ITMI20112427A1 - Dispositivo di monitoraggio per pneumatici per ruote di veicoli, pneumatico per ruote di veicoli provvisto di detto dispositivo di monitoraggio, e metodo per installare un'unita' elettronica in detto pneumatico - Google Patents

Dispositivo di monitoraggio per pneumatici per ruote di veicoli, pneumatico per ruote di veicoli provvisto di detto dispositivo di monitoraggio, e metodo per installare un'unita' elettronica in detto pneumatico Download PDF

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ITMI20112427A1
ITMI20112427A1 IT002427A ITMI20112427A ITMI20112427A1 IT MI20112427 A1 ITMI20112427 A1 IT MI20112427A1 IT 002427 A IT002427 A IT 002427A IT MI20112427 A ITMI20112427 A IT MI20112427A IT MI20112427 A1 ITMI20112427 A1 IT MI20112427A1
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IT
Italy
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cavity
electronic unit
plane
containment body
tire
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IT002427A
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Massimo Brusarosco
Federico Mancosu
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Pirelli
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Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DI MONITORAGGIO PER PNEUMATICI PER RUOTE DI VEICOLI, PNEUMATICO PER RUOTE DI VEICOLI PROVVISTO DI DETTO DISPOSITIVO DI MONITORAGGIO, E METODO PER INSTALLARE UN’UNITÀ ELETTRONICA IN DETTO PNEUMATICOâ€
La presente invenzione riguarda un dispositivo di monitoraggio per pneumatici per ruote di veicoli.
La presente invenzione riguarda inoltre un pneumatico per ruote di veicoli provvisto di detto dispositivo di monitoraggio.
La presente invenzione riguarda altresì un metodo per installare una unità elettronica in un pneumatico.
La necessità di monitorare in tempo reale le condizioni di funzionamento dei pneumatici, ed eventualmente di tenere traccia dell’evoluzione temporale di parametri rappresentativi di tale funzionamento, sta assumendo un’importanza sempre più elevata in virtù della richiesta di sempre maggior sicurezza imposta ai veicoli dalla clientela e/o dalle legislazioni/direttive nazionali.
I parametri generalmente considerati e/o tenuti sotto controllo possono essere, per esempio, temperatura, pressione, distanza percorsa dal pneumatico (e/o numero di giri), carico agente sul pneumatico, nonché parametri che derivano da elaborazioni matematiche che possono essere eseguite sulla base di segnali rilevati da sensori posti all’interno dei pneumatici.
I parametri possono inoltre essere utilizzati per l’individuazione di particolari condizioni in cui il pneumatico e/o il veicolo si trovano, come per esempio, condizioni di usura, di acquaplano, ecc. e, più in generale, del monitoraggio delle forze agenti sul pneumatico durante il suo rotolamento (p.e. su manto stradale).
I dati rilevati o calcolati possono altresì essere impiegati per l’ottimizzazione di set-up dei sistemi di controllo passivo del veicolo, ad esempio sistemi atti a verificare la congruenza tra la tipologia di pneumatico effettivamente installato e le tipologie di pneumatico previste e considerate accettabili, nonché di sistemi di controllo attivo, che utilizzano, tra gli altri, i parametri identificativi della tipologia di pneumatico per intervenire attivamente sul funzionamento del veicolo, per mantenere quest’ultimo in condizioni di sicurezza (p.e. ABS, ESP, ecc.).
A tale scopo, all’interno del pneumatico può essere montata un’unità elettronica comprendente almeno un sensore.
L’unità elettronica può essere montata sulla superficie interna del pneumatico tramite un organo di connessione, realizzato per esempio in materiale elastomerico.
I documenti US 6,030,478, US 6,386,251, US 6,860303, US 7,009,506, EP 1948452, US 7,908,918 e US 7,874,205 mostrano alcune tecniche tramite le quali un’unità elettronica può essere associata alla superficie interna del pneumatico.
La Richiedente ha osservato che, nei sistemi di tipo noto, l’unità elettronica viene saldamente fissata all’organo di connessione su cui viene montata, mediante mezzi di trattenimento quali ad esempio filettature, perni, tappi, anelli di cerchiaggio, e/o mediante stretto contatto tra la superficie esterna del corpo di contenimento in cui à ̈ alloggiata la circuiteria facente parte dell’unità elettronica stessa e una o più superfici dell’organo di connessione.
La Richiedente ha però riscontrato che, a causa delle forti sollecitazioni alle quali il pneumatico à ̈ sottoposto durante l’utilizzo, nonché a causa dell’accoppiamento tra un elemento portato a flettersi durante il rotolamento (il pneumatico) ed un elemento rigido (l’unità elettronica), una connessione di questa natura può provocare una concentrazione di sforzi e/o deformazioni, e conseguentemente un affaticamento e/o un’usura progressiva dell’organo di connessione, in particolare quando quest’ultimo viene associato alla superficie interna del pneumatico in corrispondenza di una sua porzione di corona (ad esempio in corrispondenza del piano equatoriale del pneumatico).
La Richiedente ha quindi verificato che la concentrazione di sforzi provocata dall’interferenza meccanica tra l’unità elettronica e le pareti della cavità in cui detta unità elettronica à ̈ alloggiata può portare ad una rottura precoce dell’organo di connessione, e ad una situazione in cui l’unità elettronica non si trova più vincolata alla superficie interna del pneumatico, ma si muove senza alcun controllo all’interno dello stesso, con evidenti conseguenze negative sia sul funzionamento, sia sull’integrità dell’unità elettronica medesima.
La Richiedente ha percepito che controllando l’interazione meccanica tra unità elettronica e organo di connessione sarebbe stato possibile ridurre in maniera assai significativa la concentrazione degli sforzi sull’organo di connessione, garantendo così un vincolo affidabile e duraturo tra l’unità elettronica ed il pneumatico.
Dopo lunga sperimentazione, la Richiedente ha trovato che lasciando una o più intercapedini tra la superficie esterna del corpo di contenimento dell’unità elettronica e la superficie delimitante una cavità predisposta nell’organo di connessione e adatta all’alloggiamento dell’unità elettronica, à ̈ possibile migliorare in maniera significativa l’affidabilità e la durabilità del vincolo tra l’unità elettronica ed il pneumatico mediante l’organo di connessione.
