ITTO20070598A1 - Dispositivo dispensatore, particolarmente per apparati domestici - Google Patents

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ITTO20070598A1
ITTO20070598A1 IT000598A ITTO20070598A ITTO20070598A1 IT TO20070598 A1 ITTO20070598 A1 IT TO20070598A1 IT 000598 A IT000598 A IT 000598A IT TO20070598 A ITTO20070598 A IT TO20070598A IT TO20070598 A1 ITTO20070598 A1 IT TO20070598A1
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Italy
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dispenser
substance
dispensing
excitation
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IT000598A
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Costanzo Gadini
Renato Gaj
Chris Efstathios Housmekerides
Marco Moro
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Eltek Spa
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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
"DISPOSITIVO DISPENSATORE, PARTICOLARMENTE PER APPARATI DOMESTICI”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ai dispositivi dispensatori predisposti per contenere ed erogare una pluralità di dosi di almeno una sostanza o prodotto. L’invenzione trova una applicazione preferita nel campo dei dispensatori a lunga autonomia per macchine di lavaggio domestiche, ossia dispensatori predisposti per ritenere ed erogare una quantità di un agente di lavaggio sufficiente per l’effettuazione di più cicli di funzionamento della relativa macchina di lavaggio. L’invenzione trova comunque una vantaggiosa applicazione anche nel caso di apparati ad uso domestico diversi dalle macchine di lavaggio ed in apparati idraulici in genere, in cui si presenti la necessità di erogare in modo selettivo singole dosi di una quantità complessiva di una generica sostanza o prodotto.
Dispensatori di agenti di lavaggio a lunga autonomia di funzionamento sono noti, soprattutto nel settore delle macchine lavastoviglie. Nella maggior parte delle soluzioni note il dispensatore comprende un corpo montato a tenuta su una delle pareti delimitanti la vasca di lavaggio della macchina e definente un recipiente suscettibile di contenere una massa sfusa di un detersivo in polvere. Al corpo principale è associato un sistema di dosaggio ed erogazione, azionabile tramite mezzi attuatori elettrici comandati dal sistema di controllo della lavastoviglie; in alcune soluzioni il recipiente è configurato come parte asportabile del suddetto corpo, onde agevolare le operazioni di caricamento del detersivo.
Il recipiente è solitamente conformato a tramoggia, all’uscita del quale è operativo il suddetto sistema di dosaggio ed erogazione; quest’ultimo comprende tipicamente un organo rotante, definente uno o più ricettacoli aperti in direzione radiale; il movimento angolare del suddetto organo viene comandato per portare dapprima un ricettacolo in corrispondenza dell’uscita inferiore del recipiente a tramoggia, onde ricevere per gravità una quantità predefinita di detersivo; successivamente l’organo viene mosso ulteriormente, per portare il ricettacolo contenente la quantità dosata di detersivo in corrispondenza di una bocca di erogazione; il detersivo può quindi cadere verso l’interno della vasca di lavaggio, la sua asportazione essendo eventualmente migliorata tramite l’azione dei getti di liquido di lavaggio che fuoriescono da un irroratore rotante usualmente previsto all’interno della vasca della lavastoviglie. Esempi di tale tecnica nota sono descritti, ad esempio, in WO-A-8200482 e DE-A-4134786.
I dispositivi noti del tipo indicato - oltre ad essere generalmente ingombranti -sono soggetti a malfunzionamenti dovuti essenzialmente alle caratteristiche proprie dei detersivi in polvere; tali detersivi risentono negativamente dell’umidità che si sviluppa all’interno della lavastoviglie ad ogni ciclo di lavaggio, con conseguente formazione di grumi nel tempo; anche le vibrazioni di funzionamento della lavastoviglie, per quanto modeste, possono determinare fenomeni di stratificazione nella massa di detersivo in polvere, che hanno effetti negativi sulla qualità di lavaggio (in pratica, le vibrazioni fanno si che talune componenti del detersivo tendano ad accumularsi nella parte inferiore del recipiente a tramoggia, ed altre nella parte superiore).
Nel tentativo di ridurre tali inconvenienti sono stati proposti dispensatori dotati di generatori di aria compressa, predisposti per mantenere la massa di detersivo in polvere ed almeno parte del sistema di dosaggio ed erogazione costantemente soggetti ad una pressione pneumatica (si vedano ad esempio WO-A-93/18701 e GB-A-2296488). I dispositivi di questo tipo risultano ulteriormente complicati, ingombranti e costosi.
Da EP-A-1493375 è anche noto un dispensatore a lunga autonomia avente un corpo destinato al fissaggio ad una delle pareti che delimitano la vasca di lavaggio di una lavastoviglie, il quale corpo ha un recipiente stazionario, cavo e assialmente esteso, una sola porzione del quale è protetta da una copertura fissa. Il dispensatore ha un sistema di attuazione con una parte di comando, comprendente un attuatore controllato elettricamente, ed una parte comandata, che comprende un organo di dosaggio; tale organo è traslabile linearmente entro il recipiente stazionario ed è configurato in modo da suddividere l’interno del recipiente stesso in una pluralità di scomparti affiancati, per singole dosi di detersivo liquido o in polvere. Con l’organo di dosaggio nella porzione di recipiente che non è protetta dalla suddetta copertura l’utilizzatore può riempire i vari scomparti con il detersivo. In seguito, prima dell’erogazione della prima dose di detersivo, l’attuatore trascina l’organo di dosaggio nella porzione protetta del recipiente; ai fini delle successive erogazioni, l’attuatore provoca uno spostamento a passi dell’organo di dosaggio, in modo da portare in successione i vari scomparti all’esterno della porzione protetta, esponendoli nella vasca di lavaggio, nella quale il relativo contenuto può così cadere o fluire per gravità.
Tale soluzione risulta costruttivamente complicata e di scarsa affidabilità nel tempo, anche in vista della necessità di prevedere una pluralità di guarnizioni sull’organo di dosaggio mobile, che operano in tenuta sulla superficie del recipiente stazionario, e sono quindi soggette a deterioramento nel tempo ma non sono facilmente sostituibili . Il sistema di attuazione, sempre in presa, deve essere in grado di vincere gli attriti determinati dalla suddetta pluralità di guarnizioni sull’organo mobile. Il riempimento e la pulizia degli scomparti sono relativamente scomode da effettuare; eventuali incrostazioni nella zona protetta possono causare problemi di funzionamento del dispositivo, che non ha parti rimuovibili o sostituibili.
La presente invenzione si propone di realizzare un nuovo dispositivo dispensatore a lunga autonomia per sostanze o prodotti da erogare in dosi, di struttura semplice e relativamente compatta, di funzionamento preciso ed affidabile, di comodo impiego per un utilizzatore.
Questi ed altri scopi, che risulteranno chiari in seguito, sono raggiunti, secondo la presente invenzione, da un dispositivo dispensatore per un apparato utilizzatore domestico, preferibilmente un apparato idraulico o una macchina di lavaggio domestica, quale una lavastoviglie o una lavabiancheria, avente le caratteristiche indicate nelle rivendicazioni allegate. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo in relazione ad un settore di utilizzo preferenziale dell’invenzione stessa, in cui:
- la figura 1 è un vista schematica in prospettiva di una macchina di lavaggio dotata di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una prima forma di attuazione inventiva;
- le figure 2 e 3 sono, rispettivamente, una vista in prospettiva ed una vista in pianta del dispensatore della macchina di figura 1, con un rispettivo coperchio rimosso;
- la figura 4 è una vista in prospettiva del dispensatore della macchina di figura 1, in una condizione montata su una parete di una vasca di trattamento di una macchina di lavaggio;
- la figura 5 è una vista in prospettiva della parte inferiore di un corpo fisso del dispensatore della macchina di figura 1;
- la figura 6 è una vista in prospettiva di una porzione del corpo fisso di figura 4, con taluni componenti omessi;
- la figura 7 è una vista esplosa del dispensatore della macchina di figura 1; - la figura 8 è una prima vista in prospettiva di un recipiente, o serbatoio, o supporto mobile, o caricatore del dispensatore della macchina di figura 1;
- la figura 9 è un dettaglio di figura 8, in scala ingrandita;
- la figura 10 è una vista in prospettiva di un caricatore del dispensatore della macchina di figura 1, in accordo ad una possibile variante di realizzazione;
- la figura 11 è una vista esplosa di alcuni componenti di un sistema di movimentazione e/o trasmissione del dispensatore della macchina di figura 1;
- la figura 12 è una vista prospettica parzialmente sezionata del dispensatore della macchina di figura 1, senza un rispettivo coperchio ed in una condizione operativa;
- la figura 13 è una sezione schematica del dispensatore della macchina di figura 1, senza un rispettivo coperchio ed in una condizione inoperativa;
- la figura 14 è una sezione schematica, sostanzialmente ortogonale rispetto alla sezione di figura 13, ma con il dispensatore nella condizione operativa di figura 12;
- le figure 15 e 16 sono due viste parziali e schematiche, in pianta, di una disposizione a camma e segui-camma facente parte di un cinematismo bistabile (parzialmente visibile anche in figura 6) che equipaggia il dispensatore della macchina di figura 1;
- le figure 17 e 18 sono due viste in prospettiva di alcuni componenti del dispensatore della macchina di figura 1, rispettivamente in una condizione inoperativa ed una condizione operativa;
- la figura 19 è una rappresentazione schematica del principio di funzionamento di un sistema di trasmissione del dispensatore della macchina di figura 1;
- la figura 20 è una vista esplosa di un dispensatore realizzato in accordo ad una seconda forma di attuazione inventiva;
- le figure 21-23 sono viste in prospettiva di alcuni componenti di un sistema di trasmissione del dispensatore di figura 20;
- le figure 24-26 sono viste in prospettiva, parzialmente sezionate, del dispensatore di figura 20, senza un rispettivo coperchio, in tre diverse condizioni;
- le figure 27 e 28 sono due viste schematiche in prospettiva di una macchina di lavaggio dotata di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una terza forma di attuazione inventiva;
- la figura 29 è una vista in prospettiva del dispensatore della macchina di figura 27 o 28;
- la figura 30 è una vista schematica in prospettiva di una macchina di lavaggio dotata di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una quarta forma di attuazione inventiva;
- la figura 31 è una vista esplosa del dispensatore della macchina di figura 30; - la figura 32 è una vista esplosa di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una quinta forma di attuazione inventiva;
- la figura 33 è una vista in prospettiva di un componente di un sistema di trasmissione del dispensatore di figura 32;
- la figura 34 è un dettaglio di un caricatore del dispensatore di figura 32, in maggior scala;
- la figura 35 è una vista in prospettiva di una possibile variante di caricatore per un dispensatore secondo l’invenzione;
- le figure 36 e 37 sono due viste in prospettiva di un componente di un sistema di trasmissione in accordo ad una possibile variante del dispensatore secondo l’invenzione;
- le figure 38 e 39 sono due viste in prospettiva di un componente di un sistema di trasmissione in accordo ad un’altra possibile variante del dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 40 è una vista in prospettiva di un caricatore utilizzabile in abbinamento al componente delle figure 38-39;
- la figura 41 è una vista in prospettiva di un organo di trasmissione e di un relativo sistema di rilevazione in accordo ad una ulteriore possibile variante del dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 42 è una vista in prospettiva di un caricatore e di un relativo sistema di rilevazione in accordo ad una ulteriore possibile variante del dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 43 è una vista esplosa di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una sesta forma di attuazione inventiva;
- la figura 44 è una vista in prospettiva del dispensatore di figura 43, con un rispettivo corpo mobile in posizione chiusa;
- la figura 45 è una vista frontale del dispensatore di figura 43, con un rispettivo corpo mobile in posizione aperta ed un rispettivo caricatore modificato;
- la figura 46 è una vista in prospettiva di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una settima forma di attuazione inventiva;
- la figura 47 è una vista in prospettiva di un corpo mobile e di un caricatore del dispensatore di figura 46;
- la figura 48 è una ulteriore vista in prospettiva del corpo mobile di figura 47; - la figura 49 è una vista in prospettiva di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una ottava forma di attuazione inventiva, con un rispettivo corpo mobile in posizione chiusa;
- la figura 50 è una vista in prospettiva, parzialmente esplosa, del dispensatore di figura 49, con il suddetto corpo mobile in posizione aperta;
- la figura 51 è una vista in sezione, in maggior scala, del dispensatore di figura 49;
- la figura 52 è una vista in prospettiva di una ulteriore possibile variante di caricatore per un dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 53 è una vista in prospettiva di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una nona forma di attuazione inventiva, con un rispettivo corpo mobile in posizione chiusa;
- la figura 54 è una vista in prospettiva del dispensatore di figura 53, con il suddetto corpo mobile in posizione aperta;
- la figura 55 è una vista in esploso parziale del dispensatore delle figure 53-54; - la figura 56 è una vista in prospettiva di un corpo fisso di un dispensatore secondo la suddetta nona forma di attuazione, in una sua possibile variante;
- la figura 57 è una vista in esploso parziale e schematica di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una decima forma di attuazione inventiva;
- le figure 58 e 59 sono viste prospettiche schematiche, parzialmente sezionate, del dispensatore di figura 57;
- la figura 60 è una sezione trasversale di una variante del dispensatore delle figure 57-59;
- la figura 61 è un dettaglio in maggior scala di figura 60;
- le figure 62 e 63 sono viste prospettiche, da angolazioni diverse, di una prima confezione di tipo “blister” di dosi di agente di lavaggio, utilizzabile in abbinamento ad un caricatore di primo tipo di un dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 64 è una vista prospettica di una seconda confezione blister di dosi di sostanze di lavaggio, utilizzabile in abbinamento ad un caricatore di secondo tipo di un dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 65 è una vista prospettica di una terza confezione blister di dosi di sostanze di lavaggio, utilizzabile in abbinamento ad un supporto mobile di un dispensatore secondo l’invenzione;
- la figura 66 è una vista prospettica di una quarta confezione blister di dosi di sostanze di lavaggio, utilizzabile in abbinamento al suddetto supporto mobile.
- la figura 67 è una vista in esploso parziale e schematica di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una undicesima forma di attuazione inventiva;
- la figura 68 è una vista in prospettiva di una parte di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una dodicesima forma di attuazione inventiva;
- la figura 69 è una vista in prospettiva di un componente di un dispensatore di sostanze di lavaggio realizzato in accordo ad una tredicesima forma di attuazione inventiva;
- la figura 70 è una vista in prospettiva di una variante di caricatore per un dispensatore di sostanze di lavaggio secondo l’invenzione;
- la figura 71 è una rappresentazione schematica di una macchina per il trattamento di biancheria impiegante un dispensatore di sostanze di lavaggio secondo l’invenzione;
- la figura 72 è una rappresentazione schematica e semplificata di un caricatore utilizzabile in un dispensatore secondo l’invenzione e predisposto per cooperare con un sistema di rilevazione o trasduttore di tipo analogico;
- le figure 73 e 74 sono rappresentazioni schematiche e semplificate del principio di funzionamento di due sistemi di rilevazione o trasduttori di tipo analogico; e
- le figure 75 e 76 sono rappresentazioni schematiche e semplificate di un caricatore utilizzabile in un dispensatore secondo l’invenzione, in abbinamento ad un primo ed un secondo sistema di rilevazione o trasduttore di tipo analogico, rispettivamente;
- la figura 77 è uno schema a blocchi semplificato di una ulteriore soluzione inventiva.
Negli esempi che seguono, per praticità, un dispositivo dispensatore secondo l’invenzione è descritto con riferimento ad un sua applicazione preferita, ossia ai fini dell’erogazione di un detersivo, un additivo o altra sostanza in macchine di lavaggio; il termine “detersivo”, utilizzato occasionalmente nel seguito della presente descrizione, va comunque inteso come indicare una qualsiasi sostanza o prodotto suscettibile di essere dispensato tramite un dispositivo secondo l’invenzione.
In figura 1 è rappresentata in forma schematica una macchina lavastoviglie, indicata nel suo complesso con 1, avente una struttura fissa 2, o mobile, all’interno del quale è presente una vasca di lavaggio 3; al mobile 2 è associata una porta o sportello frontale 4 che, nel caso esemplificato, è di tipo ribaltabile, ossia incernierato nella sua regione inferiore al mobile 2, in modo da poter ruotare attorno ad un asse sostanzialmente orizzontale. All’interno della vasca 3 sono supportati in modo girevole organi irroratori, uno dei quali indicato con 5; tali irroratori, di concezione e funzionamento in sé noto, sono destinati ad essere alimentati con un liquido di lavaggio in pressione, al fine di dirigere una pluralità di getti 7 di tale liquido sulle stoviglie contenute in appositi cestelli della lavastoviglie, non rappresentati.
La vasca 3 comprende una parete superiore 3a alla quale è associato un dispensatore di agenti di lavaggio, indicato con 10, realizzato in accordo ad una prima forma di attuazione inventiva; come risulterà in seguito, in accordo ad alte possibili forme di attuazione, un dispensatore secondo l’invenzione può essere fissato ad una delle altre pareti delimitanti la vasca 3, ivi compresa la cosiddetta controporta o parete interna dello sportello 4.
Come visibile nelle figure 2 e 3 il dispensatore 10 comprende un corpo fisso 20 ed un corpo mobile 30, definenti tra loro un alloggiamento sostanzialmente chiuso per un recipiente, o serbatoio, o ricarica, o caricatore, indicato con 40 e destinato a contenere una quantità di almeno un agente di lavaggio sufficiente per l’esecuzione di una pluralità di cicli di lavaggio da parte della lavastoviglie 1.
Al corpo fisso 20 sono associati mezzi di attuazione elettrici, destinati ad essere collegati o interfacciati ad un rispettivo sistema di controllo, ai fini della gestione del loro funzionamento; nella prima forma di attuazione tali mezzi sono costituiti da un attuatore termoelettrico 50, di tipologia e funzionamento in sé noto, avente un albero 51 mobile linearmente. Il citato sistema di controllo è preferibilmente costituito dallo stesso sistema di controllo della macchina 1, ma in possibili implementazioni alternative il dispositivo secondo l’invenzione può essere dotato di un proprio circuito elettronico di controllo e/o rilevazione dedicato.
Al corpo 20 è associato un sistema di trasmissione 60, predisposto per trasferire una forza di attuazione generata in modo controllato tramite l’attuatore 50 al caricatore 40, onde causarne un movimento; come risulterà chiaro in seguito, tale movimento è previsto per rendere possibile l’erogazione di almeno una dose di una sostanza o un prodotto, quale un detersivo, contenuta nel caricatore 40, nel corso di un ciclo di lavaggio eseguito dalla macchina 1.
Sempre al corpo 20 sono associati mezzi sensori, destinati ad essere collegati o interfacciati al suddetto sistema o circuito di controllo. Secondo un aspetto di per sé inventivo, tali sensori sono predisposti per rilevare una o più condizioni di stato del dispositivo 10, o del caricatore 40; nel caso non limitativo esemplificato, tali mezzi sensori comprendono tre sensori ottici, indicati con 70a, 70b e 70c.
Il circuito elettronico di rilevazione e/o controllo e/o i mezzi sensori dei vari esempi, di seguito definiti anche solo circuito o sistema di controllo, possono essere almeno in parte alloggiati nel dispositivo 10 e comprendere componenti discreti e/o circuiti integrati o “chip”, quali circuiti digitali e/o di elaborazione, ad esempio del tipo a microcontrollore e/o ASIC e/o DSP e/o mezzi di memoria. Detti circuiti e mezzi sensori possono comprendere anche mezzi di telemetria, quale ad esempio almeno una antenna per trasmissione e/o ricezione di dati tramite radiofrequenza (RF), oppure altro sistema di scambio di informazioni senza contatto (wireless).
Secondo una soluzione di per sé inventiva, il sistema di trasmissione 60 è commutabile tra una condizione operativa ed una condizione inoperativa, nelle quali il sistema stesso risulta operativamente accoppiato oppure disaccoppiato rispetto al caricatore 40; tale commutazione è ottenibile agendo su di un dispositivo di comando manuale, indicato nel complesso con 80 nelle figure 2 e 3, al quale è associato un cinematismo bistabile, una possibile forma di realizzazione del quale verrà in seguito descritta.
Al corpo 20 è associato un coperchio 90, rappresentato solo in alcune figure (si vedano ad esempio le figure 4 e 7), destinato a ricoprire almeno in parte una zona in cui sono allocati i mezzi di attuazione 50, i mezzi sensori 70a-70c, parte del sistema di trasmissione 60 e parte del dispositivo di comando manuale 80. Il coperchio 90 è preferibilmente in materiale termoplastico stampato.
Il corpo fisso 20, anch’esso preferibilmente stampato in materiale termoplastico, è destinato ad essere fissato a tenuta in corrispondenza di una rispettiva apertura definita nella parete di interesse della vasca (la parete 3a, nell’esempio di figura 1); come si intuisce dalla figura 4, una prima porzione del corpo 20, protetta dal coperchio 90, è destinata ad estendersi in un’intercapedine definita tra il mobile 2 e la vasca 3; una seconda porzione del corpo 20 è invece destinata ad estendersi o risultare esposta all’interno della vasca 3, e ad essa è associato il corpo mobile 30; nella prima forma di attuazione, la suddetta seconda porzione del corpo 20 definisce una sede per alloggiare in modo scorrevole il corpo mobile 30, che è sostanzialmente configurato a cassetto.
Il corpo fisso 20 comprende una parete principale o di base 21, dal lato superiore della quale si eleva una parete anulare 22, definente lungo la rispettiva circonferenza esterna una sede 22a per una guarnizione di tenuta, indicata con 23 in figura 7; dalla sommità di tale parete anulare 22 si elevano una serie di agganci 22b, destinati a cooperare con rispettivi agganci 91 del coperchio 90; gli agganci 22b comprendono altresì denti per assicurare il corpo 20 sulla parete 3a della vasca, ovvero su di un labbro 3a’ dell’apertura di tale parete, in corrispondenza del quale il dispositivo 10 è montato a tenuta, grazie alla presenza della guarnizione 23.
Dalla parte superiore della parete di base 21, nell’ambito della zona circoscritta dalla parete anulare 22, si elevano prime appendici di posizionamento, indicate con 21a, per i sensori 70a-70c; in corrispondenza di ciascuna appendice 21a, nella parete 21 sono ricavate finestre, visibili in figura 5, preferibilmente costituite da aperture passanti 21b della parete 21; in corrispondenza di tali aperture è previsto un elemento di chiusura 21c in materiale trasparente, ad esempio sovrastampato al materiale costituente il corpo 20; gli elementi di chiusura 21c potrebbero anche essere piantati, saldati o incollati in corrispondenza della aperture 21c; altra possibilità ancora è quella di realizzare il corpo 20, o almeno la sua parete 21, in materiale trasparente, senza le suddette aperture passanti.
Sempre nell’ambito della zona circoscritta dalla parete anulare 22, dalla superficie superiore della parete 21 si elevano una parete cilindrica, definente una sede 24 assialmente cava, ed una sporgenza 25, che si estende radialmente dalla sede cilindrica 24; dal lato superiore della sporgenza 25 si eleva un’appendice di posizionamento 25a per una estremità di una molla 81 (figura 2). Ancora dalla superficie superiore della parete 21 si elevano seconde appendici, indicate con 21d in figura 3, per il posizionamento e fissaggio dell’attuatore 50.
Dalla parte inferiore della parete di base 21 si diparte ortogonalmente una parete o appendice periferica, indicata con 26, che si estende lungo tre dei quattro lati del perimetro della stessa parete 21 (ed in particolare lungo un lato di fondo, avente profilo sostanzialmente semicircolare, e due lati tra loro paralleli, sostanzialmente rettilinei); l’appendice periferica 26 ha sezione sostanzialmente ad L, in modo da definire una guida G atta a ricevere in modo scorrevole, dal lato frontale della parete 21 (ossia il lato non interessato dall’appendice 26), una rispettiva porzione periferica del corpo mobile 30 del dispensatore 10.
Nella parete di base 21 del corpo 20 è formata una guida o fenditura rettilinea, indicata con 27 nelle figure 5 e 6, che si estende in direzione radiale dalla sede 24 sino al suddetto lato frontale della stessa parete 21; come visibile in figura 6, parte della fenditura 27 si estende al di sotto della superficie inferiore della sporgenza 25, in cui è definito un incavo a camma 82 facente parte del sopra citato cinematismo bistabile, in seguito descritto.
Come già accennato, il corpo mobile 30 è sostanzialmente configurato come un cassetto scorrevole, che presenta una porzione inferiore di alloggiamento, indicata con 31 nelle figure 2 e 3, sostanzialmente cilindrica, integrale ad una porzione superiore a flangia 32, il cui bordo è suscettibile di scorrere nell’ambito della guida G definita dall’appendice 26 del corpo fisso 20; preferibilmente, nella regione frontale della porzione a flangia 32 è definito un elemento di presa 32a, volto ad agevolare le operazioni manuali di apertura e chiusura della parte di corpo mobile 30, tramite scorrimento.
Come visibile in figura 7, la porzione di alloggiamento 31 è individuata da una parete circonferenziale 31a ed una parete di fondo 31b; nella parete di fondo 31b è definita una sede 33, nell’ambito della quale è formata un’apertura passante di erogazione 33a che, nel caso esemplificato, ha una sezione di passaggio sostanzialmente a forma di settore circolare. La sede 33 è prevista per il posizionamento di un elemento di tenuta o guarnizione 34, preferibilmente in materiale elastomero, dotato di rispettiva apertura passante 34a avente forma corrispondente a quella dell’apertura 33a; la guarnizione 34 ha spessore tale per cui, quando posizionata nella rispettiva sede 33, la sua superficie superiore operi in tenuta su almeno parte del caricatore 40, con le aperture 33a e 34a che risultano allineate tra loro. Dalla regione centrale della parete di fondo 31b si eleva un’appendice cilindrica di centraggio e guida per il caricatore 40, indicata con 35.
Nella parete circonferenziale 31a è formato, sostanzialmente in corrispondenza della bisettrice dell’apertura 33a, un passaggio 36; in corrispondenza di tale passaggio, sulla parte esterna della parete 31a, è formata una sede cilindrica 37 (figura 3), per un meccanismo di posizionamento. Come visibile in figura 13, la sede 37 ospita un cursore 37a ed una molla 37b, tale sede essendo chiusa tramite un tappo 37c, agganciabile alla sede stessa; come si intuisce dalla figura 13, la disposizione è tale per cui la molla 37b è operativa per sollecitare una parte di punta del cursore 37a nel passaggio 36, onde farla sporgere nell’ambito dell’alloggiamento 31 del caricatore 40. Come visibile in figura 5, nella sua porzione inferiore il corpo fisso 20 presenta appendici 28, tra le quali la suddetta sede cilindrica 37 è atta ad interporsi, quando il corpo mobile 30 è inserito a fondo nella rispettiva guida di scorrimento G.
La porzione di alloggiamento 31 del corpo mobile 30 è destinata ad ospitare il caricatore 40, che è predisposto per contenere una quantità di agente di lavaggio sufficiente per l’esecuzione di più cicli di lavaggio da parte della lavastoviglie 1, così fungendo da serbatoio asportabile. Nel caso esemplificato il suddetto caricatore è configurato come cartuccia o caricatore multidose, avente un corpo di forma generalmente cilindrica appiattita (qui con raggio maggiore dell’altezza), nell’ambito del quale sono definiti una pluralità di scompartimenti o ricettacoli per rispettive dosi dell’agente di lavaggio.
Il caricatore 40 rappresenta un mezzo di supporto di una pluralità di dosi separate di sostanza o agente di lavaggio. Come visibile anche nelle figure 8 e 9, il corpo del caricatore 40 - formato ad esempio in materiale plastico - comprende una porzione tubolare centrale 41 ed una parete cilindrica periferica 42. In una possibile variante di realizzazione, visibile in figura 10, il corpo del caricatore 40 può includere anche una parete superiore di chiusura, indicata con 43, la cui presenza non è comunque strettamente necessaria ai fini del funzionamento del dispensatore 10; la parete 43, quando presente, è di configurazione sottile e preferibilmente formata in materiale trasparente (tale parete 43 potrebbe ad esempio essere costituita da un elemento aggiuntivo saldato oppure essere parte integrante del caricatore 40, o ancora essere parte di un involucro protettivo). Nell’implementazione più semplice, la suddetta parete 43 non è presente, sicché le due facce opposte del caricatore 40 sono entrambe aperte.
Tra la porzione tubolare centrale 41 e la parete periferica 42 si estendono una pluralità di pareti o setti radiali 44, che delimitano una serie di ricettacoli 45, all’interno dei quali possono essere contenute rispettive dosi di una sostanza o prodotto, quale un agente di lavaggio solido o un detersivo, alcune indicate con 46 in figura 2; nel caso esemplificato i ricettacoli 45 hanno sezione a forma di settore circolare, avente profilo in pianta sostanzialmente corrispondente o simile a quello all’apertura 33a del corpo 30 e dell’apertura 34a della guarnizione 34; le dosi 46 possono essere configurate come compresse di forma corrispondente a quella dei ricettacoli 45, inserite in questi ultimi con leggera interferenza; alternativamente, un detersivo pulverulento può essere compattato o sinterizzato, nel corso della produzione del caricatore 40, all’interno dei vari ricettacoli 45. Le modalità di immissione del detersivo all’interno del caricatore 40 prescindono in ogni caso dalle finalità della presente invenzione; preferibilmente le dosi di sostanza o prodotto sono solidali ai ricettacoli 45 o al caricatore 40, ovvero predisposte in modo tale da non poterne uscire per sola forza di gravità.
Nel caso in cui le due facce del caricatore 40 siano aperte, anche i ricettacoli 45 sono aperti ad entrambe le rispettive estremità assiali. Naturalmente in presenza della parete superiore 43 i ricettacoli 45 sono aperti solo sulla faccia inferiore del caricatore. La porzione tubolare centrale 41 del caricatore 40 è dotata, nella sua zona di estremità prossima alla faccia superiore, di mezzi per l’accoppiamento con rispettivi organi di azionamento del dispensatore 1; nell’esempio illustrato tali mezzi di accoppiamento sono costituiti da una corona dentata, ossia una successione di denti 47 disposti secondo una circonferenza; come ben visibile in figura 9, i denti 47 giacciono all’interno della porzione tubolare 41, la quale è all’uopo dotata di una flangia circolare interna, indicata con 41a, sulla quale è ricavata la suddetta corona di denti. Nella forma di implementazione illustrata la dentatura è sostanzialmente a sega, con ciascun dente 47 individuato da una superficie superiore a piano inclinato ed una superficie frontale sostanzialmente verticale; nel caso esemplificato, inoltre, la detta superficie frontale dei denti 47 non è piana, presentando infatti - quando vista in pianta - un profilo a V, formato da due tratti di parete divergenti, ovvero con un profilo frontale dei denti sostanzialmente a spiga (si veda anche la figura 3). Tale configurazione dei denti 47 risulta vantaggiosa anche al fine di ottenere un autoallineamento o centraggio autonomo del caricatore 40 rispetto ai denti - in seguito descritti - del sistema di trasmissione 60, compensando eventuali tolleranze dell’appendice 35, che potrebbe essere eventualmente omesso.
