ITMI20011575A1 - Interrutore differenziale tetrapolare modulare - Google Patents

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ITMI20011575A1
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magnetothermic
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casing
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lever
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Aldo Carettoni
Gabriele Colombo
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un interruttore differenziale tetrapolare modulare; più particolarmente, la presente invenzione si riferisce ad un interruttore differenziale di tipo modulare comprendente, da una parte, quattro compartimenti di interruzione magnetotermici e, di fianco ad essi, in modo da formare un unico blocco, un compartimento di protezione differenziale.
E' noto che l'involucro di un apparecchio che si definisce modulare possiede due pareti laterali, parallele l'una all'altra, distanti tra loro d'un multiplo di base prefissato, comune a tutti gli apparecchi modulari dello stesso tipo, secondo quanto stabilito da apposite normative.
Questi apparecchi modulari sono agganciati su guide di supporto mediante un'opportuna sagoma presente sulla parete di fissaggio dell'involucro stesso e sono disposti fianco a fianco tra loro in modo da ottimizzare lo spazio occupato.
In un interruttore differenziale multipolare di concezione modulare, i compartimenti di interruzione magnetotermici sono di solito disposti parallelamente tra loro, e hanno tutti la stessa larghezza pari a un modulo di base.
Secondo una prima soluzione nota nella tecnica, il compartimento di protezione differenziale è posizionato, il più delle volte, parallelamente ai compartimenti di interruzione magnetotermici.
affiancato da una parte o dall'altra rispetto al gruppo di interruzione magnetotermico che si è formato, e la sua larghezza è generalmente pari a tre volte il modulo di base.
L'inconveniente principale di questa soluzione risiede nel fatto che la larghezza totale dell'interruttore differenziale tetrapolare così ottenuto è, il più delle volte, uguale a sette volte il modulo di base; di conseguenza, gli spazi richiesti in fase di applicazione sono considerevoli.
Una seconda soluzione nota nella tecnica prevede una forma di realizzazione in cui la larghezza totale di un interruttore differenziale tetrapolare è stata portata a quattro volte il modulo di base, con beneficio, quindi, grazie al minore ingombro, di un più efficiente utilizzo dello spazio disponibile per l'assemblaggio.
Questa soluzione è raggiunta poiché la larghezza di ciascuno dei compartimenti di interruzione magnetotermici è uguale al modulo di base e il compartimento di protezione differenziale è disposto longitudinalmente sopra o sotto i compartimenti di interruzione magnetotermici, come se il volume disponibile all'interno dell'involucro fosse diviso in due secondo un piano perpendicolare rispetto alle pareti laterali dell'involucro e alla sua parete di fissaggio, così da avere una parte di questo volume suddiviso trasversalmente tra i diversi compartimenti di interruzione magnetotermici, mentre l'altra parte è occupata longitudinalmente dall'elemento di protezione differenziale.
Anche questa forma realizzativa tuttavia presenta alcuni inconvenienti; in particolare, l'asse del dispositivo di protezione magnetico di ognuno dei compartimenti di interruzione magnetotermici si estende, in pratica, trasversalmente alla parete di fissaggio dell'involucro a scapito del volume disponibile per la camera d'arco normalmente associata ai contatti di interruzione, con conseguente diminuzione del potere di interruzione.
Inoltre, questa soluzione prevede che il compartimento di protezione differenziale si estenda longitudinalmente su tutta la larghezza dell'involucro e trasversalmente rispetto ai compartimenti di interruzione magnetotermici, così da rendere le connessioni elettriche, presenti tra i numerosi componenti interni di questi compartimenti, particolarmente complicate e svantaggiose da realizzare.
Secondo una terza soluzione nota nella tecnica, il compartimento di protezione differenziale è assemblato ai compartimenti di interruzione magnetotermici ponendolo in una posizione centrale; in pratica sono assemblati in sequenza una coppia di interruttori magnetotermici, poi l'unità differenziale e successivamente la seconda coppia di interruttori magnetotermici.
