ITUA20164439A1 - Organo di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo. - Google Patents

Organo di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo. Download PDF

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Description

“ORGANO DI COLLEGAMENTO, IN PARTICOLARE UNA VITE O UN DADO, PREFERIBILMENTE PER FISSARE UNA RUOTA, O CERCHIO,
AD UN MOZZO DI UN VEICOLO.”
Il presente trovato si riferisce ad un organo di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile.
Sono note delle viti o dadi per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un’automobile, i quali comprendono un corpo avente una superficie perimetrale esterna, e che si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale, in particolare secondo un profilo virtuale circolare, in corrispondenza della quale superficie perimetrale sono ricavati dei rispettivi mezzi di innesto per dei corrispondenti mezzi o strumento di avvitamento e/o di svitamento dell’organo.
Detti mezzi di innesto delle viti o dadi già noti comprendono una pluralità di impronte di impegno che sono perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno si prolungano rientrate rispetto al detto profilo virtuale esterno ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente attraverso una rispettiva zona di raccordo perimetrale esterna.
Queste viti e dadi già note presentano tuttavia un’ampia estensione della zona esterna di raccordo, la quale, pur consentendo, un agevole inserimento dello strumento, definiscono una superficie complessiva di impegno per l’avvitamento che risulta essere piuttosto ridotta e presentano quindi il rischio di un facile danneggiamento della vite o dado o del corrispondente strumento di avvitamento, con compromissione della corrispondente operazione di collegamento e relativi fastidi e perdite di tempo per il personale addetto ad eseguire tali operazioni.
Un ulteriore problema che presentano dette viti e dadi di collegamento già noti riguarda l’ingombro dello strumento che viene utilizzato per eseguire le operazioni di avvitamento e svitamento, il quale strumento presenta normalmente una testa che è eccessivamente ingombrante, e che richiede per la sua realizzazione un impiego relativamente elevato di materiale e che oltretutto risulta essere di peso eccessivo.
Un ulteriore problema in particolare dei dadi di collegamento, risulta dalla tecnica di fabbricazione finora utilizzata. Infatti, detti dadi vengono realizzati a partire da un pezzo cavo passante, che viene internamente filettato, ed a cui viene applicato, in particolare elettrosaldato, un cappuccio che ne rende cieco il rispettivo foro filettato. Tale giunzione elettrosaldata, nel tempo, è tuttavia fonte di arrugginimenti ed è soggetta a rotture e rischio di distacco del detto cappuccio.
Nel settore è comunque sentita l’esigenza di avere a disposizione dei rispettivi organi di collegamento e relativi strumenti di avvitamento in cui sia presente, in uso, un livello di sforzo limitato.
Nel settore è altresì sentita l’esigenza di avere a disposizione dei rispettivi organi di collegamento e relativi strumenti di avvitamento che consentono una buona trasmissione della coppia di avvitamento o svitamento.
Nel settore è inoltre sentita l’esigenza di avere a disposizione dei rispettivi organi di collegamento e relativi strumenti di avvitamento che consentono di ridurre o evitare il rischio che si verifichino, in uso, dei giri a vuoto dello strumento di avvitamento sul rispettivo organo di collegamento.
Con il presente trovato si vuole proporre una soluzione nuova ed alternativa alle soluzioni finora note ed in particolare ci si propone di ovviare ad uno o più degli inconvenienti o problemi sopra riferiti, e/o di soddisfare ad una o più esigenze avvertite nella tecnica, ed in particolare evincibili da quanto sopra riferito.
Viene, quindi, provvisto un organo di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo avente una superficie perimetrale esterna, che si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale, in particolare secondo un profilo virtuale circolare, in corrispondenza della quale superficie perimetrale sono ricavati dei rispettivi mezzi di innesto per dei corrispondenti mezzi o strumento di avvitamento e/o di svitamento dell’organo; e dei mezzi a filetto di attacco, preferibilmente al detto mozzo del veicolo; detti mezzi di innesto comprendendo una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno si prolungano rientrate rispetto al detto profilo virtuale esterno ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente attraverso una rispettiva zona di raccordo esterna perimetralmente estesa; caratterizzato dal fatto che la larghezza della detta zona di raccordo tra adiacenti impronte di impegno è inferiore alla larghezza della rispettiva impronta, in particolare detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla metà della larghezza della detta impronta, ed in special modo detta larghezza della zona di raccordo esterna essendo inferiore alla quarta parte della larghezza della medesima impronta; con preferenza detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla sesta parte della larghezza della detta impronta, ed ancor più preferibilmente detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla settima parte della detta larghezza della medesima impronta. In questo modo, si ottiene una vantaggiosa corrispondente distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento dell’organo di collegamento e/o del corrispondente strumento di avvitamento.
Viene, altresì, provvisto un organo di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo avente una superficie perimetrale esterna e che si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale, in particolare secondo un profilo virtuale circolare, in corrispondenza della quale superficie perimetrale sono ricavati dei rispettivi mezzi di innesto per dei corrispondenti mezzi o strumento di avvitamento e/o di svitamento dell’organo; e dei mezzi a filetto di attacco, preferibilmente al detto mozzo del veicolo; detti mezzi di innesto comprendono una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno si prolungano rientrate rispetto al detto profilo virtuale esterno ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente attraverso una rispettiva zona di raccordo esterna perimetralmente estesa; caratterizzato dal fatto che detti mezzi di innesto comprendono sette o più impronte di impegno, in particolare un numero di impronte compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte compreso tra otto e dodici e preferibilmente un numero di impronte che è pari a dieci.
In questo modo, si ottiene una vantaggiosa corrispondente distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento dell’organo di collegamento e/o del corrispondente strumento di avvitamento.
Secondo un ulteriore aspetto, viene altresì provvisto uno strumento, o chiave, per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento, in particolare di una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo presentante dei rispettivi mezzi di innesto per dei corrispondenti mezzi di innesto del detto organo di collegamento; e dei mezzi di impegno per l’azionamento in rotazione del detto strumento; detti mezzi di innesto comprendendo una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno si prolungano sporgenti internamente, verso il centro dello strumento, a partire da un corrispondente profilo di fondo virtuale, ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente attraverso una rispettiva zona di raccordo perimetralmente estesa; caratterizzato dal fatto che la larghezza della detta zona di raccordo tra adiacenti impronte di impegno sporgenti internamente è inferiore alla larghezza della rispettiva impronta, in particolare detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla metà della larghezza della detta impronta, ed in special modo detta larghezza della zona di raccordo esterna essendo inferiore alla quarta parte della larghezza della medesima impronta; con preferenza detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla sesta parte della larghezza dell’impronta, ed ancor più preferibilmente detta larghezza della zona di raccordo essendo inferiore alla settima parte della larghezza della medesima impronta.
