ITRM20090660A1 - Dispenser - Google Patents

Description

"DISPENSER"

La presente invenzione ha per oggetto un dispenser, vale a dire un dispositivo dosatore applicabile al collo di un flacone per erogare il liquido in esso contenuto.

In particolare, la presente invenzione à ̈ relativa ad un dispenser del tipo comprendente un corpo di contenimento a geometria sostanzialmente assialsimmetrìca, internamente cavo ed inseribile nel collo di un flacone. Il corpo di contenimento à ̈ vincolato ad una ghiera filetta la quale viene avvitata sul collo di un flacone. In particolare, il corpo di contenimento comprende una porzione anulare affacciata ad una porzione anulare della ghiera ed ad essa vincolata.

Il corpo di contenimento à ̈ dotato in una prima estremità di un orifizio per l'ingresso del prodotto liquido presente nel flacone. Tale orifizio viene aperto o chiuso da una valvola, mobile scorrevolmente all'interno del corpo di contenimento, in particolare all'interno di una camera di dosaggio compresa nello stesso.

La camera di dosaggio à ̈ definita dallo spazio presente tra un pistone, guidato da uno stelo internamente cavo, scorrevole all'interno del corpo di contenimento e la porzione di fondo (dove à ̈ posto l'orifizio) del corpo di contenimento.

Tra pistone e stelo sono presenti mezzi di apertura e chiusura della cavità interna dello stelo in modo tale da mettere selettivamente in comunicazione di fluido l'interno dello stelo con la camera di dosaggio.

Lo stelo à ̈ guidato nella sua corsa da un anello di ritegno, solidale al corpo di contenimento, che funge anche da riscontro per la corsa del pistone.

In altre parole, l'anello di ritegno definisce il limite superiore della camera di dosaggio impedendo che il pistone possa uscire dalla camera di dosaggio stessa. Quando il pistone crea una sovrapressione all'interno della camera di dosaggio, la cavità dello stelo à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di dosaggio ed il fluido presente nella camera di dosaggio risale lungo lo stelo e viene erogato da un beccuccio ad esso associato. In questa configurazione, la valvola si abbassa ed occlude l'orifizio sopra citato a causa della sovrapressione nella camera di dosaggio.

Quando il pistone crea una depressione all'interno della camera di dosaggio la cavità dello stelo non à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di dosaggio e viene richiamato fluido dal flacone all'interno della camera di dosaggio.

In questa configurazione, la valvola si solleva e lascia aperto l'orifizio sopra citato a causa della depressione nella camera di dosaggio.

In questo tipo di dispenser, lo scorrimento del pistone all'interno del corpo di contenimento avviene contrastando l'azione di una molla che ha la funzione di mantenere in posizione sollevata il pistone.

In particolare, esercitando un'azione di compressione sullo stelo, il pistone scorre all'interno della camera di dosaggio riducendone le dimensioni e quindi creando una sovrapressione all'interno della stessa.

Cessando l'azione di compressione sullo stelo, la citata molla riporta il pistone in posizione sollevata aumentando le dimensioni della camera di dosaggio e quindi creando una depressione nella stessa.

L'azione di pressione sullo stelo viene esercitata sul beccuccio erogatore posto all'estremità superiore dello stelo ed in comunicazione di fluido con lo stesso per l'erogazione nell'ambiente esterno del liquido contenuto nel flacone.

Chiaramente, ad ogni erogazione un volume d'aria pari al liquido erogato deve entrare nel flacone per mantenere un equilibrio di pressione tra l'interno di flacone e l'atmosfera esterna.

A questo scopo, i dispenser della tecnica nota prevedono che tra la ghiera di fissaggio ed il beccuccio di erogazione che da essa emerge vi sia un trafilamento di fluido, vale a dire un passaggio di ingresso per l'aria, in modo tale che aria dell'ambiente esterno possa affluire in meati creati all'interno del corpo di contenimento .

In particolare, tali meati garantiscono che l'aria che trafila tra beccuccio e ghiera possa raggiungere un foro ricavato sulla superficie esterna del corpo di contenimento che si trova ad essere all'interno del flacone .

Tali meati mettono in comunicazione di fluido l'ambiente esterno con il citato foro quando il pistone à ̈ in posizione abbassata, vale a dire quando il pistone sta compiendo la sua azione di risalita all'interno della camera di dosaggio.

In questo modo, il liquido aspirato dal flacone nella camera di dosaggio viene sostituito da aria immessa nel flacone.

