IT201800010454A1 - Uso di glicoli polietilenici per il controllo di insetti e/o acari dannosi alle piante - Google Patents

Uso di glicoli polietilenici per il controllo di insetti e/o acari dannosi alle piante Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
“Uso di glicoli polietilenici per il controllo di insetti e/o acari dannosi alle piante”
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione ha per oggetto l’uso di composizioni acquose comprendenti glicoli polietilenici come unico principio attivo per controllare l’infestazione e/o la diffusione degli insetti e/o degli acari fitofagi.
STATO DELL’ARTE
Le piante sia spontanee che coltivate sono soggette ad una serie di avversità sia di natura ambientale che biotica capaci di limitarne in modo importante il potenziale produttivo.
Limitandoci alle cause biotiche, queste in estrema sintesi possono venire divise in quattro grandi categorie ossia erbe infestanti, funghi fitopatogeni, micro-organismi patogeni di altro genere (eg. virus, batteri, fitoplasmi) ed infine fitofagi, ossia organismi pluricellulari capaci di nutrirsi a spese delle piante stesse. Tra questi ultimi gli Artropodi (insetti ed acari) costituiscono di gran lunga la categoria più diffusa e dannosa.
E' stato stimato che globalmente esistano oltre 10.000 specie di insetti capaci di danneggiare le piante coltivate. Il danno medio prodotto da tali avversità è stato valutato nel 13.6 % della produzione agricola mondiale per il triennio 1988-1990, con punte del 20.7% per la soja, 16.1% per le patate, 15.4% per il cotone e 14.5% per il mais (Dhalival et al., Indian Journal of Enthomology 77(22) 165-168). Nel triennio 2001-2003 il valore medio sopra riportato sarebbe salito al 18% (Oerke et al., Cambridge University Press, 2005 (144) 31-43).
Tale situazione appare in costante e progressivo deterioramento anche per via dei cambiamenti climatici in atto. Nel merito è stato stimato che due gradi centigradi di innalzamento delle temperature possano determinare un incremento del danno da insetti pari al 31% sul mais, 19% sul riso e 46% sul frumento (Deutsch et al., ripreso da "La Repubblica" 30 Agosto 2018).
Allo stato dell'arte, la lotta contro insetti ed acari dannosi alle piante sia spontanee che coltivate viene condotta con mezzi fisici (es. barriere protettive, calore), biologici (organismi capaci di parassitizzare o predare i fitofagi) nonché chimici, ossia insetticidi ed acaricidi.
I primi due gruppi di metodi, essendo per definizione non-chimici, presentano l’indiscutibile vantaggio di non lasciare residui di sostanze chimiche inquinanti sia sulle derrate alimentari che nell'ambiente. Lo svantaggio altrettanto indiscutibile è dovuto alla difficoltà della messa in atto di molti mezzi fisici ed alla intrinseca delicatezza degli organismi e micro-organismi utili. Tutto questo si traduce in una insufficiente efficacia, per cui nella stragrande maggioranza dei casi, nel controllo di una determinata specie di insetto o acaro, il mezzo fisico o biologico adottato risulta meno efficace del corrispondente standard chimico (insetticida o acaricida).
L' impiego degli insetticidi ed acaricidi chimici appare pertanto destinato a costituire anche nel futuro la spina dorsale delle strategie di difesa contro insetti ed acari fitofagi a livello planetario.
Nonostante l'utilità e la indispensabiIità, insetticidi ed acaricidi chimici non sono esenti da inconvenienti talvolta estremamente gravi.
Nella generalità dei casi un insetticida o acaricida è costituito da una o più sostanze attive, ossia sostanze responsabili dell'azione dichiarata del prodotto chimico, nonché facoltativamente di una o più sostanze non attive le quali vengono utilizzate come eccipienti per modificarne le proprietà fisiche del prodotto finito, quali densità, viscosità, colore, odore ecc. Queste ultime sostanze sono pertanto da considerarsi accessorie, in quanto prive di effetti sul metabolismo degli organismi-bersaglio e normalmente del tutto inefficaci se utilizzate da sole.
