ITUA20164453A1 - Endoprotesi parziale di articolazione intervertebrale - Google Patents

Endoprotesi parziale di articolazione intervertebrale Download PDF

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ITUA20164453A1
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IT
Italy
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articular
facet
joint
flat
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ITUA2016A004453A
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Piero Petrini
Gualtiero Innocenzi
Giancarlo Guizzardi
Original Assignee
Piero Petrini
Gualtiero Innocenzi
G & G S R L
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Publication date
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    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B17/00Surgical instruments, devices or methods, e.g. tourniquets
    • A61B17/56Surgical instruments or methods for treatment of bones or joints; Devices specially adapted therefor
    • A61B17/58Surgical instruments or methods for treatment of bones or joints; Devices specially adapted therefor for osteosynthesis, e.g. bone plates, screws, setting implements or the like
    • A61B17/68Internal fixation devices, including fasteners and spinal fixators, even if a part thereof projects from the skin
    • A61B17/70Spinal positioners or stabilisers ; Bone stabilisers comprising fluid filler in an implant
    • A61B17/7062Devices acting on, attached to, or simulating the effect of, vertebral processes, vertebral facets or ribs ; Tools for such devices
    • A61B17/7064Devices acting on, attached to, or simulating the effect of, vertebral facets; Tools therefor
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
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Description

“ENDOPROTESI PARZIALE DI ARTICOLAZIONE INTERVERTEBRALE”
DESCRIZIONE
Ambito dell’invenzione
[0001] La presente invenzione riguarda un dispositivo per realizzare un’endoprotesi parziale di un’articolazione intervertebrale cervicale.
[0002] Il dispositivo è indicato per trattare pazienti affetti da sofferenza articolare e sofferenza discale in uno stato incipiente di degenerazione artrosica delle faccette articolari e di degenerazione discale con stenosi iniziale del forame, conservando il movimento relativo delle vertebre contigue.
Brevi cenni alla tecnica nota
[0003] Come noto, gran parte delle sofferenze vertebrali sono di origine articolare, cioè dipendono da particolari condizioni deficitarie del movimento relativo tra le faccette articolari. Ciò è vero, in particolare, per la maggior parte delle cervicalgie.
[0004] I dispositivi di tipo noto per trattare le sofferenze vertebrali possono sommariamente classificarsi in dispositivi di fusione tra due o più vertebre contigue, che sopprimono i movimenti relativi, e in dispositivi concepiti, al contrario, per conservare tali movimenti relativi. I dispositivi di conservazione dei movimenti relativi sono prevalentemente di tipo intersomatico, in particolare trattasi di protesi di disco. Per il trattamento delle sofferenze vertebrali nel rachide cervicale esistono sostanzialmente solo dispositivi di tipo intersomatico, naturalmente accanto a quelli di fusione vertebrale.
[0005] Nel caso delle vertebre cervicali, gli unici dispostivi di preservazione del movimento attualmente disponibili, di tipo intersomatico, vengono impiantati attraverso vie di accesso anteriori. Infatti, raggiungere la sede intersomatica attraverso accessi posteriori o laterali comporta seri rischi di possibili lesioni dei plessi nervosi con conseguenze neurologiche gravi per il paziente. Nei livelli diversi da quelli cervicali, questi rischi sono meno importanti, per cui vie di accesso laterali e posteriori alla sede intersomatica risultano convenienti.
[0006] Tuttavia, l’approccio anteriore, cui è necessario ricorrere per l’impianto in sede cervicale di dispositivi intersomatici, comporta rischi di lesioni neurologiche e notevoli disagi postoperatori.
[0007] WO2007/070785 descrive un dispositivo spaziatore per ripristinare una distanza fisiologica tra due faccette articolari di rispettive vertebre contigue, comprendente una sezione detta intermedia dimensionata per inserimento tra le faccette, ed eventualmente una porzione di fissaggio configurata per ricevere un elemento di fissaggio come una vite per il fissaggio al corpo vertebrale. In una forma realizzativa, il dispositivo è configurato per il fissaggio a un solo corpo vertebrale delle due vertebre contigue. Il materiale deve soddisfare il requisito della biocompatibilità, e può essere rigido o flessibile, in base alle specifiche forme realizzative.
Sintesi dell’invenzione
[0008] È quindi scopo della presente invenzione fornire un dispositivo impiantabile tra vertebre contigue, delle quali almeno una è una vertebra cervicale, che conservi la mobilità relativa e che permetta di alleviare o risolvere la maggior parte delle condizioni di sofferenza vertebrale che affliggono tali vertebre, in particolare sofferenze di origine interarticolare.
