ITBO20100499A1 - Dispositivo di arresto per sci - Google Patents

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Description

DISPOSITIVO DI ARRESTO PER SCI
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione si inserisce nel settore tecnico degli attacchi per sci alpinismo.
Come noto, lo sci alpinismo à ̈ quella disciplina sportiva nella quale l’atleta risale con gli sci ai piedi da valle sino al punto in quota stabilito, prima di scendere nuovamente a valle, in pista e/o fuoripista, sciando secondo le tecniche convenzionali.
Da quando nello sci da discesa sono stati introdotti attacchi di sicurezza, in grado di sganciare lo scarpone a fronte di anomale sollecitazioni, si à ̈ presentato il problema di evitare che l’attrezzo, a seguito dello sganciamento, possa scendere lungo il pendio in forma autonoma ed incontrollata, sia per non perderlo ma anche, e soprattutto, per impedire che possa nuocere all’incolumità di altri sciatori.
Il primo dispositivo introdotto a tale scopo era costituito da una cinghietta in tessuto o cuoio, fissata con un’estremità ad un elemento dell’attacco e con l’altra estremità avvolta ad anello attorno alla caviglia.
Un primo inconveniente di una siffatta soluzione riguardava la scomodità delle manovre da compiere ogni volta per impegnare o disimpegnare la cinghietta.
Un altro inconveniente, più grave, derivava dal fatto che lo sci, sganciato in seguito ad una caduta rimaneva pur sempre collegato al corpo e poteva interferire con questo, provocando contusioni o ferite anche di una certa gravità.
In seguito furono introdotti i cosiddetti “ski-stopper†, dapprima come accessorio separato dall’attacco e, successivamente, integrato in questo.
Ciascuno di detti “ski-stopper†à ̈ costituito da una sorta di forcella, assoggettata all’azione di molle, che viene premuta dalla suola dello scarpone, in seguito all’aggancio di questo nell’attacco, e si dispone in posizione sostanzialmente parallela allo sci, sopraelevata rispetto alla soletta di quest’ultimo.
Lo sgancio dello scarpone, sia per togliere lo sci che a causa di una caduta, libera la forcella che, per l’azione delle molle, ruota portando i rispettivi rebbi a premere sulla superficie innevata, penetrando almeno parzialmente in questa ed impedendo così lo scivolamento della soletta.
Le punte dei rebbi riescono ad incidere anche superfici innevate dure e, in ogni caso, nel grattare su queste creano un attrito sufficiente ad arrestare lo sci in spazi contenuti.
Mentre negli attacchi per sci da discesa i suddetti “ski-stopper†sono una presenza fissa, in quelli da sci alpinismo, soprattutto nei modelli per competizione, sono ancora poco diffusi, mentre resistono le classiche cinghiette.
Le ragioni di ciò sono da ricercare principalmente nel fatto che gli attacchi da sci alpinismo prevedono anche una configurazione da salita, con lo scarpone che oscilla rispetto al puntale sollevandosi dalla tavola dello sci ad ogni passo, per cui lo “ski-stopper†deve essere bloccato in posizione di riposo per non ostacolare l’avanzamento in tale condizione.
In questo modo, però, lo “ski-stopper†risulta assolutamente inefficace se, per qualsiasi motivo, si verifica uno sgancio dello sci durante la salita, con gli inconvenienti di cui si à ̈ detto.
Un ulteriore motivo che ha ostacolato la diffusione degli “ski-stopper†negli attacchi da sci alpinismo deriva dalla grande importanza data, per questi, al contenimento del peso, che risulta molto inferiore di quello degli attacchi da discesa.
Scopo della presente invenzione à ̈ perciò quello di proporre un dispositivo di arresto per sci studiato in funzione delle particolari esigenze dello sci alpinismo e della conformazione dei relativi attacchi, in modo da poter risultare operativo, all’occorrenza, sia durante la salita che la discesa.
Un altro scopo dell’invenzione consiste nel proporre un dispositivo di arresto conformato in modo tale da non richiedere la pressione dello scarpone per raggiungere e mantenere la posizione di riposo, e da scattare in posizione operativa non appena si verifica lo sgancio del medesimo scarpone dall’attacco. Ancora uno scopo dell’invenzione riguarda la volontà di ottenere un dispositivo di arresto robusto ma di peso limitato, in accordo con le esigenze della disciplina a cui à ̈ dedicato.
