IT201800005617A1 - Scarpa da arrampicata - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“SCARPA DA ARRAMPICATA”
La presente invenzione è relativa ad una scarpa da arrampicata.
Come è noto, alcuni modelli di scarpe da arrampicata presenti sul mercato comprendono: una tomaia in pelle e/o tessuto che è sagomata sostanzialmente a forma di calzino in modo tale da accogliere e coprire il piede dell’utilizzatore, pianta del piede compresa; una fascia di tensionamento anteriore in materiale elastomerico ad elevata elasticità, che è piegata sostanzialmente ad U ed è fissata tramite incollaggio sulla punta della tomaia in modo tale da cingere la porzione tarso-falangea del piede dell’utilizzatore; una fascia di tensionamento posteriore in materiale elastomerico ad elevata elasticità, che è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata tramite incollaggio sulla parte posteriore della tomaia in modo tale da ricoprire la zona soprastante il calcagno del piede dell’utilizzatore, e poi prolungarsi lungo i due fianchi laterali della tomaia fino a raggiungere ed unirsi alla fascia di tensionamento anteriore; ed una suola in materiale polimerico morbido e flessibile con elevato coefficiente di attrito e sostanzialmente inestensibile, che è fissata tramite incollaggio sul fondo della tomaia in modo tale da coprire la sola parte anteriore del fondo della tomaia, sovrapponendosi localmente alla fascia di tensionamento anteriore.
Nella domanda di brevetto EP 2949232 A1, in aggiunta, la scarpe da arrampicata è dotata anche di una suola posteriore separata e distanziata dalla suola anteriore, e di una fascia di tensionamento mediale.
La suola posteriore è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile con elevato coefficiente di attrito e sostanzialmente inestensibile, ed è fissata tramite incollaggio sul fondo della tomaia in modo tale da coprire la sola porzione astragalo-calcagnea del fondo della tomaia.
La fascia di tensionamento mediale è realizzata in un materiale elastomerico ad elevata elasticità, ha una struttura nastriforme, ed è infine fissata tramite incollaggio sul fondo della tomaia in modo tale da estendersi a cavallo della linea di mezzeria del fondo della tomaia, dalla porzione tarso-falangea fino alla porzione astragalo-calcagnea del fondo della tomaia.
La fascia di tensionamento mediale ha la funzione di contrastare, durante l’arrampicata, l’allungamento della tomaia ed il raddrizzamento dell’avampiede dell’utilizzatore, incrementando la capacità contenitiva della calzatura.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare una scarpa da arrampicata che sia in grado di fasciare in modo più completo ed efficiente il piede dello scalatore, incrementando la capacità contenitiva della calzatura e la capacità di adattarsi alla morfologia del piede dell’utilizzatore.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzata una scarpa da arrampicata come definita nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista prospettica e schematica di una scarpa da arrampicata realizzata secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 è una vista della parte anterosuperiore della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1;
- la figura 3 è una vista della parte posteriore della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1; mentre
- la figura 4 è una vista parzialmente esplosa della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1, con parti in trasparenza e parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, con il numero 1 è indicata nel suo complesso una scarpa da arrampicata che trova utilizzo particolarmente vantaggioso nella scalata di pareti di roccia con grado IV o superiore.
La scarpa da arrampicata 1 in primo luogo comprende: una tomaia 2 preferibilmente realizzata in pelle e/o tessuto, che è sagomata a forma sostanzialmente di calzino in modo tale da accogliere ed avvolgere completamente il piede dell’ utilizzatore, pianta del piede compresa; ed una suola anteriore 3 che è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile con un elevato coefficiente di attrito e preferibilmente anche sostanzialmente inestensibile, ed è fissata saldamente sul fondo 4 della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da coprire la parte anteriore del fondo 4 della tomaia 2.
Più in dettaglio, il fondo 4 della tomaia 2, ossia il lembo/settore della tomaia 2 che copre la pianta del piede dell’utilizzatore, è suddiviso longitudinalmente in una porzione anteriore o tarso-falangea 4a che si trova immediatamente al disotto della regione tarso-falangea della pianta del piede dell’utilizzatore; in una porzione centrale o arcoplantarea 4b che si trova immediatamente al disotto della regione dell’arco plantare; ed in una porzione posteriore o astragalo-calcagnea 4c che si trova immediatamente al disotto della regione astragalo-calcagnea della pianta del piede dell’utilizzatore.