Senza volersi legare ad alcuna teoria interpretativa, la Richiedente ritiene che tale risultato possa dipendere dal fatto che l’intercapedine o le intercapedini tra la superficie della cavità in cui l’unità elettronica à ̈ alloggiata e la superficie dell’unità elettronica stessa permette/permettono all’organo di connessione di conformarsi con gradualità alla superficie dell’unità elettronica in caso di impatto/interazione tra le due superfici, facilitando una dissipazione particolarmente efficace dell’energia trasmessa dall’unità elettronica all’organo di connessione anche in caso di forti deformazioni agenti sullo pneumatico, limitando la concentrazione degli sforzi agenti sull’organo di connessione e le relative defomazioni ed effettuando così una sostanziale azione di smorzamento e di distribuzione su una maggior superficie dell’impatto stesso.
Secondo un primo aspetto, l’invenzione riguarda un dispositivo di monitoraggio per pneumatici per ruote di veicoli, comprendente:
- un'unità elettronica;
- un organo di connessione configurato per vincolare detta unità elettronica ad un pneumatico, detto organo di connessione comprendendo:
una prima ed una seconda porzione di base, reciprocamente separate da una zona di separazione, ciascuna di dette porzioni di base avente una rispettiva superficie di base associabile ad una superficie interna di un pneumatico;
una porzione di alloggiamento associata a dette porzioni di base e definente, in cooperazione con dette porzioni di base, una cavità per alloggiare detta unità elettronica,
in cui detta porzione di alloggiamento comprende almeno una struttura laterale, configurata per esercitare un’azione di contenimento almeno rispetto a movimentazioni di detta unità elettronica eseguite in una direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione e rispetto a movimentazioni di detta unità elettronica eseguite in una direzione ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione,
in cui detta cavità à ̈ delimitata almeno da una superficie laterale definita da una superficie interna di detta struttura laterale,
in cui detta unità elettronica comprende almeno un sensore, almeno una antenna ed un corpo di contenimento per alloggiare almeno detto sensore e detta antenna, in cui detto corpo di contenimento presenta almeno una superficie laterale,
in cui, quando detta unità elettronica à ̈ inserita in detta cavità:
la superficie laterale del corpo di contenimento à ̈ affacciata alla superficie laterale della cavità,
le dimensioni di detta cavità e di detto corpo di contenimento sono tali da formare almeno una prima intercapedine che separa almeno parzialmente la superficie laterale del corpo di contenimento e la superficie laterale della cavità.
La Richiedente ha trovato che, in questo modo, le interazioni meccaniche tra l’unità elettronica e l’organo di connessione possono essere controllate, in modo da conferire affidabilità e durabilità al vincolo tra l’unità elettronica stessa ed il pneumatico mediante l’organo di connessione.
Secondo un altro aspetto, l’invenzione riguarda un pneumatico per ruote di veicoli, comprendente una superficie interna avente conformazione sostanzialmente toroidale, sulla quale à ̈ montato detto dispositivo di monitoraggio.
Secondo un ulteriore aspetto, l’invenzione riguarda un metodo per installare un’unità elettronica in un pneumatico, comprendente:
- predisporre detta unità elettronica e detto organo di connessione, così da formare detto dispositivo di monitoraggio;
- fissare le superfici di base delle porzioni di base di detto organo di connessione ad una superficie interna di un pneumatico.
In accordo con uno o più degli aspetti sopra citati, l’invenzione può comprendere una o più delle caratteristiche preferite indicate qui di seguito.
Preferibilmente, detta cavità à ̈ inferiormente delimitata da una superficie inferiore definita da superfici di sommità di dette porzioni di base.
Preferibilmente detta cavità à ̈ superiormente delimitata da una superficie di sommità definita da una superficie inferiore di una parete di sommità di detta porzione di alloggiamento.
Preferibilmente detta unità elettronica à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità in almeno una posizione in cui detta prima intercapedine à ̈ perimetralmente continua intorno a detto corpo di contenimento su almeno un piano sostanzialmente parallelo ad un piano definito da dette superfici di base.
In questo modo à ̈ possibile controllare le interazioni tra la superficie esterna del corpo di contenimento e le superfici delimitanti la cavità.
Preferibilmente, la prima intercapedine può presentare un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm. Tale ampiezza può essere ad esempio valutata su rette giacenti in un piano sostanzialmente parallelo al piano definito da dette superfici di base, e passanti per un centro geometrico di un profilo definito dalle porzioni di base sul piano delle superfici di base.
Preferibilmente detta struttura laterale comprende una o più espansioni estendentisi dalla superficie laterale di detta cavità verso l’interno di detta cavità.
Tali espansioni permettono di controllare ulteriormente le interazioni tra la superficie esterna del corpo di contenimento e le superfici delimitanti la cavità, anche in condizioni di esercizio del pneumatico.
Preferibilmente detta struttura laterale comprende almeno due di dette espansioni posizionate da parti reciprocamente opposte rispetto ad un piano sostanzialmente ortogonale al piano definito da dette superfici di base e passante per una direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione.
Preferibilmente detto corpo di contenimento comprende una rispettiva superficie inferiore.
Preferibilmente quando detta unità elettronica si trova in detta determinata posizione, la superficie inferiore di detto corpo di contenimento à ̈ a contatto con la superficie inferiore di detta cavità.
Preferibilmente detto corpo di contenimento comprende una rispettiva superficie di sommità.
Preferibilmente detta unità elettronica à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità in almeno una posizione in cui la superficie di sommità di detto corpo di contenimento e la superficie di sommità di detta cavità sono separate da una seconda intercapedine.
Si controllano, in questo modo, le interazioni meccaniche tra il corpo di contenimento e la parete di sommità della porzione di alloggiamento dell’organo di connessione.
Preferibilmente detta seconda intercapedine à ̈ tale che, quando la superficie inferiore di detto corpo di contenimento à ̈ a contatto con la superficie inferiore di detta cavità, la superficie di sommità di detto corpo di contenimento à ̈ completamente separata dalla superficie di sommità di detta cavità.