Un primo, grave inconveniente legato alle sostanze attive utilizzate negli insetticidi e acaricidi è legato alla tossicità che queste presentano nei confronti degli organismi non-bersaglio, inclusi in molti casi i mammiferi e l'uomo.
Un altrettanto grave ed irrisolto inconveniente è che le sostanze chimiche ad attività insetticida e/o acaricida lasciano per definizione residui chimici, sotto forma di sostanze tali e quali oppure loro metaboliti, le quali sono destinate ad inquinare in varia misura le derrate alimentari, le piante stesse e l'ambiente in senso lato. Per limitare questo problema molte vecchie sostanze attive ad azione neurotossica o di contatto sono state sostituite con altre di più nuova concezione, aventi un meccanismo di azione più specifico, targetizzando precisi siti metabolici degli organismibersaglio.
Un ulteriore grave inconveniente deriva dal fatto che gli insetticidi e/o acaricidi con meccanismo di azione specifico tendono a perdere efficacia qualora, per mutazione o altra variazione genetica nelle popolazionibersaglio, il sito di attacco venga modificato. Da tale principio derivano i diffusissimi fenomeni di "assuefazione" di insetti ed acari ai moderni principi attivi impiegati contro di essi, con grave perdita di risorse nell'ambito della farmacopea agricola disponibile.
Ancora, un ulteriore inconveniente è dovuto al fatto che, in tutti i Paesi industrializzati, i costi di messa a punto e registrazione di nuove sostanze attive ad azione fitosanitaria hanno raggiunto livelli estremamente elevati, che nell' Unione Europea si possono stimare nell' ordine dei 20-50 milioni di Euro con tempi di sviluppo e registrazione di nuovi fitofarmaci nell' ordine dei dieci anni o più. Tale contesto ha determinato un progressivo impoverimento del numero di sostanze attive chimiche utilizzabili per la difesa contro insetti ed acari fitofagi, cui in parte si può attribuire l'incremento del danno prodotto dagli stessi sulle piante a livello globale. Come esempio emblematico di quanto esposto in precedenza si può citare il caso delle cosiddette Cocciniglie. A livello planetario le Cocciniglie rappresentano una delle più diffuse e pericolose cause di danno alle coltivazioni. Tali insetti aggrediscono praticamente tutte le specie di piante arboree coltivate e molte specie arbustive, determinando gravi danni alle parti eduli e causando sovente il deperimento e persino la morte delle piante stesse.
Per oltre un cinquantennio, dai primi anni ‘50 del secolo passato sino al primo decennio di quello attuale, a livello planetario il controllo di questi insetti si è basato sull' applicazione alle piante di insetticidi ad azione neurotossica, prevalentemente appartenenti alle famiglie chimiche degli organofosforati e dei carbammati, e/o oli minerali funzione di rafforzanti dell'azione degli insetticidi stessi quando utilizzati assieme ad essi.
I gravi problemi tossicologici e di inquinamento determinati dai citati insetticidi ne hanno tuttavia determinato il bando o severe restrizioni di uso in tutti i Paesi industrializzati. Nel caso dell' Italia per esempio da circa 38 insetticidi organofosforici regolarmente utilizzabili nel 1997 solo cinque risultano autorizzati nel 2018 ed in particolare uno di questi ossia il Clorpyrifos, particolarmente utilizzato nella lotta alle cocciniglie, si ritiene che verrà bandito dall' Europa in un breve lasso di tempo (fonti: M.
Muccinelli, prontuario dei fitofarmaci Ottava edizione pp 214-266 e banca dati prodotti fitosanitari del Ministero della Salute).