In questo modo, si ottiene uno strumento che presenta una vantaggiosa distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento del corrispondente strumento di avvitamento e/o dell’organo di collegamento.
Secondo un ulteriore aspetto, viene altresì provvisto uno strumento, o chiave, per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento, in particolare di una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo presentante dei rispettivi mezzi di innesto per dei corrispondenti mezzi di innesto del detto organo di collegamento; e dei mezzi di impegno per l’azionamento in rotazione del detto strumento; detti mezzi di innesto comprendendo una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno si prolungano sporgenti internamente, verso il centro dello strumento, a partire da un corrispondente profilo di fondo virtuale, ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente attraverso una rispettiva zona di raccordo perimetralmente estesa; caratterizzato dal fatto che detti mezzi di innesto comprendono sette o più impronte di impegno sporgenti internamente, in particolare un numero di impronte sporgenti internamente compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte sporgenti internamente compreso tra otto e dodici, e preferibilmente un numero di impronte sporgenti internamente che è pari a dieci.
In questo modo, si ottiene uno strumento che presenta una vantaggiosa corrispondente distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento del corrispondente strumento di avvitamento e/o dell’organo di collegamento. Questo ed altri aspetti innovativi, o specifiche realizzazioni vantaggiose, sono, comunque, esposti nelle rivendicazioni sotto riportate, le cui caratteristiche tecniche sono riscontrabili nella seguente descrizione dettagliata, illustrante una preferita e vantaggiosa forma di realizzazione che è tuttavia da considerarsi come puramente esemplificativa e non limitativa del trovato; detta descrizione venendo fatta con riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la figura 1 illustra una vista in prospettiva di una prima realizzazione preferita di organo di collegamento secondo il presente trovato;
- la figura 2A illustra una vista laterale della prima realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 2B illustra un particolare ingrandito della figura 2A;
- la figura 3 illustra una vista in pianta dall’alto della prima realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 3A illustra una vista ingrandita di un particolare della figura 3; - la figura 3B illustra un particolare ingrandito della figura 3;
- la figura 4 illustra una vista in sezione presa secondo la linea IV-IV della figura 2A della detta prima realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 5 illustra una vista laterale di una seconda realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 6 illustra una vista in pianta dall’alto della seconda realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 7 illustra una vista in sezione presa secondo la linea VII-VII della figura 6 della detta seconda realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 8 illustra una vista laterale di una terza realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 9 illustra una vista in pianta dall’alto della terza realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 10 illustra una vista in sezione presa secondo la linea X-X della figura 8 della detta terza realizzazione preferita di organo secondo il presente trovato;
- la figura 11 illustra una vista laterale di una realizzazione preferita di strumento per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento, - la figura 12 illustra una vista in sezione presa la linea XII-XII della figura 11;
- la figura 12 illustra una vista in pianta dall’alto della presente realizzazione preferita di strumento per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento;
- la figura 13 illustra una vista in pianta dal basso della presente realizzazione preferita di strumento per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento;
- la figura 13A illustra una vista ingrandita di un particolare della figura 13; - la figura 14 illustra una vista in sezione presa secondo la linea XIV- XIV della figura 11della presente realizzazione preferita di strumento per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento.
Nelle figure allegate da 1 a 4, viene illustrata una prima realizzazione preferita 10 di organo di collegamento, in particolare sotto forma di una vite, il quale viene impiegato, preferibilmente, per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile.
L’organo, o vite 10 comprende, come illustrato, un corpo 12 che presenta una rispettiva superficie perimetrale esterna 14, la quale si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale, in particolare secondo un profilo virtuale circolare, ed in corrispondenza della quale superficie perimetrale sono ricavati dei rispettivi mezzi 16 di innesto per dei corrispondenti mezzi o strumento di avvitamento e/o di svitamento dell’organo.
Come illustrato, il corpo 12 dell’organo o vite 10 comprende, inoltre, dei mezzi a filetto 21 che sono atti a consentire l’attacco della detta vite o organo 10, preferibilmente al detto mozzo del veicolo.
Come illustrato, i sopraindicati mezzi di innesto 16 comprendono una pluralità di impronte di impegno 18, che sono perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite, le quali impronte di impegno 18 si prolungano rientrate nel corpo dell’organo rispetto al detto profilo virtuale esterno 14 e sono ciascuna suddivisa, o separata, dall’impronta adiacente 18 attraverso una rispettiva zona, o faccia, di raccordo esterna 19, perimetralmente estesa.
In pratica, come illustrato, i mezzi di innesto 16 comprendono una pluralità di impronte di impegno 18 ed una pluralità di zone di raccordo perimetrale 19, che intervallano, o sono disposte tra, impronte di impegno 18, 18 tra di loro adiacenti.
In particolare, come si evince dalle figure, inoltre, dette impronte di impegno 18 presentano le stesse dimensioni.
Inoltre, come si evince dalle figure, le dette zone di raccordo 19 tra adiacenti impronte di impegno 18, presentano le stesse dimensioni.
Vantaggiosamente, come illustrato, la rispettiva impronta di impegno 18 comprende una prima 181 ed una seconda 182 opposte facce di impegno per una corrispondente superficie, o impronta, dei detti mezzi di avvitamento e/o svitamento, le quali facce di impegno 181, 182 si prolungano rientrate rispetto al detto profilo esterno 14 e convergono verso ed in corrispondenza di una rispettiva zona radialmente interna 180 di comune convergenza delle medesime facce 181, 182 dell’impronta 18.
Come illustrato, la rispettiva faccia 181, 182 della rispettiva impronta 18 è suddivisa, o separata, dalla faccia 182, 181 della adiacente impronta 18 dei detti mezzi di innesto 16 attraverso la detta zona di raccordo esterna perimetralmente estesa 19.
Come si evince, in particolare dalla figura 3A, la rispettiva impronta di impegno 18 presenta una rispettiva larghezza “i”, che è la distanza che intercorre tra gli opposti punti estremi della detta impronta 18, dai quali si prolungano le rispettive zone o facce di raccordo 19, che sono ai lati della rispettiva impronta di impegno 18.