Preferibilmente, la seconda intercapedine può presentare un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm. Tale ampiezza può essere ad esempio valutata su una retta ortogonale al piano delle superfici di base ed appartenente al piano perpendicolare alla direzione di sviluppo prevalente della zona di separazione.
Preferibilmente detto corpo di contenimento presenta almeno una prima espansione all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente detta antenna.
Preferibilmente detto corpo di contenimento presenta una seconda espansione all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente detto sensore. In caso di sensore di pressione e/o temperatura, la seconda espansione presenta un’apertura, ai fini di permettere al sensore di effettuare le necessarie misurazioni.
Preferibilmente la parete di sommità di detta porzione di alloggiamento à ̈ associata a dette porzioni di base in modo che detta struttura laterale sia interposta tra dette porzioni di base e detta parete di sommità.
Preferibilmente detta parete di sommità presenta almeno una finestra passante attraverso cui detta prima espansione e/o detta seconda espansione si sviluppano almeno parzialmente.
Preferibilmente detta unità elettronica à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità in almeno una posizione in cui detta prima espansione e/o detta seconda espansione sono completamente separate da un profilo perimetrale di detta finestra passante.
Preferibilmente l’organo di connessione presenta una terza intercapedine che separa detta prima espansione e/o detta seconda espansione del corpo di contenimento dal profilo perimetrale di detta finestra passante quando detta unità elettronica à ̈ posizionata all’interno della cavità.
In questo modo si impedisce che eventuali azioni meccaniche derivanti dalle sollecitazioni provocate dal pneumatico in esercizio possano concentrarsi sulla zona di contatto tra le espansioni del corpo di contenimento ed il profilo della finestra passante ricavata in detta parete di sommità, e così prevenendo la rottura di detta parete di sommità.
A titolo esemplificativo, la terza intercapedine può presentare un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm. Tale ampiezza può essere ad esempio valutata su una retta appartenente al piano passante per la direzione di sviluppo prevalente della zona di separazione e ortogonale al piano delle superfici di base.
Preferibilmente, in una sezione secondo un primo piano ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie inferiore delimitanti detta cavità, presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie inferiore di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un primo piano ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie di sommità delimitanti detta cavità presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e una superficie di sommità di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un secondo piano ortogonale al piano definito da dette superfici di base e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente della zona di separazione:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie inferiore delimitanti detta cavità presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e una superficie inferiore di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un secondo piano ortogonale al piano definito da dette superfici di base e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie di sommità delimitanti detta cavità, presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e una superficie di sommità di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un terzo piano passante per un asse ortogonale al piano definito da dette superfici di base e passante per il centro di un profilo definito da dette porzioni di base sul piano individuato da dette superfici di base:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie inferiore delimitanti detta cavità, presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e una superficie inferiore di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un terzo piano passante per un asse ortogonale al piano definito da dette superfici di base e passante per il centro di un profilo definito da dette porzioni di base sul piano individuato da dette superfici di base:
- una regione di raccordo tra la superficie laterale e la superficie di sommità di detta cavità presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo tra la superficie laterale e una superficie di sommità di detto corpo di contenimento.
Preferibilmente, in una sezione secondo un quarto piano sostanzialmente parallelo al piano definito da dette superfici di base:
- detto corpo di contenimento presenta un profilo perimetrale comprendente due tratti opposti sostanzialmente rettilinei raccordati da una coppia di raccordi curvilinei aventi un profilo differente dal profilo curvilineo presentato dalla porzione di profilo perimetrale di detta porzione di alloggiamento affacciata a detti raccordi curvilinei.
In questo modo, quando ciascuno di detti profili entra in contatto con il rispettivo profilo ad esso affacciato, vengono meglio distribuiti gli sforzi sulle rispettive superfici, ottimizzando l’assorbimento delle sollecitazioni alle quali il dispositivo di monitoraggio à ̈ soggetto nel corso del rotolamento del pneumatico.
Preferibilmente detto corpo di contenimento di detta unità elettronica non presenta simmetria cilindrica rispetto ad alcun asse.
Preferibilmente detta superficie interna di detta porzione di alloggiamento delimitante detta cavità non presenta simmetria cilindrica rispetto ad alcun asse. Preferibilmente la direzione di sviluppo prevalente di detta zona di separazione tra le porzioni di base di detto organo di connessione à ̈ disposta sostanzialmente secondo un piano radiale di detto pneumatico.
Preferibilmente detta superficie interna di detto pneumatico à ̈ un liner di detto pneumatico.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente dalla descrizione di una forma di realizzazione preferita e non esclusiva dell’invenzione.
Tale descrizione à ̈ fornita qui di seguito con riferimento alle unite figure, anch’esse aventi scopo puramente esemplificativo e pertanto non limitativo, in cui:
- la figura 1 mostra un pneumatico per ruote di veicoli sul quale à ̈ installato un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- la figura 2 mostra schematicamente una vista prospettica di un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- la figura 2a mostra schematicamente una vista prospettica in sezione del dispositivo di figura 2 in cui alcune parti sono state eliminate per meglio evidenziarne altre;
- la figura 3 mostra schematicamente una vista in pianta di una prima forma di realizzazione di un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- le figure 3a-3c mostrano, rispettivamente, viste in sezione del dispositivo di figura 2 secondo le tracce P1-P1, P2-P2, P3-P3 mostrate in figura 3;
- la figura 4 mostra schematicamente una vista prospettica di una forma di realizzazione di un’unità elettronica utilizzabile in un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- la figura 5 mostra uno schema a blocchi di una forma di realizzazione di un’unità elettronica utilizzabile in un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- la figura 6 mostra schematicamente una vista in sezione di una seconda forma di realizzazione di un dispositivo di monitoraggio secondo l’invenzione;
- la figura 6a mostra schematicamente una vista in sezione del dispositivo di figura 6 secondo la traccia P4-P4 mostrata in figura 6;
- la figura 7 mostra una vista in pianta di un organo di connessione facente parte del dispositivo di figura 6; - le figure 7a, 7b mostrano rispettivamente viste in sezione dell’organo di connessione di figura 7 secondo le tracce H-H e L-L mostrate nelle figure 7 e 7a.
