IT201900006486A1 - Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria - Google Patents

Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria Download PDF

Info

Publication number
IT201900006486A1
IT201900006486A1 IT102019000006486A IT201900006486A IT201900006486A1 IT 201900006486 A1 IT201900006486 A1 IT 201900006486A1 IT 102019000006486 A IT102019000006486 A IT 102019000006486A IT 201900006486 A IT201900006486 A IT 201900006486A IT 201900006486 A1 IT201900006486 A1 IT 201900006486A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
urinary
stones
pea
composition
phyllanthus
Prior art date
Application number
IT102019000006486A
Other languages
English (en)
Inventor
Maio Umberto Di
Original Assignee
Neilos S R L
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Neilos S R L filed Critical Neilos S R L
Priority to IT102019000006486A priority Critical patent/IT201900006486A1/it
Priority to EP20730717.4A priority patent/EP3962471A1/en
Priority to PCT/IB2020/054093 priority patent/WO2020222166A1/en
Publication of IT201900006486A1 publication Critical patent/IT201900006486A1/it

Links

Classifications

    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61KPREPARATIONS FOR MEDICAL, DENTAL OR TOILETRY PURPOSES
    • A61K31/00Medicinal preparations containing organic active ingredients
    • A61K31/16Amides, e.g. hydroxamic acids
    • A61K31/164Amides, e.g. hydroxamic acids of a carboxylic acid with an aminoalcohol, e.g. ceramides
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61KPREPARATIONS FOR MEDICAL, DENTAL OR TOILETRY PURPOSES
    • A61K36/00Medicinal preparations of undetermined constitution containing material from algae, lichens, fungi or plants, or derivatives thereof, e.g. traditional herbal medicines
    • A61K36/18Magnoliophyta (angiosperms)
    • A61K36/185Magnoliopsida (dicotyledons)
    • A61K36/47Euphorbiaceae (Spurge family), e.g. Ricinus (castorbean)
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61PSPECIFIC THERAPEUTIC ACTIVITY OF CHEMICAL COMPOUNDS OR MEDICINAL PREPARATIONS
    • A61P13/00Drugs for disorders of the urinary system
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61PSPECIFIC THERAPEUTIC ACTIVITY OF CHEMICAL COMPOUNDS OR MEDICINAL PREPARATIONS
    • A61P13/00Drugs for disorders of the urinary system
    • A61P13/12Drugs for disorders of the urinary system of the kidneys

Landscapes

  • Health & Medical Sciences (AREA)
  • Life Sciences & Earth Sciences (AREA)
  • Chemical & Material Sciences (AREA)
  • Medicinal Chemistry (AREA)
  • Pharmacology & Pharmacy (AREA)
  • Animal Behavior & Ethology (AREA)
  • General Health & Medical Sciences (AREA)
  • Public Health (AREA)
  • Veterinary Medicine (AREA)
  • Natural Medicines & Medicinal Plants (AREA)
  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Bioinformatics & Cheminformatics (AREA)
  • General Chemical & Material Sciences (AREA)
  • Organic Chemistry (AREA)
  • Nuclear Medicine, Radiotherapy & Molecular Imaging (AREA)
  • Chemical Kinetics & Catalysis (AREA)
  • Urology & Nephrology (AREA)
  • Epidemiology (AREA)
  • Mycology (AREA)
  • Microbiology (AREA)
  • Medical Informatics (AREA)
  • Alternative & Traditional Medicine (AREA)
  • Botany (AREA)
  • Biotechnology (AREA)
  • Acyclic And Carbocyclic Compounds In Medicinal Compositions (AREA)
  • Medicines Containing Plant Substances (AREA)
  • Pharmaceuticals Containing Other Organic And Inorganic Compounds (AREA)

Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“COMPOSIZIONE PER LA PREVENZIONE ED IL TRATTAMENTO DELLA CALCOLOSI URINARIA”
La presente invenzione è relativa ad una composizione per la prevenzione e/o il trattamento della sintomatologia della calcolosi urinaria.
La calcolosi urinaria o nefrolitiasi o urolitiasi, è una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di calcoli di dimensioni variabili a qualsiasi livello delle vie urinarie: calici, pelvi, uretere, vescica e uretra.
I calcoli si formano solitamente a livello renale e successivamente possono migrare nell’uretere dove, ostacolando il deflusso dell’urina, causano forti dolori noti come coliche renali.
La calcolosi urinaria non è un disturbo che interessa esclusivamente le vie urinarie, ma comporta anche un rischio per tutto l’apparato urinario ed in particolar modo può degenerare in forme croniche note come malattia renale cronica (o Chronic Kidney Disease, CKD).
Alcune forme di nefrolitiasi, non adeguatamente trattate, possono condurre sino alla insufficienza renale avanzata sia a causa di possibili complicanze (ad esempio nella calcolosi infetta), sia a causa delle patologie di base che ne sono la causa (ad esempio la cistinuria o la iperossaluria primitiva o l’iperparatiroidismo).
L’epidemiologia della calcolosi urinaria è strettamente dipendente dai fattori geografici; tali differenze sono da mettere in relazione con razza, dieta e fattori climatici. Nelle nazioni socio-economicamente più avanzate la prevalenza della calcolosi urinaria varia fra il 4% e il 20%, per un’incidenza annuale di ospedalizzazioni variabile dallo 0.04% allo 0.30%. In Italia la prevalenza della calcolosi urinaria è stimata essere dal 6% al 9%, con un’incidenza stimata di circa 100.000 nuovi casi/anno. La calcolosi urinaria è di riscontro più frequente nei soggetti di razza bianca, probabilmente per motivi legati alle abitudini dietetiche. Il rapporto di incidenza maschi/femmine si avvicina a 2/1, probabilmente anche dato il ruolo degli ormoni sessuali femminili nella diminuzione dell’escrezione urinaria di citrato. Il rapporto maschi/femmine nelle casistiche italiane si attesta al 1,5/1.
I calcoli di ossalato di calcio sono più frequenti nei soggetti più giovani, mentre i calcoli misti e i calcoli di acido urico tendono a manifestarsi nell’età più avanzata.
Esistono numerose evidenze in favore dell’associazione di fattori familiari con lo sviluppo di calcolosi urinaria. Sembrano essere in gioco la predisposizione ad un’aumentata escrezione di soluti litogeni o ad un’aumentata tendenza alla cristallizzazione (difetto degli inibitori/aumento dei promotori del processo di cristallizzazione). A volte la familiarità è però semplicemente un epifenomeno della condivisione di fattori dietetici o ambientali fra i vari membri di un nucleo familiare. Più studi hanno evidenziato la correlazione tra assunzione di proteine animali e aumento del rischio di calcolosi urinaria (da mettere in relazione all’aumento dell’escrezione urinaria di calcio e alla diminuzione dell’escrezione di citrato).
È stata dimostrata l’associazione tra due distinte misure di obesità - BMI (body mass index) e circonferenza alla cintura – e un aumento del rischio di calcolosi urinaria. L’assunzione di calcio e di magnesio è stata inversamente correlata con il rischio di calcolosi (riduzione dell’assorbimento intestinale dell’ossalato assunto con la dieta e conseguente riduzione dell’escrezione urinaria dello stesso). Nelle regioni più calde (o nelle stagioni più calde in regioni a clima temperato) vi è un’aumentata incidenza di calcolosi urinaria, in relazione con il diminuito volume urinario, secondario all’aumentata traspirazione cutanea. Il diminuito volume implica un aumento dell’osmolarità urinaria, un aumento della concentrazione di calcio e acido ossalico e una diminuzione del pH urinario.
La colica renale è abitualmente determinata da una distensione acuta della via escretrice, secondaria alla ostruzione provocata da calcoli urinari e si associa ad un quadro sintomatologico abbastanza tipico. La calcolosi renale si può manifestare con dolore lombare gravativo, talora associato a distensione dell’apparato urinario, a monte del calcolo, insorta in maniera lenta e progressiva.