Inoltre, come si evince in particolare dalla figura 3A, detta zona di raccordo esterna 19 presenta una rispettiva larghezza “r”, che è la distanza che intercorre tra gli opposti estremi della detta zona, o faccia, 19, e dai quali si prolungano le rispettive facce 181, 182 delle adiacenti impronte di impegno 18, 18.
Vantaggiosamente, è previsto che detta zona di raccordo esterna 19 presenti una larghezza “r“ che è inferiore alla larghezza “i” dell’impronta. Con ulteriore vantaggio, è altresì previsto che detta zona di raccordo esterna 19 presenti una larghezza “r“ della zona di raccordo esterna 19 che è inferiore alla metà della larghezza i dell’impronta 18.
In modo ulteriormente vantaggioso, è altresì previsto che detta zona di raccordo esterna 19 presenti una larghezza “r“ della zona di raccordo esterna 19 che è inferiore alla quarta parte della larghezza “i” dell’impronta 18.
In questo modo, si ottiene una corrispondente vantaggiosa distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento dell’organo di collegamento e/o del corrispondente strumento di avvitamento.
Con ulteriore vantaggio, è, inoltre, preferibilmente, previsto che detta zona di raccordo esterna 19 presenti una larghezza “r”, che è inferiore alla sesta parte della larghezza “i” della detta impronta di impegno 18, ed ancor più preferibilmente che detta zona di raccordo esterna 19 presenti una larghezza “r” della zona di raccordo esterna 19 che è inferiore alla settima parte della detta larghezza “i” della medesima impronta 18.
In questo modo, si ottiene un organo di collegamento che consente corrispondentemente di ottenere un basso livello di sollecitazione, con una buona trasmissione della coppia di avvitamento e/o svitamento, nel contempo evitando in massimo grado un qualsiasi indesiderato slittamento dello strumento di avvitamento sulla corrispondente zona di impegno dell’organo di collegamento.
Con ulteriore particolare vantaggio, detta zona di raccordo esterna 19 presenta, inoltre, una larghezza “r” che è superiore alla decima parte della larghezza “i” dell’impronta 18.
Con ulteriore particolare vantaggio, detta zona di raccordo esterna 19 presenta comunque una larghezza “r” che è superiore a 0,6 mm.
Vantaggiosamente, detti mezzi di innesto 16 dell’organo comprendono sette o più impronte di impegno 18, in particolare un numero di impronte compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte compreso tra otto e dodici.
In questo modo, si ottiene corrispondentemente una vantaggiosa distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento dell’organo di collegamento e/o del corrispondente strumento di avvitamento.
Vantaggiosamente, come illustrato, in modo particolarmente preferito, detti mezzi di innesto 16 comprendono un numero di impronte 18 che è pari a dieci.
In questo modo, si ottiene un organo di collegamento che consente di ottenere un basso livello di sollecitazione, con una buona trasmissione della coppia di avvitamento e/o svitamento, nel contempo evitando in massimo grado un qualsiasi indesiderato slittamento dello strumento di avvitamento sulla corrispondente zona di impegno dell’organo di collegamento.
Vantaggiosamente, la rispettiva impronta 18 presenta uno spessore radiale massimo, o massima profondità dell’impronta, “p”, che viene presa tra il punto o zona radialmente interna 180 di comune convergenza delle medesime facce 181, 182 dell’impronta 18 ed il profilo virtuale 14, il quale spessore radiale massimo, o massima profondità dell’impronta, “p” è compreso tra 0,5 mm e 2 mm, in particolare che è compreso tra 0,6 mm e 2 mm, e preferibilmente che è compreso tra 0,8 mm e 2 mm.
In questo modo, è possibile realizzare dei mezzi di innesto per l’organo di collegamento che presentano un ingombro particolare contenuto.
Vantaggiosamente, come si evince dalle corrispondenti figure, nel presente organo la rispettiva faccia 181, 182 della relativa impronta di impegno 18 è di forma piana ed è perpendicolarmente estesa, in particolare perpendicolarmente estesa in misura superiore ad almeno dieci volte la larghezza della medesima faccia di impegno.
In particolare, come si evince dalle figure, inoltre, dette prima 181 e seconda 182 opposte facce di impegno della rispettiva impronta presentano le stesse dimensioni.
Con vantaggio, come si evince dalla figura 3, le facce 181, 182 della relativa impronta sono angolarmente distanziate tra di loro di un angolo A che è compreso tra 135° e 154°, in particolare che è compreso tra 135° e 150, e preferibilmente un angolo A che è pari a, o intorno a, 144°.
In questo modo, si ottiene corrispondentemente un organo di collegamento che consente di ottenere un basso livello di sollecitazione, con una buona trasmissione della coppia di avvitamento e/o di svitamento, e nel contempo presentante un ingombro radiale contenuto.
Vantaggiosamente, detta zona comune di convergenza 180 delle facce di impegno 181, 182 dell’impronta 180 è definita da un tratto perpendicolare lineare di raccordo 180, in particolare che è particolarmente sottile essendo costituito unicamente da una semplice e minima raggiatura di raccordo tra le dette facce di impegno 181, 182. Detta raggiatura di raccordo presenta preferibilmente un raggio di curvatura intorno 0,2 mm.
Vantaggiosamente, la rispettiva zona esterna di raccordo 19 tra adiacenti impronte 18 presenta un ampio profilo circolare, in particolare un profilo che corrisponde al detto profilo esterno virtuale 14 dei mezzi di innesto 16.
In pratica, nelle realizzazioni qui mostrate, le zone di raccordo 19 che sono tra di loro adiacenti, ovvero che sono separate da una rispettiva impronta 18, sono angolarmente distanziate, ovvero il rispettivo punto medio è angolarmente distanziato, di un angolo B che è pari a 36°, rispetto al centro del medesimo organo 10. Ovviamente, secondo altre realizzazione preferite, ad esempio una realizzazione avente un numero di impronte pari a 8, detto angolo B sarebbe pari a 45°, ovvero per una realizzazione avente un numero di impronte pari a dodici, detto angolo B sarebbe pari a 30°.
Con vantaggio, l’altezza h dei mezzi di innesto 16, o delle impronte di impegno 18, è superiore al diametro del perimetro virtuale esterno 14 dei medesimi mezzi di innesto 16, in particolare in misura superiore al doppio del detto diametro.
In particolare, come illustrato, il presente organo, o vite, 10 presenta uno stelo 121, che si prolunga dalla testa 120 dell’organo, o vite, 10 detto stelo presentando, lungo almeno parte del rispettivo profilo periferico, un corrispondente filetto 122.