Quando il pistone à ̈ in posizione sollevata, i meati occludono la comunicazione di fluido tra ambiente esterno (vale a dire tra il passaggio di ingresso dell'aria) e interno del flacone (vale a dire il foro ricavato nel corpo di contenimento) .

I dispenser della tecnica nota sopra descritti presentano alcuni inconvenienti.

In particolare, in condizioni di acqua battente, ad esempio sotto una doccia, si crea un film di acqua che riveste la parte superiore del dispenser (vale a dire la parte recante il beccuccio) direttamente esposta all'acqua battente.

Pertanto, quando il dispenser viene azionato, attraverso il trafilamento tra beccuccio e ghiera viene immessa, oltre all'aria, anche acqua all'interno del corpo di contenimento .

L'acqua entrata nel corpo di contenimento segue lo stesso percorso dell'aria e, attraverso i citati meati, raggiunge l'interno del flacone dove di miscela con il liquido in esso contenuto.

Ciò causa un annacquamento del liquido contenuto nel flacone che, a seguito di prolungati utilizzi del dispenser, può risultare pesante e quindi inaccettabile. Alcuni dispenser della tecnica nota hanno ovviato a tale problema realizzando degli accoppiamenti scorrevoli, a tenuta di liquido, tra ghiera e beccuccio. Per evitare trafilamenti di liquido le tolleranze tra i due elementi accoppiati devono essere minime, ma ciò tuttavia ha lo svantaggio di rischiare il grippaggio delle parti, a meno di assicurare un'estrema precisione nel dimensionamento dei componenti in mutuo scorrimento o di impiegare un componente aggiuntivo di collegamento.

Un ulteriore inconveniente, che spesso ricorre tra i dispenser della tecnica nota, Ã ̈ quello del possibile inquinamento del prodotto per via di possibili fenomeni corrosivi che possono interessare le parti metalliche in contatto con il prodotto da erogare, in particolare la molla di risalita.

Esistono, nell'arte nota, sistemi che hanno ovviato in parte a quest'inconveniente, collocando la molla al di fuori della camera di lavoro. Le soluzioni sono molteplici, in funzione dei diversi scopi che si vogliono raggiungere. Ciascuna delle soluzioni esistenti à ̈ tuttavia soggetta a limitazioni o produce particolari inconvenienti .

In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ proporre un dispenser che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.

In particolare, Ã ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un dispenser che sia strutturalmente semplice, modulare e che permetta un assemblaggio semplice ed efficace.

Inoltre, scopo della presente invenzione à ̈ realizzare un dispenser che abbia dimensioni contenute, che sia leggero da utilizzare ed economico da realizzare.

Infine, scopo della presente invenzione à ̈ realizzare un dispenser che eviti un annacquamento del liquido contenuto nel flacone anche in utilizzi con acqua battente, senza ricorrere all'accoppiamento di parti in mutuo scorrimento soggette a grippaggio.

Il compito tecnico precisato e lo scopo specificato sono sostanzialmente raggiunti da un dispenser, comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni.

Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un dispenser, come illustrato negli uniti disegni in cui:

- la figura 1 Ã ̈ una vista in sezione di un dispenser in accordo con la presente invenzione in una configurazione operativa;

- la figura 2 Ã ̈ un ingrandimento di un particolare del dispenser di figura 1;

la figura 3 Ã ̈ una vista prospettica di un primo componente del dispenser di figura 1;

- la figura 4 Ã ̈ un vista in sezione del primo componente di figura 3;

- la figura 5 Ã ̈ una vista in sezione di un secondo componente del dispenser di figura 1;

la figura 5a à ̈ prima una variante del secondo componente rappresentato in figura 5;

la figura 5b à ̈ una seconda variante del secondo componente rappresentato in figura 5;

la figura 6 Ã ̈ una vista prospettica di un terzo componente del dispenser di figura 1;

- la figura 7 Ã ̈ una vista in sezione di un quarto componente del dispenser di figura 1;

- la figura 8 Ã ̈ una vista in pianta del componente illustrato in figura 7.

Con riferimento agli uniti disegni, un dispenser in accordo con la presente invenzione à ̈ stato indicato con il numero 1.

Il dispenser 1 comprende un corpo di contenimento 2 (figura 6) cavo inseribile in un flacone.

Il corpo di contenimento 2 ha geometria assìalsimmetrica e comprende una porzione di sommità 3 ed una porzione di fondo 4, aventi geometrie dal diametro differente.

Il corpo di contenimento 2 presenta, infatti, geometria sostanzialmente ad imbuto.