Questa particolare forma realizzativa non permette l'assemblaggio di tutti gli interruttori magnetotermici in assenza del compartimento di protezione differenziale, impedendo, in tal modo, la possibilità di effettuare test su tutta la parte magnetotermica senza il compartimento di protezione differenziale.
Ne consegue che in caso di cattivo funzionamento delle parti magnetotermiche anche la parte differenziale assemblata è inutilizzabile, con conseguente spreco di materiali ed aumento di costi e tempi di produzione.
Inoltre, la necessità di pre-assemblare completamente l'interruttore impone di produrre e stoccare in magazzino interruttori di svariate taglie e prestazioni, a prescindere dalle effettive richieste e necessità di mercato e con il rischio quindi di immagazzinare apparecchi che potrebbero non essere richiesti.
Compito precipuo della presente invenzione è quello di ovviare agli inconvenienti precedentemente citati, ed in particolare di realizzare un interruttore differenziale tetrapolare modulare che sia estremamente compatto ed abbia prestazioni ottimizzate.
Nell'ambito di questo compito uno scopo della presente invenzione è quello di realizzare un interruttore differenziale tetrapolare modulare che sia di semplice costruzione e che soprattutto faciliti le fasi di assemblaggio dei vari componenti interni.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di realizzare un interruttore differenziale tetrapolare modulare che faciliti le fasi di test e permetta al contempo di razionalizzare ed ottimizzare la gestione delle scorte a magazzino.
Non ultimo scopo del presente trovato è quello di realizzare un interruttore differenziale tetrapolare modulare che sia di elevata affidabilità, di relativamente facile realizzazione ed a costi competitivi.
Ciò è ottenuto mediante un interruttore differenziale tetrapolare modulare, comprendente:
- un involucro su cui sono previsti terminali per il collegamento in ingresso e in uscita con corrispondenti conduttori di un circuito elettrico, avente una parete anteriore da cui fuoriesce una leva di azionamento, una parete posteriore, due pareti laterali sostanzialmente parallele tra loro e la cui distanza è pari a quattro volte un modulo di base M, una parete inferiore ed una superiore, all'interno di detto involucro essendo predisposti:
- una prima, una seconda, una terza ed una quarta unità di interruzione magnetotermiche disposte tra loro affiancate e separate da pareti divisorie, a dette unità essendo associati un terminale di ingresso ed un terminale di uscita;
- una unità di protezione differenziale disposta ad una delle estremità laterali di detto involucro e affiancata a detta prima unità di interruzione magnetotermica; caratterizzato dal fatto che, rispetto ad una visione frontale, la parete divisoria tra dette prima e seconda unità magnetotermiche ha una sagoma sostanzialmente a gradino e definisce un compartimento di alloggiamento della prima unità magnetotermica avente una parte superiore ed una parte inferiore di larghezza differente tra loro, la larghezza della parte inferiore di detto compartimento essendo maggiore della larghezza della parte superiore ed alloggiante una leva di rinvio atta ad accoppiare operativamente il meccanismo cinematico dell'unità differenziale con quello delle unità magnetotermiche ad essa affiancate.
In questo modo, lo spazio a disposizione all'interno dell'involucro viene opportunamente distribuito tra le unità di interruzione magnetotermiche e quella differenziale, ricavando, tramite una opportuna configurazione dei setti divisori, lo spazio necessario a ricevere la leva di accoppiamento tra la parte magnetotermica e quella differenziale; di conseguenza, si ha una buona compattezza dell'insieme che permette di ottenere un interruttore differenziale tetrapolare con larghezza totale pari a quattro volte il modulo di base.
