ITMO20070189A1 - Apparato medicale - Google Patents

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ITMO20070189A1
ITMO20070189A1 IT000189A ITMO20070189A ITMO20070189A1 IT MO20070189 A1 ITMO20070189 A1 IT MO20070189A1 IT 000189 A IT000189 A IT 000189A IT MO20070189 A ITMO20070189 A IT MO20070189A IT MO20070189 A1 ITMO20070189 A1 IT MO20070189A1
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Daniele Galavotti
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Description

Descrizione di Brevetto di Invenzione Industriale avente per titolo:
“APPARATO MEDICALE".
CAMPO TECNICO.
L'invenzione riguarda un apparato medicale, particolarmente adatto per la filtrazione e l’accumulo di soluzioni per la perfusione intra-addominale e/o intra-pleurica in regime ipertermico.
STATO DELLA TECNICA.
Il trattamento medico di molte gravi patologie, come ad esempio, le neoplasie peritoneali e pleuriche, richiedono la creazione di circuiti extra-corporei che sono destinati ad essere percorsi da soluzioni di perfusione dopo le operazioni chirurgiche per ridurre queste neoplasie.
In questi circuiti è necessario che sia previsto un dispositivo che abbia la specifica funzione di filtrare, accumulare e gestire volumi variabili di soluzioni che vengono perfuse nella cavità addominale e/o pleurica di un paziente.
Attualmente, non sono disponìbili apparati specificatamente realizzati per questo tipo di terapie e, per questa ragione, vengono utilizzati dispositivi che sono realizzati per essere impiegati in altre terapie, come, ad esempio, le terapie cardio-chirurgiche.
Questi dispositivi comprendono essenzialmente un elemento filtrante che è destinato a filtrare il sangue di un paziente durante un intervento chirurgico, per rimuovere da questo tutte le impurità che derivano dall'intervento, come, ad esempio, coaguli, frammenti di tessuti recisi, fibrina, tessuti gelatinosi, punti di sutura e residui di questi.
Inoltre, questi dispositivi sono del tipo cosiddetto "aperto", cioè che presentano almeno una apertura che mette in comunicazione l'atmosfera interna dei dispositivi con l’ambiente esterno.
Questo stato della tecnica presenta alcuni inconvenienti.
Un primo inconveniente è che questi dispositivi hanno tendenza ad una rapida saturazione degli elementi filtranti che li compongono e, di conseguenza, a diventare rapidamente inservibili per la loro funzione.
Un altro inconveniente è che essendo del tipo aperto, è possibile che si diffondano nell'ambiente gas dannosi che si sviluppano con l'impiego di farmaci chemioterapici che vengono utilizzati a temperature superiori ai 37°C.
Un ulteriore inconveniente è che questi dispositivi vengono realizzati con materiali plastici che possono reagire chimicamente con i farmaci chemioterapici e rilasciare nelle soluzioni che vengono perfuse nei pazienti dei residui molto dannosi di questi materiali plastici.
Un altro inconveniente è che la capacità di accumulo di questi dispositivi noti è sensibilmente limitata in relazione all’utilizzo nelle terapie di trattamento chirurgico delle neoplasie del peritoneo e della pleure.
Infatti, durante gli interventi chirurgici, è necessario perfondere il paziente con volumi di soluzioni che variano tra un minimo di 2.000 mi fino ad un massimo di 6.000-9.000 mi e queste capacità non sono previste nei dispositivi noti utilizzati normalmente nella cardiochirurgia ed utilizzati nel trattamento delle neoplasie peritoneali o pleuriche.
Le perfusioni prevedono che volumi di soluzioni utilizzate vengano perfuse nell’addome o nella pleura del paziente per mezzo di un adatto circuito di perfusione che ha un ramo di andata ed uno di ritorno i quali confluiscono entrambi nei dispositivi precedentemente ricordati per filtrare questi volumi di soluzioni prima che vengano perfusi nuovamente nell'addome o nella pleura del paziente, dopo un adeguato riscaldamento.
SCOPI DELL'INVENZIONE.
Uno scopo dell'invenzione è migliorare lo stato della tecnica.