La porzione di sommità 3 del corpo di contenimento 2 à ̈ aperta ed ha la funzione di consentire l'inserimento all'interno del corpo cavo 2 degli elementi (più aventi descritti) che compongono il dispenser 1.

La porzione di fondo 4 Ã ̈ dotata di un orifizio 5 attraverso il quale il liquido contenuto nel flacone entra nel corpo di contenimento 2.

Una valvola 6 (figura 1) opportunamente collocata all'interno del corpo di contenimento 2 alla base della porzione di fondo 4 apre e chiude l'orifizio 5 secondo modalità che verranno più avanti chiarite.

In particolare, il corpo di contenimento 2 comprende una prima sezione 2a che si sviluppa a partire dalla porzione superiore 3 verso quella di fondo 4, ed una seconda sezione 2b posta al di sotto della prima sezione 2a.

La seconda sezione 2b definisce una camera di dosaggio 5a per il dispenser 1.

Al di sotto della camera di dosaggio 5a si sviluppa una terza sezione 2c dalla quale si protende l'orifizio 5. Le tre sezioni sopra citate hanno dimensioni trasversali tra loro differenti, in modo tale da definire la citata configurazione ad imbuto del corpo di contenimento 2. In particolare, la seconda sezione 2b, quella definente la camera di dosaggio 5a, Ã ̈ sostanzialmente cilindrica. Il dispenser 1 comprende uno stelo cavo 7 (figure 7 e 8) scorrevole assialmente all'interno del corpo di contenimento 2 tra una posizione sollevata (non illustrata) ed una posizione abbassata (figura 1).

Lo stelo 7 ha la funzione di trasferire, attraverso la propria cavità, il liquido presente all'interno della camera di dosaggio 5a ad un beccuccio 8 che eroga il liquido ad un utilizzatore.

Il beccuccio 8 presenta una testa 8a e un corpo cilindrico 8b che si estende dalla testa 8a verso il basso, cioà ̈ verso il flacone.

In particolare, lo stelo 7 comprende almeno una finestra 9, preferibilmente due contrapposte, per porre selettivamente in comunicazione di fluido la cavità dello stelo 7 con l'interno del corpo di contenimento 2, in particolare con la camera di dosaggio 5a.

Le finestre 9 sono ricavate sulla parete laterale dello stelo 7.

La parte terminale dello stelo 7 à ̈ pertanto chiusa, in modo tale che il liquido nella camera di dosaggio 5a possa entrare nella cavità dello stelo 7 soltanto attraverso la finestra 9.

All'interno del corpo cavo 2 Ã ̈ previsto un pistone 10 mobile tra una posizione sollevata (non illustrata) ed una posizione abbassata (illustrata in figura 1).

Lo stelo 7 comanda l'azionamento del pistone 10, vale a dire movimenta lo stesso all'interno della camera di dosaggio 5a.

Lo stelo 7, infatti, Ã ̈ associato inferiormente al pistone 10 e superiormente al beccuccio 8 di erogazione, per comandare l'azionamento del pistone 10 ed erogare il fluido contenuto nel flacone.

Il pistone 10 comprende una superficie esterna atta a contattare la parete interna della camera di dosaggio 5a.

La superficie esterna del pistone 10 scorre all'interno della camera di dosaggio 5a tra la citata posizione sollevata nella quale il volume della camera di dosaggio à ̈ massima, e la citata posizione abbassata, nella quale il volume della camera di dosaggio 5a à ̈ minimo.

In altre parole, il pistone si muove lungo una corsa c delimitata superiormente dalla posizione di interferenza tra il pistone 10 e l'anello di ritegno 11 e inferiormente dalla posizione di interferenza tra lo stelo e la valvola 6che apre e chiude l'orifizio 5 del corpo di contenimento 2.

La superficie esterna del pistone 10 scorre facendo tenuta di fluido lungo la parete interna del corpo di contenimento 2, in modo tale che il lìquido presente nella camera di dosaggio 5a non possa trafilare attraverso l'accoppiamento scorrevole tra pistone 10 e camera di dosaggio 5a stessa.

Lo stelo 7 Ã ̈ parzialmente scorrevole rispetto al pistone 10 in maniera tale che la finestra 9 venga occlusa o liberata dal pistone 10.

In particolare, lo stelo 7 Ã ̈ inserito in un foro passante del pistone 10.

Lo stelo à ̈ libero di scorrere all' interno del foro passante di una quantità tale da far emergere all'interno della camera di dosaggio 5a la finestra 9. Nella forma realizzativa preferita, il moto relativo tra stelo 7 e pistone 10 à ̈ delimitato da battute superiori ed inferiori poste sullo stelo 7.