Un altro considerevole vantaggio dell'interruttore secondo l'invenzione risiede nel fatto che, grazie alla disposizione del compartimento di protezione differenziale in corrispondenza di una delle estremità dell'involucro, è possibile dividere l'operazione di assemblaggio dell'interruttore in due fasi distinte, la prima concernente il montaggio dei compartimenti magnetotermici e la seconda quella del compartimento di protezione differenziale, da effettuarsi previo test sulla parte magnetotermica già pronta e solo in funzione delle specifiche richieste e/o necessità applicative.
Ciò permette di evitare l'assemblaggio dell'intero interruttore qualora la parte magnetotermica non dovesse superare il test di prova; nondimeno, tale approccio permette di ottimizzare le scorte a magazzino, in quanto è possibile pre-assemblare e stoccare la sola parte magnetotermica, assemblando la restante parte differenziale al momento del bisogno e secondo il potere di protezione richiesto. Pertanto, si riscontra un abbattimento dei costi delle scorte a magazzino e dei costi di produzione in caso di non superamento dei vari test.
Inoltre, la disposizione secondo l'invenzione permette, vantaggiosamente, di assemblare alcuni componenti nella maniera già nota nella tecnica, con conseguente beneficio economico.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno maggiormente dalla descrizione di forme di realizzazione preferite, ma non esclusive, dell'interruttore secondo l'invenzione, illustrate a titolo indicativo e non limitativo negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 è una vista in prospettiva di un interruttore differenziale tetrapolare secondo l'invenzione;
la figura 2 è una rappresentazione schematica della disposizione interna dei compartimenti dell'interruttore di figura 1;
la figura 3 è una vista in prospettiva dell'insieme dei componenti interni di detto interruttore differenziale tetrapolare;
la figura 4 è una vista frontale dell'insieme dei compartimenti magnetotermici assemblati;
la figura 5 è una rappresentazione schematica, vista di fianco, di una unità di interruzione magnetotermica impiegata nell'interruttore differenziale tetrapolare secondo l'invenzione;
la figura 6 è una rappresentazione schematica, vista di fianco, dell'unità di protezione differenziale impiegata nell'interruttore secondo l'invenzione;
la figura 7 è una vista prospettica illustrante in dettaglio una leva di rinvio in fase di accoppiamento con il meccanismo cinematico dell'unità differenziale e con il meccanismo cinematico dell'unità magnetotermica ad essa affiancata.
Con riferimento alle figure citate, l'interruttore differenziale tetrapolare 1 secondo l'invenzione comprende, tra loro assemblate in uno stesso involucro 2 di larghezza L uguale a quattro volte un modulo di base M, quattro unità di interruzione magnetotermica 3, che si estendono tutte affiancate le une alle altre, e a ciascuna delle quali sono associati un terminale di ingresso 4 e un·terminale di uscita 5, e una unità di protezione differenziale 6.
In particolare tale modulo di base, tenendo conto delle normali tolleranze costruttive è generalmente pari a 17,5 (0<+0,5 >) mm, secondo quanto stabilito dalla norma DIN 43880.
Come illustrato in figura 1, l'involucro 2 comprende: due pareti laterali 7 parallele e la cui distanza misura una larghezza pari a L; una parete posteriore di fissaggio 8, opportunamente sagomata in modo da favorire l'aggancio su una opportuna guida di supporto, non rappresentata nelle figure, secondo modalità ampiamente note nella tecnica; una parete superiore 10 ed una parete inferiore 11, che sono perpendicolari alla parete di fissaggio 8 e alle pareti laterali 7, e su cui emergono, rispettivamente, i terminali di ingresso ed uscita per il collegamento di conduttori di un circuito con le unità di interruzione magnetotermica 3. Infine, l'involucro 2 presenta una parete anteriore 13, che si estende sostanzialmente parallelamente alla parete di fissaggio 8, dalla quale si protende, esternamente all'involucro 2 stesso, una leva di azionamento 19 ruotante, a disposizione degli utenti; inoltre, nella forma di realizzazione illustrata, tale parete 13 rende accessibili i morsetti, per serrare o allentare, i relativi terminali di ingresso 4 e di uscita 5; alternativamente, sia i terminali che i relativi morsetti potrebbero essere diversamente disposti in funzione delle esigenze.