Un altro scopo dell’invenzione è realizzare un apparato medicale che sia utilizzabile specificatamente nei trattamenti chirurgici in ipertermia di neoplasie peritoneali e pleuriche, senza pericoli di rilascio di sostanze dannose.
Un ulteriore scopo dell’invenzione è realizzare un apparato medicale che non rilasci neH’ambiente gas nocivi per la salute degli operatori e dei pazienti.
Un altro scopo dell’Invenzione è realizzare un apparato medicale che abbia una capacità sufficiente per contenere tutti i volumi di soluzioni impiegati durante gli interventi chirurgici per ridurre le neoplasie, come, ad esempio, le neoplasie peritoneali e/o pleuriche.
Un altro scopo dell'invenzione è di realizzare un apparato medicale che sia in grado di svolgere una efficace azione di filtrazione delle soluzioni da infondere in un paziente, per evitare che a questo possano giungere sostanze precedentemente rimosse dal campo operatorio.
Secondo un aspetto dell’invenzione è previsto un apparato medicale, particolarmente adatto per la filtrazione e l’accumulo di soluzioni per la perfusione intra-addominale e/o intra-pleurica in regime ipertermico, che comprende un corpo, detto corpo comprendendo: mezzi di ingresso e di uscita di soluzioni liquide da filtrare; mezzi filtranti sistemati tra detti mezzi di ingresso e di uscita; caratterizzato dal fatto che detti mezzi filtranti sono sistemati in un elemento di ricevimento di dette soluzioni liquide, essendo previsto un elemento contenitore di dette soluzioni liquide avente capacità variabile e collegato con detto elemento di ricevimento e con detti mezzi di uscita.
L’apparato medicale consente di ricevere, contenere, filtrare e perfondere nuovamente ad un paziente soluzioni liquide utilizzate durante interventi chirurgici, per la perfusione intra-addominale e/o intra-pleurica in regime ipertermico, evitando anche la diffusione neH’ambiente esterno di vapori dannosi generati da farmaci, in particolare da farmaci chemioterapici.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di un apparato medicale, illustrato a titolo indicativo, e non limitativo, negli uniti disegni in cui:
Figura 1 è una vista schematica di un impianto di accumulo, filtraggio e perfusione di soluzioni liquide medicali a pazienti, in una fase di preparazione per una infusione;
Figura 2 è una vista schematica dell'impianto di Figura 1, in una fase di perfusione di una soluzione liquida ad un paziente;
Figura 3 è una vista in prospettiva ed esplosa di un apparato medicale che è parte dell’impianto di Figura 1;
Figura 4 è una vista in scala ingrandita di una sezione trasversale dell’apparato medicale di Figura 3, presa secondo un piano lll-lll di Figura 3.
Con riferimento alle Figure, con 1 è indicato un impianto preassemblato, noto come “set" e di seguito indicato con questo termine, per la perfusione intra-addominale e/o intrapleurica in regime ipertermico di soluzioni liquide medicali.
Il set 1 comprende un apparato medicale 2 adatto per accumulare e filtrare soluzioni liquide medicali che circolano nel set 1 , come descritto più avanti.
L’apparato medicale 2 comprende un elemento di ricevimento 3, sostanzialmente rigido, ad una faccia inferiore del quale è fissata in modo inamovibile ed a tenuta una sacca 4 flessibile destinata a contenere volumi di soluzioni liquide medicali.
Nell’elemento di ricevimento 3 sono definite un ingresso 5 ed una uscita 6, entrambe dotate di rispettive imboccature per l'attacco di tubi, attraverso le quali le soluzioni liquide entrano nella sacca 4 ed escono da questa per raggiungere l’addome di un paziente “P" durante un intervento chirurgico.
L’elemento di ricevimento 3 è composto da un corpo scatolare 7 che ha forma allungata e stretta e che definisce una apertura superiore 8 che è chiudibile a tenuta con un coperchio 9 di chiusura.
In questo coperchio 9 di chiusura, oltre all’ingresso 5, sono anche ricavati due ganci 10 destinati a permettere la sospensione dell’apparato medicale 2 a due corrispondenti supporti di un dispositivo di pesatura di una macchina automatica utilizzata per perfondere soluzioni medicali nei pazienti “P”.