Vantaggiosamente, dalla testa o parte 120 del corpo dell’organo, che definisce detta superficie di innesto 16, si prolunga perpendicolarmente, o assialmente, un blocco di estensione 24, il cui profilo esterno si estende esternamente rispetto al profilo esterno dei detti mezzi di innesto 16, ovvero al rispettivo perimetro esterno virtuale 14 di questi.
Vantaggiosamente, detto blocco di estensione 24 presenta una porzione cilindrica 125 adiacente alla zona definente detti mezzi di innesto 16, dalla quale si prolunga perpendicolarmente una porzione 126 a superficie esterna conica.
Vantaggiosamente, alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto 16, si prolunga una superficie trasversale, 160 in particolare definente dei mezzi di arresto dell’introduzione dello strumento di avvitamento e/o svitamento dell’organo.
In particolare, come illustrato, detto blocco di estensione 24 è longitudinalmente delimitato da una superficie trasversale 160 alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto 16.
In particolare, come illustrato, dalla porzione conica del detto blocco di estensione 24, si estende un colletto cilindrico 127, o prima parte dello stelo 121.
In particolare, come illustrato, detto stelo filettato 121 dell’organo, o vite, 10 si prolunga dal detto blocco di estensione 24, in particolare definendo, con la rispettiva estremità non filettata, il detto colletto estremo 127, che si prolunga dalla parte conica 126 del blocco di estensione 24.
Vantaggiosamente, in conformità ad una seconda e terza realizzazioni preferite 100, 100’ di organo, illustrate nelle figura da 5 a 10 e sotto forma di rispettivi dadi, si evince come detto corpo 12 dell’organo 100, 100’ presenti una cavità interna 13, che è delimitata da una parete perimetrale 130 del corpo 12 dell’organo, sulla cui superficie interna 131 è provvisto un rispettivo filetto 132.
Vantaggiosamente, come si evince dalla figura 7, in conformità a queste ulteriori realizzazioni preferite 100 e 100’, detto corpo cavo 12 dell’organo presenta uno spessore radiale s, tra la rispettiva zona radialmente interna 180 di comune convergenza delle medesime facce 181, 182 dell’impronta 18 ed il fondo del filetto 131, che è compreso tra 1,5 mm e 2,5 mm, preferibilmente che è pari, o intorno, a 2 mm.
In questo modo, è possibile realizzare dei dadi di collegamento che presentano un ingombro contenuto e che sono vantaggiosamente resistenti.
In particolare, come illustrato, in conformità a queste ulteriori realizzazioni preferite 100 e 100’, detta cavità interna 13 è cieca, ovvero si estende perpendicolarmente tra una apertura di sbocco estrema ed una parete di chiusura estrema trasversale 13’.
Vantaggiosamente, in conformità alla seconda e terza realizzazioni preferite di organo, detta parete di chiusura estrema trasversale 13’ è in un sol corpo con la parete laterale 13 del corpo 12 dell’organo o dado, ovvero con le altre parti del corpo del dado, in particolare essendo il corpo 12 del dado ricavato tramite stampaggio a freddo di un rispettivo blocchetto di semilavorato.
In particolare, con ulteriore vantaggio, come illustrato, la faccia trasversale estrema 17 del corpo dell’organo 10, 100, 100’ presenta un’ampia rientranza centrale 17’, che preferibilmente, in conformità alla seconda e terza realizzazioni preferite, presenta un bordo periferico 17b concavo con fondo preferibilmente piano 17a.
In particolare, come illustrato, in tutte le sopra indicate realizzazioni preferite di organo di collegamento 10, 100 e 100’, la rispettiva impronta 18 è delimitata inferiormente da una superficie estrema 185, di fondo e di raccordo con la superficie trasversale di riferimento o arresto 160, in particolare detta superficie estrema dell’impronta è preferibilmente pianiforme ed è sotto forma di una superficie inclinata.
Detta superficie estrema 185 è in special modo inclinata di un angolo C compreso tra 20° e 35° rispetto alla direzione parallela all’asse dell’organo, ed, in particolare, è preferibilmente inclinata di un angolo C che è compreso tra 25° e 30°.
Nelle successive figure da 11 a 14, viene illustrata una realizzazione preferita di strumento, o chiave, 200 per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento, in particolare di una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile, e particolarmente adatto per inserirsi sull’organo di collegamento delle precedenti realizzazioni preferite. Lo strumento per l’avvitamento o svitamento 200 comprende, come illustrato, un corpo 212, che presenta una rispettiva superficie perimetrale esterna e che si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale 214, in particolare secondo un profilo circolare.
Il corpo 212 presenta, inoltre, dei rispettivi mezzi 216 di innesto per dei corrispondenti mezzi 16 di innesto del detto organo di collegamento.
Come illustrato, lo strumento 200 comprende, altresì, dei mezzi 220 di impegno per l’azionamento in rotazione del detto strumento.
Come si evince dalle figure, i detti mezzi di innesto 216 comprendono una pluralità di impronte di impegno, che sono perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite 218, e le quali impronte di impegno 218 si prolungano sporgenti internamente, verso il centro dello strumento, del rispettivo corpo 212, a partire da un corrispondente profilo di fondo virtuale 214, ed essendo ciascuna impronta 218 suddivisa dall’impronta adiacente 218 attraverso una rispettiva zona di raccordo di fondo 219, che è perimetralmente estesa e che è in corrispondenza del detto profilo di fondo virtuale 214.
In pratica, come illustrato, i mezzi di innesto 216 dello strumento o chiave 200 comprendono una pluralità di impronte di impegno 218, ed una pluralità di zone di raccordo perimetrale 219, che intervallano, o sono disposte tra, impronte di impegno 218, 218 tra di loro adiacenti.
In particolare, come si evince dalle figure, inoltre, dette impronte di impegno 218 presentano le stesse dimensioni.
Inoltre, come si evince dalle figure, inoltre, le dette zone di raccordo 219, tra adiacenti impronte di impegno 218, presentano le stesse dimensioni.
Come si evince in particolare dalla figura 13, la rispettiva impronta di impegno 218 presenta una rispettiva larghezza i’, che è la distanza che intercorre tra gli opposti punti estremi della detta impronta 218, dai quali si prolungano le rispettive zone o facce di raccordo 219, che sono ai lati della rispettiva impronta di impegno 218.
Come si evince in particolare dalla figura 13, detta zona di raccordo interna 219 presenta una rispettiva larghezza r’, che è la distanza che intercorre tra gli opposti estremi della detta zona, o faccia, 219, dai quali si prolungano le rispettive facce 281, 282 delle adiacenti impronte di impegno 218.