Come illustrato nelle figure 2 e 4, le unità di interruzione magnetotermica 3 sono disposte nell'involucro 2 tra loro affiancate e separate da setti divisori o pareti 14 che contribuiscono a definire rispettivi compartimenti di alloggiamento; inoltre, l'unità di protezione differenziale 6 è a sua volta disposta ad una delle estremità laterali dell'involucro stesso e affiancata ad uno dei compartimenti di interruzione magnetotermici 3.
Vantaggiosamente, nella forma di realizzazione dell'interruttore secondo l'invenzione, rispetto ad una visione frontale, almeno la parete divisoria 14 interposta tra l'unità magnetotermica affiancata all'unità differenziale 6 e l'unità magnetotermica ad essa immediatamente successiva ha una sagoma sostanzialmente a gradino e definisce un compartimento di alloggiamento avente una parte superiore 40 ed una parte inferiore 50 di larghezza differente tra loro, la larghezza della parte inferiore 50 essendo maggiore della larghezza della parte superiore 40 ed alloggiante una leva di rinvio; tale leva, indicata in figura 7 dal numero di riferimento 28, è atta ad accoppiare operativamente il meccanismo cinematico dell'unità differenziale 6, indicato complessivamente dal numero di riferimento 60, con quello dell'unità magnetotermica 3 ad essa affiancata, indicato dal numero di riferimento 30.
In particolare come illustrato in figura 7, la leva di rinvio 28 ha un corpo sagomato avente mezzi di accoppiamento operativo, da un lato, con una prima leva 61 del meccanismo cinematico 60, ad esempio una leva ripristino relè, e dall'altro, con una seconda leva 31 di sgancio appartenente al meccanismo cinematico 30 dell'unità 3 affiancata all'unità differenziale 6; inoltre, tali leve 28, 61 e 31, sono accoppiate tra loro in modo da essere disposte allineate lungo un asse B1 diretto secondo la congiungente le due pareti laterali 7.
Preferibilmente, e come illustrato nelle figure 2 e 4, tutte le pareti divisorie 14, che separano tra loro a due a due le unità di interruzione magnetotermica 3, presentano, rispetto ad una visione frontale, una sagoma sostanzialmente a gradino e definiscono compartimenti di alloggiamento per le unità 3 aventi una parte superiore 40 ed una parte inferiore 50 di larghezza preferibilmente differente tra loro; inoltre, la larghezza della parte inferiore 50 del primo compartimento 3, cioè quello adiacente all'unità di protezione differenziale 6, è maggiore rispetto alla larghezza della parte inferiore dei restanti compartimenti di interruzione magnetotermici 3.
Secondo la forma di realizzazione rappresentata, i terminali di ingresso 4, che sono tutti allineati gli uni con gli altri, da una parte, e in corrispondenza di questi, i terminali di uscita 5, che sono ugualmente tutti allineati gli uni con gli altri, dall'altra parte, sono ripartiti ad un passo regolare uguale al modulo di base M dall'una all'altra delle pareti laterali 7, a guisa che, perpendicolarmente a dette pareti laterali 7, questi sono tutti disposti sfalsati rispetto ai compartimenti di interruzione magnetotermici 3 cui sono rispettivamente associati.
In pratica, i terminali di ingresso 4 o di uscita 5 che sono all'estremità degli allineamenti corrispondenti sono ad una distanza dalle pareti laterali 7 dell'involucro 2 uguale alla metà del modulo di base M.
Tutte le unità di interruzione magnetotermica 3 hanno sostanzialmente la stessa costituzione.