Situazione non diversa vale per gli oli minerali. In questo caso su 16 diversi oli minerali con differente numero CAS utilizzabili nel 2010, solo 5 sono attualmente disponibili (fonte: banca dati del Ministero della Salute) e si ritiene che anche il numero di questi ultimi verrà drasticamente ridotto nel futuro prossimo.
In questo contesto, scopo del presente trovato è mettere a disposizione nuove sostanze ad azione insetticida e/o acaricida con limitati effetti negativi su animali non-bersaglio e sull’ambiente in senso lato, le quali non lascino sulle piante, le derrate e l'ambiente residui di sostanze chimiche ritenute nocive per l'ambiente e per l'uomo.
Ulteriore scopo del presente trovato è mettere a disposizione nuove sostanze insetticide e/o acaricide dotate di un meccanismo di azione fisico o comunque coinvolgente più siti di attacco sull' organismo-bersaglio, in modo da limitare al massimo i rischi di comparsa dei fenomeni di resistenza.
Ancora, scopo del presente trovato è mettere a disposizione sostanze insetticide e/o acaricide le quali possano godere di un iter di registrazione semplificato per l’immissione in commercio, in particolare nel territorio dell’Unione Europea.
SOMMARIO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce all’uso di una composizione acquosa comprendente 0.01-5 vol.% di almeno un polietilenglicole con peso molecolare di 300-20000 Da come principio attivo per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi sulle piante.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE
Nel contesto della presente invenzione, con temperatura ambiente ci si riferisce alla temperatura dell’aria nel luogo in cui viene attuato l’uso secondo il trovato. Essa è tipicamente compresa tra circa 4° e circa 40°C.
La presente invenzione si riferisce all’uso di una composizione acquosa comprendente circa 0.01-5 vol.%, preferibilmente circa 0.01-2 vol.%, più preferibilmente circa 0.02-1 vol.%, di almeno un glicole polietilenico con peso molecolare di circa 300-20.000 Da come principio attivo per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi sulle piante.
Il glicole polietilenico (o PEG) è un polimero dell’ossido di etilene avente formula generale
A seconda nel numero n di unità monomeriche, il peso molecolare del glicole polietilenico può variare tra poche centinaia di Dalton, nel qual caso si presenta come un liquido fluido e incolore, sino a diverse centinaia di Dalton, assumendo l’aspetto di un liquido più o meno viscoso, di colore variabile dal trasparente all’ambrato. Per pesi molecolari pari o superiori a 1000 dalton, i glicoli polietilenici a temperatura ambiente si presentano come solidi dell’aspetto ceroso, altamente solubili in acqua.
Indipendentemente dal peso molecolare, i glicoli polietilenici sono considerati sostanze inerti da un punto di vista chimico, quindi scarsamente reattivi e non tossici; per tale ragione trovano impiego in diversi settori.
I PEG a basso peso molecolare (ca. 300-400 Da) vengono frequentemente impiegati come eccipienti inerti per i farmaci destinati ad iniezioni intramuscolari, mentre quelli di peso molecolare maggiore, nell’ordine di alcune migliaia di Dalton, costituiscono la base per la preparazione di comuni farmaci assunti per via orale. I PEG di ancor maggiore peso molecolare ed elevata densità trovano infine impiego come addensanti per sciroppi, coperture di pastiglie e come additivi nell’industria alimentare.
I PEG trovano anche impiego in numerose formulazioni industriali di prodotti fitosanitari, inclusi insetticidi e acaricidi. Tuttavia, la loro funzione in tali prodotti è esclusivamente quella di eccipienti addensanti, plasticizzanti e/o adesivanti, non essendo nota l’azione dei glicoli polietilenici come principi attivi in grado di controllare la diffusione di insetti e/o acari fitofagi.
Preferibilmente, il presente trovato si riferisce all’uso di una composizione acquosa come sopra descritta in cui l’almeno un glicole polietilenico è l’unico principio attivo ad azione insetticida e/o acaricida compreso nella composizione, preferibilmente l’almeno un glicole polietilenico è l’unico principio attivo biocida compreso nella composizione.