Con riferimento alle unite figure, con 1 à ̈ stato complessivamente indicato un pneumatico per ruote di veicoli provvisto di un dispositivo di monitoraggio secondo la presente invenzione. Il dispositivo di monitoraggio à ̈ indicato con il riferimento numerico 10. Il pneumatico 1, di per sé noto, non viene qui descritto in dettaglio.
Il pneumatico 1 (figura 1) comprende una superficie interna 2, preferibilmente comprendente o costituita dal cosiddetto “liner†.
Il dispositivo di monitoraggio 10 Ã ̈ montato su tale superficie interna 2.
Il dispositivo di monitoraggio 10 comprende un’unità elettronica 20 (figure 4-5).
Preferibilmente l’unità elettronica 20 comprende almeno un sensore 21 ed almeno un’antenna 22.
Ad esempio, detto sensore 21 à ̈ un sensore di pressione e/o temperatura, configurato per rilevare una pressione e/o una temperatura all’interno del pneumatico 1.
In un ulteriore esempio, il sensore 21 può essere un sensore di tipo accelerometrico, configurato per rilevare sollecitazioni meccaniche alle quali il pneumatico 1 à ̈ sottoposto.
In aggiunta o in alternativa, il sensore 21 può essere un sensore di tipo inerziale.
In una forma di realizzazione, il sensore 21 può essere costituito almeno in parte da un sistema di autoalimentazione (“energy scavenger†) dell’unità elettronica, da cui à ̈ possibile ricavare sia l’alimentazione elettrica per l’unità elettronica stessa, sia segnali, ad esempio analogici, rappresentativi delle azioni meccaniche trasmesse dal pneumatico.
In generale il sensore 21 può anche essere impiegato per la determinazione del numero di giri del pneumatico e/o del carico agente sul pneumatico e/o della velocità angolare e/o di parametri rappresentativi di condizioni di esercizio del pneumatico (ad esempio attrito, usura e/o acquaplano).
L’antenna 22 ha almeno il compito di trasmettere i dati rilevati dal sensore 21 alle apparecchiature di bordo del veicolo sul quale il pneumatico 1 à ̈ montato.
Preferibilmente l’unità elettronica 20 comprende inoltre un circuito di elaborazione 23, associato al sensore 21 ed all’antenna 22.
Il circuito di elaborazione 23 può avere il compito di gestire (ad esempio acquisire, e/o filtrare, e/o elaborare) i segnali rilevati dal sensore 21, ai fini di ricavare i dati da immagazzinare e/o trasmettere per mezzo dell’antenna 22.
Preferibilmente l’unità elettronica 20 comprende inoltre un sistema di alimentazione 24, predisposto a fornire alimentazione elettrica all’unità elettronica 20.
Preferibilmente il sistema di alimentazione 24 comprende almeno una batteria. In aggiunta o in alternativa a tale batteria, il sistema di alimentazione 24 può comprendere un dispositivo in grado di trasformare l’energia meccanica trasmessa al dispositivo stesso durante il rotolamento del pneumatico in energia elettrica (energy scavenger).
L’antenna 22 può anche ricevere segnali dalle apparecchiature di bordo veicolo e/o da sistemi posti all’esterno del veicolo stesso. Ad esempio, l’unità elettronica 20 può comprendere due antenne, delle quali una predisposta alla trasmissione (ad esempio ad una frequenza di 433 MHz) dei dati elaborati e/o immagazzinati, e un’altra predisposta a ricevere (ad esempio ad una frequenza di 125 kHz) segnali da sistemi posti a bordo veicolo e/o all’esterno del veicolo stesso (ad esempio segnali di wake-up del dispositivo di monitoraggio, e/o segnali contenenti dati di preconfigurazione del dispositivo di monitoraggio, e/o segnali contenenti istruzioni di programmazione del dispositivo di monitoraggio).
L’unità elettronica 20 può comprendere inoltre una memoria 25, nella quale sono archiviati dati relativi al funzionamento del pneumatico e/o dati di configurazione/setup tipicamente riferiti alle caratteristiche del pneumatico stesso, e/o dati di identificazione del dispositivo di monitoraggio 10 e/o del pneumatico 1. A titolo esemplificativo, nella memoria 25 possono essere archiviati dati rappresentativi della distanza percorsa dal pneumatico, determinata preferibilmente in funzione del numero di giri complessivo effettuati dal pneumatico stesso. Nella memoria 25 à ̈ inoltre possibile immagazzinare una o più procedure di elaborazione del segnale rilevato dall’almeno un sensore 21, e/o algoritmi di calcolo di parametri predeterminati a partire dai segnali rilevati dall’almeno un sensore 21 (o su segnali pre-elaborati), e/o logiche di filtraggio dei segnali ).
Preferibilmente l’unità elettronica 20 comprende un corpo di contenimento 26, preferibilmente rigido, nel quale i diversi elementi (sensore, antenna, sistema di alimentazione ecc.) sono alloggiati.
Il corpo di contenimento 26 può essere realizzato secondo tecniche ben note, come ad esempio annegando la circuiteria dell’unità elettronica 20 in una colata di resina che irrigidisce a seguito della propria solidificazione, o mediante stampaggio.
Preferibilmente, l’unità elettronica 20, ed in particolare il corpo di contenimento 26, non presentano simmetria cilindrica secondo alcun asse.
Preferibilmente il corpo di contenimento 26 presenta almeno una prima espansione 26a all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente l’antenna (o almeno una delle antenne) 22.
Preferibilmente il corpo di contenimento 26 presenta una seconda espansione 26b all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente il sensore 21. In caso di sensore di pressione e/o temperatura, la seconda espansione 26b presenta un’apertura (non mostrata in figura 4), ai fini di permettere al sensore di effettuare le necessarie misurazioni.
Il corpo di contenimento 26 presenta almeno una superficie laterale 261.
Il corpo di contenimento 26 presenta inoltre una superficie inferiore 262 ed una superficie di sommità 263.
Il dispositivo di monitoraggio 10 comprende inoltre un organo di connessione 30.
