ITMI20131463A1 - Sci, in particolare sci da sci alpinismo - Google Patents

Sci, in particolare sci da sci alpinismo

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ITMI20131463A1
ITMI20131463A1 IT001463A ITMI20131463A ITMI20131463A1 IT MI20131463 A1 ITMI20131463 A1 IT MI20131463A1 IT 001463 A IT001463 A IT 001463A IT MI20131463 A ITMI20131463 A IT MI20131463A IT MI20131463 A1 ITMI20131463 A1 IT MI20131463A1
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IT
Italy
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ski
boot
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contact
length
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IT001463A
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Inventor
Marco Ascheri
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Gaia S R L
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    • A63SPORTS; GAMES; AMUSEMENTS
    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
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    • A63C5/04Structure of the surface thereof
    • A63C5/0405Shape thereof when projected on a plane, e.g. sidecut, camber, rocker
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A43FOOTWEAR
    • A43BCHARACTERISTIC FEATURES OF FOOTWEAR; PARTS OF FOOTWEAR
    • A43B5/00Footwear for sporting purposes
    • A43B5/04Ski or like boots
    • A43B5/0496Ski or like boots boots for touring or hiking skis
    • AHUMAN NECESSITIES
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    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
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    • A63C9/08Ski bindings yieldable or self-releasing in the event of an accident, i.e. safety bindings
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Description

Descrizione di un brevetto per invenzione industriale
Forma oggetto della presente invenzione uno sci, in particolare uno sci da sci alpinismo, secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione principale.
Sono da tempo noti sci aventi una forma della spatula (ovvero della parte anteriore dello sci, che si estende dalla linea di contatto anteriore dello sci con un piano di appoggio, all’estremità anteriore dello sci) che ne faciliti l’utilizzo in neve fresca e polverosa. Generalmente questo tipo di sci presenta una lunghezza della spatula accentuata, ovvero maggiore del 20% della lunghezza totale dello sci. Questo tipo di sci presenta generalmente anche una coda (ovvero la parte anteriore dello sci, che si estende dalla linea di contatto posteriore dello sci con un piano di appoggio, all’estremità posteriore dello sci) di lunghezza accentuata (superiore al 10% della lunghezza totale dello sci) ed anch’essa curvata verso l’alto.
Questo tipo di sci riduce sensibilmente la lunghezza della parte dello sci prevista tra le linee di contatto anteriore e posteriore dello sci. Questo tipo di sci si è rilevato di difficile utilizzo su nevi dure e ghiacciate.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare uno sci che sia facilmente utilizzabile sia in neve fresca e polverosa che su neve dura e ghiacciata.
Questo ed altri scopi che appariranno evidenti ad un esperto del ramo vengono raggiunti da uno sci conforme alla parte caratterizzante delle allegate rivendicazioni.
Per una migliore comprensione della presente invenzione si allegano a titolo esemplificativo ma non limitativo, disegni in cui:
- la fig. 1 mostra una vista schematica laterale di uno sci secondo l’invenzione quando non è caricato,
- la fig. 2 ne mostra una vista schematica ingrandita della parte anteriore,
- le fig. 3 e 4 ne mostrano una vista schematica dal basso e dall’alto,
- le fig.5, 6, 7 mostrano rispettivamente, viste schematiche laterali dello sci, rappresentate in una scala maggiorata e non corrispondente a quella reale di fig. 1 (atta però a visualizzare la diversa curvatura dello sci quando è scarico quando è carico), dello sci quando non è caricato (fig. 5), quando è caricato (fig. 6) e dello sci nelle suddette due condizioni (fig.7),
- le fig. 8 e 9 mostrano rispettivamente, viste schematiche laterali dello sci, rappresentate in una scala ulteriormente maggiorata e non corrispondente a quella reale di fig. 1 (atta però a visualizzare la diversa curvatura dello sci quando è scarico e quando è carico), dello sci quando non è caricato (fig. 8) e quando è caricato (fig.9),
- la fig. 10 mostra una sezione trasversale dello sci di fig. 1 presa nella porzione di massimo spessore dello sci;
- le figure 11 e 12 mostrano una vista schematica laterale di uno sci secondo l’invenzione comprendete anche convenzionali attacchi atti a vincolare un scarpone allo sci,