Oltre ai ganci 10 ed all'ingresso 5, nel coperchio 9 di chiusura sono ricavate anche ulteriori luci, e precisamente una luce di compensazione 11, predisposta per compensare differenze di pressione tra l’interno della sacca 4 e l'ambiente esterno, una luce di ingresso supplementare 12, prevista nel caso sia necessario introdurre soluzioni o medicinali nella sacca 4, una luce di introduzione 13 di farmaci chemioterapici o farmaci in genere, una luce di ricircolo 14, una seconda luce supplementare 15, normalmente chiusa, ma apribile se necessario.
Tutte queste luci sono dotate, come l'ingresso 5 e l'uscita 6, di rispettive imboccature, normalmente tronco-coniche, per favorire l’inserimento e l’attacco di corrispondenti estremità di tubi, come verrà specificato più avanti.
Con riferimento alla Figura 3 si nota che il corpo scatolare 7 presenta il vano definito internamente che è suddiviso in due camere, rispettivamente una camera di ricevimento 16 ed una camera di<'>convogliamento 17, sostanzialmente separate tra loro da una parete 18 che è sistemata longitudinalmente all'interno del corpo scatolare 7.
E’ da notare che tutte le luci da 12 a 15 ed anche l’ingresso 5, che sono sostanzialmente allineate tra loro, sfociano sopra la camera di ricevimento 16.
Inoltre, l’altezza ΉΓ della parete 18 è leggermente inferiore della altezza Ή2” del corpo scatolare 7, in modo tale da lasciare una apertura di passaggio di emergenza definita tra il bordo superiore della parete 18 e la faccia inferiore del coperchio 9 quando questo è montato sull'elemento di ricevimento 7.
Questa parete 18 sagoma delle sedi di alloggiamento 24, 25, 26 per alloggiare una serie di filtri piani 19, 20, 21 che hanno tutti altezza sostanzialmente uguale alla altezza TM" della parete 18, in modo tale che, in caso di accidentale occlusione di questi filtri 19, 20, 21, il passaggio delle soluzioni liquide resti comunque possibile attraverso la apertura di passaggio di emergenza definita tra il bordo superiore della parete 18 e la faccia inferiore del coperchio 9.
Precisamente, i filtri 19 e 20 hanno sostanzialmente lo stesso coefficiente di filtrazione mentre, il filtro 21 ha un coefficiente di filtrazione sensibilmente più alto di quello dei filtri 19 e 20 in modo tale da filtrare in modo più capillare le soluzioni liquide che passano dalla camera di ricevimento 16 alla camera di convogliamento 17, attraversando i filtri. Per questa ragione, la parete 18 presenta, in corrispondenza delle sedi 24, 25, 26 dei passaggi o delle aperture passanti, per consentire l'attraversamento forzato dei filtri 19, 20, 21 da parte delle soluzioni liquide.
In particolare è da notare che il filtro 21 presenta la base di appoggio al fondo 23 che è incollata a questo ed i fianchi 21A che sono incollati ai bordi laterali che definiscono la sede 26 nella quale è sistemato.
Nella camera di convogliamento 17, più precisamente sul fondo 23 di questa, che costituisce anche il fondo della camera di ricevimento 16, è ricavata una apertura di scarico 22.
Il fondo 23 è leggermente inclinato verso questa apertura di scarico 22, in modo da convogliare verso di essa le soluzioni liquide dopo che sono filtrate dai filtri 19, 20, 21. La apertura 23 sfocia nella sacca 4 in prossimità di un lato di questa, in modo che le soluzioni liquide che passano attraverso questa siano costrette a passare anche attraverso un ulteriore filtro 27 che è sistemato all'interno della sacca 4, accostato allo stesso un lato e prolungato sostanzialmente fino al fondo 30 della sacca 4, anche questo inclinato, dove è anche prevista una apertura di scarico 28 chiusa con un tappo 29, che è possibile rimuovere quando è necessario.
All’interno della sacca 4, ma in prossimità di un lato opposto rispetto a quello dove è sistemato l’ulteriore filtro 27, è sistemato un tubo 31 che ha una estremità 32 rivolta verso il fondo 30 e posta in vicinanza di questo, ed una contrapposta estremità 33 che è collegata con l'uscita 6.
