ITVI20090191A1 - Dispositivo ortodontico con un sistema di fissaggio auto-legante per apparecchi ortodontici con una parte filiforme - Google Patents

Dispositivo ortodontico con un sistema di fissaggio auto-legante per apparecchi ortodontici con una parte filiforme Download PDF

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ITVI20090191A1
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IT
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orthodontic
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orthodontic device
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IT000191A
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Marco Benvegnu
Bortolo Giuliano Maino
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Hdc S R L
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Description

DISPOSITIVO ORTODONTICO CON UN SISTEMA DI FISSAGGIO AUTO-LEGANTE PER APPARECCHI ORTODONTICI CON UNA PARTE FILIFORME.
DESCRIZIONE
L’invenzione concerne un dispositivo ortodontico con un sistema di fissaggio auto-legante per apparecchi ortodontici con una parte filiforme che comprende un primo corpo provvisto di almeno una feritoia longitudinale per l’inserimento di detta parte filiforme e un secondo corpo applicabile su un dente o nella parte ossea della bocca su cui è situato detto primo corpo e un mezzo di arresto per bloccare detta parte filiforme di detti apparecchi ortodontici in detta feritoia.
Si premette che nella presente descrizione e nelle rivendicazioni per apparecchi ortodontici si deve intendere ogni dispositivo o parte di esso, come per esempio fili, placche, griglie, legature, molle, elastici, elementi di ancoraggio ecc. atti a effettuare correzioni di malformazioni dentarie.
Secondo la tecnica ortodontica attuale si applicano al dente da trattare una o più forze di intensità e direzioni prestabilite al fine di correggerne l’assetto stesso per ragioni estetiche o anche funzionalità masticatoria.
Le forze vengono trasmesse al dente da trattare tramite dispositivi ortodontici costituiti da elementi meccanici di trazione e/o spinta. Un dispositivo ortodontico molto importante è un bracket che viene applicato su un dente. Solitamente vengono applicati più brackets su più denti nell’arcata dentale. Questi brackets vengono collegati fra di esse attraverso un filo ortodontico che passa attraverso un canale o una feritoia che deve essere chiusa per evitare che il filo scappi da questa. Brackets o altri dispositivi ortodontici fissati sui denti possono essere collegati con per esempio fili, elastici, molle ulteriormente a impianti o mini-impianti endoossei, dispositivi TAD oppure a viti o miniviti infisse neM’osso alveolare, osso basale, palatino, zigomatico ecc. Queste viti fungono da ancoraggio e presentano un gambo filettato e avvitato all’osso e una testa di manovra provvista di mezzi di manovra per avvitare e svitare la vite stessa e di mezzi di fissaggio per apparecchi ortodontici.
Le viti ortodontiche vengono inserite nell’osso attraverso i tessuti molli e presentano la parte affiorante dalla gengiva o dalla mucosa orale conformata in modo tale da permettere l’applicazione di dispositivi di trattamento ortodontico, tra i quali elastici, molle e fili ortodontici.
Codeste viti possono essere in un solo pezzo e/o in due pezzi, uno rappresentato dalla parte che si inserisce nell’osso e con una porzione trasmucosa e l’altro rappresentato dalla porzione solamente extraossea fissabile alla prima con avvitamento, con pressione su base conica, con incastri e/o con una microvite accessoria.
La maggior parte dei brackets e delle viti ortodontiche tradizionali, dunque, permette il passaggio del filo o di altri apparecchi ortodontici, ma per bloccarlo è necessario un intervento manuale dell’operatore per legare il filo ortodontico con una legatura metallica e/o elastica alla struttura del bracket o alla testa della vite stessa o per piegare il filo attorno alla vite al fine di bloccarlo o per applicare tra il filo e il bracket o la testa della vite una sostanza che lo blocca, per esempio compositi o resine adatti.
Questo tipo di fissaggio mediante avvolgimento del filo o attraverso l’impiego di un secondo filo chiamato legatura o con l’applicazione di altre sostanze richiede tempo e non è molto pratico, soprattutto qualora la si debba eseguire in regioni scomode per l’operatore, p.
es. il palato o le zone molari. Talvolta si presenta il rischio di sfilamento del filo ortodontico dalla vite stessa. In quest’ultimo caso si ripresenterebbe la necessità di dover intervenire nuovamente, causando notevoli disagi al paziente stesso.