I componenti principali del sistema di trasmissione indicato precedentemente nel complesso con 60 sono visibili in figura 11; con 61 è indicato un primo organo, destinato ad essere supportato nella sede cilindrica 24 del corpo 20 in modo da potersi muovere angolarmente; l’organo 61 ha un corpo di forma tubolare, in cui sono individuabili una porzione superiore 61a ed una porzione inferiore cilindrica 61b, quest’ultima essendo di diametro tale da poter essere inserita nella sede 24; come visibile anche in figura 13, l’organo 61 è internamente cavo e presenta una parete di fondo 61c, dalla quale si eleva una parte tubolare centrale 61d, sulla quale è calzata una molla a spirale 62; nella parte interna della porzione superiore 61a dell’organo 20 sono formate due guide o scanalature assiali 63, in posizioni diametralmente opposte, che proseguono nella porzione inferiore 61b dello stesso organo 61 in forma di tagli. Il bordo superiore della porzione 61a presenta una scanalatura radiale 64, destinata a ricevere scorrevolmente un organo pressore in seguito descritto. La porzione superiore 61a presenta ulteriormente un’appendice laterale 65, cui è destinata ad essere agganciata l’estremità dell’albero di azionamento 51 dell’attuatore 50 (si veda figura 3).
Entro l’organo 61 è ricevuto un elemento mobile di accoppiamento, indicato con 66, il quale presenta un nucleo centrale tubolare 66a, dalla regione di sommità del quale si dipartono, da zone diametralmente opposte, due alette radiali 66b; ciascuna aletta 66b ha una appendice di impegno 66c che si estende verso il basso, parallelamente al nucleo 66a, sin oltre l’estremità di fondo dello stesso nucleo; alla estremità inferiore di ciascuna appendice di impegno 66c sono formati uno o più denti 67 che, come si vedrà in seguito, sono destinati a cooperare con i denti 47 del caricatore 40. A tale scopo, come visibile in figura 5, i denti 67 hanno una forma sostanzialmente complementare a quella dei denti 47 del caricatore 40; nel caso esemplificato, all’estremità inferiore delle appendici 66c sono previsti due denti 67 a sega, ciascuno dei quali individuato da una superficie superiore a piano inclinato ed una superficie frontale sostanzialmente verticale, quest’ultima avendo profilo sostanzialmente a V.
Le suddette appendici di impegno 66c dell’elemento 66 sono destinate ad essere inserite, con possibilità di scorrimento assiale, nelle scanalature 63 dell’organo 61, mentre il nucleo centrale 66a è parzialmente ricevuto nella parte tubolare 61d dello stesso organo 61 (si veda figura 13); a seguito di tale posizionamento le estremità della molla 62 risultano l’una in appoggio sulla parete inferiore 61c dell’organo 61 e l’altra in appoggio sulle alette radiali 66b dell’elemento di accoppiamento 66.
Il nucleo 66a dell’elemento 66 presenta una rispettiva parete di fondo in cui è formato un guida-molla 66d (figura 14); nella cavità di tale nucleo 66a è inserita, oltre che una molla 68, almeno parte di un elemento di chiusura 69, avente un corpo cilindrico 69a con una parete di estremità o testa 69b di forma generalmente svasata o conica; il corpo cilindrico 69a è dotato di due alette laterali 69c, che si estendono verso il basso e sono destinate ad accoppiarsi elasticamente, con possibilità di scorrimento assiale, in rispettive sedi 66e definite nella parte esterna del nucleo 66a dell’elemento di accoppiamento 66.
Il dispositivo di comando manuale indicato precedentemente con 80 comprende un organo cursore indicato con 83, ad esempio nelle figure 2 e 7, di forma complessivamente appiattita, e predisposto per essere ritenuto scorrevolmente nella guida o fenditura radiale 27 formata nella parete di base 21 del corpo fisso 20; a tale scopo, i bordi più lunghi della fenditura 27 presentano un rispettivo incavo in cui risulta scorrevolmente inserita una porzione o appendice laterale di ciascun bordo longitudinale del cursore 83, come parzialmente visibile ad esempio in figura 5.
Al cursore 83 è agganciato superiormente, con modalità in sé note, un organo spintore, indicato nel complesso con 84 in figura 7, il cui corpo comprende una parte sostanzialmente verticale 84a, dotata all’estremità inferiore di mezzi di aggancio predisposti per cooperare con omologhi mezzi di aggancio presenti nel cursore 83, ed una parte sostanzialmente orizzontale 84b, alla cui estremità frontale è definita una parete a piano inclinato, indicata con 84c; nella parte verticale 84a dell’organo 84 è presente un’appendice di posizionamento per la seconda estremità della molla 81 (la prima estremità della molla 81 essendo impegnata, come detto, nell’appendice 25a di figura 2).
Il cursore 83 presenta, in una sua regione intermedia, un foro passante, nel quale è destinato ad essere piantato un piolo 85, visibile ad esempio nelle figure 5-7 (si noti che in figura 6 il cursore 83 è stato omesso per esigenze di chiarezza) per il posizionamento di un elemento di commutazione 86, facente parte del sopra menzionato cinematismo bistabile; nell’esempio - si vedano le figure 15 e 16, in cui il cursore 83 è stato omesso - tale elemento 86 è costituito da un filo metallico, sagomato per definire una porzione intermedia sostanzialmente rettilinea e capace di flessione elastica, una prima estremità sagomata ad occhiello 86a per l’accoppiamento al piolo 85 del cursore 83 ed una seconda estremità, ripiegata ortogonalmente in modo da realizzare un segui-camma 86b, destinato a cooperare con l’incavo 82.
Nella condizione assemblata del dispositivo 10, come visibile ad esempio nelle figure 12-14, la porzione inferiore dell’organo 61 è inserita nella sede cilindrica 24 del corpo fisso 20, con l’albero 51 dell’attuatore 50 accoppiato all’appendice 65; il cursore 83 è inserito nella rispettiva fenditura 27, con l’estremità a piano inclinato 84c dell’organo pressore 84 che - in una condizione inoperativa del sistema di comando manuale - sovrasta solo parzialmente la testa conica 69b dell’elemento di chiusura 69 (vedere figura 13). La molla 62 sollecita verso l’alto l’elemento di accoppiamento 66, rispetto all’organo 61, con il primo che non può comunque uscire dal secondo stante la presenza del sovrastante organo 84; la molla 68 sollecita invece verso l’alto l’elemento di chiusura 69, rispetto all’elemento di accoppiamento 66, con il primo che non può comunque disaccoppiarsi dal secondo, stante l’impegno delle alette 69c nelle rispettive sedi 66e (figura 11) e la presenza del sovrastante organo 84.
Il dispositivo dispensatore 10 secondo la prima forma di attuazione funziona nel modo che segue.
Il cassetto costituito dal corpo mobile 30 viene estratto o sfilato dal corpo fisso 20, grazie alla presenza della guida di scorrimento G formata dall’appendice periferica 26; nella porzione di alloggiamento 31 del corpo 30 viene posizionato il caricatore 40, in modo tale per cui sull’appendice di centraggio 35 risulti calzata l’estremità inferiore della porzione tubolare 41 del caricatore stesso.
Nella prima forma di attuazione almeno uno dei ricettacoli del caricatore 40, indicato con 45a nelle figure 2 e 7, è preferibilmente privo di detersivo; in corrispondenza di tale ricettacolo 45a, sulla superficie esterna della parete periferica 31a del caricatore è prevista un incavo o tacca di riferimento, indicata con 48 in figura 13. Ai fini del corretto funzionamento del dispositivo 10, il ricettacolo vuoto 45a deve essere inizialmente portato in corrispondenza dell’apertura 33a; a tale scopo l’utilizzatore ruota manualmente il caricatore 40 nell’ambito dell’alloggiamento 31, sino a che nella suddetta tacca 48 si insinui la punta del cursore 37a. A questo punto il corpo mobile 30 viene richiuso, ossia fatto scorrere lungo la guida definita dall’appendice 26; al termine del movimento, la sede 37 del corpo mobile 30 si insinua tra le appendici 28 (figura 5) del corpo fisso 20.
In questa fase il cursore 83 viene mantenuto dalla molla 15 in una posizione arretrata, come visibile ad esempio nelle figure 13 e 17, in cui il piano inclinato 84c dell’organo pressore 84 è a contatto con la superficie inclinata della testa conica dell’elemento 69. In tale situazione l’elemento 69, e quindi l’elemento di accoppiamento 66 ad esso associato, si trovano in una posizione sollevata, in virtù dell’azione delle molle 62 e 68. Come visibile in figura 13, i denti 67 dell’elemento di accoppiamento 66 giacciono nell’ambito della sede 24 del corpo fisso 20, senza sporgere inferiormente alla parete principale 21. Il cinematismo bistabile comprensivo dell’incavo 82 e dell’elemento di commutazione 86 si trova nella condizione visibile in figura 15, in cui il segui-camma 86b si trova in una posizione di riposo rispetto ad un percorso “a cuore” definito dall’incavo a camma 82.
Dopo la chiusura del corpo 30, l’utilizzatore preme il cursore 83, vincendo la reazione elastica della molla 81, onde causarne lo scorrimento lineare lungo la feritoia 27; il movimento del cursore 83 determina un corrispondente avanzamento dell’organo pressore 84, con la sua parte orizzontale 84b che quindi spinge verso il basso il gruppo formato dall’elemento di accoppiamento 66 e dall’elemento di chiusura 69, come visibile ad esempio nelle figure 12, 14 e 18; il raggiungimento della condizione abbassata di tale gruppo è consentito dalla compressione della molla 62, meno rigida rispetto alla molla 68.
A seguito dell’abbassamento dell’elemento 66, i denti 67 sporgono inferiormente oltre la superficie inferiore della parete principale 21 (si veda anche figura 5), nell’ambito dell’alloggiamento del caricatore 40; i denti 67 sono così portati ad impegnarsi con i denti 47 della sottostante porzione tubolare 41 del caricatore, come visibile in figura 14 o 18; si noti che, occasionalmente, l’abbassamento dell’elemento 66 potrà dare luogo ad un ingranamento non immediatamente preciso tra i denti 67 e 47 (ad esempio, i denti 67 potrebbero appoggiarsi sulle sommità dei denti 47); in tali situazioni, il preciso ingranamento viene comunque raggiunto successivamente, grazie alla presenza delle molle 62 e 68 che sollecitano verso il basso l’elemento 66, all’avvio della rotazione dell’organo 61 che - come in seguito descritto - porta con sé in rotazione l’elemento 66.
Nel corso dell’avanzamento del cursore 83 il segui-camma 86b percorre un primo tratto del percorso “a cuore” formato dall’incavo 82, quale quello rappresentato nella parte superiore di figura 15; ciò è consentito dalla flessione elastica della parte centrale dell’elemento di commutazione 86. Quando l’utilizzatore cessa di premere sul cursore 83, la reazione elastica della molla 81 tende a causare l’arretramento del cursore stesso, con il segui-camma 86b che giunge così nella posizione visibile in figura 16, ovvero in aggancio in una sede ricavata in una zona intermedia del suddetto percorso; il segui-camma 86b rimane nella posizione raggiunta, mantenendo così il cursore 83 e l’organo pressore 84 nelle rispettive posizioni avanzate, come visibile nelle figure 12, 14 e 18.
Il sensore ottico 70a delle figure 3, 12 o 13 è operativo per rilevare la presenza o l’assenza del caricatore 40, ovvero il corretto inserimento del corpo mobile o cassetto 30; come parzialmente visibile in figura 12 o 13, tale sensore comprende un emettitore di radiazione elettromagnetica E, quale un foto-emettitore o diodo emettitore di luce, ed un ricevitore di radiazione elettromagnetica – come visibile in figura 41, ove è indicato con R - quale un foto-ricevitore, o diodo (o transistor) ricevitore di luce; i suddetti emettitore e ricevitore sono entrambi portati da una medesima basetta di circuito stampato PC, ancorata alle rispettive appendici di supporto 21a della parte di corpo 21 (figura 2) e provvista di mezzi di connessione (quale un connettore o più terminali) per il collegamento elettrico ad omologhi mezzi di connessione di un cablaggio elettrico del sistema di controllo della macchina 1, oppure del circuito di rilevazione e/o controllo dedicato del dispositivo 10; l’emettitore ed il ricevitore sono montati in prossimità della superficie superiore dell’elemento 21c in materiale trasparente e sono orientati con una angolazione reciproca tale per cui, in presenza di una superficie sostanzialmente opaca in prossimità della superficie opposta dell’elemento trasparente 21c, questi si comporti sostanzialmente come uno specchio: in tal modo, la radiazione emessa dall’emettitore viene riflessa, onde essere rilevata dal ricevitore; viceversa, in assenza della suddetta superficie opaca, l’elemento trasparente 21c non si comporta come uno specchio e la radiazione emessa dall’emettitore non viene riflessa verso il ricevitore, oppure viene riflessa con angolo tale da non causare l’eccitazione del ricevitore. In base a tale principio, il sensore 70a viene utilizzato per verificare l’effettiva presenza del caricatore 40 nel dispositivo 10. Come si evince in figura 13, infatti, nella condizione di lavoro corretta, un tratto della parete periferica 42 del caricatore 40 risulta posizionato inferiormente alla finestra corrispondente al sensore 70a, in modo da determinare la riflessione verso il ricevitore della radiazione proveniente dall’emettitore, secondo il principio di funzionamento precedentemente descritto. Dall’altro lato l’assenza di riflessione, e quindi di eccitazione del ricevitore, che si verifica nel caso di assenza del caricatore 40, viene rilevata dal suddetto sistema o circuito di controllo, che provvede a segnalare l’anomalia all’utilizzatore, ad esempio tramite una spia luminosa o un visualizzatore presente sul pannello comandi della macchina stessa, oppure tramite un avvisatore acustico.
Come precedentemente precisato, nella condizione di partenza di impiego del dispositivo 10, il ricettacolo vuoto 45a si trova in corrispondenza dell’apertura 33a. All’avvio del programma di lavaggio da parte della lavastoviglie 1 gli irroratori rotanti presenti all’interno della vasca 3 iniziano ad espellere i getti 7 di liquido di lavaggio; almeno uno dei fori o orifizi dell’irroratore superiore 5 della lavastoviglie 1 è orientato in modo tale per cui, nel corso della sua rotazione, il rispettivo getto 7 investa ciclicamente l’apertura 33a; nella fase iniziale del ciclo di lavaggio, quindi, il suddetto getto sarà libero di penetrare nell’ambito del ricettacolo 45a, senza con ciò causare alcuna erogazione di detersivo.
In un momento opportuno del ciclo di lavaggio, il programmatore o timer della lavastoviglie comanda l’alimentazione dell’attuatore 50, con il conseguente movimento lineare dell’albero 51. L’avanzamento dell’albero 51 provoca il movimento angolare dell’organo 61 e, quindi, dell’elemento di accoppiamento 66 che reca i denti 67 (come detto, infatti, le appendici di impegno laterali 66c dell’elemento 66 sono impegnate nelle guide 63 dell’organo 61 - si veda figura 11). Stante l’impegno tra i denti 67 e 47, la rotazione dell’elemento 66 determina quindi un movimento angolare del caricatore 40, secondo un verso di attuazione qui definito “positivo”, volto a portare in corrispondenza dell’apertura 33a un ricettacolo 45 immediatamente adiacente al ricettacolo vuoto 45a (ovvero a far affacciare un ricettacolo pieno di detersivo all’apertura 33a).
La forza di attuazione prodotta dall’attuatore 50 è tale da consentire il disimpegno della tacca 48 rispetto al cursore 37a (figura 13) e da vincere sia l’attrito esistente tra il cursore stesso ed il caricatore 40, sia l’attrito esistente tra la guarnizione 34 ed il caricatore 40 (stante l’azione delle molle 62 e 68, infatti, il caricatore 40 risulta premuto sulla superficie di tenuta della guarnizione 34).
Nella prima forma di attuazione, lo spostamento angolare del caricatore 40 necessario affinché un ricettacolo 45 venga portato completamente in corrispondenza dell’apertura 33a è ottenuto mediante due successi azionamenti dell’attuatore 50; tale scelta di implementazione, non limitativa, dipende dal tipo di attuatore impiegato, ed in particolare dalla corsa massima ammessa per l’albero 51.
Il movimento angolare del caricatore 40 ottenuto a seguito della prima attuazione è tale per cui solo una prima metà del ricettacolo pieno 45 di interesse venga portata a sovrapporsi all’apertura 33a; pertanto, a seguito della detta prima attuazione, risulteranno affacciate sull’apertura 33a sia la seconda metà del precedente ricettacolo 45a (con riferimento al suddetto verso di attuazione positivo) e la prima metà del suddetto ricettacolo pieno; a seguito della seconda attuazione, si otterrà il definitivo posizionamento completo del ricettacolo pieno in corrispondenza dell’apertura 33a. Il funzionamento del sistema di trasmissione, a questo scopo, è schematizzata in figura 19.
Nella parte A di figura 19 è schematizzato il primo azionamento dell’attuatore, con i denti 67 e 47 già impegnati tra loro; il movimento angolare dell’elemento 66, che reca i denti 67, causa il movimento angolare del caricatore 40, recante i denti 47. Al termine della prima attuazione, l’albero 51 dell’attuatore 50 ritorna nella posizione iniziale di partenza, anche grazie alla presenza di un elemento elastico interno all’attuatore stesso, non visibile nelle figure; l’organo 61, e quindi l’elemento 66, compiono un movimento angolare con verso qui definito “negativo”, ossia opposto a quello determinato nel corso della prima attuazione; tale movimento in senso negativo non determina tuttavia un corrispondente movimento del caricatore 40, sia in ragione del verso di inclinazione dei denti 47, 67, sia in ragione della presenza del cursore 37a (si veda figura 13), che viene mantenuto dalla relativa molla 37b contro la superficie esterna della parete periferica 42 del caricatore, esercitando un attrito su di essa, ove la forza normalmente necessaria a vincere tale attrito è maggiore rispetto alla forza necessaria a causare la compressione della molla 68 interposta tra gli elementi 66 e 69 del sistema di trasmissione: ciò significa che, nel corso dell’arretramento dell’albero 51 dell’attuatore 50, il caricatore 40, e quindi i denti 47 rimarranno sostanzialmente statici, mentre l’elemento 66 si potrà spostare angolarmente nel verso negativo; nel corso di tale spostamento, le superfici inclinate dei denti 67 scivolano sulle superfici inclinate dei denti 47, con l’elemento 66 che si sposta quindi progressivamente verso l’alto, comprimendo la molla 68; tale situazione è illustrata schematicamente nella parte B di figura 19; si noti che in questa fase l’elemento di chiusura 69 rimane nella sua posizione assiale, state la presenza su di esso dell’organo spintore 84: è quindi l’elemento 66 che si muove assialmente sull’elemento 69, grazie all’accoppiamento scorrevole tra le alette 69c e le sedi 66d (figura 11).
Al termine del movimento di ritorno dell’albero 51 alla posizione iniziale, e quindi del movimento angolare con verso negativo dell’elemento 66, quest’ultimo può ritornare in basso, grazie all’azione della molla 68, con i denti 67 che si insinuano nelle rientranze presenti tra i denti 47, come esemplificato nella parte C di figura 19. A questo punto il sistema è pronto per la seconda attivazione dell’attuatore 50, con cui l’albero 51 muove angolarmente l’organo 61 e l’elemento 66, e quindi con un ulteriore movimento angolare del caricatore 40 secondo il verso di attuazione positivo, come esemplificato nella parte D di figura 19.
Quando, nei modi suddetti, un ricettacolo 45 viene portato parzialmente o completamente in corrispondenza dell’apertura 33a, la rispettiva dose di detersivo viene colpita ciclicamente dal suddetto getto provocato dall’irroratore 5; in questo modo viene prodotto un progressivo scioglimento dell’agente di lavaggio, con la relativa erogazione verso l’interno della vasca 3.
Il dispositivo 10, il circuito idraulico della macchina 1 ed il relativo sistema di controllo che gestisce i cicli di lavaggio possono essere predisposti in funzione delle scelte di implementazione preferite, per ottenere - ad esempio - l’erogazione completa di una dose di detersivo in una medesima fase del ciclo di lavaggio, oppure per ottenere erogazioni distinte a partire da una stessa dose, in rispettive fasi del ciclo (ossia, ad esempio, con una parziale asportazione del detersivo di una dose in una fase di lavaggio del ciclo ed una asportazione finale in una successiva fase di lavaggio); altra possibilità ancora è quella di erogare più dosi, ossia il contenuto di più ricettacoli 45, nel corso di un medesimo ciclo di lavaggio. Come risulterà in seguito, il dispositivo 10 può essere anche gestito dal sistema di controllo della macchina di lavaggio affinché l’erogazione di detersivo avvenga in concomitanza con l’esecuzione di altre fasi operative, quale ad esempio una fase in cui il sistema di controllo comanda un aumento dell’azione o pressione dei getti di lavaggio 7.
Nel corso dell’erogazione di una dose è preferibile che il liquido che penetra nell’apertura 33a non possa raggiungere i ricettacoli 45 adiacenti a quello dal quale il detersivo viene erogato al momento. Secondo una soluzione autonomamente inventiva, tale funzione di isolamento è garantita almeno dalla guarnizione 34, che opera in corrispondenza dell’apertura 33a, tra il caricatore 40 ed il corpo mobile 30.
Come visibile ad esempio in figura 7, la superficie di tenuta della guarnizione 34 è considerevolmente maggiore rispetto al profilo delle aperture 33a, 34a; nel caso esemplificato anche la guarnizione 34 è sostanzialmente a forma di settore circolare con sviluppo angolare che è almeno doppio - preferibilmente almeno triplo - rispetto allo sviluppo angolare del settore circolare costituente la sezione delle aperture 33a, 34a e/o di ciascun ricettacolo 45. L’apertura 34a è posizionata sostanzialmente al centro della sagoma a settore circolare della guarnizione 34; grazie all’estensione laterale della superficie di tenuta rispetto all’apertura 34a, quando il ricettacolo vuoto 45a si trova in corrispondenza delle aperture 33a, 34a, la guarnizione 34 garantisce un isolamento rispetto ai due ricettacoli 45 tra i quali si trova il ricettacolo 45a, senza rischi di contaminazione delle rispettive dosi di detersivo. Quando invece un ricettacolo 45 contenente detersivo si trova temporaneamente esposto solo per metà in corrispondenza delle aperture 33a, 34a (a seguito della prima attivazione dell’attuatore 50), il liquido che penetra in tale ricettacolo non può comunque raggiungere il ricettacolo adiacente o precedente (con riferimento alla direzione di rotazione del caricatore 40), grazie alla parte di guarnizione 34 che si estende lateralmente “a monte” dell’apertura 33a; in altri termini, in tale condizione, una regione del ricettacolo di interesse, non ancora esposta (ma in cui potrebbe eventualmente giungere per capillarità il liquido), ed una regione del ricettacolo seguente sono entrambe in appoggio su una parte della guarnizione 34, che così esercita la sua azione di tenuta; naturalmente l’effetto di tenuta è accresciuto dal fatto che il caricatore 40 viene premuto, grazie all’azione delle molle 62 e 68, sulla superficie di tenuta della guarnizione 34.
I sensori ottici 70b e 70c sono, quanto a realizzazione e principio di funzionamento, analoghi al sensore 70a, ma impiegati per segnalare ad un utilizzatore l’assenza o la quantità residua di dosi di detersivo presenti nel caricatore 40 montato nel dispositivo 10. A tale scopo, la finestra 21b, 21c (figura 5) di ciascun sensore 70b, 70c si affaccia su di una regione normalmente occupata da un ricettacolo del caricatore 40, con la relativa dose di detersivo che funge da corpo opaco, atto a determinare la riflessione della radiazione elettromagnetica, secondo il principio precedentemente esposto. Nel corso dei cicli di funzionamento della macchina 1 che seguono l’installazione di un nuovo caricatore 40, il ricevitore del sensore 70b o 70c risulta eccitato fintantoché inferiormente ad esso non si presenti un ricettacolo 45 vuoto: in tale circostanza, quindi, la radiazione proveniente dall’emettitore del sensore ottico non è più rilevata dal relativo ricevitore; la mancata eccitazione del sensore viene così rilevata dal sistema di controllo, che provvede a comandare di conseguenza l’emissione di una opportuna segnalazione per l’utilizzatore, ad esempio visiva o acustica. Le finestre dei due sensori 70b, 70c sono in posizioni angolari diverse, affinché il sensore 70b rilevi lo stato del ricettacolo 45 che si trova immediatamente prima o a monte (con riferimento al verso di rotazione del caricatore 40) di quello che al momento si trova in corrispondenza dell’apertura 33a, ed il sensore 70c rilevi lo stato del ricettacolo 45 che precede - ad esempio - di quattro posizioni quello che si trova al momento in corrispondenza dell’apertura 33a; in tal modo, la mancata eccitazione del sensore 70b provoca una segnalazione di ultima dose o di assenza di detersivo nel caricatore per successivi cicli di lavaggio, mentre la mancata eccitazione del sensore 70c provoca una segnalazione volta ad indicare all’utilizzatore che nel caricatore sono presenti ancora un numero minimo o definito di dosi residue (uguale o minore a tre, nell’esempio dato).
Ai fini della sostituzione o del riempimento di un caricatore 40 esaurito l’utilizzatore deve dapprima intervenire sul suddetto dispositivo di comando manuale, premendo il cursore 83, così causandone un leggero avanzamento. In questo modo, grazie al pre-carico elastico dell’elemento di commutazione 86, il segui-camma 86a si libera dalla posizione di figura 16, per spostarsi nel tratto del percorso “a cuore” rappresentato nella parte inferiore di figura 15; quando l’utilizzatore cessa di premere sul cursore 83, la reazione elastica della molla 81 tende a causare l’arretramento del cursore stesso, con il segui-camma 86b che è libero di percorrere il suddetto tratto inferiore del percorso, e quindi ritornare verso la posizione visibile in figura 15. Il cursore 83, e quindi l’organo pressore 84 possono arretrare nella posizione di figura 13 o 17, con il conseguente passaggio degli elementi 66 e 69 alla rispettiva posizione sollevata, e quindi il disimpegno tra i denti 47 e 67. Il corpo mobile 30 può così essere estratto dal corpo fisso 20, ed il caricatore esaurito può essere ricaricato o sostituito con un nuovo caricatore 40, che verrà posizionato con il rispettivo ricettacolo 45a in corrispondenza dell’apertura 33a, secondo le modalità precedentemente descritte. A ciò segue la richiusura del corpo mobile 30 ed una nuova commutazione del dispositivo di comando manuale.
Si noti che il sistema di comando precedentemente indicato con 80 può essere eventualmente predisposto per fruttare il movimento dello sportello 4 della macchina 1 ai fini della commutazione del sistema di trasmissione tra le rispettive condizioni o posizioni inoperativa ed operativa; tale soluzione evita il rischio di mancato funzionamento del dispensatore 10, nel caso in cui l’utente si sia dimenticato di commutare manualmente il dispositivo di comando.
Va altresì precisato che la previsione nel caricatore 40 di un ricettacolo 45a privo sin dall’inizio di detersivo non è strettamente necessaria ai fini dell’implementazione dell’invenzione (tutti i ricettacoli possono essere pieni qualora si desideri l’erogazione di una dose di detersivo già nelle fasi iniziali di un ciclo di lavaggio).
Nelle figure 20-26 è illustrata una seconda forma di attuazione inventiva di un dispositivo dispensatore; in tali figure - cosi come nelle successive - sono in parte utilizzati i medesimi numeri di riferimento delle figure 1-19, per indicare elementi tecnicamente equivalenti a quelli già descritti.
Nel caso della seconda forma di attuazione il dispositivo 10 è dotato di un attuatore di tipologia diversa dalla precedente, ed in particolare un motore elettrico reversibile, con eventuale moto-riduttore, e di un sistema di trasmissione con commutazione automatica dalla condizione inoperativa a quella operativa, e viceversa, ossia non necessitante di un dispositivo di commutazione manuale.
Il suddetto motore, indicato con 50’, comprende un albero di attuazione rotante 51’, all’estremità distale del quale è associato un elemento di trasmissione 52, quale una vite senza fine, detto albero essendo sostanzialmente perpendicolare rispetto all’asse di rotazione del caricatore 40. Il sistema di trasmissione comprende ulteriormente un organo 61’ che, come visibile in figura 21, è di realizzazione sostanzialmente simile all’organo 61 della prima forma di attuazione, e comprende a tale scopo le scanalature assiali 63 e la scanalatura superiore 64. Anche l’elemento di accoppiamento, indicato con 66’, è di concezione simile all’elemento 66 della prima forma di attuazione; in questo caso, come visibile in figura 22, sulla superficie cilindrica della cavità interna del nucleo 66a sono formate una o più scanalature con andamento elicoidale, preferibilmente tre, indicate con 66f.
Il sistema comprende infine un elemento superiore 100 che, come visibile in figura 23, ha una testa 101 avente una flangia circolare 102, nella cui superficie periferica è formato un settore dentato 103, suscettibile di ingranarsi con l’elemento a vite senza fine 52. Dalla superficie inferiore della testa 101 si diparte, in posizione periferica, una appendice 104, di dimensioni tali da poter essere ricevuta nell’ambito della scanalatura superiore 64 dell’elemento 61’; dalla detta superficie inferiore si diparte altresì, in posizione centrale, un albero sostanzialmejte cilindrico, indicato con 105, sulla superficie periferica del quale sono formati rilievi aventi andamento elicoidale 105a, suscettibili di essere ricevuti nelle scanalature 66f dell’elemento 66’.
Nella condizione assemblata l’organo 61’ è parzialmente inserito nella sede 24 della parte di corpo fissa 20, con le appendici di impegno 66c dell’elemento 66’ inserite nelle scanalature assiali 63 dell’organo 61’; sul gruppo così formato è montato l‘elemento superiore 100, con l’appendice 104 nell’ambito della scanalatura superiore 64 dell’elemento 61’ e con l’albero 105 nella cavità del nucleo 66a dell’elemento 66a, i rilievi elicoidali 105a essendo accoppiati con le scanalature elicoidali 66f; l’elemento a vite senza fine 52 portato dall’albero 51’ del motore 50’ è operativamente accoppiato al settore dentato 103 dell’elemento superiore 100.