La luce di compensazione 11 , che è normalmente sempre aperta, è dotata di un filtro 34 per proteggere il contenuto della sacca 4 dai batteri che si trovano nell’ambiente esterno. Questo filtro 34 comprende una membrana interna di filtraggio accoppiata ad un inserto in carbone: la prima membrana impedisce l’acceso di batteri all’interno della sacca 4, mentre l’inserto in carbone trattiene eventuali vapori di farmaci chemioterapici che tendono ad uscire verso l’ambiente esterno quando all’interno della sacca 4 si genera una pressione maggiore di quella atmosferica.
La luce di introduzione 13 è dotata di un cosiddetto “punto di iniezione" 35, cioè di un membro otturatore in materiale plastico, ad esempio una valvola mono-direzionale, attivabile introducendovi la imboccatura di attacco dell'ago di una siringa, per introdurre farmaci all’interno dell'elemento di ricevimento 7 e, quindi, nella sacca 4.
Con riferimento alla Figura 1, si nota che l’apparato medicale 2 è connesso con una serie di tubi che sono previsti per collegarlo con il paziente “P", attraverso una macchina di pompaggio.
I tubi comprendono un primo tubo 36 che è predisposto per essere collegato ad una estremità 37 con l’ingresso 5 e con la opposta estremità 38 ad una via di uscita “Ρ2" dal corpo del paziente “P” sottoposto ad un intervento chirurgico, con la interposizione di un secondo tubo 39, come meglio spiegato più avanti.
Lungo il primo tubo 36 è posta una prima pompa 40, normalmente di tipo peristaltico, la quale crea una aspirazione all'interno di questo.
La opposta estremità 38 è dotata di un raccordo 41, ad esempio un raccordo femmina, che è accoppiabile con un raccordo 42, ad esempio un raccordo maschio, che è montato ad una estremità terminale di un ramo 39A del secondo tubo 39, il quale ha un ulteriore ramo 39B la cui estremità 39C è innestabile sulla luce di ricircolo 14; su entrambi i rami 39A e 39B sono sistemati rispettivi morsetti 47 e 48 apribili o chiudibili secondo necessità.
II secondo tubo 39 è collegato con una linea di uscita dal paziente "P”, con la interposizione di un dispositivo di riscaldamento 43 previsto per riscaldare le soluzioni da perfondere ad una temperatura sostanzialmente superiore alla temperatura corporea, quindi oltre 37°C.
Il set 1 comprende anche un terzo tubo 45 che è destinato ad inviare al paziente “P” attraverso una via di ingresso “P1” collegato a questo, le soluzioni liquide da perfondere, come indicato dalle frecce "A”.
Una seconda pompa 46 è prevista lungo questo terzo tubo per aspirare le soluzioni da perfondere dalla sacca 4 quando il set 1 è a regime di normale funzionamento oppure, all’inizio del ciclo di perfusione, da una ulteriore sacca 49 nella quale è contenuta e conservata una soluzione da perfondere.
In dettaglio il terzo tubo 45 ha due rami 45A e 45B che confluiscono in questo a monte della seconda pompa 46.
Su entrambi i rami 45A e 45B sono montati ulteriori morsetti 50 e 51 apribili oppure chiudibili secondo necessità.
Nella attuazione pratica, sia i morsetti apribili 47 e 48 sia gli ulteriori morsetti 50 e 51 possono anche fare parte del corredo di una macchina automatica per perfondere le soluzioni liquide e sulla quale il set viene montato per questo scopo.
In dettaglio, il ramo 45B è collegato con l’uscita 6 mentre il ramo 45A è collegato con la ulteriore sacca 49.
La sacca 4 è anche dotata di una apertura centrale 52 di sfiato che è collegata con una corrispondente apertura 53 che è ricavata nel fondo 23 dell'elemento di ricevimento 7, destinata a sfiatare attraverso questo e la luce 11 di compensazione eventuali bolle di aria che sono presenti nella sacca 4.
Il funzionamento dell’apparato medicale 2 prevede tre fasi principali, cioè una prima fase di preparazione, una seconda fase di terapia, una terza fase di svuotamento.
A sua volta, la prima fase di preparazione comprende una fase di riempimento ed una fase di ricircolo.
