primo corpo otturatore (14) permette l’ingresso del liquido di lavaggio (4) all’interno del condotto longitudinale (11a); - un secondo corpo otturatore (15) che à ̈ posizionato in corrispondenza dell’estremità superiore del condotto longitudinale (11a) dell’elemento portante, ed à ̈ mobile tra una posizione di chiusura in cui il secondo corpo otturatore (15) impedisce la fuoriuscita dell’aria attraverso l’estremità superiore del condotto longitu-dinale (11a), ed una posizione di apertura in cui il secondo corpo otturatore (15) permette la libera fuoriuscita dell’aria attraverso l’estremità superiore del condotto longitudinale (11a); ed - un organo di accoppiamento (16) il quale à ̈ atto a sincronizzare lo spostamento dei due corpi otturatori (14, 15), in modo tale che la traslazione del primo corpo otturatore (14) dalla posizione di chiusura alla posizione di apertura, implichi la traslazione del secondo corpo otturatore (15) dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura; e che la traslazione del primo corpo otturatore (14) dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura, implichi la traslazione del corpo otturatore (15) dalla posizione di chiusura alla posizione di apertura.
  5. 5. Impianto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che il montante verticale (11) à ̈ un cannotto tubolare (11) rettilineo disposto verticalmente; che il primo (14) ed il secondo corpo otturatore (15) sono mobili parallelamente all’asse longitudinale del cannotto tubolare (11); e che l’organo di accoppiamento (16) à ̈ un’asta di collegamento (16) che à ̈ inserita in modo assialmente scorrevole all’interno del cannotto tubolare (11), ed ha le due estremità fissate rigidamente ai due corpi otturatori (14, 15).
  6. 6. Impianto secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il primo corpo otturatore (14) comprende un corpo sferico (14) di diametro superiore al diametro interno del cannotto tubolare (11), che à ̈ posizionato all’esterno del cannotto tubolare (11), immediatamente al disotto dell’estremità inferiore di quest’ultimo, ed à ̈ mobile da e verso una posizione operativa in cui il corpo sferico (14) si pianta sull’estremità inferiore del cannotto tubolare (11), ostruendo a tenuta di fluido l’accesso al condotto longitudinale (11a) dell’elemento portante; e che il secondo corpo otturatore (15) comprende un pistone (15) che à ̈ inserito in modo assialmente scorrevole all’interno dell’estremità superiore del cannotto tubolare (11), in modo tale da poter, a scelta, ostruire o non ostruire a tenuta di fluido una serie di aperture passanti (11b) ricavate sulla parete laterale del cannotto tubolare (11).
  7. 7. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ciascuna intelaiatura porta-pezzi (6) comprende anche un manicotto (17) di collegamento che à ̈ fissato sul montante verticale (11) in corrispondenza dell’estremità inferiore del suo condotto longitudinale (11a), e si prolunga a sbalzo dal montante verticale (11) verso il basso in modo tale da potersi innestare sulla bocca di alimentazione (8a) della incastellatura di supporto (8), per convogliare il liquido di lavaggio (4) in uscita dalla bocca di alimentazione (8a) direttamente verso l’ingresso del condotto longitudinale (11a) del montante verticale (11).
  8. 8. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i mezzi di movimentazione delle intelaiature porta-pezzi (7) comprendono un organo mobile di aggancio (18) che à ̈ strutturato in modo tale da poter, a comando, agganciare e trattenere l’estremità superiore di una o più intelaiature porta-pezzi (6) indipendenti, ed uno macchina per il sollevamento e lo spostamento di carichi che supporta l’organo mobile di aggancio (18), ed à ̈ in grado di spostarsi orizzontalmente al disopra della vasca di trattamento (3); detta macchina per il sollevamento e lo spostamento di carichi essendo in grado di spostare verticalmente l’organo mobile di aggancio (18), in modo tale da poter sollevare o abbassare la o le intelaiature porta-pezzi (6) temporaneamente solidali all’organo mobile di aggancio (18).
  9. 9. Impianto secondo le rivendicazioni 3 e 8, caratterizzato dal fatto che l’organo mobile di aggancio (18) comprende anche attuatore (21) che, a comando, à ̈ in grado di azionare il regolatore di flusso (13) dell’intelaiatura porta-pezzi (6) momentaneamente solidale all’organo mobile di aggancio (18), in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente, chiudere a tenuta di fluido l’estremità superiore o l’estremità inferiore del condotto longitudi-nale (11a) del montante verticale (11) di detta intelaiatura porta-pezzi (6).
  10. 10. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta vasca di trattamento (3) presenta sul fondo una pluralità di incastellature di supporto (8), ciascuna delle quali à ̈ strutturata per ricevere in appoggio una intelaiatura porta-pezzi (6), ed à ̈ provvista di una rispettiva bocca di alimentazione (8a) del liquido di lavaggio attraverso la quale il liquido di lavaggio (4) entra nella vasca di trattamento (3).
  11. 11. Impianto secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detta vasca di trattamento (3) comprende anche un circuito di ricircolo (9) del liquido di lavaggio, che à ̈ in grado di convogliare verso le bocche di alimentazione 8a delle varie incastellature di supporto (8) presenti sul fondo della vasca, del liquido di lavaggio (4) proveniente dalla medesima vasca di trattamento (3).
  12. 12. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di vasche di trattamento (3) riempite con rispettivi liquidi di lavaggio (4), ed i mezzi di movimentazione delle intelaiature porta-pezzi (7) sono strutturati in modo tale da poter agganciare e spostare almeno una intelaiatura porta-pezzi (6) alla volta, da una vasca di trattamento (3) all’altra, in modo tale da depositare le varie intelaiature porta-pezzi (6) ed i corpi a tazza (2) calzati dalle medesime, in successione, all’interno di tutte le vasche di trattamento (3) dell’impianto.
  13. 13. Impianto secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto di essere un impianto per la fosfatazione di corpi a tazza (2) in materiale metallico.
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