Un altro ulteriore scopo dell’invenzione à ̈ quello di realizzare un dispositivo di arresto affidabile nel funzionamento, a garanzia della massima sicurezza.
Gli scopi suindicati vengono raggiunti da un dispositivo di arresto per sci, con quest’ultimo dotato di un attacco per sci alpinismo nel quale à ̈ previsto un puntale comprendente due ganasce simmetriche, provviste ciascuna di un perno atto ad impegnare un relativo foro nella parte laterale anteriore di uno scarpone, ed organi a leva, atti a definire, per le stesse ganasce, due posizioni, rispettivamente chiuse di aggancio ed aperte di sgancio al e dal citato scarpone, con il suddetto dispositivo comprendente:
− una piastra di supporto, destinata ad essere fissata alla parte anteriore di detto puntale;
− un elemento oscillante, articolato a detta piastra e provvisto di almeno un rebbio, atto ad agire a fianco della tavola del citato sci, con lo stesso elemento oscillante mobile tra una posizione di riposo ed una di lavoro, nelle quali detto almeno un rebbio risulta rispettivamente sollevato rispetto alla soletta del citato sci e sporgente al disotto di quest’ultima, per penetrare nella sottostante superficie innevata;
− organi elastici, associati a detto elemento oscillante e atti a sospingere quest’ultimo verso la relativa citata posizione di lavoro;
− organi di azionamento, collegati a detti organi a leva del puntale ed al citato elemento oscillante, atti a mantenere quest’ultimo nella rispettiva posizione di riposo, in corrispondenza di detta posizione di aggancio delle ganasce, nonché atti a consentire una rotazione a scatto del medesimo elemento oscillante verso la rispettiva posizione di lavoro, per l’azione dei citati organi elastici, in conseguenza della commutazione dalla citata posizione di aggancio a quella di sgancio delle stesse ganasce.
Il suddetto dispositivo di arresto si rivela ottimale per le particolari esigenze dello sci alpinismo, in quanto risulta pronto all’uso sia durante la salita che la discesa, grazie alla sua conformazione che lo vincola funzionalmente agli organi a leva del puntale.
La soluzione tecnica appena citata à ̈ estremamente vantaggiosa in quanto permette di raggiungere e mantenere la posizione di riposo del dispositivo di arresto senza richiedere la pressione dello scarpone, pur se il dispositivo medesimo resta pronto a scattare in posizione operativa non appena si verifica lo sgancio dello scarpone dall’attacco.
La semplicità del dispositivo di arresto proposto consente di ottenere, al tempo stesso, robustezza e peso limitato a poche decine di grammi, in accordo con le esigenze della disciplina a cui à ̈ dedicato.
Nonostante il peso limitato, il dispositivo di arresto à ̈ comunque in grado di garantire un funzionamento affidabile, per offrire allo sciatore la massima sicurezza.
Le caratteristiche dell’invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla seguente descrizione di una preferita forma di realizzazione del dispositivo di arresto in oggetto, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
• la Fig. 1 illustra una vista laterale di un puntale per sci alpinismo a cui à ̈ associato il dispositivo in oggetto, in posizione di riposo;
• la Fig. 2 illustra una vista in pianta di quanto illustrato nella Fig.1;
• la Fig. 3 illustra, in scala ingrandita, il dettaglio K1 di Fig.2;
• la Fig. 4 illustra una sezione secondo il piano IV-IV di Fig.3;
• la Fig. 5 illustra una vista simile alla Fig. 1, in cui il dispositivo di arresto à ̈ in procinto di scattare in posizione di lavoro;
• la Fig. 6 illustra una vista in pianta di quanto illustrato nella Fig.5;
• la Fig. 7 illustra, in scala ingrandita, il dettaglio K2 di Fig.5;
• la Fig. 8 illustra una vista simile alla Fig. 1, in cui il dispositivo di arresto à ̈ scattato in posizione di lavoro;
• la Fig. 9 illustra una vista in pianta di quanto illustrato nella Fig.8.