[0009] È scopo dell’invenzione anche fornire un siffatto dispositivo per trattare sofferenze del rachide che conservi la mobilità relativa tra le vertebre e che sia impiantabile tra due vertebre contigue attraverso un accesso posteriore o posterolaterale.
[0010] È uno scopo particolare dell’invenzione fornire un siffatto dispositivo che consenta un impianto semplice e modestamente invasivo.
[0011] È inoltre scopo dell’invenzione fornire un siffatto dispositivo e sistema che sia di semplice e rapida fabbricazione.
[0012] Questi ed altri scopi sono raggiunti da un dispositivo di endoprotesi parziale di un’articolazione vertebrale per trattare una patologia di un segmento spinale che comprende due vertebre contigue, almeno una delle quali è una vertebra cervicale, le vertebre contigue comprendendo una vertebra inferiore e una vertebra superiore, le vertebre inferiore e superiore avendo rispettivamente una coppia di processi articolari superiori con rispettive faccette articolari superiori e una coppia di processi articolari inferiori con rispettive faccette articolari inferiori, ciascuna faccetta articolare superiore della vertebra inferiore articolandosi con una corrispondente faccetta articolare inferiore della vertebra superiore,
in cui il dispositivo comprende:
una porzione articolare piatta con una prima faccia e una seconda faccia opposta alla prima faccia, in cui
detta prima faccia comprende almeno una parte in un materiale osteointegrabile, cioè configurata per promuovere osteointegrazione, cioè crescita di nuovo materiale osseo sulla propria superficie se portata a contatto con un materiale osseo vivente, al fine di ottenere la coesione del dispositivo all’osso;
detta seconda faccia ha una rugosità superficiale Ra inferiore a 0,2 µm;
una porzione di stabilizzazione primaria contigua alla porzione articolare con una faccia di impegno rivolta verso la prima faccia della porzione articolare;
un elemento di fissaggio della porzione di stabilizzazione primaria configurato per sporgere dalla faccia di impegno e per perforare e impegnarsi a incastro in un tessuto osseo,
la porzione articolare piatta, la porzione di stabilizzazione primaria e l’elemento di fissaggio essendo reciprocamente configurati in modo che impiantando detto dispositivo
con la porzione articolare inserita tra una faccetta articolare superiore delle faccette articolari superiori della vertebra inferiore e una corrispondente faccetta articolare inferiore della vertebra superiore, e
con la prima faccia a contatto con una prima faccetta articolare scelta tra la faccetta articolare superiore e la faccetta articolare inferiore, e
con la seconda faccia a contatto con una seconda faccetta articolare scelta tra la faccetta articolare superiore e la faccetta articolare inferiore e distinta da tale prima faccetta articolare,
si ottiene che, con una propria compressione dell’elemento di fissaggio contro una superficie vertebrale esterna contigua alla prima faccetta articolare, l’elemento di fissaggio causi un inserimento dell’elemento di fissaggio entro una delle vertebre contigue, e fornisca una stabilizzazione primaria del dispositivo,
e che la porzione articolare piatta, con la propria prima faccia, spinga contro la prima faccetta articolare e diventi infine solidale per osteointegrazione con la prima faccetta articolare e, con la seconda faccia, s’impegni a scorrimento con la seconda faccetta articolare (3), realizzando l’endoprotesi parziale.
[0013] In tal modo viene fornito un dispositivo di preservazione del movimento articolare relativo di due vertebre contigue, in una sede cervicale o contigua, che può essere impiantato attraverso un approccio posteriore o posterolaterale o laterale, con semplificazioni rispetto agli approcci anteriori cui, per ragioni di sicurezza del paziente, è necessario ricorrere per impiantare i dispositivi di preservazione del moto esistenti, di tipo intersomatico.
[0014] Più in dettaglio, un dispositivo secondo l’invenzione, viene disposto con la porzione di stabilizzazione primaria in appoggio con la vertebra superiore, e quindi con la prima faccia della porzione articolare a contatto con una faccetta inferiore della vertebra superiore, in modo che venga reso solidale con la vertebra superiore, mentre la faccia opposta è completamente liscia, al fine di permettere lo scorrimento sulla superficie cartilaginea contrapposta.
[0015] Per esempio, la seconda faccia comprende un materiale scelto tra:
titanio o una lega a base di titanio;
un materiale ceramico;
un materiale vetroso.