La domanda di brevetto italiana VI99A000241 descrive una vite in cui la testa di manovra dispone di una zona a diametro ridotto rispetto al diametro generale di una parte centrale cilindrica della testa di manovra. Ma anche in questo caso il bloccaggio è ancora poco pratico e richiede l’avvolgimento del filo attorno alla vite.
Viti particolarmente adatte al bloccaggio e al rilascio di fili ortodontici senza che richiedano ulteriori ausiliari di fissaggio come resine o elastici sono descritte p. es. nella domanda di brevetto italiano VI2008A000312 a nome dello stesso richiedente oppure nel documento W02008/045908 A2.
Quest’ultime vite ortodontiche presentano l’inconveniente che fissano il filo nella vite in modo tale che non possa uscire dalla vite ma dove contemporaneamente è consentito lo scorrimento del filo lungo la feritoia. Durante il fissaggio di dispositivi ortodontici uno scorrimento lungo la feritoia può essere vantaggiosa per posizionare meglio il dispositivo, però talvolta può essere vantaggioso che nella posizione finale l’elemento non si muova.
La presente invenzione intende superare tutti gli inconvenienti citati che si riscontrano nelle viti ortodontiche note.
In particolare, costituisce un primo scopo dell’invenzione di realizzare dispositivi ortodontici applicabili su denti o nella parte ossea della bocca in modo tale che abbiano sistemi di fissaggio auto-leganti per apparecchi ortodontici con una parte filiforme più semplificati rispetto agli sistemi noti per bloccare o sbloccare i dispositivi ortodontici, cioè di proporre dispositivi ortodontici con sistemi alternativi per il fissaggio auto-legante di apparecchi ortodontici con una parte filiforme senza l’utilizzo di ausiliari di fissaggio, come elastici, resine ecc.
Uno scopo molto importante è fornire un dispositivo ortodontico con un sistema di fissaggio per apparecchi ortodontici che permette di bloccare l’apparecchio ortodontico inserito e che è anche in grado di impedire, qualora richiesto, lo scorrimento del dispositivo ortodontico lungo il suo alloggiamento nella testa della vite.
E’ ancora scopo della presente invenzione di fornire dispositivi ortodontici con un sistema di fissaggio per apparecchi ortodontici che rende l'inserimento o la sostituzione di questi apparecchi ortodontici più facili e comodi per l’operatore.
Gli scopi suddetti sono raggiunti da un dispositivo ortodontico con un sistema di fissaggio auto-legante per apparecchi ortodontici con una parte filiforme che comprende un primo corpo provvisto di almeno una feritoia longitudinale per l’inserimento di detta parte filiforme e un secondo corpo applicabile su un dente o nella parte ossea della bocca su cui è situato detto primo corpo e un mezzo di arresto per bloccare detta parte filiforme di detti apparecchi ortodontici in detta feritoia e che è caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto è guidato in modo tale che sia reversibilmente posizionabile sopra detta parte filiforme di detto apparecchio ortodontico inseribile in detta feritoia longitudinale bloccando detta parte filiforme nello stato chiuso contro un movimento verticale rispetto all’estensione longitudinale di detta feritoia e consentendo nello stato aperto a detta parte filiforme un movimento verticale rispetto all’estensione longitudinale di detta feritoia.
Vantaggiosamente, con la semplice guida reversibile del mezzo di arresto sopra un apparecchio ortodontico inserito nella feritoia lo stesso viene facilmente bloccato o sbloccato. Il dispositivo ortodontico con il sistema di fissaggio secondo l’invenzione rende l’uso e il bloccaggio di apparecchi ortodontici molto semplice. La feritoia longitudinale può essere rettilinea ma anche curvata o piegata. Il primo corpo può anche contenere più di una feritoia, le feritoie essendo parallele o intersecanti fra di esse. La sezione trasversale della feritoia può essere di qualsiasi forma, come p. es. circolare o rettangolare. Il design del primo corpo può variare, cioè sono ipotizzabili corpi con sezioni circolari, rettangolari triangolari, esagonali ecc. Il secondo e il primo corpo possono essere fatti in un unico pezzo. Il mezzo di arresto è vantaggiosamente a forma di perno o a forma di piastra. Un mezzo d’arresto molto preferito è una forcella a due denti a forma di perni che hanno come la piastra una superficie di appoggio elevata.