I glicoli polietilenici per uso secondo il presente trovato hanno preferibilmente un peso molecolare di circa 300-8000 Da.
In una forma di attuazione, il trovato si riferisce all’uso di una composizione acquosa comprendente una miscela di glicoli polietilenici aventi peso molecolare medio Mn diverso tra loro.
La composizione acquosa per uso secondo il trovato può essere preferibilmente una soluzione acquosa.
La composizione acquosa per l’uso secondo il presente trovato può ulteriormente comprendere almeno un additivo scelto nel gruppo costituito da coloranti, traccianti olfattivi, plastificanti, agenti adesivanti, agenti riduttori del dilavamento, antifermentativi, tensioattivi, filtranti della radiazione solare e loro miscele, del tipo normalmente impiegato nel settore per la preparazione di prodotti fitoterapici, con la condizione che detto almeno un additivo non sia almeno un glicole polietilenico come sopra descritto. Preferibilmente, la composizione acquosa può comprendere circa 0.001-0.1 vol.% di almeno un additivo come sopra descritto.
In una forma di attuazione, la composizione acquosa per uso secondo il presente trovato può comprendere almeno un additivo scelto nel gruppo costituito da triacetina, trietil-citrato, gommalacca e loro miscele, preferibilmente in quantità di circa 0.001-0.1 vol.%.
In una forma di attuazione, la composizione acquosa per uso secondo il presente trovato può consistere di 0.01-5 vol.% di almeno un glicole polietilenico come sopra descritto, 0.001-0.1 vol.% di almeno un additivo come sopra descritto e acqua a 100 vol.%.
Per la preparazione della composizione acquosa può essere utilizzata acqua con qualunque grado di purezza, compresa acqua di rete e l’acqua normalmente utilizzata per l’irrigazione dei terreni coltivati. Il glicole polietilenico e opzionalmente l’almeno un ulteriore additivo possono essere aggiunti all’acqua a temperatura e pressione ambiente, sotto agitazione, utilizzando apparecchiature di per sé note nel settore e pertanto qui non ulteriormente descritte.
Inoltre, detta composizione acquosa può essere posta in commercio in una forma pronta all’uso, ovvero in una forma in cui l’almeno un glicole polietilenico e, opzionalmente, l’almeno un additivo hanno concentrazione come sopra riportato. Alternativamente, e preferibilmente, la composizione acquosa può essere posta in commercio in forma concentrata, per essere diluita opportunamente al momento dell’uso.
Secondo il presente trovato, la composizione acquosa comprendente almeno un glicole polietilenico e, opzionalmente, almeno un additivo può essere usata per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi spruzzando o depositando la composizione acquosa sopra descritta sulla parte aerea delle piante in quantità compresa tra circa 30 e circa 5000 l/ha, preferibilmente tra circa 50 e circa 3.000 l/ha.
La composizione acquosa sopra descritta può essere usata nel trattamento di piante in pieno campo o in serra.
Le piante possono essere piante arboree, arbustive o erbacee, orticole o ornamentali, spontanee o coltivate. Preferibilmente le piante possono essere piante arboree o piante arbustive, coltivate in pieno campo oppure in serra. La parte aerea delle piante può essere scelta tra fusto, rami, foglie, gemme, fiori o frutti.
In funzione della severità dell’infestazione, e in considerazione della bassa pericolosità del principio attivo l’uomo o l’ambiente, vantaggiosamente, l’uso secondo la presente invenzione può essere ripetuto ogni qualvolta sia necessario, durante tutta la vita vegetativa delle piante e/o durante la fase di riposo vegetativo delle piante stesse.
Preferibilmente, la composizione acquosa può essere spruzzata o depositata sulla parte aerea delle piante in cicli comprendenti circa 1-10 trattamenti consecutivi, preferibilmente 1-5, con un intervallo di circa 3-21 giorni, preferibilmente circa 3-10 giorni, tra trattamenti consecutivi.