Lo stelo presenta una parte tubolare superiore 7a ed una testa inferiore 7b. La parte tubolare 7a porta sulla sommità dei sottosquadri 7c per l'aggancio con il beccuccio erogatore 8 e al proprio interno definisce un canale 7d di passaggio per il liquido contenuto nel falcone, così da porre in comunicazione di fluido la camera di dosaggio 5a con l'erogatore 8.

Poiché lo stelo 7 e il beccuccio 8 sono collegati al pistone 10, anche questi sono mobili lungo la citata corsa c.

La testa 7b dello stelo 7 Ã ̈ rastremata e definita in maniera tale da facilitarne l'assemblaggio e l'accoppiamento con il pistone 10, con il quale realizza tenuta idraulica durante il movimento di risalita.

Per guidare lo stelo 7 nella sua corsa all'interno del corpo di contenimento 2, il dispenser 1 comprende un anello di ritegno 11 (figure 3 e 4) solidale al corpo di contenimento 2 ed inserito all'interno dello stesso.

L'anello di ritegno 11 Ã ̈ posto nella prima sezione 2a del corpo 2 e presenta un foro 12 per il passaggio dello stelo 7.

Opportuni sottosquadri S e sporgenze P realizzano il collegamento tra anello 11 e corpo 2.

L'anello di ritegno 11 presenta una porzione superiore Ila ed una inferiore llb delimitate da una flangia Ile, In particolare, l'anello di ritegno 11 presenta, nella porzione inferiore llb, una prima gonna 13a esterna ed una seconda gonna 13b interna, coassiali e aventi diametri e altezze assiali differenti e, nella porzione superiore Ila, una terza gonna 13c, avente altezza assiale uguale o maggiore delle due gonne 13a e 13b presenti nella porzione inferiore llb.

Vantaggiosamente, la porzione superiore Ila, e quindi la terza gonna 13c, presenta un'altezza pari almeno alla corsa c.

In questo modo, infatti, quando il beccuccio 8 Ã ̈ nella posizione abbassata, illustrata in figura 1, il corpo cilindrico 8b si sovrappone alla porzione superiore Ila dell'anello di ritegno 11 e la copre completamente, mentre quando il beccuccio 8 Ã ̈ nella posizione sollevata il corpo cilindrico 8b del beccuccio 8 si sovrappone, almeno parzialmente a tale porzione superiore Ila.

In questo modo l'acqua non può entrare dal foro 12 dell'anello di ritegno 11.

All'interno della porzione superiore Ila, l'anello di ritegno 11 presenta almeno due guide 14 per rispettive alette 15 di scorrimento, che si proiettano radialmente da una flangia 16 anulare dello stelo 7.

Inoltre, l'anello di ritegno 11 presenta internamente, in corrispondenza della base delle guide 14, almeno due sottosquadri 18, disposti da parte diametralmente opposta, al di sotto dei quali si impegnano per interferenza le alette 15 dello stelo 7, per mantenere lo stelo in posizione abbassata e il dispenser chiuso. Tali sottosquadri 18 definiscono, inoltre, delle finestre che pongono in comunicazione di fluido l'interno dell'anello di ritegno 11 con l'esterno.

Il dispenser 1 comprende mezzi 19 elastici per contrastare il libero scorrimento dello stelo 7 (e quindi del pistone) all'interno del corpo di contenimento 2.

Tali mezzi elastici, nella configurazione preferita, mostrata nelle figure, sono costituiti da una molla 19 alloggiata tra l'anello di ritegno 11 e lo stelo 7.

Quest'ultima configurazione à ̈ quella preferita, mostrata nelle unite figure, e alla quale faremo riferimento nel prosieguo senza per questo perdere in generalità.

Si noti che tale configurazione, cosiddetta a molla esterna, evita il contatto tra il liquido contenuto nella camera di dosaggio 5a e la molla stessa, poiché essa à ̈ posta intorno allo stelo 7, isolata dalla camera di dosaggio 5a.

La molla 19 à ̈ alloggiata all'interno di una sede definita lateralmente dallo stelo 7 e dalla gonna 13b più interna dell'anello di ritegno 11, superiormente dalla flangia 16 dello stelo 7 e inferiormente da un restringimento radiale 20 realizzato internamente e alla base della gonna 13b dell'anello di ritegno 11.

Anche tra il restringimento radiale 20 dell'anello di ritegno 11 e lo stelo 7 si realizza una tenuta idraulica quando il dispenser si trova nella configurazione operativa mostrata in figura 1, vale a dire nella posizione abbassata di chiusura.