Vantaggiosamente, la larghezza r’ della zona di raccordo 219 è inferiore alla larghezza i’ dell’impronta 218, in particolare detta larghezza r’ della zona di raccordo 219 è inferiore alla metà della larghezza i’ dell’impronta 218, ed in special modo detta larghezza r’ della zona di raccordo 219 è inferiore alla quarta parte della larghezza i’ della detta impronta 218.
In questo modo, si ottiene uno strumento che presenta una corrispondente vantaggiosa distribuzione dello sforzo di avvitamento e di svitamento su una maggiore superficie e si evita in massimo grado il danneggiamento del corrispondente strumento di avvitamento e/o dell’organo di collegamento. Con ulteriore preferenza, è previsto che detta larghezza r’ della zona di raccordo 219 sia inferiore alla sesta parte della larghezza i’ della detta impronta 218, ed ancor più preferibilmente che detta larghezza r’ della zona di raccordo 219 sia inferiore alla settima parte della detta larghezza i’ della medesima impronta 218.
In questo modo, si ottiene uno strumento di avvitamento e svitamento che consente di ottenere un basso livello di sollecitazione, con una buona trasmissione della coppia di avvitamento e/o svitamento, nel contempo evitando in massimo grado un qualsiasi indesiderato slittamento del medesimo strumento di avvitamento sulla corrispondente zona di impegno dell’organo di collegamento.
Vantaggiosamente, è altresì previsto che detta zona di raccordo interna 219 presenti una larghezza r’ che è superiore alla decima parte della detta larghezza i’ della medesima impronta 218.
Vantaggiosamente, è altresì previsto che detta zona di raccordo interna o di fondo 219 presenti una larghezza r’ che è superiore a 0,6 mm.
Vantaggiosamente, come illustrato, lo strumento 200 comprende un rispettivo corpo dello strumento 212, in particolare che è sotto forma di uno stelo allungato secondo un rispettivo asse longitudinale.
In particolare, come illustrato, il corpo 212 dello strumento presenta una estremità cava 212a, assialmente aperta, di inserimento sull’organo, in particolare una vite o un dado, da avvitare e/o svitare, la quale cavità interna 212a è delimitata da una rispettiva superficie virtuale interna o profilo 214, in corrispondenza della quale sono provvisti i detti mezzi di innesto 216.
Con vantaggio, è previsto che detti mezzi 220 di azionamento dello strumento siano provvisti in corrispondenza dell’estremità opposta a quella alloggiamento dei detti mezzi di innesto 216.
In particolare, vantaggiosamente, detti mezzi di azionamento 220 sono sotto forma di una rispettiva sagoma di innesto 221 o 222 per una rispettiva chiave o utensile di azionamento.
In particolare, come illustrato, detti mezzi di azionamento 220 comprendono una prima 221 ed una seconda 222 sagome di innesto per rispettive chiavi o utensili di azionamento, le quali sono, in particolare, longitudinalmente allineate e ravvicinate tra di loro.
Vantaggiosamente, la rispettiva impronta di impegno comprende una prima 281 ed una seconda 282 opposte facce di impegno per una corrispondente superficie dell’organo di collegamento 10 o 100, le quali facce di impegno 281, 282 si prolungano sporgenti internamente rispetto al detto profilo virtuale di fondo 214 dei mezzi di innesto 216 e convergono verso ed in corrispondenza di una rispettiva zona radialmente interna 280 di comune convergenza delle medesime facce 281, 282 dell’impronta 218.
Come illustrato, la rispettiva faccia 281, 282 della rispettiva impronta 218 è suddivisa dalla faccia 282, 281 della adiacente impronta 218 dei detti mezzi di innesto 216 attraverso la detta zona di raccordo perimetrale interna o di fondo 219.
Vantaggiosamente, detti mezzi di innesto 216 comprendono sette o più impronte di impegno sporgenti internamente 218, in particolare un numero di impronte sporgenti internamente 218 che è compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte sporgenti internamente 218 che è compreso tra otto e dodici, e preferibilmente un numero di impronte sporgenti internamente 218 che è pari a dieci.
Vantaggiosamente, la rispettiva impronta 218 presenta uno spessore radiale massimo p’ che è compreso tra 0,5 mm e 2 mm, in particolare che è compreso tra 0,6 mm e 2 mm, e preferibilmente che è compreso tra 0,8 mm e 2 mm.
Vantaggiosamente, la rispettiva faccia 281, 282 della relativa impronta di impegno sporgente internamente 218 è piana e perpendicolarmente estesa, in particolare perpendicolarmente estesa in misura superiore ad almeno dieci volte la larghezza della medesima faccia di impegno.
Vantaggiosamente, dette prima 281 e seconda 282 opposte facce di impegno della rispettiva impronta sporgente internamente 218 presentano le stesse dimensioni.
Vantaggiosamente, le facce 281, 282 della relativa impronta sporgente internamente sono angolarmente distanziate tra di loro di un angolo A che è compreso tra 135° e 154°, in particolare che è compreso tra 135° e 150, e preferibilmente un angolo A che è pari a, o intorno a, 144°.
Vantaggiosamente, detta zona comune di convergenza 280 delle facce di impegno 281, 282 dell’impronta internamente sporgente 280 è definita da un tratto perpendicolare lineare di raccordo 280.
In particolare, come illustrato, la rispettiva zona di raccordo di fondo 219 tra adiacenti impronte internamente sporgenti 218 presenta un ampio profilo circolare.
In pratica, in questa realizzazione preferita, le zone di raccordo 219 che sono tra di loro adiacenti sono angolarmente distanziate, ovvero il rispettivo punto medio è distanziato, di un angolo B che è pari a 36°.
Vantaggiosamente, l’altezza dei mezzi di innesto 216 dello strumento, o l’altezza delle impronte internamente sporgenti di impegno 218, è superiore al diametro del perimetro virtuale di sviluppo dei medesimi mezzi di innesto 216, in particolare in misura superiore al doppio del detto diametro.
Vantaggiosamente, alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto 216 dello strumento, è presente una superficie trasversale, 260, perimetralmente estesa o internamente cava, in particolare definente dei mezzi arresto dell’introduzione dello strumento di avvitamento e/o svitamento sul corrispondente organo di collegamento.