La suola anteriore 3 è preferibilmente sagomata/dimensionata in modo tale da coprire la porzione tarso-falangea 4a ed opzionalmente anche una parte limitata della porzione arco-plantarea 4b del fondo 4 della tomaia 2.
Preferibilmente la suola anteriore 3 è inoltre realizzata in un materiale polimerico avente una durezza (UNI 4916) preferibilmente inferiore a 80 ShoreA ed opzionalmente compresa tra 60 e 75 ShoreA.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato la suola anteriore 3 è preferibilmente realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile, come ad esempio la mescola XS Edge o la mescola GRIP 2 prodotte dalla società italiana
In aggiunta la scarpa da arrampicata 1 comprende anche una pluralità di fasce di tensionamento, che sono realizzate con materiali elastomerici ad elevata elasticità, e sono fissate saldamente sulla tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da abbracciare e stringere la tomaia 2 sul piede dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, ciascuna fascia di tensionamento ha una struttura monolitica, ed è realizzata in un materiale elastomerico con modulo di elasticità (chiamato anche modulo di Young) sensibilmente inferiore a quello del materiale polimerico che forma la suola anteriore 3.
Preferibilmente la o le fasce di tensionamento sono inoltre pretensionate in modo tale da abbracciare e stringere fermamente la tomaia 2 sul piede dell’utilizzatore, preferibilmente anche piegando/incurvando verso il basso la punta del piede dell’utilizzatore.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, in particolare, la scarpa da arrampicata 1 è preferibilmente dotata di una fascia di tensionamento anteriore 5 e di una fascia di tensionamento posteriore 6, entrambe preferibilmente pretensionate.
La fascia di tensionamento anteriore 5 cinge la punta 7 della tomaia 2. La fascia di tensionamento posteriore 6 invece cinge la parte posteriore della tomaia 2, rimanendo al disopra della porzione tallonare 8 della tomaia 2, ossia rimanendo al disopra della porzione della tomaia 2 che ricopre l’estremità posteriore del calcagno del piede dell’ utilizzatore.
Preferibilmente le fasce di tensionamento 5 e 6 sono inoltre realizzate con materiali elastomerici aventi un modulo di elasticità 2-10 volte inferiore a quello del materiale polimerico che forma la suola 3, e preferibilmente anche una durezza (UNI 4916) superiore a quella del materiale polimerico che forma la suola 3.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 4, in particolare, la fascia di tensionamento anteriore 5 è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata saldamente sulla punta 7 della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da circondare la parte anteriore del fondo 4 della tomaia 2, unendosi saldamente alla suola anteriore 3 preferibilmente tramite incollaggio.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento anteriore 5 è fissata saldamente sulla punta 7 della tomaia 2 in modo tale da ricoprire la zona della tomaia 2 che circonda/ fiancheggia la porzione tarso-falangea 4a del fondo 4 della tomaia 2, preferibilmente estendendosi/prolungandosi anche sul fondo 4 della tomaia 2, al disotto della suola 3.
Preferibilmente le due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5 inoltre si estendono/prolungano sul fondo 4 della tomaia 2 una verso l’altra, preferibilmente in modo tale da congiungersi saldamente tra loro grosso modo in corrispondenza del confine tra la porzione tarso-falangea 4a e la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4, opzionalmente sovrapponendosi anche localmente una all’altra.
Con riferimento alla figura 2, in aggiunta la parte centrale della fascia di tensionamento anteriore 5 è preferibilmente anche sagomata in modo tale da estendersi sulla parte superiore della tomaia 2 verso il collo del piede dell’ utilizzatore, preferibilmente grosso modo fino a raggiungere ed opzionalmente circondare l’estremità anteriore dell’ apertura superiore di calzata 9 della tomaia 2, in modo tale da coprire sostanzialmente senza soluzione di continuità la parte anterosuperiore 10 della tomaia 2.
La parte anteriore del piede dell’utilizzatore è quindi protetta inferiormente dalla suola 3 e superiormente dalla parte centrale della fascia di tensionamento anteriore 5.
