IT201800004284A1 - Dispositivo a lancetta per uno strumento indicatore, in particolare per un veicolo - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

del brevetto per invenzione industriale dal titolo:

“DISPOSITIVO A LANCETTA PER UNO STRUMENTO INDICATORE, IN PARTICOLARE PER UN VEICOLO”

La presente invenzione è relativa ad un dispositivo a lancetta per uno strumento indicatore, in particolare per un veicolo.

Com’è noto, i quadri strumenti per veicoli sono provvisti di strumenti indicatori per fornire informazioni numeriche al conducente, ad esempio informazioni sulla velocità del veicolo ed sul regime di rotazione del motore termico. Tali strumenti, in genere, sono provvisti di un quadrante, avente una serie di tacche e/o numeri, e di un dispositivo a lancetta di tipo rotante ed avente un corpo realizzato in materiale guida-luce. Tale corpo comprende un mozzo, incernierato attorno ad un asse per ruotare sotto l’azione di un motore, ed una lancetta che sporge radialmente dal mozzo in modo da indicare la tacca o numero corrispondente all’informazione da fornire al conducente.

La faccia frontale della lancetta è luminosa, almeno in condizioni operative di guida notturna, grazie ad una o più sorgenti luminose disposte in prossimità del mozzo al di sotto del quadrante.

Nell’ambito di queste soluzioni, il brevetto EP0967465 prevede un cappuccio montato sul mozzo ed uno schermo che riveste inferiormente il mozzo per evitare la formazione di aloni luminosi sul quadrante. Il cappuccio è interamente opaco, per cui impedisce completamente il passaggio di luce verso il conducente in corrispondenza del mozzo del corpo guida-luce.

In EP0984249, il cappuccio è co-stampato o sovrastampato sul mozzo in modo da formare un pezzo unico con quest’ultimo e ha una sporgenza che impegna un recesso realizzato nel materiale guida-luce del mozzo stesso. Anche in questo caso, il cappuccio impedisce il passaggio di luce verso il conducente in corrispondenza del mozzo del corpo guida-luce.

EP3187834 è relativo a due diverse soluzioni in cui il cappuccio lascia passare luce verso il conducente, ossia definisce una zona illuminabile che, in particolare, ha forma circolare. In una di tali soluzioni, il cappuccio è formato da due pezzi distinti separati tra loro, definenti rispettivamente il perimetro esterno ed il perimetro interno della zona illuminabile. Questa soluzione è scarsamente soddisfacente in quanto il numero di componenti del dispositivo a lancetta è maggiore. Nell’altra soluzione, il cappuccio è realizzato tramite stampaggio di un corpo trasparente a cui viene applicato un rivestimento opaco nelle parti che devono bloccare la trasmissione della luce, ossia in tutto il cappuccio fatta eccezione per la suddetta zona illuminabile di forma circolare. Anche questa soluzione è scarsamente soddisfacente, in quanto richiede operazioni aggiuntive durante il processo produttivo per rivestire il cappuccio con materiale opaco.

Scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo a lancetta per uno strumento indicatore, in particolare per un veicolo, che quale consenta di risolvere in modo semplice ed economico gli inconvenienti sopra esposti, in particolare che renda luminosa una zona definita dal cappuccio tramite un numero limitato di componenti, senza la stretta necessità di lavorazioni aggiuntive dopo lo stampaggio, con una luminosità che sia il più possibile uniforme e senza disturbi, e/o che preferibilmente possa essere montato in modo semplice e minimizzando gli errori di montaggio.

Secondo la presente invenzione viene realizzato un dispositivo a lancetta per uno strumento indicatore, in particolare per un veicolo, come definito nella rivendicazione 1.

L'invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:

- la figura 1 è una prospettiva, con parti asportate per chiarezza, di uno strumento indicatore, in particolare per un veicolo, provvisto di una preferita forma di attuazione del dispositivo a lancetta secondo la presente invenzione;

- le figure 2A, 2B e 2C rispettivamente mostrano in prospettiva i componenti del dispositivo a lancetta di figura 1;

- la figura 3 è una prospettiva del dispositivo a lancetta, mostrato in scala ingrandita ed in spaccato secondo un piano di sezione indicato dalla linea III-III di figura 1;

- le figure 4 e 5 sono diverse prospettive del dispositivo a lancetta, mostrato in spaccato secondo piani di sezione indicati rispettivamente dalle linee IV-IV e V-V di figura 3;

- la figura 6 mostra il componente di figura 2B in prospettiva dal basso.