Vantaggiosamente, la rispettiva impronta internamente sporgente 218 è delimitata inferiormente da una superficie estrema 285 di fondo e raccordo con la superficie trasversale di riferimento o arresto 260, in particolare detta superficie estrema dell’impronta internamente sporgente essendo sotto forma di una superficie pianiforme e inclinata ed in special modo inclinata di un angolo C compreso tra 20° e 35° rispetto alla direzione parallela all’asse dell’organo, e preferibilmente inclinata di un angolo C compreso tra 25° e 30°.
Con vantaggio, detta prima impronta di azionamento 221, è provvista longitudinalmente discosta rispetto alla detta seconda impronta 222 e presenta un’estensione in larghezza o diametro virtuale che è inferiore o leggermente inferiore all’estensione in larghezza o diametro virtuale della detta seconda impronta 222.
In particolare, come illustrato, detta prima impronta di azionamento 221 è separata dalla detta seconda impronta 222 attraverso un corrispondente profilo periferico, in particolare conico, 223 convergente verso la medesima prima sagoma di azionamento estrema 221.
In particolare, come illustrato, detti mezzi di azionamento 220 sono separati dal corpo dello stelo 212 da una rispettiva rientranza perimetrale 225, in particolare provvista appena al disotto della detta seconda impronta di azionamento 222.
Vantaggiosamente, come si evince, la faccia trasversale estrema 217 del corpo 212 dello strumento presenta una rientranza centrale allungata 217’, preferibilmente a fondo piano 217a.
Vantaggiosamente, detto corpo cavo 12 dello strumento presenta, inoltre, uno spessore radiale s’ tra la superficie esterna 212’ e il fondo 214 dei rispettivi mezzi di innesto 216 che è compreso tra 1 mm e 1,8 mm, e preferibilmente compreso tra 1,2 e 1,5 mm.
In pratica, come è evidente, le sopra illustrate caratteristiche tecniche consentono, singolarmente o in rispettiva combinazione, al presente trovato di conseguire almeno uno o più dei seguenti risultati vantaggiosi:
- è possibile avere a disposizione un organo o strumento che operi in modo particolarmente efficace;
- è possibile evitare in massimo grado il danneggiamento dell’organo di collegamento e/o del corrispondente strumento di avvitamento; ed
- è possibile garantire l’effettuarsi di una efficace azione di inserimento dello strumento di avvitamento o svitamento dell’organo di collegamento;
- è possibile avere a disposizione dei rispettivi organi di collegamento e relativi strumenti di avvitamento in cui sia presente, in uso, un livello di sforzo limitato;
- è possibile avere a disposizione dei rispettivi organi di collegamento e relativi strumenti di avvitamento che consentono una buona trasmissione della coppia di avvitamento o svitamento.
- è possibile avere a disposizione dei rispettivi strumenti di avvitamento che sono poco ingombranti e/o che non richiedono per la sua realizzazione un impiego relativamente elevato di materiale e che oltretutto risultano essere di peso eccessivo.
Il trovato così concepito è suscettibile di evidente applicazione industriale. Il tecnico del ramo potrà, inoltre, immaginare numerose varianti e/o modifiche da apportare al trovato illustrato nella specifica realizzazione preferita, pur rimanendo nell’ambito del concetto inventivo, come ampiamente esposto. Inoltre, si possono immaginare ulteriori realizzazioni preferite del trovato che comprendano una o più delle sopra illustrate caratteristiche. Deve essere, inoltre, inteso che tutti i dettagli possono essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (48)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Organo (10, 100, 100’) di collegamento, in particolare una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo (12) avente una rispettiva superficie perimetrale esterna (14), che si sviluppa secondo un rispettivo profilo virtuale, in particolare secondo un profilo virtuale circolare, in corrispondenza della quale superficie perimetrale sono ricavati dei rispettivi mezzi (16) di innesto per dei corrispondenti mezzi o strumento (200) di avvitamento e/o di svitamento dell’organo; e dei mezzi a filetto (21) di attacco, preferibilmente al detto mozzo del veicolo; detti mezzi di innesto (16) comprendendo una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite (18), le quali impronte di impegno si prolungano rientrate rispetto al detto profilo virtuale esterno ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente (18) attraverso una rispettiva zona di raccordo esterna (19) perimetralmente estesa; caratterizzato dal fatto che la larghezza (r) della zona di raccordo (19) tra adiacenti impronte di impegno (18, 18) è inferiore alla larghezza (i) della rispettiva impronta (18), in particolare detta larghezza (r) della zona di raccordo (19) essendo inferiore alla metà della larghezza (i) della detta impronta (18), ed in special modo detta larghezza (r) della zona di raccordo esterna essendo inferiore alla quarta parte della larghezza (i) della medesima impronta (18); con preferenza detta larghezza (r) della zona di raccordo (19) essendo inferiore alla sesta parte della larghezza (i) della detta impronta (18), ed ancor più preferibilmente detta larghezza (r) della zona di raccordo (18) essendo inferiore alla settima parte della medesima larghezza (i) della medesima impronta (18).
  2. 2. Organo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta zona di raccordo esterna (19) presenta una larghezza (r) che è superiore alla decima parte della larghezza (i) dell’impronta (18), e/o una larghezza (r) che è superiore a 0,6 mm.
  3. 3. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta di impegno comprende una prima (181) ed una seconda (182) opposte facce di impegno per una corrispondente superficie dei detti mezzi di avvitamento e/o svitamento, le quali facce di impegno (182, 182) si prolungano rientrate rispetto al detto profilo esterno e convergono verso ed in corrispondenza di una rispettiva zona radialmente interna (180) di comune convergenza delle medesime facce (181, 182) dell’impronta (18); la rispettiva faccia (181, 182) della rispettiva impronta (18) essendo suddivisa dalla rispettiva faccia (182, 181) della adiacente impronta (18) dei detti mezzi di innesto (16) attraverso la zona di raccordo perimetrale esterna (19).
  4. 4. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di innesto (16) comprendono sette o più impronte di impegno (18), in particolare un numero di impronte di impegno che è compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte che è compreso tra otto e dodici e preferibilmente un numero di impronte (18) che è pari a dieci.
  5. 5. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta (18) presenta uno spessore radiale massimo, o massima profondità, (p) che è compreso tra 0,5 mm e 2 mm, in particolare che è compreso tra 0,6 mm e 2 mm, e preferibilmente che è compreso tra 0,8 mm e 2 mm.
  6. 6. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la rispettiva faccia (181, 182) della relativa impronta di impegno (18) è piana e perpendicolarmente estesa, in particolare perpendicolarmente estesa in misura superiore ad almeno dieci volte la larghezza della medesima faccia di impegno.