In una variante molto preferita dell’invenzione il primo corpo è provvisto di almeno un foro passante praticato in una delle pareti che delimitano la feritoia e in cui l’asse passante attraverso detto foro si trova al di sopra di detta parte filiforme inseribile in detta feritoia. Il foro può essere p. es. circolare per accogliere un singolo perno, ma anche rettangolare per accogliere una piastra che può essere inserita e guidata sopra la parte filiforme dell’apparecchio ortodontico.
Vantaggiosamente a detto foro è associato un secondo foro passante o non passante praticato nella parete opposta che delimita la feritoia e in cui l’asse che attraversa detti due fori si trova al di sopra di detta parte filiforme inseribile in detta feritoia. Un secondo foro nella parete opposta permette una guida migliore del mezzo di arresto e offre un alloggiamento per incastrare il mezzo di arresto in detto secondo foro. Però il perno o la piastra può essere dotata di p. es. elementi sporgenti che si incastrano dietro il primo foro impedendo una facile uscita del perno o della piastra.
In un’altra variante dell’invenzione il primo corpo comprende ulteriori fori situati in dette pareti verticalmente o orizzontalmente accanto ai fori già presenti. In questo modo è possibile creare delle combinazioni di fori che permettono il passaggio di più perni contemporaneamente, come per esempio i denti di detta forcella. In funzione della configurazione dei fori la forcella può per esempio essere inserita con entrambi i denti al di sopra della parte filiforme o con un dente al di sopra e con l’altro dente al di sotto di detta parte filiforme.
Un altro aspetto dell’invenzione prevede il primo corpo comprende una rientranza per accogliere a scomparsa un’estremità di detto mezzo di arresto. Quell’estremità può per esempio essere la staffa che collega i due denti o perni della forcella oppure una testa di un perno riducendo l’ingombro e creando meno disagio nella bocca.
Molto vantaggiosamente il mezzo di arresto è dotato di mezzi d’incastro che dopo l’inserimento di detto mezzo di arresto lo bloccano in detto primo corpo. Sono ipotizzabili elementi sporgenti sul perno o sulla piastra che dopo l’inserimento nel foro o nei fori si incastrano dietro di questi ed evitano un’uscita del mezzo d’arresto. Questi mezzi d’incastro possono effettuare il bloccaggio dopo qualsiasi foro.
Preferibilmente nel mezzo d'arresto è praticato un foro accessibile nello stato chiuso dall’esterno per poter applicare un attrezzo al fine di estrarre detto mezzo di arresto.
In una variante molto preferita dell’invenzione detto mezzo di arresto è atto a fissare una parte filiforme con chiusura attiva nella rispettiva feritoia per evitare uno scorrimento della parte filiforme lungo la feritoia. Questa chiusura attiva è particolarmente importante nel caso di viti ortodontiche. Preferibilmente, il mezzo d’arresto è dotato nella zona di contatto con la parte filiforme di uno spessore maggiorato. Lo spessore maggiorato può essere realizzato come piano inclinato, piano curvo, cioè una classica convessità, oppure anche come un rilievo a sezione poligonale. Lo spessore maggiorato si estende su tutta la zona di contatto o solo su una parte di essa. Preferibilmente lo spessore maggiorato è realizzato in forma elastica, utilizzando per esempio materiali elastici. Nella zona dello spessore maggiorato il mezzo d’arresto preme la parte filiforme contro il fondo della feritoia e garantisce in tal modo il suo completo bloccaggio impedendo anche uno scorrimento dell’apparecchio ortodontico all’interno della feritoia. E’ raggiunto lo scopo di fornire un dispositivo di fissaggio che oltre a evitare che l’apparecchio ortodontico si svincoli dalla feritoia in aggiunta lo blocca contro uno scorrimento all’interno della feritoia. Particolarmente vantaggioso è uno spessore maggiorato incrementale che facilita lo scorrimento del mezzo d’arresto sopra l’apparecchio ortodontico, cioè che rende più facile la chiusura e l’apertura del sistema. In un’altra variante esecutiva del dispositivo ortodontico secondo l'invenzione, la chiusura attiva può essere realizzata se i due denti della forcella non sono paralleli fra di essi, ma divergenti e se vengono inseriti in modo tale in fori verticali praticati in detto primo corpo che la parte filiforme venga bloccata fra i due denti come in una forbice. Così la parte filiforme non può scorrere lungo la feritoia.
