ITUD20120166A1 - Vetrina di esposizione refrigerata per prodotti alimentari - Google Patents

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ITUD20120166A1
ITUD20120166A1 IT000166A ITUD20120166A ITUD20120166A1 IT UD20120166 A1 ITUD20120166 A1 IT UD20120166A1 IT 000166 A IT000166 A IT 000166A IT UD20120166 A ITUD20120166 A IT UD20120166A IT UD20120166 A1 ITUD20120166 A1 IT UD20120166A1
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IT
Italy
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refrigerating
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IT000166A
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English (en)
Inventor
Baldo Fabio Del
Massimo Fiorelli
Original Assignee
Ind Frigoriferi Italiana S P A
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47FSPECIAL FURNITURE, FITTINGS, OR ACCESSORIES FOR SHOPS, STOREHOUSES, BARS, RESTAURANTS OR THE LIKE; PAYING COUNTERS
    • A47F3/00Show cases or show cabinets
    • A47F3/04Show cases or show cabinets air-conditioned, refrigerated
    • A47F3/0404Cases or cabinets of the closed type

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  • Physics & Mathematics (AREA)
  • Thermal Sciences (AREA)
  • Freezers Or Refrigerated Showcases (AREA)

Description

"VETRINA DI ESPOSIZIONE REFRIGERATA PER PRODOTTI ALIMENTARI"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad una vetrina di esposizione refrigerata per l’esposizione, la conservazione in condizioni refrigerate, la distribuzione e la vendita di prodotti alimentari da conservare refrigerati, ad esempio congelati o surgelati, quali ad esempio gelati, semifreddi, granite e simili.
In particolare, il presente trovato riguarda un banco frigo del tipo a pozzetto utilizzabile ad esempio in esercizi commerciali quali bar, gelaterie, ristoranti, e simili, per la conservazione, l’esposizione e la vendita al pubblico di gelati o granite, o altri prodotti alimentari simili od assimilabili contenuti in contenitori, quali carapine.
STATO DELLA TECNICA
È noto utilizzare, ad esempio in gelaterie, oppure in bar od altri esercizi commerciali analoghi, banchi frigo aventi la funzione di conservare alimenti congelati, quali gelati o granite, contenuti generalmente in una pluralità di contenitori, ad una voluta temperatura di conservazione in condizioni refrigerate.
Sono note tipicamente due distinte tipologie di contenitori per il gelato od affine prodotto alimentare da conservare refrigerato, ovvero contenitori a vaschetta e contenitori a carapina.
Con riferimento alla prima tipologia, le vetrine con vaschette comprendono generalmente un corpo principale che alloggia, normalmente in un primo vano tecnico inferiore, i dispositivi di raffreddamento necessari, e le attrezzature ausiliarie per la refrigerazione di detti prodotti alimentari. Inoltre, il corpo principale presenta un secondo vano di esposizione superiore, in cui sono disposte le vaschette.
Tale corpo principale delle vetrine note presenta un lato anteriore a vista per gli utenti che si affaccia sul vano di esposizione, ed un lato posteriore operativo, provvisto di un’apertura che consente l’intervento diretto di un operatore all’interno del vano di esposizione per intervenire sui prodotti alimentari.
Normalmente, tale apertura viene temporaneamente chiusa tramite elementi di chiusura quali pannelli o lastre scorrevoli o removibili, che hanno prettamente il compito di separare fisicamente il vano di esposizione dall’ambiente esterno, e sono tuttavia inadeguati ad assolvere la funzione di isolamento termico.
Con specifico riferimento alla seconda tipologia, le carapine, utilizzate nei banchi o vetrine a pozzetto, sono contenitori cavi tradizionalmente di forma cilindrica, il cui bordo superiore ha funzione di maniglia di presa per l’estrazione manuale della carapina dal pozzetto.
Ciascuna delle carapine à ̈ inserita in un’apertura circolare del banco e associata ad un collare esterno che coopera con il bordo perimetrale di detta apertura, il quale ha funzionalità estetica di rifinitura dell’apertura circolare e di calibrazione del foro per accoppiarsi ad un coperchio che protegge gli alimenti quando il pozzetto non à ̈ un uso, fungendo sia da barriera superiore di isolamento termico per mantenere la temperatura di conservazione, sia da protezione igienica per evitare contaminazioni del prodotto. Generalmente, le carapine si appoggiano sul fondo del pozzetto, oppure si impilano, tradizionalmente due carapine, con la carapina inferiore appoggiata sul fondo e che funge da riserva.
Il pozzetto del banco o vetrina di cui si discute può essere generalmente di due tipi: - pozzetto ventilato ad aria: in tale soluzione, le carapine appoggiano sul fondo di una cella refrigerata orizzontale. Il sistema di refrigerazione ad aria entra rapidamente a regime, anche in 40 minuti, ed à ̈ semplice, pulito ed agevole da sottoporre a pulizia periodica o manutenzione;
- pozzetto a glicole: à ̈ concettualmente analogo al precedente, utilizzando, tuttavia, glicole etilenico al posto dell’aria come vettore della refrigerazione, in cui sono immerse le carapine. Tale pozzetto a glicole ha elevata inerzia termica dovuta alla grande massa di glicole refrigerato, il cui volume arriva a poca distanza, anche fino a circa 1 cm, dal piano di lavoro; il sistema di refrigerazione a glicole entra più lentamente a regime, impiegando anche 24 ore e può essere maggiormente laborioso da sottoporre a pulizia periodica o manutenzione.