Con riferimento alle suddette figure, Ã ̈ stato indicato con 10 il dispositivo di arresto oggetto della presente invenzione, nel suo complesso.
Il dispositivo 10 Ã ̈ atto ad essere associato, mediante una piastra di supporto 11, alla parte anteriore di un puntale 1 di tipo noto, appartenente ad un attacco per sci alpinismo.
Nel suddetto puntale 1 sono previste due ganasce 2 simmetriche, provviste ciascuna di un perno 3 atto ad impegnare un relativo foro nella parte laterale anteriore di uno scarpone, non illustrato.
Alle ganasce 2 sono associati organi a leva 4, atti a definire, per le stesse, due posizioni, rispettivamente chiuse di aggancio C ed aperte di sgancio A al e dal citato scarpone.
A detta piastra 11 à ̈ articolato un elemento oscillante 12, provvisto di almeno un rebbio 120 atto ad agire a fianco della tavola T dello sci a cui à ̈ fissato lo stesso puntale 1.
Secondo una preferita forma di realizzazione, detto elemento oscillante 12 à ̈ sagomato a forcella ed à ̈ provvisto di due rebbi 120 posizionati ai fianchi opposti della tavola T dello sci.
L’elemento oscillante 12 à ̈ mobile tra una posizione di riposo R (Figg.1, 2, 3, 4) ed una di lavoro L (Figg. 8, 9), nelle quali i rebbi 120 risultano rispettivamente sollevati rispetto alla soletta S dello stesso sci e sporgente al disotto di quest’ultima, per penetrare nella sottostante superficie innevata.
L’elemento oscillante 12 à ̈ assoggettato all’azione di organi elastici 13, atti a sospingerlo verso la relativa citata posizione di lavoro L.
Il dispositivo 10 comprende inoltre organi di azionamento 14, collegati agli organi a leva 4 del puntale 1 ed al citato elemento oscillante 12, atti a mantenere quest’ultimo nella sua posizione di riposo R, in corrispondenza della posizione di aggancio C delle ganasce 2, nonché atti a consentire una rotazione a scatto del medesimo elemento oscillante 12 verso la rispettiva posizione di lavoro L, per l’azione dei citati organi elastici 13, quando le stesse ganasce 2 passano dalla posizione di aggancio C a quella di sgancio A.
I citati organi di azionamento 14 sono costituiti, ad esempio, da:
− un bilanciere a squadro 140, articolato con asse orizzontale a detta piastra di supporto 11, collegato con una estremità al citato elemento oscillante 12 ed atto ad oscillare in sincronia con quest’ultimo;
− un perno 40 sporgente lateralmente dai citati organi a leva 4;
− un gradino 141, conformato lateralmente da detto bilanciere a squadro 140 in corrispondenza della restante opposta estremità.
Il perno 40 à ̈ atto ad intercettare a battuta il gradino 141 per bloccare il bilanciere a squadro 140 in una posizione a cui corrisponde detta posizione di riposo R dell’elemento oscillante 12, quando le ganasce 2 si trovano nella detta posizione di aggancio C (Figg. 1, 2, 3, 4).
Per raggiungere la condizione appena descritta, dopo aver agganciato lo scarpone alle ganasce 2, si ruota manualmente l’elemento oscillante 12, e quindi il bilanciere a squadro 140, dalla posizione di lavoro L sino a quella di riposo R, determinando il suddetto impegno a battuta del perno 40 nel gradino 141; per favorire quest’ultima manovra, il medesimo gradino 141 à ̈ raccordato al corpo del bilanciere a squadro 140 mediante un piano inclinato 142, che provoca una leggera deformazione elastica dello stesso bilanciere a squadro 140 e, quindi, un impegno a scatto tra detti perno 40 e gradino 141.
In una possibile soluzione costruttiva non illustrata, il bilanciere a squadro 140 à ̈ provvisto, in corrispondenza dell’estremità in cui à ̈ collegato con l’elemento oscillante 12, di un’appendice sagomata che permetta di effettuare la detta rotazione manuale, verso la posizione di riposo R, con la punta di un bastoncino da sci.