  7. 7. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che dette prima (181) e seconda (182) opposte facce di impegno della rispettiva impronta presentano le stesse dimensioni.
  8. 8. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le facce (181, 182) della relativa impronta sono angolarmente distanziate tra di loro di un angolo (A) compreso tra 135° e 154°, in particolare compreso tra 135° e 150, e preferibilmente un angolo che è pari a, o intorno a, 144°.
  9. 9. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la zona comune di convergenza (180) delle facce di impegno (181, 182) dell’impronta (180) è definita da un tratto perpendicolare lineare di raccordo (180).
  10. 10. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la rispettiva zona esterna di raccordo (19) tra adiacenti impronte (18) presenta un ampio profilo circolare.
  11. 11. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’altezza (h) dei mezzi di innesto (16), o delle impronte di impegno (18), è superiore al diametro del perimetro virtuale esterno dei medesimi mezzi di innesto, in particolare in misura superiore al doppio del detto diametro.
  12. 12. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che è previsto uno stelo (121), che si prolunga dalla testa (120) dell’organo, o vite, detto stelo presentando lungo almeno parte del rispettivo profilo periferico, un corrispondente filetto (122).
  13. 13. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che, dalla parte del corpo dell’organo (12) che definisce detta superficie di innesto (16), si prolunga perpendicolarmente un blocco di estensione (24), il cui profilo esterno si estende esternamente rispetto al profilo esterno dei detti mezzi di innesto (16), ovvero al rispettivo perimetro esterno virtuale di questi.
  14. 14. Organo secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detto blocco di estensione (24) presenta una porzione cilindrica (125) adiacente alla zona definente detti mezzi di innesto (16), dalla quale si prolunga perpendicolarmente una porzione (126) a superficie esterna conica.
  15. 15. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che, alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto (16), si prolunga una superficie trasversale, (160) in particolare definente dei mezzi arresto dell’introduzione dello strumento di avvitamento e/o svitamento dell’organo.
  16. 16. Organo secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che, detto blocco di estensione (24) è longitudinalmente delimitato da una superficie trasversale (160) alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto (16).
  17. 17. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 13 a 16, caratterizzato dal fatto che, dalla porzione conica del detto blocco di estensione (24), si estende un colletto cilindrico (127).
  18. 18. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 12 a 17, caratterizzato dal fatto che detto stelo filettato (121) dell’organo o vite (10) si prolunga dal detto blocco di estensione (24), in particolare definendo, con la rispettiva estremità non filettata, il detto colletto estremo (127) che si prolunga dalla parte conica (126) del blocco di estensione (24).
  19. 19. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (12) dell’organo o dado presenta una cavità interna (13) delimitata da una parete perimetrale (130) del corpo dell’organo, sulla cui superficie interna (131) è provvisto un rispettivo filetto (132).
  20. 20. Organo secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che detto corpo cavo (12) dell’organo (100, 100’) presenta uno spessore radiale (s), tra la rispettiva zona radialmente interna (180) di comune convergenza delle medesime facce (181, 182) dell’impronta (18) ed il fondo del filetto (131), che è compreso tra 1,5 mm e 2,5 mm, e preferibilmente che è pari, o intorno, a 2 mm.
  21. 21. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti 19 e 20, caratterizzato dal fatto che detta cavità interna (13) è cieca, ovvero si estende perpendicolarmente tra una apertura estrema di sbocco ed una parete di chiusura estrema trasversale (13’).
  22. 22. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 19 a 21, caratterizzato dal fatto che detta parete di chiusura estrema trasversale (13’) è in un sol corpo con la parete laterale (13) del corpo (12) dell’organo o dado, ovvero con le altre parti del corpo del dado, in particolare essendo il corpo (12) del dado ricavato tramite stampaggio a freddo di un rispettivo blocchetto.
  23. 23. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la faccia trasversale estrema (17) del corpo dell’organo presenta un’ampia rientranza centrale (17’), preferibilmente a bordo periferico (17b) concavo con fondo preferibilmente piano (17a).
  24. 24. Organo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta (18) è delimitata inferiormente da una superficie estrema (185) di fondo e raccordo con la superficie trasversale di riferimento o arresto (160), la quale superficie estrema (185) è in particolare sotto forma di una superficie pianiforme.
  25. 25. Organo secondo la rivendicazione 24, caratterizzato dal fatto che la superficie estrema (185) di fondo e raccordo con la superficie trasversale di riferimento o arresto (160) è sotto forma di una superficie inclinata, in particolare inclinata di un angolo (C) compreso tra 20° e 35° rispetto alla direzione parallela all’asse dell’organo, e preferibilmente inclinata di un angolo (C) compreso tra 25° e 30° rispetto alla medesima direzione parallela all’asse del detto organo.
  26. 26. Strumento, o chiave, (200) per l’avvitamento e lo svitamento di organi di collegamento, in particolare di una vite o un dado, preferibilmente per fissare una ruota, o cerchio, ad un mozzo di un veicolo, in special modo di un autoveicolo, quale un’automobile; comprendente un corpo (212) presentante dei rispettivi mezzi (216) di innesto per dei corrispondenti mezzi (16) di innesto del detto organo di collegamento; e dei mezzi (220) di impegno per l’azionamento in rotazione del detto strumento; detti mezzi di innesto (216) comprendendo una pluralità di impronte di impegno perpendicolarmente estese e circonferenzialmente distribuite (218), le quali impronte di impegno (218) si prolungano sporgenti internamente, verso il centro dello strumento, a partire da un corrispondente profilo di fondo virtuale (214), ed essendo ciascuna suddivisa dall’impronta adiacente (218) attraverso una rispettiva zona di raccordo perimetralmente estesa (219); caratterizzato dal fatto che la larghezza (r) della zona di raccordo (219) tra adiacenti impronte di impegno (218, 218) è inferiore alla larghezza (i) della rispettiva impronta (218), in particolare detta larghezza (r) della zona di raccordo (219) essendo inferiore alla metà della larghezza (i) della detta impronta (218), ed in special modo detta larghezza (r) della zona di raccordo (219) essendo inferiore alla quarta parte della larghezza (i) della medesima impronta (218); con preferenza detta larghezza (r) della zona di raccordo (219) essendo inferiore alla sesta parte della larghezza (i) dell’impronta (218), ed ancor più preferibilmente detta larghezza (r) della zona di raccordo (219) essendo inferiore alla settima parte della medesima larghezza (i) della medesima impronta (218).