In figura 24 è rappresentata la condizione inoperativa del sistema di trasmissione, in cui l’elemento a vite senza fine 52 è impegnato nel tratto iniziale del settore dentato 103; in tale condizione l’appendice 104 dell’elemento 100 si trova in battuta su di una estremità laterale della scanalatura 64 dell’organo 61 (figure 21 e 23), mentre i rilievi 105a impegnano in modo prevalente le scanalature 66f (in altri termini, l’albero 105 dell’elemento 100 è “avvitato” in misura massima nella cavità dell’elemento 66’). In tale condizione i denti 67 dell’elemento 66’ sono disaccoppiati dai denti 47 del caricatore 40 e la testa 101 dell’elemento 100 giace poco al di sotto del coperchio 90.
Al momento opportuno di un ciclo di lavaggio, quando si rende necessaria l’erogazione di detersivo, il sistema di controllo della macchina 1 comanda l’alimentazione del motore 50’; la rotazione dell’albero 51’ e dell’elemento a vite senza fine 52 causa il movimento angolare dell’elemento superiore 100, provocando con ciò un progressivo “svitamento” o sfilamento dei rilievi elicoidali 105a del suo albero 105 dalle scanalature elicoidali 66f dell’elemento 66’; tale movimento relativo è consentito dal fatto che, in questa fase, l’organo 61’ rimane statico per attrito (a tale scopo, sulla sommità della sede 24 può essere ad esempio previsto un idoneo elemento resiliente, ad esempio in gomma) e quindi l’elemento 66’ è impossibilitato a muoversi angolarmente, stante l’impegno delle sue appendici laterali 66c nelle scanalature assiali 63 dell’organo 61. Il progressivo sfilamento dei rilievi 105a dell’albero 105 rispetto alle scanalature elicoidali 66f dell’elemento 66’ determina l’abbassamento di quest’ultimo nell’ambito dell’organo 61’ (l’elemento 100 non può sollevarsi per la presenza del coperchio 90 e/o di eventuali altri elementi di posizionamento, non raffigurati): i denti 67 dell’elemento 66’ si impegnano quindi con i denti 47 del caricatore 40. Tale condizione intermedia è visibile in figura 25; nel caso esemplificato, in detta condizione la vite senza fine 52 risulta posizionata a circa metà del settore dentato 103.
Nel corso del movimento angolare dell’elemento superiore 100, l’appendice 104 si sposta nell’ambito della scanalatura superiore 64 dell’organo 61’, sino a giungere in battuta sulla seconda estremità longitudinale della scanalatura stessa, sostanzialmente in concomitanza con l’impegno tra i denti 67e 47; nel prosieguo, quindi, il movimento angolare dell’elemento 100 viene trasferito, tramite l’appendice 104, all’organo 61’, che porta con sé in rotazione l’elemento di impegno 66’. Stante l’accoppiamento tra i denti 67 e 47 il caricatore 40 viene così posto in rotazione, come visibile in figura 26, sino a che il ricettacolo 45 di interesse viene portato in corrispondenza dell’apertura di erogazione 33a. Al raggiungimento della posizione di erogazione l’elemento a vite senza fine 52 si trova in corrispondenza del termine del settore dentato 103, ovvero in una condizione di fine corsa, per cui l’ulteriore rotazione dell’albero 51’ non può più essere convertita in una rotazione dell’elemento superiore 100. Tale condizione di fine corsa determina un picco di assorbimento del motore 50’ che viene rilevato, con modalità e mezzi in sé noti, dal relativo sistema o circuito di controllo, che conseguentemente comanda l’interruzione dell’alimentazione al motore stesso. Naturalmente il raggiungimento della posizione di fine corsa per l’elemento 100 potrebbe essere rilevato anche in altro modo, ad esempio con mezzi sensori di tipologia nota.
Successivamente alla fase di erogazione, il sistema di controllo della macchina comanderà il motore 50’, in modo da produrre una rotazione dell’albero 51’ con verso opposto al precedente, per riportare il sistema alla condizione di figura 24; da tale posizione potrà iniziare, quando necessario, un nuovo ciclo di erogazione, o il caricatore 40 potrà essere riempito o sostituito, quando necessario.
Nel corso della fase di ripristino alla posizione inoperativa, la rotazione dell’albero 51’ del motore 50’ determina, tramite l’accoppiamento vite 52 - settore dentato 103, uno spostamento angolare dell’elemento 100 grazie al quale l’albero 105 si “avvita” nell’elemento 66’, causandone il sollevamento; in questa fase l’elemento 61 non ruota, in quanto l’appendice 104 può muoversi liberamente nell’ambito della scanalatura 64, a partire dalla sua suddetta seconda estremità. Nella seconda parte del movimento angolare dell’elemento 100 l’appendice 104 si trova invece in battuta sulla prima estremità della scanalatura 64, potendo quindi trasferire il movimento di rotazione all’elemento 61, il quale porta a sua volta in movimento l’elemento 66’ e così determina una rotazione all’indietro dei denti 67, con il ripristino della posizione iniziale di figura 24.
Come si evince, quindi, nella seconda forma di attuazione, la commutazione del sistema di trasmissione è ottenuta in modo automatico, senza la necessità di specifiche azioni manuali da parte di un utilizzatore, con una sequenza comprensiva di:
a) una fase di attuazione in cui:
a1) in una prima fase del movimento angolare del sistema di trasmissione in un primo verso si ottiene la discesa (con movimento assiale) dei denti 67, sino all’impegno con i denti 47, e
a2) in una seconda fase del movimento angolare del sistema di trasmissione nel primo verso si ottiene la rotazione dei denti 67, che viene trasferita al caricatore 40,
b) una fase di ripristino in cui:
b1) in una prima fase del movimento angolare del sistema di trasmissione in un secondo verso si ottiene la risalita (con movimento assiale) dei denti 67, sino al disimpegno rispetto ai denti 47,
b2) in una seconda fase del movimento angolare del sistema di trasmissione nel secondo verso si ottiene la rotazione dei denti 67, con il ripristino della posizione iniziale, senza che al caricatore 40 venga impartito alcun movimento.
Il cinematismo per ottenere in modo automatico la movimentazione assiale del sistema di trasmissione potrebbe anche essere di tipologia o configurazione diversa da quella esemplificata; ad esempio, in luogo del motore reversibile 50’ potrebbe essere utilizzato un attuatore termo-elettrico del tipo in precedenza indicato con 50, con mezzi per accoppiare operativamente il suo albero 51 al settore dentato 103, particolarmente tramite una cremagliera con eventuale interposizione di ulteriori cinematismi atti ad amplificare la corsa utile dell’albero stesso.
Nelle figure 27-29 è illustrata una terza possibile forma di attuazione inventiva, in accordo alla quale il dispositivo 10 risulta montato in corrispondenza della parte superiore della controporta della lavastoviglie, indicata con 4a, ossia quella parte che, con sportello 4 chiuso, realizza la parete frontale della vasca di lavaggio 3. Il dispositivo 10 illustrato nelle figure 27-29 può essere sostanzialmente strutturato come nella prima forma di attuazione oppure, come nell’esempio fornito, similmente alla seconda forma di attuazione (senza necessità di un dispositivo di commutazione manuale per il sistema di trasmissione).
Come si evince, particolarmente dalle figure 27 e 28, la controporta 4a presenta preferibilmente una zona imbutita, ovvero è provvista di una sede, in corrispondenza della quale il corpo fisso 20 del dispensatore 10 è montato a tenuta, tale zona o sede essendo sagomata per consentire l’estrazione del corpo mobile 30 verso l’alto, ossia dal bordo superiore dello sportello 4; quando montato, il dispensatore risulta essere preferibilmente a filo con la superficie frontale della controporta 4a, in modo da ridurre gli ingombri verso l’interno della vasca di lavaggio. In questa forma di attuazione, naturalmente, il getto 7 di liquido destinato a produrre lo scioglimento e l’erogazione dell’agente di lavaggio sarà orientato in modo opportuno e diverso rispetto alle prime due forme di attuazione descritte.
In accordo ad una ulteriore soluzione autonomamente inventiva, il dispositivo secondo l’invenzione può essere dotato di una spia o sistema di segnalazione, per indicare visivamente ad un utilizzatore l’effettiva presenza del caricatore nel rispettivo alloggiamento e/o la quantità di dosi di detersivo ancora presenti nel caricatore. Tale sistema di segnalazione comprende essenzialmente un indicatore ottico avente opportuni simboli e/o colori, mobile con il caricatore 40 per evidenziare la posizione di quest’ultimo e visibile attraverso una idonea finestra presente nel corpo 20, 30 del dispositivo 10. Il suddetto indicatore ottico può essere associato o fissato al cinematismo di azionamento del dispositivo 10 oppure direttamente al caricatore 40. Quest’ultimo caso viene esemplificato in figura 29; in tale figura si nota come il corpo mobile 30 sia dotato, nella parete circonferenziale 31a dell’alloggiamento del caricatore, di una finestra trasparente, indicata con 38, in posizione opposta rispetto all’apertura 33a. Attraverso tale finestra 38 - che nella condizione assemblata del dispositivo 10 è rivolta verso l’alto - l’utilizzatore ha la possibilità di controllare visivamente la quantità residua di dosi di detersivo contenute nel caricatore 40, segnalata tramite opportune indicazioni.
Un possibile esempio di tali indicazioni è visibile nella precedente figura 20, dove si nota come sulla parete periferica 42 del caricatore 40 siano riportati o impressi simboli, preferibilmente aventi uguale area, ciascuno in corrispondenza di un rispettivo ricettacolo; nel caso esemplificato, in cui il caricatore 40 ha quattordici ricettacoli, sono previsti:
- dodici simboli 49, con area formata da una regione di un primo colore, ad esempio verde, ed una regione di un secondo colore, ad esempio rosso, che sono indicative, rispettivamente, la quantità di dosi disponibili ed il livello di esaurimento delle dosi; in pratica, nell’esempio, i simboli 49 sono formati ciascuno da due rettangoli sovrapposti, l’uno verde e l’altro rosso, dove le altezze dei due rettangoli per i vari simboli 49 sono diverse;
- un simbolo 49a, con area completamente del primo colore (nell’esempio, quindi, un rettangolo di altezza massima completamente verde);
- un simbolo 49b, con area completamente del secondo colore (nell’esempio, quindi, un rettangolo di altezza massima completamente rosso).
Nell’esempio non è previsto il ricettacolo vuoto 45a ed i simboli 49a e 49b sono associati a ricettacoli immediatamente adiacenti; peraltro, è evidente che la soluzione è applicabile anche al caso di un caricatore con ricettacolo vuoto 45a.
All’atto del caricamento nel relativo alloggiamento del corpo mobile 30, un nuovo caricatore 40 deve essere ruotato manualmente in una posizione predefinita, sostanzialmente con modalità analoghe a quelle della prima forma di attuazione, tramite il sistema di posizionamento comprensivo della sede 37, con il relativo cursore 37a e molla 37b (si veda figura 13); nella suddetta posizione predefinita, dalla finestra 38 risulterà visibile il simbolo 49a, verde nel nostro esempio, indicativo della quantità massima di dosi di detersivo disponibili; tale simbolo agevola anche l’utente nel corso dell’operazione di posizionamento manuale del caricatore 40, in quanto indica visivamente la posizione iniziale.
La rotazione del caricatore 40 causerà l’esposizione, attraverso la finestra 38, dei simboli 49, con parte verde progressivamente minore e parte rossa progressivamente maggiore, onde informare visivamente l’utilizzatore, in modo intuitivo, in merito alla progressiva diminuzione delle dosi utili di agente di lavaggio; quando in corrispondenza dell’apertura 33a si troverà l’ultimo ricettacolo 45 contenente detersivo, in corrispondenza della finestra 38 si troverà il ricettacolo 49b, completamente rosso, così da avvertire l’utente in relazione alla necessità di sostituzione del caricatore 40.
Naturalmente i suddetti simboli 49 possono essere di qualsiasi altra tipologia idonea allo scopo, grafica e/o alfabetica e/o numerica (ad esempio in forma di numerazione decrescente, in modo da avvertire l’utente tramite una sorta di “conto alla rovescia” oppure tramite scritte di stato, quali “pieno”, “vuoto”, eccetera) e/o colori differenti o di differente tonalità, ad esempio crescente e/o decrescente .
Si noti che il dispositivo 10 in accordo alle forme di attuazione in precedenza descritte può essere eventualmente installato anche su di una delle pareti laterali della vasca 3, preferibilmente dotata di relativa imbutitura, in posizione intermedia tra due cestelli porta-stoviglie.
Nelle figure 30 e 31 è illustrata una quarta forma di attuazione inventiva, in accordo alla quale il corpo mobile del dispensatore è incernierato al corpo fisso, in modo da fungere da sportellino ribaltabile. Tale soluzione offre la possibilità di montare il dispensatore in una qualsiasi posizione della controporta o di una parete fissa della vasca di lavaggio della macchina, anche in una regione non prossima al bordo frontale di tali controporta o pareti; tale opzione risulta particolarmente utile anche al fine di poter meglio posizionare il dispensatore in corrispondenza dei getti di lavaggio 7 e/o in una posizione che non interferisca con un cestello porta-stoviglie o limiti la capacità di quest’ultimo. Come visibile in figura 30, nell’esempio il dispositivo 10 è fissato alla controporta 4a della lavastoviglie 1.
Come visibile in figura 31, la porzione a flangia 32 del corpo mobile, qui indicato con 30’, è dotata di due perni di incernieramento, indicati con 39, destinati all’inserimento in rispettive sedi S formate nel corpo fisso, qui indicato con 20’. In questa realizzazione, sulla faccia della porzione a flangia 32 destinata ad affacciarsi al corpo fisso 20’ è inoltre preferibilmente prevista una sede anulare 32b per una guarnizione 32c. Il corpo fisso 20’ risulta dotato, dalla parte opposta rispetto alle sedi S, di una aletta di aggancio 29, destinata a cooperare elasticamente con la sede 37, al fine di ritenere il corpo mobile 30’ in posizione chiusa, consentendone al contempo l’apertura manuale.
Anche nella quarta forma di attuazione il dispositivo 10 non risulta dotato del dispositivo di comando manuale in precedenza descritto, in quanto l’accoppiamento ed il disaccoppiamento tra il sistema di trasmissione ed il caricatore 40 viene ottenuto sfruttando il movimento angolare di apertura e chiusura del corpo mobile 30’. Come visibile in figura 31, in questo caso, il sistema di trasmissione comprende solo l’organo 61, l’elemento di accoppiamento 66 ed una molla 62’, operante tra un fondo dell’elemento 66 ed il coperchio 90 del dispositivo 10. La molla 62’ sollecita costantemente l’elemento 66 verso il basso, onde garantire l’ingranamento o accoppiamento dei denti 67 con i denti 47 del caricatore 40, quando il corpo mobile 30’ viene portato in posizione di chiusura; ovviamente, l’apertura del corpo 30’ determina anche il disimpegno tra i denti 47 e 67. Per il resto, il funzionamento del dispositivo 10 in accordo alla quarta forma di attuazione avviene con modalità simili a quelle precedentemente descritte. La molla 62’ consente all’elemento 66 di spostarsi all’occorrenza verso il coperchio 90, permettendo - quando richiesto nel funzionamento - il sollevamento dei denti 67, che possono in tal modo “scavalcare” i denti 47 con modalità analoghe a quelle precedentemente descritte; la molla 62’ consente inoltre di compensare eventuali tolleranze di posizionamento dei denti 67 rispetto ai denti 47 del caricatore 40, in particolare durante la fase di chiusura dell’elemento mobile 30’.
Nelle figure 32-34 è illustrata una quinta forma di attuazione inventiva, simile alla quarta forma di attuazione, ma utilizzante una diversa tipologia di attuatore ed un diverso sistema di trasmissione.
In questa implementazione è previsto l’impiego di un motore elettrico 50”, eventualmente integrante un motoriduttore, avente un albero 51” sostanzialmente coassiale all’asse di rotazione del caricatore 40, ed è previsto un organo di trasmissione tubolare 61”, il cui corpo presenta una parte superiore a flangia 61a”, destinata a poggiare sull’estremità superiore della sede 24 del corpo fisso 20’, ed una porzione inferiore cilindrica 61b”, atta all’inserimento nella suddetta sede 24; la porzione cilindrica 61b” presenta in corrispondenza del bordo inferiore una serie di denti 67’, destinati a cooperare con i denti del caricatore, qui indicati con 47’. All’interno della porzione cilindrica 61b” è formata una sede centrale 61c”, a fondo chiuso, atta a ricevere una molla 62” ed una regione di estremità dell’albero 51a” del motore 50”, la sede e l’albero essendo di sezione sostanzialmente complementare e non circolare; tale configurazione consente sostanzialmente una connessione in presa diretta tra l’albero 51” del motore e l’organo di trasmissione tubolare 61”.
In questo caso la rotazione dell’albero 51” viene trasferita al caricatore tramite il solo organo 61”, che è mobile angolarmente e suscettibile di leggero movimento assiale, grazie alla presenza della molla 62”. La molla 62” sollecita costantemente l’organo 61” verso il basso, onde garantire l’ingranamento dei denti 67’ con i denti 47’ del caricatore 40, quando il corpo mobile 30’ viene portato in posizione di chiusura. Anche in questa realizzazione l’apertura del corpo 30’ determina il disimpegno tra i denti 47’ e 67’; si noti che l’organo 61”, molleggiato tramite l’elemento elastico 62” posto tra l’albero motore 51” ed il fondo chiuso della sede 61c”, consente di compensare la eventuale posizione leggermente sfalsata tra i denti 47’ e 67’ nella fase d'inserimento del caricatore; al primo ciclo di attuazione, la posizione dei denti si assesta automaticamente, come nelle precedenti realizzazioni.
Si noti altresì che il sistema di trasmissione illustrato nelle figure 32-34 si presta ad un azionamento del motore 50” in un unico verso di rotazione, senza necessità di un ciclo di attuazione con rotazione inversa per il riposizionamento dell’organo 61” (peraltro, un azionamento del motore con rotazione inversa rispetto a quella di normale funzionamento può essere previsto in caso di necessità, considerata la presenza della molla 62”).
Le figure 33 e 34 illustrano in maggior dettaglio i denti 47’, 67’, che sono di conformazione diversa rispetto ai denti delle forme di attuazione precedenti (ossia con profilo frontale diritto, anziché a spiga), ed in numero diverso. Anche nel presente esempio la serie di denti 67’ realizza una corona completa, ovvero si sviluppa per l’intera circonferenza della porzione cilindrica 61b”; si noti peraltro che i denti 67’ potrebbero essere in numero minore e distribuiti in modo diverso.
Le forme dei denti o, più in generale, dei mezzi di accoppiamento separabile tra un organo di comando ed un organo comandato delle varie versioni del dispositivo secondo l’invenzione sono intercambiabili, ed eventualmente di configurazione diversa da quelle qui esemplificate. Ad esempio, nelle figure 35-37 è illustrata una ulteriore possibile forma di realizzazione dei suddetti mezzi di accoppiamento separabile, che comprendono in questo caso una serie alternata di rilievi 47a e cave 47b definiti sulla superficie interna della porzione tubolare centrale 41 del caricatore 40, ed una omologa serie di serie alternata di rilievi 67a e cave 67b definiti sulla superficie esterna della porzione inferiore cilindrica 61b” dell’organo 61”. Una tale realizzazione, in cui i suddetti rilievi e cave hanno preferibilmente un profilo sostanzialmente a triangolo o a trapezio isoscele, ovvero con profili o piani inclinati, garantisce un agevole inserimento ed il centraggio reciproco tra le parti in movimento. L’esempio evidenzia quindi un accoppiamento realizzato in un verso prevalentemente radiale rispetto all'asse di attuazione, anziché in un verso prevalentemente assiale come per le versioni precedenti (in pratica, in questo esempio, l’accoppiamento è di tipo sostanzialmente misto, in parte di tipo radiale ed in parte di tipo assiale).
Nelle figure 38-40 è illustrata una ulteriore possibile forma di realizzazione dei mezzi di accoppiamento separabili tra l’organo di trasmissione 61” ed il caricatore 40 di tipologia diversa da quelle precedentemente illustrate. In questo caso, sulla superficie esterna della porzione cilindrica inferiore 61b” dell’organo 61” è formata una scanalatura o sede assiale, indicata con 67”; tale sede 67” è suscettibile di ricevere un rilievo assiale 47” di forma sostanzialmente complementare, formato sulla superficie interna della porzione tubolare centrale 41 del caricatore 40, come visibile in figura 40. Per il resto, il principio di funzionamento del sistema di attuazione e trasmissione è analogo a quello precedentemente descritto con riferimento alla quinta forma di attuazione.
I sistemi di accoppiamento di cui alle figure 35-37 e 38-40 sono particolarmente indicati per i casi in cui il dispensatore secondo l’invenzione sia predisposto affinché il caricatore venga innestato manualmente sull’organo di trasmissione 61”, come nelle forme di attuazione in seguito descritte con riferimento alle figure 43-45 o 49-51. In tali applicazioni il passaggio del sistema di attuazione o trasmissione tra le rispettive condizioni operativa ed inoperativa è quindi ottenuto rimuovendo ed inserendo il caricatore rispetto all’alloggiamento 31, particolarmente tramite operazioni manuali dell’utente.
In una forma di realizzazione vantaggiosa, il sistema o dispositivo di rilevazione, in particolare della presenza e/o posizione e/o movimento del caricatore 40, può essere predisposto per cooperare con un organo mobile del dispensatore 10 diverso dal caricatore. Un esempio di rilevazione della posizione del caricatore 40 è evidenziato in figura 41, in abbinamento ad un organo di trasmissione del tipo simile a quello precedentemente indicato con 61” nelle figure 38 e 39.
In accordo ad una soluzione di per sé inventiva, il citato sistema di rilevazione comprende un trasduttore di posizione e/o movimento, in particolare di tipo “encoder”, ossia un dispositivo atto a codificare e/o rilevare condizioni di stato del caricatore 40, quali le sue posizioni angolari, ad esempio traducendole in dati di tipo digitale.
Il citato sistema di rilevazione è preferibilmente predisposto per rilevare almeno una posizione durante e/o a seguito di un movimento, in particolare di almeno un organo di trasmissione del dispensatore e/o di un relativo supporto delle dosi di sostanza.
Come si vedrà, nell’esempio ora descritto, il rilevatore comprende un unico sensore ma, in altre possibili realizzazioni, il sistema a encoder può comprendere una pluralità di sensori o simili componenti elettronici di rilevazione. Nell’esempio viene descritto un sensore di tipo digitale, ma in altre possibili realizzazioni può essere utilizzato un trasduttore di tipo analogico, o ancora una combinazione di trasduttori analogici e trasduttori digitali.
Il caso esemplificato in figura 41 si riferisce ad un encoder ottico, particolarmente di tipo incrementale, e comprende un unico sensore 70, fungente da unità di rilevazione, di realizzazione analoga ai sensori 70a-70c, ed un anello o corona di rilevazione o eccitazione indicato con A, montato o formato o associato al corpo dell’organo 61”, particolarmente sulla sua parte cilindrica 61b”; l’anello A è codificato mediante una serie di intagli o cave B sulla sua parete cilindrica, che si aprono radialmente. Tali intagli o cave, che costituiscono degli elementi di eccitazione per il sensore 70, possono naturalmente essere di tipologia diversa da quella illustrata, ad esempio in termini di orientamento e/o struttura. L’anello A può eventualmente avere forma diversa da quella rappresentata, ad esempio contraddistinta da variazioni dimensionali proporzionali o associabili alle varie posizioni angolari, similmente a quanto verrà in seguito descritto con riferimento ad esempi di trasduttori di tipo analogico.
Il sensore 70, che è preferibilmente montato in corrispondenza di una rispettiva finestra trasparente (non rappresentata) formata nel corpo 20’ o nella sede 24, si affaccia sulla regione dell’anello A in cui sono presenti gli intagli B; l’organo 61” potrebbe anche essere conformato o montato in modo tale per cui l’anello di rilevazione A si estenda all’esterno della sede 24, nella parte protetta o interna del dispositivo in cui sono allocati i suoi componenti elettrici.
In presenza di un intaglio di fronte al sensore 70, la radiazione proveniente dal relativo emettitore non sarà riflessa al ricevitore; viceversa, in presenza di una parte piena di fronte al sensore 70, il ricevitore di quest’ultimo risulterà eccitato. In base a tale principio di funzionamento è possibile rilevare il movimento e la posizione angolare dell’organo 61”, e quindi del caricatore 40, atteso che organo 61” e caricatore 40 sono associati in posizione univoca, stante il tipo di accoppiamento tra la sede 67” ed il rilievo assiale 47” del caricatore 40 (si veda figura 40).
Naturalmente in questa implementazione l’anello A è codificato, in via esemplificativa e schematica, tramite gli intagli B in funzione del tipo di informazione che si vuole fornire all’utilizzatore (velocità rotazione caricatore, caricatore esaurito, caricatore contenente ancora “n” dosi, verso di rotazione, eccetera); una stessa o differente codifica può comunque essere atta alla rilevazione di più informazioni, anche di tipo differente.
Il sistema di controllo della macchina 1 o il circuito di rilevazione e/o controllo dedicato del dispositivo 10 è dall’altro lato predisposto per conteggiare ed interpretare gli impulsi o segnali rilevati tramite il sensore 70, al fine di gestire la corretta movimentazione del caricatore e/o fornire le necessarie indicazioni, preferibilmente memorizzando le informazioni o conteggi, in particolare in una memoria non volatile. Ad esempio, rilevando il solo numero di impulsi è possibile determinare quale sia il ricettacolo/dose posizionato in corrispondenza dell’apertura di erogazione, mentre rilevando il punto di transizione del segnale da uno stato all’altro (ad esempio da un livello elettrico a tensione minore ad un livello elettrico a tensione maggiore) è possibile determinare anche l’esatta posizione angolare del caricatore. La posizione degli intagli B è quindi tale da consentire al sistema di controllo di poter - ad esempio -arrestare il motore 50” quando un ricettacolo 45 o dose 46 sono perfettamente posizionati o centrati sull’apertura di scarico 33a.
Si noti che gli intagli B potrebbero essere sostituiti da rilevi dell’anello A, oppure essere in numero e/o posizione differente da quanto esemplificato; l’anello A potrebbero anche essere codificato tramite un’alternanza di settori opachi e trasparenti o riflettenti, anziché tramite cave e/o rilievi di un corpo opaco; in questo caso almeno l’anello A, o la parte mobile del dispensatore che lo integra, potrebbe essere formato in materiale trasparente, con inserti opachi in corrispondenza dei punti di interesse ai fini dell’eccitazione del sensore 70, oppure potrebbe montare o integrare un inserto o anello in materiale riflettente con settori ricoperti o oscurati.
Il trasduttore di posizione e/o movimento o sistema a encoder sopra descritto è di tipo incrementale, ossia atto a rilevare una serie di impulsi o segnali a seguito della rotazione dell’organo 61” e dove il dato relativo alla posizione del caricatore associato è conseguenza di un conteggio sequenziale di tali impulsi, effettuato dal sistema di controllo che sovrintende al funzionamento del dispensatore. Tale tipo di rilevazione richiede preferibilmente l’archiviazione del dato di posizione e/o movimento in un mezzo di memoria non volatile, onde poter conservare l’informazione quando la macchina di lavaggio viene spenta o in caso di momentanea assenza di alimentazione elettrica.
A tale scopo, in una variante non raffigurata l’organo di trasmissione 61” e/o il relativo anello di eccitazione A realizzano almeno parte di un rilevatore encoder di tipo assoluto, ossia del tipo atto a generare un codice univoco per ogni posizione angolare dell’organo controllato. In tale variante, ad esempio, l’anello A dell’organo 61” può prevedere un numero di cave e/o rilievi maggiore rispetto a quanto illustrato, atti alla generazione di dati codificati aventi in particolare la finalità di definire in modo esatto la posizione angolare dell’organo stesso, e quindi del relativo caricatore. In tale variante ad ogni settore angolare dell’organo 61” - preferibilmente corrispondente ad un rispettivo settore angolare del caricatore impiegato - può essere associato un codice univoco, ad esempio di tipo binario o di tipo Gray. In tale tipologia di encoder assoluto può inoltre risultare vantaggiosa la previsione nell’organo 61” di una seconda serie di cave e/o rilievi e di un relativo secondo sensore, per fornire sostanzialmente un segnale di “clock”, onde sincronizzare la lettura dei suddetti dati codificati. A tal fine possono essere appunto previsti, ad esempio, due sensori 70 affiancati tra loro, e due serie di tacche e rilievi, anch’essi affiancati, e dove un sensore legge i dati codificati di posizione (definiti dalla prima serie di cave/rilievi) e l’altro sensore legge il segnale di sincronizzazione (definiti dalla seconda serie di cave/rilievi). Si consideri tuttavia che il detto sensore o segnale di sincronizzazione potrebbe anche essere omesso, effettuando la sola lettura dei dati codificati, ad esempio con un controllo in relazione al tempo, preferibilmente in riferimento alla velocità di movimento o rotazione del motore e/o del mezzo o elemento di eccitazione rappresentato dall’anello A, quali ad esempio dei valori predefiniti di velocità di rotazione o movimento.
L’utilizzo di un encoder di tipo assoluto presenta il vantaggio di non richiedere necessariamente una memorizzazione del conteggio degli impulsi generati dai mezzi di eccitazione, come preferibilmente avviene invece nel caso di un encoder incrementale, con un conseguente risparmio nel circuito o sistema elettronico di controllo.
La soluzione con dispositivo o sistema di rilevazione, ed in particolare con encoder di tipo incrementale o assoluto, evita anche che il caricatore 40 debba necessariamente essere portato manualmente, all’atto del caricamento, in una determinata posizione angolare, in quanto il sistema o circuito di controllo può essere predisposto - se necessario - per comandare in modo autonomo il motore 50”, al fine di posizionare il caricatore 40 nella predefinita posizione di partenza, proprio grazie alla presenza del sistema di rilevazione.
Nel primo ciclo di funzionamento che segue l’installazione di un nuovo caricatore il suddetto sistema o circuito di controllo provvede a comandare una rotazione o movimento del motore 50” sino a rilevare la suddetta posizione di partenza, indicata, ad esempio, tramite due cave B più prossime tra loro rispetto alle altre, oppure tramite un codice binario o un codice Gray corrispondente al dato della posizione di partenza. A partire da tale punto il sistema di controllo provvede a rilevare e/o conteggiare, con le elaborazioni del caso ed eventuale memorizzazione in un mezzo di memoria non volatile, i vari impulsi generati dal sensore 70 a seguito della rotazione del motore, e quindi del caricatore, corrispondenti ai cicli di erogazione, con la conseguente possibilità di segnalare l’approssimarsi dell’esaurimento del caricatore stesso, o il suo esaurimento definitivo; naturalmente il sensore 70 (o la detta coppia o pluralità di sensori 70, ad esempio in caso di alcune versioni di encoder assoluto) è anche idoneo a rilevare la centratura di un ricettacolo sull’apertura di scarico. Il sistema o circuito di controllo è naturalmente programmato e predisposto allo scopo suddetto: in una forma di attuazione, ad esempio, l’informazione relativa al fatto che un nuovo caricatore pieno è stato posto nel dispositivo 10 può essere fornita manualmente dall’utente, ad esempio agendo su di un mezzo di comando (quale un pulsante). In alternativa il dispensatore può essere equipaggiato di ulteriori mezzi sensori, ad esempio ottici, per rilevare in modo autonomo la sostituzione di un caricatore esaurito.