Generalmente, quindi, le vetrine con contenitori a vaschetta consentono una visibilità migliore del gelato per il pubblico, tuttavia presentando problemi di isolamento termico e gestione del prodotto alimentare, mentre le carapine permettono una conservazione più efficace ed un minor dispendio energetico, risultando quindi tecnicamente vantaggiose, tuttavia sono penalizzate esteticamente, consentendo scarsa se non nulla visibilità del prodotto alimentare in esse conservato, ciò per la previsione del coperchio di chiusura, e quindi attirando scarsamente il consumatore.
È sentita, quindi, la necessità di realizzare vetrine di esposizione o banchi frigo a pozzetto provvisti di carapine che mantengano i vantaggi derivanti dall’uso delle stesse e, nel contempo, non siano esteticamente penalizzanti per la vendita e permettano la visualizzazione dei prodotti contenuti in esse e di attrarre quindi i clienti.
Una soluzione potrebbe essere quella di non utilizzare i suddetti coperchi applicati a ciascuna carapina, prevedendo l’uso di un unico elemento di protezione superiore e/o frontale trasparente e mobile, ad esempio un coperchio basculante od una lastra scorrevole, che copra tutte le carpine. Tuttavia, tale soluzione porta a stratificazione termica nella singola carapina e complessivamente a problemi di dispersione termica e scarso isolamento.
Si renderebbe pertanto necessario ovviare a tali problemi di dispersione termica dovuti all’assenza di coperchi isolanti applicati alle carapine.
Un primo approccio per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti alimentari a causa dello scarso isolamento termico dato da tali elementi di protezione, potrebbe prevedere di riporre, quando il punto vendita à ̈ chiuso, i prodotti alimentari in un frigorifero ausiliario.
Questo, tuttavia, comporterebbe sia un aumento di lavoro ciclico dell’operatore sia la previsione del citato frigorifero aggiuntivo.
In alternativa, non volendo spostare ciclicamente i prodotti alimentari tra la vetrina ed il frigorifero ausiliario, un secondo approccio convenzionale alle problematiche di carattere termico prevede, per compensare la dispersione termica del vano di esposizione, di aumentare la potenza refrigerante della vetrina, con evidente spreco energetico, data la ridotta capacità di coibentazione.
Sia nel caso di ciclico spostamento dei prodotti alimentari, che di aumento della potenza refrigerante, si hanno fenomeni di brina sulla superficie dei prodotti alimentari, ovvero l’umidità dell’aria, che di volta in volta entra nel vano di esposizione, congela depositandosi e conferendo il tipico aspetto superficiale lucido che li può rendere esteticamente poco attraenti.
Inoltre, l’aumento della potenza refrigerante complessiva dei banchi frigo comporta da un lato un aumento degli ingombri, della complessità e dei costi dei banchi frigo e dall’altro un deperimento della qualità del prodotto alimentare conservato.
La riduzione complessiva della temperatura può, in particolare, modificare le proprietà delle diverse tipologie di gelato in virtù della loro specifica composizione, indurendo talune tipologie, perché le rende troppo fredde, e sottoponendone altre a continui cicli congelamento-liquefazione, che ne possono modificare le proprietà organolettiche ed estetiche.
È noto, infatti, che i diversi gusti di gelato si suddividono generalmente in due categorie, ovvero i gusti alla crema ed i gusti alla frutta. Tali due categorie, richiedono, in particolar modo nel caso di produzione artigianale del gelato, temperature di conservazione diverse, in ragione degli ingredienti che li compongono. E noto che il gelato à ̈, in sostanza, un’amalgama di grassi, cristalli fini di ghiaccio e zuccheri ed il numero di differenti zuccheri che possono venire impiegati per realizzare i vari gusti di gelato può essere anche variabile e molto elevato, fino anche a dieci - dodici zuccheri diversi, ciò per modulare la spatolabilità, il potere congelante ed il potere dolcificante in modo voluto a seconda che si tratti di gelato alla crema od alla frutta, e, nell’ambito di dette due categorie, in funzione dello specifico singolo gusto. Sebbene le temperature di conservazione ottimali non differiscano di molto da gusto a gusto (±4°C), tale differenza può essere tuttavia sufficiente a determinare, data la forte variabilità nella composizione di cui sopra discusso, la liquefazione di un gusto oppure l’eccessivo indurimento di un altro.
È noto che, in un tentativo di definire zone a temperatura di refrigerazione differenziata, vengono impiegate molteplici vasche refrigeranti, ognuna con un proprio sistema di refrigerazione e mantenimento della temperatura, le quali sono disposte affiancate ed adiacenti tra loro, ciascuna adatta a conservare in modo specifico ed ottimale i diversi gusti di gelato.
Tuttavia, un inconveniente di tale tecnica nota risiede nel fatto che, utilizzando vasche refrigeranti standard pre-costituite e reperibili sul mercato che sono affiancate tra loro, aumentano gli ingombri ed i costi di produzione e di utilizzo dei banchi frigo noti.