I sintomi tipici della calcolosi vescicale sono rappresentati dalla minzione intermittente e dolorosa con ematuria terminale, con accentuazione della sintomatologia al termine della minzione. Il segno distintivo di un calcolo che ostruisce l'uretere o la pelvi renale è un forte dolore intermittente che si irradia dal fianco all'inguine o alla coscia. Si tratta tipicamente di fitte della durata variabile tra i 20 e i 60 minuti, causate dalle contrazioni peristaltiche dell'uretere che tenta di espellere il calcolo.
Il legame tra il tratto urinario, genitale e gastrointestinale è alla base dell'irradiamento del dolore alle gonadi. Anche sintomi quali la nausea e il vomito sono comuni. L'azotemia post-renale e l'idronefrosi possono essere osservate dopo l'ostruzione del flusso urinario in uno o entrambi gli ureteri.
Il calcolo urinario è un aggregato solido di varia forma e struttura che si deposita all'interno del rene o delle vie urinarie. La sua formazione è dovuta, di solito, alla rottura di un delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale. I reni, infatti, per la loro funzione devono da un lato risparmiare acqua, dall'altro eliminare sostanze di vario genere di scarsa solubilità, in continuo adattamento a situazioni diverse, di idratazione, di dieta, di clima, di terapia farmacologica, di attività fisica. In condizioni fisiologiche, la formazione di calcoli non avviene per la presenza nelle urine di sostanze che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione dei sali di calcio e per effetto di altre che legano il calcio in complessi solubili. Questi meccanismi non sempre garantiscono una protezione efficace. Se le urine si saturano di composti insolubili, si producono, in una prima fase, dei cristalli che aggregandosi fra loro danno origine al calcolo.
La calcolosi urinaria si può distinguere in calcolosi in fase calcica e non-calcica. La calcolosi urinaria in fase calcica annovera tra le sue forme quella causata da precipitati di ossalato e/o fosfato di calcio che è in assoluto la forma di calcolosi urinaria più frequente (incidenza del 70-80%). Le forme di calcolosi urinaria noncalciche sono essenzialmente costituite dalla calcolosi urica caratterizzata dalla presenza di acido urico o urato di calcio (incidenza del 5-15%), dalla calcolosi infettiva, causata da struvite (fosfato-ammonio-magnesio), struvite e carbonato apatite o urato di ammonio e fosfato di calcio (incidenza del 10-15%) e dalla calcolosi cistinica, causata da cistina (incidenza del 1-2%).
La diagnosi iniziale della calcolosi urinaria si basa su una dettagliata raccolta anamnestica per far emergere tutti quei fattori di rischio correlati alla formazione di calcoli e alle complicanze derivanti dalla urolitiasi. Tra i fattori di rischio da annoverare ci sono sicuramente:
- Eventuale familiarità;
- Patologie urologiche concomitanti quali diverticolo caliceale, rene a spugna midollare, cisti renali, duplicità ureterale, stenosi uretrali, rene a ferro di cavallo, stenosi del giunto pielo ureterale, ureterocele, tubercolosi urinaria;
- Patologie non urologiche che possano determinare una calcolosi urinaria quali malattie infiammatorie intestinali (Malattia di Crohn e Rettocolite) e iperparatiroidismo;
- Uso di farmaci che possono indurre la formazione di calcoli: tra questi ci sono farmaci poco solubili che cristallizzano nelle urine come ad esempio sulfamidici, cefalosporine, chinolonici, antrafenina, idrossido di alluminio, floctafenina, triamterene, sulfasalazina, guaiafenasina; farmaci con effetto metabolico come gli inibitori dell’anidrasi carbonica, furosemide, idrossido di magnesio, nimesulide, lassativi, allopurinolo, bicarbonato di sodio o potassio;
- Stile di vita: obesità, sedentarietà, prolungata attività lavorativa, ridotta assunzione di calcio, ridotta frequenza di assunzione di acqua e aumentata traspirazione cutanea.
Nell’iter diagnostico della calcolosi urinaria rientra sicuramente un esame obiettivo dello stato fisico del paziente che concorre ad escludere tutte quelle patologie che possono presentarsi con sintomi simili ad una colica renale e in particolare quelle che possono mettere a repentaglio la vita del paziente. Inoltre l’esame delle urine permette di rilevare parametri che possono essere di aiuto per un primo orientamento nella diagnosi di calcolosi delle vie urinarie. I dosaggi di creatininemia, proteina C-reattiva, emocromo con formula, sodiemia e potassiemia, calcemia e uricemia devono far parte della valutazione iniziale del paziente affetto da calcolosi urinaria così come anche l’urinocultura con antibiogramma. Anche la diagnostica per immagini (Rx dell’apparato urinario, ecografia addominale e pelvica, ecocolordoppler, urografia, pielografia, scintigrafia renale, tomografia computerizzata e risonanza magnetica urografica) e la diagnostica endoscopica (uretrocistoscopia (UC) e della ureterorenoscopia (URS)) più rara, rappresentano un valido aiuto per confermare la diagnosi di calcolosi urinaria.