In una variante dell’invenzione detto primo corpo è collegato in modo staccabile a detto secondo corpo. In un’altra variante detto primo corpo è suddiviso in una parte superiore comprendente detta feritoia e in una parte inferiore staccabili fra di esse. Una struttura staccabile in più pezzi rende la sostituzione di apparecchi ortodontici più semplice e inoltre consente la sostituzione del primo corpo con un altro corpo più adatto alle esigenze del trattamento ortodontico senza dover rimuovere il secondo corpo dal suo posto.
Molto preferibilmente il dispositivo ortodontico è biocompatibile per non pregiudicare la salute del paziente e per non essere danneggiato da sostanze biologiche. Adatti come materiali per produrre tali dispositivi ortodontici sono metalli, particolarmente titanio e le sue leghe, come anche diversi materiali polimerici, ceramici, compositi. Apparecchi ortodontici inseribili con la loro parte filiforme nel dispositivo ortodontico secondo l’invenzione sono fili e/o placche e/o molle e/o elastici e/o griglie e/o elementi d’ancoraggio per altri dispositivi ortodontici.
Preferibilmente, detto primo corpo è essenzialmente cilindrico con sezione circolare o poligonale o ellittica. Una sezione poligonale o ellittica ha per esempio il vantaggio che un inserimento di un occhiello di un apparecchio ortodontico su questo primo corpo si sfila da questo soltanto se corpo e occhiello sono perfettamente coincidenti fra di essi.
In una variante particolarmente preferita dell'invenzione detto secondo corpo è un gambo filettato atto a essere avvitato all’interno della cavità orale formando insieme al primo corpo un dispositivo d’ancoraggio. Un esempio per un tale dispositivo d’ancoraggio è una vite ortodontica. In un’altra variante esecutiva detto secondo corpo è una base atta a essere applicata su un dente e formando insieme al primo corpo un bracket ortodontico. Cambiando il tipo del secondo corpo si riesce a ottenere una vasta gamma di dispositivi ortodontici differenti applicabili su un dente o nella parte ossea della bocca che sono in grado di bloccare una parte filiforme di un apparecchio ortodontico in forma auto-legante. La sezione del filo può avere sostanzialmente ogni forma immaginabile, fili ortodontici classici hanno sezioni circolari o rettangolari.
Varianti dell’invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti. Lo scopo e i vantaggi detti verranno meglio evidenziati durante la descrizione di preferite forme di esecuzione del dispositivo ortodontico secondo l’invenzione che vengono date a titolo esemplificativo e non limitativo con riferimento alle allegate tavole di disegno.
- Le fig. 1a-c sono delle viste prospettiche di un esempio d’esecuzione del dispositivo ortodontico secondo l’invenzione illustrando le fasi di chiusura;
- le fig. 2a-d sono delle viste laterali del dispositivo ortodontico rappresentato nelle fig. 1a-c, in cui le figg. 2a e b rappresentano lo stato aperto e le figg. 2c e d lo stato chiuso;
- le fig. 3a-b sono delle viste dall’alto sul dispositivo ortodontico secondo l’invenzione rappresentato nelle figg. 1a-c e 2a-d, in cui fig. 3a rappresenta lo stato aperto e fig. 3b lo stato chiuso;
- le fig. 4a-b mostrano un altro esempio esecutivo del dispositivo ortodontico delle figg. 1 a-c, 2a-d e 3a-b;
- la fig. 5 mostra una vista laterale esplosa del dispositivo ortodontico delle figg. 1a-c, 2a-d e 3a-b in un altro esempio esecutivo;
- la fig. 6 e la fig. 7 mostrano due ulteriori esempi esecutivi del dispositivo ortodontico in una vista laterale;
- la fig. 8 mostra come una forcella blocca un filo nel dispositivo ortodontico;
- la fig. 9 mostra un’applicazione particolarmente preferita di un dispositivo ortodontico secondo l’invenzione.