Si noti che per garantire le funzioni appena esposte, la gonna 13b risulta di dimensioni più piccole della gonna 13c estendentesi nella parte superiore dell'anello di ritegno 11. Una tale configurazione costringe a realizzare i sottosquadri 18 mediante tranciatura completa di almeno due settori della gonna 13c dell'anello di ritegno 11. I sottosquadri 18 consistono pertanto in vere e proprie finestre.

Premendo sul beccuccio 8, lo stelo 7 ed il pistone 10 traslano all'interno della camera di dosaggio 5a.

In una prima fase di tale traslazione il pistone 10 rimane fermo a causa dell'attrito della parete del pistone con la parete della camera di dosaggio 5a.

In questa fase lo stelo 7 trasla rispetto al pistone 10 affacciando la finestra 9 (situata all'estremità inferiore dello stelo 7).

La successiva corsa dello stelo 7 trascina con sé il pistone 10 determinando una compressione del liquido presente nella camera di dosaggio 5a che fluisce attraverso la finestra 9 e quindi attraverso il beccuccio 8 fino a fuoriuscire all'esterno (configurazione operativa mostrata in figura 1). Durante questa fase la molla 19 viene compressa nella sua sede. In seguito al rilascio del beccuccio 8 da parte dell' utilizzatore, l'intero sistema ritorna nella posizione di riposo grazie alla spinta della molla 19. Durante la fase di risalita, lo stelo 7 si muove prima del pistone 10 (trattenuto dall'attrito con le pareti della camera di dosaggio 5a) chiudendo in questo modo la finestra 9.

In questo modo viene impedito al liquido presente nello stelo 7 e nel beccuccio 8 di essere nuovamente aspirato nella camera di dosaggio 5a.

La traslazione durante la corsa di ritorno del pistone 10 nella camera di dosaggio 5a crea una depressione all'interno della camera di dosaggio 5a che determina l'aspirazione di liquido attraverso l'orifizio 5 del corpo di contenimento 2.

Come sopra accennato, il corpo di contenimento 2 Ã ̈ inseribile all'interno del flacone.

Per trattenere e vincolare il corpo di contenimento 2 all'interno del flacone, Ã ̈ prevista una ghiera 21 filettata avvitabile al collo del flacone.

La ghiera 21 comprende uno spallamento 22 anulare associato a, e ricoprente un, labbro 2d anulare del corpo di contenimento 2.

11 labbro 2d del corpo di contenimento 2 Ã ̈ posto nella porzione superiore 3 del corpo di contenimento 2 e circonda l'apertura superiore del corpo di contenimento 2.

Lo spallamento anulare 22 si appoggia alla superficie superiore del labbro 2d e comprime il labbro 2d contro il bordo del collo del flacone.

Per evitare che liquido presente nel flacone fuoriesca accidentalmente, una guarnizione 23 Ã ̈ posta tra il labbro anulare 2d e il bordo del collo del flacone.

La ghiera 21 comprende inoltre un foro 24 per consentire l'inserimento della porzione superiore Ila dell'anello di ritegno 11 nella quale avviene lo scorrimento dello stelo 7.

La ghiera 21 à ̈ collegata a tenuta all'anello di ritegno 11 lungo una linea anulare di collegamento T. Come visibile dalle allegate figure 1 e 4, l'anello di ritegno 11 presenta la citata porzione superiore Ila che si estende oltre la linea di collegamento T, verso il beccuccio di erogazione 8, formando così la terza gonna 13c.

L'accoppiamento a tenuta tra ghiera 21 e anello 11 avviene lungo la citata linea anulare di collegamento T, attraverso 1'interferenze che si realizza tra un labbro 25 anulare della ghiera 21 ed un sottosquadro 26 anulare presente sulla superficie laterale esterna della porzione superiore Ila dell'anello di tenuta 11, alla base della terza gonna 13c,quando la ghiera viene avvitata sul flacone.

Tale labbro 25 si eleva dallo spallamento 22 della ghiera 21 con geometria tronco conica, così da definire una superficie inclinata che devia verso l'esterno l'acqua battente.

Il labbro 25 si deforma parzialmente durante l'assemblaggio per andare in battuta contro il sottosquadro 26.Con tale accoppiamento si evita che gocce di acqua battente possano entrare all'interno del dispenser.

Una variante di tale configurazione à ̈ illustrata in figura 5a.

La ghiera 21, in questo caso, presenta non solo il labbro 25 ma anche un collare 30 che si eleva dallo spallamento 22 in direzione assiale.