La composizione acquosa può essere spruzzata o depositata sulla parte aerea delle piante utilizzando apparecchiature normalmente impiegate nel settore agricolo per il trattamento localizzato con principi attivi, quali ad esempio atomizzatori, motopompe, pompe a spalla, mezzi di distribuzione aerei, etc.
La Richiedente ha sorprendentemente trovato che la composizione acquosa comprendente almeno un glicole polietilenico come principio attivo può essere vantaggiosamente usata per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti fitofagi appartenenti ad almeno un ordine scelto nel gruppo costituito da Rhyncota, Lepidoptera e Coleoptera.
Preferibilmente, la composizione acquosa comprendente almeno un glicole polietilenico come principio attivo, e opzionalmente almeno un additivo, può essere vantaggiosamente usata per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti fitofagi appartenenti ad almeno una famiglia o superfamiglia scelta nel gruppo costituito da Aphidoidea, Coccoidea, Aleyrodidae, Psylloidea, Tortricidae e Chrysomelidae.
In particolare, la composizione acquosa comprendente almeno un glicole polietilenico come principio attivo, e opzionalmente almeno un additivo, si è dimostrata in grado di controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti fitofagi appartenenti ad almeno una specie scelta nel gruppo costituito da Cocciniglia Aonidiella aurantii, Aphis gossypii, Trialeurodes vaporariorum, Cydia pomonella e Leptinotarsa decemlineata.
Questi ultimi, oltre ad essere insetti fitofagi di notevole interesse economico per l’impatto sulla crescita delle piante coltivate, sono considerati rappresentativi dei gruppi e sottogruppi ai quali appartengono. La Richiedente ha inoltre trovato che la composizione acquosa comprendente almeno un glicole polietilenico come principio attivo, e opzionalmente almeno un additivo, può essere vantaggiosamente usata per controllare l’infestazione e/o la diffusione di acari fitofagi appartenenti alla famiglia delle Tetranychidae, preferibilmente alla specie Tetranychus urticae.
In un suo ulteriore aspetto, il presente trovato si riferisce ad un metodo per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi comprendente almeno
(0) opzionalmente, diluire una miscela concentrata comprendente una quantità maggiore di 5 vol.% di almeno un glicole polietilenico come sopra descritto; e
(i) spruzzare o depositare sulla parte aerea di almeno una pianta 30-5.000 l/ha, preferibilmente 50-3.000 l/ha, di una composizione acquosa come sopra descritta.
Negli esempi non limitanti della parte sperimentale sono riportate alcune miscele utili all’attuazione della fase (0).L’uso di una composizione comprendente almeno un glicole polietilenico come principio attivo, in particolare come unico principio attivo, permette di contrastare efficacemente l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi sulle piante. Tale uso può essere attuato in modo semplice utilizzando apparecchiature normalmente impiegate nel settore, e ha un basso impatto sia sull’uomo che sull’ambiente.
Inoltre, poiché il meccanismo di azione attraverso il quale i glicoli polietilenici agiscono nel limitare o ridurre la diffusione di insetti e/o acari fitofagi è di tipo prettamente fisico, viene ridotta al minimo la possibilità di insorgenza di resistenze da parte degli insetti e/o acari bersaglio.
Infine, poiché è approvato a livello europeo il loro utilizzo come componenti di prodotti farmaceutici e/o alimentari, l’iter di registrazione del principio attivo come fitofarmaco ai sensi del Regolamento Europeo EU1107/2009 risulterà semplificato e poco oneroso.
Gli esempi che seguono hanno carattere illustrativo e non limitativo dell’oggetto del presente trovato.