Preferibilmente la fascia di tensionamento anteriore 5 è infine realizzata in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) maggiore od uguale a 80 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, invece la fascia di tensionamento posteriore 6 è piegata sostanzialmente ad U ed è fissata saldamente sulla parte posteriore della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da coprire la zona della tomaia 2 immediatamente soprastante la porzione tallonare 8, e poi estendersi obliquamente lungo i due fianchi laterali 11 interno ed esterno della tomaia 2 verso la suola 3, preferibilmente fino a raggiungere ed unirsi alla fascia di tensionamento anteriore 5 preferibilmente tramite incollaggio.
Preferibilmente le due estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6 inoltre si estendono/prolungano sul fondo 4 della tomaia 2 una verso l’altra, interessando la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4 della tomaia 2 ed opzionalmente anche la porzione tarso-falangea 4a e/o la porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento posteriore 6 è preferibilmente sagomata/strutturata in modo tale da raggiungere ed unirsi/congiungersi alle due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5 lungo i due fianchi laterali 11 della tomaia 2 e/o sul fondo 4 della tomaia 2, preferibilmente in prossimità del confine tra la porzione tarso-falangea 4a e la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4. Preferibilmente le due estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6 inoltre si estendono/prolungano sul fondo 4 della tomaia 2 una verso l’altra, in modo tale da coprire almeno parzialmente la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4, ed opzionalmente anche parte della porzione tarso-falangea 4a e/o della porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4 della tomaia 2
Preferibilmente, le due estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6 inoltre si estendono sul fondo 4 della tomaia 2, al disotto della suola anteriore 3.
Analogamente alla fascia di tensionamento anteriore 5, anche la fascia di tensionamento posteriore 6 è preferibilmente realizzata in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) maggiore od uguale a 80 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, la scarpa da arrampicata 1 inoltre include una fascia di tensionamento sagittale 12 con struttura monolitica e nastriforme, preferibilmente pretensionata, che si estende longitudinalmente sulla parte inferiore della tomaia 2, dalla punta 7 della tomaia 2 fino alla fascia di tensionamento posteriore 6 preferibilmente sostanzialmente senza soluzione di continuità, attraversando in successione l’intero fondo 4 e la porzione tallonare 8 della tomaia 2 preferibilmente rimanendo sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria della scarpa, ed è fissata saldamente sulla tomaia 2 sostanzialmente per tutta la sua lunghezza preferibilmente tramite incollaggio.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento sagittale 12 ha una larghezza l sempre inferiore alla larghezza locale del fondo o sottopiede 4 della tomaia 2, e si estende sul fondo 4 della tomaia 2 rimanendo al disotto della suola anteriore 3 e preferibilmente anche al disopra della fascia di tensionamento anteriore 5 e/o posteriore 6.
Preferibilmente la fascia di tensionamento sagittale 12 inoltre si congiunge/unisce al segmento centrale della fascia di tensionamento posteriore 6 preferibilmente tramite incollaggio.
In aggiunta, similmente alle fasce di tensionamento 5 e 6, anche la fascia di tensionamento sagittale 12 è preferibilmente realizzata in un materiale elastomerico con modulo di elasticità 2-10 volte inferiore a quello del materiale polimerico che forma la suola 3, e preferibilmente anche con una durezza (UNI 4916) superiore a quella del materiale polimerico che forma la suola 3.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento sagittale 12 è suddivisa longitudinalmente in un segmento nastriforme anteriore, un segmento nastriforme intermedio ed un segmento nastriforme posteriore.
Il segmento nastriforme anteriore è preferibilmente piegato ad uncino verso l’alto, ed è fissato saldamente sulla tomaia 2 in modo tale da sporgere dalla porzione tarsofalangea 4a del fondo 4 e risalire lungo la punta 7 della tomaia 2, verso l’apertura superiore di calzata 9 della tomaia 2 (ossia verso il collo del piede dell’utilizzatore), preferibilmente coprendo la zona della punta 7 che si trova sostanzialmente a cavallo tra l’alluce ed il secondo dito del piede dell’utilizzatore.