In figura 1, il numero di riferimento 1 indica un dispositivo a lancetta facente parte di uno strumento indicatore 2 (parzialmente illustrato), in particolare per un veicolo (non illustrato).

Lo strumento indicatore 2 comprende una struttura fissa 3, la quale costituisce parte di un quadro strumenti del veicolo, ha una cavità interna 4 e comprende un quadrante 5 avente una faccia frontale 6 rivolta dalla parte opposta rispetto alla cavità 4, ossia verso l’esterno dello strumento 2 e, quindi, verso un conducente del veicolo. La faccia 6 ha una pluralità di tacche e/o numeri (non illustrati) per permettere al dispositivo 1 di fornire una informazione numerica sul funzionamento del veicolo.

Il dispositivo 1 comprende un corpo 10, il quale è definito da un pezzo unico, costituito da un materiale guida-luce di tipo noto. Il corpo 10 comprende un albero 11, il quale ha un asse 12, si estende nella cavità 4 ed assialmente attraverso il quadrante 5 ed è girevole attorno all’asse 12 per effetto dell’azionamento di un attuatore (non illustrato). In particolare, tale attuatore è definito da un motore elettrico disposto dietro alla struttura 3 ed aziona un albero rotante 14 che si estende nella cavità 4 ed è coassiale e fisso rispetto all’albero 11.

La cavità 4 ospita almeno una sorgente luminosa 15, ad esempio un LED, il quale è direttamente affacciato ad una superficie esterna libera 16 dell’albero 11, per cui la luce emessa dalla sorgente 15 entra attraverso la superficie 16 nel materiale guida-luce e viene trasmessa da quest’ultimo in tutto il corpo 10.

Con riferimento alla figura 3, il corpo 10 comprende, inoltre, un mozzo 17, il quale è coassiale all’albero 11 ed è disposto in corrispondenza di una estremità assiale 18 dell’albero 11 ed all’esterno della cavità 4. Il mozzo 17 comprende una piastra di base 19 da cui sporge assialmente l’albero 11. La piastra di base 19 ha perimetro esterno di forma preferibilmente circolare ed è delimitata assialmente da una superficie posteriore 19a che è rivolta verso la faccia 6 e l’albero 11 ed è almeno parzialmente coperta da uno schermo 20, realizzato di materiale in grado di bloccare il passaggio della luce. Tale materiale può essere otticamente di tipo assorbente o di tipo riflettente. In questo caso, lo schermo 20 impedisce alla luce emessa dalla superficie 19a di arrivare alla faccia 6 e quindi di formare aloni luminosi sulla faccia 6.

Nell’esempio illustrato, visibile anche in figura 2C, lo schermo 20 è definito da una piastra di forma anulare che è sovrapposta alla superficie 19a, è coassiale al mozzo 17 e ha un foro passante 21 impegnato dall’estremità 18. Più in dettaglio, tale piastra costituisce parte di un pezzo 22 che è separato dal corpo 10 ed è fissato direttamente o indirettamente al mozzo 17.

Nel seguito verrà descritta una modalità preferita di fissaggio, che prevede l’uso di una pluralità di fori 20a ricavati in modo passante attraverso lo schermo 20, parallelamente all’asse 12.

In particolare, il pezzo 22 comprende, inoltre, un collare 23, il quale sporge da un bordo anulare interno dello schermo 20 ed è calzato attorno all’estremità 18 per impedire alla luce emessa dall’estremità 18 di arrivare alla faccia 6 e quindi formare aloni luminosi.

Preferibilmente, il pezzo 22 comprende, inoltre, un dente 22a, il quale è disposto lungo un bordo anulare esterno dello schermo 20 e sporge da una faccia 20b dello schermo 20 parallelamente all’asse 12 ed in verso opposto al collare 23. Ancor più preferibilmente, il pezzo 22 comprende un dente 22b, il quale è diametralmente opposto al dente 22a, sporge radialmente dal bordo anulare esterno dello schermo 20, senza sporgere assialmente dalla faccia 20b.

