ITTO20100041U1 - Fermaglio di collegamento a pressione - Google Patents
Fermaglio di collegamento a pressioneInfo
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Description
DESCRIZIONE
del modello di utilità dal titolo:
“FERMAGLIO DI COLLEGAMENTO A PRESSIONE”
La presente innovazione è relativa ad un fermaglio di collegamento a pressione per accoppiare due elementi a piastra. In particolare, la presente innovazione ad un fermaglio per accoppiare un pannello di finizione interna ad una lamiera di una porta oppure ad una lamiera della carrozzeria in un autoveicolo.
Nel settore degli autoveicoli, i fermagli utilizzati per accoppiare i pannelli di finizione interna alle lamiere hanno, in genere, una testa che impegna una sede del pannello di finizione ed un gambo che è provvisto di due alette elasticamente deformabili e che viene inserito a pressione in un foro della lamiera, in modo da fare scattare tali alette oltre il bordo del foro.
Il foro della lamiera in genere è circolare, con bordo di diametro opportuno per fare deformare elasticamente le alette durante l’inserimento del gambo e per trattenere poi le alette stesse una volta scattate nella loro condizione indeformata.
Questa soluzione nota richiede che la posizione relativa dei fori circolari sulla lamiera sia precisa e sia perfettamente uguale a quella dei corrispondenti fermagli sul pannello di finizione per poter centrare ed inserire i fermagli nei rispettivi fori senza esercitare eccessivi forzamenti.
Per ovviare a possibili imprecisioni nella posizione dei fori e/o dei fermagli, è vantaggioso realizzare fori di forma allungata, ossia realizzare asole con bordi rettilinei paralleli, che consentano un certo margine di tolleranza lungo la direzione in cui sono allungati tali bordi e quindi compensino gli errori di centraggio rispetto alle posizioni previste a progetto sulla lamiera.
Tuttavia, utilizzando asole invece di fori circolari, con i fermagli di tipo noto non si è certi di riuscire a bloccare in maniera stabile il pannello di finizione. In particolare, la stabilità del fissaggio dipende dall’orientamento del fermaglio attorno al proprio asse rispetto ai bordi allungati dell’asola. Infatti, se le due alette elastiche si trovano alle estremità dell’asola, non riescono ad impegnare il bordo dell’asola, oppure lo impegnano con un’area insufficiente, dopo l’inserimento del fermaglio, per cui il gambo del fermaglio può facilmente sfilarsi, lasciando così libera una parte del pannello di finizione.
Scopo della presente innovazione è quello di fornire un fermaglio di collegamento a pressione, il quale consenta di risolvere in maniera semplice ed economica i problemi sopra esposti, e preferibilmente possa assicurare un collegamento stabile sia se viene inserito in un foro circolare, sia se viene inserito in un’asola.
Secondo la presente innovazione viene fornito un fermaglio di collegamento a pressione, come definito dalla rivendicazione 1.
L'innovazione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 illustra in prospettiva una preferita forma di attuazione del fermaglio di collegamento a pressione secondo la presente innovazione;
- la figura 2 è analoga alla figura 1 ed illustra il fermaglio con parti asportate per chiarezza; e
- la figura 3 illustra in scala ingrandita ed in sezione il fermaglio delle figure 1 e 2 mentre è accoppiato ad un pannello.
In figura 1, con 1 è indicato un fermaglio definente un elemento di collegamento a pressione per fissare un elemento a piastra o pannello 2 (parzialmente illustrato 1) ad un elemento a piastra o pannello 3 (parzialmente illustrato in figura 3). I pannelli 2 e 3 possono essere definiti, ad esempio, da un pannello di finizione interna di un autoveicolo e, rispettivamente, da una lamiera di una fiancata o di una porta dell’autoveicolo.
