ITTO980362A1 - Procedimento di trasmissione di segnali ottici con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli in fibra ottica a passo variab - Google Patents

Procedimento di trasmissione di segnali ottici con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli in fibra ottica a passo variab

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ITTO980362A1
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Description

Descrizione dell'invenzione avente per titolo:
"Procedimento di trasmissione di segnali ottici con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli in fibra ottica a passo variabile, e sistema di comunicazione ottica utilizzante il procedimento"
La presente invenzione si riferisce ai sistemi di comunicazione ottica, e più in particolare riguarda un procedimento di trasmissione di segnali ottici in cui si effettua una compensazione della dispersione cromatica della linea mediante moduli di compensazione con caratteristica nominalmente lineare (in particolare, reticoli in fibra ottica a passo variabile), e un sistema di comunicazione che utilizza il procedimento.
Le linee di comunicazione in fibra ottica di impiego più corrente utilizzano quale supporto di trasmissione fibre in silice di diverse caratteristiche. Tra queste, le cosiddette fibre singolo modo convenzionali - che sono molto diffuse nel mondo e costituiscono più della metà delle fibre installate - presentano dispersione cromatica sostanzialmente nulla a lunghezze d'onda corrispondenti a quella che viene di solito denominata “seconda finestra di trasmissione” (lunghezze d'onda nell'intorno di 1 ,3 pm). Per compensare l'attenuazione dei segnali ottici derivante dalla propagazione lungo la fibra si fa sempre più spesso uso di amplificatori ottici, che eliminano la necessità di azioni di conversione ottico/elettrica e viceversa nei ripetitori. Gli amplificatori ottici più comunemente usati operano però con la massima efficienza di amplificazione nella terza finestra di trasmissione (lunghezze d'onda nell'intorno di 1 ,55 μm). A questa lunghezza d'onda le fibre convenzionali hanno attenuazione minima, però presentano una forte dispersione cromatica, dell'ordine di 15-20 ps/nm/km; ciò si traduce in un forte allargamento degli impulsi che è di ostacolo a una trasmissione ad alta velocità su lunga distanza.
In particolare, la rilevanza della dispersione cromatica cresce con la frequenza di cifra del segnale ed ha una notevole incidenza per segnali senza ritorno a zero (NRZ) già a frequenze di cifra di 10 Gbit/s. In effetti, in queste condizioni, che sono di immediato interesse per gli operatori, la dispersione cromatica limita la massima lunghezza di collegamento a circa 70 Km sulle fibre convenzionali. Per collegamenti di maggiore lunghezza è pertanto necessario l'uso di tecniche di compensazione della dispersione cromatica.
Tra queste si sta rivelando molto promettente l'impiego di reticoli in fibra ottica a passo variabile, che consentirebbero di realizzare moduli di compensazione compatti e con basse perdite d’inserzione.
Un reticolo in fibra ottica a passo variabile può essere assimilato in pratica a una successione di reticoli a passo costante, ciascuno dei quali riflette una particolare lunghezza d’onda e trasmette tutte le altre. Generalmente, il passo varia linearmente nel reticolo. Un modulo di compensazione che utilizza un reticolo di questo tipo può essere collegato alla linea di trasmissione in fibra ottica in modo che le diverse lunghezze d’onda presenti nel segnale da compensare percorrano il reticolo, siano riflesse e vengano reintrodotte sulla linea con ritardi di propagazione diversi. Si può allora sfruttare questo fatto per compensare la dispersione cromatica. Per tale compensazione si deve chiaramente scegliere l'andamento del passo in modo che il reticolo presenti un ritardo di gruppo τ linearmente dipendente dalla frequenza ottica ω, con andamento complementare a quello della fibra. Tuttavia i reticoli a passo variabile tipicamente presentano una caratteristica non perfettamente lineare per motivi tecnologici (in particolare, per l'impossibilità di avere reticoli con lunghezza infinita e per le discontinuità dovute alle variazioni di passo). E’ stato dimostrato che la presenza di fluttuazioni nella caratteristica τ(ω) influisce negativamente sulle prestazioni del sistema. In particolare, tali effetti dipendono dalla frequenza di dette fluttuazioni e sono massimi quando il periodo delle fluttuazioni (misurato in termini di frequenza ottica) è prossimo alla larghezza spettrale del segnale trasmesso. Queste fluttuazioni, ancorché costanti nel tempo, sono praticamente imprevedibili e inoltre il loro effetto sul sistema di trasmissione dipende in maniera fine dalla frequenza della portante ottica che, come è ben noto, può fluttuare a sua volta attorno al valore nominale. Pertanto una loro compensazione è praticamente impossibile.