In altre parole, la ghiera 21 comprende il collare 30 che si estende dallo spallamento 22 e circonda la porzione superiore Ila, sovrapponendosi a quest'ultima almeno parzialmente in direzione assiale.

Preferibilmente, il collare 30 si estende per tutta l'altezza della porzione superiore Ila dell'anello di ritegno 11, pertanto per una lunghezza pari alla corsa c. In questo modo la gonna 13c dell'anello di ritegno 11, cioà ̈ la porzione superiore Ila, à ̈ coperta completamente e viene impedito così il possibile ingresso di acqua battente all'interno del dispenser attraverso le finestre 18 o le altre luci di passaggio dell'aria.

Il collare 30 presenta quindi, lungo la linea anulare di collegamento T e sporgente internamente verso il centro, un labbro 25 anulare di tenuta.

Analogamente a quanto accade nella configurazione descritta in precedenza e illustrata in figura 5, anche tale labbro 25 va in battuta contro il sottosquadro 26 anulare realizzato esternamente sull'anello di ritegno 11, per realizzare il collegamento a tenuta tra la ghiera 21 e l'anello di ritegno 11.

Una seconda variante realizzativa, illustrata in figura 5b, prevede una ghiera comprendente solo il collare 30 estendentesi in elevazione dallo spallamento 22. In questa configurazione à ̈ assente il labbro di tenuta 25. In questo caso, la tenuta di fluido à ̈ realizzata solamente dalla presenza del collare 30 che si protende verso l'alto, per un'altezza pari alla porzione superiore Ila dell'anello di ritegno 11, per garantirne la ricopertura della stessa. Il collare 30 si inserisce almeno parzialmente all'<'>interno del corpo cilindrico 8b del beccuccio 8. In altre parole, il corpo cilindrico 8b ricopre sempre, almeno parzialmente, sia a beccuccio sollevato sia a beccuccio abbassato, il collare 30, impedendo così il possibile ingresso di acqua battente all'interno del dispenser attraverso le finestre 18 o le altre luci di passaggio dell'aria.

Il dispenser 1 realizzato con la ghiera 21 illustrata in figura 5b, dotata cioà ̈ solo del collare 30, à ̈ identica strutturalmente in ogni altra parte al dispenser descritto in precedenza. In altre parole, la ghiera 21, illustrata in figura 5b, avente il solo collare 30 à ̈ applicabile al dispenser oggetto della presente invenzione .

In figura 1 à ̈ illustrato, per semplicità, il dispenser 1 munito della ghiera 21 in accordo con la prima forma realizzativa mostrata in figura 5. Con molta facilità si può sostituire la ghiera 21 con la stessa illustrata in figura 5a o con quella illustrata in figura 5b.

Ad ogni erogazione un volume d'aria pari al liquido erogato entra nel flacone attraverso un meato 28 che si sviluppa parzialmente tra beccuccio 8 e anello di ritegno 11 e parzialmente all'interno del corpo di contenimento 2, tra stelo 7 ed anello di ritegno 11.

II meato 28 Ã ̈ posto in comunicazione di fluido con un foro 27 praticato sul corpo di contenimento 2 ed affacciato nell'interno del flacone.

La porzione superiore Ila dell'anello di ritegno 11 deve necessariamente estendersi oltre la linea di collegamento T verso il beccuccio erogatore 8 di un'altezza assiale pari almeno all'altezza delle pareti laterali del beccuccio erogatore stesso, poiché l'accoppiamento di questi due elementi realizza parte del citato meato 28. In questo modo si pone selettivamente in comunicazione di fluido l'ambiente esterno con l'interno del flacone.

In questo modo viene impedito l'ingresso di acqua battente all'interno del flacone mentre à ̈ permesso l'ingresso di aria.

Il meato 28 si estende inoltre tra l'anello 11 di ritegno e lo stelo 7.

Il foro 27 nel corpo di contenimento 2 Ã ̈ posto tra l'anello di ritegno 11 ed il pistone 10.

Si noti che lo stelo 7 scorre senza far tenuta di fluido all'interno dell'anello di ritegno 11.

L'anello di ritegno 11 Ã ̈ accoppiato a tenuta di fluido con la parete interna del corpo di contenimento 2.

Quando il dispenser 1 à ̈ in condizione di riposo (vale a dire quando il beccuccio 8 non à ̈ premuto), il pistone 10 à ̈ impegnato a tenuta di fluido con l'anello di ritegno 11, interrompendo il meato 28 e quindi impedendo all'aria di entrare nel flacone.

L'invenzione raggiunge lo scopo proposto.