La seconda faccia della porzione articolare espone quindi un materiale abbastanza liscio, in particolare in un materiale ceramico, da agevolare lo scorrimento relativo della porzione articolare, attraverso la seconda faccia, sulla seconda faccetta, cioè sulla faccetta articolare superiore della vertebra inferiore oppure sulla faccetta articolare inferiore della vertebra superiore, preservando il movimento di torsione tra le due vertebre contigue, che è associato a tale scorrimento relativo.
[0016] In tal modo, si ottiene un dispositivo che realizza una plastica di scorrimento dei processi articolari delle vertebre contigue che permette di risolvere condizioni quali la degenerazione delle cartilagini articolari consentendo il movimento fisiologico delle medesime creando inoltre il ripristino dell’altezza dei forami che con la degenerazione delle articolari si riducono creando stenosi, non risolte dai dispositivi attualmente disponibili.
[0017] In particolare, è prevista una porzione di vertice di connessione tra la porzione articolare la porzione di stabilizzazione primaria, la porzione di vertice essendo tale che tra la porzione articolare la porzione di stabilizzazione primaria sia formato un angolo compreso tra 50° e 80°.
[0018] Viene altresì fornito un dispositivo le cui modalità di impianto non risentono della pur notevole variabilità anatomica delle vertebre cervicali, da soggetto a soggetto.
[0019] Vantaggiosamente, la rugosità superficiale Ra della seconda faccia è inferiore a 0,1 µm, preferibilmente è inferiore a 0,05 µm, più preferibilmente la rugosità superficiale Ra è inferiore a 0,025 µm.
[0020] Preferibilmente, il materiale osteointegrabile è scelto tra:
titanio;
una lega a base di titanio.
[0021] La parte in un materiale osteointegrabile della prima faccia può presentare una superficie scelta tra:
una superficie porosa;
una superficie corrugata, in particolare una superficie avente una rugosità superficiale Ra superiore a 0,2 µm, in particolare compresa tra 0,2 e 2 µm.
[0022] Vantaggiosamente, la porzione articolare piatta ha uno spessore compreso tra 0,5 mm e 3,5 mm. In particolare, tale spessore può essere compreso tra 1 mm e 3 mm. Preferibilmente, lo spessore è compreso tra 1 mm e 2 mm.
[0023] Preferibilmente, la porzione articolare ha uno spessore crescente a partire da una propria estremità di vertice, cioè contigua alla porzione di stabilizzazione primaria, andando verso una propria estremità libera. In tal modo si crea un accoppiamento di forma tra la porzione articolare del dispositivo e le faccette articolari reciprocamente impegnate, limitando la possibilità di espulsione della porzione articolare dallo spazio tra le faccette articolari, in particolare, durante la fase di impianto e la successiva fase di stabilizzazione secondaria. Inoltre, lo spessore decrescente della porzione articolare, come descritto, ha il vantaggio di prevenire la cifotizzazione del segmento di rachide comprendente le due vertebre contigue.
[0024] Preferibilmente, lo spessore in corrispondenza dell’estremità libera supera lo spessore in corrispondenza dell’estremità di vertice di una quantità compresa tra 0,5 e 0,7 mm.
[0025] Preferibilmente, la porzione articolare piatta ha dimensioni in estensione comprese, ciascuna indipendentemente dall’altra, tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm, in particolare la porzione articolare piatta può avere una forma rettangolare con lati pari a tali dimensioni.
[0026] Preferibilmente, la porzione di stabilizzazione primaria ha una forma piatta e ha una prima dimensione in estensione compresa tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, in particolare tra 10 mm e 12 mm, e una seconda dimensione in estensione compresa, indipendentemente dalla prima dimensione in estensione, compresa tra 8 mm e 14 mm, in particolare tra 8 mm e 12 mm, in particolare tra 10 mm e 12 mm, in particolare la di stabilizzazione primaria, di forma piatta può avere una forma rettangolare di lati pari a tali dimensioni.
[0027] In tal modo, si ottiene un dispositivo che ha una stabilizzazione sostanzialmente immediata rispetto al corpo vertebrale della vertebra superiore.
[0028] In particolare, l’elemento di fissaggio è una vite a espansione. In tal modo, viene assicurato un collegamento stabile tra il dispositivo e il corpo vertebrale. Ciò è utile in assenza di osteointegrazione del dispositivo con la faccetta articolare del corpo vertebrale su cui il dispositivo è montato.
[0029] In alternativa, l’elemento di fissaggio è un chiodo o spike. In tal modo, l’elemento di fissaggio può essere realizzato con dimensioni trasversali molto piccole, tali da non indebolire eccessivamente la porzione di corpo vertebrale adiacente al processo articolare cui è applicata l’endoprotesi parziale, in particolare la lamina corrispondente.