Con riferimento alla figura 2A, il corpo 10 comprende, inoltre, una lancetta 27, la quale sporge verso l’esterno rispetto al mozzo 17 lungo un asse radiale 28 è definita da una faccia posteriore 29 (figura 3), rivolta verso la faccia 6; da una faccia frontale 30 opposta alla faccia 29; e da due facce laterali 31 opposte tra loro. In particolare, come visibile in figura 3, la faccia 29 si estende a prolungamento della superficie 19a ed è appoggiata sulla superficie 20b e sul dente 22b.

Preferibilmente, il corpo 10 comprende una coda 32, la quale sporge dal mozzo 17 lungo l’asse 28 in senso opposto alla lancetta 27 ed è definita da una faccia posteriore 33 rivolta verso lo schermo 20 e la faccia 6; da una faccia frontale 34 opposta alla faccia 33; e da due facce laterali 35 opposte tra loro (figura 2A).

Preferibilmente, le facce 29 e/o 33 sono trattate, lavorate o coperte, ad esempio da un rivestimento di materiale riflettente, per meglio convogliare la luce nella lancetta 27 e nella coda 32 e per evitare dispersione di luce verso il quadrante 5. Eventualmente, le facce 30 e/o 34 e/o le aree 24 possono essere trattate, lavorate e/o coperte da un rivestimento in modo tale da generare effetti ottici particolari, ad esempio generare una particolare colorazione.

Vantaggiosamente, la faccia 33 è appoggiata sul dente 22a e, in corrispondenza dell’accoppiamento, ha una forma complementare a quella del dente 22a: ad esempio, la faccia 33 è inclinata rispetto alla superficie 20b. Grazie a questa forma complementare, il dente 22b si accoppia alla coda 32, ma non si può accoppiare in modo corretto alla faccia 29 della lancetta 27, per cui durante le fasi di montaggio consente di evidenziare se il pezzo 22 è stato montato nell’orientamento corretto rispetto al mozzo 17, oppure se è stato montato con orientamento errato, ruotato di 180° attorno all’asse 12.

Con riferimento alla figura 2A, dalla parte assiale opposta rispetto alla superficie 19a, il mozzo 17 ha almeno una superficie di emissione di luce, trasversale all’asse 12 e, in particolare, formata da due aree 24 separate e diametralmente opposte tra loro. Più in dettaglio, le aree 24 hanno una forma ad arco di circonferenza, con centro coincidente con l’asse 12. Le aree 24, in uso, emettono luce che è visibile all’esterno del dispositivo 1.

Il mozzo 17 comprende una porzione di trasmissione di luce, che sporge dalla piastra di base 19 parallelamente all’asse 12, termina assialmente con le aree 24 e, nello specifico, è definita da due pareti 25 disposte in posizioni diametralmente opposte tra loro in corrispondenza del perimetro esterno della piastra di base 19. Preferibilmente, come visibile in figura 4, in corrispondenza del perimetro esterno della superficie 19a, il mozzo 17 ha due smussi 19b definenti una superficie di riflessione, in genere denominata “prisma”, per dirigere la luce nelle pareti 25 verso le aree 24. Le pareti 25 poi guidano la luce dagli smussi 19b fino alle aree 24 senza ulteriori riflessioni.

Le pareti 25 comprendono rispettive porzioni di estremità 25a che sono affacciate in direzione circonferenziale alle facce 31 e sono separate dalle facce 31 tramite rispettivi spazi o “gap” 26a. In posizione diametralmente opposta, le pareti 25 comprendono rispettive porzioni di estremità 25b che sono affacciate in direzione circonferenziale alle facce 35 e sono separate dalle facce 35 tramite rispettivi spazi o “gap” 26b.

Di conseguenza, le aree 24 sono distanziate dalla faccia 30 e dalla faccia 34.