Preferibilmente il segmento nastriforme anteriore della fascia di tensionamento sagittale 12 inoltre impegna un corrispondente intaglio oblungo 13 appositamente realizzato nella fascia di tensionamento anteriore 5, in modo tale che il segmento nastriforme anteriore rimanga sempre a diretto contatto con la tomaia 2. Preferibilmente l’intaglio oblungo 13 ha inoltre una forma sostanzialmente complementare a quella del segmento nastriforme anteriore.
Il segmento nastriforme intermedio della fascia di tensionamento sagittale 12, invece, si estende sul fondo 4 della tomaia 2 rimanendo al disotto della suola anteriore 3 e preferibilmente anche al disopra della fascia di tensionamento anteriore 5 e/o posteriore 6.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento sagittale 12 si estende sul fondo 4 della tomaia 2 preferibilmente rimanendo al disopra delle due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5 e/o al disopra delle due estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6.
Preferibilmente il segmento nastriforme intermedio della fascia di tensionamento sagittale 12 inoltre si estende sul fondo 4 della tomaia 2 in modo tale da rimanere sostanzialmente a cavallo della linea di mezzeria del fondo 4.
Infine il segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12 risale lungo la parte posteriore della tomaia 2 sostanzialmente lungo la zona centrale della porzione tallonare 8, fino a raggiungere ed unirsi alla fascia di tensionamento posteriore 6.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato l’estremità posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12 è preferibilmente sormontata dal segmento centrale della fascia di tensionamento posteriore 6, ed è fissata saldamente al segmento centrale della fascia di tensionamento posteriore 6 preferibilmente tramite incollaggio.
Nell’esempio illustrato, in aggiunta, la fascia di tensionamento sagittale 12 ha una larghezza l preferibilmente compresa tra 1 e 2,5 cm (centimetri). Preferibilmente la larghezza l della fascia di tensionamento sagittale 12 è inoltre sostanzialmente costante lungo tutta la lunghezza del segmento nastriforme intermedio ed opzionalmente anche del segmento nastriforme posteriore.
Preferibilmente la fascia di tensionamento sagittale 12 è infine realizzata in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) maggiore od uguale a 100 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 3 e 4, preferibilmente la scarpa da arrampicata 1 infine comprende anche un inserto protettivo posteriore 14 in materiale polimerico morbido e flessibile, che è sagomato sostanzialmente a forma di guscio concavo, ed è fissato saldamente sulla parte posteriore della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da abbracciare e proteggere il calcagno del piede dell’utilizzatore.
Preferibilmente l’inserto protettivo posteriore 14 è inoltre sagomato/dimensionato in modo tale da estendersi anche sul fondo 4 della tomaia 2 a parziale copertura della porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4, opzionalmente prolungandosi anche lungo la porzione arco-plantarea 4b al disotto delle estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6.
La fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio il segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12, a sua volta si estende al disopra dell’ inserto protettivo posteriore 14, preferibilmente rimanendo sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria della calzatura.
In altre parole l’inserto protettivo posteriore 14 è atto a coprire la porzione tallonare 8 della tomaia 2, parzialmente la porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4, ed infine le aree dei due fianchi laterali 11 della tomaia 2 che fiancheggiano il calcagno del piede dell’utilizzatore. La fascia di tensionamento sagittale 12, invece, sormonta/si sovrappone parzialmente all’inserto protettivo posteriore 14, ed è fissata saldamente all’inserto protettivo posteriore 14 preferibilmente tramite incollaggio.
L’inserto protettivo posteriore 14 è inoltre realizzato in un materiale polimerico che ha una durezza (UNI 4916) superiore alla durezza (UNI 4916) del materiale polimerico che forma la suola 3 e/o superiore alla durezza (UNI 4916) del materiale elastomerico che forma la fascia di tensionamento 5 e/o 6 e/o 12. In aggiunta l’inserto protettivo posteriore 14 è realizzato in un materiale polimerico che ha un modulo di elasticità preferibilmente maggiore di quello del materiale elastomerico che forma le fasce di tensionamento 5 e/o 6 e/o 12, ed opzionalmente anche maggiore di quello del materiale polimerico che forma la suola 3.