- la fig. 13 mostra una vista schematica in sezione longitudinale di un convenzionale scarpone da sci e del piede di uno sciatore. Con riferimento alle citate figure in esse è rappresentato uno sci, presentante una lunghezza L (fig. 1) delimitata da una estremità anteriore 1 ed una posteriore 2, una larghezza variabile D delimitata da un primo bordo laterale 3 ed un secondo bordo laterale 4 (fig. 3), ed uno spessore variabile S (fig.1) delimitato da una faccia superiore di appoggio 5 ed una faccia inferiore di scivolamento 6. Lo sci comprende (fig.1): una zona anteriore, Z1 (detta anche spatula), delimitata dall'estremità anteriore 1 e da una linea anteriore 7 di contatto con un piano di appoggio P dello sci quando è scarico, una zona intermedia Z2 delimitata da detta linea di contatto anteriore 7 e da una linea posteriore 8 di contatto con il piano di appoggio P dello sci quando è scarico, e una zona posteriore Z3 (detta anche coda) delimitata da detta linea di contatto posteriore 8 e da detta Secondo l’invenzione la zona anteriore Z1:
- ha una lunghezza L1 compresa tra circa il 11% ed il 15% della lunghezza totale L dello sci,
- e presenta almeno due porzioni P1, P2 aventi differenti raggi di curvatura:
una prima porzione P1 delimitata dalla linea di contatto anteriore 7 e da una linea intermedia M,
- ed una seconda porzione P2 delimitata da detta linea intermedia M e dalla estremità anteriore 1 dello sci,
- in cui la lunghezza L2 della prima porzione P1 è compresa tra circa il 60% e l'80% della lunghezza totale L1 di detta zona anteriore Z1,
- l'altezza H1 di detta prima porzione P1 misurata dal piano di appoggio P a detta linea intermedia M è compresa tra il 25% e il 40% dell'altezza massima H2 di detta zona anteriore Z1, misurata da detta estremità anteriore 1 a detto piano P .
Sempre secondo l’invenzione la zona intermedia Z2 dello sci presenta:
- una porzione centrale P3 avente spessore S1 sostanzialmente costante,
- detta porzione centrale presentando una lunghezza L3 compresa tra il 10% ed il 30% della lunghezza totale L4 di detta zona intermedia Z2 dello sci;
- detto spessore sostanzialmente costante S1 essendo anche lo spessore massimo dello sci,
- detta zona intermedia formando quando lo sci è scarico un primo ponte con luce o altezza massima K1 compresa tra 3 e 10 mm e prevista in corrispondenza di detta porzione centrale P3.
Più in particolare, la zona anteriore Z1, può ad esempio avere una o più delle seguenti caratteristiche:
- una lunghezza L1 compresa tra circa 190 e 220 mm per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm, e ,preferibilmente, ad esempio pari a circa 210 mm,
- la lunghezza L2 della prima porzione P1 è compresa tra circa 137 mm e 157mm per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 147 mm,
- la lunghezza L6 della seconda porzione P2 è compresa tra circa 53 mm e 73mm per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm, e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 63 mm,
- l’altezza massima H2 di detta zona anteriore Z1 dello sci (e conseguentemente anche della seconda porzione P2), misurata da detta estremità anteriore 1 a detto piano P è compresa tra 40 e 60 mm per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm, e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 50 mm,
- - l'altezza H1 di detta prima porzione P1 misurata dal piano di appoggio P a detta linea intermedia M è compresa tra 10 e 20 mm per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm, e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 15 mm,
- preferibilmente le due porzioni P1 e P2 presentano due soli raggi di curvatura,
- il primo raggio di curvatura R1 (fig. 2) della prima porzione P1 (delimitata dalla linea di contatto anteriore 7 e da una linea intermedia M) è molto maggiore rispetto al secondo raggio R2 della seconda porzione P2 delimitata da detta linea intermedia M e dalla estremità anteriore 1 dello sci, preferibilmente il raggio R2 è compreso tra circa il 10% di R2 e il 30% e più preferibilmente è pari a circa il 16% di R2; a titolo di esempio il raggio R1 può essere pari a circa 727 mm e quello R2 a circa 120 mm,
- la tangente alla superficie inferiore dello sci in corrispondenza della linea intermedia M forma con una linea orizzontale un angolo A (fig. 2) compreso tra 10° e 13°, e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 11,5°,
- la tangente alla superficie inferiore dello sci in corrispondenza dell’estremità 1 della spatula forma con una linea orizzontale un angolo B compreso tra 41° e 51°, e, preferibilmente, ad esempio, pari a circa 46,5°.