L’organo di connessione 30 mantiene l’unità elettronica 20 vincolata al pneumatico 1, ed in particolare alla superficie interna 2 di quest’ultimo.
Preferibilmente l’organo di connessione 30 à ̈ realizzato di pezzo.
Preferibilmente l’organo di connessione 30 à ̈ realizzato in materiale elastomerico. Tale materiale elastomerico può comprendere ad esempio un elastomero termoplastico. In una forma realizzativa preferita, il materiale elastomerico comprende una gomma butilica alogenata ed una gomma sintetica (ad esempio polibutadiene, o poliisoprene).
Esempi di materiali elastomerici che possono essere impiegati sono descritti nella domanda di brevetto internazionale pubblicata al numero WO 2010/043264 a nome della stessa Richiedente.
L’organo di connessione 30 (figure 2-3, 3a-3c, 6-6a, 7, 7a-7b) comprende una prima ed una seconda porzione di base 31, 32. Le porzioni di base 31, 32 sono separate da una zona di separazione 33. La zona di separazione 33 presenta una direzione di sviluppo prevalente X.
Ciascuna delle porzioni di base 31, 32 presenta una rispettiva superficie di base 31a, 32a. Le superfici di base 31a, 32a sono associabili alla superficie interna 2 del pneumatico 1.
L’organo di connessione 30 comprende inoltre una porzione di alloggiamento 34 associata alle porzioni di base 31, 32 e definente, in cooperazione con tali porzioni di base 31, 32, una cavità 35 per alloggiare l’unità elettronica 20.
La porzione di alloggiamento 34 comprende convenientemente una struttura laterale 34a, configurata per esercitare un’azione di contenimento almeno rispetto a movimentazioni dell’unità elettronica 20 eseguite in una direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, e rispetto a movimentazioni dell’unità elettronica 20 eseguite in una direzione ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente X di detta zona di separazione 33.
In altre parole, la struttura laterale 34a impedisce un’estrazione dell’unità elettronica 20 dalla cavità 35 almeno nella direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, e nella direzione ad essa perpendicolare. Preferibilmente, la struttura laterale 34a impedisce un’estrazione dell’unità elettronica 20 dalla cavità 35 in una qualunque direzione contenuta in un piano sostanzialmente parallelo ad un piano formato dalle superfici di base 31a, 32a.
Preferibilmente, come schematicamente mostrato nelle figure 2 e 3, la struttura di contenimento laterale 34a comprende una prima ed una seconda parete laterale 36, 37.
Preferibilmente ciascuna delle prima e seconda parete laterale 36, 37 à ̈ sostanzialmente conformata a “C†.
La cavità 35 à ̈ delimitata almeno da una superficie laterale 351 definita da una superficie interna 340 della struttura laterale 34.
La cavità 35 à ̈ inoltre delimitata inferiormente da una superficie inferiore 352 definita da superfici di sommità delle porzioni di base 31, 32 (figura 7b).
La cavità 35 à ̈ inoltre delimitata da una superficie di sommità 353 definita da una superficie inferiore di una parete di sommità 34b facente parte della porzione di alloggiamento 34 e che sarà meglio descritta in seguito. Preferibilmente, la superficie interna della porzione di alloggiamento 34 delimitante la cavità 35 non presenta simmetria cilindrica rispetto ad alcun asse.
L’unità elettronica 20 e l’organo di connessione 30 possono essere realizzati separatamente.
Quando l’unità elettronica 20 deve essere installata nel pneumatico 1, l’unità elettronica 20 stessa viene inserita nella cavità 35 e, successivamente, le superfici di base 31a, 32a delle porzioni di base 31, 32 vengono fissate alla superficie interna del pneumatico 1, per esempio tramite incollaggio. Tipicamente, ciò avviene dopo pulitura della superficie interna del pneumatico 1, per esempio tramite laser.
Preferibilmente il dispositivo di monitoraggio viene fissato al pneumatico 1 in modo tale che la direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33 sia disposta sostanzialmente secondo un piano radiale del pneumatico 1.
Quando l’unità elettronica 20 à ̈ alloggiata nella cavità 35: la superficie laterale 261 del corpo di contenimento 26 à ̈ affacciata alla superficie laterale 351 della cavità 35; la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26 à ̈ affacciata alla superficie inferiore 352 della cavità 35; la superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26 à ̈ affacciata alla superficie di sommità della cavità 35.
Vantaggiosamente, le dimensioni della cavità 35 e del corpo di contenimento 26 sono tali da formare almeno una prima intercapedine 100 che separa almeno parzialmente la superficie laterale 261 del corpo di contenimento 26 e la superficie laterale 351 della cavità 35.
Preferibilmente l’unità elettronica 20 à ̈ posizionabile all’interno della cavità 35 in almeno una posizione in cui la citata prima intercapedine 100 à ̈ perimetralmente continua intorno al corpo di contenimento 26 su almeno un piano sostanzialmente parallelo ad un piano definito dalle superfici di base 31a, 32a.
A titolo esemplificativo, la prima intercapedine 100 può presentare un’ampiezza, valutata su rette giacenti su un piano sostanzialmente parallelo al piano definito da dette superfici di base 31a, 32a, e passanti per un centro geometrico di un profilo PR definito dalle porzioni di base 31, 32 sul piano delle superfici di base 31a, 32a, compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm. Preferibilmente la struttura laterale 34 comprende una o più espansioni 341 estendentisi dalla superficie laterale 351 della cavità 35 almeno verso l’interno della cavità 35 stessa.
Le espansioni 341 sono adatte a mantenere l’unità elettronica 20 in una determinata posizione all’interno della cavità 35, quando l’unità elettronica 20 à ̈ posizionata all’interno della cavità 35 ed il dispositivo 10 à ̈ mantenuto in condizioni di sostanziale staticità, cioà ̈ in assenza di sollecitazioni meccaniche esterne (ad esempio sollecitazioni trasmesse a causa del rotolamento del pneumatico).
In questo modo, si ottiene un duplice vantaggio: l’interazione meccanica tra il corpo di contenimento 26 e le superfici delimitanti la cavità 35 à ̈ estremamente ridotta, e le movimentazioni dell’unità elettronica 20 all’interno della cavità 35 durante il rotolamento del pneumatico 1 sono di entità ben controllata.