Per quanto riguarda la terapia, sono vari i farmaci che vengono adoperati per il controllo del dolore nella colica renale: FANS, oppiacei analgesici, spasmolitici e altri trattamenti come l’ADH, l’agopuntura e anestesia locoregionale.
L'uso di farmaci per velocizzare il passaggio spontaneo dei calcoli attraverso l’uretere è indicato come “terapia medica espulsiva”. Diversi agenti, tra cui gli alfabloccanti adrenergici (come la tamsulosina) e i calcio-antagonisti (come la nifedipina), si sono dimostrati efficaci per tal scopo. Gli alfabloccanti sembrano avere un’azione più veloce, tuttavia, appaiono efficaci solo per i calcoli di dimensioni comprese trai 4 mm e i 10 mm. Una combinazione di tamsulosina e un corticosteroide può risultare migliore rispetto alla sola tamsulosina.
E’ tuttavia sentita nell’arte la necessità di nuove terapie che siano utilizzabili nella prevenzione e/o nel trattamento della sintomatologia della calcolosi urinaria.
E’ pertanto uno scopo della presente invenzione quello di fornire una nuova composizione farmaceutica in grado di prevenire e/o trattare i sintomi della calcolosi urinaria.
Lo scopo della presente invenzione è raggiunto da una composizione secondo la rivendicazione 1 e dal suo uso secondo le rivendicazioni 5 e 6. Forme di realizzazione preferite dell’invenzione formano l’oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
In particolare, viene fornita una composizione comprendente palmitoiletanolammide e un estratto di Phyllanthus niruri.
La palmitoiletanolamide (PEA), ammide dell’acido palmitico con l’etanolammina, è una molecola presente in molti alimenti della dieta comune come uova, soia, pomodori, piselli e arachidi. È anche prodotta da molte cellule dell’organismo dei mammiferi ed è particolarmente abbondante nei tessuti cerebrali. La produzione della PEA e di altre aciletanolammidi (NAE) avviene a partire da precursori fosfolipidici presenti nella membrana plasmatica. La PEA viene sintetizzata in seguito a stimoli in grado di evocare una risposta immunitaria. Fa parte dei mediatori lipidici responsabili della risoluzione dell’infiammazione, un programma attivo e coordinato che si esplica già nelle prime ore dopo l’inizio della risposta infiammatoria. I mediatori antinfiammatori o pro-risolutori contrastano attivamente l’azione dei mediatori pro-infiammatori. A livello cellulare, questo si traduce nella stimolazione della fagocitosi dei leucociti apoptotici, la promozione dell’apoptosi delle cellule danneggiate sino alla neuroprotezione. A livello clinico, l’azione antinfiammatoria e pro-risolutoria endogena si traduce nella riduzione del dolore. In condizioni patologiche caratterizzate da danno cellulare e processi infiammatori, i livelli endogeni di PEA sono alterati; tali alterazioni dei livelli di PEA nelle condizioni accompagnate da processi infiammatori suggeriscono che l’apporto esogeno della molecola possa favorire e accelerare il processo di risoluzione dell’infiammazione e il ripristino dell’omeostasi tissutale.
La PEA è stata considerata come un endocannabinoide (eCB), poiché all'inizio era stato proposto come agonista del recettore cannabinoide 2 (CB2). Attualmente, sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare gli effetti antinfiammatori e analgesici della PEA, tra cui: (i) l'attivazione di un recettore di superficie cellulare (cioè CB2-like o, in alternativa, il recettore orfano GPR55) o altrimenti di un recettore nucleare della famiglia dei recettori PPAR (recettori attivati dai proliferatori dei perossisomi); (ii) una down-modulation dell’iperattività mastocitaria; (iii) un’azione come composto “entourage”, cioè capace di provocare un aumento dell’attività degli endocannabinoidi sui loro recettori e/o l’inibizione della degradazione degli stessi. La somiglianza chimica della PEA con l’endocannabinoide anandamide e le evidenze sulle interazioni tra PEA e il sistema degli endocannabinoidi hanno favorito la realizzazione di una serie di studi farmacologici i cui risultati hanno confermato l’efficacia della PEA nella promozione dei processi di risoluzione dell’infiammazione nelle condizioni sperimentali caratterizzate da un elevato coinvolgimento delle cellule mastocitarie. Crescenti evidenze indicano infatti come la somministrazione esogena della PEA abbia un ruolo chiave nel promuovere i processi di risoluzione dell’infiammazione, con conseguente riduzione del dolore.