[0030] Preferibilmente, il chiodo presenta degli elementi di trattenimento configurati per impegnarsi con porzioni di osso trabecolare all’interno della lamina, in modo da ostacolare l’espulsione del chiodo dalla lamina. Gli elementi di trattenimento possono comprendere una o più sporgenze radiali del chiodo, in particolare essi possono esser scelti tra una corrugazione della superficie dello stelo del chiodo e una porzione di estremità di punta, opposta all’estremità di testa, più larga dello stelo del chiodo, in particolare una porzione di estremità sagomata come una freccia.
[0031] In una forma realizzativa preferita, il chiodo ha una forma ricurva verso la prima faccia della porzione articolare. Ciò facilità il posizionamento e il fissaggio del dispositivo alla vertebra superiore, mediante accostamento della porzione di stabilizzazione primaria alla lamina e percussione della porzione laminare su una sua ulteriore faccia opposta rispetto alla faccia di impegno, in considerazione dell’orientamento inclinato che il canale interarticolare ha rispetto alla superficie esterna della lamina, com’è nel caso delle vertebre cervicali. Inoltre, la forma curva del chiodo impedisce la rotazione e il basculamento del dispositivo rispetto alla vertebra superiore.
[0032] In particolare, il chiodo ha una lunghezza predeterminata, e le porzioni di stabilizzazione primaria e articolare sono disposte in modo che il chiodo raggiunga con la propria estremità di punta la porzione articolare. Questo fatto contribuisce ulteriormente alla a stabilizzazione del modulo rispetto alla vertebra superiore della coppia di vertebre contigue. Tale soluzione, di tipo “bicorticale”, in cui è previsto impegno con sole porzioni corticali di osso, è utile nei casi in cui la densità ossea del materiale trabecolare sottostante le lamine non sia abbastanza elevata da garantire impegno stabile degli elementi di trattenimento del chiodo.
[0033] Preferibilmente, la prima faccia della porzione articolare presenta una sede o scanalatura per ricevere l’estremità di punta del chiodo.
[0034] In una forma realizzativa, è prevista una coppia di chiodi aventi rispettive estremità di testa che fuoriescono dalla faccia opposta della porzione di stabilizzazione primaria e che sono unite tra di loro da un elemento di raccordo, in particolare è previsto un chiodo ad “U” o a “C” avente una porzione intermedia che forma l’elemento di raccordo.
[0035] In altre forme realizzative, l’elemento di fissaggio può essere una lama.
Breve descrizione dei disegni
[0036] L’invenzione verrà di seguito illustrata con la descrizione di sue forme realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi in cui:
la figura 1 è una vista prospettica di un dispositivo secondo l’invenzione, idoneo per un impianto tra due vertebre contigue in una sede cervicale o contigua; la figura 2 è una vista in sezione del dispositivo di figura 1, disposto a formare un’endoprotesi parziale di articolazioni di vertebre contigue;
la figura 3 è una vista prospettica di un segmento di rachide cervicale, in cui il dispositivo di figura 1 forma endoprotesi articolari destra e sinistra;
la figura 4 mostra un dispositivo secondo l’invenzione secondo una forma realizzativa alternativa a quella di figura 1.
Descrizione delle forme realizzative preferite
[0037] Nel seguito sono descritte forme realizzative del dispositivo di endoprotesi parziale secondo l’invenzione, impiantabile in una sede interarticolare cervicale o contigua. Tale dispositivo permette di trattare patologie vertebrali conservando la mobilità relativa delle vertebre contigue che definiscono tale sede interarticolare.
[0038] I riferimenti anatomici sono riportati in figura 2, che mostra due vertebre cervicali contigue inferiore 10 e superiore 10’, in una vista laterale. Sono visibili i corpi vertebrali 5,5’ rispettivamente delle vertebre inferiori 10 e superiori 10’, nonché il disco intervertebrale 25. Posteriormente rispetto ai corpi vertebrali 5,5’, sono visibili porzioni degli archi vertebrali, in particolare le lamine 4,4’ e, adiacenti ad esse, i processi articolari 2,2’ delle vertebre cervicali 10,10’. Questi comprendono i processi articolari superiori 2 della vertebra inferiore 10, ciascuno con una faccetta articolare superiore 3 alla propria estremità superiore, e i processi articolari inferiori 2’ della vertebra superiore 10’ ciascuno con una faccetta articolare inferiore 3’ alla propria estremità inferiore. Ciascuna delle faccette articolari superiori 3 si impegna a scorrimento con una rispettiva faccetta articolare inferiore 3’, definendo uno spazio interarticolare 7 contenente un tessuto cartilagineo, non mostrato. Sono inoltre visibili i processi spinosi 6’ e i processi trasversi 6”.