Un ulteriore inconveniente dei banchi frigo noti formati da vasche standard affiancate à ̈ dovuto al fatto che i corrispondenti circuiti di raffreddamento risultano sovradimensionati e ridondanti, e pertanto rendendo complessivamente costose e pesanti le vetrine così realizzabili.
Inoltre, un inconveniente ulteriore delle vetrine o banchi frigo noti formati da vasche standard affiancate à ̈ che si creano zone di discontinuità fisica ed eccessiva separazione nella spaziatura tra i gruppi di carapine di ciascuna vasca in corrispondenza di due fianchi adiacenti delle vasche affiancate, ciò a tutto svantaggio del design e dell’estetica complessiva del banco frigo. In particolare, l’interasse di posizionamento tra le carapine aumenta in determinate regioni di interfaccia laddove due spalle o pareti laterali di due vasche adiacenti sono a contatto.
Infatti, a causa del maggiore ingombro delle spalle laterali accostate, l’interasse complessivo tra carapine posizionate in prossimità del fianco di una vasca refrigerante e carapine posizionate in prossimità del fianco adiacente di una vasca affiancata alla precedente à ̈ necessariamente maggiore rispetto all’interasse tra le carapine di una stessa vasca refrigerante, creando un’indesiderata ed inestetica eccessiva spaziatura a tratti fra gruppi di carapine allineate.
Uno scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare una vetrina di esposizione per prodotti alimentari congelati, quale un banco frigo a pozzetto per gelati, granite, o simili, che permetta di visualizzare il prodotto alimentare contenuto delle carapine, e che consenta di conservare ciascuno dei differenti prodotti alimentari ad una propria definita temperatura, ottimale per lo specifico prodotto, nel contempo mantenendo, lungo tutto il proprio ingombro, una gradevole omogeneità e compattezza di distribuzione delle carpine.
È pure uno scopo del presente trovato il realizzare un banco frigo che sia di facile e rapida fabbricazione, facilmente adattabile alle esigenze di chi ne ordina la realizzazione, e che consenta di contenere i costi di produzione, nonché che sia agevole nella sua pulizia periodica e manutenzione.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato à ̈ espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, una vetrina di esposizione, o banco frigo, realizzata secondo il presente trovato à ̈ utilizzata per l’esposizione di prodotti alimentari da conservare refrigerati in una pluralità di contenitori cavi, quali ad esempio carapine, disposti secondo uno schema di posizionamento.
Secondo un aspetto del presente trovato, la vetrina di esposizione comprende una struttura modulare scatolare formata da una pluralità di telai refrigeranti, adatti all’isolamento termico e disposti allineati in serie. Ciascun telaio refrigerante à ̈ sagomato ad “U†per definire internamente un corrispondente vano nel quale à ̈ alloggiato un numero definito di contenitori. Sono inoltre previsti uno o più setti divisori intermedi tra i telai refrigeranti, a delimitare lateralmente i suddetti vani, e pareti di chiusura laterali adatte all’isolamento termico ed associate in testa e coda alle estremità della struttura modulare.
Ciascun telaio refrigerante à ̈ provvisto, incorporati od integrati al suo interno, di propri mezzi refrigeranti dedicati ed autonomi.
In questo modo si ottiene il vantaggio di poter determinare la struttura della vetrina, o banco frigo, allineando più telai refrigeranti, ciascuno dei quali à ̈ in grado di definire una propria zona di refrigerazione dei contenitori cavi. Ciò consente vantaggiosamente di conservare prodotti alimentari diversi a temperature diverse, per mantenerne ottimali le proprietà fisiche, estetiche ed organolettiche.
La diversificazione e Γ ottimizzazione dei mezzi refrigeranti consentono vantaggiosamente di ridurre gli sprechi ed i consumi energetici della vetrina, evitando la ridondanza ed il sovradimensionamento tipico delle soluzioni note.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato, ciascun setto divisorio à ̈ interposto tra telai refrigeranti adiacenti per separare fisicamente e rendere fluidicamente indipendenti i corrispondenti vani, ed ha uno spessore inferiore allo spazio interposto tra i contenitori.
In questo modo si ottiene il vantaggio di mantenere l'interasse costante per tutti i contenitori, anche alloggiati in vani diversi, con conseguenti benefici in termini di riduzione dell’ingombro della vetrina di cui si discute e di aumento dell’attrattiva estetica di quest’ultima.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato, la suddetta vetrina comprende anche almeno un’anta a ribalta, realizzata con materiale trasparente, incernierata lungo un bordo della sopraccitata struttura modulare, e adatta, ad esempio, ad essere aperta verso gli acquirenti dei prodotti alimentari.
In questo modo si ottiene il duplice vantaggio di rendere visibili dall’esterno i prodotti alimentari contenuti nelle carapine e di proteggerli da contaminazioni esterne.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato, un dispositivo di illuminazione à ̈ associato ad almeno uno dei telai refrigeranti, allo scopo di migliorare ulteriormente la visibilità dall 'esterno dei prodotti alimentari contenuti nelle carapine.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di alcune forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 Ã ̈ una vista in assonometria di una vetrina di esposizione, o banco frigo, secondo il presente trovato;
- la fig. 2 Ã ̈ una vista in esploso, parzialmente sezionata, di fig. 1 ;
- la fig. 3 Ã ̈ una vista in esploso di un particolare di fig. 2;
- la fig. 4 Ã ̈ una vista in esploso di una variante del presente trovato;
- la fig. 5 Ã ̈ una rappresentazione in assonometria della variante di fig. 4.