Nelle viste prospettiche delle fig. 1 a-c un dispositivo di ancoraggio è indicato complessivamente con 2. Il dispositivo di ancoraggio ha la forma di una vite e presenta un gambo filettato 4 e una testa di manovra 6. La testa di manovra 6 è suddivisa in una parte inferiore 8 e una parte superiore 10. In un esempio d’esecuzione non rappresentato la testa di manovra potrà consistere anche solo nella parte superiore. La parte inferiore 8 dell’esempio rappresentato è conica, ciò che facilita l’inserimento nella gengiva. Sono ipotizzabili anche altre forme, come p. es. una forma cilindrica. La parte superiore 10 presenta quattro fori 12. I fori sono praticati nelle pareti 14a e 14b che delimitano una feritoia 16 che si trova nella testa di manovra 6. I fori sono disposti a coppie di fori essenzialmente coincidenti e opposti fra di essi. La feritoia 16 serve ad alloggiare un apparecchio ortodontico 18 che nel caso rappresentato è un filo ortodontico. Contemporaneamente serve come fessura per l'inserimento di un attrezzo atto a manovrare la testa 6 e avvitare il dispositivo di fissaggio 2 nella cavità orale. Nell’esempio esecutivo rappresentato i mezzi di fissaggio sono una forcella 20 che è provvista di due denti 22 a forma di perni. Questi denti 22 sono inseribili a scorrimento attraverso di volta in volta una coppia di fori 12 opposti. La forcella 20 è dotata di una staffa 24 provvista di un foro 26. La parete 14b comprende un’apertura longitudinale 28 parallela alla feritoia 16 nella quale sparisce la staffa 24 della forcella 20 nello stato chiuso del dispositivo di fissaggio 2. La parete 14b è inoltre provvista di un canale 30 che si estende parallelamente all’asse della vite 2. Il canale 30 è accessibile dall’alto ed è in collegamento con l’apertura 28. Vantaggiosamente, un operatore riesce facilmente a estrarre la forcella 20 dalla testa 6 inserendo p. es. un perno attraverso il canale 30 nel foro 26 e tirando la forcella 20 verso l’esterno. E’ chiaro che la forma dei fori 12 per il passaggio dei denti 22 della forcella 20 può essere circolare, man non deve essere necessariamente circolare. Corrispondentemente alla forma della forcella 20 scelta sono ipotizzabili anche altre forme atte a fare passare la forcella 20. In altri esempi di esecuzione non rappresentati la forcella può avere anche più di due denti. Sono realizzabili anche viti 2 in cui il mezzo di fissaggio è un solo perno inseribile in un’unica coppia di fori. In questo caso sono preferiti perni leggermente allargati e fori corrispondentemente allungati. Anche le aperture per fare scomparire il mezzo di arresto nella testa della vite sono molteplici e facilmente adattabili dall’esperto alla forma del mezzo di arresto scelto. Lo stesso vale per il sistema che permette l’estrazione del mezzo di arresto dalla testa di manovra per aprire la feritoia. Qui sono ipotizzabili anche elementi sporgenti praticati sulla forcella che possono essere afferrati da attrezzi adatti. La forcella 20 dell’esempio esecutivo rappresentato è preferibilmente costituita da materiale con proprietà elastiche che consente di comprimere i denti 22 l’uno verso l’altro durante l'inserimento della forcella 20 nella testa 6. Successivamente all’inserimento si rilassano e aderiscono ai bordi dei fori 12 della parete 14a. La fig. 1a mostra il dispositivo di fissaggio 2 nello stato aperto. Nella fig. 1 b è stato inserito un filo ortodontico 18 nella feritoia 16. Nella fig. 1c la forcella 20 è stata completamente inserita nella testa di manovra 6. I denti 22 si trovano al di sopra del filo ortodontico 18 e impediscono un movimento verticale del filo 18 nella feritoia 16. Il corpo che costituisce la parte superiore della testa di manovra qui è approssimativamente a forma di cubo, ma può anche essere cilindrico o prismatico.