In definitiva le due porzioni P1 e P2 della zona anteriore o spatula dello sci presentano una prima porzione frontale P2 relativamente alta e di lunghezza L6 relativamente ridotta rispetto a quella della porzione P1, ed una seconda porzione P1 relativamente bassa e di lunghezza relativamente elevata rispetto alla porzione P2.
In altre parole la spatula dello sci presenta una parte frontale P2 con curvatura/altezza molto più accentuata e lunghezza L6 minore (pari a circa la metà) rispetto alle corrispondenti grandezze della parte posteriore P1 della spatula stessa.
Grazie a queste caratteristiche quando lo sci viene utilizzato come sci da sci alpinismo, si è verificato sperimentalmente, che in fase di salita e di tracciatura del percorso di salita, lo sci offre minore resistenza rispetto a gli sci tradizionali. D’altro canto in fase di discesa in neve polverosa si è verificato sperimentalmente che la doppia curvatura secondo l’invenzione garantisce una sciata ottimale, in quanto la parte frontale P2 favorisce la fuoriuscita dello sci dalla neve, mentre la parte posteriore P2 ne favorisce il galleggiamento.
La zona intermedia Z2, può ad esempio avere una o più delle seguenti caratteristiche:
- lo spessore S1 della porzione centrale P3 avente spessore sostanzialmente massimo e costante è compreso tra 9mm e 16 mm, e, preferibilmente, è pari a circa 13 mm,
- detta porzione centrale P3 per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm ha una lunghezza compresa tra 130 mm e 400 mm e preferibilmente pari a circa 210 mm;
- quando lo sci è scarico il profilo laterale della porzione centrale P3 è quello di un arco di cerchio, ovvero la superficie superiore 5 dello sci e quella inferiore 4 in corrispondenza della porzione centrale P3 hanno in sezione longitudinale un andamento che forma un arco di cerchio superiore ed uno inferiore, con detti due archi di cerchio tra loro concentrici. Secondo l’invenzione con porzione P3 dello sci avente spessore sostanzialmente costante S1 è da intendersi che lo spessore in detta porzione P3 ha un valore che può variare di /-1,5% rispetto a detto valore di spessore costante S1. Ad esempio se lo spessore della porzione P3 è 13 mm, con spessore costante di detta porzione si intende il fatto che lo spessore in detta porzione P3 è compreso tra 13.195 mm e 12.805 mm.
Come già indicato in precedenza la parte intermedia Z2 dello sci si estende per la maggior parte della lunghezza complessiva dello sci (dall’80% al 88% della lunghezza totale dello sci) e forma quando lo sci è scarico un unico ponte con una luce massima K1 (distanza massima tra la superficie inferiore dello sci ed un piano di appoggio P dello sci, evidenziata con una rappresentazione fuori scala in figura 8) avente una altezza compresa tra 3 e 15 mm e preferibilmente pari a circa 7 mm; prevista in corrispondenza di detta porzione centrale P3.
Per sci scarico si intende lo sci privo di attacchi e scarponi.
Per ponte si intende che la superficie inferiore dello sci ha un andamento per cui la sua distanza da un piano di appoggio P dello sci varia da un valore pari a zero, in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8, ad un valore massimo (o una zona dello sci presentate detto valore massimo) previsto in corrispondenza della porzione centrale P3 dello sci senza zone di contatto intermedi dello sci con il piano di appoggio, tra le linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8. L’andamento della superficie a ponte è preferibilmente un andamento arcuato se visto in sezione longitudinale.