Il fermaglio 1 si estende lungo un asse 5 rettilineo e comprende un corpo 6 realizzato in materiale plastico ed un elemento 7 di tenuta, il quale è fissato ad una flangia 8 definita da una porzione intermedia del corpo 6 ed è realizzato in un materiale elasticamente deformabile più flessibile o più morbido di quello del corpo 6. L’elemento 7 comprende un labbro 9 che è disposto lungo il bordo esterno dell’elemento 7 e, in uso, è premuto assialmente contro una superficie 10 del pannello 3 (fig. 3) per esercitare una azione di tenuta lungo una linea anulare chiusa. Ad esempio, l’elemento 7 è accoppiato tramite costampaggio al corpo 6. In alternativa, il corpo 6 e l’elemento 7 possono essere realizzati in un pezzo solo in un materiale avente flessibilità opportuna per garantire sia la tenuta contro la superficie 10, sia l’accoppiamento al pannello 3 che verrà descritto in dettaglio nel seguito.
Ad una propria estremità assiale, il corpo 6 comprende una testa 11 definita da una piastra collegata alla flangia 8 tramite uno stelo assiale (non visibile nelle figure allegate), che si estende attraverso un foro 13 passante (parzialmente illustrato) del pannello 2. La testa 11 è affacciata e distanziata assialmente dalla flangia 8 e/o dall’elemento 7, in modo da definire uno spazio 14 vuoto, avente dimensione assiale tale da essere impegnato da una porzione del pannello 2 e mantenerla in posizione fissa. La testa 11 ha forma e dimensioni tali da poter essere accoppiata a baionetta al pannello 2, tramite un primo movimento con cui la testa 11 viene inserita assialmente nel foro 13 ed un secondo movimento con cui viene fatta scorrere lungo il pannello 2. Ad esempio, il secondo movimento è un moto traslatorio indicato da una freccia stilizzata sulla testa 11, oppure è un moto rotatorio rispetto all’asse 5.
Preferibilmente, la piastra definita dalla testa 11 ha forma asimmetrica rispetto all’asse 5: ad esempio, ha una forma sostanzialmente rettangolare e la posizione dell’asse 5 è discostata rispetto al centro verso uno dei due lati minori del rettangolo.
Con riferimento alla figura 2, il corpo 6 comprende un gambo 17, il quale si estende assialmente a sbalzo dalla flangia 8 in verso opposto alla posizione della testa 11. Il gambo 17 comprende almeno quattro alette 18, le quali, in vista assiale ed in sezione con piani di sezione ortogonali all’asse 5, si estendono a sbalzo a partire da rispettive zone di attacco 19 lungo rispettive direzioni 20 arcuate aventi concavità rivolta verso l’asse 5. Le alette 18 sono elasticamente flessibili verso l’asse 5. In particolare, le zone di attacco 19 definiscono rispettive cerniere virtuali attorno alle quali si flettono le alette 18.
Le alette 18 sono definite radialmente verso l’esterno da superfici 21 la cui distanza dall’asse 5 aumenta, andando lungo le rispettive direzioni 20 da zone di attacco 19 verso bordi 22 di estremità delle alette 18, quando le alette 18 sono indeformate. Quando il gambo 17 viene inserito assialmente a pressione in un foro 23 passante del pannello 3, il bordo 24 del foro 23 entra in contatto con le superfici 21 e provoca la flessione delle alette 18, per cui il diametro del gambo 17 si riduce fino a quando le alette 18 scattano nuovamente nella condizione indeformata dopo aver oltrepassato assialmente il foro 23.
Come illustrato in figura 3, il foro è definito da un’asola, per cui il bordo 24 comprende due porzioni 25 rettilinee parallele, raccordate tra loro da due porzioni 26 semi-circolari. In alternativa, il foro 23 è un foro circolare (in linea tratteggiata) avente diametro sostanzialmente uguale alla distanza tra le porzioni 25.
Ancora con riferimento alla figura 2, le alette 18 hanno rispettive facce 27, le quali sono rivolte assialmente verso l’elemento 7 e la flangia 8, sono ortogonali all’asse 5, e vanno ad appoggiarsi, in uso, contro una superficie del pannello 3, dalla parte opposta rispetto alla superficie 10, quando scattano in condizione indeformata. In altre parole, il labbro 9 e le facce 27 definiscono tra loro uno spazio 28 in cui il pannello 3 rimane forzato assialmente in posizione fissa.