Nelle figure 2 a-d i numeri di riferimento corrispondono a quelli delle figg. 1a-c. La fig. 2a rappresenta il dispositivo ortodontico 2 in una vista laterale. L’osservatore guarda sulla parte anteriore della parete 14a. Attraverso i fori 12 si notano i denti 22 che non chiudono ancora la feritoia 16. La fig. 2b mostra la stessa situazione, ma rispetto alla fig. 2a la vite 2 è girata di 90°. L’osservatore guarda lungo l’estensione della feritoia 16. Nella fig. 2c la forcella 20 è stata completamente inserita. I denti 22 si trovano al di sopra di un filo ortodontico 18 inserito nella feritoia 16. Il filo 18 è bloccato contro un movimento verticale. Vantaggiosamente, le punte dei denti 22 sono provviste di mezzi d’incastro 32 che sporgono oltre il bordo dei fori 12 ed evitano un ritorno della forcella 20 nella posizione aperta. I mezzi di incastro possono essere di qualsiasi voglia tipo, ma possono anche mancare. I mezzi d’incastro evitano anche la perdita della forcella 20 nella posizione aperta, inserendosi dietro i bordi dei fori 12 della parete 14b. La fig. 2d corrisponde alla vista della fig. 2b, però rappresenta lo stato chiuso della vite 2.
Le figg. 3a e b mostrano nel caso della fig. 3a il dispositivo di fissaggio delle figure sopra descritte nello stato aperto e nel caso della fig. 3b nello stato chiuso. La forcella 20 nella posizione aperta lascia la feritoia 16 completamente libera. Nella posizione chiusa i denti 22 coprono un filo 18 inserito nella feritoia 16 e gli impediscono di sfilarsi. La staffa 24 è completamente compresa nella parte superiore 10 della testa 6 e rende la vite 2 così meno ingombrante. Visto che i denti 22 non sono perpendicolari alla staffa 24, la posizione dei fori può essere scelta in modo tale che i fori opposti non coincidano completamente, vale a dire che uno sia spostato leggermente rispetto all’altro per tener conto dell’estensione obliqua dei denti 22 rispetto alla staffa 24. Naturalmente, i denti possono anche essere paralleli fra di essi ed essere inseriti in fori che sono pienamente allineati fra di essi.
Elementi del dispositivo ortodontico che nella loro funzione e nelle loro caratteristiche corrispondono a corrispettivi elementi di un esempio d’esecuzione differente hanno gli stessi numeri di riferimento preceduti da una cifra diversa che indica l’esempio d’esecuzione.
Le figg. 4a e b mostrano la vite delle figg. 1a-c, 2a-d e 3a-b con una variante esecutiva della forcella. Rispetto alle figure 1a-c, 2a-d e 3a-b nella figg. 4a (stato chiuso) e 4b (stato chiuso) la forcella presenta dei denti 222 con una superficie convessa. Questa superficie convessa preme un apparecchio ortodontico 218 inserito nella feritoia 216 contro il fondo della stessa. In tal modo viene raggiunto uno scopo dell’invenzione: l’apparecchio ortodontico 218 non viene solo bloccato contro l’uscita dalla feritoia ma viene impedito anche lo scorrimento lungo la feritoia o quantomeno viene raggiunto il perfetto alloggiamento di fili ortodontici a sezione quadra o rettangolare.
La fig. 5 illustra in una vista laterale esplosa un esempio esecutivo per una vite 2 delle figg. 1a-c, 2a-d e 3a-b. Si illustra come la vite può essere realizzata per poter staccare i vari componenti. Il gambo filettato 4 generalmente viene avvitato nella parte ossea, mentre la parte inferiore 8 della testa di manovra 6 si trova nella gengiva del paziente. La parte superiore 10 sporge dalla gengiva. La parte inferiore 8 è di volta in volta dotata di un perno filettato 46 che può essere avvitato in un rispettivo foro filettato 44 praticato nel gambo 4.
Corrispondentemente la parte superiore 10 può essere provvista di un perno filettato 50 avvitabile in un rispettivo foro filettato 48 trovantisi nella parte inferiore 8. Un dispositivo ortodontico può essere dotato di entrambe le possibilità di separabilità, fra la parte superiore e la parte inferiore e fra il gambo e la parte inferiore oppure di solo una delle possibilità. I sistemi di accoppiamento dei singoli componenti non sono limitati a un avvitamento, sono ipotizzabili tutti i sistemi d’accoppiamento realizzabili, come quelli a scatto, a frizione ecc. I sistemi d’accoppiamento possono anche variare all'interno di una vite. La separabilità delle parti della vite può essere realizzata per qualsiasi dispositivo di ancoraggio secondo l’invenzione.