Preferibilmente, le espansioni 341 sono in numero di almeno due, posizionate da parti reciprocamente opposte rispetto ad un piano sostanzialmente ortogonale al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a e passante per la direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33.
In una forma di realizzazione preferita, illustrata nelle figure 7a, 7b, la struttura laterale 34 comprende un totale di sei espansioni 341, suddivise in due file di tre espansioni ciascuna, disposte da parti opposte rispetto al citato piano perpendicolare alle superfici di base 31a, 32a, e passante per la direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione.
Preferibilmente quando l’unità elettronica 20 si trova nella determinata posizione, la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26 à ̈ a contatto con la superficie inferiore 352 della cavità 35.
Preferibilmente unità elettronica 20 à ̈ posizionabile all’interno della cavità 35 in almeno una posizione in cui la superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26 e la superficie di sommità 353 della cavità 35 sono separate da una seconda intercapedine 200.
Preferibilmente, la seconda intercapedine 200 à ̈ tale che, quando la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26 à ̈ a contatto con la superficie inferiore 352 della cavità 35, la superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26 à ̈ completamente separata dalla superficie di sommità 353 di detta cavità 35.
Preferibilmente, la seconda intercapedine 200 può presentare un’ampiezza, valutata su una retta ortogonale al piano delle superfici di base 31a, 32a ed appartenente al piano perpendicolare alla direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm.
Come sopra accennato, la porzione di alloggiamento 34 comprende una parete di sommità 34a.
La struttura laterale 34b à ̈ interposta tra la parete di sommità 34a e le porzioni di base 31, 32.
Preferibilmente la parete di sommità 34b presenta almeno una finestra passante W attraverso cui la prima espansione 26a e/o la seconda espansione 26b del corpo di contenimento 26 si sviluppano almeno parzialmente. In questo modo, l’antenna 22 e/o il sensore 21 possono operare correttamente senza che la struttura dell’organo di connessione 30, ed in particolare la parete di sommità 34b, possano interferire dal punto di vista elettromagnetico e/o meccanico.
Preferibilmente, l’unità elettronica 20 à ̈ posizionabile all’interno della cavità 35 in almeno una posizione in cui la prima espansione 26a e/o la seconda espansione 26b sono completamente separate da un profilo perimetrale W1 della finestra passante W.
In questo modo si riduce drasticamente la probabilità che, anche a fronte degli spostamenti sostanzialmente incontrollabili dell’unità elettronica 20 all’interno della cavità 35 durante il rotolamento del pneumatico 1, l’interazione tra la prima e/o seconda espansione 26a, 26b ed il profilo perimetrale W1 della finestra passante W sia di un’intensità tale da provocare lacerazioni e/o rotture della parete di sommità 34b.
Quando l’unità elettronica 20 à ̈ disposta all’interno della cavità 35, à ̈ definita una terza intercapedine 300 tra la prima e/o seconda espansione 26a, 26b del corpo di contenimento 26 ed il profilo perimetrale W1 della finestra passante W.
A titolo esemplificativo, la terza intercapedine 300 può presentare, su una retta appartenente al piano passante per la direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33 e ortogonale al piano delle superfici di base 31a, 32a, un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm.
Preferibilmente, il corpo di contenimento 26, trascurando le citate espansioni 26a, 26b, presenta una conformazione sostanzialmente scatolare, ad esempio sostanzialmente parallelepipeda.
Preferibilmente, spigoli e vertici del corpo di contenimento 26 sono opportunamente arrotondati in modo da minimizzare danneggiamenti alla struttura dell’organo di connessione 30 quando l’unità elettronica 20 entra in contatto con la struttura laterale 34a, la parete di sommità 34b e/o con le porzioni di base 31, 32.
Preferibilmente la cavità 35 à ̈ approssimativamente controsagomata al corpo di contenimento 26, così da alloggiare opportunamente l’unità elettronica 20 mantenendo ingombri complessivi ridotti.
Preferibilmente vi sono però significative differenze tra i profili esterni del corpo di contenimento ed i profili definiti dalle superfici delimitanti la cavità 35. Questo, ancora una volta, allo scopo di minimizzare le conseguenze delle interazioni meccaniche che si sviluppano all’interno della cavità 35, tra l’unità elettronica 20 e l’organo di connessione 20, durante il rotolamento del pneumatico 1.
Preferibilmente, in una sezione secondo un primo piano P1 ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, à ̈ definita una regione di raccordo R1 tra la superficie laterale 351 e la superficie inferiore 352 delimitanti la cavità 35.
Tale regione di raccordo R1 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito, nella medesima sezione, in corrispondenza di una regione di raccordo R1’ tra la superficie laterale 261 e la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R1 e R1’ (schematicamente mostrati in figura 3a) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R1 e R1’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un primo piano P1 ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, à ̈ definita una regione di raccordo R2 tra la superficie laterale 351 e la superficie di sommità 353 delimitanti la cavità 35.
Tale regione di raccordo R2 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito, nella medesima sezione, in corrispondenza di una regione di raccordo R2’ tra la superficie laterale 261 e una superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R2 e R2’ (schematicamente mostrati in figura 3a) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R2 e R2’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un secondo piano P2 ortogonale al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, à ̈ definita una regione di raccordo R3 tra la superficie laterale 351 e la superficie inferiore 352 delimitanti la cavità 35.
Preferibilmente tale regione di raccordo R3 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito, nella medesima sezione, in corrispondenza di una regione di raccordo R3’ tra la superficie laterale 261 e la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R3 e R3’ (schematicamente mostrati in figura 3c) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R3 e R3’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un secondo piano P2 ortogonale al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente X della zona di separazione 33, à ̈ definita una regione di raccordo R4 tra la superficie laterale 351 e la superficie di sommità 353 delimitanti la cavità 35.