DESCRIZIONE DI ALCUNE FORME DI REALIZZAZIONE
Con riferimento alle figure allegate, una vetrina di esposizione, o banco frigo, 10 secondo il presente trovato à ̈ utilizzabile per l’esposizione, la refrigerazione e la conservazione di prodotti alimentari congelati, quali gelato o granite, destinati ad essere venduti al pubblico in esercizi commerciali quali bar, gelaterie, ristoranti, o simili.
Nella fattispecie, il gelato à ̈ contenuto all’interno di contenitori refrigerati, o carapine 11, cavi internamente, aventi forma cilindrica provvisti di un fondo ed aperti verso l’alto.
Il banco frigo 10 (figg. 1 e 2) comprende una struttura modulare 31 scatolare che comprende telai refrigeranti 12 sagomati a “U†ciascuno configurato per contenere un determinato numero di carapine 11. 1 telai refrigeranti 12 sono affiancati e disposti in successione allineati l’uno all’altro, in modo da definire complessivamente un vano di contenimento complessivo che viene partizionato mediante setti, o pareti, divisori 17 interposti tra un telaio refrigerante 12 e l’altro a definire rispettivi vani 16 di contenimento per alloggiare un numero di carapine 11 che, a progetto, può contenere uno dei suddetti telai refrigeranti 12.
La struttura modulare 31 presenta a due estremità elementi, o pannelli, terminali 13 di chiusura o tamponamento, e fissati ciascuno ad un telaio refrigerante 12 di testa e coda, per definire una forma scatolare della zona inferiore del banco frigo 10.
Ciascun telaio refrigerante 12 à ̈ provvisto di propri mezzi refrigeranti integrati od incorporati, in modo da mantenere le carapine 11 in esso alloggiate ad una voluta temperatura di conservazione. Tale temperatura di conservazione può essere selezionata, per ciascun telaio refrigerante 12, variando da circa -15°C a -25°C, a seconda delle specifiche esigenze dei gusti di gelato contenuti nelle carapine 11 di ciascun telaio refrigerante 12. Di seguito, i mezzi refrigeranti verranno esemplificativamente indicati come circuito di raffreddamento, indicato con il riferimento numerico 23 nei disegni allegati, non essendo tale definizione limitativa ai fini dell’ambito di protezione del presente trovato.
Nel caso esemplificativo illustrato nelle figg. 1 e 2, i telai refrigeranti 12 sono due, e contengono ciascuno quattro carapine 11 , ma il trovato può prevedere che il banco frigo 10 possa essere formato da un qualsiasi numero di telai refrigeranti 12, contenenti ciascuno ad esempio da due a dodici carapine 11. Una forma di realizzazione di base, che può essere adatta ad un numero limitato di carapine 11, ad esempio due o quattro, può includere un unico telaio refrigerante 12 associato a due elementi terminali 13 di chiusura, senza quindi necessità dei setti divisori 17.
Secondo il trovato, inoltre, il banco frigo 10 può comprendere telai refrigeranti 12 contenenti tutti lo stesso numero di carapine 11, oppure telai refrigeranti 12 contenenti quantità diverse di carapine 11.
I telai refrigeranti 12, infatti, possono essere tra loro combinati a seconda delle specifiche esigenze del committente il banco frigo 10, del numero di carapine 11 da esso utilizzate e dal tipo di gusti di gelato da vendere.
In forme di realizzazione, la struttura sagomata ad “U†di ciascun telaio refrigerante 12 à ̈ definita da una parete di fondo 14 e da due pareti laterali 15, tra loro contrapposte e orientate in modo sostanzialmente ortogonale rispetto alla parete di fondo 14. Le pareti di fondo 14 e laterali 15 delimitano uno dei suddetti vani 16, nel caso di specie sostanzialmente parallelepipedo e aperto su due lati e superiormente, nel quale, in uso, sono contenute le carapine 11. Le pareti di fondo 14 e laterali 15, in alcune forme di realizzazione di cui si fornirà una realizzazione esemplificativa successivamente, sono di tipo cavo o con intercapedine, per alloggiare integrato al loro interno il corrispondente circuito di raffreddamento 23 dedicato. Non si esclude che, in altre soluzioni, il circuito di raffreddamento 23 sia incorporato a ciascun telaio refrigerante 12, ad esempio rivolto verso il relativo vano 16.
Per costruire il banco frigo 10, che nella forma realizzativa di fig. 1 ha otto carapine 11, vengono tra loro affiancati due telai refrigeranti 12, nella fattispecie contenenti ciascuna quattro carapine 11, in modo che le corrispondenti pareti laterali 15 dei due telai refrigeranti 12 siano tra loro parallele e complanari su un lato e sull’altro della struttura modulare 31 che si viene a definire.