Le figure 6 e 7 mostrano viti 102 e 302 che rispetto alla vite prima descritta dispongono nel caso della fig. 6 di un solo foro 112 in una parete e nel secondo caso di due fori 312a e 312b che sono disposti uno sopra l’altro. Nel caso della fig. 6 si inserisce un solo perno per bloccare il filo, mentre nel caso della figura 7 si possono inserire due singoli perni oppure una forcella i cui denti si inseriscono sopra e sotto del filo.
Nella fig. 8 si osserva come la forcella 20 blocca un filo 18. I piani dei perni della forcella che appoggiano da sopra o da sotto del filo possono essere inclinati entrambi o singolarmente.
La fig. 9 infine mostra un’applicazione particolarmente preferita dell’invenzione. In un palato 407 su due molari 401 di una arcata dentale 400 sono stati attaccati delle bande ortodontiche 403. Queste bande sono collegate attraverso dei fili ortodontici 409 a due ganci 405 di un elemento d’ancoraggio 41. L’elemento d’ancoraggio 411 è fissato tramite due viti 402 secondo l’invenzione nel palato 407. Le viti 402 contengono nella feritoia rispettivamente una traversina 41 8a e una banda stretta 418b che delimitano delle asole 413. Le viti 402 sono particolarmente adatte per poter facilmente sostituire e inserire l’elemento d’ancoraggio. Nel caso del cedimento di una vite una semplice apertura della vite rimasta consente lo spostamento dell’elemento d’ancoraggio 411 lungo p. es. la traversina 418a senza doverlo staccare e il successivo fissaggio di una nuova vite in un punto adatto. Nel caso in cui la testa sia staccabile si può anche sostituirla facilmente con un altro dispositivo ortodontico avvitabile nel gambo rimasto nel palato.
Inutile dire che nella parte inferiore della testa di manovra possono essere presenti dei canali o delle rientranze atti a far passare altri apparecchi ortodontici, questo vale per tutti gli esempi d’esecuzione descritti e non descritti.
In qualsiasi variante esecutiva dell’invenzione le feritoie possono avere una sezione rettangolare per evitare il movimento di rotazione di apparecchi ortodontici con sezione rettangolare nella feritoia. Possibili sono anche altre sezioni, p. es. sezioni circolari. La separabilità del gambo dalla testa non è vincolata agli esempi d’esecuzione descritte.
Si comprende quindi, per quanto detto, che il dispositivo ortodontico in tutte le forme esecutive descritte e rappresentate supera effettivamente tutti gli inconvenienti citati che si riscontrano nei dispositivi di fissaggio noti e fornisce soluzioni alternative a dispositivi già noti.
In particolare si comprende che è stato realizzato un dispositivo ortodontico che presenta un sistema di fissaggio auto-legante semplice alternativo per bloccare o sbloccare apparecchi ortodontici senza l'utilizzo di ausiliari di fissaggio, come elastici, resine ecc.
E’ inoltre raggiunto lo scopo di fornire un dispositivo di fissaggio ortodontico che permette il bloccaggio dell’apparecchio ortodontico inserito e che contemporaneamente può impedire lo scorrimento dell’apparecchio ortodontico lungo il suo alloggiamento nel dispositivo ortodontico.
In più è stato realizzato un dispositivo di fissaggio che rende l’inserimento o la sostituzione di apparecchi ortodontici semplice e comodo per l’operatore.