Si analizzerà nel seguito il comportamento dello sci secondo l’invenzione quando viene caricato.
Con sci caricato si intende nel presente contesto la condizione di uno sci che appoggia su un piano orizzontale P e che viene assoggettato alla forza peso data dalla somma del peso degli attacchi, degli scarponi e dello sciatore.
Nel seguito la forza peso agente sullo sci verrà rappresentata schematicamente come una forza F (fig. 9) diretta verticalmente rispetto al piano di appoggio dello sci e concentrata in un parte mediana della porzione P3 a spessore costante e massimo dello sci, individua da una linea di carico 10 (fig.9) .
Lo sci si considera carico quando, ad esempio, si applica in corrispondenza di una parte mediana della porzione centrale P3, avente spessore S1 sostanzialmente costante, una forza peso F (fig.
9) perpendicolare al piano di appoggio P dello sci e pari ad almeno 30 KG.
Questa linea di carico 10 varia a seconda del posizionamento degli attacchi ma è sempre prevista nella porzione P3 di spessore massimo e costante dello sci.
Secondo l’invenzione, lo sci quando viene caricato con una forza peso F del tipo sopra descritto, si deforma elasticamente, ed assume una configurazione a doppio ponte, secondo cui la distanza tra la superficie inferiore 4 dello sci ed il piano di appoggio P dello sci stesso, varia da un valore pari a 0 mm in corrispondenza della linea di contatto posteriore 8, aumenta sino ad un valore massimo Y2 (fig.
6) in corrispondenza di una prima linea di massimo 11, poi diminuisce fino alla linea di carico 10 poi aumenta nuovamente sino ad un valore Y3 in corrispondenza di una seconda linea di massimo 12 ed infine torma a zero in corrispondenza della linea di contatto anteriore 7.
I valori Y2, Y3 corrispondenti alla luce massima dei due ponti P4 e P5 sono preferibilmente compreso tra 0,5 mm e 2 mm.
Vantaggiosamente quando lo sci è carico l’intera porzione P3 avente spessore costante e massimo dello sci, o almeno una sua parte pari ad almeno il 30% della lunghezza L3 della porzione P3, è a contatto con il piano P, di modo che tra il primo P4 ed il secondo ponte P5 si venga a creare una zona dello sci avente spessore massimo e sostanzialmente costante a contatto con il piano di appoggio P.
In fig. 7 è rappresentato anche se fortemente in fuori scala rispetto alla situazione reale, uno sci scarico e con un unico ponte (indicato dalla freccia F1) e uno sci caricato e con un doppio ponte P4 P5 (indicato dalla freccia F2).
Grazie al fatto che lo sci secondo l’invenzione quando è carico presenta un doppio ponte e una porzione centrale P3 avente massimo spessore a contatto con il piano di scivolamento P dello sci, si è verificato sperimentalmente che quando lo sci è utilizzato su superfici ghiacciate esso garantisce una ottima tenuta. Inoltre la presenza del doppio ponte garantisce una migliorata manovrabilità dello sci specialmente in curva.
Secondo l’invenzione dunque, la zona intermedia Z2 dello sci, è elasticamente deformabile in due diverse configurazioni: quando lo sci è scarico, detta zona intermedia Z2 è in una prima configurazione F1 che prevede un singolo ponte, presentante due sole porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, previste in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci, e quando lo sci è carico, detta zona intermedia Z2 dello sci è in una seconda configurazione F2, che prevede un doppio ponte, presentante tre porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, dette tre porzioni di contatto essendo previste: in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci e di almeno una parte della porzione centrale P3 avente spessore massimo.
Il materiale con cui è realizzato lo sci è di tipo convenzionale per l’esperto del ramo e presenta una deformabilità elastica del tipo sopra descritto.