L’unico modo per ridurne l’effetto è quindi di cercare di realizzare per costruzione i reticoli con fluttuazioni per quanto possibile limitate. Tuttavia, va tenuto presente che, per evidenti ragioni di economia di costruzione, si tendono a fabbricare reticoli che compensino tratte di lunghezza predefinita, che generalmente sono inferiori a 100 Km. Pertanto, per compensare la dispersione cromatica lungo una tratta di linea molto lunga, può essere necessario impiegare più reticoli e gli effetti negativi di ognuno di essi possono accumularsi.
E’ evidente quindi l’interesse in un metodo per ridurre l’influenza delle fluttuazioni stesse. In letteratura non sono note soluzioni per questo problema.
L’invenzione si basa su una analisi accurata del comportamento di un sistema di comunicazione ottica con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli condotta dall’inventore. Questa analisi ha mostrato che l’effetto delle fluttuazioni nella caratteristica τ(ω) del reticolo o dei reticoli sul sistema dipende non solo dalle caratteristiche complessive dei reticolo o dei reticoli (quindi dall’ampiezza e dalla frequenza delle fluttuazioni stesse) ma anche dai parametri del trasmettitore, degli amplificatori di linea e della fibra stessa. In particolare, esistono configurazioni che presentano una tolleranza molto maggiore a questi difetti dei reticoli.
Secondo l’invenzione si fornisce quindi un procedimento per la trasmissione di segnali ottici in cui, per minimizzare l’effetto delle fluttuazioni attorno a un andamento lineare ideale della caratteristica di ritardo di gruppo τ(ω) di un modulo di compensazione al variare delia frequenza ottica dei segnali, si determina una curva del degrado delle prestazioni del sistema dovuto alla dispersione cromatica e, per una data lunghezza di tratta, si effettua la compensazione in modo tale che il punto di lavoro lungo la curva di degrado rimanga in una regione a pendenza limitata di detta curva.
Come si vedrà, questa soluzione è legata al fatto che, come evidenziato dall'inventore, l'effetto delle imperfezioni nel reticolo è assimilabile a una compensazione che fluttua attorno a un valore ideale.
Vantaggiosamente, il modulo di compensazione si basa sull'uso di reticoli in fibra ottica a passo variabile.
La curva di degrado può essere per esempio una curva rappresentativa della penalità in potenza rispetto a una condizione di riferimento (ovvero una curva rappresentativa della chiusura del diagramma ad occhio) del sistema di trasmissione al variare della lunghezza di fibra su cui si effettua la compensazione della dispersione.
L'invenzione fornisce anche un sistema di trasmissione in fibra ottica utilizzante il procedimento, in cui, per la compensazione della dispersione cromatica, si utilizza almeno un modulo di compensazione con caratteristica di ritardo di gruppo idealmente lineare con pendenza tale che la lunghezza di linea compensata porti il punto di lavoro in corrispondenza di una zona di minimo (o almeno in una zona a pendenza limitata) della curva rappresentativa del degrado di prestazioni del sistema dovuto alla dispersione cromatica.
A maggior chiarimento si fa riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la Fig. 1 è uno schema semplificato di un sistema di trasmissione in fibra ottica con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli di Bragg;
- la Fig. 2 è uno schema analogo alla Fig. 1 relativo a un sistema di trasmissione a divisione di lunghezza d’onda;
- la Fig. 3 è un grafico della caratteristica ritardo di gruppo - frequenza ottica di un reticolo,
- le Figure 4 - 9 sono grafici di curve del degrado del sistema dovuto alle fluttuazioni del ritardo di gruppo, per diverse frequenze di fluttuazione e diverse condizioni di propagazione.