Con riferimento alla Figura 1, nella fase di riempimento l'ulteriore morsetto 50 è in configurazione aperta mentre l'ulteriore morsetto 51 è in configurazione chiusa.
Il morsetto 47 è in configurazione chiusa mentre il morsetto 48 è in configurazione aperta.
Il raccordo maschio 42 del ramo 39A è innestato sul raccordo femmina 41 del primo tubo 36.
In queste condizioni, la soluzione liquida contenuta nella ulteriore sacca 49 viene aspirata all’interno del set 1 dalla seconda pompa 46 che la invia al dispositivo di riscaldamento 43 e da questo all'interno dell'apparato medicale 2, attraverso il ramo 39B del secondo tubo 39.
Questa fase serve per riempire tutto il set 1 con la quantità di soluzione liquida necessaria e predeterminata in base alla corporatura del paziente "P" per eseguire la perfusione.
Nella fase di ricircolo, ancora con riferimento alla Figura 1, l'ulteriore morsetto 50 viene chiuso mentre l’ulteriore morsetto 51 viene aperto.
Il morsetto 47 viene aperto mentre il morsetto 48 viene chiuso.
Il raccordo maschio 42 del ramo 39A è ancora innestato sul raccordo femmina 41 del primo tubo 36.
In queste condizioni, la soluzione liquida contenuta nella sacca viene aspirata dalla seconda pompa 46 attraverso il tubo 31 interno e l'uscita 6 e viene inviata verso il dispositivo di riscaldamento 43 dove viene riscaldata ad una temperatura di circa 40°C. Dal dispositivo di riscaldamento 43 la soluzione liquida viene inviata verso la prima pompa 40 che attraverso il primo tubo 36 la introduce, riscaldata, nuovamente nella sacca 4.
Dopo questa fase di preparazione ha inizio la seconda fase di terapia che comprende una fase di carico del paziente “P”, una fase di perfusione ed una fase di lavaggio.
Nella fase di carico l'ulteriore morsetto 50 è ancora in configurazione chiusa e l'ulteriore morsetto 51 è in configurazione aperta.
Anche il morsetto 47 resta aperto ed il morsetto 48 resta chiuso.
Il raccordo maschio 42 viene scollegato dal raccordo femmina 41 e viene collegato con la via di ingresso “P1" del paziente “P".
Il raccordo femmina 41 viene collegato con la linea di uscita “P2" dal paziente “P".
In questa fase di carico, la prima pompa 40 è ferma mentre la seconda pompa 46 aspira la soluzione liquida dalla sacca 4, la invia al dispositivo di riscaldamento 43 e da questo al paziente “P”.
Praticamente, in questa fase di carico viene riempito l’addome oppure la cavità pleurica del paziente "P" con il maggior volume possibile di soluzione liquida, indicativamente circa 4000 mi di soluzione liquida, mentre circa 1000 mi vengono lasciati all’Interno della sacca 4.
Nella successiva fase di perfusione, le configurazioni degli ulteriori morsetti 50 e 51 e dei morsetti 47 e 48 non cambiano rispetto alla fase di carico, mentre viene solamente attivata la prima pompa 40 che aspira alla stessa velocità della seconda pompa 46 la soluzione liquida dall’addome o dalla cavità pleurica del paziente “P", inviandola verso la sacca 4 secondo le frecce "R".
In questa fase, la soluzione circola in continuazione all'interno del set 1 riscaldandosi fino ad una temperatura desiderata, normalmente 42°C, prima di essere introdotta nel paziente “P" ed essendo filtrata e raccolta, come si dirà più avanti, all’interno dell'apparato medicale 2.
Durante la circolazione, il personale medico, in questa fase, può introdurre nella soluzione liquida altri medicinali da perfondere al paziente “P", se richiesto.
Per fare questo, può caricare una siringa con il medicinale da introdurre e, dopo averla privata dell'ago, inserisce il codolo di attacco dell'ago all’interno del punto di iniezione 35 della luce di introduzione 13, aprendolo momentaneamente verso l'elemento di ricevimento 3, e scarica all'interno della camera di ricevimento 16 il medicinale.