La commutazione nella posizione di sgancio A delle ganasce 2, ad esempio in seguito ad una caduta, determina uno spostamento degli organi a leva 4, che porta il perno 40 in posizione non interferente con il citato gradino 141 (Figg.5, 6, 7), in tal modo consentendo agli organi elastici 13 di imprimere una solidale rotazione a scatto a detti bilanciere a squadro 140 ed elemento oscillante 12 verso la posizione di lavoro L di quest’ultimo (Figg.8, 9).
Secondo una preferita soluzione costruttiva, nel dispositivo 10 sono previsti organi di allargamento e restringimento 15, associati a detto elemento oscillante 12 ed atti a modificare la posizione trasversale dei rebbi 120 rispetto alla tavola T dello sci, affinché risultino all’interno di questa nella sua citata posizione di riposo R (Figg. 2, 6) ed a fianco della medesima in detta posizione di lavoro L (Figg.8, 9).
Detti organi di allargamento e restringimento 15 comprendono, ad esempio, due pareti di riscontro 150 simmetricamente inclinate, conformate dalla piastra di supporto 11 ed atte ad intercettare corrispondenti porzioni dell’elemento oscillante 12, quando lo stesso si trova in prossimità della sua posizione di riposo R, per deformarlo elasticamente in modo che i rebbi 120 rientrino all’interno dell’ingombro trasversale della tavola T.
Quando, in seguito alla rotazione a scatto dell’elemento oscillante 12 verso la sua posizione di lavoro L, lo stesso non à ̈ più sollecitato dalle pareti di riscontro 150, i rebbi 120 ritornano elasticamente nella loro posizione originaria a fianco della tavola T per raggiungere la citata posizione di lavoro L.
Il dispositivo 10 comprende, infine, mezzi di esclusione 16, azionabili manualmente tra una prima posizione W1 (illustrata con linee tratteggiate nella Fig. 2), in cui detto elemento oscillante 12 risulta bloccato nella relativa posizione di riposo R, ed una seconda W2 in cui lo stesso elemento oscillante 12 Ã ̈ libero di ruotare.
Detti mezzi di esclusione 16 sono costituiti, ad esempio da un manettino 160, associato girevolmente a detta piastra di supporto 11.
I mezzi di esclusione 16, che di fatto inibiscono l’intervento del dispositivo di arresto 10, sono utilizzati a discrezione; una possibile motivazione può essere, quando gli sci non sono usati, per impedire urti che possano deformare i rebbi 120, pregiudicando la libera oscillazione dell’elemento oscillante 12.
Si intende comunque che quanto sopra detto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio, rispetto a quanto descritto, si considerano sin d’ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo di arresto per sci, con quest’ultimo dotato di un attacco per sci alpinismo nel quale à ̈ previsto un puntale (1) comprendente due ganasce (2) simmetriche, provviste ciascuna di un perno (3) atto ad impegnare un relativo foro nella parte laterale anteriore di uno scarpone, ed organi a leva (4), atti a definire, per le stesse ganasce (2), due posizioni, rispettivamente chiuse di aggancio (C) ed aperte di sgancio (A) al e dal citato scarpone, con il suddetto dispositivo (10) caratterizzato dal fatto di comprendere: − una piastra di supporto (11), destinata ad essere fissata alla parte anteriore di detto puntale (1); − un elemento oscillante (12), articolato a detta piastra (11) e provvisto di almeno un rebbio (120), atto ad agire a fianco della tavola (T) del citato sci, con lo stesso elemento oscillante (12) mobile tra una posizione di riposo (R) ed una di lavoro (L), nelle quali detto almeno un rebbio (120) risulta rispettivamente sollevato rispetto alla soletta (S) del citato sci e sporgente al disotto di quest’ultima, per penetrare nella sottostante superficie innevata; − organi elastici (13), associati a detto elemento oscillante (12) e atti a sospingere quest’ultimo verso la relativa citata posizione di lavoro (L); − organi di azionamento (14), collegati a detti organi a leva (4) del puntale (1) ed al citato elemento oscillante (12), atti a mantenere quest’ultimo nella rispettiva posizione di riposo (R), in corrispondenza di detta posizione di aggancio (C) delle ganasce (2), nonché atti a consentire una rotazione a scatto del medesimo elemento oscillante (12) verso la rispettiva posizione di lavoro (L), per l’azione dei citati organi elastici (13), in conseguenza della commutazione dalla citata posizione di aggancio (C) a quella di sgancio (A) delle stesse ganasce (2).