Uno studio ha dimostrato che la PEA somministrata oralmente a ratti (10 mg/kg) è in grado di inibire la degranulazione mastocitaria e l’infiammazione a livello periferico, riducendo anche l’edema indotto da carragenina nella zampa dei ratti, effetti che sono accompagnati da modificazioni nella produzione di ossido nitrico da parte dei macrofagi e nell’espressione di proteine proinfiammatorie, come l’ossido nitrico sintetasi inducibile (iNOS) e la ciclossigenasi-2 (COX-2). Uno studio effettuato su topi ha chiaramente dimostrato che la PEA ha notevolmente attenuato il grado di disfunzione renale, lesioni e infiammazione causate dal danno da ischemia-riperfusione e questi effetti positivi erano almeno in parte dipendenti dalla cascata PPAR-α. In particolare, il trattamento con PEA ha anche ridotto significativamente la perossidazione lipidica e l'espressione di nitrotirosina nel rene, probabilmente in parte correlata al reclutamento ridotto dei neutrofili. Uno studio raccoglie 21 studi clinici, di cui 16 arruolano da 20 a 636 pazienti e cinque studi sono casi pilota. Negli studi clinici, la PEA è stata utilizzata per periodi che vanno da 14 a 120 giorni, e le dosi vanno da 300 mg a 1200 mg al giorno. La forma di somministrazione di PEA era nella maggior parte dei casi in compresse orali tranne l'uso occasionale di formulazioni sublinguali (bustine) e la forma più comune di valutazione era la scala analogica visiva (VAS), dove il paziente fa una valutazione soggettiva del suo livello di dolore su una linea di 10 cm dove il lato sinistro non rappresenta dolore, e il lato destro rappresenta il peggior dolore immaginabile. Con una sola eccezione, tutti gli studi clinici disponibili hanno riportato una riduzione significativa nell’ intensità del dolore e una quasi completa assenza di effetti indesiderati.
Il Phyllanthus niruri, popolarmente conosciuto come “erba spaccapietra” è una pianta appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae ed è usato nella medicina popolare brasiliana per pazienti con urolitiasi. Più di 50 composti sono stati identificati nel Phyllanthus niruri, compresi alcaloidi, flavonoidi, lignani e triterpeni. Tra queste sostanze, i triterpeni hanno mostrato la capacità di inibire la citotossicità indotta da ossalato di calcio e di ridurre l'escrezione dei componenti costituenti il calcolo e dei marker di deposizione dei cristalli nei reni. Inoltre, l’estratto metanolico delle foglie di Phyllanthus niruri, contenente sostanze come i lignani e la fillantina, ha mostrato un'attività uricosurica (aumento di escrezione di acido urico con le urine) nei ratti iperuricemici. Un altro studio mostra come alcaloidi estratti da piante del genere Phyllanthus presentano un'attività antispasmodica che induce il rilassamento della muscolatura liscia, per lo più evidenziato nel tratto urinario, che faciliterebbe l'eliminazione del calcolo. L'effetto dell'estratto acquoso di Phyllanthus niruri sul processo di cristallizzazione di ossalato di calcio nell’urina umana è stato studiato in un modello di precipitazione in vitro di ossalato di calcio nell'urina umana. È stato osservato che la pre-incubazione dell’urina umana con Phyllanthus niruri non ha inibito la precipitazione delle particelle di ossalato di calcio, ma i cristalli ottenuti erano proporzionalmente più piccoli rispetto a quelli in campioni di urina senza Phyllanthus niruri. Inoltre, è stato osservato che dopo 24 ore, i cristalli nelle urine non trattate hanno formato grossi agglomerati, mentre i cristalli sono rimasti dispersi nelle urine trattate con Phyllanthus niruri. Oltre ad intervenire sulla cristallizzazione dell’ossalato di calcio, è stato visto che l’estratto metanolico del Phyllanthus niruri, ha mostrato in vitro un’attività inibitoria dell’enzima xantina ossidasi, proprietà attribuita a composti come flavonoidi, polifenoli e tannini. Uno studio in vivo effettuato su ratti albini adulti e su topi mostra come l’estratto standardizzato spray-dried di Phyllantus niruri, eserciti un’azione antinfiammatoria e analgesica; in questo studio si dimostra che la somministrazione per via intraperitoneale a 100, 200, 800 o 1600 mg/kg dell’estratto di Phyllanthus ha