Come si vede in Fig. 1 un sistema di trasmissione completamente ottico con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli può essere schematizzato da:
- un trasmettitore 1 ;
- dispositivi di amplificazione 2 (in particolare amplificatori a fibra attiva); per semplicità di disegno si è rappresentato un solo amplificatore, posto all’uscita del trasmettitore 1 ,
- la linea di trasmissione in fibra ottica 3, che introduce sui segnali trasmessi una dispersione cromatica che, nel caso delle fibre in silice convenzionali, è dell’ordine di 17 ps/nm/Km;
- dispositivi di compensazione della dispersione cromatica, comprendenti preferibilmente uno o più reticoli di Bragg a passo variabile in fibra ottica 4; il numero e la collocazione di tali reticoli lungo la linea dipendono, tra l’altro, dalla lunghezza del collegamento e dalla potenza del segnale: per semplicità di disegno, si è indicato un unico reticolo 4, collegato alla linea 3 mediante un cireolatore 5; - il ricevitore 6.
Lo schema di Fig. 1 presuppone una trasmissione di segnali a una sola lunghezza d’onda. Nel caso di una trasmissione a divisione di lunghezza d’onda, lo schema diventa quello di Fig. 2: sono previsti N trasmettitori 1A...1N, i cui segnali vengono multiplati sulla linea tramite un multiplatore 7, e N ricevitori 6A...6N che ricevono i segnali relativi al rispettivo canale tramite un demultiplatore 8. Il dispositivo o ogni dispositivo di compensazione comprende generalmente N reticoli in cascata 4A...4N, ciascuno atto a effettuare la compensazione sui segnali di uno dei canati.
Nella Fig. 3 è rappresentato l’andamento della caratteristica ritardo di gruppo τ di un reticolo a passo variabile in funzione della frequenza ottica ω del segnale: l’andamento è nominalmente lineare, con una certa pendenza a, come indicato dalla linea τ·| . Tuttavia, come detto, per ragioni costruttive il ritardo di gruppo presenta fluttuazioni imprevedibili rispetto ai valori corrispondenti all’andamento lineare e quindi il suo andamento è in realtà quello indicato nella linea T2- Inoltre, per la frequenza di emissione delle sorgenti, esiste un certo intervallo di tolleranza rispetto al valore nominale e tale frequenza fluttua in modo imprevedibile attorno al valore effettivo: pertanto il punto di lavoro (lunghezza di fibra effettivamente compensata) non è determinabile a priori in modo preciso e si sposta in maniera imprevedibile lungo la caratteristica, rendendo impossibile una compensazione precisa.
L’analisi del comportamento dell’intero sistema di trasmissione ha portato l’inventore a riconoscere che le fluttuazioni di τ(ω) non influiscono in maniera indipendente sulle prestazioni del sistema, e che il loro effetto globale sul sistema di trasmissione è legato anche ai parametri del trasmettitore, dei sistemi di amplificazione e della linea di trasmissione (in particolare, alla lunghezza della tratta non compensata). Pertanto, per minimizzare gli effetti negativi sulle prestazioni del sistema, non è sufficiente utilizzare un reticolo che compensi la dispersione dovuta a una determinata frazione della lunghezza complessiva della linea in esame e che presenti fluttuazioni minime, ma bisogna tenere conto del sistema in cui il reticolo va inserito.
Si possono in effetti tracciare delle curve qualitative come quelle di Fig. 4 che rappresentano il degrado delle prestazioni (penalità EC del diagramma ad occhio, espressa in dB, relativa all’apertura in corrispondenza del trasmettitore 1 ) in funzione della lunghezza non compensata L della fibra, espressa in km. I dati necessari per tracciare le curve possono essere ottenuti, con procedure ben note nel settore, per mezzo di una convenzionale strumentazione di misura del tasso di errore collegabile al sistema, come indicato dai blocchi 7 in Fig. 1. Nella Fig. 4 si sono riportate le curve relative a due diversi tipi di trasmettitore aventi valori diversi (0, -1) del cosiddetto parametro di modulazione in frequenza spuria (parametro di chirp) a, nel caso di una trasmissione a 10 Gbit/s in regime lineare lungo una fibra convenzionale con dispersione D = 17 ps/nm/Km a 1 ,55 μm . Il parametro a è un coefficiente che caratterizza la modulazione in frequenza spuria dovuta al modulatore esterno: questo tipo di modulatore è tipicamente presente nei sistemi di trasmissione in cui la compensazione della dispersione cromatica è un’esigenza primaria. Le curve mostrano che a parametri di modulazione in frequenza spuria diversi corrisponde una diversa sensibilità del sistema alla dispersione cromatica. In particolare trasmettitori con valore negativo del parametro di modulazione in frequenza spuria presentano prestazioni migliori sulle libre convenzionali.