[0039] La figura 1 mostra un dispositivo 11 in accordo con una prima forma realizzativa dell’invenzione, per realizzare un’endoprotesi parziale di un’articolazione tra due vertebre contigue inferiore e superiore 10,10’, almeno una delle quali cervicale (figura 5), per trattare sofferenze articolari e sofferenze discali di un paziente in uno stato incipiente, conservando la mobilità relativa delle due vertebre contigue 10,10’. Il dispositivo 11 è un dispositivo monolaterale, cioè per impianto tra una coppia di faccette articolari contigue 3,3’ da una parte destra o sinistra rispetto al piano sagittale mediano.
[0040] Il dispositivo 11 comprende una porzione articolare 13 configurata per inserimento in uno spazio interarticolare 7, cioè tra due faccette superiore 3 e inferiore 3’ rispettivamente delle vertebra inferiore 10 e superiore 10’, come mostrato nelle figure 3 e 5.
[0041] A tal fine, lo spessore s della porzione articolare 13 è preferibilmente compreso tra 0,5 mm e 3,5 mm, più preferibilmente, lo spessore s è compreso tra 1 mm e 3 mm, ancor più preferibilmente tra 1 mm e 2 mm.
[0042] Come mostrato ancora in figura 1, lo spessore s della porzione articolare 13 ha un andamento crescente da un valore s1 in corrispondenza di una propria estremità 131 adiacente alla porzione di vertice, contigua alla porzione articolare 13, a un valore s2>s1 in corrispondenza di una propria estremità libera 132. In particolare, lo spessore s2 in corrispondenza dell’estremità libera 132 supera lo spessore s1 in corrispondenza dell’estremità di vertice 131 di una quantità compresa tra 0,5 e 0,7 mm.
[0043] Sempre nella forma realizzativa rappresentata in figura 1, la porzione articolare piatta 13 ha una forma rettangolare di lati aventi rispettive lunghezze a,b in cui sia la lunghezza a che la lunghezza b sono comprese, indipendentemente l’una dall’altra, tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm. La porzione articolare piatta 13 può tuttavia avere una qualsiasi forma compresa in un rettangolo avente come lati le dimensioni a,b sopra indicate.
[0044] La porzione articolare 13 ha una prima faccia 15 che espone almeno una parte in un materiale osteointegrabile 16. Nel dispositivo esemplificativo 11 configurato come in figura 3, il materiale osteointegrabile 16 è vantaggiosamente esteso all’intera superficie 15 disposta a contatto della faccetta in figura 1, anche se può essere limitato a una porzione della faccia 15.
[0045] Il materiale osteosintetizzabile 16 può essere ottenuto mediante un trattamento superficiale, di tipo noto, di un corpo in titanio o una lega di titanio che forma la porzione articolare 13, in modo da ottenere una superficie 15 porosa o rugosa, in particolare con una superiore a 0,2 µm, in particolare compresa tra 0,2 e 2 µm. In alternativa, il materiale osteosintetizzabile 16 può essere disposto sulla faccia 15 come riporto di un materiale in sé osteosintetizzabile, per esempio idrossiapatite.
[0046] La porzione articolare 13 ha inoltre una seconda faccia 17, opposta alla prima faccia liscia ed esente da irregolarità, in particolare la seconda faccia 17 ha una rugosità superficiale Ra inferiore a 0,2 µm oppure, vantaggiosamente, inferiore a 0,1 µm, preferibilmente inferiore a 0,05 µm, più preferibilmente la rugosità superficiale Ra è inferiore a 0,025 µm. Tale condizione può essere ottenuta con un trattamento superficiale del della porzione articolare 13, scelto per esempio tra quelli ben noti a un tecnico del ramo, quale un trattamento di lappatura o di lucidatura a specchio.
[0047] La seconda faccia 17 può essere anch’essa realizzata in titanio, ma anche in un materiale ceramico o in un materiale vetroso, a condizione che presenti le suddette caratteristiche di finitura superficiale.
[0048] Il dispositivo 11 può essere realizzato in un unico materiale, per esempio in titanio o in una sua lega biocompatibile e suscettibile di fornire osteointegrazione, nelle condizioni di rugosità o porosità superficiale sopra specificate, a condizione che queste siano realizzate sulla prima faccia 15, e che la seconda faccia 17 sia opportunamente liscia, cioè presenti le caratteristiche di finitura superficiale sopra indicate.