Con particolare riferimento alla figura 2, preferibilmente l’inserto protettivo posteriore 14 è inoltre dotato di una scanalatura verticale 15 che si estende sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria della calzatura, lungo la parte dell’inserto protettivo posteriore 14 che copre la porzione tallonare 8 della tomaia 2, preferibilmente fino all’altezza della fascia di tensionamento posteriore 6, ed è dimensionata in modo tale da poter accogliere la parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio il segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12.
Preferibilmente la scanalatura verticale 15 è inoltre dimensionata in modo tale da contenere interamente la parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio il segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12.
In altre parole, la scanalatura verticale 15 ha una profondità superiore allo spessore locale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio del segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12, in modo tale che la fascia di tensionamento sagittale 12 non affiori all’esterno dell’inserto protettivo posteriore 14.
Più in dettaglio, la scanalatura verticale 15 ha preferibilmente una forma sostanzialmente complementare a quella della parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio del segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’inserto protettivo posteriore 14 è preferibilmente realizzato tramite stampaggio ad iniezione, ed è preferibilmente realizzato in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) preferibilmente compresa tra 80 e 130 ShoreA.
Il funzionamento della scarpa da arrampicata 1 è facilmente desumibile da quanto sopra scritto, e non necessita di ulteriori spiegazioni.
I vantaggi derivanti dalla presenza della fascia di tensionamento sagittale 12 sono notevoli.
Prove sperimentali hanno evidenziato che una fascia di tensionamento sagittale 12 estendentesi senza soluzione di continuità dalla punta 7 della calzatura fino alla fascia di tensionamento posteriore 6, obbliga la punta del piede dell’ utilizzatore ad incurvarsi verso il basso in modo più pronunciato, migliorando la capacità contenitiva della calzatura.
In aggiunta la fascia di tensionamento sagittale 12, agendo direttamente sulla punta 7 della tomaia 2, permette di mantenere il piede dell’utilizzatore in una postura arcuata più conforme alla morfologia del piede, migliorando enormemente il confort di calzata.
Risulta infine chiaro che alla scarpa da arrampicata 1 sopra descritta ed illustrata possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, il segmento nastriforme anteriore della fascia di tensionamento sagittale 12 potrebbe sovrapporsi ed unirsi saldamente alla fascia di tensionamento anteriore 5 che, in questo caso, sarebbe priva dell’intaglio oblungo 13.
In una diversa forma di realizzazione, inoltre, la scarpa da arrampicata 2 può comprendere, in sostituzione dell’inserto protettivo posteriore 14, una coppia di inserti protettivi laterali preferibilmente sagomati sostanzialmente a forma di valva di conchiglia, che sono fissati saldamente sulla parte posteriore della tomaia 2 da bande opposte della parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio del segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12, in modo tale da coprire le aree dei due fianchi laterali 1 della tomaia 2 che fiancheggiano il calcagno del piede dell’utilizzatore.
Preferibilmente i due inserti protettivi laterali sono inoltre contigui/adiacenti alla parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio al segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12.
In questa seconda forma di realizzazione, pertanto, la parte terminale della fascia di tensionamento sagittale 12, o meglio il segmento nastriforme posteriore della fascia di tensionamento sagittale 12, è fissato direttamente sulla tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, o meglio sulla porzione tallonare 8 della tomaia 2.
Claims (14)
1. Scarpa da arrampicata (1) comprendente: una tomaia (2) sagomata in modo tale da coprire completamente il piede dell’utilizzatore; una suola (3) che è fissata sul fondo (4) della tomaia (2) in modo tale da coprire la parte anteriore del fondo (4); ed una fascia di tensionamento posteriore (6) in materiale elastomerico, che è piegata sostanzialmente ad U ed è fissata sulla parte posteriore della tomaia (2) in modo tale da coprire la zona della tomaia (2) immediatamente soprastante la porzione tallonare (8) della tomaia (2), e poi estendersi obliquamente lungo i due fianchi laterali (11) della tomaia (2) verso la suola (3);
la scarpa da arrampicata (1) essendo caratterizzata dal fatto di comprendere anche una fascia di tensionamento sagittale (12) sostanzialmente nastriforme ed in materiale elastomerico, che si estende longitudinalmente sulla parte inferiore della tomaia (2), dalla punta (7) della tomaia (2) fino alla fascia di tensionamento posteriore (6), attraversando in successione il fondo (4) e la porzione tallonare (8) della tomaia (2) rimanendo al disotto della suola (3), ed è fissata saldamente alla tomaia (2) sostanzialmente per tutta la sua lunghezza.
2. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1, in cui la fascia di tensionamento sagittale (12) si unisce al segmento centrale della fascia di tensionamento posteriore (6).
3. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui la fascia di tensionamento sagittale (12) ha una larghezza (l) sempre localmente inferiore alla larghezza del fondo (4) della tomaia (2).
4. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui il segmento nastriforme anteriore della fascia di tensionamento sagittale (12) è piegato ad uncino verso l’alto, ed è fissato sulla tomaia (2) in modo tale da sporgere dalla porzione tarso-falangea (4a) del fondo (4) e poi risalire lungo la punta (7) della tomaia (2), verso la apertura superiore di calzata (9) della tomaia (2).
5. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la scarpa comprende anche una fascia di tensionamento anteriore (5) in materiale elastomerico, che è piegata sostanzialmente ad U ed è fissata saldamente sulla punta (7) della tomaia (2) in modo tale da circondare la parte anteriore del fondo (4) della tomaia (2), unendosi saldamente alla suola (3); la fascia di tensionamento posteriore (6) estendendosi lungo i due fianchi laterali (11) della tomaia (2) fino a congiungersi alla fascia di tensionamento anteriore (5).
6. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 5, in cui le due estremità (5a) della fascia di tensionamento anteriore (5) si prolungano sul fondo (4) della tomaia (2) una verso l’altra, in corrispondenza del confine tra la porzione tarso-falangea (4a) e la porzione arco-plantarea (4b) del fondo (4), e la fascia di tensionamento sagittale (12) si estende al disopra di dette estremità (5a) della fascia di tensionamento anteriore (5).
7. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 5 o 6, in cui il segmento nastriforme anteriore della fascia di tensionamento sagittale (12) impegna un corrispondente intaglio oblungo (13) realizzato nella fascia di tensionamento anteriore (5), in modo tale da rimanere a diretto contatto con la tomaia (2).
8. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui le due estremità (6a) della fascia di tensionamento posteriore (6) si estendono sul fondo (4) della tomaia (2) una verso l’altra, in corrispondenza della porzione arco-plantarea (4b) del fondo (4) della tomaia (2), e la fascia di tensionamento sagittale (12) si estende al disopra di dette estremità (6a) della fascia di tensionamento posteriore (6).
9. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la suola (3) è sagomata/ dimensionata in modo tale da coprire la porzione tarsofalangea (4a) ed opzionalmente anche una parte limitata della porzione arco-plantarea (4b) del fondo (4) della tomaia (2).
10. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la scarpa comprende anche un inserto protettivo posteriore (14) in materiale polimerico morbido e flessibile, che è sagomato sostanzialmente a forma di guscio concavo, ed è fissato saldamente sulla parte posteriore della tomaia (2) in modo tale da abbracciare e proteggere il calcagno del piede dell’utilizzatore; la fascia di tensionamento sagittale (12) estendendosi al disopra di detto inserto protettivo posteriore (14).
11. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 10, in cui detto inserto protettivo posteriore (14) è dotato di una scanalatura verticale (15) che si estende sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria della calzatura, lungo la parte dell’inserto protettivo posteriore (14) che copre la porzione tallonare (8) della tomaia (2), ed è dimensionata in modo tale da poter accogliere la parte terminale della fascia di tensionamento sagittale (12).
12. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 11, in cui la scanalatura verticale (15) dell’inserto protettivo posteriore (14) è dimensionata in modo tale da contenere interamente la parte terminale della fascia di tensionamento sagittale (12).
13. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fascia di tensionamento sagittale (12) si estende sul fondo (4) della tomaia (2) rimanendo sostanzialmente a cavallo della linea di mezzeria del medesimo fondo (4) della tomaia (2).
14. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fascia di tensionamento sagittale (12) ha una larghezza (l ) sostanzialmente costante lungo tutto il fondo (4) della tomaia (2).
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