In forme di realizzazione, ciascun setto divisorio 17 (fig. 2) Ã ̈ interposto tra i telai refrigeranti 12 e ha la funzione di mantenere separati fisicamente i corrispondenti vani 16, in modo che ognuno di essi definisca una corrispondente zona di refrigerazione, fisicamente separata dalla zona di refrigerazione adiacente, avente quindi sostanzialmente la temperatura che viene impostata per lo specifico vano 16 del telaio refrigerante 12 considerato.
Gli elementi terminali 13 sono fissati ad ognuno dei due telai refrigeranti 12, per chiudere alle estremità i vani 16. In forme di realizzazione, gli elementi terminali 13 sono pannelli o pareti con capacità di isolamento termico, per isolare i vani 16, sia fisicamente e sia termicamente, rispetto alfestemo.
In forme di realizzazione, à ̈ previsto un telaio a cornice 18, associato al bordo perimetrale della struttura modulare 31 del banco frigo 10. Tale telaio a cornice delimita e circonda perimetralmente una pluralità di telai di raccordo 19 interni, associati alle carapine 11. Ciascuno dei telai di raccordo 19 definisce aperture superiori 30 in cui inserire le carapine 11. Ad esempio, ciascun telaio di raccordo 19 può includere un numero di aperture 30 che à ̈ un sottomultiplo del numero di carapine 11 che viene associato a ciascun telaio refrigerante 12. Tali aperture 30 sono realizzate in modo coordinato con lo schema di posizionamento finale desiderato per le carapine 11 per ciascun telaio refrigerante 12. La ripetizione modulare di tale schema di posizionamento finale, ottenuta affiancando più telai refrigeranti 12, definisce la distribuzione omogenea e regolare finale delle carapine 11 nel banco frigo 10.
I telai di raccordo 19 sono sagomati per chiudere superiormente l’interspazio tra il telaio a cornice 18 e tra una carapina 11 e l’altra di ciascun telaio refrigerante 12. Una volta che le carapine 11 sono inserite, quindi, i telai di raccordo 19, in cooperazione con le carapine 11 stesse, definiscono la chiusura del vano 16 di ciascun telaio refrigerante 12.
In forme di realizzazione, ciascun telaio refrigerante 12 (fig. 3) può essere formato da una coppia di telai di contenimento 20, 21 sagomati ad “U†, associati per contenere fra loro tutto il, o parte del, citato circuito di raffreddamento 23. In particolare, à ̈ previsto un primo telaio superiore 20 ed un secondo telaio inferiore 21, i quali sono sovrapposti e distanziati a definire un’intercapedine 22 (fig. 2), nella quale à ̈ alloggiato un circuito di raffreddamento 23. Quando il primo telaio superiore 20 ed il secondo telaio inferiore 21 sono accoppiati e sovrapposti, in virtù delle loro forme e dimensioni coniugate, definiscono le citate parete di fondo 14 e pareti laterali 15 del telaio refrigerante 12.
Nella forma di realizzazione rappresentata, il banco frigo 10 à ̈ provvisto di un sistema di ventilazione e raffreddamento ad aria, schematicamente indicato in fig. 2 con un ventilatore 40. Si ritiene che la soluzione con raffreddamento ad aria possa essere preferita in alcune forme di realizzazione, per la rapidità di entrata a regime del raffreddamento e per la comodità di pulizia. Il circuito di raffreddamento 23 raffredda, quindi, l’aria di refrigerazione che viene fatta circolare in modo forzato nei vani 16 del banco frigo 10. Non à ̈ escluso tuttavia che, in un’altra variante del presente trovato, il banco frigo 10 sia provvisto di raffreddamento a glicole e in tal caso il circuito di raffreddamento 23 può raffreddare il glicole in cui sono immerse le carapine 11.
Nelle figg. 2 e 3, il circuito di raffreddamento 23 Ã ̈ esemplificativamente indicato con un serpentino posizionato a contatto con due pareti laterali 24 del primo telaio superiore 20. Tali pareti laterali 24, che definiscono la parte interna del telaio refrigerante 12, trasmettono al vano 16 la temperatura del circuito di raffreddamento 23, per raffreddarlo e mantenere al suo interno la temperatura voluta per le carapine 11 ivi contenute.
In alcune forme realizzative del presente trovato, a ciascun circuito di raffreddamento 23 à ̈ associata una propria unità di controllo, ad esempio di tipo elettronico, non riportata nelle figure, in grado di regolare individualmente la temperatura interna di ciascun vano 16.
È nello spirito di alcune forme di variante il prevedere, invece, che un’unica unità di controllo centrale elettronica controlli e gestisca una pluralità di circuiti di raffreddamento 23, ad esempio tramite un apposito programma per elaboratore.
Dopo l’assemblaggio del primo telaio superiore 20 con il secondo telaio inferiore 21, e dopo il posizionamento del circuito di raffreddamento 23, l’intercapedine 22 viene riempita con materiale isolante, quale ad esempio un polimero espanso a bassa densità o comunque materiale polimerico schiumato con proprietà di isolamento termico.
L’intercapedine 22 viene dunque chiusa rispetto all’esterno da due profili di chiusura 25, che possono essere sagomati ad “U†anch’essi per seguire la forma del telaio refrigerante 12.
In alcune formulazioni del trovato, tali profili di chiusura 25 sono associati a mezzi per il fissaggio dei sopraccitati elementi terminali 13 o del setto divisorio 17.