Le curve di Fig. 4 sono curve tracciate per un reticolo ideale, senza fluttuazioni di τ(ω). Nel caso di un reticolo reale, possono ancora essere applicate delle curve analoghe tenendo tuttavia conto che, come si vedrà meglio in seguito, la lunghezza di fibra non compensata può essere considerata variabile. La fig. 5 mostra, per a = -1 , alcune curve relative a differenti condizioni di compensazione, in funzione della cosiddetta lunghezza equivalente della fibra Leq (differenza tra la lunghezza LF della fibra 3 nelle Figure 1 e 2 e la lunghezza compensata da un retìcolo ideale con ugual pendenza della caratteristica). Si deduce che l’effetto delle fluttuazioni di τ(ω) può essere minimizzato operando in modo tale che la lunghezza di fibra non compensata venga a trovarsi in una regione della curva di degrado dove la curva ha pendenza limitata (e preferibilmente nulla). In queste condizioni la tolleranza del sistema è massima.
Si riporteranno ora, per una miglior comprensione dell’invenzione, le considerazioni teoriche che stanno alla base della stessa.
Si è assunta come ipotesi di partenza che l'andamento delle singole fluttuazioni del ritardo di gruppo χ(ω) possa essere considerato sostanzialmente sinusoidale, cosicché vale la relazione che segue:
dove
- a ha il significato detto sopra, e
- A, Ω, φ sono rispettivamente l’ampiezza, il periodo (misurato in termini di frequenza ottica del segnale) e la fase della fluttuazione.
Questa approssimazione non e arbitraria e non implica particolari perdite di generalità per intervalli di ω corrispondenti alla larghezza di banda del segnale trasmesso in linea, ed è comunemente adottata in letteratura.
La dispersione totale del reticolo è data da dt/dωo. Considerando un reticolo
ideale (A = 0), la dispersione chiaramente è costante e vale a. Per una fibra, la
dispersione è invece data da β2'LF, dove β2 è il coefficiente di dispersione cromatica,
espresso in ps2/nm, e LF è la lunghezza della fibra. Un reticolo ideale con coefficiente
(pendenza della caratteristica) a è quindi in grado, se applicato a una fibra con
coefficiente di dispersione cromatica β2, di compensare la dispersione cromatica in un
tratto di fibra di lunghezza L° = a/β2- In altri termini, agli effetti della dispersione
cromatica il sistema si comporta come se la linea fosse costituita da una fibra di
lunghezza L
Se le fluttuazioni di τ(ω) sono relativamente lente, per esempio tali che Ω/2π > 20
GHz, l’effetto delle fluttuazioni su un segnale per esempio a frequenza di cifra
dell’ordine di 10 Gbit/s (che, come detto, è una frequenza di cifra di immediato
interesse pratico per gli operatori), può essere descritto analiticamente considerando
solo il termine del primo ordine dell’espansione in serie di Taylor della (1). In questa
approssimazione si può vedere che il reticolo si comporta, nei confronti di un segnale
a frequenza cùg, come un compensatore ideale avente lunghezza di compensazione
Le data da
Pertanto il segnale ottico alla frequenza ottica ο3⁄4 sperimenta una lunghezza di compensazione variabile intorno a L3⁄4 e dipendente dall’ampiezza e dalla fase della
fluttuazione. La (2) mostra che il sistema è estremamente sensibile alla frequenza
della portante, di modo che anche variazioni di pochi GHz (cioè di pochi centesimi di
nanometro, quindi alquanto minori della tolleranza ammessa per la lunghezza d’onda nominale dei laser) portano a valori sensibilmente diversi di Lc.
Tale assunzione resta confermata anche da simulazioni numeriche effettuate per valori della frequenza di fluttuazione del reticolo comparabili con la cadenza di cifra del segnale, per i quali l'approssimazione di sviluppo in serie non sarebbe giustificabile.
Per meglio chiarire quanto detto sopra, si riportano alcuni esempi numerici di valutazione delle prestazioni di un sistema di trasmissione. Il sistema considerato utilizzava un trasmettitore 1 che inviava segnali a 10 Gbit/s su una linea di 130 Km di fibra ottica convenzionale. All’estremità della linea lato ricevitore era disposto un reticolo 4 che presentava un valore di A di 10 ps. Anche per questa valutazione, si sono confrontate le prestazioni di sistema per due trasmettitori, aventi rispettivamente a = 0 e a = -1. Le prestazioni sono state ricavate analizzando il diagramma ad occhio al ricevitore per valori diversi di φ.