  27. 27. Strumento secondo la rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che detta zona di raccordo (219) presenta una larghezza (r’) che è superiore alla decima parte della larghezza (i’) dell’impronta (218), e/o presenta una larghezza (r’) che è superiore a 0,6 mm.
  28. 28. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti 26 e 27, caratterizzato dal fatto che il corpo dello strumento (212) è sotto forma di uno stelo allungato secondo un rispettivo asse longitudinale.
  29. 29. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 28, caratterizzato dal fatto che il corpo (212) dello strumento presenta una estremità cava (212a), assialmente aperta, di inserimento sull’organo, in particolare vite o dado, da avvitare e/o svitare, la quale cavità interna (212a) è delimitata da una superficie interna (214) in corrispondenza della quale sono provvisti i detti mezzi di innesto (216).
  30. 30. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti 28 e 29, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (220) di azionamento dello strumento sono provvisti in corrispondenza dell’estremità opposta a quella di alloggiamento dei detti mezzi di innesto (216).
  31. 31. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 30, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di azionamento (220) sono sotto forma di una rispettiva sagoma di innesto (221 o 222) per una rispettiva chiave o utensile di azionamento.
  32. 32. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 31 o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di azionamento (220) comprendono una prima (221) ed una seconda (222) sagome di innesto per rispettive chiavi o utensili di azionamento, le quali sono in particolare longitudinalmente allineate e ravvicinate tra di loro.
  33. 33. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 32 o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta di impegno comprende una prima (281) ed una seconda (282) opposte facce di impegno per una corrispondente superficie dell’organo di collegamento, le quali facce di impegno (282, 282) si prolungano sporgenti internamente rispetto al detto profilo virtuale di fondo dei mezzi di innesto (216) e convergono verso ed in corrispondenza una rispettiva zona radialmente interna (280) di comune convergenza delle medesime facce (281, 282) dell’impronta (218); la rispettiva faccia (281, 282) della rispettiva impronta (218) essendo suddivisa dalla faccia (282, 281) della adiacente impronta (218) dei detti mezzi di innesto (216) attraverso la zona di raccordo perimetrale (219).
  34. 34. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 33 o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di innesto (216) comprendono sette o più impronte di impegno sporgenti internamente (218), in particolare un numero di impronte sporgenti internamente (218) compreso tra otto e quattordici, in special modo un numero di impronte sporgenti internamente (218) compreso tra otto e dodici, e preferibilmente un numero di impronte sporgenti internamente (218) che è pari a dieci.
  35. 35. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 34 o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta (218) presenta uno spessore radiale massimo (p’) che è compreso tra 0,5 mm e 2 mm, in particolare che è compreso tra 0,6 mm e 2 mm, e preferibilmente che è compreso tra 0,8 mm e 2 mm.
  36. 36. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 35, caratterizzato dal fatto che la rispettiva faccia (281, 282) della relativa impronta di impegno sporgente internamente (218) è piana e perpendicolarmente estesa, in particolare perpendicolarmente estesa in misura superiore ad almeno dieci volte la larghezza della medesima faccia di impegno.
  37. 37. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 36, caratterizzato dal fatto che dette prima (281) e seconda (282) opposte facce di impegno della rispettiva impronta sporgente internamente (218) presentano le stesse dimensioni.
  38. 38. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 37 o secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che le facce (281, 282) della relativa impronta sono angolarmente distanziate tra di loro di un angolo (A) compreso tra 135° e 154°, in particolare compreso tra 135° e 150, e preferibilmente un angolo che è pari a, o intorno a, 144°.
  39. 39. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 38, caratterizzato dal fatto che detta zona comune di convergenza (280) delle facce di impegno (281, 282) dell’impronta internamente sporgente (280) è definita da un tratto perpendicolare lineare di raccordo (280).
  40. 40. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 39, caratterizzato dal fatto che la rispettiva zona di raccordo di fondo (219) tra adiacenti impronte sporgenti internamente (218) presenta un ampio profilo circolare.
  41. 41. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 40, caratterizzato dal fatto che l’altezza dei mezzi di innesto (216) dello strumento, o l’altezza delle impronte internamente sporgenti di impegno (218), è superiore al diametro del perimetro virtuale di sviluppo dei medesimi mezzi di innesto (216), in particolare in misura superiore al doppio del detto diametro.
  42. 42. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 41, caratterizzato dal fatto che, alla base dei detti mezzi, o della superficie, di innesto (216) dello strumento, è presente una superficie trasversale, (260), perimetralmente estesa o internamente cava, in particolare definente dei mezzi di arresto dell’introduzione dello strumento<di avvitamento e/o svitamento sul corrispondente organo di collegamento.>
  43. 43. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 42, caratterizzato dal fatto che la rispettiva impronta internamente sporgente (218) è delimitata inferiormente da una superficie estrema (285) di fondo e raccordo con la superficie trasversale di riferimento o arresto (260), in particolare detta superficie estrema dell’impronta internamente sporgente essendo sotto forma di una superficie pianiforme, in particolare inclinata, in special modo di un angolo compreso tra 20° e 35°, e preferibilmente di un angolo compreso tra 25° e 30°.
  44. 44. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 32 a 43, caratterizzato dal fatto che detta prima impronta di azionamento (221), è provvista longitudinalmente discosta rispetto alla detta seconda impronta (222) e presenta un’estensione in larghezza o diametro virtuale che è inferiore o leggermente inferiore all’estensione in larghezza o diametro virtuale della detta seconda impronta (222).
  45. 45. Strumento secondo la rivendicazione 44, caratterizzato dal fatto che detta prima impronta di azionamento (221) è separata dalla detta seconda impronta (222) attraverso un corrispondente profilo periferico, in particolare conico, (223) convergente verso la medesima prima sagoma di azionamento estrema (221).
  46. 46. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 45, caratterizzato dal fatto che detti mezzi azionamento (220) sono separati dal corpo dello stelo (212) da una rispettiva rientranza perimetrale (225), in particolare provvista appena al disotto della detta seconda impronta di azionamento (222).
  47. 47. Strumento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 46, caratterizzato dal fatto che detto corpo cavo (12) dello strumento presenta uno spessore radiale (s’) tra la superficie esterna (212’) e il fondo (214) dei rispettivi mezzi di innesto che è compreso tra 1 mm e 1,8 mm, e preferibilmente compreso tra 1,2 e 1,5 mm.
  48. 48. Organo e strumento, ciascuno caratterizzato dal fatto di essere come previsto in una qualsiasi delle corrispondenti rivendicazioni precedenti e/o secondo quanto descritto ed illustrato con riferimento alle figure degli uniti disegni.
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