Tale regione di raccordo R4 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito, nella medesima sezione, in corrispondenza di una regione di raccordo R4’ tra la superficie laterale 261 e la superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R4 e R4’ (schematicamente mostrati in figura 3c) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R4 e R4’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un terzo piano P3 passante per un asse ortogonale al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a e passante per il centro di un profilo PR definito dalle porzioni di base 31, 32 sul piano individuato dalle superfici di base 31a, 32a, à ̈ definita una regione di raccordo R5 tra la superficie laterale 351 e la superficie inferiore 352 delimitanti la cavità 35.
Tale regione di raccordo R5 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo R5’ tra la superficie laterale 261 e la superficie inferiore 262 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R5 e R5’ (schematicamente mostrati in figura 3b) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R5 e R5’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un terzo piano P3 passante per un asse ortogonale al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a e passante per il centro di un profilo PR definito dalle porzioni di base 31, 32 sul piano individuato da dette superfici di base 31a, 32a, à ̈ definita una regione di raccordo R6 tra la superficie laterale 351 e la superficie di sommità 353 della cavità 35.
Tale regione di raccordo R6 presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo R6’ tra la superficie laterale 261 e la superficie di sommità 263 del corpo di contenimento 26. In altre parole i due profili delle regioni di raccordo R6 e R6’ (schematicamente mostrati in figura 3a) non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui le regioni di raccordo R6 e R6’ dovessero entrare in contatto reciproco, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.
Preferibilmente, in una sezione secondo un quarto piano P4 sostanzialmente parallelo al piano definito dalle superfici di base 31a, 32a, il corpo di contenimento 26 presenta un profilo perimetrale comprendente due tratti opposti sostanzialmente rettilinei 26T1, 26T2 raccordati da una coppia di raccordi curvilinei 26R1, 26R2.
Preferibilmente tali raccordi curvilinei 26R1, 26R2 presentano un profilo differente dal profilo curvilineo presentato dalla porzione di profilo perimetrale PRP1, PRP2 della porzione di alloggiamento 34 affacciata a tali raccordi curvilinei 26R1, 26R2 (figura 6a). In altre parole i raccordi curvilinei 26R1, 26R2 e le porzioni di profilo perimetrale PRP1, PRP2 non sono tra loro coniugati.
Quindi, nel caso in cui i raccordi curvilinei 26R1 e 26R2 dovessero entrare in contatto con le porzioni di profilo perimetrale PRP1 e PRP2, non vi sarebbe aderenza completa tra le due superfici e la struttura dell’organo di connessione 30 resisterebbe con maggiore efficacia all’azione esercitata dall’unità elettronica 20.

Claims (28)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di monitoraggio per pneumatici per ruote di veicoli comprendente: - un'unità elettronica (20); - un organo di connessione (30) configurato per vincolare detta unità elettronica (20) ad un pneumatico (1), detto organo di connessione (30) comprendendo: una prima ed una seconda porzione di base (31, 32), reciprocamente separate da una zona di separazione (33), ciascuna di dette porzioni di base (31, 32) avente una rispettiva superficie di base (31a, 32a) associabile ad una superficie interna (2) di un pneumatico (1); una porzione di alloggiamento (34) associata a dette porzioni di base (31, 32) e definente, in cooperazione con dette porzioni di base (31, 32), una cavità (35) per alloggiare detta unità elettronica (20), in cui detta porzione di alloggiamento (34) comprende almeno una struttura laterale (34a), configurata per esercitare un’azione di contenimento almeno rispetto a movimentazioni di detta unità elettronica (20) eseguite in una direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33) e rispetto a movimentazioni di detta unità elettronica (20) eseguite in una direzione ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33) in cui detta cavità (35) à ̈ delimitata almeno da una superficie laterale (351) definita da una superficie interna (340) di detta struttura laterale (34), in cui detta unità elettronica (20) comprende almeno un sensore (21), almeno una antenna (22) ed un corpo di contenimento (26) per alloggiare almeno detto sensore (21) e detta antenna (22), in cui detto corpo di contenimento (26) presenta almeno una superficie laterale (261), in cui, quando detta unità elettronica (20) à ̈ inserita in detta cavità (35): la superficie laterale (261) del corpo di contenimento (26) à ̈ affacciata alla superficie laterale (351) della cavità (35), le dimensioni di detta cavità (35) e di detto corpo di contenimento (26) sono tali da formare almeno una prima intercapedine (100) che separa almeno parzialmente la superficie laterale (261) del corpo di contenimento (26) e la superficie laterale (351) della cavità (35).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 in cui detta cavità (35) à ̈ inferiormente delimitata da una superficie inferiore (352) definita da superfici di sommità di dette porzioni di base (31, 32).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2 in cui detta cavità (35) à ̈ superiormente delimitata da una superficie di sommità (353) definita da una superficie inferiore di una parete di sommità (34b) di detta porzione di alloggiamento (34).
  4. 4. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detta unità elettronica (20) à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità (35) in almeno una posizione in cui detta prima intercapedine (100) à ̈ perimetralmente continua intorno a detto corpo di contenimento (26) su almeno un piano sostanzialmente parallelo ad un piano definito da dette superfici di base (31a, 32a).
  5. 5. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detta prima intercapedine (100) presenta un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm.
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detta struttura laterale (34) comprende inoltre una o più espansioni (341) estendentisi dalla superficie laterale (351) di detta cavità (35) verso l’interno di detta cavità (35).
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 6 in cui detta struttura laterale (34) comprende almeno due di dette espansioni (341) posizionate da parti reciprocamente opposte rispetto ad un piano sostanzialmente ortogonale al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a) e passante per una direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33).
  8. 8. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendente dalla rivendicazione 3, in cui detto corpo di contenimento (26) comprende una rispettiva superficie di sommità (263), e in cui detta unità elettronica (20) à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità (35) in almeno una posizione in cui la superficie di sommità (263) di detto corpo di contenimento (26) e la superficie di sommità (353) di detta cavità (35) sono separate da una seconda intercapedine (200).
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 8 in cui detta seconda intercapedine (200) à ̈ tale che, quando una superficie inferiore (262) di detto corpo di contenimento (26) à ̈ a contatto con la superficie inferiore (352) di detta cavità (35), la superficie di sommità (263) di detto corpo di contenimento (26) à ̈ completamente separata dalla superficie di sommità (353) di detta cavità (35).