Ad esempio la deformabilità elastica dello sci è del tipo per cui:
a) nel caso di uno sci che quando è scarico presenta un singolo ponte e ampiezza del ponte compresa tra 1200 e 1600 mm e con luce massima compresa tra 5 e 15 mm,
b) quando detto sci è assoggettato all’usuale carico che grava su uno sci, che può essere schematicamente indicato come una forza peso F, ad esempio pari a 30 KG, diretta perpendicolarmente al piano di appoggio dello sci e applicata in una porzione centrale dello sci avente spessore massimo, - lo sci si flette centralmente verso il basso di circa 5mm - 15 mm - e quando detta forza viene eliminata lo sci torna nella sua posizione iniziale in cui lo sci è scarico,
- in modo che lo sci possa passare da un andamento a singolo ponte con luce massima compresa tra 5 e 15 mm ad un andamento a doppio ponte con luci massime comprese tra 0,5 mm e 2 mm e detta porzione dello sci avente massimo spessore in cui viene applicata la forza F, risulti sostanzialmente a contatto con il piano di appoggio dello sci.
Uno sci del tipo sopra descritto può ad esempio comprendere (fig.
10) almeno: una struttura portante 110 presentante un elemento portante o scocca superiore 101 ed un elemento portante inferiore o sottoscocca 104, un corpo centrale 103 previsto tra detti elementi portanti superiore101 ed inferiore 104, ed una struttura di base 112 comprendente almeno: due lamine 105, ed una soletta 106.
La struttura portante 111 ha una forma scatolare chiusa e delimita una camera al cui interno è previsto il corpo103. Gli elementi portanti 101 e 104 sono ad esempio realizzati in almeno uno strato di un polimero incorporante fibre di rinforzo. Ciascuno di detti strati ha ad esempio uno spessore compreso tra 0,5 mm e 4 mm.
Il polimero può essere scelto tra uno dei seguenti polimeri:: PEI, PPS, PEEK, PA, PET, PE, PP.
Le fibre del tessuto di rinforzo previste nel polimero possono essere scelta tra una delle seguenti fibre: fibre di carbonio, aramidiche, di vetro.
Per la realizzazione del corpo centrale 103 atto ad essere alloggiato nella struttura portante si utilizzano materiali convenzionali per l’esperto del ramo quali ad esempio materiali naturali a base di legno o materiali sintetici. Ad esempio il materiale del corpo centrale 3 è una schiuma in PVC a cella chiusa, preferibilmente con densità compresa tra 50 e 90 kg/m3.
La soletta 106 è realizzata in un materiale convenzionale per l’esperto del ramo quali ad esempio un materiale sintetico. Le lamine 5 sono convenzionali lamine in acciaio.
La coda o zona posteriore Z3 dello sci ha preferibilmente una lunghezza L5 limitata, compresa tra il 2% e il 4% della lunghezza totale L dello sci, ad esempio per uno sci lungo 1650 mm la coda ha una lunghezza di 40 cm. Vantaggiosamente la coda è leggermente curvata verso l’alto e la sua estremità 2 ha una altezza dal piano di appoggio compresa ad esempio tra 5mm e 15 mm.
Lo sci presenta preferibilmente sciancrature uguali sui due bordi 3 e 4 dello sci. Ciascuna sciancratura comprende (fig. 4) a partire dalla linea di contatto posteriore 8: una prima porzione G1, una seconda porzione intermedia G2 ed una terza porzione G3. La prima G1 e terza porzione G3 hanno entrambe una forma ad arco che sono però diverse tra loro; la seconda porzione G2 ha invece forma rettilinea e parallela all’asse longitudinale dello sci, e determina nello sci una porzione S2 presentante: bordi rettilinei, paralleli tra loro ed all’asse longitudinale K, ovvero una porzione dello sci in cui e non si ha una variazione della larghezza dello sci. La forma della prima porzione K1 e la terza K3 determinano una forma dello sci per cui la sua larghezza D decresce dalle linee di contatto 8 sino alla seconda porzione K2 dove la larghezza dello sci raggiunge la sua misura minima. Pertanto la porzione S2 dello sci è anche quella avente larghezza minore dell’intero sci o almeno della sua porzione Z2 prevista tra la spatola Z1 e la coda Z3.