Ancora con riferimento alla figura 2A, le pareti 25 e la piastra di base 19 delimitano una cavità 37, che in particolare ha forma sostanzialmente cilindrica. Il mozzo 17 comprende, inoltre, una porzione di riflessione della luce 38, la quale è alloggiata nella cavità 37 e sporge assialmente dalla piastra di base 19 in senso opposto all’albero 11, ossia dalla stessa parte in cui sporgono le pareti 25. Come visibile in figura 3, la porzione 38 unisce la lancetta 27 alla coda 32 ed è delimitata assialmente da superfici di riflessione 39, in genere denominate “prismi”, che sono posizionate e sagomate in modo tale da riflettere la luce che proviene dall’albero 11 verso le facce 30 e 34, le quali pertanto diventano luminose in uso. Tale illuminazione ha la funzione tecnica di rendere visibile la lancetta 27 al conducente, in particolare in condizioni di guida notturna, mentre l’illuminazione della coda 32 ha principalmente una funzione estetica.

Con riferimento alle figure 2B, 4 e 6, il dispositivo 1 comprende, inoltre, un singolo cappuccio 42, il quale è distinto dal corpo 10 e dal pezzo 22, è montato sul mozzo 17 in posizione fissa ed è definito da un pezzo unico, ottenuto ad esempio tramite stampaggio di materiale plastico.

Il cappuccio 42 blocca la trasmissione della luce, ma ha due aperture passanti 43 che sono allineate con le aree 24 del mozzo 17 per consentire a rispettivi flussi di luce di uscire attraverso il cappuccio 42 e quindi fare percepire all’esterno la luce emessa dalle aree 24, in aggiunta alla luce emessa dalla lancetta 27 e dalla coda 32. In particolare, le aperture passanti 43 hanno sostanzialmente la medesima forma delle aree 24; principalmente, la luce emessa attraverso le aperture passanti 43 svolge una funzione estetica.

Preferibilmente, il cappuccio 42 è costituito di materiale in grado di bloccare la luce. Secondo una variante non illustrata, il cappuccio 42 è costituito da materiale ricoperto da un rivestimento in grado di bloccare la luce.

Il cappuccio 42 ha una forma esterna sostanzialmente a tazza rovesciata. In particolare, il cappuccio 42 comprende una parete intermedia 44, che è trasversale all’asse 12 ed è disposta radialmente all’interno rispetto alle aree 24, ed una porzione laterale che è disposta radialmente all’esterno rispetto alle aree 24, circonda le pareti 25 e, nello specifico, è costituita da due pareti laterali 45 diametralmente opposte tra loro. La parete 44 chiude la cavità 37, in posizione opposta ed assialmente affacciata alla piastra di base 19, mentre le pareti 45 terminano, in direzione circonferenziale, con rispettive estremità 45a, definenti tra loro una fenditura 46a, e con rispettive estremità 45b diametralmente opposte rispetto alle estremità 45b e definenti tra loro una fenditura 46b. Le fenditure 46a e 46b sono allineate tra loro e passanti lungo l’asse 28: la fenditura 46a è attraversata dalla lancetta 27, mentre la fenditura 46b è attraversata dalla coda 32.

In particolare, in corrispondenza della fenditura 46a, il cappuccio 42 comprende una coppia di appendici 47a che sporgono dalle estremità 45a parallelamente all’asse 28 verso l’esterno, di fianco alle facce 31, in modo da prolungare l’estensione radiale della fenditura 46a. Analogamente, in corrispondenza della fenditura 46b, il cappuccio 42 comprende una coppia di appendici 47b che sporgono dalle estremità 45b verso l’esterno parallelamente all’asse 28, di fianco alle facce 35, in modo da prolungare l’estensione radiale della fenditura 46b.

Secondo un aspetto della presente invenzione, il cappuccio 42 comprende porzioni di collegamento 50a e 50b, che uniscono un bordo esterno della parete 44 alle estremità 45a e, rispettivamente, 45b. in particolare, due porzioni 50a sono previste in corrispondenza degli spazi 26a, in modo da coprire questi ultimi, e sono distanziate tra loro in direzione circonferenziale in modo da lasciare scoperta e visibile dall’esterno una zona della faccia 30. Analogamente, due porzioni 50 sono previste in corrispondenza degli spazi 26a, in modo da coprire questi ultimi, e sono distanziate tra loro in direzione circonferenziale in modo da lasciare scoperta e visibile dall’esterno una zona della faccia 34.