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 8 o 9 in cui detta seconda intercapedine (200) presenta un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm.
  11. 11. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detto corpo di contenimento (26) presenta almeno una prima espansione (26a) all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente detta antenna (22) e/o una seconda espansione (26b) all’interno della quale si sviluppa almeno parzialmente detto sensore (21).
  12. 12. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 3 in cui la parete di sommità (34b) di detta porzione di alloggiamento (34) à ̈ associata a dette porzioni di base (31, 32) in modo che detta struttura laterale (34a) sia interposta tra dette porzioni di base (31, 32) e detta parete di sommità (34b).
  13. 13. Dispositivo secondo le rivendicazioni 11 e 12 in cui detta parete di sommità (34b) presenta almeno una finestra passante (W) attraverso cui detta prima espansione (26a) e/o detta seconda espansione (26b) si sviluppano almeno parzialmente.
  14. 14. Dispositivo secondo la rivendicazione 13 in cui detta unità elettronica (20) à ̈ posizionabile all’interno di detta cavità (35) in almeno una posizione in cui detta prima espansione (26a) e/o detta seconda espansione (26b) sono completamente separate da un profilo perimetrale (W1) di detta finestra passante (W).
  15. 15. Dispositivo secondo la rivendicazione 14 in cui detto organo di connessione (30) presenta una terza intercapedine (300) che separa detta prima espansione (26a) e/o detta seconda espansione (26b) dal profilo perimetrale (W1) di detta finestra passante (W) quando detta unità elettronica (20) à ̈ posizionata in detta cavità (35), in cui detta terza intercapedine (300) presenta un’ampiezza compresa tra circa 0,1 mm e circa 1 mm.
  16. 16. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 2 in cui, in una sezione secondo un primo piano (P1) ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33): - una regione di raccordo (R1) tra la superficie laterale (351) e la superficie inferiore (352) delimitanti detta cavità (35) presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R1’) tra la superficie laterale (261) ed una superficie inferiore (262) di detto corpo di contenimento (26).
  17. 17. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 3, in cui in una sezione secondo un primo piano (P1) ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33): - una regione di raccordo (R2) tra la superficie laterale (351) e la superficie di sommità (353) delimitanti detta cavità (35) presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R2’) tra la superficie laterale (261) e una superficie di sommità (263) di detto corpo di contenimento (26).
  18. 18. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 2 in cui, in una sezione secondo un secondo piano (P2) ortogonale al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a) e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente (X) della zona di separazione (33): - una regione di raccordo (R3) tra la superficie laterale (351) e la superficie inferiore (352) delimitanti detta cavità (35) presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R3’) tra la superficie laterale (261) e una superficie inferiore (262) di detto corpo di contenimento (26).
  19. 19. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 3 in cui, in una sezione secondo un secondo piano (P2) ortogonale al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a) e parallelo alla direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33): - una regione di raccordo (R4) tra la superficie laterale (351) e la superficie di sommità (353) delimitanti detta cavità (35), presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R4’) tra la superficie laterale (261) e una superficie di sommità (263) di detto corpo di contenimento (26).
  20. 20. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 2 in cui, in una sezione secondo un terzo piano (P3) passante per un asse ortogonale al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a) e passante per il centro di un profilo (PR) definito da dette porzioni di base (31, 32) sul piano individuato da dette superfici di base (31a, 32a): - una regione di raccordo (R5) tra la superficie laterale (351) e la superficie inferiore (352) delimitanti detta cavità (35), presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R5’) tra la superficie laterale (261) e una superficie inferiore (262) di detto corpo di contenimento (26).
  21. 21. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendenti dalla rivendicazione 3 in cui, in una sezione secondo un terzo piano (P3) passante per un asse ortogonale al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a) e passante per il centro di un profilo (PR) definito da dette porzioni di base (31, 32) sul piano individuato da dette superfici di base (31a, 32a): - una regione di raccordo (R6) tra la superficie laterale (351) e la superficie di sommità (353) di detta cavità (35) presenta un profilo curvilineo differente da un profilo curvilineo definito in corrispondenza di una regione di raccordo (R6’) tra la superficie laterale (261) e una superficie di sommità (263) di detto corpo di contenimento (26).
  22. 22. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui, in una sezione secondo un quarto piano (P4) sostanzialmente parallelo al piano definito da dette superfici di base (31a, 32a): - detto corpo di contenimento (26) presenta un profilo perimetrale comprendente due tratti opposti sostanzialmente rettilinei (26T1, 26T2) raccordati da una coppia di raccordi curvilinei (26R1, 26R2) aventi un profilo differente dal profilo curvilineo presentato dalla porzione di profilo perimetrale (PRP1, PRP2) di detta porzione di alloggiamento (34) affacciata a detti raccordi curvilinei (26R1, 26R2).
  23. 23. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detto corpo di contenimento (26) non presenta simmetria cilindrica rispetto ad alcun asse.
  24. 24. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detta superficie interna di detta struttura laterale (34) delimitante detta cavità (35) non presenta simmetria cilindrica rispetto ad alcun asse.
  25. 25. Pneumatico per ruote di veicoli comprendente: - una superficie interna (2) avente conformazione sostanzialmente toroidale; - un dispositivo di monitoraggio (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti montato su detta superficie interna (2).
  26. 26. Pneumatico secondo la rivendicazione 25 in cui la direzione di sviluppo prevalente (X) di detta zona di separazione (33) Ã ̈ disposta sostanzialmente secondo un piano radiale di detto pneumatico (1).
  27. 27. Pneumatico secondo la rivendicazione 25 o 26 in cui detta superficie interna (2) Ã ̈ un liner di detto pneumatico (1).
  28. 28. Metodo per installare un’unità elettronica in un pneumatico per ruote di veicoli, detto metodo comprendendo: - predisporre un’unità elettronica (20) ed un organo di connessione (30) tali da formare un dispositivo di monitoraggio (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 24; - fissare le superfici di base (31a, 32a) delle porzioni di base (31, 32) di detto organo di connessione (30) ad una superficie interna (2) di un pneumatico (1).
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