Ε' da notare che il set 1 è dotato di ulteriori luci di introduzione, indicate con 13' e 13", previste rispettivamente sul primo tubo 36 e sul terzo tubo 45, entrambe a monte delle rispettive pompe 40 e 46.
In dettaglio, durante questa fase di perfusione avviene che la soluzione liquida che esce dal paziente “P" dopo aver perfuso l'addome o la cavità pleurica di questo, viene aspirata dalla prima pompa 40 ed inviata da questa all'apparato medicale 2.
La soluzione liquida che proviene dal paziente "P" è carica di impurità di vario genere derivanti dal campo operatorio e viene introdotta nella camera di ricevimento 16 attraverso l’ingresso 5 del coperchio 9.
Come si vede nella Figura 3, la soluzione liquida, a causa della pendenza del fondo 23, tende a raggiungere spontaneamente la apertura di scarico 22 e per fare questo è costretta ad attraversare prima i filtri 19 e 20 e, successivamente il filtro 21. l'attraversamento dei primi filtri 19 e 20 elimina dalla soluzione liquida le impurità più grosse mentre, passando attraverso il filtro 21 che è più selettivo, vengono rimosse anche le impurità microscopiche.
La soluzione filtrata, passa attraverso la apertura di scarico 22 e da questa cade nella sottostante sacca 4, passando attraverso l'ulteriore filtro 27 che rallenta la velocità di caduta ed impedisce la formazione di bolle di aria o di schiuma.
La soluzione liquida filtrata viene quindi accumulata nella sacca 4 dalla quale viene aspirata dalla seconda pompa 46 per essere nuovamente perfusa nel paziente "P". Si fa notare che nel caso in cui i filtri 19, 20, 21 si saturassero e non consentissero più il passaggio della soluzione liquida attraverso le loro fibre filtranti, la apertura di passaggio di emergenza che resta definita tra la differenza di altezza Ή1" della parete di separazione 18 e dei filtri 19, 20, 21 e la altezza Ή2" del corpo scatolare 7, cioè tra la parete di separazione 18 e la faccia inferiore del coperchio 9, consente di by-passare i filtri 19, 20, 21, senza interrompere il flusso della soluzione liquida che viene comunque sottoposta ad una azione filtrante dall'ulteriore filtro 27 sistemato all'interno della sacca 4 in corrispondenza della luce di scarico 22.
Nella successiva fase di lavaggio l'ulteriore morsetto 50 viene nuovamente aperto mentre l'ulteriore morsetto 51 viene nuovamente chiuso.
La configurazione dei morsetti 47 e 48 rimane invece invariata rispetto a quella della fase di perfusione ed il raccordo maschio 42 resta ancora collegato con la linea di ingresso “PI" del paziente “P''.
Anche il raccordo femmina 41 resta ancora collegato con la linea di uscita “P2" dal paziente "P".
La seconda pompa 46 continua ad aspirare la soluzione dalla sacca 4 e ad inviarla al dispositivo di riscaldamento 43 e da questo al paziente "P".
La prima pompa 40 è attiva e viene modificato il regime di funzionamento di questa in modo tale che aspiri la soluzione liquida che è nel paziente "P" con una velocità maggiore di quella con la quale la soluzione liquida viene inviata della seconda pompa 46 al paziente “P".
Durante questa fase, avviene una sorta di lavaggio dell'addome o della cavità peritoneale o pleurica del paziente “P" e la asportazione da questo di ogni residuo di farmaco rimasto.
Nella terza fase di svuotamento le configurazioni degli ulteriori morsetti 50 e 51 e dei morsetti 47 e 48 non cambia.
Il raccordo maschio 42 resta ancora collegato con la linea di ingresso “P1” del paziente
«pii
Il raccordo femmina 41 resta ancora collegato con la linea di uscita “P2” dal paziente “P”.
In questa fase viene disattivata la seconda pompa 46 mentre rimane attiva la sola prima pompa 40 che aspira tutta la soluzione liquida dall'addome o dalla cavità peritoneale o pleurica del paziente e la invia all'interno della sacca 4 la quale ha capacità prestabilita per raccoglierla e contenerla tutta.
In questo modo è possibile smaltire l'intero set 1 secondo le vigenti leggi in relazione allo smaltimento di materiali e dispositivi che vengono in contatto con farmaci tossici e pericolosi, come, ad esempio, i farmaci chemioterapici.