Qualora in fase esecutiva al dispositivo ortodontico secondo l’invenzione dovessero essere apportate modifiche tali da rientrare nell’ambito delle rivendicazioni che seguono, tali modifiche e varianti si dovranno ritenere tutte protette dal presente brevetto.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1 ) Dispositivo ortodontico (2; 202; 102; 302) con un sistema di fissaggio auto-legante per apparecchi ortodontici con una parte filiforme (18; 218) comprendente: - un primo corpo (6; 206; 106; 306) provvisto di almeno una feritoia (16; 216) longitudinale per l'inserimento di detta parte filiforme (18; 218) e un secondo corpo (4; 204; 104; 304) applicabile su un dente o nella parte ossea della bocca su cui è situato detto primo corpo (6; 206; 106; 306) e - un mezzo di arresto (20; 220) per bloccare detta parte filiforme (18; 218) di detti apparecchi ortodontici in detta feritoia (16; 216), caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto (20; 220) è guidato in modo tale che sia reversibilmente posizionabile sopra detta parte filiforme (18; 218) di detto apparecchio ortodontico inseribile in detta feritoia (16; 216) longitudinale bloccando detta parte filiforme (18; 218) nello stato chiuso contro un movimento verticale rispetto all’estensione longitudinale di detta feritoia (16; 216) e consentendo nello stato aperto a detta parte filiforme (18; 218) un movimento verticale rispetto all’estensione longitudinale di detta feritoia (16; 216).
  2. 2) Dispositivo ortodontico secondo la rivendicazione 1 ) caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto (20; 220) è a forma di perno o a forma di piastra.
  3. 3) Dispositivo ortodontico secondo la rivendicazione 2) caratterizzato dal fatto che detto mezzo d’arresto comprende due perni che sono i due denti di una forcella (20; 220).
  4. 4) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (6; 206; 106; 306) è provvisto di almeno un foro (12; 212; 112; 312a, 312b) passante praticato in una delle pareti (14a, 14b; 214a, 214b) che delimitano la feritoia (16; 216) e in cui l'asse passante attraverso detto foro (12; 212; 112; 312a) si trova al di sopra di detta parte filiforme (18; 218) inseribile in detta feritoia (16; 216).
  5. 5) Dispositivo ortodontico secondo la rivendicazione 4) caratterizzato dal fatto che a detto foro (12; 212; 112; 312a, 312b) è associato un secondo foro passante o non passante praticato nella parete opposta che delimita la feritoia (16; 216) e in cui l’asse che attraversa detti due fori si trova al di sopra di detta parte filiforme (18; 218) inseribile in detta feritoia (16; 216).
  6. 6) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 4) o 5) caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (6; 206; 106; 306) comprende ulteriori fori situati in dette pareti (14a, 14b ; 214a, 214b) verticalmente o orizzontalmente accanto ai fori già presenti.
  7. 7) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (6; 206; 106; 306) comprende una rientranza (28) per accogliere a scomparsa un’estremità di detto mezzo di arresto (20; 220).
  8. 8) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto (20; 220) è dotato di mezzi d’incastro (25) che dopo l'inserimento di detto mezzo di arresto (20; 220) lo bloccano in detto primo corpo (6; 206; 106; 306).
  9. 9) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nel mezzo d’arresto (20) è praticato un foro (26) accessibile nello stato chiuso dall’esterno per poter applicare un attrezzo al fine di estrarre detto mezzo di arresto (20).
  10. 10) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto (20; 220) è atto a fissare una parte filiforme con chiusura attiva nella rispettiva feritoia per evitare uno scorrimento della parte filiforme lungo la feritoia.
  11. 11 ) Dispositivo ortodontico secondo la rivendicazione 10) caratterizzato dal fatto che detto mezzo d’arresto (220) è dotato nella zona di contatto con la parte filiforme di uno spessore maggiorato (242).
  12. 12) Dispositivo ortodontico secondo la rivendicazione 10) caratterizzato dal fatto che detto mezzo di arresto è una forcella a denti divergenti inseriti in modo tale in fori verticali praticati in detto primo corpo (306) che la parte filiforme venga bloccata fra i due denti come in una forbice.
  13. 13) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (6; 206; 106; 306) è collegato in modo staccabile a detto secondo corpo (4; 204; 104; 304).
  14. 14) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (6; 206; 106; 306) è suddiviso in una parte superiore (10; 210; 110; 310) comprendente detta feritoia (16; 216) e in una parte inferiore (8; 208; 108; 308) staccabili fra di esse.
  15. 15) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto secondo corpo (4; 204; 104; 304) è un gambo filettato atto a essere avvitato all'interno della cavità orale formando insieme al primo corpo (6; 206; 106; 306) un dispositivo d’ancoraggio.
  16. 16) Dispositivo ortodontico secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto secondo corpo è una base atta a essere applicata su un dente e formando insieme al primo corpo un bracket ortodontico.
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