In altre formulazioni del banco frigo 10 di cui si discute, tali profili di chiusura 25 definiscono, in cooperazione con le pareti laterali 24 del primo telaio superiore 20, i suddetti mezzi di fissaggio.
Si ritiene che, in alcune forme di realizzazione, il setto divisorio 17 possa essere dimensionato in modo da risultare meno spesso ed ingombrante rispetto agli elementi terminali 13, o rispetto alle tradizionali spalle o pareti delle vasche di refrigerazione standard. Questo perché il setto divisorio 17 essenzialmente funge da separazione tra i vani 16, che sono già normalmente termostatati, grazie ai rispettivi circuiti di raffreddamento 23, a temperature basse ed adeguate alla conservazione refrigerata del prodotto alimentare contenuto nelle carapine 11, e non da isolamento termico rispetto dall’esterno del banco frigo 10. Come menzionato in precedenza, la differenza tra le temperature di conservazione delle diverse tipologie di gelato ammonta a pochi gradi, e quindi anche il salto termico tra i differenti vani 16 à ̈ al massimo nell’ordine di pochi gradi di temperatura, mentre tra l’esterno e i vani 16 può esserci una differenza di temperatura molto maggiore, dipendente dalla temperatura ambiente esterna.
A titolo esemplificativo, mentre un elemento terminale 13 può raggiungere gli 80 mm di spessore, il setto divisorio 17 può avere spessori compresi tra 10 mm e 35 mm, vantaggiosamente compresi tra 15 mm e 25 mm.
Ciò consente di mantenere separati fisicamente vani 16 adiacenti, in modo che in ognuno venga mantenuta la voluta temperatura dal rispettivo circuito di raffreddamento 23, e allo stesso tempo permette di mantenere inalterato l’interasse tra le carapine 11, poiché lo spessore del setto divisorio 17 à ̈ comunque inferiore allo spazio interposto tra due carapine 11.
La struttura scatolare della parte inferiore del banco frigo 10 raffigurato esemplificativamente, una volta completata, comprende i telai refrigeranti 12, gli elementi terminali 13 ed il setto divisorio 17. A questo punto vengono inserite le carapine 11 nei vani 16, attraverso le aperture 30. In seguito, il telaio a cornice 18 viene posizionato al di sopra delle telai refrigeranti 12. Il telaio a cornice 18 à ̈ unico per entrambi i telai refrigeranti 12 ed ha la funzione di alloggiare una pluralità di telai di raccordo 19, ciascuno dei quali, nell’esempio raffigurato, chiude l’interspazio tra una coppia di carapine 11.
In alcune forme di realizzazione, ogni telaio di raccordo 19 Ã ̈ fissato al telaio a cornice 18 mediante un profilo di collegamento fisso 26.
In alcune forme di realizzazione, un’anta a ribalta 27 realizzata con una lastra di materiale trasparente e a ridotta conducibilità termica, à ̈ incernierata in modo basculante ad un lato del banco frigo 10, nel caso di specie direttamente sul profilo di collegamento fisso 26 e può essere ruotata da una prima posizione abbassata sostanzialmente a copertura, protezione ed anche isolamento termico delle carapine 11 ed una seconda posizione sollevata. In particolare, l incernieramento dell’anta ribalta 27 à ̈ previsto in modo che quest’ultima possa essere ruotata nella sua seconda posizione, lasciando libero accesso alle carapine 11 da parte dell’operatore preposto a distribuire il prodotto alimentare contenuto nelle stesse. In questo modo, poiché l’utente od acquirente à ̈ normalmente sul lato opposto del banco frigo 10 rispetto all’operatore, l’anta a ribalta 27 funge anche nella seconda posizione da schermo di protezione rispetto all’utente od acquirente. La realizzazione dell’anta a ribalta 27 in materiale trasparente permette agli acquirenti di visualizzare i prodotti alimentari contenuti nelle carapine 11, proteggendo questi ultimi da eventuali contaminazioni esterne.
Per chiudere superiormente le carapine 11 rispetto all’esterno, l’anta a ribalta 27, quando à ̈ nella prima posizione abbassata, coopera con una guarnizione 29, disposta lungo tutto il perimetro superiore del banco frigo 10, ad esempio nel caso di specie sul profilo di collegamento fisso 26 di ciascun telaio di raccordo 19.
La configurazione del profilo di collegamento fisso 26 e la disposizione della guarnizione 29 consentono di realizzare l’anta a ribalta 27 in modo che sia leggera, semplice, facile da realizzare, di ridotto ingombro, essenziale, lineare e pulita nelle sue forme estetiche e quindi di ridotto impatto visivo.
In forme di realizzazione, ciascun telaio di raccordo 19 comprende, inoltre, un elemento di posizionamento 28, che può essere associato al profilo di collegamento fisso 26, per il posizionamento e l’allineamento delle corrispondenti carapine 11 sottostanti. In tale forma di realizzazione, le citate aperture 30 sono ricavate attraverso l’elemento di posizionamento 28.
L’elemento di posizionamento 28 può presentare una parete perimetrale 37, eventualmente sagomata in modo curvilineo oppure sagomata a gradino, attraverso la quale sono realizzate le aperture 30.