ridotto la risposta vascolare nel processo infiammatorio dell’edema indotto nella zampa di ratto dall’ 1% di carragenina. Lo stesso estratto somministrato per via orale a 100 o 200 mg/kg ha inoltre inibito la migrazione leucocitaria al sito di infiammazione indotta dal 3% di tioglicolato. Nello stesso studio sono vantati anche gli effetti analgesici del suddetto estratto che, somministrato per via intraperitoneale a 100 o 200 mg/kg nei ratti, ha mostrato effetti analgesici periferici attraverso il saggio di Randall e Sellitto e una significativa attività analgesica a livello centrale attraverso l’hot plate e il tail flick test. Uno studio clinico che affronta gli effetti del Phyllanthus niruri somministrato in forma di tè non ha dimostrato alcun effetto avverso clinico o biochimico (cardiovascolare, renale, epatica o neurologico) anche ad alto dosaggio, con eccellente tollerabilità in volontari sani. Inoltre, il consumo di tè nella stessa dose da parte di pazienti affetti da nefrolitiasi per un periodo di 3 mesi, ha portato ad un aumento apparente dell’eliminazione dei calcoli rispetto ai pazienti che bevono placebo. Questi risultati sono stati probabilmente attribuiti agli effetti antispasmodici e rilassanti del Phyllanthus niruri sul muscolo ureterale, che facilita l’eliminazione dei calcoli. Un altro studio ha mostrato che i pazienti sottoposti a litotripsia extracorporea ad onda d’urto e trattati con Phyllanthus niruri durante il periodo di 3 mesi presentavano minore incidenza di frammenti residui di calcoli, principalmente quelli in posizione caliceale inferiore rispetto ai pazienti non trattati. Secondo questi investigatori, l'efficacia e la mancanza di eventi avversi del Phyllanthus, aiutano a migliorare i risultati complessivi dopo litotripsia extracorporea ad onda d’urto e questo potrebbe essere utile come alternativa o terapia aggiuntiva nel trattamento dell’urolitiasi.
In una forma di realizzazione dell’invenzione, la composizione comprende da 10 a 5000 mg di palmitoiletanolammide e da 10 a 5000 mg di un estratto di Phyllanthus niruri, preferibilmente comprende da 150 a 800 mg di palmitoiletanolammide e da 20 a 500 mg di un estratto di Phyllanthus niruri, più preferibilmente comprende da 300 a 600 mg di palmitoiletanolammide e da 50 a 450 mg di un estratto di Phyllanthus niruri.
La composizione dell’invenzione può essere utilizzata come integratore alimentare, medicamento, dispositivo medico, alimento a fini medici speciali.
Vantaggiosamente, gli inventori hanno mostrato come l’associazione di palmitoiletanolammide e di un estratto di Phyllanthus niruri porti ad un’azione sinergica dei due componenti che permette di ottenere contemporaneamente un effetto analgesico ed un effetto antinfiammatorio utili nel prevenire e trattare la calcolosi urinaria, che è spesso accompagnata a dolore nella regione lombare e ad infiammazione renale a causa dell’ostruzione della via urinaria per la presenza del calcolo.
Grazie alla Palmitoiletanolamide, la presente invenzione costituisce un valido aiuto per l’azione analgesica, esercitata tramite potenziamento dell’attività degli endocannabinoidi sui loro recettori e attraverso la regolazione del recettore nucleare della famiglia PPAR (recettori attivati dai proliferatori dei perossisomi) e per l’azione antinfiammatoria che la PEA esercita agendo downmodulando la degranulazione mastocitaria. Grazie al Phyllanthus niruri vengono potenziate le suddette attività, infatti agisce sull’infiammazione inibendo la migrazione leucocitaria e sul dolore grazie alla sua attività antispasmodica e rilassante che in caso di calcolosi rende meno dolorosa l’espulsione. L’efficacia della composizione, oggetto della presente invenzione, è stata valutata secondo protocolli sperimentali noti all’esperto del ramo. In particolare, per la valutazione delle diverse attività della composizione di cui alla presente invenzione, possono essere impiegati saggi in vitro e/o in vivo noti nella letteratura scientifica.
Per dimostrare l’efficacia analgesica della composizione della presente invenzione, di particolare interesse per la prevenzione e/o il trattamento della calcolosi urinaria, risultano adatti saggi in vitro quali ad esempio quelli utilizzanti il digiuno di coniglio o l’ileo di cavia alla Trendelenburg.