Infatti, l'accoppiamento a tenuta tra ghiera e anello di ritegno evita l'ingresso di acqua in caso di uso del dispenser sotto acqua battente.

Inoltre, l'estensione dell'anello di ritegno, ed eventualmente della ghiera, oltre la linea di collegamento, verso il beccuccio, realizza con il beccuccio erogatore stesso parte del meato che consente l'ingresso di aria all'interno del flacone senza permettere l'ingresso di acqua.

Infatti il passaggio di ingresso che mette in comunicazione di fluido il meato con l'ambiente esterno non à ̈ direttamente esposto all'acqua battente.

La presenza della molla esterna consente di evitare il contatto del liquido da erogare con la molla stessa. Inoltre, la molla à ̈ posizionata intorno allo stelo e quindi il diametro della molla risulta ridotto diminuendo il peso del dispenser.

La modularità del dispenser permette un assemblaggio rapido, semplice ed efficace.

Claims (23)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispenser comprendente un corpo di contenimento (2) cavo inseribile in un flacone e comprendente un orifizio (5) per il pescaggio di liquido da detto flacone, una ghiera (21), avvitabile sul collo di detto flacone, comprendente uno spallamento (22) anulare ricoprente e associato ad un labbro (2d) anulare di detto corpo di contenimento (2), detto dispenser comprendendo inoltre un pistone (10) scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2) tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata, uno stelo (7) cavo assialmente scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2), associato inferiormente a detto pistone (10) e superiormente ad un beccuccio (8) di erogazione per comandare l'azionamento di detto pistone (10) ed erogare fluido contenuto in detto flacone; un anello di ritegno (11) solidale al corpo di contenimento (2) ed inserito all'interno dello stesso per guidare lo stelo (7) nella sua corsa all'interno del corpo di contenimento (2); detto pistone (10), detto stelo (7) e detto beccuccio (8) percorrendo una corsa (c) delimitata superiormente dalla posizione di interferenza tra il pistone (10) e l'anello di ritegno (11) e inferiormente dalla posizione di interferenza tra lo stelo (7) e una valvola (6) che apre e chiude l'orifizio (5) del corpo di contenimento (2); caratterizzato dal fatto che detta ghiera (21) à ̈ collegata a tenuta a detto anello di ritegno (11) lungo una linea anulare dì collegamento (T); detto anello di ritegno (11) presentando una porzione superiore (Ila) estendentesi oltre detta linea di collegamento (T) verso detto beccuccio di erogazione (8) almeno di una lunghezza pari a detta corsa (c).
2. 2. Dispenser secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detta ghiera (21) comprende un labbro (25) anulare di tenuta, estendentesi in elevazione da detto spallamento (22) lungo una linea anulare di collegamento (T); detto labbro (25) andando in battuta contro un sottosquadro (26) anulare realizzato esternamente su detto anello di ritegno (11) per realizzare detto collegamento a tenuta tra detta ghiera (21) e detto anello di ritegno (11).
3. 3. Dispenser secondo la rivendicazione 2, in cui detto labbro di tenuta (25) si eleva da detto spallamento con andamento tronco conico.
4. 4. Dispenser secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui detto labbro di tenuta (25) Ã ̈ parzialmente deformabile per accoppiarsi per interferenza sull'anello di ritegno (11), in modo tale da impedire l'ingresso di acqua battente all'interno del dispenser.
5. 5. Dispenser secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta ghiera (21) comprende un collare (30) estendentesi in elevazione da detto spallamento (22); detto collare (30) circondando detta porzione superiore (Ila) di detto anello di ritegno (11) e sovrapponendosi a quest'ultima almeno parzialmente in direzione assiale.
6. 6. Dispenser secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto collare presenta internamente, sporgente verso il centro lungo una linea anulare di collegamento (T), un labbro (25) anulare di tenuta; detto labbro (25) andando in battuta contro un sottosquadro (26) anulare realizzato esternamente su detto anello di ritegno (11) per realizzare detto collegamento a tenuta tra detta ghiera (21) e detto anello di ritegno (11).
7. 7. Dispenser secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzato dal fatto che detto collare (30) si estende assialmente per una lunghezza pari all'estensione di detta corsa (c).
8. 8. Dispenser secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto di comprendere una molla (19) esterna posta intorno allo stelo (7).
9. 9. Dispenser secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detta molla (19) Ã ̈ alloggiata all'interno di una sede definita tra lo stelo (7) e l'anello di ritegno (11); detta molla (19) andando in battuta contro un restringimento radiale (20) realizzato ad un estremo dell'anello di ritegno (11) e contro una flangia (16) anulare dello stelo (7).