Le Figure 6 e 7 riportano i grafici della differenza tra la penalità (cioè la differenza di chiusura del diagramma ad occhio) nel caso migliore e quella nel caso peggiore al variare della lunghezza equivalente LF - L° della fibra, rispettivamente per un regime di fluttuazione lenta del ritardo di gruppo, con Ω/2π = 50 GHz (corrispondente a un valore del periodo Ω, in termini di intervallo di lunghezze d'onda, di 0,4 nm) e per un regime di fluttuazione rapida, con Ω/2π = 12,5 GHz (Ω = 0,1 nm), comparabile quindi con la cadenza di cifra della trasmissione. Come in Fig. 4, le ordinate sono espresse in dB e le ascisse in km.
L'analisi compiuta dall'inventore ha mostrato che le curve delle Figure 6 e 7 hanno un andamento che riproduce sostanzialmente quello del modulo della derivata delle corrispondenti curve delle Figure 4, 5. Pertanto, dalle curve riportate nelle Fig. 4, 5 e dall’equazione (2) si può ricavare l'incidenza delle fluttuazioni della curva di ritardo di gruppo sulle prestazioni del sistema. Poiché, al variare di φ, Lc varia secondo la (2) intorno al valore L° , anche l’apertura dell’occhio varia e la variazione massima dipenderà dal valore della derivata della curva della penalità in corrispondenza del valore della lunghezza non compensata LF - L° . Pertanto l'impatto sul sistema sarà minimizzato se LF - L° è tale che il sistema si trovi ad operare in corrispondenza del punto di minimo della curva della penalità, ovvero dove la derivata si annulla. Il confronto tra le curve delle Fig. 6 e quelle delle Figure 4, 5 mostra che l’effetto delle fluttuazioni diventa effettivamente trascurabile quando si utilizza l'invenzione. In particolare, si può vedere che l’influenza delle stesse è minimizzata per LF - L° = 0 nel caso di a = 0, e per LF - L° « 30 Km nel caso di a = -1.
La Rgura 7 mostra che anche nel caso di fluttuazioni con frequenza comparabile alla cadenza di cifra del segnale l’effetto delle fluttuazioni può ancora essere minimizzato, anche se non viene completamente annullato come nel caso delle fluttuazioni lente.
Nel caso di trasmissione a divisione di lunghezza d'onda si osserva lo stesso comportamento per ciascun canale.
Quanto esposto sopra vale, come detto, nel caso di propagazione lineare del segnale sulla tratta in fibra convenzionale, cioè nel caso in cui gli amplificatori 2 non portino la potenza del segnale ottico a livelli tale da rendere non trascurabili fenomeni non lineari quali la modulazione di fase autoindotta (Self Phase Modulation). Questi fenomeni non lineari influenzano a loro volta la sensibilità del sistema alle fluttuazioni di τ(ω). Prove effettuate su un sistema come quello di Fig. 1 utilizzando un segnale con potenza debordine di 20 mW hanno mostrato che si può ancora praticamente annullare l’effetto delle fluttuazioni. In questo caso però la modulazione di fase autoindotta fa sì che il minimo degrado delle prestazioni si ottenga per una lunghezza del tratto di fibra non compensato diverso rispetto ai casi precedenti. Per esempio, si ottiene il minimo degrado per LF - L° ~ 55 Km, come si vede nelle figure 8 e 9 (corrispondenti rispettivamente alle Figure 5 e 6) dove si sono riportati i risultati delle prove in regime non lineare nel caso di a = 0 (che è il caso in cui si ha la massima variazione rispetto al comportamento in regime lineare).
Nel caso di effetti non lineari provocati da amplificatori distribuiti lungo la linea, prove effettuate hanno inoltre mostrato che è conveniente effettuare la minimizzazione tratta per tratta, e che può essere necessario un adattamento delle singole compensazioni per ottimizzare la compensazione globale.
E’ evidente che quanto descritto è dato a titolo di esempio non limitativo e che varianti e modifiche sono possibili senza uscire dal campo di protezione dell’Invenzione. In particolare, anche se si è fatto esplicito riferimento alla compensazione mediante reticoli a passo variabile, quanto precede vale per qualsiasi modulo di compensazione la cui caratteristica di ritardo di gruppo presenti un comportamento analogo a quello dì tali reticoli.