[0049] In alternativa, il dispositivo 11 può essere realizzato in due materiali, per esempio un materiale base biocompatibile, quale titanio o un acciaio chirurgico o anche un materiale ceramico o un materiale plastico quale PEEK, e un materiale osteosintetizzabile 16 localizzato almeno sulla prima faccia 15 della porzione articolare 13, quale ad esempio un riporto di idrossiapatite.
[0050] In sintesi, la prima faccia 15 è configurata per saldarsi mediante osteointegrazione con la superficie di una delle due faccette 3,3’ mutuamente articolate, in questo caso della faccetta inferiore 3’ della vertebra superiore 10’, in un processo di stabilizzazione secondaria del dispositivo 11, previa rimozione almeno parziale del tessuto connettivo naturalmente presente nello spazio interarticolare 7, e cruentazione o rimozione almeno parziale di osso corticale dalla superficie della faccetta 3’.
[0051] La faccia 17, al contrario, è configurata per poter scorrere con attrito trascurabile sulla superficie dell’altra delle due faccette 3,3’ mutuamente articolate, in questo caso sulla superficie della faccetta superiore 3 della vertebra inferiore 10, nello steso modo in cui, in un’articolazione non trattata, la superficie della faccetta 3’ scorre sulla faccetta 3 attraverso il tessuto connettivo, in particolare nel movimento di rotazione relativa delle due vertebre contigue 10 e 10’.
[0052] Pertanto, il dispositivo 11 è configurato per diventare solidale con la vertebra superiore 10’, attraverso un processo di osteointegrazione, e per scorrere sulla faccetta 3 dell’articolazione tra le due faccette 3,3’.
[0053] Con riferimento ancora alla figura 1, il dispositivo 10 comprende altresì una porzione di stabilizzazione primaria 12 contigua alla porzione articolare 13 con una faccia di impegno 29 rivolta verso la prima faccia 15 della porzione articolare.
[0054] Similmente alla porzione articolare 13, nella forma realizzativa rappresentata in figura 1, la porzione di stabilizzazione primaria 12 ha una forma rettangolare di lati aventi rispettive lunghezze c,d in cui la prima dimensione o lunghezza c, contigua al lato b della porzione articolare 13 è anch’essa compresa tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm, mentre la seconda dimensione o lunghezza d è compresa indipendentemente dalla prima dimensione in estensione c, tra 8 mm e 14 mm, in particolare tra 8 mm e 12 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm.
[0055] La porzione articolare piatta 13 può tuttavia avere una qualsiasi forma compresa in un rettangolo avente come lati le dimensioni a,b sopra indicate.
[0056] È inoltre previsto un elemento di fissaggio, preferibilmente di forma allungata, associato a detta porzione di stabilizzazione primaria 12, in questo caso una vite 41, più precisamente una vite a espansione 42, mentre la porzione di stabilizzazione primaria 12 comprende un foro passante 42 per ricevere la vite 41, in modo che la vite 41 sporga dalla faccia di impegno 29 verso la prima faccia 15 della porzione articolare 13 e, nella condizione di figura 3, possa perforare e impegnarsi a incastro con una superficie esterna 4 della vertebra 10’ contigua alla faccetta 3’, in particolare con la lamina 4’ contigua con la faccetta 3’, bloccando il dispositivo 11 sulla vertebra superiore 10, cioè operandone una stabilizzazione primaria, in attesa e in modo che abbia logo la stabilizzazione secondaria per osteointegrazione.
[0057] In tal modo, una volta inserita la porzione articolare 13 tra le faccette articolari superiore 3 e inferiore 3’, la porzione di stabilizzazione primaria 12 può impegnarsi a battuta con la lamina 4’ adiacente al rispettivo processo articolare superiore 2’, e in modo da impedire un’ulteriore traslazione all’interno dello spazio interarticolare 7, e in modo da assistere la stabilizzazione del dispositivo 11 nella propria sede d’impianto. Ciò permette di evitare la disseminazione del dispositivo all’interno del rachide e danni al nervo spinale.
[0058] Il dispositivo 11 comprende altresì una porzione di vertice 27 che funge da connessione tra la porzione articolare 13 e la porzione di stabilizzazione primaria 12, in modo che tra la porzione articolare 13 e la porzione di stabilizzazione primaria 12 siano reciprocamente orientate secondo un angolo α preferibilmente compreso tra 50° e 80°, in accordo con l’orientamento relativo tra la faccetta articolare 3,3’ e il bordo della lamina 4,4’, in particolare l’angolo α è prossimo a 70°.