Esempio 1 ed esempi comparativi 2 e 3
200 ml di una miscela contenente:
PEG300: 30g
PEG1000: 100g
PEG2000: 100g
PEG4000: 300g e
acqua q.b. a 1000g
sono stati diluiti in 100 litri di acqua di irrigazione. La composizione acquosa è stata irrorata in quantità pari a 1.000 l/ha con una motopompa per trattamenti agricoli su piante adulte di Clementine con frutti pendenti, infestate da Cocciniglia Aonidiella aurantii (Maskell) il 12 e il 30 luglio. Nelle stesse date e nelle medesime quantità per unità di superficie trattata è stata applicata:
- una tesi di riferimento con olio minerale disperso in acqua alla concentrazione di 200ml per 100 litri di acqua (Esempio comparativo COMP2); e
- una tesi di riferimento consistente di una emulsione ottenuta miscelando 250ml del principio attivo Chlorpyrifos e 200ml di olio minerale in 100 litri di acqua di irrigazione (Esempio comparativo COMP3).
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
Il rilievo è stato eseguito il 21 settembre.
I risultati sono riportati in tabella 1. In tabella 1 e nelle tabelle che seguono, le cifre poste sulla stessa colonna e seguite da lettere uguali non si differenziano statisticamente tra loro per P<0.05.
Tabella 1
L’osservazione allo stereomicroscopio degli insetti morti nella tesi trattata con PEG ha mostrato segni evidenti di disidratazione dell’insetto, con rottura della cuticola. Questo suggerisce un meccanismo di azione fisico e per contatto del principio attivo.
Esempio 4
Piante di pomodoro in serra infestate da Aphis gossypii (Glover) sono state irrorate per cinque volte a cadenza settimanale con la composizione acquosa dell’esempio 1 in quantità pari a 800 l/ha.
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
Il conteggio degli esemplari su foglia è avvenuto a T3 (subito prima del terzo trattamento) e a T5+7 (sette giorni dopo l’ultimo trattamento). I risultati sono esposti in tabella 2.
Tabella 2
Esempio 5
Foglie di cavolo infestate da forme giovanili di varia età di T. vaporariorum, in numero di 10 per ogni tesi, sono state prelevate e irrorate in una prova di semicampo con una soluzione acquosa contenente il 5% in volume di una miscela equimolare (0,5 moli) di PEG2000 e PEG10000. La quantità di composizione irrorata è stata di circa 1.500 l/ha.
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
Sei giorni dopo l’irrigazione, mediante stereomicroscopio, sono state conteggiate le forme giovanili ancora vive. Le pupe sfarfallate e trasformate in adulto sono state conteggiate tra gli insetti vivi.
Tabella 3
Esempio 6
Giovani piante di melo infestate da Cydia pomonella sono state sottoposte ad irrorazione con 1.000 l/ha di una composizione acquosa ottenuta diluendo in 100 litri di acqua di irrigazione 250g di una miscela contenente PEG1000 0.25N e PEG20000.125N.
La composizione acquosa è stata applicata per tre volte, con quattro giorni di distanza tra applicazioni successive, durante il periodo di sfarfallamento e deposizione delle uova della seconda generazione dell’insetto, durante la prima decade di giugno.
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
Sette giorni dopo l’ultimo trattamento le piante di melo sono state protette con reti, per evitare possibili reinfestazioni da parte di insetti adulti. La valutazione di efficacia è stata svolta mediante conteggio dei frutti danneggiati da C. pomonella dopo 30 giorni dall’ultimo trattamento. I risultati sono riportati nella tabella 4.
Tabella 4
Esempio 7
Foglie di patata ricoperte di uova di Leptinotarsa decemlineata, in numero di 20 per tesi, sono state prelevate e sottoposte ad irrorazione in semicampo con 1.000 l/ha di una composizione acquosa ottenuta diluendo in 100 litri di acqua di irrigazione 5.000g di una miscela 0.5M di PEG1000.