Claims (28)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato medicale, particolarmente adatto per la filtrazione e l'accumulo di soluzioni per la perfusione intra-addominale e/o intra-pleurica in regime ipertermico, che comprende un corpo, detto corpo comprendendo: mezzi di ingresso (5) e di uscita (6) di soluzioni liquide da filtrare; mezzi filtranti (19, 20, 21) sistemati tra detti mezzi di ingresso (5) e di uscita (6); caratterizzato dal fatto che detti mezzi filtranti (19, 20, 21) sono sistemati in un elemento di ricevimento (3) di dette soluzioni liquide, essendo previsto un elemento contenitore (4) di dette soluzioni liquide avente capacità variabile e collegato con detto elemento di ricevimento (3) e con detti mezzi di uscita (6).
  2. 2. Apparato secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento di ricevimento (3) comprende: una camera di ricevimento (16) ed una camera di convogliamento (17) definite separatamente in detto elemento di ricevimento (3); mezzi a parete di separazione (18) sistemati in detto elemento di ricevimento (3) per separare dette camera di ricevimento (16) e camera di convogliamento (17).
  3. 3. Apparato secondo la rivendicazione 1 oppure 2, in cui detta camera di convogliamento (17) è collegata con detto elemento contenitore (4).
  4. 4. Apparato secondo la rivendicazione 1 oppure 2, in cui detti mezzi a parete (18) formano sedi di alloggiamento (24, 25, 26) predisposte per la sistemazione di detti mezzi filtranti (19, 20, 21) e permeabili verso dette una camera di ricevimento (16) e una camera di convogliamento (17), in modo tale da renderle comunicanti tra loro.
  5. 5. Apparato secondo la rivendicazione 3, in cui detti mezzi filtranti comprendono elementi filtranti (19, 20, 21) dotati di almeno due coefficienti di filtrazione diversi tra loro, primi elementi filtranti (19, 20) a basso coefficiente di filtrazione essendo sistemati in detta camera di ricevimento (16), secondi elementi filtranti (21) ad alto coefficiente di filtrazione essendo sistemati a valle di detti primi elementi filtranti (19, 20) e rivolti verso detta camera di convogliamento (17).
  6. 6. Apparato secondo la rivendicazione 5, in cui detti primi elementi filtranti comprendono filtri piani (19, 20) sistemati in dette sedi di sistemazione (24, 25) sostanzialmente paralleli a detti mezzi a parete (18) ed attraversabili da dette soluzioni liquide secondo direzioni trasversali.
  7. 7. Apparato secondo la rivendicazione 5, in cui detti secondi elementi filtranti comprendono almeno un filtro (20) a maglie.
  8. 8. Apparato secondo la rivendicazione 7, in cui detto filtro a maglie comprende un filtro (20) in tessuto-non tessuto.
  9. 9. Apparato secondo la rivendicazione 7, in cui detto filtro (20) a maglie presenta una superficie filtrante comprendente anse piegate a fisarmonica.
  10. 10. Apparato secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento di ricevimento comprende un corpo scatolare (7) che presenta una apertura (8) considerata superiore e, da parte opposta, un fondo (23), detta apertura superiore (8) comunicando con un ambiente esterno ed essendo chiudibile a tenuta con mezzi di chiusura (9).
  11. 11. Apparato secondo la rivendicazione 5 oppure 10, in cui detti primi elementi filtranti (19, 20), detti secondi elementi filtranti (21) e detti mezzi a parete (18) presentano altezza (H1) sostanzialmente uguale tra loro e leggermente inferiore alla altezza (H2) di dette camera di ricevimento (16) e camera di convogliamento (17), in modo tale da definire una luce di passaggio tra detti primi elementi filtranti (19, 20), secondi elementi filtranti (21), mezzi a parete (18) e detti mezzi di chiusura (9) quando detti primi mezzi filtranti (19, 29) e detti secondi mezzi filtranti (21) sono occlusi.
  12. 12. Apparato secondo la rivendicazione 6 oppure 10, in cui detto fondo (23) è inclinato verso mezzi di uscita (22), in modo tale da convogliare verso questi soluzioni liquide filtrate da detti filtri piani.