Convenientemente, le alette 18 sono equamente distanziate tra loro attorno all’asse 5.
Il gambo 17 comprende uno stelo 29 assiale cilindrico, la cui superficie esterna è unita alle zone di attacco 19 tramite rispettivi bracci definiti da nervature 30 piatte parallele all’asse 5. Preferibilmente, le nervature 30 sono equamente distanziate tra loro attorno all’asse 5 e sono radiali.
I bordi 31 delle nervature 30 e le superfici 21 delle alette 18 hanno sostanzialmente la medesima generatrice con profilo curvo convesso, sostanzialmente ad ogiva, per cui progressivamente convergono verso una estremità libera o punta 33 dello stelo 29. I bordi 31 terminano proprio in corrispondenza della punta 33. Le zone di attacco 19 invece sono disposte solamente lungo una porzione intermedia 34 dei bordi 31.
Con riferimento alla figura 3, le alette 18 sono delimitate radialmente verso l’interno da superfici 36, le quali sono cilindriche con generatrici sostanzialmente parallele all’asse 5. In corrispondenza delle zone di attacco 19, la superfici 36 sono raccordate alle rispettive nervature 30. Fatta eccezione per la zona di attacco 19, la larghezza radiale delle facce 27 aumenta progressivamente andando verso i bordi 22 (fig. 3).
Con riferimento alla figura 2, i bordi 22 sono definiti da facce 38 che sono trasversali alle superfici 21 e 36 e delimitano le alette 18 in direzione tangenziale. La dimensione radiale delle facce 38 si riduce progressivamente andando assialmente verso la punta 33, dal momento che le superfici 21 convergono verso le superfici 36.
Nel contempo, la dimensione delle alette 18 lungo le rispettive direzioni 20 è massima lungo le facce 27. Tale dimensione, andando verso la punta 33, si riduce progressivamente fino ad annullarsi, per cui i bordi 22 si avvicinano ai bordi 31 delle nervature 30, fino a raccordarsi con i bordi 31. In particolare, i bordi 22 hanno un profilo convesso, fatta eccezione per la zona in cui si raccordano ai bordi 31.
Con riferimento alla figura 3, dopo aver fissato il fermaglio 1 al pannello 2 secondo la modalità a baionetta sopra descritta, il gambo 17 viene inserito assialmente nel foro 23. Premendo il fermaglio 1, il bordo 24 entra in contatto con le superfici 21 di almeno due delle alette 18, ed obbliga tali alette a flettersi progressivamente verso l’asse 5 ed ad entrare in rispettivi vani 40 (fig. 3) definiti tangenzialmente dalle nervature 30. La deformazione elastica aumenta fino a quando le alette 18 sono inscritte in una circonferenza avente diametro uguale alla distanza tra le porzioni 25, ossia al doppio del raggio delle porzioni 26. Il foro 23 è calibrato in modo da avere una distanza tra le porzioni 25 maggiore o sostanzialmente uguale al diametro esterno massimo delle nervature 30, in modo da fare flettere elasticamente solo le alette 18, senza deformare le nervature 30.
Forzando il labbro 9 assialmente contro la superficie 10, il pannello 3 entra in impegno assialmente nello spazio 28 e le alette 18 scattano verso l’esterno in condizione indeformata oltre il bordo 24.
Grazie al numero delle alette 18 e alle direzioni 20 arcuate in cui si estendono le alette 18, almeno due di esse impegnano sempre il bordo 24 per trattenere assialmente il fermaglio 1 e, quindi, fissare il pannello 2, indipendentemente dall’orientamento del fermaglio 1 attorno al proprio asse 5. Nel contempo, il fermaglio 1 è adatto anche ad impegnare un foro circolare, invece di un’asola: in questo caso, tutte le alette 18 andranno ad impegnare il bordo del foro del pannello 3.