Per dimostrare invece l’efficacia antinfiammatoria della composizione della presente invenzione risultano adatti saggi in vitro che valutano la capacità di inibire il rilascio di citochine infiammatorie come IL-1, IL-6 e TNF-α e di inibire l’espressione di enzimi quali COX-2 e metalloproteasi-13 indotta da IL-1β in colture primarie di cellule umane (ad esempio macrofagi, condrociti e fibroblasti).
Ulteriori caratteristiche della presente invenzione risulteranno dalla seguente descrizione di alcuni esempi meramente illustrativi e non limitativi.
Esempio 1
La composizione della presente invenzione si può presentare in forme farmaceutiche per la somministrazione orale in cui i principi attivi sono presenti nelle seguenti concentrazioni:
ESEMPIO 1A
Principio attivo Quantità per singola unità PEA 400 mg
Estratto di Phyllanthus 200 mg
niruri
Forma farmaceutica: compresse
ESEMPIO 1B
Principio attivo Quantità
PEA 300 mg
Estratto di Phyllanthus 150 mg
niruri
Forma farmaceutica: capsule
ESEMPIO 1C
Principio attivo Quantità
PEA 400 mg
Estratto di Phyllanthus 300 mg
niruri
Forma farmaceutica: compresse rivestite
ESEMPIO 1D
Principio attivo Quantità
PEA 600 mg
Estratto di Phyllanthus 400 mg
niruri
Forma farmaceutica: bustine
ESEMPIO 1E
Principio attivo Quantità
PEA 400 mg
Estratto di Phyllanthus 450 mg
niruri
Forma farmaceutica: bustine
Esempio 1F
Principio attivo Quantità
PEA 300 mg
Estratto di Phyllanthus 200 mg
niruri
Forma farmaceutica: bustine
Test di efficacia sui ratti
Un modello in vivo propone di testare la composizione per il suo effetto antinfiammatorio che riesce a ripristinare il danno renale indotto dalla formazione di calcoli.
I ratti reclutati sono stati divisi casualmente in cinque gruppi. Il gruppo I è stato utilizzato come veicolo ed è stato mantenuto su base regolare di cibo e acqua ad libitum e ha ricevuto una soluzione carbossimetilcellulosa (esempio 5 ml/kg p.o.). Tutti i restanti gruppi sono stati trattati con composti in grado di accelerare la litiasi (esempio glicole etilenico e cloruro d'ammonio) contenuti nell'acqua potabile ad libitum per tre giorni e successivamente sono stati trattati mediante somministrazione di solo glicole etilenico o altro composto analogo per 25 giorni, per indurre iperossaluria.
Il gruppo II ha ricevuto contestualmente una soluzione di carbossimetilcellulosa ed è stato utilizzato come controllo. Il gruppo III ha ricevuto PEA, il gruppo IV ha ricevuto un estratto di Phyllanthus niruri e il gruppo V ha ricevuto entrambi i composti rispettivamente dal primo al ventottesimo giorno di induzione dei calcoli.
Sia i singoli componenti che la composizione secondo l’invenzione sono stati sospesi in acqua usando una soluzione di carbossimetilcellulosa o altro composto analogo e sono stati somministrati una volta al giorno per via orale (esempio 5 ml/kg di peso corporeo). Il tessuto renale dei ratti in cui vengono indotti i calcoli, mostra significativi cambiamenti istologici con fibrosi interstiziale accompagnata da densa infiltrazione di eosinofili, quindi una forte reazione infiammatoria oltre che un significativo accumulo di ossalato di calcio nei tubuli renali, con conseguente incremento del volume urinario. Il presente modello si propone di dimostrare come il trattamento con entrambi i composti riesca a ripristinare il danno infiammatorio del tessuto renale e a normalizzare i livelli di ossalato e di calcio, in maniera significativa rispetto al gruppo di controllo e rispetto ai singoli componenti.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.- Composizione comprendente palmitoiletanolammide e un estratto di Phyllanthus niruri. 2.- Composizione secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto di comprendere da 10 a 5000 mg di palmitoiletanolammide e da 10 a 5000 mg di un estratto di Phyllanthus niruri. 3.- Composizione secondo la rivendicazione 2 caratterizzata dal fatto di comprendere da 150 a 800 mg di palmitoiletanolammide e da 20 a 500 mg di un estratto di Phyllanthus niruri. 4.- Composizione secondo la rivendicazione 3 caratterizzata dal fatto di comprendere da 300 a 600 mg di palmitoiletanolammide e da 50 a 450 mg di un estratto di Phyllanthus niruri. 5.- Composizione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti per l’uso come integratore alimentare, medicamento, dispositivo medico, alimento a fini medici speciali. 6.- Composizione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 5 per l’uso nella prevenzione o nel trattamento della sintomatologia della calcolosi urinaria.
IT102019000006486A 2019-05-02 2019-05-02 Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria IT201900006486A1 (it)