Vantaggiosamente l’apparato che monta il dispensatore è atto a rilevare e/o segnalare all’utente la quantità o stato del caricatore o supporto, in particolare a seguito della rilevazione della posizione o movimento del caricatore o supporto nel dispensatore.
L’anello di eccitazione A può essere eventualmente costituito da un elemento indipendente o amovibile rispetto alla parte del dispensatore fissata all’apparato elettrodomestico; ad esempio, un tale anello di eccitazione A può essere montato o associato in modo rimuovibile per essere movimentato direttamente o indirettamente da un organo mobile del sistema di attuazione/trasmissione del dispensatore 10. In un’altra soluzione, Altra possibilità è quella di associare o montare in modo rimuovibile l’anello A, o altro elemento di eccitazione che lo sostituisce, direttamente al caricatore 40. Quest’ultima possibilità, anch’essa autonomamente inventiva, è evidenziata nella precedente figura 32, in cui viene appunto previsto un anello A destinato ad essere associato o montato sul caricatore 40 e codificato mediante una serie di intagli o cave B lungo la sua circonferenza, che si aprono in corrispondenza della faccia superiore dell’anello stesso (la figura 32 illustra un anello di eccitazione per un encoder incrementale, ma il medesimo concetto è chiaramente applicabile nel caso di un anello encoder di tipo assoluto, o nel caso di un anello di eccitazione di altra tipologia).
Il sensore 70 in questo caso è montato in corrispondenza di una rispettiva finestra (non rappresentata) formata nella parete 21 del corpo fisso del dispensatore, e si affaccia sulla regione dell’anello A in cui sono presenti gli intagli B. Naturalmente in questo caso il sensore 70 è anche idoneo a rilevare la presenza del caricatore 40, secondo le modalità in precedenza chiarite.
Il sistema di rilevamento può essere di tipo differente da quello esemplificato, e comprendere ad esempio un sensore magnetico anziché ottico, ovvero con un sensore di posizione che rileva un campo magnetico o una variazione di campo magnetico.
Una possibile versione di un sistema di rilevamento con encoder a sensore magnetico è evidenziata in figura 42, in cui è rappresentato un caricatore 40 cui è associato un anello periferico A’ codificato mediante settori o aree discrete N e S più o meno magnetizzate in modo permanente, ed un sensore o unità di rilevazione di campo magnetico 110, destinata ad essere associata al corpo fisso del dispensatore.
Nel caso esemplificato l’anello A’ è magnetizzato a settori alternati, ovvero con polarità Nord e Sud alternate, ed il rilevatore magnetico 110 è del tipo ad effetto di Hall (ma potrebbe essere eventualmente di altro tipo, quale un Reed magnetico, un sensore induttivo o altro); naturalmente l’anello A’ potrebbe essere di qualunque tipologia differente da quella illustrata, ferma restando la sua capacità di indurre un segnale, quali variazioni magnetiche o induttive in un opportuno sensore. Si noti che alcuni sensori utilizzabili nell’applicazione qui proposta, ad esempio di tipo induttivo o ad effetto di Hall, comprendono un magnete permanente all’interno del sensore stesso, il quale eccita continuamente l’elemento sensore; l’avvicinamento/allontanamento di una massa metallica, ad esempio in forma di inserti o denti in ferro in una ruota fonica, induce in tal modo una variazione del campo magnetico permanente, la quale viene rilevata dal sensore. In altre parole, quindi, in tali varianti di realizzazione, l’anello di eccitazione non genera direttamente un campo di eccitazione, limitandosi a perturbarlo; in tale ottica, pertanto, le funzioni dell’anello A, A’ potrebbero essere realizzate da un anello metallico opportunamente sagomato oppure da inserti in materiale ferromagnetico non magnetizzato.
L’anello A’, o la parte del corpo del caricatore su cui esso è montato o integrato, può essere ad esempio formato in plastoferrite, ossia un materiale termoplastico stampato o sovrastampato con la forma voluta e poi magnetizzato nel modo e verso preferito (numero e posizione dei settori, verso e polarità del campo magnetico dei settori, eccetera), anche di forma differente da quella raffigurata.
Ovviamente i suddetti settori, disposti in corrispondenza dei ricettacoli 45, potrebbero essere sostituiti da inserti magnetizzati o ferromagnetici dell’anello A’ o del corpo del caricatore 40.
Nel caso esemplificato il rilevatore 110 comprende un corpo esterno 111 (rappresentato parzialmente sezionato), preferibilmente in materiale isolante, quale un materiale termoplastico, che realizza anche parte di un connettore elettrico, nel quale è inserito un circuito stampato 112 che monta un sensore o chip magnetico 113 ad effetto di Hall; il circuito stampato 112 realizza anche parte del suddetto connettore elettrico, tramite piste elettricamente conduttive presenti su di esso; il rilevatore 110 può eventualmente comprendere o integrare un circuito elettronico, ad esempio analogico e/o digitale di trasformazione o amplificazione o filtraggio o controllo di segnale; ed il sensore magnetico 113 può essere di tipo analogico o digitale.
Naturalmente anche un rilevatore o un encoder di tipo magnetico o induttivo, può essere operativamente associato, anziché al caricatore 40, ad un organo del sistema di attuazione/trasmissione del dispensatore, quale ad esempio l’organo 61”, similmente al caso di figura 41, o nel caso di un elemento di eccitazione indipendente/rimuovibile, similmente al caso di figura 32. Anche nel caso di un rilevatore di tipo magnetico, gli elementi di eccitazione potrebbero essere in numero e/o disposizione tale da realizzare almeno parte di un encoder di tipo assoluto.
Si apprezzerà inoltre che, in caso di impiego di un sistema di rilevazione della presenza e/o posizione e/o movimento angolare del caricatore basato su mezzi sensori induttivi o di campo magnetico non è necessario prevedere finestre del tipo indicato con 21b-21c in figura 5 e che la parete superiore 43 del caricatore 40 (figura 10), se presente, non deve necessariamente essere trasparente (si noti che inserti magnetizzati o ferromagnetici potrebbero essere previsti su o in tale parete 43, in corrispondenza dei ricettacoli, onde eccitare un sensore montato nella regione superiore del corpo fisso del dispositivo).
L’anello A o A’, quando previsto per il montaggio sul caricatore 40, è preferibilmente dotato di mezzi, quali agganci o rilievi, atti a renderlo solidale al caricatore stesso, in una predefinita posizione. Tale soluzione consente, ad un utente, ad esempio, un agevole montaggio e/o rimozione di tale anello A o A’ sul supporto o caricatore 40, quale il montaggio su di un caricatore nuovo e/o la rimozione da un caricatore esaurito, al fine di un successivo riutilizzo dell’anello stesso.
In tale ottica, ad esempio, l’anello A, A’ può essere inserito ad interferenza sul caricatore 40, in una posizione univoca determinata da sedi e/o risalti tra le parti. L’anello può comprendere parti o rilievi atti ad inserirsi o accoppiarsi con il caricatore, per determinare l’esatto posizionamento reciproco. In un esempio non raffigurato, ad esempio, l’anello presenta una parte atta ad inserirsi almeno in parte all’interno di un ricettacolo, preferibilmente il ricettacolo vuoto 45a, in modo da far coincidere tale posizione con le rispettive tacche di azzeramento dell’encoder; la stessa parte, preferibilmente si estende sino al contatto con i due setti 44 che delimitano il settore vuoto 45a, in modo da determinare anche l’esatto posizionamento angolare.
Nelle figure 43-45 è illustrata una sesta forma di attuazione inventiva, in cui -come visibile particolarmente in figura 43 - l’alloggiamento 31 per il caricatore 40 è ricavato nel corpo fisso, qui indicato con 20”, all’uopo dotato di una parete periferica 22” che si diparte dalla superficie della parete principale 21 opposta a quella su cui è montato il motore 50”, con il relativo sistema di trasmissione; nella versione preferenziale, l’altezza della parete 22’ è tale da consentire di l’alloggiamento completo del caricatore.
In questa realizzazione il corpo mobile, indicato con 30”, è configurato come coperchio appiattito, scorrevole secondo un piano sostanzialmente perpendicolare rispetto all’asse di rotazione del caricatore 40, ma incernierato o comunque vincolato per compiere spostamenti angolari (si noti che il corpo mobile 30” potrebbe comunque essere montato per compiere movimenti di altro tipo, ad esempio almeno in parte lineari).
Nell’esempio, dalla parete 21 del corpo fisso 30” si eleva una appendice R recante un perno di incernieramento P, destinato all’accoppiamento con una relativa sede o foro F formato in una sporgenza radiale 30a” del corpo mobile 30”. In una zona diametralmente opposta all’appendice R, il corpo fisso presenta un’aletta di aggancio L, mentre in una regione diametralmente opposta alla sede F il corpo mobile 30” reca, sulla sua superficie esterna, un intaglio 30b”; l’aletta L è dotata di un rispettivo dente o rilievo, non visibile, suscettibile di impegnarsi elasticamente nell’intaglio 30b”, al fine di mantenere il corpo 30” in posizione di chiusura dell’alloggiamento del caricatore, come in figura 44; sfruttando la possibilità di deformazione elastica dell’aletta di aggancio L è poi possibile muovere il corpo 30”, con uno scorrimento angolare rispetto al corpo fisso 20”, onde consentire l’accesso all’alloggiamento del caricatore 40, come in figura 45.
Come si evince, quindi, il corpo o coperchio 30”, mobile angolarmente attorno ad un perno, consente di aprire e chiudere in modo completo una sede circolare di alloggiamento del serbatoio o caricatore dell’agente di lavaggio.
Il sistema di trasmissione del dispositivo secondo la sesta forma di attuazione è sostanzialmente analogo a quello della quinta forma di attuazione, ma prevede mezzi di accoppiamento separabili tra l’organo di trasmissione 61” ed il caricatore 40, del tipo illustrato nelle figure 38-40. Per il resto, il principio di funzionamento del sistema di attuazione e trasmissione è analogo a quello precedentemente descritto con riferimento alla quinta forma di attuazione.
Nelle figure 43 e 45 sono inoltre visibili due possibili realizzazioni alternative di una spia di segnalazione volta a consentire il controllo visivo della quantità di dosi di detersivo presenti nel caricatore 40. Nel caso di figura 43 la suddetta spia comprende una finestra trasparente 38” formata nel corpo 30”, che si estende in modo sostanzialmente radiale tra la zona centrale del corpo stesso e l’apertura 33a di erogazione del detersivo; tale finestra si affaccia su di una spia ottica, ad esempio associata alla parete di fondo o di estremità 61e dell’organo di trasmissione 61”, su cui è raffigurata una sagoma circolare suddivisa in settori, ciascuno in corrispondenza di un rispettivo ricettacolo 45 del caricatore 40; similmente a quanto descritto con riferimento alla figura 20, due settori adiacenti sono interamente di un primo ed un secondo colore, ad esempio verde e rosso, mentre i restanti settori includono regioni di dimensioni variabili nei due colori.
La configurazione dell’organo 61” e della parte cilindrica centrale del caricatore 40 è tale per cui, nella condizione operativa del dispositivo 1, il detto organo è inserito pressoché completamente nella detta parte centrale, cava, in modo tale per cui suddetta parete 61e” si affaccia sulla finestra trasparente 38” formata nel corpo 30”; nella configurazione di figura 43 il caricatore 40 ha quindi preferibilmente una parte centrale cilindrica cava. Quando un caricatore pieno 40 si trova nella posizione di partenza (impostata manualmente o in modo automatico tramite controllo del motore 50”) dalla finestra 38” è quindi visibile il settore interamente verde presente sulla parete 61e”. La rotazione controllata del caricatore 40 determina via via l’esposizione, attraverso la finestra 38”, di settori con regioni verde e rossa di ampiezza diversa, in modo da informare visivamente l’utilizzatore in merito alla progressiva diminuzione delle dosi utili di agente di lavaggio; quando in corrispondenza dell’apertura 33a si troverà l’ultimo ricettacolo contenente detersivo, in corrispondenza della finestra 38” si troverà il settore interamente rosso, così da avvertire l’utente in relazione alla necessità di sostituzione del caricatore 40.
Come si vede, in tale realizzazione l’indicatore ottico è interamente associato alla parte di dispensatore fissata all’elettrodomestico, ed in particolare ad un componente mobile del suo cinematismo di trasmissione/azionamento. Si noti che al suddetto componente mobile potrebbe essere associato un indicatore ottico del tipo visibile in figura 20 (ad esempio sulla parte cilindrica dell’organo 61” o altro componente che ne fa le funzioni).
In figura 45 è invece illustrato il caso di integrazione in un caricatore 40 di un indicatore ottico di tipo simile a quello di figura 43; in questo caso la porzione tubolare centrale del caricatore 40 è dotata di un parete di chiusura 40a, sulla quale è presente il suddetto indicatore ottico. Come si intuisce, il tipo di rilevazione visiva della variante di figura 45 è del tutto analogo a quello poco sopra descritto in relazione alla figura 43.
Naturalmente anche nel caso delle varianti delle figure 43 e 45 la simbologia associata ai vari settori di indicazione presenti sulla parete 61e o 40a può essere di qualsiasi tipologia idonea allo scopo, quale ad esempio una numerazione decrescente.
Il dispositivo 10 in accordo alla sesta forma di attuazione viene preferibilmente installato su una delle pareti laterali della vasca 3, oppure sulla controporta 4a dello sportello 4; nel caso rappresentato in figura 43 il dispensatore 10 risulta anche dotato di un trasduttore di posizione o encoder, con anello A destinato al montaggio sul caricatore 40 e con sensore 70 associato alla parete 21.
Va ancora segnalato che l’indicatore o spia ottica di cui alla figura 20 potrebbe essere formato su di un elemento separato o indipendente, associato in modo rimuovibile al caricatore 40, in modo simile all’anello A o A’. Altra possibilità ancora è quello di associare l’indicatore di figura 20 ad un organo di trasmissione che svolge le funzioni di quelli in precedenza indicati con 61, 61’ o 61”, ma che avvolge o circonda il caricatore; un tale organo sarà dotato di denti o altri mezzi di impegno atti a cooperare con il perimetro esterno del caricatore stesso, ad esempio con le estremità dei setti radiali 44, anziché nella parte centrale come nelle forme di attuazione qui descritte ed illustrate.
Nelle figure 46-48 è illustrata una settima forma di attuazione inventiva, in accordo alla quale un dispensatore 10 è dotato di un caricatore, qui indicato con 40’, avente ricettacoli aperti solo in direzione radiale, anziché secondo l’asse di rotazione del caricatore. In questa realizzazione il corpo del caricatore 40’ presenta una parete superiore ed una parete inferiore, indicate con 43’ e tra loro sostanzialmente parallele, una porzione tubolare centrale 41’ recante i denti 47 ed una serie di setti 44’ che si estendono radialmente dalla detta porzione centrale, sino in corrispondenza della circonferenza o perimetro esterno delle pareti 43’, in modo da delimitare i ricettacoli di contenimento dell’agente di lavaggio, uno dei quali indicato con 45’.
In questo caso l’apertura di erogazione del dispensatore, indicata con 33a’, è prevista sulla parete circonferenziale 31a della parte di corpo mobile 30, qui configurato come cassetto scorrevole. Come visibile in figura 48, nella parte interna dell’alloggiamento 31 per il caricatore 40’, la parete circonferenziale 31a è dotata di una sede per l’alloggiamento di una rispettiva guarnizione di tenuta, indicata con 34’, con relativa apertura 34a’, ed avente le funzioni della guarnizione 34 delle precedenti forme di attuazione, dove le aperture 33a’, 34a’ hanno forma e dimensioni sostanzialmente coincidenti con la sezione di apertura dei ricettacoli 45’. Le aperture 33a’, 34a’ e la guarnizione 34’ hanno profilo sostanzialmente rettangolare, per quanto disposte secondo un arco di circonferenza; anche in questa realizzazione, comunque, la guarnizione 34’ ha uno sviluppo longitudinale decisamente maggiore (preferibilmente triplo) rispetto alla larghezza delle aperture 33a’, 34a’ e/o della bocca dei ricettacoli 45’, con l’apertura 34a’ che è posizionata sostanzialmente al centro della sagoma della guarnizione 34’. In questa forma di realizzazione, inoltre, la guarnizione 34’ è preferibilmente dotata di rilievi o labbri 34b’ sporgenti verso l’interno dell’alloggiamento 31, destinati a cooperare in tenuta con il corpo del caricatore 40’, in corrispondenza dei bordi delle aperture dei tre ricettacoli 45’ affacciati alla guarnizione stessa.
Il dispensatore 10 secondo la settima forma di attuazione è atto al montaggio sia su di una parete orizzontale della vasca 3, quale la parete superiore 3a, che su di una parete verticale della vasca 3, quale una delle sue due pareti laterali o la controporta 4a. Anche in questo caso uno o più getti del liquido di lavaggio sono orientati in modo tale da poter colpire l’apertura di erogazione 33a’; in caso di montaggio del dispensatore sulla parete superiore 3a della vasca, tali getti possono provenire da un irroratore o da un ugello associato a tale parete, mentre nel caso di montaggio sulla controporta 4a, i getti possono provenire da un irroratore situato inferiormente al cesto porta-stoviglie superiore della lavastoviglie (in caso di macchine a due cesti).
Si noti che la soluzione che prevede l’impiego di un caricatore con ricettacoli aperti radialmente verso un’apertura di erogazione ricavata sulla parete periferica dell’alloggiamento per il caricatore stesso può essere implementata anche su dispositivi 10 con corpo mobile non configurato come cassetto scorrevole; in tale ottica è anche chiaro che l’apertura di erogazione 33a’ può essere formata in una posizione angolare diversa da quella esemplificata nelle figure 46-48, ed indipendentemente dal fatto che la parete circonferenziale dell’alloggiamento per il caricatore appartenga al corpo mobile (come ad esempio nella prima forma di attuazione) o al corpo fisso (come alla sesta forma di attuazione).
Nelle figure 49-51 è illustrata una ottava forma di attuazione inventiva, in accordo alla quale il dispensatore 10 è dotato di un caricatore di forma complessivamente svasata o troncoconica; il dispensatore 10 rappresentato ha una struttura sostanzialmente simile a quella della sesta forma di attuazione, con un sistema di trasmissione del tipo illustrato nelle figure 35-37, a parte la diversa conformazione del caricatore, qui indicato con 40”, ed eventualmente del relativo alloggiamento 31 formato nella parte di corpo fissa 20”.
Il caricatore 40” comprende in questo caso una porzione centrale 41” sostanzialmente del tipo illustrato in figura 35, ed una parete periferica 42” di forma trono-conica, tra la porzione centrale e la parete periferica estendendosi una pluralità di setti radiali, uno dei quali indicato con 44”; nell’esempio fornito, quindi, i ricettacoli, uno dei quali indicato con 45”, sono aperti assialmente, su entrambe le facce del caricatore 40”; il corpo del caricatore potrebbe in ogni caso avere anche una parete di fondo trasparente, in caso di sistema di rilevazione ottico, oppure una parete di fondo opaca, in caso di sistema di rilevazione magnetico o induttivo, come già spiegato.
Dall’altro lato, l’alloggiamento 31 formato nella parte di corpo fissa 20” del dispensatore 10 può avere forma sostanzialmente complementare al caricatore 40”, ovvero tronco-conica, sebbene ciò non sia strettamente indispensabile; a tale scopo, come si nota ad esempio nelle figure 50 e 51, la parete anulare 22” delimitante lateralmente l’alloggiamento 31 ha una superficie interna 22a” inclinata in modo coerente rispetto alla parete periferica 42” del caricatore. Si noti in ogni caso che la parete 22a” potrebbe anche non essere inclinata, ossia definire una alloggiamento cilindrico del tipo descritto in riferimento ad almeno alcuni dei precedenti esempi di realizzazione dell’invenzione.
Il dispensatore 10 in accordo alla ottava forma di attuazione è particolarmente indicato per il montaggio "in verticale", ad esempio sulla controporta 4a o su di una delle pareti laterali della vasca 3, al fine di agevolare lo scarico e/o deflusso della dose di agente di lavaggio contenuta nel ricettacolo 45” che si trova in corrispondenza dell’apertura di erogazione 33a, nonché il lavaggio del ricettacolo stesso: il fatto che la superficie interna della parete periferica 42” del caricatore 40” sia inclinata agevola evidentemente il deflusso dell’agente di lavaggio e del relativo liquido di asportazione, evitando rischi di ristagno.
Nelle forme di attuazione precedentemente descritte il caricatore contiene un unico detersivo, destinato ad essere erogato nel corso di una medesima fase di un ciclo di lavaggio, oppure in fasi distinte di un medesimo ciclo. In una possibile implementazione alternativa, tuttavia, il dispensatore può essere configurato per contenere almeno due diversi agenti di lavaggio, quali ad esempio un detersivo in senso stretto ed un additivo di risciacquo o brillantante.
Un tale caso è rappresentato schematicamente nella figura 52, in cui un dispensatore del tipo descritto precedentemente è associato ad un caricatore 40 dotato di primi ricettacoli, indicati con 45b, intervallati a secondi ricettacoli, indicati con 45c, contenenti rispettivamente un detersivo 46b ed un brillantante 46c, qui in forma solida. Nell’esempio di figura 52 i singoli settori 45b, 45c hanno uno sviluppo angolare che corrisponde alla metà dello sviluppo angolare dei settori precedentemente indicati con 45. In questo modo - ad esempio con riferimento al dispositivo 10 in accordo alla prima forma di attuazione - a seguito di una prima attivazione dell’attuatore 50 in corrispondenza dell’apertura 33a verrà posizionato un ricettacolo 45b, ai fini dell’erogazione del detersivo 46b nel corso di una fase di lavaggio; in un momento successivo, nel corso di una fase di risciacquo prevista dal ciclo di funzionamento della macchina 1, il sistema di controllo di quest’ultima comanderà una seconda attivazione dell’attuatore 50, in modo tale per cui in corrispondenza dell’apertura 33a venga portato un ricettacolo 45c, ai fini dell’erogazione del brillantante 46c.
E’ evidente che la variante di cui alla figura 52 è applicabile anche alle altre forme di attuazione descritte, stante la possibilità di controllare con precisione, tramite i mezzi sensori o a encoder descritti, il movimento angolare del caricatore; è parimenti evidente che un caricatore del tipo rappresentato in figura 52 è anche utilizzabile per erogare, in fasi successive di un ciclo di funzionamento della macchina, dosi diverse di un medesimo agente di lavaggio.
Nelle forme di attuazione dell’invenzione in precedentemente descritte le singole dosi di detersivo vengono disciolte ed asportate da almeno un getto di liquido di lavaggio prodotto da un irroratore della lavastoviglie 1; per tale ragione, ovviamente, sia la posizione del dispensatore (o meglio della sua apertura di erogazione), sia la conformazione e l’orientamento di almeno un orifizio dell’irroratore di interesse vengono convenientemente predefiniti in fase di progetto. Si segnala peraltro anche la possibilità di prevedere, nell’ambito della vasca di lavaggio 3, un apposito ugello statico, opportunamente alimentato con liquido e dedicato a realizzare l’asportazione dell’agente di lavaggio.
In una possibile implementazione pratica dell’invenzione, nel corso del ciclo di lavaggio operato dalla lavastoviglie 1 viene prevista una fase o passo in cui un getto 7 destinato a sciogliere ed asportare il detersivo abbia forza o pressione accresciuta rispetto al normale; a tale scopo il sistema di controllo della macchina viene predisposto per comandare l’aumento temporaneo del numero di giri del motore di una pompa di ricircolo cha alimenta gli irroratori, oppure per comandare un deviatore od un otturatore, al fine di indirizzare temporaneamente l'intero flusso del liquido di lavaggio - prodotto dalla detta pompa - verso l’irroratore dotato dell’orifizio di interesse. Tale fase con getti “rinforzati” avviene preferibilmente in concomitanza con la fase in cui il dispensatore 10 è indotto a muoversi per portare una dose verso l’apertura di erogazione, ovvero nella fase in cui l'agente di lavaggio viene esposto all'azione del getto di asportazione.
La presenza di un getto dedicato di asportazione del detersivo, per quanto preferita, non è strettamente indispensabile ai fini dell’implementazione dell’invenzione, ad esempio per i casi in cui il caricatore viene riempito manualmente da un utilizzatore, ad esempio con compresse di detersivo inserite in modo lasco nei ricettacoli; l’erogazione è in questo caso ottenibile per semplice gravità, tramite la caduta della compressa di detersivo sul fondo vasca, quando il ricettacolo di interesse viene portato in corrispondenza dell’apertura di erogazione; in alternativa potrebbe essere previsto un inserimento delle compresse con leggera interferenza nel caricatore, in modo che dopo un parziale o predefinito scioglimento queste possano cadere per gravità in vasca.
Il dispensatore secondo l’invenzione è naturalmente suscettibile di impiego su macchine lavastoviglie aventi uno o più irroratori (ad esempio tre, uno dei quali associato alla parete superiore della vasca).
In accordo ad una nona forma di attuazione inventiva, illustrata nelle figure 53-55, il sistema di attuazione/trasmissione del dispensatore è configurato per accoppiarsi in modo separabile ad un organo girevole recante l’apertura di erogazione 33a, che realizza una parete dell’alloggiamento 31; in tale caso, l’elemento del sistema di attuazione/trasmissione che pone in rotazione il suddetto organo girevole è preferibilmente configurato per estendersi almeno in parte nella porzione cava centrale del caricatore, pur senza accoppiarsi ad esso; il caricatore e l’alloggiamento sono inoltre configurati affinché il primo rimanga sostanzialmente immobile nel secondo. In accordo a tale implementazione, quindi, il caricatore rimane fermo, mentre è l’organo girevole che si muove, al fine di portare selettivamente l’apertura di erogazione in corrispondenza di ciascun ricettacolo contenente l’agente di lavaggio da erogare.
Il dispensatore delle figure 53-55 ha un corpo fisso 20” di conformazione sostanzialmente simile a quella illustrata con riferimento alla sesta forma di attuazione (figure 43-45), ossia con un alloggiamento 31 per il caricatore 40 ricavato nello stesso corpo fisso e delimitato da una parete periferica 22”; il corpo mobile 30” è in questo caso configurato nel complesso come uno sportello ribaltabile.
Come si vede, particolarmente in figura 55 il corpo mobile 30” comprende una prima parte, o cornice, indicata con 131, incernierata al corpo fisso 20”, ed una seconda parte, o organo girevole di erogazione, indicata con 132, montata sulla cornice 131 in modo da poter ruotare liberamente rispetto ad essa; l’organo di erogazione 132 può essere montato in modo rimuovibile sulla cornice 131, oppure le due parti possono essere vincolate tra loro, con libertà di movimento relativo, ad esempio tramite un’idonea sede o guida.
Nel caso esemplificato, il corpo fisso 20” presenta un’appendice a forcella S”, alla quale è imperniata una rispettiva appendice P” della cornice 131; dalla parte opposta rispetto all’appendice S”, il corpo fisso 20” presenta almeno un’appendice di aggancio L”, suscettibile di cooperare con un organo di aggancio R”, preferibilmente elastico e formato nella cornice 131 dalla parte opposta rispetto all’appendice P”, al fine di mantenere il corpo 30” in posizione di chiusura dell’alloggiamento 31. Nell’esempio la cornice 131 ha forma prevalentemente anulare e l’organo di erogazione 132 ha una parete di base discoidale 132a, in cui è formata l’apertura di erogazione 33a e la sede per la guarnizione di tenuta 34. Sono preferibilmente previsti ulteriori mezzi di tenuta, non raffigurati, tra la suddetta cornice 131 e l’organo di erogazione 132, quale ad esempio una guarnizione in elastomero, eventualmente di tipo O-ring.
Il sistema di trasmissione del dispensatore è di tipologia simile a quella illustrata in figura 32, ossia con un motore in presa diretta su di un organo di trasmissione 61” che sporge all’interno dell’alloggiamento 31; nel caso illustrato tale organo di trasmissione 61” è sostanzialmente configurato come nelle figure 36-37, ossia avente una serie alternata di rilievi e cave definiti su una sua superficie periferica esterna. Dall’altro lato, dalla parte centrale della parete di base 132a dell’organo di erogazione 132 si eleva un’appendice cilindrica tubolare 133, sulla superficie interna della quale sono formati una corona di rilievi e cave 47a, 47b simili a quelli descritti con riferimento alla figura 35 e suscettibili di cooperare con le cave ed i rilievi superficiali dell’organo di trasmissione 61”, ovvero complementari a questi ultimi.
Nella nona forma di attuazione il caricatore 40 non è dotato mezzi di accoppiamento separabile destinati a cooperare con il sistema di attuazione/trasmissione ed il dispensatore è dotato di un sistema di antirotazione per il caricatore stesso; a tale scopo, dalla figura 55 è possibile evincere come la parete di fondo dell’alloggiamento 31 definisca nel complesso una sagoma in negativo o di profilo complementare ad almeno parte di una faccia del caricatore 40; nell’esempio sono a tale scopo previste cave radiali 134, atte a ricevere parte dei setti radiali del caricatore 40, e sporgenze 135 sostanzialmente a settore circolare, atte ad essere ricevute in parte nei ricettacoli del caricatore 40; in questa implementazione, quindi, i ricettacoli del caricatore presentano una rispettiva parte non occupata dal detersivo, in cui le suddette sporgenze 135 possono essere ricevute. Si apprezzerà che i mezzi per impedire il movimento del caricatore all’interno dell’alloggiamento 31 o del dispensatore potrebbero essere di qualsiasi altra tipologia.
Nella forma di attuazione illustrata, infine, il dispensatore comprende un sistema di rilevazione o encoder del tipo precedentemente descritto; a tale scopo, nell’esempio illustrato, l’organo di erogazione 132 integra un anello di eccitazione A, suscettibile di cooperare con un sensore ottico, non visibile, che si affaccia tramite una rispettiva finestra trasparente all’interno dell’alloggiamento 31. Ovviamente il sistema di rilevazione o encoder potrebbe essere di altro tipo, ad esempio magnetico o induttivo, con caratteristiche analoghe a quanto descritto in riferimento ai precedenti esempi.