Le aperture passanti 43 sono quindi delimitate radialmente verso l’interno dalla parete 44, radialmente verso l’esterno dalle pareti 45, e in direzione circonferenziale dalle porzioni 50a e 50b.

Con riferimento alle figure 5 e 6, il cappuccio 42 comprende, inoltre, due pareti di schermo 53 che sporgono nella cavità 37, dalla parete 44 verso la piastra di base 19, preferibilmente in direzione parallela all’asse 12, in modo da frapporsi radialmente tra la porzione 38 e, rispettivamente, le pareti 25. Le pareti 53 preferibilmente hanno una altezza tale da andare in appoggio contro la piastra di base 19.

In questo modo, la parte di luce che esce dalla porzione 38 nella cavità 37 non raggiunge le aree 24, per cui vengono limitati i disturbi e/o alterazioni di luminosità delle aree 24. In altre parole, la quantità di luce che arriva alle aree 24 è determinata essenzialmente dalle caratteristiche ottiche della piastra di base 19 e degli smussi 19b, in modo indipendente dalle caratteristiche ottiche della porzione 38.

Per quanto riguarda le caratteristiche ottiche della piastra di base 19, quest’ultima preferibilmente è provvista di recessi 54 (fig. 2A e 5) che alterano il passaggio di luce verso le pareti 25 e hanno posizioni e/o dimensioni e/o forme tali da rendere uniforme la luce emessa dalle aree 24.

Come visibile in figura 6, le pareti 53 sono unite alle estremità 45a tramite rispettive pareti di collegamento e di schermo 55a e alle estremità 45b tramite rispettive pareti di collegamento e di schermo 55b. Le pareti 55a e 55b sono parallele all’asse 28: in particolare, si estendono come prolungamento delle pareti 53 e sono sostanzialmente allineate con le appendici 47a e, rispettivamente, 47b parallelamente all’asse 28. Le pareti 55a e 55b sporgono dalle porzioni 50a e, rispettivamente, 50b, preferibilmente fino alla piastra di base 19, in modo da impegnare gli spazi 26a e, rispettivamente, 26b su lati opposti della lancetta 27 e, rispettivamente, della coda 32.

Secondo una variante non illustrata, la coda 32 è assente, per cui gli spazi 26b e le fenditure 46b possono essere anch’esse assenti. In altre parole, senza la coda 32, le pareti 45 possono essere sostituite da una singola parete laterale che è continua in direzione circonferenziale in corrispondenza delle estremità 45b, e/o le pareti 25 possono essere sostituite da una singola parete che è continua in direzione circonferenziale in corrispondenza delle estremità 25b, senza le pareti di raccordo 55b ed eventualmente le porzioni 50b.

Con riferimento alla figura 3, il cappuccio 42 comprende un dente 57, il quale sporge dalla parete 44 verso la piastra di base 19 in modo da impegnare una sede 58 definita dalla porzione 38 e dalla coda 32. In posizione diametralmente opposta, la porzione 38 è priva di una analoga sede, per cui il dente 57 interferisce con la porzione 38 e/o con la lancetta 27 se il cappuccio 42 viene montato sul mozzo 17 con orientamento errato, ruotato di 180° attorno all’asse 12. In altre parole, se il cappuccio 42 venisse montato con orientamento errato durante l’assemblaggio del dispositivo 1, il cappuccio 42 rimarrebbe inclinato rispetto all’asse 12, a causa di tale interferenza per mettere in evidenza l’errato montaggio.

Vantaggiosamente, il cappuccio 42 non è fissato direttamente al mozzo 17, ma è fissato al pezzo 22 in modo tale da trattenere assialmente il mozzo 17 tra lo schermo 20 e le pareti 53. In particolare, con riferimento alle figure 4 e 6, il cappuccio 47 comprende una pluralità di perni 60 che attraversano rispettivi fori passanti 61 ricavati nella piastra di base 19 e sono fissati allo schermo 20. Ad esempio, i perni 60 impegnano i fori 20a dello schermo 20 e hanno rispettive estremità 63 che sono disposte al di sotto dello schermo 20 e sono acciaccate o allargate in modo da definire uno spallamento di arresto per lo schermo 20.

Preferibilmente, i perni 60 sporgono dalle pareti 53 e/o dalle pareti 55a,55b.