[0059] In una forma realizzativa alternativa, come elemento di fissaggio per la stabilizzazione primaria è previsto un chiodo 43, o vantaggiosamente più chiodi 43, per esempio due chiodi o spikes 43, come mostrato in figura 4.
[0060] In tale forma realizzativa vantaggiosa, il chiodo ovvero i chiodi 43 hanno una forma ricurva verso la prima faccia 15 della porzione articolare 13. Preferibilmente, sempre come mostrato, le porzioni di stabilizzazione primaria 12 e articolare 13 sono disposte in modo che la punta 44 del chiodo 43 raggiunga la prima faccia 15 della porzione articolare 13, su cui è prevista una sede o scanalatura 19 per ricevere la punta 44, attraverso la lamina 4’. Le estremità di testa 47 dei chiodi 43, opposte alle punte 44, possono sporgere attraverso la porzione di stabilizzazione primaria 12 su una sua superficie 28 opposta alla superficie di impegno 29, e ivi essere unite da un elemento di raccordo in modo da formare un chiodo doppio a “U” o a “C”.
[0061] Con riferimento ancora alla figura 2, il materiale osteosintetizzabile può opzionalmente essere esposto, oltre che dalla prima faccia della porzione articolare 13, anche dalla faccia 28 della porzione di stabilizzazione primaria 12, come pure eventualmente dalla faccia interna della porzione di raccordo 27 che viene a contatto con la lamina 4’ della vertebra superiore 10’, in modo da rendere più veloce e resistente il collegamento di osteointegrazione.
[0062] Il dispositivo 11 può essere indifferentemente utilizzato a destra o a sinistra del piano sagitale mediano del paziente. Vantaggiosamente, il dispositivo 11 può essere fornito come coppie di dispositivi, per realizzare endoprotesi parziali bilaterali tra due vertebre contigue.
[0063] La descrizione di cui sopra di forme realizzative specifiche dell’invenzione è in grado di mostrare l’invenzione dal punto di vista concettuale in modo che altri, utilizzando la tecnica nota, potranno modificare e/o adattare in varie applicazioni tale forma realizzativa specifica senza ulteriori ricerche e senza allontanarsi dal concetto inventivo, e, quindi, si intende che tali adattamenti e modifiche saranno considerabili come equivalenti della forma realizzativa specifica. I mezzi e i materiali per realizzare le varie funzioni descritte potranno essere di varia natura senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione. Si intende che le espressioni o la terminologia utilizzate hanno scopo puramente descrittivo e per questo non limitativo.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo (11) di endoprotesi parziale di un’articolazione vertebrale per impianto in un segmento spinale che comprende due vertebre contigue (10,10’), almeno una di dette due vertebre contigue essendo una vertebra cervicale, dette vertebre contigue (10,10’) comprendendo una vertebra inferiore (10) e una vertebra superiore (10”), dette vertebre inferiore e superiore (10,10’) avendo rispettivamente una coppia di processi articolari superiori (2) con rispettive faccette articolari superiori (3) e una coppia di processi articolari inferiori (2’) con rispettive faccette articolari inferiori (3’), ciascuna faccetta articolare superiore (3) di detta vertebra inferiore (10”) articolandosi con una corrispondente faccetta articolare inferiore (3’) di detta vertebra superiore (10), detto dispositivo comprendendo: una porzione articolare (13) piatta con una prima faccia (15) e una seconda faccia (17) opposta a detta prima faccia (15), in cui detta prima faccia (15) comprende almeno una parte in un materiale osteointegrabile (16); detta seconda faccia (17) ha una rugosità superficiale Ra inferiore a 0,2 µm; una porzione di stabilizzazione primaria (12) contigua a detta porzione articolare piatta (13) con una faccia di impegno (29) rivolta verso detta prima faccia di detta porzione articolare piatta; un elemento di fissaggio (41,43) di detta porzione di stabilizzazione primaria (12) configurato per sporgere da detta faccia di impegno (29) e perforare e impegnarsi a incastro in un tessuto osseo, detta porzione articolare piatta (13), detta porzione di stabilizzazione primaria (12), e detto elemento di fissaggio (41,43) essendo reciprocamente configurati in modo che impiantando detto dispositivo (11) con detta porzione articolare piatta (13) inserita tra una faccetta articolare superiore (3) di dette faccette articolari superiori di detta vertebra inferiore (10) e una corrispondente faccetta articolare inferiore (3’) di detta vertebra superiore (10”), e con detta prima faccia (15) a contatto con una prima faccetta articolare (3’) scelta tra detta faccetta articolare superiore (3) e detta faccetta articolare inferiore (3’), e con detta seconda faccia (17) a contatto con una seconda faccetta articolare (3) scelta tra detta faccetta articolare superiore (3) e detta faccetta articolare inferiore (3’) e distinta da detta prima faccetta articolare (3’), si ottiene che, con una propria compressione contro una superficie vertebrale esterna (4’) contigua a detta prima faccetta articolare (3’), detto elemento di fissaggio (41,43) causi un inserimento di detto elemento di fissaggio (41,43) entro una vertebra (10”) di dette vertebre contigue e fornisca una stabilizzazione primaria di detto dispositivo (11), e che detta porzione articolare piatta (13), con detta prima faccia (15), spinga contro detta prima faccetta articolare e diventi infine solidale per osteointegrazione con detta prima faccetta articolare (3’) e, con detta seconda faccia (17), si impegni a scorrimento con detta seconda faccetta articolare (3), realizzando detta endoprotesi parziale.