Priority Applications (3)

Application Number Priority Date Filing Date Title
IT102019000006486A IT201900006486A1 (it) 2019-05-02 2019-05-02 Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria
EP20730717.4A EP3962471A1 (en) 2019-05-02 2020-04-30 Composition for the prevention and treatment of urinary stones
PCT/IB2020/054093 WO2020222166A1 (en) 2019-05-02 2020-04-30 Composition for the prevention and treatment of urinary stones

Applications Claiming Priority (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
IT102019000006486A IT201900006486A1 (it) 2019-05-02 2019-05-02 Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria

Publications (1)

Publication Number Publication Date
IT201900006486A1 true IT201900006486A1 (it) 2020-11-02

Family

ID=67513649

Family Applications (1)

Application Number Title Priority Date Filing Date
IT102019000006486A IT201900006486A1 (it) 2019-05-02 2019-05-02 Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria

Country Status (3)

Country Link
EP (1) EP3962471A1 (it)
IT (1) IT201900006486A1 (it)
WO (1) WO2020222166A1 (it)

Families Citing this family (1)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
EP4360640A1 (en) * 2022-10-24 2024-05-01 Anvest Group S.r.l. Composition for the treatment and prevention of urinary tract stones

Non-Patent Citations (2)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Title
IUVONE TERESA ET AL: "Ultramicronized palmitoylethanolamide reduces viscerovisceral hyperalgesia in a rat model of endometriosis plus ureteral calculosis: role of mast cells", PAIN, LIPPINCOTT WILLIAMS & WILKINS - ELSEVIER, NL, vol. 157, no. 1, 1 January 2016 (2016-01-01), pages 80 - 91, XP009193869, ISSN: 1872-6623, DOI: 10.1097/J.PAIN.0000000000000220 *
MIRIAN A. BOIM ET AL: "Phyllanthus niruri as a promising alternative treatment for nephrolithiasis", INTERNATIONAL BRAZILIAN JOURNAL OF UROLOGY, vol. 36, no. 6, 1 December 2010 (2010-12-01), BR, pages 657 - 664, XP055159924, ISSN: 1677-5538, DOI: 10.1590/S1677-55382010000600002 *

Also Published As

Publication number Publication date
WO2020222166A1 (en) 2020-11-05
EP3962471A1 (en) 2022-03-09

Similar Documents

Publication Publication Date Title
IT201900006486A1 (it) Composizione per la prevenzione ed il trattamento della calcolosi urinaria
RU2530605C2 (ru) Композиция для инъекций, содержащая гидроксихлорохин, для местного применения при лечении геморроя
KR100851938B1 (ko) 방광 질환의 치료를 위한 카프-오피에이트 작용제
CN103356630B (zh) 含有己酮可可碱和普卡必利的药物组合物及其医药用途
CN104069441A (zh) 一种治疗泌尿***结石的中药组合物
WO2019239963A1 (en) Pharmaceutical composition for treating chronic constipation
RU2445100C2 (ru) Консервативный способ комплексного лечения острых и хронических анальных трещин
CN101837007B (zh) 一种治疗痔疮的药物组合物及其制备方法
CN102038675A (zh) 蛇葡萄素在制备痤疮脓肿、疮疡溃烂、痔疮的药物中的应用
CN102755456B (zh) 一种溶化肾结石的中药及其胶囊剂
CN112386577B (zh) 一种治疗便秘的组合物
RU2489143C1 (ru) Способ лечения хронического простатита и эректильной дисфункции
JP2006045200A (ja) 間質性膀胱炎の治療薬
CN101732603B (zh) 治疗尿结石症的中药汤剂
JP4201771B2 (ja) 頻尿改善剤およびそれを含む医薬組成物および食品
ES2896689T3 (es) Composición para el tratamiento del estreñimiento
RU2785914C2 (ru) Способ лечения детей больных хроническим пиелонефритом при экологоотягощенном анамнезе
CN115919826A (zh) 3-羟基丁酸在治疗放射性直肠病引起的肠梗阻及便秘中的应用
ES2367454T3 (es) Preparación farmacéutica para el tratamiento de enfermedades inflamatorias del tracto genitourinario.
CN103071071A (zh) 一种具有治疗泌尿系结石的中草药配方
US20100055204A1 (en) Use of hydrochloric acid in the manufacture of medicament for treating disease caused by fouling of transport tract
CN113015524A (zh) 氨基甲酸酯化合物和包含其的制剂在预防、缓解或治疗急性应激障碍或创伤后应激障碍中的用途
CN118403043A (zh) 一种用于治疗关节炎的药物及其组合物的应用
RU2371162C1 (ru) Способ комплексного послеоперационного лечения больных, перенесших перитонит
Bangaru et al. Journal of Comprehensive Pharmacy