La sciancratura dello sci prosegue anche nella spatola, per un tratto S4, sino alla linea M che divide la spatola stessa in due porzioni aventi diversi raggi di curvatura. Preferibilmente in corrispondenza di questa linea M lo sci presenta la sua larghezza maggiore.
Preferibilmente la porzione S2 dello sci con bordi rettilinei, ha una lunghezza L7 compresa tra il 3% e il 6% della lunghezza L4 prevista tra le linee di contatto 7 e 8, e, ad esempio, pari a circa 50 mm in uno sci che tra le linee di contatto ha una lunghezza di 1400 mm.
Preferibilmente, la porzione dello sci P3 avente spessore costante e massimo, precedentemente descritta, comprende la porzione S2 dello sci, presentante bordi rettilinei e paralleli al’asse longitudinale K dello sci.
Nelle figure 11 e 12 è mostrato uno sci secondo l’invenzione comprendente anche un usuale attacco anteriore 13A atto a vincolare una parte estremale anteriore 14A (punta) di uno scarpone (di tipo convenzionale per l’esperto del ramo, rappresentato schematicamente in fig.13) ed un usuale attacco posteriore 13B atto a vincolare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone.
Lo scarpone 14 presenta, come convenzionale per l’esperto del ramo, una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore. La parte superiore dello scarpone è incernierata a quella inferiore e presenta, a scarpone a riposo (ovvero non indossato), un asse di inclinazione B rispetto al piano di appoggio dello scarpone stesso.
La parte inferiore 14A dello scarpone prevede anche una porzione frontale 14E atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 che esercita la massima pressione sullo scarpone e conseguentemente sullo sci quando si vuole effettuare una curva, ovvero la porzione 15A del piede di articolazione tra le ossa metarsali e delle falangi. Questa porzione 14C dello scarpone su cui il piede esercita la massima pressione durante la sciata e in particolare quando si vuole effettuare una curva, è prevista ad una distanza L10 dalla punta 14A dello scarpone, questa distanza per uno scarpone di taglia 42 è compresa tra 60mm e 80mm (a seconda del tipo di scarpone) e generalmente è pari a circa 70 mm.
Come già descritto precedentemente lo sci secondo l’invenzione prevede:
- una porzione P3 (fig. 1) di spessore sostanzialmente massimo e costante,
- ed una porzione S2 (fig. 4) presentante larghezza minima D1 dello sci e bordi laterali 3, 4 rettilinei, e paralleli all’asse longitudinale K dello sci, ed estendentesi per una lunghezza L7, pari, ad esempio, ad almeno 50 mm.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione lo sci è dimensionato e conformato in modo tale che quando ad esso sono vincolati gli attacchi 13 ed uno scarpone 14:
- l’asse B dello scarpone interseca la porzione S2 dello sci avente larghezza minima e bordi rettilinei e paralleli,
- la porzione 14C dello scarpone su cui il piede dello sciatore esercita la massima pressione durante la sciata e in particolare quando si vuole effettuare una curva, è prevista in una porzione dello sci avente spessore massimo e massima altezza dello sci, quando è scarico, dal piano di appoggio dello sci stesso.
Preferibilmente questa porzione dello sci avente spessore massimo coincide con la porzione P3 (fig.1) precedentemente descritta.
Nella figura 12 è mostrato uno sci con posizionato uno scarpone secondo l’invenzione descritta più sopra (lo sci in fig. 12 è rappresentato fortemente fuori scala per poterne apprezzare meglio certe caratteristiche).
Dalla figura appare evidente che in corrispondenza della porzione dello scarpone 14E a cui lo sciatore trasmette la forza maggiore lo sci si flette creando un doppio ponte del tipo descritto in precedenza. Grazie a questo doppio ponte si è verificato sperimentalmente che lo sci ha una migliore tenuta su nevi dure e ghiacciate.
Grazie a questa particolare conformazione dello sci ed al particolare posizionamento dello scarpone, si è verificato sperimentalmente che lo sci risulta più facile da utilizzare e più sicuro in discesa, in particolar modo quando viene impiegato su superfici ghiacciate.
Grazie a questa particolare conformazione dello sci ed al particolare posizionamento dello scarpone, lo sci risulta molto bilanciato sul peso dello sciatore, e più facile da mettere in curva e mantenere in curva.