  13. 13. Apparato secondo la rivendicazione 10, in cui detti mezzi di chiusura comprendono un coperchio (9) che sagoma detti mezzi di ingresso (5) in corrispondenza di detta camera di ricevimento (16); una prima luce di compensazione 11), predisposta per collegare detti mezzi di accumulo (4) con detto ambiente esterno, in modo tale da compensare differenze di pressione tra detti mezzi di accumulo (4) e detto ambiente esterno.
  14. 14. Apparato secondo la rivendicazione 13, in cui detta prima luce di compensazione (11) comprende terzi mezzi filtranti (34).
  15. 15. Apparato secondo la rivendicazione 14, in cui detti terzi mezzi filtranti comprendono un filtro (34) dotato di elementi di filtraggio antibatterici e/o adsorbenti di molecole in sospensione aerea.
  16. 16. Apparato secondo la rivendicazione 13, in cui detto coperchio (9) comprende mezzi di aggancio (10) predisposti per agganciare detto corpo scatolare (7) a supporti di sostegno e/o pesatura.
  17. 17. Apparato secondo la rivendicazione 10, in cui detti mezzi di chiusura (9) comprendono una seconda luce (15) di introduzione per introdurre farmaci/sostanze addizionali in detto elemento di ricevimento (3) e che sfocia in detta camera di ricevimento (16).
  18. 18. Apparato secondo la rivendicazione 10, in cui detti mezzi di chiusura (9) comprendono una terza luce (14) di ricircolo ed una quarta luce (12) di comunicazione tra detto ambiente esterno e detta camera di ricevimento (16).
  19. 19. Apparato secondo una qualunque delle rivendicazioni 1, 16, 17, in cui detti mezzi di ingresso (5), prima luce di compensazione (11), seconda luce (15), terza luce (14) e quarta luce (12) comprendono rispettive imboccature in prolungamento verso l'esterno da detti mezzi di chiusura (9).
  20. 20. Apparato secondo la rivendicazione 19, in cui dette rispettive imboccature comprendono attacchi standardizzati noti come “attacchi Luer".
  21. 21. Apparato secondo la rivendicazione 10, in cui detto fondo comprende una apertura di sfiato (52) che sfocia all'interno di detto corpo scatolare (7) e che si prolunga verso l’interno di detti mezzi di accumulo(4).
  22. 22. Apparato secondo la rivendicazione 1 , in cui tra detto elemento di ricevimento (3) e detti mezzi di accumulo (4) sono previsti mezzi di ricircolo di dette soluzioni liquide accoppiabili ad un circuito di perfusione (1) ad un paziente (P).
  23. 23. Apparato secondo la rivendicazione 1 , oppure 6, oppure 20, in cui detti mezzi di accumulo comprendono una sacca flessibile (4) che definisce al proprio interno un vano e che è connessa a detto corpo scatolare (7) da parte opposta a detti mezzi di chiusura (9) e inferiormente a detto fondo (23).
  24. 24. Apparato secondo la rivendicazione 23, in cui detta sacca (4) presenta mezzi a tubo interno di pescaggio (31), collegati ad una estremità con detti mezzi di uscita (6).
  25. 25. Apparato secondo la rivendicazione 23, in cui detta sacca (4) presenta ulteriori mezzi a tubo interno (22) di ingresso prolungati in detto vano ed aventi una estremità di uscita sfociante su ulteriori mezzi di filtrazione (27) posti in detto vano.
  26. 26. Apparato secondo la rivendicazione 22 oppure 23, in cui detti mezzi di ricircolo comprendono un segmento di condotto ricavato aH’esterno di detto elemento di ricevimento in coincidenza di detta terza luce di ricircolo (14) e sagomante una imboccatura di accoppiamento con un condotto di un circuito di perfusione (1) di collegamento ad un paziente (P).
  27. 27. Apparato secondo la rivendicazione 23, in cui detta sacca (4) presenta un fondo (30) dotato di mezzi di scarico (28, 29) di dette soluzioni liquide.
  28. 28. Apparato secondo la rivendicazione 27, in cui detto fondo (30) di detta sacca (4) è inclinato verso detti mezzi di scarico (28, 29).
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