Le facce 27 si spostano in un piano ortogonale all’asse 5 quando le alette 18 scattano in posizione indeformata, per cui vanno ad impegnare in maniera stabile il bordo 24 e la superficie del pannello 3 attorno al foro 23. Inoltre, grazie alla configurazione delle alette 18, i vani 40 conferiscono una certa tolleranza nel centraggio del fermaglio 1 in direzione ortogonale all’asse 5 ed all’asse di mezzeria dell’asola 23 (a questo proposito, si veda in fig. 3 la distanza dei bordi 31 dalle porzioni 25).
La forma ad ogiva delle superfici 21 e le altre caratteristiche di forma delle alette 18 agevolano poi l’inserimento nel foro 23 e la deformazione delle alette 18 verso l’interno dei vani 40.
Da quanto precede appare evidente che al fermaglio 1 descritto possono essere apportate modifiche e varianti che non esulano dal campo di protezione della presente innovazione, come definito nelle rivendicazioni allegate.
In particolare, il numero delle alette 18 potrebbe essere maggiore, e/o lo spessore delle alette 18 potrebbe essere diverso da quello indicato.
Le nervature 30 potrebbero essere orientate in modo diverso da quanto illustrato; e/o le zone di attacco 19 delle alette 18 potrebbero definire raccordi diversi da quelli visibili nelle figure; e/o le alette 18 potrebbero estendersi a sbalzo direttamente dallo stelo assiale 29, oppure estendersi a coppie in sensi opposti da una medesima nervatura; e/o le nervature 30 potrebbero essere sostituite con bracci di forma diversa.
Claims (1)
- R I V E N D I C A Z I O N I 1.- Fermaglio di collegamento a pressione estendentesi lungo un asse (5) e comprendente: - una testa (11) atta ad essere accoppiata ad una porzione di un primo pannello (2); - una flangia (8) intermedia collegata alla detta testa (11); - un gambo (17) estendentesi assialmente dalla detta flangia (8) in verso opposto alla detta testa (11) e comprendente uno stelo assiale (29) ed elementi di ritenzione (18), i quali sono portati dal detto stelo assiale (29) e sono elasticamente deformabili verso il detto asse (29) per inserire assialmente a pressione il detto gambo (17) in un foro passante (23) di un secondo pannello (3); caratterizzato dal fatto che i detti mezzi di ritenzione comprendono almeno quattro alette elastiche (18) che, in vista assiale, si estendono a sbalzo lungo rispettive direzioni arcuate (20). 2.- Fermaglio secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) sono delimitate radialmente da rispettive superfici esterne convesse (21), la cui distanza dall’asse (5) aumenta, andando lungo le dette direzioni arcuate (20) da rispettive zone di attacco (19) verso rispettivi bordi di estremità (22) delle dette alette (18), quando le dette alette (18) sono indeformate. 3.- Fermaglio secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che le dette superfici esterne convesse (21) hanno forma sostanzialmente ad ogiva. 4.- Fermaglio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) sono definite assialmente da rispettive facce (27) rivolte verso la detta flangia (8) ed ortogonali al detto asse (5). 5.- Fermaglio secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la dimensione radiale delle dette facce (27) aumenta andando lungo le dette direzioni arcuate (20) verso rispettivi bordi di estremità (22) delle dette alette (18). 6.- Fermaglio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) sono equamente distribuite attorno al detto asse (5). 7.- Fermaglio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) sono unite al detto stelo assiale (29) tramite rispettivi bracci radiali. 8.- Fermaglio secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che i detti bracci (30) sono definiti da nervature (30) radiali, aventi rispettivi bordi (31), da cui si estendono a sbalzo le dette alette (18); il profilo dei detti bordi (31) essendo sostanzialmente uguale a quello definito da superfici esterne convesse (21) delle dette alette (18). 9.- Fermaglio secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) impegnano solo una porzione assiale intermedia delle dette nervature (30). 10.- Fermaglio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le dette alette (18) sono delimitate radialmente da superfici interne (36) cilindriche. 11.- Fermaglio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la dimensione delle dette alette (18) lungo le rispettive direzioni arcuate (20) diminuisce progressivamente andando assialmente verso una punta (33) del detto stelo assiale (29).
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