Preferibilmente, con riferimento alla figura 2A, i fori 61 sono ricavati in prossimità degli spazi 26a e 26b, in modo da non interferire con la luce che viene trasmessa attraverso la piastra di base 19a verso le pareti 25 in direzione radiale rispetto all’asse 12.

Altri sistemi di fissaggio meccanico possono essere previsti per accoppiare il cappuccio 42 al corpo 10. I sistemi di fissaggio meccanico non includono tecniche di co-stampaggio e di sovrastampaggio, che devono essere evitate per impedire che il materiale del cappuccio 42 diventi integrale al materiale guida-luce del corpo 10 e quindi generi assorbimenti e/o disturbi nella trasmissione e riflessione della luce nel corpo 10 stesso. Come sistemi di fissaggio in alternativa o in combinazione a quello illustrato, si può prevedere che il pezzo 22 sia agganciato a denti portati dalle porzioni 45; e/o che il cappuccio 42 sia termo-saldato al pezzo 22; e/o che il cappuccio 42 sia fissato direttamente al mozzo 17, ad esempio tramite gli stessi perni 60.

Come ulteriore variante, non illustrata, lo schermo 20 è definito da un rivestimento applicato sulla faccia 19a, ed eventualmente anche sull’estremità 18 dell’albero 11. In particolare, tale rivestimento è definito da materiale riflettente per meglio convogliare la luce nella piastra di base 19 ed evitare dispersione di luce verso il quadrante 5. Ad esempio, tale rivestimento è applicato tramite stampaggio a caldo, oppure tramite serigrafia.

Da quanto sopra esposto sono evidenti i vantaggi del dispositivo 1.

Innanzi tutto, le porzioni 50a e 50b e le pareti 55a e 55b consentono di formare il cappuccio 42 in un pezzo unico, come accennato sopra, dal momento che collegano la parete 44 alle pareti 45, per cui il numero di componenti del dispositivo 1 è estremamente limitato. A sua volta, il numero limitato di componenti permette di ottenere una soluzione vantaggiosa dal punto di vista dei tempi e costi di fabbricazione e dal punto di vista della semplicità di montaggio.

Nel contempo, il cappuccio 42 lascia fluire verso l’esterno la luce attraverso le aperture passanti 43 senza filtrare tale luce e senza la stretta necessità di prevedere, sul cappuccio 42, fasi operative di copertura o di rivestimento dopo le fasi di fabbricazione (ossia dopo lo stampaggio).

Inoltre, le pareti 53, 55a e 55b svolgono la funzione di schermo per separare e rendere indipendenti tra loro, dal punto di vista ottico, i vari elementi del mozzo 17. Infatti, le varie parti del cappuccio 42 separano, in maniera netta l’uno dall’altro, i quattro componenti del corpo 10 che sono preposti ad emettere luce, ossia la lancetta 27, la coda 32 e le due pareti 25. In altre parole, grazie alla configurazione del mozzo 17 e del cappuccio 42, la luce viene trasmessa lungo flussi (l’uno verso la lancetta 27 e la coda 32, e l’altro verso le pareti 25) che sono sostanzialmente indipendenti l’uno dall’altro all’interno del corpo 10.

Altri vantaggi sono poi evidenti per un tecnico del settore sulla base delle caratteristiche descritte sopra.

Appare, infine, evidente che al dispositivo 1 descritto con riferimento alle figure allegate possono essere apportate modifiche e varianti che non esulano dal campo di protezione della presente invenzione, come definito nelle rivendicazioni allegate.

In particolare, la posizione, l’ampiezza e la sagoma delle aperture passanti 43 e delle aree 24 potrebbero essere diverse da quanto indicato a titolo di esempio; e/o le porzioni 50a e/o 50b potrebbero coprire le facce 30 e 34.

Infine, il dispositivo 1 potrebbe essere utilizzato in applicazioni diverse da quella veicolistica.