In forme di realizzazione, la parete perimetrale 37 presenta fessure 39 funzionali al passaggio della luce di un dispositivo di illuminazione 41, quale ad esempio una striscia a LED, o LED-Strip, posizionato sul profilo di collegamento fisso 26.
La luce del dispositivo di illuminazione 41 che filtra attraverso le fessure 39 ha la funzione di rendere ancor più visibili i prodotti alimentari contenuti nelle carapine 11. Secondo una variante del presente trovato, le fessure 39 sono utilizzate anche per il passaggio di aria proveniente da un dispositivo di ventilazione forzata, non illustrato nei disegni.
Nella soluzione illustrata esemplificativamente, la parete perimetrale 37 à ̈ sagomata in modo curvilineo degradando dall’alto verso il basso in maniera continua e smussata, fino a definire i bordi delle aperture 30. Si ritiene che questa forma continua e raccordata possa essere vantaggiosa per incrementare ulteriormente la visibilità del prodotto alimentare contenuto nella carapina 11, oltre che essere semplice e funzionale da pulire.
Inoltre, in forme di realizzazione, l’elemento di posizionamento 28, opportunamente sagomato, può anche comprendere un componente o sua parte 33 che funge anche da vincolo rotazionale per le carapine 11 , cooperando con una coniugata parte 35 delle stesse, in modo che esse non ruotino attorno al proprio asse longitudinale, durante l’uso, per effetto delle normali attività di gestione e prelevamento, tipo spatolatura, dei prodotti alimentari in esse contenuti. Un esempio realizzativo di vincolo rotazionale à ̈ descritto nella domanda di brevetto per invenzione industriale UD2012A000029 a nome della Richiedente e qui interamente incorporata come riferimento.
In alcune forme di variante del trovato, la parte superiore dell’elemento di posizionamento 28 alloggia mezzi di insufflazione o pneumatici, ad esempio cooperanti con le summenzionate fessure 39, per la creazione di una barriera d’aria fredda di contrasto all’ingresso di aria calda dall’esterno nelle carapine 11 quando viene sollevata l’anta a ribalta 27.
Ulteriori forme realizzative prevedono che ogni anta a ribalta 27 sia provvista di dispositivi ausiliari di movimentazione, automatici o semiautomatici, per agevolare l’apertura e la chiusura.
Altre forme di realizzazione del presente trovato prevedono che alle ante a ribalta 27 siano associati mezzi anticondensa, che permettono di mantenere la superficie delle ante a ribalta 27 al di sopra della temperatura di rugiada, conservandone la massima trasparenza e visibilità.
È chiaro che alla vetrina di esposizione per prodotti alimentari, o banco frigo 10, fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
Ad esempio, ciascun telaio di raccordo 19 può essere sagomato con una superficie di chiusura smussata curvilinea che raccorda con continuità il bordo perimetrale del banco frigo 10 al bordo superiore delle carapine 11.
Oppure, in altre varianti, il telaio di raccordo 19 può essere sagomato con una superficie di chiusura a gradino, ovvero formata da due pareti minori ortogonali. Le figg. 4 e 5 rappresentano una variante del presente trovato, nella quale i telai refrigeranti 12 hanno altezze, o profondità dei relativi vani 16, differenziate tra loro.
Secondo forme di realizzazione del trovato à ̈ possibile quindi prevedere uno o più telai refrigeranti 12 di profondità ridotta, ad esempio dimezzata, rispetto ad uno o più telai refrigeranti 12 di profondità maggiore, in modo da poter alloggiare in verticale nell’uno più telai refrigeranti 12 di profondità ridotta, ad esempio, un’unica carapina 11, come nel telaio refrigerante 12 di destra in fig. 5, oppure due carapine 11 impilate, come nel telaio refrigerante 12 di sinistra in fig. 5. In tale variante realizzativa, à ̈ quindi possibile prevedere uno o più telai refrigeranti 12 la cui profondità à ̈ ridotta, ad esempio un sottomultiplo, rispetto a quella di altri telai refrigeranti 12.