Ai fini dell’impiego, con la parte mobile 30” aperta, il caricatore 40 viene posizionato nell’alloggiamento 31, accoppiando l’apposita faccia del caricatore alle sedi 134 e sporgenze 135 formati nella parete di fondo dell’alloggiamento; a seguito di tale posizionamento all’interno della porzione tubolare centrale del caricatore 40 sporge una parte dell’organo di trasmissione 61”, come visibile in figura 54.
La parte mobile 30” può quindi essere chiusa, come visibile in figura 53; con tale chiusura anche l’appendice cilindrica 133 dell’organo di erogazione 132 si inserisce nella porzione tubolare centrale del caricatore 40, sino a che i suoi rilevi e cave 47a, 47b si accoppino con quelli dell’organo di trasmissione 61”; si noti che il preciso accoppiamento è ottenibile, all’occorrenza, ruotando leggermente a mano l’organo di erogazione 132 (oppure potrebbe essere ottenuto un accoppiamento o centraggio automatico in virtù dei piani inclinati dei suddetti rilievi e cave, i quali consentono un reciproco scorrimento e spostamento laterale, o rotazione dell’organo di erogazione 132); in tale fase l’anello A, se previsto, si insinua nello spazio esistente tra la parete periferica del caricatore 40 e la parete periferica dell’alloggiamento 31 (tale spazio è ben visibile in figura 54).
Nel corso del nomale funzionamento, il sistema o circuito di controllo che sovrintende al funzionamento del dispensatore aziona il motore di quest’ultimo, con l’organo di trasmissione 61” che quindi causa la rotazione dell’organo di erogazione 132. In questo modo la bocca di erogazione 33a viene portata selettivamente, di volta in volta, di fronte ad un determinato ricettacolo del caricatore 40, ai fini dell’erogazione del detersivo; gli spostamenti dell’organo 132 sono rilevabili e controllabili tramite il sistema di rilevazione o encoder, comprensivo dell’anello A, che consente di arrestare il motore quando necessario; ovviamente il sistema di rilevazione o encoder consente al sistema o circuito di controllo di rilevare la condizione di esaurimento del caricatore e, in generale, di adempiere a tutte le funzioni di rilevazione in precedenza descritte, quando richieste. Naturalmente, ai fini della sostituzione di un caricatore esaurito, l’utilizzatore non deve far altro che accedere all’alloggiamento 31 (tramite apertura della parte mobile 30”), rimuovere il caricatore esaurito e posizionare nell’alloggiamento un nuovo caricatore.
I mezzi di accoppiamento separabile tra l’organo di trasmissione 61” e l’organo di erogazione 132 possono naturalmente essere di tipologia diversa da quella illustrata, ed essere costituiti ad esempio da due serie di semplici denti ad accoppiamento prevalentemente frontale. Si apprezzerà inoltre che la parte mobile 30” potrebbe anche non essere incernierata o vincolata in modo permanente al corpo fisso 20”, ma configurata invece come coperchio completamente asportabile o rimuovibile; in tale ottica, ad esempio, la parte 30” può avere una cornice 131 dotata di mezzi predisposti per impegnarsi con omologhi mezzi formati nel corpo 20” (ad esempio un sistema di innesto a baionetta o filettato tra la cornice 131 e la parere 22” del corpo 20”).
Il dispensatore secondo la nona forma di attuazione può essere utilizzato sia con caricatori preconfezionati con dosi di detersivo, sia con caricatori nei ricettacoli dei quali l’utilizzatore immette le dosi di detersivo, ad esempio in forma di pastiglie, preferibilmente inserite in modo da non poter cadere per sola gravità, ovvero non venir erogate se non a seguito di un parziale scioglimento da parte di un fluido.
Nella figura 56 è illustrata una variante del dispositivo secondo la nona forma di attuazione, nella quale, al posto delle sedi 134, sono previsti rilevi o setti radiali, atti a realizzare un differente sistema di posizionamento per un diverso caricatore e/o realizzare distinti settori o ricettacoli, ad esempio simili ai settori o ricettacoli del caricatore precedentemente descritto, atti ad alloggiare le dosi dell’agente di lavaggio.
In tale variante, nell’ambito della regione circoscritta dalla parete 22” del corpo fisso 20”, sono previste due pareti tubolari o cilindriche, ed in particolare una parete centrale 141 ed una parete intermedia 142, coassiali tra loro e rispetto alla parete 22”; tra le due pareti 141 e 142 si estendono setti radiali 144, in modo da definire una serie di ricettacoli 145, atti a ricevere rispettive dosi di detersivo.
La presenza della parete 142 è considerata preferibile nel caso in cui l’organo di erogazione del dispositivo sia dotato dell’anello di eccitazione A (si vedano le precedenti figure 54 e 55), affinché tra la stessa parete 142 e la parte 22” possa posizionarsi il detto anello; tuttavia, in caso di diverso sistema di rilevazione (ad esempio del tipo ottico descritto con riferimento alla prima forma di attuazione o con encoder associato al sistema di trasmissione come in figura 41), i setti 144 potrebbero estendersi direttamente tra le pareti 141 e 22”.
In questa variante l’organo di trasmissione 61” sporge costantemente all’interno del volume cilindrico definito dalla parete 141, tale volume essendo inoltre atto a ricevere l’appendice 133 dell’organo di erogazione 132 di cui alle figure 54 e 55. Come si intuisce, quindi, il principio di funzionamento del dispensatore secondo la variante di figura 56 è analogo a quello descritto con riferimento alla nona forma di attuazione.
Il dispensatore secondo la variante di figura 56 è particolarmente indicato per i casi in cui nei singoli ricettacoli 145 vengano inserite manualmente le dosi di detersivo, ad esempio in forma di pastiglie aventi forma sostanzialmente complementare a quelle dei ricettacoli stessi. In ogni caso, anche nel caso della variante in esame potrà essere previsto l’impiego di un caricatore di concezione differente rispetto a quelli sinora illustrati, avente una configurazione sostanzialmente complementare ad almeno parte della zona definita dalle pareti 141, 142 e dai setti 144.
Nelle forme di attuazione in precedenza esemplificate il caricatore è destinato ad essere spostato angolarmente, al fine di portare ciascun ricettacolo in corrispondenza dell’apertura di erogazione: si apprezzerà tuttavia che il dispensatore secondo l’invenzione può essere configurato per avere un caricatore a movimento almeno in parte lineare, o una combinazione di movimenti angolari e lineari. Una realizzazione di per sé inventiva con movimento lineare è illustrata nelle figure 57-59, dove il corpo fisso del dispensatore è illustrato parzialmente sezionato, onde consentirne l’intera rappresentazione.
Il dispensatore 10 illustrato nelle figure 57-59 comprende un corpo fisso 220, previsto per il montaggio a tenuta in corrispondenza di una relativa apertura formata in una delle pareti verticali della vasca della macchina (compresa la controporta), con modalità simili a quelle in precedenza spiegate. A tale scopo, il corpo 220 ha una porzione posteriore 222, destinata ad essere prevalentemente incassata nella suddetta apertura, ed una porzione a flangia 221 destinata ad attestarsi sulla relativa parete della vasca, con interposizione di idonea guarnizione, non rappresentata.
La presente soluzione consente di poter implementare le caratteristiche secondo l’invenzione in apparati domestici provvisti di ridotto spazio in altezza ma con disponibilità di spazio in larghezza, come ad esempio in alcune versioni di porta per machina lavastoviglie.
Il corpo 220 ha forma generalmente prismatica o parallelelpipeda, definente un alloggiamento 231 longitudinalmente esteso. Al corpo 220 è incernierata superiormente una parte di corpo mobile 230, configurata come coperchio ribaltabile, dotato di apertura di erogazione 233 e relativa guarnizione di tenuta 234. Nel caso esemplificato il corpo mobile 230 è mantenuto in una normale posizione di chiusura dell’alloggiamento 231 tramite l’azione di mezzi elastici previsti nella cerniera; in alternativa, la parte a sportello del dispositivo 10 può essere dotato di un sistema di bloccaggio/rilascio di qualsiasi tipo noto atto allo scopo. Naturalmente tra le parti fissa 220 e mobile 230 sono previsti idonei mezzi di tenuta, non rappresentati nelle figure.
Nella parte superiore dell’alloggiamento 231 è inserito un caricatore o supporto scorrevole linearmente, indicato nel complesso con 240, qui di forma complessivamente parallelpipeda, suddiviso in una pluralità di ricettacoli 245 affiancati, ciascuno destinato a ricevere una rispettiva dose di agente di lavaggio.
Come per le forme di attuazione precedenti, il corpo del caricatore 240 ha preferibilmente struttura complessivamente rigida, formato ad esempio in materia plastica stampata ed è rimuovibile dal dispensatore; nel caso esemplificato, il corpo 220 è conformato in modo tale per cui nell’alloggiamento siano definiti appoggi o gradini 231a contrapposti, che fungono da guide longitudinali per lo scorrimento del caricatore 240.
Come visibile anche in figura 59, in cui la parte di fondo del corpo 220 è parzialmente sezionata, il dispositivo 10 comprende ulteriormente un motore elettrico 250, dotato di eventuale moto-riduttore, al quale è operativamente associato un sistema di trasmissione che comprende un albero rotante 251, al quale è calettata o solidale una ruota dentata o pignone 261. Tale pignone 261 è destinato ad impegnarsi con una formazione a cremagliera 247 presente sulla parete inferiore del caricatore 240. Nell’esempio, sulla parete inferiore del caricatore 240 è inoltre presente un elemento di eccitazione indicato nel complesso con A”, a sviluppo lineare, che adempie a funzioni simili a quelle in precedenza descritte con riferimento agli elementi di eccitazione A, A’. Anche in questa realizzazione l’elemento di eccitazione A” può essere formato da un’alternanza di semplici rilievi, oppure da elementi magnetici polarizzati opportunamente, oppure ancora da elementi ferromagnetici o da parti riflettenti ed opache, o altro elemento atto allo scopo.
Sul corpo 220 è quindi anche montato un rilevatore o sensore 270 che, unitamente all’elemento di eccitazione A”, realizza un sistema di rilevazione di posizione e/o movimento di tipo lineare, quale un trasduttore o encoder di tipo lineare. Nell’esempio illustrato, il sensore 270 è operativo in corrispondenza di uno dei gradini 231a, all’uopo dotato di una finestra 221a. Ovviamente, nel caso di impiego di un sistema di rilevazione o encoder lineare di tipo magnetico o induttivo la presenza della suddetta finestra non è necessaria. E’ parimenti chiaro che l’elemento di eccitazione A” potrà essere associato ad un’altra parete longitudinale del caricatore 240, e la posizione di montaggio del sensore 270 variata di conseguenza.
Anche il dispositivo secondo l’esempio considerato può essere dotato di una spia o sistema di segnalazione per un utilizzatore, comprendente un indicatore ottico con opportuni simboli e/o colori, ad esempio associato ad una parete longitudinale del caricatore o supporto 240, visibile attraverso una idonea finestra presente nel corpo 220 o nel coperchio 230 del dispositivo 10.
Nell’esempio illustrato in figura 58 il primo ricettacolo 245 - a destra, con riferimento alla figura - risulta in una posizione corrispondente a quella dell’apertura 233, e lo sviluppo longitudinale del caricatore 240 corrisponde a circa metà della lunghezza dell’alloggiamento 231 (nel caso illustrato, la lunghezza dello spazio libero dell’alloggiamento 231, a destra in figura, deve essere almeno uguale a quella del caricatore, meno la lunghezza di un ricettacolo). Va da sé che, nella posizione iniziale, il caricatore 240 potrebbe anche essere in posizione arretrata rispetto al caso illustrato, ovverosia in modo che il primo ricettacolo 245 di destra venga ad affacciarsi all’apertura 233 solo a seguito di una prima attuazione del motore 250; in tale realizzazione, lo spazio libero dell’alloggiamento 231 avrà lunghezza almeno uguale a quella del caricatore 240.
Il principio di funzionamento è concettualmente analogo a quello delle forme di attuazione già descritte, con il sistema o circuito preposto al controllo del dispensatore 10 che comanda il motore 250 in modo da produrre, tramite il sistema comprensivo dell’albero 251 e della trasmissione a pignone-cremagliera 261, 247 lo spostamento lineare del caricatore 240 da sinistra a destra, sempre con riferimento alle figure, in modo da portare ricettacoli 245 diversi in corrispondenza dell’apertura di erogazione 233. Il controllo del motore 250, ai fini del corretto posizionamento del caricatore 240, viene effettuato con l’ausilio del suddetto sistema di rilevazione o encoder.
Come nelle forme di attuazione precedenti, il dispensatore delle figure 57-59 può utilizzare caricatori sostituibili, preconfezionati con dosi di sostanza o detersivo, oppure nei ricettacoli del caricatore 240 che equipaggia il dispensatore l’utilizzatore immetterà di volta in volta le dosi di sostanza o detersivo, ad esempio in forma di pastiglie; anche in questo secondo caso il caricatore può essere all’occorrenza rimosso dal dispensatore 10, ad esempio a fini di pulizia periodica.
In accordo ad un ulteriore possibilità di impiego, il caricatore 240 può fungere da semplice supporto mobile per una confezione del tipo cosiddetto “blister”, ossia con un involucro scarsamente rigido. Tale involucro può essere ad esempio conformato per definire una serie di cellette o alveoli, atti a contenere ciascuno una rispettiva dose di sostanza o detersivo. In una siffatta confezione, il materiale definente gli alveoli contenenti il detersivo - ad esempio un foglio plastico- viene posizionato nel caricatore 240, che funge semplicemente da supporto mobile per il blister stesso.
Un tale blister è visibile in figura 57, dove è indicato con 300, limitatamente alla parte plastica definente gli alveoli di contenimento del detersivo, indicati con 345, rappresentati vuoti. Come si intuisce, il blister 300 ha forma tale per cui gli alveoli 345 possano essere ricevuti almeno parzialmente in rispettivi ricettacoli 245 del caricatore 240 che, come detto, funge in questo caso da semplice supporto mobile.
In una possibile variante della decima forma di attuazione di cui alle figure 57-59, il caricatore o supporto è parte integrante del dispensatore, essendo vincolato a quest’ultimo tramite apposite guide, e funge da semplice alloggiamento o supporto mobile per confezioni blister, o eventualmente per singole dosi di sostanze o di agenti di lavaggio, preferibilmente piantate o inserite negli alveoli in modo da non poter cadere se non a seguito dell’azione del fluido.
Tale variante è illustrata schematicamente nella sezione di figura 60 e nel relativo dettaglio ingrandito di figura 61. Come si nota, sulle pareti parallele del corpo 220, che delimitano longitudinalmente l’alloggiamento 231, sono definite guide o scanalature, una delle quali indicata con 231a in figura 61, in cui sono innestati elementi di impegno 241 che sporgono dalle pareti longitudinali parallele del suddetto caricatore-supporto mobile, qui indicato con 240’. Come detto, in tale realizzazione il supporto mobile 240’ è normalmente vincolato alla parte fissa del dispensatore 10, con la sua occasionale rimozione che può essere eventualmente consentita per esigenze di manutenzione o pulizia periodica. Tale manutenzione o pulizia può tuttavia essere facilmente effettuata anche senza una rimozione del supporto mobile 240’, in virtù della conformazione del dispensatore 10, ed in particolare del relativo coperchio 230, il quale preferibilmente consente l’apertura o accesso all’intero alloggiamento 231 e/o all’intero supporto mobile 240’.
Anche nelle prime nove forme di attuazione il caricatore 40 può fungere da semplice supporto per una confezione a blister, ovvero essere sostituito da un supporto mobile di movimentazione per tale confezione.
Nelle figure 62 e 63 è ad esempio rappresentato un blister 300 utilizzabile in abbinamento ai caricatori 40 dalle prime sei forme di attuazione in precedenza descritte, nonché al caricatore 40 della nona forma di attuazione.
Anche in tali figure il blister 300 è illustrato limitatamente al foglio sagomato in cui sono definiti gli alveoli 345, destinati a contenere le dosi del detersivo, che possono essere configurate come pastiglie sostanzialmente a settore cilindrico, qui indicate con 246, le dosi essendo preferibilmente piantate o inserite negli alveoli 345 in modo da non poter cadere se non a seguito dell’azione del fluido.
Come si nota, il suddetto foglio sagomato ha forma essenzialmente complementare o “in negativo” rispetto a quella dei caricatori impiegati nelle suddette forme di attuazione, onde poter essere inserito in essi. Dalla figura 63 si nota in particolare come il foglio sagomato del blister 300 definisca una serie di cave radiali 345a, tra un alveolo e l’altro, atte ad impegnarsi sui setti radiali 44 del relativo caricatore 40.
Nel caso esemplificato, gli alveoli 345 sono aperti in corrisponde della faccia superiore del blister 300, con riferimento alla figura, ma è chiaro che il blister stesso potrebbe essere ugualmente essere concepito per avere gli alveoli opposti sulla faccia inferiore, o ancora su entrambe le facce a scelta.
Ovviamente in base allo stesso concetto sopra esposto può essere anche previsto un blister di forma sostanzialmente complementare a quella del caricatore 40” dell’ottava forma di attuazione (figura 50). Nel caso della nona forma di attuazione (figure 55 e 56), il caricatore 40 potrebbe essere eventualmente omesso, e potrebbe essere previsto un blister 300 configurato per cooperare con le cave e le sporgenze dell’alloggiamento 31, onde rimanere in posizione angolare stabile.
In figura 64 è invece rappresentato un blister 300 utilizzabile in abbinamento al caricatore 40’ della settima forma di attuazione (figura 47).
Nell’esempio, il blister 300 ha sviluppo essenzialmente lineare ed il relativo foglio sagomato definisce una serie di alveoli 345 a forma di settore cilindrico, per relative pastiglie 246, preferibilmente aventi forma a settore circolare. In questa realizzazione, stante la flessibilità del suddetto foglio plastico definente gli alveoli 345, al blister 300 può poi essere conferita una configurazione complessivamente anulare o circolare, quando il blister stesso viene montato dall’utilizzatore, inserendo i vari alveoli 345 nei ricettacoli 45’ del caricatore 40’.
In figura 65 è illustrato un supporto mobile 240’, utilizzabile ad esempio in alternativa al caricatore 40’ dell’ottava forma di attuazione. Il questo caso il corpo del supporto 240’, sostanzialmente rigido e formato ad esempio in materiale plastico stampato, presenta essenzialmente una parete di base 243 nella regione centrale della quale è formata una parte tubolare 241, dotata inferiormente di idonei mezzi di accoppiamento al sistema di trasmissione del moto del dispensatore, quale ad esempio una corona di denti del tipo precedentemente indicato con 47. Il supporto mobile 240’ è destinato a ricevere superiormente un blister 300 realizzato essenzialmente in accordo a quanto sopra descritto con riferimento alle figure 62 e 63 ma con la differenza che, in questo caso, gli alveoli 245 sono aperti in corrispondenza della faccia circonferenziale del blister stesso. Sono previsti mezzi di accoppiamento tra il supporto ed il blister. In particolare, in questa realizzazione le cave radiali 245b del blister 300, definite tra un alveolo e l’altro, sono atte ad impegnarsi su setti 244 del supporto mobile 240’, che si sviluppano radialmente dalla parte tubolare 244. Si noti che la presenza della parete di base 243, per quanto preferibile al fine di conferire una certa rigidità alla struttura del supporto mobile 240’, deve essere considerata opzionale. Si noti anche che il suddetto supporto mobile 240’ è utilizzabile anche in alternativa ai caricatori 40 delle altre forme di attuazione, in abbinamento al blister 300 delle figure 62 e 63. Detto supporto mobile 240’ potrebbe vantaggiosamente essere parte integrante del dispositivo dispensatore 10, ad esempio rimuovibile solo ai fini di una manutenzione o pulizia .
In figura 66 è infine illustrata una ulteriore possibile forma di realizzazione di un blister 300, i cui alveoli 245 sono aperti sia in corrispondenza della faccia superiore, sia in corrispondenza della faccia circonferenziale del blister stesso. Un tale blister 300 è quindi utilizzabile indifferentemente sia con i dispensatori delle prime sei e della nona forma di attuazione, sia con il dispensatore della settima forma di attuazione, con i relativi caricatori 40, 40’ oppure con il supporto mobile 240’.
Naturalmente i supporti mobili 240’ per i blister 300, che potranno avere anche configurazione diversa da quella in precedenza esemplificata, potranno essere dotati di idonei elementi di eccitazione del tipo in precedenza descritto con riferimento alle varie forme di attuazione dell’invenzione, ai fini dell’impiego in abbinamento ad un sistema di rilevamento o encoder.
In figura 67 è illustrata una ulteriore forma di attuazione inventiva, riferita ad un dispensatore 10 con caricatore o supporto del tipo lineare o a cassetto lineare, sostanzialmente simile a quello del tipo descritto con riferimento alle figure 57-59.
In questa soluzione autonomamente inventiva su due pareti contrapposte dell’alloggiamento 231 sono previste un’apertura di ingresso 233a ed un’apertura di uscita o erogazione 233b, rispettivamente, tra loro sostanzialmente allineate o coassiali. Similmente, in corrispondenza di ciascun ricettacolo 245, il caricatore o supporto 240 è dotato di una coppia di passaggi laterali 245’ sostanzialmente allineati o coassiali. I passaggi 245’ sono formati sulle pareti longitudinali contrapposte del caricatore o supporto 240, in modo tale per cui ciascuna coppia possa essere allineata di volta in volta alle aperture 233a e 233b, a seguito del movimento lineare del caricatore o supporto. In corrispondenza delle aperture 233a e 233b, nella parte interna dell’alloggiamento 231, sono preferibilmente previste idonee guarnizioni di tenuta, aventi funzioni simili a quelle delle guarnizioni 34 delle realizzazioni precedenti. Preferibilmente, nel caso di caricatore o supporto 240 quale parte del dispensatore 10, anche detto caricatore o supporto 240 può vantaggiosamente montare o comprendere ulteriori guarnizioni (non raffigurati), in particolare al fine di realizzare una tenuta rispetto al dispensatore 10; il dispensatore 10 può eventualmente prevedere ulteriori elementi di tenuta, quali guarnizioni nel coperchio (non raffigurate), atte ad operare su altre parti aperte del caricatore o supporto o blister, differenti dalle aperture 233a, 233b di ingresso ed uscita del fluido.
La figura 67 illustra inoltre una confezione blister 300 utilizzabile in abbinamento al dispensatore 10; come si nota, in questo esempio, anche il corpo plastico del blister 300 presenta rispettivi fori laterali, uno dei quali indicato con 301, e ciascuna dose di agente di lavaggio 246, qui in forma compatta o di pastiglia, è preferibilmente dotata di almeno un passaggio 246a, coassiale o allineato ai fori 301. Come si intuisce, la disposizione è tale per cui, quando il blister 300 è inserito nel caricatore o supporto 240, i fori 301 risultano allineati ai rispettivi passaggi 245’.
In questa realizzazione il liquido di lavaggio penetra nell’apertura di ingresso 233a per poi fluire, grazie alla presenza dei passaggi 245’ e 301, attraverso la dose 246, all’uopo dotata del passaggio assiale 246a. In questo modo il liquido discioglie ed asporta progressivamente detta dose dell’agente di lavaggio, causandone l’erogazione nella vasca di lavaggio, attraverso l’apertura 233b.
Nella realizzazione esemplificata il corpo 220 è configurato per definire, nella sua parte destinata a risultare esposta all’interno della vasca di lavaggio della macchina, una sorta di vaschetta 220a, la quale realizza un raccoglitore e/o convogliatore che circonda l’apertura di ingresso 233a. Tale vaschetta 220a ha la funzione di raccogliere parte del liquido spruzzato dagli irroratori della macchina - ad esempio quello che scivola sulla parete della vasca in cui il dispensatore è montato -per convogliarlo nell’apertura di ingresso 233a: in pratica, pertanto, la vaschetta 220a opera sostanzialmente come un imbuto. Naturalmente la forma della vaschetta 220a potrà essere diversa da quella esemplificata e conformata in particolare al fine di evitare ristagni di liquido e residui di lavaggio al suo interno. La vaschetta 220a è preferibilmente integrata o realizzata in pezzo unico in almeno una parte del corpo principale del dispensatore, ed in particolare una parte di corpo che si affaccia verso la vasca di lavaggio; la vaschetta 220a è preferibilmente realizzata in materiale termoplastico, preferibilmente durante una fase di stampaggio di una parte del corpo del dispensatore 10.
La suddetta vaschetta, quando presente, ha di preferenza una forma allungata, che ad esempio si estende lungo un lato o una parte perimetrale del dispensatore, quale il lato superiore oppure un lato di lunghezza maggiore. A titolo indicativo, la lunghezza della vaschetta può essere compresa tra il 10% ed il 100%, preferibilmente oltre il 50%, della lunghezza del suddetto lato del dispensatore.
La vaschetta può vantaggiosamente essere realizzata almeno in parte anche in una zona frontale del dispensatore, quale una zona rivolta verso l’interno dell’apparato utilizzatore o della vasca di lavaggio, in posizione tale da poter convogliare per gravità il flusso di fluido all’interno del dispensatore stesso e/o verso una relativa uscita di erogazione.
In una realizzazione vantaggiosa la vaschetta prevede almeno una parte mobile, quale ad esempio un recipiente, uno sportello o una parete che si apre verso la vasca di lavaggio (ad esempio un cassetto mobile linearmente o angolarmente), preferibilmente controllata o azionata al fine di venire aperta durante una predeterminata fase del ciclo dell’apparato utilizzatore, quale una fase di erogazione in un ciclo di lavaggio. Tale soluzione consente di avere una vaschetta a scomparsa, ossia con un ridotto ingombro in vasca pur con elevate dimensioni della vaschetta e/o di mantenere la vaschetta in una zona protetta quando non utilizzata.
La vaschetta può essere omessa, nel caso in cui il dispositivo secondo l’invenzione preveda mezzi dedicati di adduzione del liquido, quale ad esempio uno specifico condotto di alimentazione o un ugello statico, connesso o rivolto all’apertura di ingresso 233a.
Il dispensatore secondo la variante di figura 67 (e secondo quella delle figure 57-59) può prevedere l’impiego del solo caricatore 240, senza il blister 300, nel qual caso l’agente di lavaggio, preferibilmente in dosi monoblocco o monolitiche da erogare sarà inserito e contenuto direttamente nei ricettacoli 245, preferibilmente con una leggera interferenza. Dall’altro lato, il dispensatore di figura 67 (e secondo quella delle figure 57-59) può essere realizzato per operare direttamente in abbinamento ad un rispettivo blister, anche in assenza di un relativo supporto di movimentazione o trascinamento. In tale caso è il corpo del blister che rappresenta il mezzo di supporto della pluralità di dosi separate di sostanza, conformato in modo da definire direttamente i mezzi che ne consentono l’accoppiamento con il sistema di trasmissione del dispensatore e/o la cooperazione con il suo sistema di rilevazione.
Ad esempio, con riferimento alle forme di attuazione delle figure 57-59 e 67, il pignone 261 sarà atto a cooperare con una successione di incavi o rilievi formati nel corpo del blister 300, oppure sarà di dimensioni adeguate per cooperare direttamente con la parte inferiore del blister 300, sostanzialmente già a forma di una cremagliera (data dalla successione dei ricettacoli 245 aventi profilo sostanzialmente trapezoidale).
La suddetta successione di incavi o rilievi del blister, oppure la forma “dentata” della sua parte inferiore, può essere convenientemente sfruttata anche quale elemento di eccitazione per un sistema di rilevazione a encoder ottico, del tipo precedentemente descritto. Il alternativa, il corpo del blister può definire una apposita successione di elementi di eccitazione, quali dei rilievi e/o cave, avente la funzione dell’anello di eccitazione A” di figura 59.
Naturalmente anche i dispensatori delle precedenti forme di attuazione dotati di un alloggiamento circolare possono essere atti a cooperare direttamente con un rispettivo blister a movimento angolare, all’uopo conformato. In questa variante, pertanto, il corpo di tali blister definirà i rispettivi mezzi di accoppiamento al sistema di trasmissione del dispensatore (ad esempio con le caratteristiche descritte in riferimento alle figure 9, 34, 35 40) e/o i mezzi di eccitazione per il sistema di rilevazione o encoder (ad esempio con le caratteristiche descritte in riferimento alle figure 42 e 43) e/o del sistema di segnalazione visiva (ad esempio con le caratteristiche descritte in riferimento alle figure 20 e 45).
La soluzione di per sé inventiva di dispensatore con una apertura di ingresso ed una apertura di uscita per il liquido di asportazione dell’agente di lavaggio è naturalmente utilizzabile anche nelle forme di attuazione precedentemente descritte. La figura 68 illustra ad esempio un generico corpo mobile 30, per un dispensatore secondo una o più delle realizzazioni precedenti con caricatore o supporto blister girevole o mobile angolarmente. In questo caso il corpo 30 prevede due aperture 233a e 233b formate su due pareti tra loro ortogonali, e precisamente la parete di fondo 31b e la parete periferica 31a dell’alloggiamento per un rispettivo caricatore o supporto blister; la figura 68 illustra il caso particolare di impiego di un caricatore/supporto 240’ del tipo precedentemente descritto con riferimento alla figura 66.
La posizione relativa delle aperture 233a, 233b è tale per cui le stesse risultino entrambe affacciate ad un medesimo ricettacolo/sede del caricatore/supporto contenuto nel relativo alloggiamento, con il liquido che può raggiungere l’agente di lavaggio attraverso una di tali aperture, per discioglierlo e quindi trascinarlo con sé in vasca, attraverso l’altra apertura.
Ad esempio, un dispensatore secondo l’invenzione dotato del corpo mobile 30 di figura 68 può essere previsto per il montaggio sulla controporta della macchina, similmente a quanto illustrato nelle figure 27 e 28; in tal caso, l’apertura 233a risulterà esposta verso i getti di lavaggio, per l’ingresso del liquido nel dispensatore e nel caricatore e/o blister, mentre l’apertura 233b sarà rivolta in basso, per l’uscita del liquido dal dispensatore con la relativa erogazione dell’agente di lavaggio.Anche in questo caso le aperture 233a e 233b possono essere vantaggiosamente provviste di rispettivi mezzi di tenuta, in particolare rispetto al caricatore o supporto 240’; tali elementi di tenuta sono preferibilmente tra loro uniti, a formare un unico elemento di tenuta, e/o stampati o sovrastampati direttamente sul corpo mobile 30.
In precedenza si è menzionato che, in una realizzazione vantaggiosa dell’invenzione, suscettibile di tutela autonoma, il trasduttore di posizione o sistema di rilevazione o encoder che equipaggia il dispensatore può essere di tipo assoluto. La figura 69 illustra a tale scopo una possibile variante del dispensatore delle figure 54-56, e segnatamente del suo organo girevole di erogazione 132, che integra un elemento o anello di eccitazione A appartenente al sistema di rilevazione o encoder.