  2. 2. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta rugosità superficiale Ra di detta seconda faccia (17) è inferiore a 0,1 µm, in particolare detta rugosità superficiale Ra è inferiore a 0,05 µm, più in particolare detta rugosità superficiale Ra è inferiore a 0,025 µm.
  3. 3. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta almeno una parte in un materiale osteointegrabile (16) di detta prima faccia (15) presenta una superficie scelta tra: una superficie porosa; una superficie corrugata, in particolare una superficie avente una rugosità superficiale Ra superiore a 0,2 µm.
  4. 4. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta seconda faccia (17) comprende un materiale scelto tra: titanio o una lega a base di titanio; un materiale ceramico; un materiale vetroso.
  5. 5. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta porzione articolare piatta (12) ha uno spessore (s) compreso tra 0,5 mm e 3,5 mm, in particolare tra 1 mm e 3 mm, più in particolare tra 1 mm e 2 mm.
  6. 6. Il dispositivo di endoprotesi parziale secondo (11) la rivendicazione 1, in cui detta porzione articolare piatta (13) ha uno spessore (s) crescente a partire da una propria estremità (131) contigua a detta porzione di stabilizzazione primaria(12), andando verso una propria estremità libera (132), in particolare, detto spessore (s2) in corrispondenza di detta estremità libera (132) supera detto spessore (s1) in corrispondenza di detta estremità (131) contigua a detta porzione di stabilizzazione primaria (12) di una quantità compresa tra 0,5 e 0,7 mm.
  7. 7. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta porzione articolare piatta (13) ha dimensioni in estensione (a,b) comprese, ciascuna indipendentemente dall’altra, tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm, in particolare, detta porzione articolare piatta (13) ha una forma rettangolare con lati pari a dette dimensioni in estensione (a,b).
  8. 8. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detta porzione di stabilizzazione primaria (12) ha una forma piatta e ha una prima dimensione in estensione (c) compresa tra 8 mm e 15 mm, in particolare tra 10 mm e 14 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm, e una seconda dimensione in estensione compresa, indipendentemente da detta prima dimensione in estensione, tra 8 mm e 14 mm, in particolare tra 8 mm e 12 mm, più in particolare tra 10 mm e 12 mm, in particolare, detta porzione di stabilizzazione primaria (12) ha una forma rettangolare di lati pari a dette prima e seconda dimensione in estensione (c,d).
  9. 9. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui è prevista una porzione di connessione di vertice (27) che unisce detta porzione articolare piatta (13) e detta porzione di stabilizzazione primaria (12) formando un angolo (α) compreso tra 50° e 80° tra detta porzione articolare piatta (13) e detta porzione di stabilizzazione primaria (12).
  10. 10. Il dispositivo di endoprotesi parziale (11) secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento di fissaggio è un elemento di fissaggio allungato (41,43) scelto tra: una vite a espansione (41); un chiodo o spike (43) avente una forma ricurva verso detta prima faccia (15) di detta porzione articolare piatta (13), in particolare detto chiodo (43) ha una lunghezza predeterminata, e dette porzioni di stabilizzazione primaria (12) e articolare (13) sono disposte in modo che ima porzione di punta (44) di detto chiodo (43) raggiunga detta porzione articolare piatta (13), in particolare detta prima faccia (15) di detta porzione articolare piatta (13) presenta una sede (19) o scanalatura per ricevere detta porzione di punta (44) di detto chiodo (43), in particolare è prevista una coppia di chiodi (43) aventi rispettive estremità di testa (47) che fuoriescono da una faccia (28) opposta a detta faccia d’impegno (29) di detta porzione di stabilizzazione primaria (12) e che sono unite tra di loro da un elemento di raccordo (48).
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