Come rappresentato nelle figure 3-5, queste comprendono, inserito tra i rispettivi terminali di ingresso 4 ed uscita 5, un dispositivo di protezione elettromagnetico 15 contro sovracorrenti/cortocircuiti, almeno un contatto fisso 16 ed un contatto mobile 17 ai quali è associata almeno una camera d'arco 23, ed un dispositivo di protezione termico 18, ad esempio un bimetallo, per la protezione contro sovraccarichi; inoltre, ciascuna unità di protezione magnetotermica 3 comprende un meccanismo cinematico di apertura/chiusura 30, con i meccanismi cinematici 30 delle varie unità 3 che sono tra loro operativamente connessi secondo forme realizzative note nell'arte e per questo ivi non descritte in dettaglio.
Tali meccanismi cinematici 30, che comprendono in particolare la già citata leva di sgancio 31, ed una leva porta contatti 32 su cui è disposto il rispettivo contatto mobile 17, secondo forme ampiamente note nella tecnica e per questo non descritte in dettaglio, sono atti, sotto l'azione dei dispositivi di protezione 15 o 18, a far passare i contatti mobili 17 da una posizione di chiusura, in cui sono accoppiati con i corrispondenti contatti fissi 16, ad una posizione di apertura, per la quale, al contrario, sono da essi separati, come rappresentato in figura 5. Per il passaggio inverso, da una posizione di apertura alla posizione di chiusura, i meccanismi cinematici 30 sono operativamente asserviti alla leva di azionamento 19.
In particolare, ogni dispositivo di protezione elettromagnetico 15 prevede una bobina di avvolgimento 20 disposta attorno ad una struttura di supporto 21, ed un perno di sgancio 22, operativamente asservito alla bobina 20, che è atto ad agire sul corrispondente meccanismo cinematico 30, generalmente sulla relativa leva di sgancio 31. Nella forma di realizzazione dell'interruttore secondo l'invenzione, e come rappresentato nelle figure 4 e 5, l'asse A1 di ogni dispositivo di protezione elettromagnetico 15, ovvero l'asse secondo il quale agiscono i relativi perni di sgancio 22, si estende parallelamente alle pareti laterali 7 dell'involucro 2, lungo la congiungente le pareti superiore e inferiore 10, 11. Nelle figure 4 e 5, per semplicità illustrativa è indicato l'asse A1 di un solo perno 22. Inoltre, la camera d'arco 23 è disposta tra il rispettivo dispositivo di protezione elettromagnetico 15 e la parete di fissaggio 8 dell'involucro 2. Grazie a questa disposizione, ogni dispositivo di protezione elettromagnetico 15 può vantaggiosamente estendersi parallelamente alla parete di fissaggio 8 dell'involucro 2, a beneficio dello spazio disponibile per le camere d'arco 23 e dunque del potere di interruzione che non viene in alcun modo diminuito.
Un altro aspetto vantaggioso è costituito dal fatto che la bobina di avvolgimento 20 dei dispositivi di protezione 15 può essere realizzata adottando conduttori normalizzati a sezione rettangolare, o piattine, dove la dimensione più grande è disposta parallelamente all'asse A1, figura 5; è così possibile minimizzare al massimo l'ingombro trasversale di ciascun dispositivo di protezione elettromagnetico 15. Alternativamente, si possono utilizzare dei conduttori a sezione circolare.