In tale realizzazione l’anello A comprende due distinte successioni o serie di cave/rilievi, indicate rispettivamente con B’ e B”. Nell’esempio la serie di cave/rilievi B’ è configurata per realizzare una codifica di dati, in particolare di tipo binario, e quindi parte di un encoder di tipo assoluto, che identifica la posizione angolare dell’organo 132, e quindi della relativa apertura di erogazione 33a rispetto al caricatore contenuto nel dispensatore e/o rispetto al corpo fisso del dispensatore; la serie di cave/rilievi B” è configurata per generale un segnale di clock o di sincronizzazione, utile al fine di consentire una accurata lettura dei detti dati o codici binari realizzati dalla serie B’, che dovrebbe altrimenti essere effettuata “a tempo”, analogamente a quanto in precedenza descritto in riferimento all’esempio di Fig.41.
Dalla figura si nota come la serie di codifica B’ sia realizzata in corrispondenza di un gradino intermedio dell’anello A, mentre la serie B” di sincronizzazione sia ricavata in corrispondenza del bordo inferiore (con riferimento alla figura) dell’anello A. Tale conformazione dell’anello A consente un agevole stampaggio del corpo 132, tramite l’impiego di uno stampo apribile in una sola direzione (ovvero formato, ad esempio, da due semi-stampi che vengono semplicemente approssimati in chiusura ed allontanati in apertura). In questo modo lo stampo, in particolare per iniezione di materiale termoplastico, può essere relativamente semplice, senza la necessità di parti mobili, quali carrelli o tasselli mobili, che risultano invece indispensabili nel caso di serie di cave/rilievi ricavati in sottosquadra (ovvero in posizione rientrata nel pezzo, il che rende impossibile estrarre il pezzo da uno stampo che si apre solo in una direzione); ovviamente, all’occorrenza, possono essere previste anche conformazioni che prevedono stampi più complessi.
Alle due serie B’, B” risultano affacciati due rispettivi sensori 70 che, nella realizzazione pratica, sono alloggiati in una relativa sede del corpo fisso del dispensatore, qui non rappresentato, ad esempio ubicata in posizione laterale o tangente rispetto al profilo dell’anello A, eventualmente sporgente in vasca. Si noti che, in alternativa, le due serie B’, B” possono essere entrambe ricavate sul bordo superiore dell’anello A, in modo alternato oppure una sul perimetro interno e una sul perimetro esterno dell’anello A, nel qual caso i sensori 70 possono essere alloggiati nella parte del corpo fisso del dispensatore che rimane all’esterno della vasca, similmente al caso del dispensatore delle figure 54-56.
Naturalmente un encoder assoluto del tipo descritto ed illustrato può essere associato ad altre parti mobili del sistema di attuazione del dispensatore, quale l’organo di trasmissione di figura 41, come già precedentemente accennato.
La figura 70 illustra invece il caso di integrazione in un caricatore 40 di un anello di eccitazione A per un encoder di tipo assoluto. L’elemento A di figura 70 presenta una serie B’ di cave/rilievi configurata per realizzare una codifica di dati, particolarmente un codice di tipo Gray, e quindi parte di un encoder di tipo assoluto, dove un dato codice identifica/contraddistingue un dato ricettacolo del caricatore 40; la serie di cave/rilievi B” è configurata per generale un segnale di clock o di sincronizzazione, come per il caso precedente. A parte il diverso tipo di codifica (codici binari vs. codici Gray), il principio di funzionamento degli anelli A delle figure 69 e 70 è il medesimo. Si noti che anche la realizzazione di figura 70, in cui le due serie B’, B” sono ricavate sui bordi opposti dell’anello A, senza parti in sottosquadra, consente uno stampaggio semplificato del pezzo, in particolare secondo le tecniche descritte in riferimento all’esempio di Fig.69.
Anche nel caso della variante di figura 70 il sistema encoder prevede due sensori 70, i quali saranno alloggiati in una rispettiva sede del corpo fisso del dispensatore, non rappresentato, in posizione laterale o tangente rispetto al profilo dell’anello A; sono ovviamente possibili disposizioni alterative dei sensori 70, quale un sensore laterale ed un sensore nella parte interna del dispensatore, ad esempio tra loro ortogonali. Le due serie B’, B” di figura 70 possono anch’esse essere entrambe ricavate su si un medesimo bordo dell’anello A, in modo alternato o con disposizioni differenti, nel qual caso i sensori 70 possono essere alloggiati nella parte del corpo fisso del dispensatore che rimane all’esterno della vasca, similmente al caso del dispensatore di figura 32 o di figura 43.
E’ evidente che sistemi di codifica di tipo assoluto, ad esempio simili a quelli descritti con riferimento alle figure 69 e 70, possono essere ricavati in anelli A di eccitazione asportabili dal relativo caricatore, come illustrato ad esempio nelle figure 32 o 43. E’ parimenti chiaro che una codifica di tipo assoluto, con eventuale serie di cave/rilievi di sincronismo, può essere prevista nel caso di dispensatori con caricatore o supporto o blister a movimento lineare (figure 57-60 e 67). E’ parimenti chiaro che gli elementi di codifica dei dati ed eventuale sincronizzazione possono essere ricavati direttamente nei blister, per le versioni di dispensatore che non richiedono un caricatore o supporto di trascinamento/movimentazione del blister stesso.
I dispensatori sono stati in precedenza descritti con particolare riferimento all’impiego in abbinamento ad una macchina lavastoviglie, ma è evidente le relative soluzioni inventive possono essere utilizzato anche per altre tipologie di macchine di lavaggio, quali le lavabiancheria e le lava-asciugatrici di biancheria, oppure anche per le asciugatrici, nel qual caso il dispensatore è ad esempio atto ad erogare una sostanza deodorante, asportata dal relativo caricatore tramite un flusso di aria.
La figura 71 illustra in modo schematico un possibile esempio di applicazione di un dispensatore secondo l’invenzione in una lavabiancheria, indicata con LB. Una tale macchina LB può ad esempio essere del tipo a carica dall’alto, dove il dispensatore può essere almeno in parte montato o associato allo sportello superiore della macchina di lavaggio: in tal caso, eventualmente, la parte del dispensatore che integra il sistema di attuazione ed i componenti elettrici/elettronici del sistema di rilevazione o encoder può essere montata sullo sportello della macchina, mentre l’alloggiamento per il caricatore (o per il supporto con il relativo blister, o per il solo blister) può essere associato alla struttura fissa della macchina. Altra possibilità è quella di impiegare un dispensatore avente configurazione simile a quella delle figure 27-29, associato allo sportello della macchina, in posizione tale da risultare affacciato all’apertura di accesso della relativa vasca di lavaggio, quando lo sportello stesso è chiuso. Nel caso di una lavabiancheria a caricamento frontale, il dispensatore può essere del tipo avente un corpo mobile 30 scorrevole a cassetto, accessibile ad esempio dal fronte della macchina, e con l’uscita di erogazione 33a in comunicazione con l’intero della vasca di lavaggio, ad esempio tramite un relativo condotto.
Nel caso di figura 71 il dispensatore 10, rappresentato solo schematicamente, è del tipo dotato di un’apertura di ingresso ed un’apertura di erogazione (si veda, in relazione a tale concetto, quanto descritto con riferimento alle figure 67-68); in alternativa il dispensatore 10 di figura 71 può essere dotato anche di una sola apertura, su cui viene spruzzato o fatto transitare un fluido, quale il fluido di lavaggio.
L’apertura di ingresso del dispensatore 10 è in comunicazione con un condotto IN di adduzione, collegato ad una rete idrica domestica, non rappresentata; lungo il condotto IN è operativa una nota elettrovalvola di caricamento EV1. L’uscita di erogazione del dispensatore 10 è invece in comunicazione, per il tramite di un condotto OUT, con l’interno della vasca WT della macchina LB, in cui è alloggiato un usuale cesto portabiancheria, non rappresentato, girevole secondo un rispettivo asse. Nell’esempio raffigurato, inoltre, la macchina LB è dotata di un sistema di ricircolo del liquido di lavaggio, comprendente una pompa di scarico DP, una prima valvola deviatrice DV1, un condotto di ricircolo RC ed una seconda valvola deviatrice DV2. La valvola DV1 è predisposta per indirizzare alternativamente il liquido spinto dalla pompa DP verso un tubo di scarico DC oppure lungo il condotto di ricircolo RC. Quest’ultimo termina in corrispondenza di una seconda valvola deviatrice DV2, predisposta per indirizzare alternativamente il liquido verso la vasca di lavaggio WT oppure verso l’apertura di ingresso del dispensatore 10. Il funzionamento delle varie valvole EV1, DV1, DV2 e della pompa DP è gestito in modo opportuno dal sistema di controllo della macchina LB, in funzione delle fasi del relativo ciclo di lavaggio, secondo modalità chiare al tecnico del settore.
La logica di controllo della macchina LB, e quindi del dispensatore 10, può essere evidentemente configurata per gestire varie condizioni di funzionamento. Ad esempio, il discioglimento e l’erogazione di una prima dose di detersivo contenuto nel caricatore o blister presente nel dispensatore 10 può essere ottenuto tramite un flusso di acqua dalla rete idrica, controllando l’elettrovalvola EV1; l’acqua proveniente dalla rete trasporta in tal modo il detersivo in vasca, tramite il condotto OUT. Il discioglimento di una seconda dose di detersivo, da erogarsi in un momento successivo del ciclo, può invece essere ottenuto tramite ricircolo del liquido di lavaggio, ottenuto azionando la pompa DP, con la valvola DV1 che indirizza il liquido nel condotto RC e la valvola DV2 che indirizza lo stesso liquido all’apertura di ingresso del dispensatore 10; in questo caso è quindi il liquido di ricircolo trasporta il detersivo in vasca, tramite il condotto OUT.
In altre possibili soluzioni, tramite l’acqua di rete può essere causata una parziale asportazione di una dose, la rimanente parte della stessa dose essendo asportata in un momento successivo tramite il liquido di ricircolo. Altra possibilità ancora è quella di causare l’asportazione del detersivo sempre tramite il liquido di ricircolo oppure sempre tramite l’acqua di rete (in questo secondo caso, evidentemente, non è indispensabile la presenza di un circuito di ricircolo del liquido di lavaggio).
Nel caso in cui un ciclo di funzionamento della macchina preveda una fase iniziale senza impiego di detersivo, al condotto IN può essere associata, a monte dell’apertura di ingresso del dispensatore, una valvola deviatrice con condotto di bypass in comunicazione con la vasca WT, di modo che l’acqua non debba necessariamente transitare attraverso il dispensatore 10 in occasione di ogni caricamento dalla rete idrica.
Peraltro, in una possibile soluzione alternativa, il caricatore o il blister può essere del tipo avente un rispettivo ricettacolo o alveolo privo di detersivo sin dall’inizio. In questo caso, grazie alla presenza del sistema di rilevazione o encoder del dispensatore, il sistema di controllo della macchina LB può gestire lo spostamento del caricatore o blister in modo da posizionare, tra le aperture di ingresso e di erogazione del dispensatore, il suddetto ricettacolo o alveolo vuoto sin dall’inizio, o anche un altro ricettacolo o alveolo vuoto, da cui è stato in precedenza asportato il relativo detersivo.
Nelle forme di attuazione in precedenza descritte dispensatori inventivi sono stati descritti con riferimento ad un encoder o trasduttore di posizione/movimento sostanzialmente di tipo digitale. La rilevazione diretta o indiretta della posizione e/o del movimento del mezzo di supporto della sostanza da erogare (sia esso il caricatore, il supporto mobile o il blister) o di un organo di trasmissione del sistema di attuazione del dispensatore, può comunque essere effettuata anche utilizzando un trasduttore di posizione sostanzialmente di tipo analogico.
In figura 72 è rappresentato a tale scopo, in forma schematica, un generico caricatore 240 a movimento lineare, dotato di rispettivi ricettacoli 245. Il caricatore 240 presenta, lungo uno dei suoi lati paralleli alla direzione di movimento (qui un lato di lunghezza maggiore), un elemento di eccitazione C’, definente un profilo leggibile o piano inclinato P.
Il piano P dell’elemento di eccitazione C’, che si supponga essere formato in materiale magnetico (ad esempio plastoferrite magnetizzata) è destinato a risultare più o meno prossimo - in funzione del movimento lineare del caricatore 240 - ad una rispettiva unità di rilevazione o sensore magnetico (ad esempio un sensore ad effetto Hall) di tipo analogico, montato in posizione statica sulla parte fissa del dispensatore ed atto a fornire in uscita un segnale in tensione o in corrente che è proporzionale all’intensità del campo magnetico rilevato, ovvero proporzionale alla sua distanza rispetto al piano inclinato P.
Il funzionamento del trasduttore di posizione/movimento analogico è esemplificato in figura 73, dove sono rappresentati solo suddetto sensore, indicato con 70’, e l’elemento di eccitazione C’ in tre diverse posizioni, indicate con I, II e III, corrispondenti a tre diverse posizioni del caricatore 240, ad esempio iniziale, intermedia e finale. L’intensità del campo magnetico (schematizzato con D) rilevato dal sensore 70’ è proporzionale alla posizione del caricatore 240: come si intuisce, quindi, la posizione di ogni ricettacolo 245 corrisponde ad un livello o valore predefinito dell’intensità di campo magnetico rilevato da sensore 70’, che genera di conseguenza in uscita un segnale analogico. Tale segnale viene interpretato, con modalità di per sé note, dal circuito che sovrintende al funzionamento del dispensatore, per rilevare la posizione corrente del caricatore 240.
Si noti che, in un’altra soluzione, l’elemento di eccitazione C’, ad esempio sempre formato in materiale magnetico (quale plastoferrite magnetizzata), può essere configurato per risultare ad una distanza costante durante il movimento del caricatore 240 rispetto al sensore di tipo analogico, ad esempio tipo magnetico, del dispensatore. In questo caso l’elemento di eccitazione è vantaggiosamente magnetizzato con differenti valori di campo magnetico per la propria estensione, lunghezza o perimetro, oppure è magnetizzato a settori di differente intensità di campo magnetico, al fine di indurre nel sensore un segnale proporzionale all’intensità del campo magnetico rilevato, ovvero proporzionale alla posizione dell’elemento di eccitazione rispetto alla posizione del sensore nel dispensatore.
La figura 74 illustra schematicamente un altro esempio di trasduttore di posizione analogico in cui il mezzo sensore o unità di rilevazione 70” è del tipo avente un cursore mobile, ad esempio un sensore potenziometrico o resistivo di tipo noto, il cui valore di resistenza varia in proporzione al movimento o corsa del relativo cursore. In questo caso l’elemento di eccitazione C può essere formato di pezzo con il corpo del caricatore 240, ad esempio in materiale termoplastico. In questa implementazione il cursore del sensore 70” interagisce con il piano P per assumere, in funzione della posizione del caricatore 240 (figura 72), una rispettiva posizione più o meno avanzata o arretrata, con una conseguente variazione del valore di resistenza del sensore nelle varie posizioni. In questo caso il circuito di controllo del dispensatore sarà in grado di riconoscere la posizione del caricatore 240 in funzione del valore di resistenza del sensore 70”.
Ovviamente i trasduttori o sensori 70’, 70” possono essere di altra tipologia, con o senza contatto rispetto all’elemento di eccitazione C’.
Naturalmente un trasduttore di posizione/movimento analogico è utilizzabile anche nel caso di un caricatore a movimento angolare. Le figure 75 e 76 illustrano schematicamente un caricatore 40 dotato di un elemento di eccitazione C” prevalentemente circolare ed avente un profilo esterno P eccentrico o “a spirale”, il quale è associato o integrato ad esempio alla parete circonferenziale del caricatore stesso. La figura 75 illustra il caso di un trasduttore magnetico, concettualmente simile a quello di figura 73, con elemento di eccitazione C” in materiale magnetico e sensore 70’ di tipo magnetico. La figura 76 illustra invece il caso di un trasduttore potenziometrico, concettualmente simile a quella di figura 74, con l’elemento di eccitazione C” di un materiale qualsiasi ed il sensore 70” di tipo potenziometrico/resistivo.
Si noti che lo sviluppo di entrambi gli elementi C’, C” esemplificati può essere considerato equivalente ad un triangolo o ad un prisma con piano inclinato (potrebbe peraltro essere adottato un differente sviluppo o profilo P, comunque atto a creare una variazione proporzionale nel sensore 70’, 70”). Si noti altresì che i trasduttori analogici di cui agli esempi non limitativi delle figure 72-76 possono essere considerati equivalenti ad encoder o traduttori di tipo assoluto, in quanto la posizione rilevata è univoca (come detto, il valore di tensione, di corrente, di resistenza o di campo magnetico rilevato dal sensore 70’, 70” è sempre corrispondente ad una predefinita posizione).
E’ evidente che un sistema a trasduttore analogico può essere impiegato ai fini della rilevazione della posizione, anziché di un caricatore, di un organo di trasmissione del sistema di attuazione, oppure della posizione di un supporto blister o direttamente di un blister, i quali saranno dotati di conseguenza di elementi di eccitazione del tipo indicato con C’ e C”, e sulla parte fissa del dispensatore sarà montato il rispettivo sensore 70’ o 70”. E’ parimenti evidente che un elemento di eccitazione per un sistema a trasduttore analogico, ad esempio del tipo indicato con C’ e C”, può essere configurato come componente associabile in modo rimuovibile al mezzo di supporto della sostanza da erogare o ad un organo di trasmissione del sistema di attuazione del dispensatore, similmente a quanto descritto in precedenza con riferimento agli anelli A o A’ (si veda ad esempio figura 43). A prescindere dal loro tipo o realizzazione, quindi, i mezzi di riferimento o eccitazione descritti (A, A’, C’, C”) potranno essere in corpo unico con il supporto della sostanza o con il componente del sistema di attuazione, oppure applicati o associabili a tale supporto o componente.
Come si è visto, nel caso in cui i mezzi di riferimento siano associati al supporto, la logica di controllo del dispensatore è atta a riconoscere tali mezzi di riferimento. A seguito di tale riconoscimento, la logica può valutare il tipo di supporto e/o la quantità di sostanza presente nel supporto e/o la condizione operativa del supporto e/o la posizione relativa tra supporto e corpo del dispensatore. Con riferimento a quest’ultima valutazione, la logica di controllo prevede quindi la fase di allineare una parte del supporto all’apertura di erogazione del dispensatore. Il controllo di tale allineamento può essere effettuato retro-azionando il segnale derivante dal riconoscimento, operato sui mezzi di riferimento, al sistema di attuazione del dispensatore. Quando la parte del supporto risulta allineata all’apertura di erogazione, la parte stessa risulta esposta o soggetta a mezzi di dissolvimento, i quali possono investire la parte del supporto, o fluire in essa, e così dissolvere almeno parte detta sostanza, ai fini della sua erogazione.
Tra i vantaggi delle soluzioni inventive descritte va segnalata la semplicità di costruzione del dispensatore, i cui componenti sono in massima parte ottenibili tramite semplici operazioni di stampaggio di materiale termoplastico. Il dispositivo è di ingombro estremamente ridotto rispetto ai dispositivi noti destinati al fissaggio ad una delle pareti della vasca, o ad un’altra parte della struttura fissa della macchina, ed il suo impiego risulta estremamente semplice e comodo per l’utilizzatore. Il fatto che in talune realizzazioni il sistema di attuazione sia suscettibile di assumere - in modo automatico o manuale - una condizione inoperativa di non accoppiamento con il caricatore o supporto mobile o blister consente l’agevole asportazione di quest’ultimo, per la sua agevole sostituzione o ricarica o pulizia periodica. Il fatto che il dispositivo preveda preferibilmente un coperchio per l’accesso all’intero caricatore o supporto mobile e/o al relativo alloggiamento, consente una agevole manutenzione o pulizia, anche senza l’asportazione del caricatore o supporto mobile.
Il fatto che il caricatore o supporto mobile o blister sia predisposto per ritenere porzioni discrete di una sostanza solida in ricettacoli o alveoli isolati l’uno dall’altro evita i rischi di inceppamento tipici dei dispositivi secondo la tecnica anteriore. La possibilità di sincronizzare la fase di erogazione della sostanza o prodotto con una fase del ciclo di funzionamento della macchina in cui sono attivi getti del liquido di lavaggio o altro fluido - eventualmente “rinforzati” - consente di ottenere una più affidabile e rapida erogazione.
Il fatto che la dose di sostanza sia di tipo “monolitico”, ad esempio in forma di pastiglia, e preferibilmente solidale al caricatore o blister ed asportabile solo tramite un fluido, consente di mantenere la sostanza stessa in una posizione ottimale per almeno una parte significativa del ciclo di erogazione dal dispensatore, particolarmente con un preciso posizionamento della dosa di sostanza rispetto al suddetto flusso del fluido.
Il fatto che, preferibilmente, il caricatore o blister o supporto mobile rimanga sempre completamente all’interno del corpo del dispensatore - o comunque rimanga protetta anche la sua parte con i ricettacoli/alveoli dai quali è già stato asportato l’agente di lavaggio - evita sia ulteriori ingombri nella vasca di lavaggio della macchina, sia il rischio che il funzionamento del dispensatore possa essere ostacolato e bloccato da corpi esterni, quali un cestello porta-stoviglie o il suo contenuto, ed ancora rischi di rottura per le stoviglie a causa di eventuali interferenze.
La previsione di un dispositivo o sistema di rilevazione di componenti mobili del sistema di attuazione del dispensatore oppure della presenza e/o degli spostamenti del mezzo di supporto delle dosi (ossia il caricatore, o il supporto blister o il blister stesso), garantisce la qualità e l’affidabilità delle erogazioni, e consente di avvisare tempestivamente e con precisione l’utilizzatore in relazione allo stato di operatività del dispositivo. La disponibilità di un segnale di sincronismo, generato sfruttando un movimento causato dal sistema di attuazione del dispensatore, consente di accrescere la precisione del suddetto sistema di rilevazione. La previsione di tale sistema di rilevazione, in particolare basato di un encoder o trasduttore di posizione/movimento, consente inoltre di ridurre il numero dei componenti del dispositivo dispensatore, consentendo anche una riduzione dei costi, degli ingombri ed una maggiore affidabilità. Sostanzialmente per le stesse ragioni risulta vantaggioso il fatto che un controllo sul supporto della sostanza può essere effettuato sfruttando dei mezzi compresi o associati al supporto stesso.
Il mezzo di supporto delle dosi (ossia il caricatore o il supporto blister o il blister stesso) per i dispensatori secondo le soluzioni inventive descritte potrebbe naturalmente avere forma differente da quelle in precedenza descritte e/o illustrate, ad esempio con sagoma a settore cilindrico (ovvero avere uno sviluppo solo su di un arco di circonferenza), oppure una combinazione di forme almeno in parte circolari e lineari. Analogamente anche l’elemento di eccitazione per il sistema encoder potrà avere forme differenti da quelle in precedenza esemplificate. Ad esempio, tale elemento di eccitazione può avere una sagoma semicircolare, nel caso della variante poco sopra menzionata in relazione ad un caricatore o supporto o blister semicilindrico, oppure una combinazione di forme almeno in parte circolari e lineari, o forme almeno in parte simili o complementari a quelle del mezzo di supporto; altra possibilità è quella di integrare o associare l’elemento di eccitazione in una zona interna o centrale del caricatore o supporto, ad esempio in forma di elemento anulare di diametro contenuto, in prossimità della corona di denti 47.
Nel caso in cui un dispositivo secondo l’invenzione sia dotato di una pluralità di sensori, questi possono essere montati tutti su di un unico circuito stampato, opportunamente sagomato. A riguardo del sistema di rilevamento ad encoder (sia esso di tipo ottico, magnetico o induttivo, o di altro tipo, ed incrementale o assoluto, oppure digitale o analogico) si segnala che un organo predisposto per svolgere le funzioni dell’anello di codifica o elemento di eccitazione precedentemente indicato con A o A’, di dimensioni più ridotte, potrebbe essere eventualmente associato direttamente all’albero rotante del motore, o ad un elemento a questi associato, nella parte del dispositivo destinata a rimanere nell’intercapedine definita tra vasca e mobile della macchina; come già evidenziato, l’anello o altro elemento di codifica o eccitazione potrebbe quindi non essere associato al caricatore o supporto mobile, ma ad organi soggetti a movimentazione del dispositivo dispensatore 1, non necessariamente soggetti a rimozione.
Un elemento di tenuta addizionale, simile alla guarnizione 34 può essere previsto anche sulla superficie della parete principale 21 del corpo fisso 20 rivolta verso l’alloggiamento del caricatore o supporto mobile; in tale variante, la suddetta parete 21 viene dotata di una sede simile a quella precedentemente indicata con 33, ma priva di apertura passante; il suddetto elemento di tenuta addizionale può eventualmente presentare uno o più passaggi, posizionati in corrispondenza delle finestre per i sensori ottici oppure, in caso di sistema di rilevazione magnetico, essere completamente privo di aperture. La previsione di tale elemento di tenuta addizionale è particolarmente indicata per il caso in cui un dispensatore secondo l’invenzione sia dotato di un recipiente per il/gli agenti di lavaggio con ricettacoli aperti ad entrambe le estremità (ovvero nei casi in cui non è prevista la parete 43). Ovviamente l’impiego di una coppia di guarnizioni contrapposte è anche preferito nel caso di dispensatore con apertura di ingresso ed apertura di uscita per il liquido di asportazione dell’agente di lavaggio.
Come già accennato, il dispensatore ed il sistema di controllo che sovrintende al suo funzionamento possono essere eventualmente concepiti per consentire uno spostamento del caricatore o del supporto mobile o del blister in verso opposto a quello di normale funzionamento, particolarmente per riposizionare una dose di detersivo in una zona protetta dai getti del liquido di lavaggio, dopo una asportazione/erogazione. In questo modo, in pratica, in una prima fase del ciclo di lavaggio viene consentita un’asportazione solo parziale del detersivo che costituisce una singola dose; in una successiva fase del ciclo, il ricettacolo o alveolo contenente il restate detersivo della stessa dose viene nuovamente posizionato in corrispondenza dell’apertura di erogazione del dispensatore, per essere investito dai getti. In tale variante il sistema o circuito di controllo è preferibilmente predisposto per rilevare i due versi di rotazione, tramite un rilevatore ad encoder del tipo descritto, ed elaborare i segnali generati da tale rilevatore per il relativo conteggio e controllo della posizione del caricatore o supporto. Il sistema o circuito di controllo potrebbe inoltre controllare il tempo di erogazione, oppure rilevare la concentrazione di detersivo disciolto tramite appositi elettrodi o sensori, al fine di determinare quando effettuare il riposizionamento della dose di detersivo nella suddetta detta zona protetta.
I mezzi di rilevazione previsti in un dispensatore secondo l’invenzione, ed in particolare i sensori di presenza detersivo 70b-70c, potrebbero essere di tipo senza contatto diverso da quelli sopra esemplificati (ad esempio sensori capacitivi), oppure comprendere rilevatori a contatto fisico (ad esempio microinterruttori o pulsanti).
I mezzi motori di un dispositivo secondo l’invenzione possono essere del tipo atto a consentire il preciso posizionamento del mezzo di supporto della sostanza da erogare senza l’impiego di specifici mezzi sensori. Una possibilità in tal senso è ad esempio quella di utilizzare un motore elettrico passo-passo, di concezione di per sé nota, ossia del tipo atto a comandare spostamenti angolari precisi e controllati, senza la necessità di sensori di posizione o di un encoder. Altra possibilità è quella di impiegare un motore elettrico dotato di circuito di controllo predisposto, in modo di per sé noto, per controllare la posizione angolare del relativo rotore attraverso la rilevazione di grandezze elettriche relative al motore stesso, quali ad esempio variazioni di induttanza o di tensione ai capi degli avvolgimenti del motore.
La sostanza da erogare può essere in un blocco unico, ad esempio configurata come una grossa pastiglia, da cui vengono via via disciolte dosi della sostanza stessa nei vari cicli di funzionamento dell’apparato. In questo caso il mezzo di supporto delle dosi da erogare può essere rappresentato direttamente dallo stesso blocco di unico di sostanza, opportunamente conformato per cooperare con il sistema di trasmissione di movimento, ed eventualmente configurato come blister, oppure può essere previsto uno specifico supporto di movimentazione per il blocco, il blocco ed il supporto definendo mezzi di accoppiamento tra loro (si veda ad esempio quanto descritto con riferimento alla figura 65). Il blocco viene movimentato, tramite il sistema di attuazione del dispositivo, ai fini delle varie erogazioni. Ad esempio, almeno le erogazioni successive alla prima possono avvenire muovendo il mezzo di supporto per portare una porzione del citato blocco in corrispondenza dell’apertura di erogazione del dispositivo; in tale posizione, un flusso di liquido causa il parziale scioglimento del blocco, in corrispondenza della sua porzione esposta all’apertura suddetta, con la conseguente erogazione di una parte della sostanza; in seguito -ad esempio dopo un tempo programmato, ritenuto sufficiente per ottenere l’erogazione della desiderata quantità di sostanza – il supporto viene nuovamente movimentato, per portare il blocco in posizione protetta rispetto all’apertura di erogazione. Una tale realizzazione è applicabile anche al caso della forma di attuazione delle figure 53-56, in cui il blocco di sostanza rimane statico ed è invece l’organo girevole di erogazione 132 ad essere movimentato ai fini delle erogazioni.
I mezzi di rilevazione previsti in un dispensatore secondo l’invenzione, ed in particolare i sensori dell’agente di lavaggio e/o del caricatore (70, 70b-70c , 110, 270, A, A’, A”), potrebbero essere di tipo diverso da quelli sopra esemplificati (ad esempio sensori capacitivi, o sensori comprendenti circuiti elettronici con componenti di tipo attivo e/o passivo, quali circuiti integrati, memorie, antenne, circuiti risonatori e/o oscillatori, condensatori, induttanze, resistenze, eccetera), oppure comprendere rilevatori a contatto fisico (ad esempio microinterruttori o pulsanti). In base ai principi sopra esposti, i mezzi di rilevazione possono essere convenientemente predisposti -unitamente al relativo sistema di controllo - anche per consentire l’esecuzione in automatico di una fase di identificazione della tipologia di caricatore o blister (e/o del relativo agente o agenti di lavaggio), durante almeno una sua movimentazione all’interno del dispensatore. In tale ottica, il sistema di controllo può altresì essere predisposto per impostare in modo automatico parametri del ciclo di lavaggio e/o modalità di attuazione del dispensatore, in funzione della identificazione effettuata tramite i mezzi rilevatori, e/o predisposto per fornire indicazioni all’utente, ad esempio nel caso in cui il caricatore o blister montato (e/o il relativo agente o agenti di lavaggio) non sia idoneo alla funzione prescelta o al ciclo selezionato. In tal modo risulta anche possibile evitare confusioni da parte dell’utente o operazioni anomale; come già accennato, i mezzi di rilevazione possono essere sfruttai anche ai fini di comandare un posizionamento automatico della cartuccia o del blister alla posizione di partenza, senza che l’utente debba quindi preoccuparsi della corretta posizione di inserimento all’interno del dispensatore.