Claims (10)

  1. Rivendicazioni 1. Procedimento per la trasmissione di segnali ottici in un sistema di comunicazione con una linea di trasmissione in fibra ottica (3), in cui si effettua una compensazione della dispersione cromatica introdotta dalla fibra (3) mediante almeno un modulo di compensazione (4; 4A...4N) avente una caratteristica di ritardo di gruppo τ(ω) che, in funzione della frequenza ottica dei segnali, presenta fluttuazioni attorno a un andamento lineare ideale, caratterizzato dal fatto che, per minimizzare l’effetto di dette fluttuazioni, si determina una curva del degrado delle prestazioni del sistema dovuto alla dispersione cromatica e, per una data lunghezza di fibra, si effettua la compensazione in modo tale che il punto di lavoro lungo la curva di degrado, che fluttua attorno a un valore corrispondente a una compensazione effettuata secondo detta caratteristica ideale, si trovi in una regione a pendenza limitata di detta curva di degrado.
  2. 2. Procedimento secondo la riv. 1, caratterizzato dal fatto che detta regione della curva di degrado è una regione a derivata sostanzialmente nulla.
  3. 3. Procedimento secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta curva di degrado è determinata come penalità in potenza dei segnali trasmessi al variare della lunghezza della tratta di linea per cui si effettua la compensazione della dispersione cromatica.
  4. 4. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che, per una trasmissione su più canali a divisione di lunghezza d’onda, si determina una curva di degrado per ciascun canale e si minimizza l’effetto delle fluttuazioni individualmente per ciascun canale.
  5. 5. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che si effettua la compensazione mediante almeno un modulo di compensazione (4; 4A...4N) basato su reticoli in fibra ottica a passo variabile.
  6. 6. Sistema di comunicazione in fibra ottica, in cui una sorgente (1) invia segnali ottici su una linea di trasmissione in fibra ottica (3) associata a mezzi di compensazione della dispersione cromatica (4; 4A...4N) comprendenti almeno un modulo di compensazione avente una caratteristica di ritardo di gruppo τ(ω) che presenta, al variare della frequenza ottica dei segnali, fluttuazioni attorno a un andamento lineare ideale, caratterizzato dal fatto che detto sistema è associato a mezzi (7) per la determinazione di una curva rappresentativa dei degrado delle prestazioni del sistema dovuto alla dispersione cromatica, e dal fatto che detto modulo (4; 4A...4N) ha una pendenza di detta caratteristica di ritardo di gruppo ideale tale che, per una data lunghezza di fibra, il punto di lavoro su detta curva rappresentativa del degrado delle prestazioni si trovi in corrispondenza di una zona a pendenza limitata della stessa.
  7. 7. Sistema secondo la riv. 6, caratterizzato dal fatto che tale modulo {4; 4A...4N) ha una pendenza di detta caratteristica di ritardo di gruppo ideale tale che detto punto di lavoro si trovi in corrispondenza di un minimo di detta curva.
  8. 8. Sistema secondo la riv. 6 o 7, caratterizzato dal fatto che, per la trasmissione di segnali appartenenti a una pluralità di canali organizzati a divisione di lunghezza d’onda, detti mezzi di compensazione della dispersione cromatica (4; 4A...4N) sono atti a effettuare la compensazione individualmente per ciascun canale.
  9. 9. Sistema secondo la riv. 8, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di compensazione della dispersione cromatica comprendono una pluralità di moduli di compensazione (4A...4N) ognuno dei quali è atto a effettuare la compensazione per uno dei canali, e dal fatto ogni modulo (4A...4N) ha una pendenza di detta caratteristica di ritardo di gruppo tale che il punto di lavoro su una rispettiva curva rappresentativa dei degrado di prestazioni del sistema dovuto alla dispersione cromatica si trovi in corrispondenza di una regione a pendenza limitata di detta curva.
  10. 10. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 6 - 9, caratterizzato dal fatto che detto modulo o detti moduli di compensazione (4; 4A...4N) comprendono reticoli in fibra ottica a passo variabile.
IT98TO000362A 1998-04-28 1998-04-28 Procedimento di trasmissione di segnali ottici con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli in fibra ottica a passo variab ITTO980362A1 (it)

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IT98TO000362A ITTO980362A1 (it) 1998-04-28 1998-04-28 Procedimento di trasmissione di segnali ottici con compensazione della dispersione cromatica mediante reticoli in fibra ottica a passo variab

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