E’ da sottolineare che l’invenzione descritta più sopra relativa al particolare posizionamento dello scarpone e degli attacchi rispetto alle parti dello sci aventi larghezza minima e spessore massimo può essere adottata anche in sci di tipo convenzionale, diversi da quelli sin qui descritti, purché presentanti dette parti aventi larghezza minima e spessore massimo.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sci, in particolare sci da sci alpinismo, del tipo presentante: - una lunghezza L delimitata da una estremità anteriore 1 ed una posteriore 2, - una larghezza variabile D delimitata da un primo bordo laterale 3 ed un secondo bordo laterale 4, - ed uno spessore variabile S delimitato da una faccia superiore di appoggio 5 ed una faccia inferiore di scivolamento 6, lo sci comprendendo: - una zona anteriore Z1 delimitata dall'estremità anteriore 1 e da una linea anteriore 7 di contatto con un piano di appoggio P dello sci quando è scarico, - una zona intermedia Z2 delimitata da detta linea di contatto anteriore 7 e da una linea posteriore 8 di contatto con il piano di appoggio P dello sci quando è scarico, - e una zona posteriore Z3 delimitata da detta linea di contatto posteriore 8 e da detta estremità posteriore 2, caratterizzato dal fatto che: - la zona anteriore Z1, - ha una lunghezza L1 compresa tra circa il 11% ed il 15% della lunghezza totale L dello sci, - e presenta almeno due porzioni P1, P2 aventi differenti raggi di curvatura: - una prima porzione P1 delimitata dalla linea di contatto anteriore 7 e da una linea intermedia M, - ed una seconda porzione P2 delimitata da detta linea intermedia M e dalla estremità anteriore 1 dello sci, - in cui la lunghezza L2 della prima porzione P1 è compresa tra circa il 60% e l'80% della lunghezza totale L1 di detta zona anteriore Z1, a4) l'altezza H1 di detta prima porzione P1 misurata dal piano di appoggio P a detta linea intermedia M, è compresa tra il 25% e il 40% dell'altezza massima H2 di detta zona anteriore Z1, misurata da detta estremità anteriore 1 a detto piano P , - e che la zona intermedia Z2 dello sci presenta: - una porzione centrale P3 avente spessore S1 sostanzialmente costante, - detta porzione centrale presentando una lunghezza L3 compresa tra il 10% ed il 30% della lunghezza totale L4 di detta zona intermedia Z2 dello sci; - detto spessore sostanzialmente costante S1 essendo anche lo spessore massimo dello sci, - detta zona intermedia formando quando lo sci è scarico un primo ponte F1 con altezza massima R1 compresa tra 3 e 10 mm e prevista in corrispondenza di detta porzione centrale P3.
  2. 2) Sci secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che la zona intermedia Z2 prevede una porzione S2 dello sci in cui i bordi 3, 4 dello sci sono rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, e che la distanza D1 dei bordi 3, 4 in corrispondenza di detta porzione S2 è la distanza minima tra detti bordi almeno di detta zona intermedia Z2 dello sci.
  3. 3) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che almeno la zona intermedia Z2 dello sci è elasticamente deformabile in due diverse configurazioni: quando lo sci è scarico, detta zona intermedia Z2 essendo in una prima configurazione F1 che prevede un singolo ponte, presentante due sole porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, previste in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci, e quando lo sci è carico detta zona intermedia Z2 essendo in una seconda configurazione F2 che prevede un doppio ponte, presentante tre porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, dette tre porzioni di contatto essendo previste: in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci e di almeno una parte di detta porzione centrale P3.
  4. 4) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nella seconda configurazione a doppio ponte almeno il 30% della porzione centrale P3 viene in contatto con il piano di appoggio P dello sci.
  5. 5) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nella prima configurazione il ponte ha una altezza massima compresa tra 5 e 15 mm, e/o nella seconda configurazione ciascuno dei due ponti ha una altezza massima compresa tra 0,5 mm e 2 mm.