In possibili realizzazioni alternative il caricatore o il supporto mobile può essere configurato come parte non amovibile del dispensatore (ad esempio imperniata al corpo mobile 30’ delle figure 31 o 32), per essere ricaricato manualmente dall’utilizzatore con pastiglie di agente di lavaggio, preferibilmente inserite con interferenza, eventualmente provviste di un rispettivo involucro come nelle versioni a blister in precedenza descritte.
Il caricatore o supporto mobile o blister potrebbe essere configurato per compiere spostamenti dati dalla combinazione di più movimenti e/o secondo più versi e/o secondo due assi tra loro ortogonali (ad esempio movimenti secondo una matrice o una tavola del tipo X-Y, ossia con movimenti del caricatore sia in un primo verso che in un secondo verso trasversale al primo, oppure con movimenti del caricatore in un primo verso e movimenti dell’apertura di erogazione in un secondo verso trasversale al primo).
Varie soluzioni inventive sono state in precedenza descritte con riferimento ad un impiego specifico nel settore delle lavastoviglie, ma è chiaro che esse trovano applicazione anche nel caso di dispensatori per altri apparati di tipo domestico, particolarmente dispensatori di agenti di lavaggio per altri tipi di macchine di lavaggio, quali le macchine lavabiancheria e le macchine lava-asciugatrici di biancheria, come in precedenza esemplificato, oppure per dispensatori di altri agenti e sostanze, quali agenti deodoranti in macchine lavastoviglie, lavatrici e/o asciugatrici.
Il termine “apparato domestico” intende abbracciare tutti i dispositivi o apparati che possono essere presenti in una abitazione di uso civile, compresi i relativi impianti, ed in particolare gli impianti sanitari e/o idraulici e/o di condizionamento e/o di riscaldamento. Un dispensatore secondo l’invenzione potrebbe vantaggiosamente trovare impiego anche in ambiti differenti da quello domestico, come ad esempio ai fini dell’erogazione di dosi di sostanze fertilizzanti in impianti di irrigazione, in particolare in impianti in cui un flusso di acqua è destinato a disciogliere e/o asportare la sostanza dispensata.
Il termine “sostanze di lavaggio” o “agenti di lavaggio” intende inoltre comprendere, oltre che sostanze detergenti e brillantanti, anche ulteriori sostanze utilizzabili nei suddetti settori di impiego, quali ammorbidenti, profumi, sostanze antiscoloramento, sostanze di addolcimento dell’acqua ed anticalcare, disinfettanti, fertilizzanti, eccetera, così come tutte le altre sostanze o prodotti destinate ad essere erogate in dosi in un ambito domestico.
Gli elementi descritti in riferimento ad un caricatore, ed in particolare gli elementi dei mezzi sensori, nonché dei mezzi e sistemi di rilevazione e/o controllo, sono applicabili in tutto o in parte anche delle soluzioni descritte in riferimento ad un blister e/o ad un relativo supporto mobile.
Naturalmente, nel caso in cui il dispensatore sia destinato all’impiego in abbinamento a confezioni blister, il relativo caricatore o supporto mobile può essere configurato come parte non asportabile del dispensatore stesso, oppure potrebbe essere omesso.
Il suddetto sistema di rilevazione e/o controllo, particolarmente del tipo encoder, potrebbe vantaggiosamente trovare impiego in altre tipologie dispensatori di sostanze, anche non necessariamente con elementi rimuovibili.
Negli esempi precedentemente descritti è stato fatto riferimento ad un sistema di controllo del tipo ad anello chiuso, ad esempio atto ad effettuare almeno una rilevazione di stato del dispensatore e controllare di conseguenza il relativo cinematismo di attuazione. Tuttavia il dispensatore e/o il sistema di controllo che sovrintende al suo funzionamento può essere predisposto per un controllo del tipo ad anello aperto, ad esempio con un controllo del cinematismo di attuazione anche senza una preventiva rilevazione dello stato del dispensatore.
Il trasduttore di posizione/movimento o encoder impiegato in un dispensatore secondo l’invenzione può essere del tipo comprendente un dispositivo sensore in grado di rilevare intensità o tipologie differenti di colore o di immagine ottica, dove tale differenza di colore o di immagine è indicativa della posizione angolare o lineare del mezzo di supporto della sostanza da erogare o di un organo di trasmissione del sistema di attuazione.
Una tale variante può essere chiarita con riferimento ad un caricatore con indicatore ottico perimetrale o centrale visibile dall’utente (si vedano ad esempio le figure 20 e 45). Ad un simile indicatore può essere associato operativamente un apposito sensore, in modo tale che la suddetta intensità e/o tipologia di colore dell’indicatore ottico nelle varie posizioni venga convertita o associata ad un relativo valore, quale un valore di tensione, corrente, resistenza, eccetera.
Il dispositivo sensore impiegato a tale scopo può essere vantaggiosamente del tipo definito "array", ossia comprendente una moltitudine di singoli elementi sensori o elementi ottici affiancati, i quali consentono di rilevare le differenze ottiche o le differenti intensità o tipologie di colore lungo un tratto pari alla lunghezza o dimensione del sensore stesso (sensori di questo tipo sono ad esempio utilizzati nei comuni scanner o fotocopiatrici). Ad esempio, con riferimento ad un caricatore dotato di indicatore ottico del tipo di quello di figura 20, un sensore array può essere orientato nel verso dell'altezza del caricatore e montato in posizione protetta nella zona del bordo perimetrale del relativo alloggiamento, con possibilità di discriminare la differente altezza o disposizione degli elementi colorati dell’indicatore (ad esempio rossi e verdi), in modo da desumere, oltre che la quantità di dosi residue nel caricatore, anche la sua posizione angolare.
Il dispositivo ottico potrebbe anche essere di altro tipo noto, come ad esempio un sensore atto a convertire un colore in un valore di tensione oppure in un segnale in frequenza, o altro segnale elettrico. Eventualmente può essere utilizzato anche un sensore ottico atto a riconoscere una immagine relativamente complessa (ad esempio un sensore ottico di tipo CCD), con conseguente possibilità di riconoscere anche simboli grafici o numeri associati all’elemento di cui si desidera controllare la posizione.
Per praticità, tale dispositivo o sensore ottico può essere montato nel dispensatore in una posizione sfalsata rispetto a quella della spia ottica visibile all’utente, ovvero essere posizionato in una posizione corrispondente ad un diverso settore del supporto. In tale configurazione il circuito o sistema di rilevazione e/o controllo è vantaggiosamente configurato al fine di considerare tale differenza, in modo che la relativa rilevazione sia interpretata in modo corretto. Se, ad esempio, il sensore è posizionato sfalsato di due posizioni in anticipo rispetto alla spia ottica o alla posizione di erogazione (ovvero sfalsato in anticipo di due ricettacoli o dosi del supporto), il circuito elettronico di controllo può rilevare l’effettiva posizione del supporto rispetto al sensore e poi “sommare” due posizioni al valore rilevato, per definire la reale posizione del supporto rispetto all’apertura di scarico.
In una ulteriore variante le stesse dosi della sostanza da erogare sono configurate per realizzare una parte del sistema di rilevazione o encoder. In tale variante, ad esempio, le dosi possono essere colorate in modo variabile o sfumato nella gamma dei colori, tali diversi colori o sfumature di colore essendo rilevabili tramite un idoneo sensore di colore, del tipo in precedenza menzionato; analogamente, le dosi conformate a pastiglia possono avere forma differente l’una dall’altra, ad esempio con altezze diverse in modo crescente, suscettibili di essere rilevate da un idoneo tastatore, quale un trasduttore di posizione in altezza. Differenze di colore o forma possono essere eventualmente utilizzate anche per rilevare differenti tipologie di ricarica per il dispensatore (ad esempio un caricatore o una dose bianca per un detersivo, un caricatore o una dose blu per un brillantante, un caricatore o una dose rosa per un agente deodorante, e così via).
In un’altra soluzione di per sé inventiva, il supporto della sostanza da erogare, o un componente ad esso associabile (del tipo dell’anello A di figura 43) può comprendere mezzi di memoria elettronica non volatile, preferibilmente allo stato solido, adatti a ritenere informazioni identificative della posizione del supporto nel dispensatore e/o del tipo di supporto e/o della sostanza o sostanze da erogare e/o della posizione della sostanza nel supporto; preferibilmente, informazioni identificative della posizione sono anche atte ad identificare il tipo di supporto e/o della sostanza. In una tale realizzazione il dispensatore o il sistema di controllo che ne gestisce il funzionamento è dotato di mezzi elettronici per la lettura e/o la scrittura dei suddetti mezzi di memoria, ad esempio posizionati in modo da essere operativi quanto il supporto è in una predefinita posizione nell’ambito del relativo alloggiamento (ad esempio quella assunta dal supporto a seguito di una ricarica della sostanza). Questa funzionalità può essere implementata in modo da prevedere la sola lettura del contenuto o dati dei mezzi di memoria, oppure sia la lettura che la scrittura, o aggiornamento, del contenuto o dati dei mezzi di memoria (ad esempio riscrivendo il valore della posizione o della quantità residua di sostanza). La funzionalità in esame può essere vantaggiosamente implementata utilizzando mezzi di comunicazione o trasmissione, particolarmente senza fili o wireless o in radiofrequenza (RF), quale ad esempio la nota tecnologia dei “transponder” o “RFID” o “Tag”, di tipo a sola lettura (read-only) oppure di tipo riscrivibile (read/write), integrando o associando al supporto un opportuno circuito elettronico o chip o transponder, avente mezzi di memoria e/o di comunicazione, e dotando il sistema di controllo che sovrintende al funzionamento del dispensatore di un relativo circuito di controllo e/o comunicazione, quale un circuito wireless per lettura e/o scrittura di transponder o di tag. Il transponder o simile viene integrato in modo ermetico nel supporto o nel componete associato al supporto.
Una implementazione di questo tipo è esemplificata in figura 77, in cui il supporto 40 è dotato di un transponder T o simile circuito o chip ed il sistema di controllo SC che gestisce il funzionamento del dispensatore o del relativo apparato utilizzatore o macchina comprende un relativo circuito di controllo e/o comunicazione TR per transponder T, in seguito definito per semplicità “lettore” (anche se, come si vedrà, esso è anche in grado di operare una scrittura di informazioni nei mezzi di memoria del transponder o chip o circuito T).
In una tale applicazione, con tecnologia RF di tipo read/write, i mezzi di memoria del transponder T associato al caricatore 40 nuovo contengono un dato indicativo del numero di complessivo delle dosi 46 di sostanza disponibili, il quale dato viene aggiornato (decrementato) in occasione di ogni azionamento del supporto e/o del dispensatore, ovvero ad ogni movimentazione del supporto e conseguente erogazione di una dose. La logica di gestione di una tale funzionalità può prevedere almeno i seguenti passi, eseguiti al sistema di controllo SC del dispensatore:
i) lettura del dato/valore contenuto nei mezzi di memoria del transponder T del supporto 40 (ad esempio 8 dosi), operato dal sistema di controllo SC tramite il lettore TR;
ii) azionamento o movimentazione del supporto 40, ovvero erogazione di una dose della sostanza;
iii) scrittura di un nuovo dato/valore nei mezzi di memoria del transponder T, o aggiornamento/sostituzione del dato/valore letto al passo i) (ad esempio 7 dosi), operata dal sistema di controllo SC tramite il lettore TR.
Quando il dato/valore letto al passo i) è pari a zero o è prossimo allo zero, il sistema di controllo SC provvede a generare una idonea segnalazione per l’utilizzatore, ad esempio tramite una spia luminosa o un display SD della macchina, onde indicare che il supporto 40 è vuoto o in una condizione di “riserva”. In aggiunta e/o in alternativa, la disponibilità del detto dato aggiornato in memoria può consentire una visualizzazione dell’esatto numero di dosi presenti in ogni momento nel caricatore o supporto 40, ad esempio tramite un visualizzatore o display numerico sul dispensatore o sull’apparato utilizzatore o macchina di lavaggio.
La soluzione descritta consente anche di poter asportare un supporto non ancora esaurito dal dispensatore, pur senza perdere l'informazione di quanto agente di lavaggio o altra sostanza è stata consumata, ovvero è ancora disponibile. Si pensi al caso di differenti tipologie di supporto alternate dall'utilizzatore nel dispensatore, ad esempio ai fini dell’esecuzione di differenti tipologie di lavaggio, o a causa di una asportazione del supporto dal dispensatore in vista di un lungo periodo di inutilizzo di una macchina di lavaggio o per sostituzione di questa.
Quanto descritto a titolo di esempio corrisponde essenzialmente ad una operazione di “marcatura” del supporto da parte del dispensatore secondo l’invenzione, particolarmente una marcatura del supporto ad ogni operazione di erogazione da parte del dispensatore (quale una marcatura di ogni dose di sostanza erogata). Come si vede, la marcatura del supporto può essere vantaggiosamente di tipo elettronico, ma si intendono ugualmente incluse nell’ambito dell’invenzione altre possibili tipologie di marcatura ottenibili con qualsiasi tecnologia nota atta allo scopo. Tra queste si segnala in particolare la possibilità di prevedere una marcatura di tipo meccanico, comprendete ad esempio un passo di forare o deformare almeno parte del supporto della sostanza da erogazione, o di un componente o elemento associato o associabile al supporto stesso. A mero titolo di esempio, in una tale variante, il supporto comprende una parte plastica relativamente sottile, che si estende lungo i vari ricettacoli per le dosi di sostanza, ed il dispensatore è dotato di un circuito o un’unità comandata dal sistema di controllo per produrre una foratura o una deformazione della detta parte plastica in corrispondenza di ciascuna ricettacolo, dopo l’erogazione del relativo contenuto; la suddetta parte plastica realizza quindi una “memoria meccanica”, mentre la suddetta unità o circuito di foratura o di deformazione realizza un “mezzo di scrittura” della memoria meccanica.
Una marcatura meccanica può essere evidentemente anche parte di un sistema di rilevazione e/o segnalazione per il dispensatore e/o del tipo atto ad indicare ad un utilizzatore la quantità residua di dosi di sostanza nel mezzo di supporto.
Come già accennato, talune caratteristiche e componenti descritti in relazione ad alcune forme di attuazione e varianti sono agevolmente intercambiabili o combinabili dal tecnico del settore con quelle di almeno parte delle altre forme di attuazione e varianti descritte, ovvero possono essere tra loro almeno in parte combinate al fine di ottenere soluzioni o dispositivi anche differenti da quelli illustrati e descritti a titolo di esempio.
Naturalmente, fermo restando il principio del trovato, i particolari di costruzione e le forme di attuazione potranno ampiamente variare rispetto a quanto descritto ed illustrato a puro titolo di esempio, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione. Forme di attuazione, soluzioni ed aspetti in precedenza definiti inventivi, di per sé inventivi o autonomamente inventivi devono essere intesi come suscettibili di autonoma tutela.

Claims (124)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo dispensatore di sostanze a lunga autonomia per un apparato elettrodomestico, in particolare una macchina di lavaggio, comprendente: - un corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), predisposto per il fissaggio in posizione stazionaria rispetto ad una struttura (2, 3) dell’apparato (1; LB) ed avente una regione di posizionamento (31) per un mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) di una pluralità di dosi di una sostanza (46; 46b, 46c; 246), quale un agente di lavaggio, sufficienti per eseguire una pluralità di erogazioni o di cicli di funzionamento dell’apparato, quali dei cicli di lavaggio, - un sistema di attuazione (50, 60) controllabile elettricamente per causare un movimento relativo tra il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ed almeno una parte del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), ai fini dell'erogazione selettiva di almeno una dose (46; 46b, 46c; 246) della sostanza contenuta nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), dove il sistema di attuazione (50, 60) comprende almeno un elemento di comando (61; 61'; 61") ed un elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240), l’elemento comandato essendo suscettibile di cooperare con l’elemento di comando per consentire detta erogazione, caratterizzato dal fatto che il sistema di attuazione (40, 50, 60) è predisposto per poter assumere una condizione operativa, in cui l'elemento di comando (61; 61'; 61") è operativamente accoppiato all'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240), ed una condizione inoperativa, in cui l'elemento di comando (61; 61'; 61") è disaccoppiato dall'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240).
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, comprendente inoltre un dispositivo di rilevazione, particolarmente un codificatore o encoder (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”), per il controllo della posizione operativa o del movimento di almeno uno tra l’elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240) e l’elemento di comando (61; 61'; 61"), il dispositivo di rilevazione avendo un’unità di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) eccitabile tramite mezzi di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”), in cui l’unità di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) è associata al corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ed i mezzi di eccitazione (A; A’; C’; C”) sono operativamente associati a, o integrati in, almeno uno tra l’elemento di comando (61; 61'; 61") e l’elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240).
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ha una regione di posizionamento (31) per il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ed il sistema di attuazione (40, 50, 60) è predisposto per consentire, quando nella rispettiva condizione inoperativa, la rimozione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) da detta regione (31).
  4. 4. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) è definita una pluralità di ricettacoli (45; 45b, 45c; 45’; 45”; 245; 345), ciascuno predisposto per ospitare almeno parzialmente una dose (46; 46b, 46c; 246) della sostanza.
  5. 5. Il dispositivo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui il sistema di attuazione (40, 50, 60) è operativo per portare selettivamente porzioni o ricettacoli (45; 45b, 45c; 45’; 45”; 245; 345) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una posizione sostanzialmente determinata, onde esporre una relativa quantità o dose di sostanza (46; 46b, 46c; 246) ad un flusso di un fluido, quale un getto di liquido (7).
  6. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 e/o 4, in cui il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ha almeno un’apertura di erogazione (33a; 33a’) ed il sistema di attuazione (40, 50, 60) è predisposto per causare uno spostamento relativo tra il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) e l’apertura di erogazione (33a, 33a’).
  7. 7. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 e/o 4, in cui - il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ha almeno un’apertura di ingresso (233a) ed almeno un’apertura di uscita (33a; 33a’; 233b) per un flusso di un fluido, particolarmente un liquido, e - il sistema di attuazione (40, 50, 60) è controllabile per causare uno spostamento relativo tra il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) e dette aperture di ingresso e di uscita (233a, 233b), in particolare al fine di posizionare in corrispondenza o tra dette aperture (233a, 233b) una dose della sostanza (46; 46b, 46c; 246) ai fini della sua erogazione tramite un flusso di un fluido, dove preferibilmente detto flusso attraversa detta dose.
  8. 8. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui il sistema di attuazione (40, 50, 60) comprende mezzi attuatori alimentati elettricamente (50; 50’; 50”) ed una disposizione di trasmissione (60) operativamente interposta tra i mezzi attuatori (50; 50’; 50”) e l'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), in dette condizioni operativa ed inoperativa del sistema di attuazione (40, 50, 60) la disposizione essendo accoppiata oppure disaccoppiata rispetto all'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), rispettivamente.
  9. 9. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, comprendente inoltre mezzi di rilevazione o di controllo (70a, 70b, 70c; 70, A; 110, A’; 38, 49, 49a, 49b; 38”; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) di almeno una condizione di stato o di funzionamento del dispositivo stesso.
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 9, in cui i mezzi di rilevazione o controllo (70a, 70b, 70c; 70, A; 110, A’; 38, 49, 49a, 49b; 38”; 270, A” ; 70’, C’; 70”, C”) comprendono mezzi sensori (70a, 70b, 70c; 70; 110,; 270; 70’; 70”).
  11. 11. Il dispositivo secondo la rivendicazione 9, in cui i mezzi di rilevazione o controllo (70a, 70b, 70c; 70, A; 110, A’; 38, 49, 49a, 49b; 38”; 270, A” ; 70’, C’; 70”, C”) comprendono un sistema di segnalazione (38, 49, 49a, 49b; 38”) per indicare ad un utilizzatore almeno una tra - una condizione di presenza del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in un rispettivo alloggiamento sostanzialmente chiuso (31) del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), e - una quantità residua di dosi di sostanza (46; 46b, 46c) nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui tra il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ed il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) sono operativi primi mezzi di tenuta (34; 34’).
  13. 13. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) comprende una prima parte statica (20; 20’; 20”) ed una seconda parte (30; 30’; 30”) spostabile rispetto alla prima parte (20).
  14. 14. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui nel corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) è definita una sede di posizionamento (24) per un organo (61; 61’; 61”) appartenente alla disposizione di trasmissione (60).
  15. 15. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di trasmissione (60) comprende primi mezzi di trasmissione (67; 67’; 67”; 67a, 67b) suscettibili di accoppiarsi in modo separabile a secondi mezzi di trasmissione (47; 47’; 47”; 47a, 47b) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  16. 16. Il dispositivo secondo la rivendicazione 10, in cui i mezzi sensori (70a, 70b, 70c; 70; 110,; 270; 70’; 70”) sono predisposti per rilevare una o più delle seguenti condizioni di funzionamento o di stato: - una condizione di presenza/assenza del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) nel dispositivo; - una condizione di posizionamento non corretto di una parte mobile (30; 30’; 30”) del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) rispetto ad una parte fissa (30; 30’; 30”) dello stesso corpo; - una condizione di assenza di dosi di sostanza (46; 46b, 46c) nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una quantità residua di dosi di sostanza (46; 46b, 46c) nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - un movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una direzione di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una determinata posizione operativa del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una velocità di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  17. 17. Il dispositivo secondo la rivendicazione 16, in cui i mezzi sensori (70a, 70b, 70c; 70; 110,; 270; 70’; 70”) comprendono almeno un sensore selezionato tra sensori ottici, sensori magnetici, sensori induttivi, sensori resistivi, sensori potenziometrici.
  18. 18. Il dispositivo secondo la rivendicazione 16, in cui i mezzi sensori (70a, 70b, 70c; 70; 110,; 270; 70’; 70”) comprendono un trasduttore di posizione o un encoder (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”), preferibilmente di tipo incrementale o di tipo assoluto e selezionato nel gruppo consistente di trasduttori o encoder ottici, trasduttori o encoder magnetici, trasduttori o encoder induttivi/capacitivi e trasduttori o encoder potenziometrici o resistivi.
  19. 19. Il dispositivo secondo la rivendicazione 17, in cui il sensore di tipo ottico (70a, 70b, 70c; 70) comprende un emettitore (E) ed un ricevitore (R) di radiazione elettromagnetica, dove in particolare l’emettitore (E) ed il ricevitore (R) sono sostanzialmente affiancati tra loro ed orientati con angolazione reciproca tale per cui la radiazione emessa dall’emettitore (E) verso riflessa verso il ricevitore (R) quando, di fronte a detti emettitore (E) e ricevitore (R), si trova una superficie sostanzialmente opaca, ad una distanza sostanzialmente predefinita.
  20. 20. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 18, in cui il trasduttore o l’encoder (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) comprende un’unità di rilevazione (70; 110; 7’; 70”) eccitabile tramite mezzi di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”).
  21. 21. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 20, in cui i mezzi di eccitazione (A; A’; A”) comprendono una serie o una successione di elementi di eccitazione (B; N, S), dove in particolare la serie o successione di elementi di eccitazione (B; N, S) è sostanzialmente rettilinea oppure è disposta secondo una circonferenza o un arco di circonferenza.
  22. 22. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 20, in cui in cui i mezzi di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”) sono configurati per realizzare o generare una codifica o un segnale di tipo digitale, quale una codifica binaria oppure Gray, oppure ai fini della generazione di segnali o valori di tipo analogico.
  23. 23. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 18, comprendente inoltre mezzi sincronizzatori (70, B”) per generale un segnale di sincronismo.
  24. 24. Il dispositivo secondo la rivendicazione 23, in cui i mezzi sincronizzatori comprendono un’unità di rilevazione (70) eccitabile tramite rispettivi mezzi di eccitazione (B”), in cui l’unità di rilevazione (70) è associata al corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ed i mezzi di eccitazione (A”) sono operativamente associati a, o integrati in, almeno uno tra l’elemento di comando (61; 61'; 61") e l’elemento comandato (40; 40'; 40"; 132; 240).
  25. 25. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 20 o 24, in cui i mezzi di eccitazione (A; A’; C’; C”) sono operativamente associati a, o integrati in, almeno uno tra un organo mobile (61”) del sistema di attuazione (40, 50, 60) ed il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  26. 26. Il dispositivo secondo la rivendicazione 25, in cui i mezzi di eccitazione sono integrati in, o realizzato da, un componente (A; A’; C’; C”) fissato ad almeno uno tra detti organo mobile (61”) e mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), dove in particolare detto componente (A; A’; C’; C”) comprende mezzi per il suo fissaggio al mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una predefinita posizione.
  27. 27. Il dispositivo secondo la rivendicazione 11, in cui il sistema di segnalazione (38, 49, 49a, 49b; 38”) comprende almeno uno tra - una finestra (38; 38”) presente in almeno una tra una parte fissa (20) del corpo principale (20, 30) ed una parte mobile (30”) del corpo principale (20”, 30”), - un indicatore ottico mobile (49, 49a, 49b;) atto ad evidenziare una posizione operativa del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  28. 28. Il dispositivo secondo la rivendicazione 27, in cui l’indicatore ottico (49, 49a, 49b) è operativamente associato ad almeno uno tra un organo mobile (61”) del sistema di attuazione (40, 50, 60) ed il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), dove in particolare: - l’indicatore ottico (49, 49a, 49b) è integrato in uno tra detti organo mobile (61”) e mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), oppure - l’indicatore ottico (49, 49a, 49b) è integrato in un componente fissato ad uno tra detti organo mobile (61”) e mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), detto componente comprendendo preferibilmente mezzi per il suo fissaggio al mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una predefinita posizione.
  29. 29. Il dispositivo secondo la rivendicazione 27, in cui la finestra (38; 38”) è ricavata in almeno una tra una parete periferica (31a) ed una parete di fondo (30”) di un alloggiamento (31) per il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), dove in particolare la finestra (38”) si estende in modo sostanzialmente radiale tra una zona centrale di detta parete di fondo ed un’apertura di erogazione (33a’) della sostanza.
  30. 30. Il dispositivo secondo la rivendicazione 27, in cui l’indicatore ottico (49, 49a, 49b) - comprende una successione di simboli grafici e/o alfabetici e/o numerici oppure almeno una scritta, e/o - è associato ad una parete di estremità (61e) di un organo di trasmissione (61”) suscettibile di inserimento in una sede centrale (40a) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  31. 31. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di trasmissione (60) comprende mezzi elastici (62, 68; 62’; 62”).
  32. 32. Il dispositivo secondo la rivendicazione 15, in cui i primi mezzi di trasmissione comprendono una pluralità di denti (67; 67’; 67”), i denti essendo in particolare disposti sostanzialmente a sega e/o aventi un profilo frontale non piano.
  33. 33. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 15 e 31, in cui i mezzi elastici (62, 68; 62’; 62”) sono predisposti per sollecitare i primi mezzi di trasmissione (67; 67’; 67”) verso i secondi mezzi di trasmissione (47; 47’; 47”).
  34. 34. Il dispositivo secondo la rivendicazione 15, in cui - i primi mezzi di trasmissione (67; 67’; 67”) sono suscettibili di compiere spostamenti assiali in una direzione parallela a, o coincidente con, un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), oppure - i primi mezzi di trasmissione (67; 67’; 67”; 67a, 67b) sono predisposti per compiere movimenti angolari attorno ad un asse parallelo a, o coincidente con, un asse di rotazione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  35. 35. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 8 e 13, in cui la disposizione di trasmissione (60) comprende un organo di trasmissione (61; 61’; 61”) montato girevole su detta prima parte di corpo (20; 20’; 20”).
  36. 36. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 15 e 35, in cui i primi mezzi di trasmissione (67’; 67”; 67a, 67b) sono parte di detto organo di trasmissione (61”) oppure sono parte di un elemento di accoppiamento (66; 66’) portato da detto organo di trasmissione (61; 61’), dove in particolare l’elemento di accoppiamento (66; 66’) è mobile linearmente oppure angolarmente in detto organo di trasmissione (61; 61’).
  37. 37. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 32 e 36, in cui l’elemento di accoppiamento (66; 66’) comprende appendici (66c) che recano detti denti (67), dove in particolare le appendici (66c) sono inserite scorrevolmente in rispettive guide (63) formate in detto organo di trasmissione (61; 61’).
  38. 38. Il dispositivo secondo la rivendicazione 36, in cui tra l’elemento di accoppiamento (66) e l’organo di trasmissione (61) sono operativamente interposti mezzi elastici (62).
  39. 39. Il dispositivo secondo la rivendicazione 36, in cui un elemento superiore (69; 100) è almeno parzialmente inserito nell’elemento di accoppiamento (66; 66’), dove in particolare - l’elemento superiore (69) è suscettibile di scorrevole assialmente nell’elemento di accoppiamento (66), e/o - l’elemento superiore (100) è angolarmente girevole rispetto all’elemento di accoppiamento (66’), e/o - tra l’elemento superiore (69) e l’elemento di accoppiamento (66) sono operativamente interposti mezzi elastici (68), e/o - l’elemento di accoppiamento (66’) presenta una parete, preferibilmente cilindrica, sulla quale sono formate una o più scanalature (66f), preferibilmente con andamento elicoidale, e l’elemento superiore (100) ha una porzione (105), inserita in una cavità delimitata da detta parete, recante rilievi (105a) operativamente inseriti in detta o dette scanalature (66f).
  40. 40. Il dispositivo secondo la rivendicazione 15, in cui i primi e secondi mezzi di trasmissione (67”; 47”) sono predisposti per l’accoppiamento in una posizione relativa univoca, dove in particolare i primi mezzi di trasmissione comprendono almeno uno tra una scanalatura (67”) ed un rilievo, che preferibilmente si estende in una direzione assiale di un organo girevole (61”) di detta disposizione di trasmissione (60), detta scanalatura o rilievo (67”) essendo preferibilmente formato sulla superficie esterna di una parte (61b”), preferibilmente cilindrica (61b”), di un organo di trasmissione (61”).
  41. 41. Il dispositivo secondo la rivendicazione 15, in cui, in detta condizione operativa, i primi mezzi di trasmissione (67) sporgono nell’ambito di un alloggiamento (31) per il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ed in detta condizione inoperativa i primi mezzi di trasmissione (67) non sporgono nell’ambito di detto alloggiamento (31).