  2. 2) Dispositivo di arresto secondo la riv. 1, caratterizzato dal fatto che detto elemento oscillante (12) à ̈ sagomato a forcella ed à ̈ provvisto di due rebbi (120) posizionati ai fianchi opposti della citata tavola (T) dello sci.
  3. 3) Dispositivo di arresto secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti organi di azionamento (14) comprendono: − un bilanciere a squadro (140), articolato con asse orizzontale a detta piastra di supporto (11), collegato con una estremità al citato elemento oscillante (12) ed atto ad oscillare in sincronia con quest’ultimo; − un perno (40) sporgente lateralmente dai citati organi a leva (4), atto ad intercettare a battuta un gradino (141), conformato lateralmente da detto bilanciere a squadro (140) in corrispondenza della restante opposta estremità, per bloccare quest’ultimo in una posizione a cui corrisponde detta posizione di riposo (R) dell’elemento oscillante (12), in relazione di fase con detta posizione di aggancio (C) delle ganasce (2), con lo stesso perno (40) traslato in posizione non interferente con il citato gradino (141) in relazione di fase con la commutazione nella detta posizione di sgancio (A) delle medesime ganasce (2), per consentire una solidale rotazione a scatto di detti bilanciere a squadro (140) ed elemento oscillante (12) verso la citata posizione di lavoro (L) di quest’ultimo.
  4. 4) Dispositivo di arresto secondo la riv. 3, caratterizzato dal fatto che detto gradino (141) Ã ̈ raccordato al corpo del citato bilanciere a squadro (140) mediante un piano inclinato (142), atto a determinare una leggera deformazione elastica dello stesso bilanciere a squadro (140) ed un conseguente impegno a scatto tra detti perno (40) e gradino (141), durante una rotazione manuale impressa al citato elemento oscillante (12) dalla relativa posizione di lavoro (L) sino a quella di riposo (R), successivamente al raggiungimento di detta posizione di aggancio (C) delle ganasce (2) con il suddetto scarpone.
  5. 5) Dispositivo di arresto secondo la riv.3 o 4, caratterizzato dal fatto che detto bilanciere a squadro (140) à ̈ provvisto, in corrispondenza dell’estremità in cui à ̈ collegato con il citato elemento oscillante (12), di un’appendice sagomata atta a ricevere la punta di un bastoncino da sci con la quale imprimere detta rotazione manuale verso la posizione di riposo (R).
  6. 6) Dispositivo di arresto secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto di prevedere organi di allargamento e restringimento (15), associati a detto elemento oscillante (12) ed atti a modificare la posizione trasversale del citato almeno un rebbio (120) rispetto a detta tavola (T) dello sci, affinché risulti all’interno di questa nella sua citata posizione di riposo (R) ed a fianco della medesima in detta posizione di lavoro (L).
  7. 7) Dispositivo di arresto secondo la riv. 6, caratterizzato dal fatto che detti organi di allargamento e restringimento (15) comprendono almeno una parete di riscontro inclinata (150), solidale alla citata piastra di supporto (11), atta ad intercettare detto elemento oscillante (12), in prossimità della sua citata posizione di riposo (R), per deformarlo elasticamente in modo che detto almeno un rebbio (120) rientri all’interno dell’ingombro trasversale della suddetta tavola (T) dello sci.
  8. 8) Dispositivo di arresto secondo la riv. 1, caratterizzato dal fatto di prevedere mezzi di esclusione (16), azionabili manualmente tra una prima posizione (W1), in cui detto elemento oscillante (12) risulta bloccato nella relativa posizione di riposo (R), ed una seconda (W2) in cui lo stesso elemento oscillante (12) Ã ̈ libero di ruotare.
  9. 9) Dispositivo di arresto secondo la riv.8, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di esclusione (16) sono costituiti da un manettino (160), associato girevolmente a detta piastra di supporto (11).
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