Claims (1)

1. RIVENDICAZIONI 1.- Dispositivo a lancetta (1) per uno strumento indicatore (2), in particolare per un veicolo; il dispositivo comprendendo: - un corpo guida-luce (10), il quale è definito da un pezzo unico, è costituito da materiale guida-luce, ha un asse di rotazione (12) e comprende: a) una superficie esterna (16) adatta a ricevere luce da una sorgente luminosa (15); b) un mozzo (17) comprendente una superficie di base (19a) ed una porzione di trasmissione di luce (25), la quale termina assialmente con almeno un’area di emissione di luce (24), dalla parte assiale opposta rispetto a detta superficie di base (19a); c) una lancetta (27), la quale sporge radialmente verso l’esterno da detto mozzo (17); - uno schermo (20), il quale copre almeno parzialmente detta superficie di base (19a) in modo da bloccare la luce trasmessa da detto mozzo (17); - un cappuccio (42), il quale è definito da un singolo pezzo separato da detto corpo guida-luce (10), è montato su detto mozzo (17) in posizione fissa e comprende: a) una porzione intermedia (44) disposta radialmente all’interno rispetto a detta porzione di trasmissione di luce (25); e b) una porzione laterale (45) che circonda detta porzione di trasmissione di luce (25); caratterizzato dal fatto che detto cappuccio (43) comprende, inoltre: - almeno una apertura passante (43) disposta radialmente tra detta porzione intermedia (44) e detta porzione laterale (45) ed allineata con detta area di emissione di luce (24) per consentire alla luce di uscire attraverso detto cappuccio (42); - porzioni di collegamento (50a,50b,55a,55b) che si estendono radialmente ed uniscono detta porzione intermedia (44) a detta porzione laterale (45). 2.- Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta almeno una apertura passante (43) è delimitata radialmente verso l’interno da detta porzione intermedia (44) e radialmente verso l’esterno da detta porzione laterale (45); dette porzioni di collegamento comprendendo prime porzioni di collegamento (50a,50b) che delimitano detta almeno una apertura passante (43) in direzione circonferenziale. 3.- Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta porzione laterale (45) comprende una coppia di prime porzioni di estremità (45a) definenti tra loro, in direzione circonferenziale, una prima fenditura (46a) attraversata radialmente da detta lancetta (27); dette prime porzioni di collegamento unendo detta porzione intermedia (44) a dette prime porzioni di estremità (45a). 4.- Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto corpo guida-luce (10) comprende, inoltre, una coda (32) che sporge da detto mozzo (17) in senso radiale opposto a detta lancetta (27); detta porzione laterale (45) comprendendo una coppia di seconde porzioni di estremità (45b) definenti tra loro, in direzione circonferenziale, una seconda fenditura (46b) attraversata radialmente da detta coda (32); dette prime porzioni di collegamento unendo detta porzione intermedia (44) a dette seconde porzioni di estremità (45b). 5.- Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta porzione di trasmissione di luce (25) comprende una coppia di terze porzioni di estremità (25a) che sono separate da detta lancetta (27), in direzione circonferenziale, tramite rispettivi primi spazi (26a); dette porzioni di collegamento comprendendo seconde porzioni di collegamento (55a) impegnanti, rispettivamente, detti primi spazi (26a). 6.- Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto corpo guida-luce (10) comprende, inoltre, una coda (32) che sporge da detto mozzo (17) in senso radiale opposto a detta lancetta (27); detta porzione di trasmissione di luce (25) comprendendo una coppia di quarte porzioni di estremità (25b) che sono separate da detta coda (32), in direzione circonferenziale, tramite rispettivi secondi spazi (26b); dette porzioni di collegamento comprendendo terze porzioni di collegamento (55b) impegnanti detti secondi spazi (26b). 7.- Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto mozzo (17) comprende: - una cavità (37) delimitata radialmente da detta porzione di trasmissione di luce (25); - una porzione di riflessione (38) che impegna detta cavità (37) ed è sagomata in modo da riflettere luce verso detta lancetta (27); detto cappuccio (42) comprendendo pareti di schermo (53) disposte in detta cavità (37) in modo da frapporsi radialmente tra detta porzione di riflessione (38) e detta porzione di trasmissione di luce (25). 8.- Dispositivo secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto corpo guida-luce (10) comprende, inoltre, una coda (32) che sporge da detto mozzo (17) in senso radiale opposto a detta lancetta (27); detto cappuccio (42) comprendendo un dente (57), il quale sporge in detta cavità (37) in modo da impegnare una sede (58) definita dalla detta porzione di riflessione (38) e dalla detta coda (32).