  42. 42. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 15 e 41, in cui - i primi mezzi di trasmissione (67’; 67”) sono integrati in detto organo di trasmissione (61; 61”), e/o i primi mezzi di trasmissione (67; 67’; 67”; 67a, 67b) comprendono una serie alternata di rilievi (67a) e cave (67b) definiti in una parte (61b”) di detto organo di trasmissione (61”).
  43. 43. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di trasmissione (60) è commutabile in modo automatizzato tra due rispettive condizioni, ed è in particolare predisposta per eseguire: - un passo di attuazione, nel corso del quale un organo di trasmissione (61’) ruota o muove in un primo senso, onde causare un movimento assiale in un primo verso dei primi mezzi di trasmissione (67), e - un passo di ripristino, nel corso del quale detto organo di trasmissione (61’) ruota o muove in un secondo senso, onde causare un movimento assiale in un secondo verso dei primi mezzi di accoppiamento (67).
  44. 44. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui la regione di posizionamento comprende un alloggiamento (31) definito nel corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), dove in particolare l’alloggiamento (31) ha forma complessivamente troncoconica, oppure complessivamente cilindrica.
  45. 45. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 3 e 13, in cui l’alloggiamento (31) è delimitato tra dette prima e seconda parte di corpo (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230).
  46. 46. Il dispositivo secondo la rivendicazione 13, in cui - la seconda parte di corpo (30; 30”) è montata scorrevole rispetto alla prima parte di corpo (20; 20”) oppure è vincolata alla prima parte di corpo (20’; 20”) per compiere movimenti rispetto ad essa,preferibilmente movimenti angolari o lineari, e/o - in una di dette parti di corpo (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) è formata almeno un’apertura, in particolare un’apertura di erogazione (33a; 33a’) della sostanza, e/o - la prima parte di corpo (20; 20’; 20”) è predisposta per il fissaggio in corrispondenza di un rispettivo passaggio definito in una parete (3a, 4a) di una vasca di trattamento (3) dell’apparato (1) ed ha una prima porzione destinata a sporgere, attraverso detto passaggio, all’esterno di detta vasca (3), ed una seconda porzione destinata a risultare esposta o alloggiata all’interno di detta vasca (3), e/o - almeno una tra dette prima e seconda parte di corpo (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ha una parete (21a) dotata di almeno una finestra (21b, 21c; 38; 38”), costituita da una rispettiva apertura passante (21b) e da un elemento di chiusura (21c) in materiale trasparente, e/o - almeno una tra dette prima e seconda parte di corpo (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ha una parete (21b) formata almeno in parte con materiale trasparente, e/o - ad almeno una tra dette prima e seconda parte di corpo (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) è associato almeno un mezzo di tenuta (34; 34’) cooperante con il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), e/o - la seconda parte di corpo (30”) è suscettibile di scorrimento rispetto alla prima parte di corpo (20”) secondo un piano sostanzialmente perpendicolare rispetto ad un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), e/o - la seconda parte di corpo (30; 30’; 30”) è configurata sostanzialmente a cassetto oppure è incernierata alla prima parte di corpo (20).
  47. 47. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 14 e 44, in cui detta sede (24) è ha forma cilindrica cava ed ha una rispettiva estremità che si affaccia in detto alloggiamento (31).
  48. 48. Il dispositivo secondo la rivendicazione 44, in cui l’alloggiamento (31) ha una porzione prevalente di forma sostanzialmente cilindrica oppure sostanzialmente tronco-conica oppure sostanzialmente prismatica, dove in particolare detta porzione è formata in una di dette prima e seconda parte di corpo (30; 30’).
  49. 49. Il dispositivo secondo la rivendicazione 13, in cui in la prima parte di corpo (20) è predisposta per il fissaggio ad uno sportello (4) dell’apparato (1) in modo da consentire un’estrazione della seconda parte di corpo (30) dal bordo superiore dello sportello stesso.
  50. 50. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui il corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) è predisposto per il fissaggio ad almeno una tra - una parete di sommità (3a) di una vasca (3) di trattamento dell’apparato (1), - una parete laterale (4a) di detta vasca (4), - una parte (4a) di uno sportello (4) dell’apparato (1).
  51. 51. Il dispositivo secondo la rivendicazione 13, comprendente inoltre mezzi di ritegno commutabili (29, 37; L, 30b”), operativi per mantenere la seconda parte di corpo (30’; 30”) in una posizione di chiusura rispetto alla prima parte di corpo (20’; 20”).
  52. 52. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 5, 6 e 44, in cui - l’apertura di erogazione (33a) è presente in una parete di estremità (31b) dell’alloggiamento (31) ed i ricettacoli (45; 45b, 45c; 45”) si estendono assialmente in una direzione parallela ad un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) e sono aperti ad almeno una rispettiva estremità destinata ad affacciarsi verso detta apertura (33a), oppure - l’apertura di erogazione (33a’) è presente in una parete perimetrale o circonferenziale (31a) dell’alloggiamento (31) ed i ricettacoli (45’) si estendono assialmente in una direzione ortogonale o radiale rispetto ad un asse di rotazione o movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) e sono aperti ad una estremità destinata ad affacciarsi verso detta apertura (33a).
  53. 53. Il dispositivo secondo la rivendicazione 12, in cui i primi mezzi di tenuta comprendono una guarnizione (34; 34’) che si estende in una regione che circonda una apertura di erogazione (33a; 33a’) della sostanza, dove in particolare la guarnizione (34; 34’) ha una superficie di tenuta rispetto al mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) considerevolmente maggiore rispetto alla sezione di passaggio di detta apertura di erogazione (33a; 33a’).
  54. 54. Il dispositivo secondo la rivendicazione 53, in cui - la guarnizione (34; 34’) ha una rispettiva apertura passante (34a; 34a’) avente una sezione di passaggio sostanzialmente corrispondente a quella di detta apertura di erogazione (33a; 33a’), detta apertura passante (34a; 34a’) essendo preferibilmente posizionata sostanzialmente al centro della guarnizione (34; 34’), e/o - la guarnizione (34) ha un profilo in pianta sostanzialmente a forma di settore circolare o rettangolare, con uno sviluppo che è almeno doppio, preferibilmente almeno triplo, rispetto a detta apertura di erogazione.
  55. 55. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 44 e 53, in cui la guarnizione (34’) ha rilievi o labbri (34b’) di tenuta, preferibilmente sporgenti verso l’interno dell’alloggiamento (31).
  56. 56. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5 o 6, in cui il sistema di attuazione (60) è predisposto per spostare il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) rispetto al corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230).
  57. 57. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5, in cui il sistema di attuazione (60) è predisposto per spostare una parete mobile (132) di un alloggiamento (31) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), definito nel corpo principale (20).
  58. 58. Il dispositivo secondo la rivendicazione 56, in cui il sistema di attuazione è predisposto in modo tale per cui uno spostamento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) necessario per causare l’erogazione di una detta dose di sostanza (46) sia ottenuto mediante due successi azionamenti del sistema stesso.
  59. 59. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui i mezzi attuatori (50; 50’; 50”) comprendono almeno uno tra un attuatore termoelettrico (50) ed un motore (50’, 50”), preferibilmente un motore elettrico reversibile (50’) o un motore elettrico unidirezionale (50”).
  60. 60. Il dispositivo secondo la rivendicazione 59, in cui l’attuatore termoelettrico (50) ha un albero (51) mobile linearmente in una direzione sostanzialmente perpendicolare a, o coincidente con, un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  61. 61. Il dispositivo secondo la rivendicazione 59, in cui il motore elettrico (50’; 50”): - ha un albero rotante (51’) sostanzialmente perpendicolare ad un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), oppure - ha un albero rotante (51”) sostanzialmente coassiale ad un asse di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  62. 62. Il dispositivo secondo la rivendicazione 61, in cui all’albero rotante (51’, 251) è connesso direttamente un organo di trasmissione (61”, 261) suscettibile di cooperare con il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), dove in particolare all’albero rotante (51’,251) è associato un elemento (52, 261) di trasmissione, preferibilmente una vite senza fine (52) o un pignone (261).
  63. 63. Il dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni da 5 a 10, comprendente inoltre almeno parte di un circuito o sistema di controllo, predisposto per comandare, preferibilmente in modo autonomo, un mezzo attuatore (50”) ai fini del posizionamento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una predefinita posizione nell’ambito di un rispettivo alloggiamento (31).
  64. 64. Il dispositivo secondo la rivendicazione 63, in cui il circuito o sistema di controllo è predisposto per comandare il sistema di attuazione (40; 50; 60; 250) al fine di: - erogare una singola dose di sostanza (46) in una medesima fase di un ciclo di funzionamento dell’apparato, e/o - realizzare erogazioni distinte a partire da una medesima dose di sostanza (46) in più fasi di un ciclo di di funzionamento dell’apparato, e/o - erogare più dosi di sostanza (46) nel corso di una medesima fase di funzionamento dell’apparato o un medesimo ciclo di funzionamento dell’apparato, e/o - erogare almeno una dose di una prima sostanza (46b) ed almeno una dose di una seconda sostanza (46c) nel corso di una medesima fase di funzionamento dell’apparato o un medesimo ciclo di di funzionamento dell’apparato, e/o - erogare almeno una dose di sostanza (46) in concomitanza con l’esecuzione di una specifica fase operativa eseguita dall’apparato (1).
  65. 65. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5, comprendente ulteriormente mezzi (5) per indirizzare detto getto di liquido (7) verso almeno una apertura di erogazione (33a; 33a’) del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), dove in particolare detti mezzi comprendono almeno uno tra un organo irroratore rotante (5) dell’apparato (1) ed un ugello statico.
  66. 66. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 64 e 65, in cui detta specifica fase operativa comprende una emissione di detto getto (7) con potenza o pressione accresciuta.
  67. 67. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, comprendente inoltre un dispositivo di comando (80), per commutare selettivamente la disposizione di trasmissione (60) tra una posizione operativa ed una posizione inoperativa, dove in particolare: - il dispositivo di comando (80) è azionabile manualmente, e/o - al dispositivo di comando (80) è associato un cinematismo bistabile (82, 85, 86), e/o - il dispositivo di comando (80) comprende un elemento cursore (83), scorrevole linearmente in rispettivi mezzi di guida (27) del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), dove preferibilmente all’elemento cursore (83) è associato un organo spintore (84), suscettibile di causare lo spostamento assiale di un organo mobile (69) della disposizione di trasmissione (60).
  68. 68. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di trasmissione (60) è commutabile tra una posizione operativa ed una posizione inoperativa sfruttando un movimento di una parte mobile (30’) del corpo principale (20’; 30’).
  69. 69. Il dispositivo secondo la rivendicazione 44, comprendente inoltre un meccanismo (37a, 37b, 37c, 48) predisposto per agevolare il posizionamento manuale del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una posizione angolare predefinita all’interno di detto alloggiamento (31), dove in particolare detto meccanismo (37a, 37b, 37c, 48) comprende un incavo o tacca (48) formato in una parete periferica (42) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ed un cursore (37a) sollecitato da una molla (37b) contro detta parete periferica (42).
  70. 70. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di trasmissione (60) comprende un organo angolarmente girevole (61”) avente una parte che sporge costantemente in una zona centrale di detto alloggiamento (31).
  71. 71. Il dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) è predisposto per ritenere una pluralità di dosi di una prima sostanza (46b) ed una pluralità di dosi di una seconda sostanza (46c).
  72. 72. Un dispositivo dispensatore di sostanze, particolarmente agenti di lavaggio, per un apparato domestico, particolarmente una macchina di lavaggio, comprendente: - un corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), predisposto per il fissaggio in posizione stazionaria rispetto ad una struttura (2, 3) dell’apparato (1; LB), - un mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) di una sostanza che deve essere erogata, - un sistema di attuazione (50, 60) controllabile elettricamente per causare l’erogazione della sostanza(46; 46b, 46c; 246), dove il sistema di attuazione (50, 60) comprende almeno un elemento di comando (61; 61'; 61") ed un elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), l’elemento comandato essendo suscettibile di cooperare con l’elemento di comando per consentire detta erogazione, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un trasduttore di posizione o di movimento (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) avente un’unità di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) eccitabile tramite mezzi di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”), in cui l’unità di rilevazione è associata o portata dal corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ed i mezzi di eccitazione sono operativamente associati a, o integrati in, almeno uno tra l’organo di comando e l’organo comandato, dove in particolare il trasduttore (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) è predisposto per rilevare un movimento relativo tra l’elemento di comando o l’elemento comandato rispetto ad almeno una parte del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230).
  73. 73. Il dispositivo secondo la rivendicazione 72, comprendente inoltre mezzi (70, B”) per generale un segnale di sincronismo in dipendenza di un movimento effettuato da almeno uno tra l’elemento di comando e l’elemento comandato.
  74. 74. Il dispositivo secondo la rivendicazione 72, in cui i mezzi di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”) sono montati o associati, in particolare in modo rimuovibile, sul mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) della sostanza.
  75. 75. Il dispositivo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui il mezzo di supporto comprende un blocco unico della sostanza da erogare.
  76. 76. Il dispositivo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre mezzi per la lettura e/o la scrittura (TR) di, o per la comunicazione con, mezzi di memoria (T) integrati o associati al mezzo di supporto (40).
  77. 77. Un mezzo di eccitazione per un sistema di rilevazione appartenente ad un dispositivo dispensatore, particolarmente ma non esclusivamente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il mezzo di eccitazione (A; A’; C’; C”) è predisposto per essere associato ad un supporto o contenitore (40; 40’; 40”; 240; 240’) di almeno una dose di una sostanza erogabile (46; 46b, 46c; 246), il mezzo di eccitazione essendo configurato per eccitare un’unità di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) associata al dispensatore.
  78. 78. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 77, configurato per cooperare con l’unità di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) ai fini del controllo della posizione operativa e/o del movimento del supporto o contenitore (40; 40'; 40"; 132; 240).
  79. 79. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 77, in cui il sistema di rilevazione comprende almeno uno tra un trasduttore analogico, un trasduttore digitale, un trasduttore angolare, un trasduttore lineare, un encoder, un circuito di rilevazione, un trasduttore magnetico, un trasduttore resistivo, un trasduttore capacitivo, un trasduttore ottico.
  80. 80. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 77, configurato come parte distinta del dispensatore.
  81. 81. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 77, configurato per essere associato in modo separabile al supporto o contenitore (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  82. 82. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 81, comprendente mezzi per il fissaggio e/o l’aggancio al supporto o contenitore (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  83. 83. Il mezzo di eccitazione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, comprendente elementi di eccitazione selezionati tra elementi di eccitazione di tipo ottico, di tipo magnetico, di tipo induttivo, di tipo resistivo, di tipo meccanico.
  84. 84. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 83, in cui gli elementi di eccitazione comprendono almeno una serie o successione di elementi di eccitazione (B; N, S), dove in particolare la serie o successione di elementi di eccitazione (B; N, S) è almeno in parte rettilinea oppure è disposta secondo una circonferenza o un arco di circonferenza o è almeno in parte curva.
  85. 85. Il mezzo di eccitazione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui il mezzo di eccitazione (A; A’; A”; C’; C”) è configurato per realizzare o generare una codifica o un segnale di tipo digitale, quale una codifica binaria oppure Gray, oppure ai fini della generazione di segnali o valori di tipo analogico.
  86. 86. Il mezzo di eccitazione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre mezzi di sincronizzazione (B”) per generale un segnale di sincronismo.
  87. 87. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 83 e/o 84, in cui gli elementi di eccitazione ((B; N, S)) comprendono, o sono realizzati tramite, almeno una tra - una serie di rilievi e/o cave, - una serie di settori trasparenti e/o di settori opachi e/o di settori riflettenti di un corpo del supporto, - una serie di settori colorati e/o di elementi grafici, - una serie di inserti magnetizzati, - una serie di inserti metallici o in materiale ferromagnetico non magnetizzato, - un piano inclinato, - un elemento di forma eccentrica o a spirale, - un elemento definente un profilo o un’altezza di dimensioni non uniformi.
  88. 88. Il mezzo di eccitazione secondo la rivendicazione 83 e/o 84, in cui almeno uno tra il mezzo di eccitazione e gli elementi di eccitazione sono formati almeno in parte con un materiale stampabile o iniettabile o tramite uno stampo.
  89. 89. Il mezzo di eccitazione secondo almeno una delle rivendicazioni 83, 84, 88, in cui gli elementi di eccitazione (N, S) sono formati almeno in parte con un materiale a base termoplastica magnetizzabile, quale plastoferrite o simili.
  90. 90. Un circuito o mezzo di memoria o comunicazione per un sistema di controllo di un dispositivo dispensatore, particolarmente ma non esclusivamente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il circuito o mezzo di memoria o comunicazione (T) è predisposto per essere associato ad un supporto o contenitore (40) di almeno una dose di una sostanza erogabile (46), il circuito o mezzo di memoria o comunicazione (T) essendo configurato per essere in comunicazione con e/o controllato da detto sistema di controllo (SC).
  91. 91. Il circuito o mezzo di memoria secondo la rivendicazione 90, predisposto per essere elettronicamente leggibile e/o scrivibile tramite una relativa unità di comunicazione e/o lettura e/o scrittura (TR) appartenente o associata a detto sistema di controllo (SC).
  92. 92. Una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie o lavabiancheria, comprendente un dispositivo dispensatore di sostanze realizzato secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
  93. 93. Metodo per il controllo del funzionamento di un dispositivo dispensatore di sostanze del tipo avente - un corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), predisposto per il fissaggio ad una struttura (3) di un apparato elettrodomestico (1; LB), quale una macchina di lavaggio, - un sistema di attuazione (50, 60) portato dal corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), - un supporto o contenitore (40; 40’; 40”; 240; 240’) di almeno una dose di una sostanza erogabile (46; 46b, 46c; 246), in cui il sistema di attuazione (50, 60) è controllabile elettricamente per causare, nel corso di un ciclo di funzionamento dell’apparato, l'erogazione di detta almeno una dose (46; 46b, 46c; 246) della sostanza, il procedimento comprendendo i passi di: i) attivare il sistema di attuazione, ii) rilevare, in dipendenza del funzionamento del sistema di attuazione, il movimento di almeno uno tra un componente mobile del sistema di attuazione ed il supporto, in particolare ai fini del controllo della posizione di quest’ultimo, iii) disattivare il sistema di attuazione quando viene rilevato il raggiungimento di una predeterminata posizione da parte di una predefinita parte di almeno uno tra detti componente mobile del sistema di attuazione e supporto.
  94. 94. Il metodo secondo la rivendicazione 93, in cui la rilevazione viene effettuata tramite un trasduttore di posizione, in particolare un trasduttore digitale o un trasduttore analogico, preferibilmente di tipo incrementale o di tipo assoluto.
  95. 95. Il metodo secondo la rivendicazione 93, in cui nel supporto è definita una pluralità di ricettacoli (45; 45b, 45c; 45’; 45”; 245; 345), ciascuno predisposto per ospitare almeno parzialmente una rispettiva dose (46; 46b, 46c; 246) della sostanza erogabile, ed il passo ii) comprende l’operazione di: - leggere, o generare, tramite un mezzo sensore (70; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) nel corso del funzionamento del sistema di attuazione, un codice, o un valore digitale, identificativo di un rispettivo ricettacolo, dove in particolare il codice, o il valore, è associato a, o portato da, almeno uno tra detti componente mobile del sistema di attuazione e supporto, oppure - leggere, o generare, tramite un mezzo sensore nel corso del funzionamento del sistema di attuazione, un segnale analogico, o un valore analogico, identificativo di un rispettivo ricettacolo, dove in particolare il segnale, o il valore, è generato per il tramite di un elemento associato a, o portato da, almeno uno tra detti componente mobile del sistema di attuazione e supporto.
  96. 96. Il metodo secondo la rivendicazione 93, comprendente inoltre l’operazione di generare e/o rilevare, in dipendenza del funzionamento del sistema di attuazione, un segnale di sincronismo.
  97. 97. Il metodo secondo la rivendicazione 96, in cui almeno uno tra detti componente mobile del sistema di attuazione e supporto genera, o porta un elemento atto a generare un codice o valore di sincronismo che viene letto o rilevato da un mezzo sensore nel corso del funzionamento del sistema di attuazione.
  98. 98. Il metodo secondo la rivendicazione 93, in cui la rilevazione viene utilizzata ai fini della valutazione della quantità di sostanza presente nel supporto e/o della condizione operativa del supporto.
  99. 99. Il metodo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la rilevazione viene utilizzata ai fini del posizionamento di una data regione del supporto rispetto ad una apertura di erogazione del dispensatore.
  100. 100. Il metodo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la rilevazione viene utilizzata ai fini dell’esposizione almeno parziale di una data regione del supporto ad un flusso di un fluido di asportazione della dose di sostanza.
  101. 101. Metodo per gestire un mezzo di supporto di una sostanza erogabile in un dispositivo dispensatore per un apparato elettrodomestico, il dispositivo dispensatore avendo un sistema di attuazione predisposto per movimentare il mezzo di supporto, il metodo comprendendo le fasi di: - provvedere il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) di mezzi di riferimento (A; A’; A”; C’; C”), - provvedere il dispensatore di mezzi di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) dei mezzi di riferimento (A; A’; A”; C’; C”), - operare una rilevazione tramite i mezzi di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) in dipendenza di un movimento impartito al mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) tramite il sistema di attuazione.
  102. 102. Il metodo secondo la rivendicazione 101, in cui a seguito di detta lettura viene valutata almeno una tra: - una condizione di presenza/assenza del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) nel dispositivo dispensatore; - una condizione operativa del supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una quantità di sostanza presente nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una condizione di assenza di sostanza nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - un movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una direzione di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una determinata posizione operativa del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una velocità di movimento del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); - una posizione relativa tra il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) nell’ambito del dispositivo dispensatore.
  103. 103. Il metodo secondo la rivendicazione 102, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare una regione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ad una apertura di erogazione del dispensatore.
  104. 104. Il metodo secondo la rivendicazione 103, in cui la regione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) viene allineata in modo controllato all’apertura di erogazione retroazionando al sistema di attuazione un segnale generato a seguito di detta rilevazione.
  105. 105. Un metodo per utilizzare un mezzo di supporto di una sostanza erogabile in un dispositivo dispensatore secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 76, il metodo comprendendo le fasi di: - provvedere il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) di rispettivi mezzi di trasmissione (47; 47’; 47”; 47a, 47b); - posizionare il mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in una relativa regione di posizionamento (31) del dispositivo dispensatore; - accoppiare in modo selettivo il sistema di attuazione (50, 60) del dispensatore ai mezzi di trasmissione (47; 47’; 47”; 47a, 47b) del mezzo di supporto.
  106. 106. Il metodo secondo la rivendicazione 105, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare una regione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ad una apertura di erogazione del dispensatore.
  107. 107. Il metodo secondo la rivendicazione 106, in cui la regione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) viene allineata in modo controllato all’apertura di erogazione retroazionando al sistema di attuazione un segnale generato a seguito di una rilevazione operata tramite mezzi di rilevazione (70; 110; 70’; 70”) del dispositivo dispensatore, tali mezzi di rilevazione essendo predisposti per cooperare con mezzi di riferimento (A; A’; A”; C’; C”) del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) in dipendenza di un movimento impartito a quest’ultimo tramite il sistema di attuazione.
  108. 108. Metodo per gestire un supporto di almeno una dose di sostanza erogabile operativamente accoppiato ad un dispensatore, in cui sono previste le fasi: - provvedere un detto supporto per un dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 76; - riconoscere detti mezzi di riferimento (A; A’; A”; 49, 49a, 49b; C’; C”).
  109. 109. Il metodo secondo la rivendicazione 108, in cui a seguito del riconoscimento dei mezzi di riferimento (A; A’; A”; 49, 49a, 49b; C’; C”) viene valutata la quantità di dose (46; 246) di sostanza presente nel supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  110. 110. Il metodo secondo la rivendicazione 108, in cui a seguito del riconoscimento dei mezzi di riferimento (A; A’; A”; 49, 49a, 49b; C’; C”) viene valutata la condizione operativa del supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’).
  111. 111. Il metodo secondo la rivendicazione 108, in cui a seguito del riconoscimento dei mezzi di riferimento (A; A’; A”; 49, 49a, 49b; C’; C”) viene valutata la posizione relativa tra detto supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) e detto dispensatore (10).
  112. 112. Il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 109 a 111, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare almeno una porzione di una detta dose all’apertura di erogazione (33a; 33a’; 233) del dispensatore.
  113. 113. Il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 109 a 112, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare in modo controllato almeno una porzione di una detta dose all’apertura di erogazione (33a; 33a’; 233) del dispensatore retroazionando il segnale del riconoscimento ad un sistema di attuazione del dispensatore.
  114. 114. Il metodo per utilizzare un supporto di almeno una dose di sostanza erogabile operativamente accoppiabile ad un dispensatore, in cui sono previste le fasi: - provvedere un detto supporto per un dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 76; - inserire detto supporto nella regione di posizionamento (31; 231) del dispensatore (10); - accoppiare in modo selettivo il sistema di attuazione (66, 67; 250) del dispensatore (10) ai mezzi di trasmissione (47; 47’; 47a, 47b; 247) del supporto.
  115. 115. Il metodo secondo la rivendicazione 114, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare almeno una porzione di una detta dose all’apertura di erogazione (33a; 33a’; 233) del dispensatore.
  116. 116. Il metodo secondo la rivendicazione 114 e/o 115, in cui è prevista l’ulteriore fase di allineare in modo controllato almeno una porzione di una detta dose all’apertura di erogazione (33a; 33a’; 233) del dispensatore retroazionando un segnale del riconoscimento letto sul supporto ad un sistema di attuazione del dispensatore.
  117. 117. Metodo per utilizzare almeno una dose di sostanza erogabile, comprendente le seguenti fasi: - provvedere un detto supporto per un dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 76; - esporre almeno una porzione di detta almeno una dose attraverso detta apertura di erogazione del dispensatore a mezzi di dissolvimento, in modo che detti mezzi di dissolvimento possano fluire in detto supporto e dissolvere almeno in parte detta dose e successivamente fluire fuori unitamente alla parte di dose dissolta da detta apertura di erogazione (33a; 33a’; 233) del dispensatore.
  118. 118. Metodo per il controllo del funzionamento di un dispositivo dispensatore di sostanze per un elettrodomestico, in particolare una macchina di lavaggio, del tipo che comprende: - un corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), - un sistema di attuazione (50, 60), - un supporto o contenitore (40) di almeno una dose di una sostanza erogabile (46), in cui il sistema di attuazione (50, 60) è controllabile elettricamente per causare, nel corso di un ciclo di funzionamento dell’apparato, un movimento relativo tra il mezzo di supporto (40) ed almeno una parte del corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), ai fini dell'erogazione di almeno una dose (46) della sostanza contenuta nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’), il procedimento comprendendo i passi di: a) provvedere il supporto o contenitore (40) di un circuito o un mezzo di memoria (T); b) accoppiare operativamente il supporto o contenitore (40) al sistema di attuazione (50, 60), c) leggere e/o scrivere, sotto il controllo di un sistema di controllo (SC) che gestisce il funzionamento del dispensatore, un’informazione o dato nel mezzo di memoria (T).
  119. 119. Il metodo secondo la rivendicazione 118, comprendente inoltre i passi di: d) causare detto movimento relativo ai fini dell'erogazione di una dose (46) della sostanza contenuta nel mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’); e) scrivere una nuova informazione o dato nel mezzo di memoria (T), ovvero aggiornare o sostituire l’informazione letta al passo a), per il tramite di detto sistema di controllo (SC).
  120. 120. Il metodo secondo la rivendicazione 119, in cui l’informazione è rappresentativa della tipologia e/o della quantità di dosi della sostanza presenti nel supporto o contenitore (40) ed è ulteriormente previsto almeno uno tra i seguenti passi: - generare una segnalazione quando l’informazione letta secondo il passo a) indica che la quantità di dosi ancora presenti nel supporto o contenitore (40) è pari a zero o è inferiore ad un valore determinato; - generare una segnalazione della tipologia o quantità di dosi ancora presenti nel supporto o contenitore (40).
  121. 121. Un dispositivo dispensatore a lunga autonomia, in particolare per un apparato o per un sistema idraulico, comprendente: - un corpo di supporto (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), - un mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) di una pluralità di dosi di un prodotto o sostanza da erogare (46; 46b, 46c; 246), le dosi di detta pluralità essendo in quantità sufficiente per eseguire una pluralità di erogazioni, - un sistema di attuazione (50, 60) controllabile elettricamente per causare la movimentazione del mezzo di supporto (40; 40’; 40”; 240; 240’) ai fini dell'erogazione di almeno una dose di detto prodotto (46; 46b, 46c; 246), dove il sistema di attuazione (50, 60) comprende almeno un elemento di comando (61; 61'; 61") ed un elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), l’elemento comandato essendo suscettibile di cooperare con l’elemento di comando per consentire detta movimentazione ed erogazione, caratterizzato dal fatto che il sistema di attuazione (40, 50, 60) è predisposto per poter assumere una condizione operativa, in cui l'elemento di comando (61; 61'; 61") è operativamente accoppiato all'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), ed una condizione inoperativa, in cui l'elemento di comando (61; 61'; 61") è disaccoppiato dall'elemento comandato (40; 40'; 40"; 132).
  122. 122. Un dispositivo dispensatore, preferibilmente del tipo a lunga autonomia, comprendente: - un corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230), - mezzi di supporto o contenimento (40; 40’; 40”; 240; 240’) di un prodotto o sostanza erogabile, - un sistema di attuazione (50, 60) controllabile elettricamente per causare l’erogazione di almeno una dose del prodotto o sostanza (46; 46b, 46c; 246), dove il sistema di attuazione (50, 60) comprende almeno un elemento di comando (61; 61'; 61") ed un elemento comandato (40; 40'; 40"; 132), l’elemento comandato essendo suscettibile di cooperare con l’elemento di comando per consentire detta erogazione, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un trasduttore di posizione/movimento o un encoder (70, A; 110, A’; 270, A”; 70’, C’; 70”, C”) avente un’unità di rilevazione (70; 110) eccitabile tramite mezzi di eccitazione (A; A’; A” ; C’; C”), in cui l’unità di rilevazione (70; 110) è portata dal corpo principale (20, 30; 20’, 30’; 20”, 30”; 220, 230) ed i mezzi di eccitazione (A; A’) sono operativamente associati a, o integrati in, almeno uno tra l’elemento di comando e l’elemento comandato.
  123. 123. Un dispositivo secondo la rivendicazione 121 e/o 122 ed avente una o più delle caratteristiche di cui alle rivendicazioni da 1 a 76.
  124. 124. Un dispositivo secondo la rivendicazione 121 e/o 122, per l’implementazione di un metodo secondo una o più delle rivendicazioni da 93 a 120.
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