A sua volta, l'unità di protezione differenziale 6, alloggiata nel corrispondente compartimento definito da una delle pareti laterali 7 e da un ulteriore setto divisorio 14, comprende un rilevatore di guasto 24, atto a rilevare la presenza di una corrente differenziale ed un relè 25, di per sé noto, asservito al rilevatore di guasto 24 e dotato di un pistone mobile di sgancio 29, come illustrato in figura 6. Il rilevatore di guasto 24 comprende un nucleo toroidale 26 su cui sono avvolti conduttori primari 27 elettricamente collegati ciascuno ad un corrispondente dispositivo di protezione elettromagnetico 15 ed un avvolgimento secondario, non visibile nelle figure, operativamente collegato al relè 25. In particolare, come illustrato in figura 3, rispetto ad una visione frontale, il nucleo toroidale 26 è vantaggiosamente disposto in corrispondenza dell'angolo diedro formato dalla parete superiore 10 e da una delle pareti laterali 7 dell'involucro 2, con asse A2 diretto sostanzialmente lungo la congiungente le pareti anteriore-posteriore 13-8; inoltre il relè 25 è disposto sotto il nucleo toroidale 26 e posteriormente al meccanismo cinematico 60 dell'unità di protezione differenziale, con il pistone di sgancio mobile 29 lungo un asse A3 disposto in un piano parallelo alle pareti laterali 7 dell'involucro 2, lungo una congiungente le pareti anteriore 13 e posteriore 8.
In condizioni operative, al verificarsi di una condizione di corrente differenziale superiore ad un limite prefissato, ai capi dell'avvolgimento secondario si genera una tensione il cui segnale rappresentativo viene fornito al relè 25 e provoca l'azionamento del pistone 29; a sua volta il pistone 29 aziona il meccanismo cinematico 60 e, tramite l'accoppiamento delle leve 61-28-31, il movimento viene trasmesso ai meccanismi 30 in modo da determinare la separazione dei contatti. Il successivo intervento sulla leva di azionamento 19, provoca anche in questo caso la richiusura dell'interruttore con la leva 61 che va a ripristinare il relè, riposizionando il perno 29.
In pratica si è constatato come 1'interruttore differenziale tetrapolare secondo l'invenzione realizzi pienamente lo scopo e gli obiettivi prefissati, con vantaggi significativi rispetto a quanto noto nella tecnica anteriore.
Infatti, come precedentemente accennato, il tutto è assemblato in un involucro di dimensioni ottimizzate, ed in particolare di larghezza pari a quattro volte un modulo di base M, con conseguente beneficio nell'installazione pratica, e a fronte di prestazioni funzionali che, grazie alla particolare disposizione dei vari componenti, non vengono in alcun modo alterate.
Inoltre, grazie alla disposizione della parte differenziale ad una estremità dell'involucro, l'assemblaggio dell'interruttore può essere vantaggiosamente diviso in due fasi distinte, la prima concernente il montaggio della parte magnetotermica e la seconda quella della parte differenziale; in tal modo, terminata la prima fase è possibile effettuare i necessari test di funzionamento e prova sulla sola parte magnetotermica già pronta. Ciò permette di evitare inutili sprechi di componenti di protezione differenziale in caso di mal funzionamento dovuto alla sola parte magnetotermica. Inoltre, è possibile stoccare la parte magnetotermica già assemblata e completare l'interruttore differenziale tetrapolare con la restante parte differenziale quando necessario e secondo le prestazioni di protezione richieste; in tal modo si evitano scorte a magazzino dell'interruttore differenziale già assemblato con notevole riduzione dei costi di gestione.
Non trascurabile è poi la possibilità di assemblare alcuni componenti nella maniera già nota nella tecnica, con conseguente beneficio economico.
L'interruttore così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica, i materiali, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Interruttore differenziale tetrapolare modulare, comprendente: un involucro su cui sono previsti terminali per il collegamento in ingresso e in uscita con corrispondenti conduttori di un circuito elettrico, avente una parete anteriore da cui fuoriesce una leva di azionamento, una parete posteriore, due pareti laterali sostanzialmente parallele tra loro e la cui distanza è pari a quattro volte un modulo di base M, una parete inferiore ed una superiore, all'interno di detto involucro essendo predisposti: una prima, una seconda, una terza ed una quarta unità di interruzione magnetotermiche disposte tra loro affiancate e separate da pareti divisorie, a dette unità essendo associati un terminale di ingresso ed un terminale di uscita, una unità di protezione differenziale disposta ad una delle estremità laterali di detto involucro e affiancata a detta prima unità di interruzione magnetotermica, caratterizzato dal fatto che, rispetto ad una visione frontale, la parete divisoria tra dette prima e seconda unità magnetotermiche ha una sagoma sostanzialmente a gradino e definisce un compartimento di alloggiamento della prima unità magnetotermica avente una parte superiore ed una parte inferiore di larghezza differente tra loro, la larghezza della parte inferiore di detto compartimento essendo maggiore della larghezza della parte superiore ed alloggiante una leva di rinvio atta ad accoppiare operativamente il meccanismo cinematico dell'unità differenziale con quello delle unità magnetotermiche ad essa affiancate.