In tale variante, il trovato prevede quindi telai refrigeranti 12 con pareti laterali 15, elementi terminali 13 ed eventuali setti divisori 17 di altezze differenziate, ad esempio dimezzate, rispetto ad altri telai refrigeranti 12, come evidente nelle figg. 4 e 5. Si ritiene che tale variante consenta di soddisfare le necessità di realizzare un banco frigo 10 che contenga telai refrigeranti 12 che ospitano, nei relativi vani 16, una singola carapina 11 in profondità. Il vantaggio di tale variante à ̈ quello di poter ospitare un gruppo frigorifero, ad esempio motocompressore, condensatore, ventilatore e le necessarie valvole, direttamente sotto il corrispondente telaio refrigerante 12 con profondità ridotta. Ad esempio, si può ipotizzare una configurazione del banco frigo 10 dove siano ospitati, ad esempio, un telaio refrigerante 12 da quattro carapine disposte su un unico livello, ovvero a singola altezza, prevedendo ad esempio un sottostante gruppo frigorifero, ed un telaio refrigerante 12 da otto o dieci carapine disposte su due livelli, ovvero a doppia altezza. Questa soluzione presenta il vantaggio di recuperare lo spazio che normalmente dovrebbe essere occupato dal componente d’arredamento aggiuntivo che ospita unicamente il gruppo frigorifero e che solitamente si trova all'inizio o alla fine del banco frigo. Con tale variante si ottiene l’effetto sinergico di combinare un'estetica uniforme, regolare ed omogenea sul piano lavoro, la possibilità della temperatura differenziata e l'inserimento del gruppo frigorifero sotto il telaio refrigerante 12 a singola altezza.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Vetrina di esposizione per prodotti alimentari da conservare refrigerati in una pluralità di contenitori (11) cavi disposti secondo uno schema di posizionamento, caratterizzata dal fatto che comprende una struttura modulare (31) scatolare formata da: - una pluralità di telai refrigeranti (12), adatti all’isolamento termico e disposti allineati in serie, ciascuno di detti telai refrigeranti (12) essendo sagomato ad “U†per definire internamente un corrispondente vano (16) nel quale à ̈ alloggiato un numero definito di detti contenitori (11), - uno o più setti divisori (17) intermedi tra i telai refrigeranti (12) a delimitare lateralmente i vani (16), - pareti di chiusura laterali (13) adatte all’isolamento termico ed associate in testa e coda alle estremità della struttura modulare (31 ), ciascun telaio refrigerante (12) essendo provvisto, incorporati od integrati al suo interno, di propri mezzi refrigeranti (23) dedicati ed autonomi.
  2. 2. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la forma ad “U†di ciascuno di detti telai refrigeranti (12) à ̈ definita da una parete di fondo (14) e da due pareti laterali (15) tra loro contrapposte e trasversali rispetto a detta parete di fondo (14).
  3. 3. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detti telai refrigeranti (12) sono disposti affiancati ed adiacenti in modo che le corrispondenti pareti laterali (15) siano parallele e complanari.
  4. 4. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che almeno una tra la parete di fondo (14) e le pareti laterali (15) à ̈ cava internamente per definire un’intercapedine (22) in cui alloggiare i mezzi refrigeranti (23) del rispettivo telaio refrigerante (12).
  5. 5. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che ciascuno di detti telai refrigeranti (12) à ̈ definito dallaccoppiamento tra un primo telaio superiore (20) ed un secondo telaio inferiore (21), entrambi sagomati ad “U†e sovrapposti l’uno all’altro in modo da definire fra loro detta intercapedine (22) nella quale sono presenti i corrispondenti mezzi refrigeranti (23) del telaio refrigerante (12).
  6. 6. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzata dal fatto che ciascuno dei telai refrigeranti (12) comprende materiale isolante termicamente.
  7. 7. Vetrina di esposizione come nelle rivendicazioni 4 e 6 o 5 e 6, caratterizzata dal fatto che il materiale isolante termicamente di ciascun telaio refrigerante (12) Ã ̈ inserito nella corrispondente intercapedine (22).
  8. 8. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzata dal fatto che i contenitori (11) sono separati tra loro da un interasse costante all’interno di ogni vano (16) di ciascun telaio refrigerante (12).
  9. 9. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che ciascun setto divisorio (17) Ã ̈ interposto tra telai refrigeranti (12) adiacenti per separare fisicamente e rendere fluidicamente indipendenti i corrispondenti vani (16), ciascun setto divisorio (17) avendo uno spessore inferiore allo spazio interposto tra detti contenitori (11), per mantenere costante l'interasse tra i contenitori (11) anche quando detti contenitori sono alloggiati in vani (16) diversi.
  10. 10. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 9, caratterizzata dal fatto che comprende almeno un’anta a ribalta (27) di materiale trasparente.
  11. 11. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che comprende una guarnizione (29) perimetrale che coopera con l’anta a ribalta (27).
  12. 12. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a ll, caratterizzata dal fatto che ciascun telaio refrigerante (12) comprende almeno un telaio di raccordo (19) per chiudere superiormente l’interspazio tra i contenitori (11).
  13. 13. Vetrina di esposizione come nella rivendicazione 11 e 12, caratterizzata dal fatto che ciascun telaio di raccordo (19) à ̈ provvisto di un profilo di collegamento fisso (26) su cui à ̈ disposta detta guarnizione (29).
  14. 14. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 13, caratterizzata dal fatto che comprende un dispositivo di illuminazione (41) associato ad almeno uno dei telai refrigeranti (12).
  15. 15. Vetrina di esposizione come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 14, caratterizzata dal fatto che i telai refrigeranti (12) hanno altezze differenziate tra loro.
  16. 16. Telaio refrigerante per la realizzazione di una struttura modulare (31) scatolare per una vetrina di esposizione per prodotti alimentari da conservare refrigerati in una pluralità di contenitori (11) cavi disposti secondo uno schema di posizionamento, detto telaio refrigerante essendo adatto all’isolamento termico e sagomato ad “U†per definire internamente un corrispondente vano (16) nel quale alloggiare un numero definito di detti contenitori (11) detto telaio refrigerante essendo associato a pareti di chiusura laterali (13), eventuali setti divisori (17) intermedi tra i telai refrigeranti (12) a delimitare lateralmente i vani (16), detto telaio refrigerante essendo provvisto, incorporati od integrati al suo interno, di propri mezzi refrigeranti (23) dedicati ed autonomi.
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