  6. 6) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la zona intermedia Z2 prevede una porzione S2 dello sci in i bordi 3, 4 dello sci sono rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, ed in cui detta porzione S2 avente bordi 3, 4 rettilinei e paralleli ha una lunghezza L7 compresa tra il 3% e il 6% della lunghezza L4 la zona intermedia Z2 dello sci 7) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la zona intermedia Z2 prevede una porzione S2 avente bordi 3, 4 dello sci rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, ed in cui detta porzione S2 dai bordi rettilinei è una parte della porzione centrale P3 avente spessore S1 sostanzialmente costante. 8) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che le due porzioni P1 e P2 della prima zona anteriore Z1 presentano due soli raggi di curvatura, e/o che la misura del secondo raggio R2 è compresa tra circa il 10% ed il 30% della misura del primo raggio R1. 9) Sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la zona posteriore Z3 delimitata da detta linea di contatto posteriore 8 e da detta estremità posteriore 2, ha una lunghezza L5 compresa tra il 2% e il 4% della lunghezza totale L dello sci, e/o che la zona intermedia Z2 delimitata dalla linea di contatto anteriore 7 e dalla linea posteriore 8 di contatto con il piano di appoggio P dello sci ha una lunghezza L4 compresa tra il 80% e il 88% della lunghezza totale L dello sci, 10) Dispositivo per scivolare sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo, comprendente: - uno sci secondo una o più delle rivendicazioni precedenti e - un attacco anteriore 13A atto a vincolare a detto sci una parte estremale anteriore 14A di uno scarpone 14 ed un attacco posteriore 13B atto a vincolare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone, - detto scarpone 14 essendo del tipo presentante una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore, in cui la parte superiore dello scarpone presenta, a scarpone a riposo, un asse di inclinazione B rispetto a un piano di appoggio F dello scarpone stesso, in cui la parte inferiore 14A dello scarpone prevede una porzione frontale 14E atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 prevista in corrispondenza dell’articolazione articolazione tra le ossa metatarsali e delle falangi, - in cui detto sci comprende: - una porzione P3 di spessore S1 massimo e altezza massima K1 rispetto ad un piano di appoggio P dello sci quando detto sci è scarico, - ed una porzione S2 presentante larghezza minima D1 dello sci e bordi laterali 3, 4 rettilinei, e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci,. caratterizzato dal fatto che: l’asse B dello scarpone interseca la porzione S2 dello sci avente larghezza minima e bordi rettilinei e paralleli, e che la porzione della porzione frontale 14E dello scarpone è prevista in almeno una parte di detta porzione P3 dello sci avente spessore massimo S1 e massima altezza K1. 11) Metodo per la realizzazione di un dispositivo per scivolare sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo, comprendente: - uno sci secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 9 e - un attacco anteriore 13A atto a vincolare a detto sci una parte estremale anteriore 14A di uno scarpone 14 ed un attacco posteriore 13B atto a vincolare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone, - detto scarpone 14 essendo del tipo presentante una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore, in cui la parte superiore dello scarpone presenta, a scarpone a riposo, un asse di inclinazione B rispetto a un piano di appoggio F dello scarpone stesso, in cui la parte inferiore 14A dello scarpone prevede una porzione frontale 14E atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 prevista in corrispondenza dell’articolazione articolazione tra le ossa metatarsali e delle falangi, - in cui detto sci comprende: - una porzione P3 di spessore S1 massimo e altezza massima K1 rispetto ad un piano di appoggio P dello sci quando detto sci è scarico, caratterizzato dal fatto di: - di prevedere nello sci una porzione S2 presentante larghezza minima D1 dello sci e bordi laterali 3, 4 rettilinei, e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci,. - di conformare e dimensionare dette porzioni P3 e S2 dello sci e di vincolare detti attacchi posteriore 13B ed anteriore 13A in modo che: - l’asse B dello scarpone interseca la porzione S2 dello sci avente larghezza minima e bordi rettilinei e paralleli, - e la porzione della porzione frontale 14E dello scarpone è prevista in corrispondenza di detta porzione P3 dello sci avente spessore massimo S1 e massima altezza K1.
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