  2. 2. Interruttore differenziale secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che, rispetto ad una visione frontale, dette pareti divisorie che separano le unità di interruzione magnetotermiche tra loro, presentano una sagoma sostanzialmente a gradino e definiscono compartimenti di alloggiamento per dette unità di interruzione magnetotermica aventi una parte superiore ed una parte inferiore di larghezza differente tra loro, la larghezza della parte inferiore del compartimento alloggiante detta prima unità di interruzione magnetotermica essendo maggiore rispetto alla larghezza della parte inferiore dei restanti compartimenti di alloggiamento delle unità di interruzione magnetotermica.
  3. 3. Interruttore differenziale secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta leva di rinvio comprende un corpo sagomato avente mezzi di accoppiamento operativo, da un lato, con una prima leva appartenente al meccanismo cinematico dell'unità di protezione differenziale, e dall'altro, con una seconda leva appartenente al meccanismo cinematico di detta prima unità di protezione magnetotermica, dette prima leva, leva di rinvio e seconda leva essendo accoppiate tra loro in modo da essere disposte allineate lungo un primo asse diretto secondo una congiungente le due pareti laterali dell'involucro.
  4. 4. Interruttore differenziale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti terminali d'ingresso, da una parte, e detti terminali d'uscita, dall'altra parte, sono ripartiti secondo un passo regolare uguale ad un modulo di base M, e sono disposti sfalsati rispetto ai compartimenti di alloggiamento delle unità di interruzione magnetotermiche alle quali sono operativamente associati.
  5. 5. Interruttore differenziale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette unità di interruzione magnetotermica comprendono un dispositivo di protezione elettromagnetico comprendente una bobina di avvolgimento ed un perno mobile di sgancio ad essa associato, detto perno di sgancio essendo disposto lungo un secondo asse sostanzialmente parallelo alle pareti laterali dell'involucro, lungo una congiungente parete superiore-parete inferiore.
  6. 6. Interruttore differenziale secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che, detta bobina di avvolgimento comprende conduttori aventi sezione trasversale sostanzialmente rettangolare.
  7. 7. Interruttore differenziale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l'unità di protezione differenziale comprende un rilevatore di guasto, atto a rilevare una corrente differenziale, ed un relè asservito al rilevatore di guasto e dotato di un pistone mobile di sgancio, detto rilevatore di guasto comprendendo un nucleo toroidale su cui sono avvolti conduttori primari elettricamente collegati ciascuno ad un corrispondente dispositivo di protezione elettromagnetico ed un avvolgimento secondario operativamente collegato al relè.
  8. 8. Interruttore differenziale secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto nucleo toroidale è disposto in corrispondenza dell'angolo diedro formato dalla parete superiore e da una delle pareti laterali dell'involucro, con asse diretto sostanzialmente lungo la congiungente parete anteriore - parete posteriore.
  9. 9. Interruttore differenziale secondo la rivendicazione 7 o 8, caratterizzato dal fatto che, rispetto ad una visione frontale, detto relè è disposto sotto detto nucleo toroidale e posteriormente al meccanismo cinematico dell'unità di protezione differenziale, con il pistone di sgancio mobile lungo un terzo asse disposto in un piano parallelo alle pareti laterali dell'involucro, lungo una congiungente le pareti anteriore e posteriore.
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