Cinque giorni dopo l’irrorazione è stato eseguito allo stereomicroscopio il conteggio delle uova vive e morte. Le uova con normale foro di uscita dell’insetto sono state conteggiate come vive.
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
In tabella 5 sono riportati i risultati del conteggio.
Tabella 5
Esempio 8
Piante vive di fagiolo infestate dall’acaro fitofago Tetranychus urticae sono state trattate per tre volte nell’arco di 10 giorni con 1.500 l/ha di una composizione acquosa ottenuta miscelando 500g di una soluzione acquosa 0.25M di PEG2000 in 100 litri di acqua.
Dopo 10 giorni di trattamento sono state prelevate 50 foglie da ciascuna tesi, valutando le forme mobili dell’acaro mediante conteggio delle impronte ottenute per schiacciamento delle foglie su carta assorbente. Separatamente, su campioni di 10 foglie per tesi, mediante stereomicroscopio, è stato eseguito il conteggio del numero di uova vive per foglia.
Come controllo negativo (CTR(-)) è stata utilizzata l’acqua di irrigazione pura.
In tabella 6 sono riportati i risultati delle valutazioni.
Tabella 6

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso di una composizione acquosa comprendente 0.01-5 vol.%, preferibilmente 0.01-2 vol.%, più preferibilmente 0.02-1 vol.%, di almeno un glicole polietilenico con peso molecolare di 300-20000 Da, preferibilmente di 300-8000 Da, come principio attivo per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi sulle piante.
  2. 2. L’uso secondo la rivendicazione 1, in cui l’almeno un glicole polietilenico è l’unico principio attivo ad azione insetticida e/o acaricida compreso nella composizione, preferibilmente l’almeno un glicole polietilenico è l’unico principio attivo biocida compreso nella composizione.
  3. 3. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui la composizione acquosa comprende inoltre almeno un additivo scelto nel gruppo costituito da coloranti, traccianti olfattivi, plastificanti, agenti adesivanti, agenti riduttori del dilavamento, antifermentativi, tensioattivi, filtranti della radiazione solare e loro miscele.
  4. 4. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la composizione acquosa comprende almeno un additivo scelto nel gruppo costituito da triacetina, trietil-citrato, gommalacca e loro miscele.
  5. 5. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la composizione acquosa è spruzzata o depositata sulla parte aerea delle piante in quantità compresa tra 30 e 5.000 l/ha, preferibilmente tra 50 e 3.000 l/ha.
  6. 6. L’uso secondo la rivendicazione 5, in cui la composizione acquosa è spruzzata o depositata sulla parte aerea delle piante in cicli comprendenti circa 1-10 trattamenti consecutivi, preferibilmente 1-5, con un intervallo di circa 3-21 giorni, preferibilmente circa 3-10 giorni, tra trattamenti consecutivi.
  7. 7. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui gli insetti fitofagi appartengono ad almeno un ordine scelto nel gruppo costituito da Rhyncota, Lepidoptera e Coleoptera.
  8. 8. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui gli insetti fitofagi appartengono ad almeno una famiglia o superfamiglia scelta nel gruppo costituito da Aphidoidea, Coccoidea, Aleyrodidae, Psylloidea, Tortricidae e Chrysomelidae.
  9. 9. L’uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui gli acari fitofagi appartengono alla famiglia delle Tetranychidae, preferibilmente alla specie Tetranychus urticae.
  10. 10. Un metodo un metodo per controllare l’infestazione e/o la diffusione di insetti e/o acari fitofagi comprendente: (0) opzionalmente, diluire una miscela concentrata comprendente una quantità maggiore di 5 vol.% di almeno un glicole polietilenico come descritto nelle rivendicazioni 1 o 2; e (i) spruzzare o depositare sulla parte aerea di almeno una pianta 30-5.000 l/ha, preferibilmente 50-3.000 l/ha, di una composizione acquosa come descritta in una qualsiasi delle rivendicazioni 1-4
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