10. 10. Dispenser secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto anello di ritegno (11) presenta all'interno della porzione (Ila) superiore almeno due guide (14) per altrettante alette (15) di scorrimento che si proiettano radialmente da una flangia (16) anulare dello stelo (7).
11. 11. Dispenser secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto anello di ritegno (11) presenta internamente, in corrispondenza della base delle guide (14) della porzione superiore (Ila), almeno due sottosquadri (18) al di sotto dei quali si impegnano per interferenza le alette (15) dello stelo (7).
12. 12. Dispenser secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detti sottosquadri (18) realizzano delle finestre che pongono in comunicazione di fluido l'interno di detto anello di ritegno (11) con l<f>esterno.
13. 13. Dispenser secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo di contenimento (2) comprende un foro (27) affacciabile all'interno di detto flacone.
14. 14. Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un meato (28) per porre selettivamente in comunicazione di fluido un passaggio di ingresso per aria dall'ambiente esterno con il foro (27) in detto corpo di contenimento (2); detto meato (28) essendo realizzato in parte tra detta porzione superiore (Ila) di detto anello di ritegno (11) e detto beccuccio (8) ed in parte tra detto anello (11) di ritegno e detto stelo (7).
15. 15. Dispenser comprendente un corpo di contenimento (2) cavo inseribile in un flacone e comprendente un orifizio (5) per il pescaggio di liquido da detto flacone, una ghiera (21), avvitabile sul collo di detto flacone, comprendente uno spallamento (22) anulare ricoprente e associato ad un labbro (2d) anulare di detto corpo di contenimento (2), detto dispenser comprendendo inoltre un pistone (10) scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2) tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata, uno stelo (7) cavo assialmente scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2), associato inferiormente a detto pistone (10) e superiormente ad un beccuccio (8) di erogazione per comandare l'azionamento di detto pistone (10) ed erogare fluido contenuto in detto flacone; un anello di ritegno (11) solidale al corpo di contenimento (2) ed inserito all'interno dello stesso per guidare lo stelo (7) nella sua corsa all'interno del corpo di contenimento (2); detto pistone (10), detto stelo (7) e detto beccuccio (8) percorrendo una corsa (c) delimitata superiormente dalla posizione di interferenza tra il pistone (10) e l'anello di ritegno (11) e inferiormente dalla posizione di interferenza tra lo stelo (7) e una valvola (6) che apre e chiude l'orifizio (5) del corpo di contenimento (2); caratterizzato dal fatto che detto anello di ritegno (11) presenta una porzione superiore (Ila) estendentesi oltre una linea di collegamento (T) verso detto beccuccio di erogazione (8) almeno di una lunghezza pari a detta corsa (c) e che detta ghiera (21) comprende un collare (30) estendentesi in elevazione da detto spallamento (22) verso detto beccuccio di erogazione (8); detto collare (30) circondando detta porzione superiore (Ila) di detto anello di ritegno (11) e sovrapponendosi a quest'ultima almeno parzialmente in direzione assiale.
16. 16. Dispenser secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto collare (30) si eleva da detto spallamento verso il beccuccio (8) per una lunghezza pari all'estensione di detta corsa (c).
17. 17. Dispenser secondo la rivendicazione 15 o 16, caratterizzato dal fatto di comprendere una molla (19) esterna posta intorno allo stelo (7).
18. 18. Dispenser secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che detta molla (19) Ã ̈ alloggiata all'interno di una sede definita tra lo stelo (7) e l'anello di ritegno (11); detta molla (19) andando in battuta contro un restringimento radiale (20) realizzato ad un estremo dell'anello di ritegno (11) e contro una flangia (16) anulare dello stelo (7).
19. 19. Dispenser secondo una delle rivendicazioni da 15 a 18, caratterizzato dal fatto che detto anello di ritegno (11) presenta all'interno della porzione (Ila) superiore almeno due guide (14) per altrettante alette (15) di scorrimento che si proiettano radialmente da una flangia (16) anulare dello stelo (7).
20. 20. Dispenser secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che detto anello di ritegno (11) presenta internamente, in corrispondenza della base delle guide (14) della porzione superiore (Ila), almeno due sottosquadri (18) al di sotto dei quali si impegnano per interferenza le alette (15) dello stelo (7).
21. 21. Dispenser secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che detti sottosquadri (18) realizzano delle finestre che pongono in comunicazione di fluido l'interno di detto anello di ritegno (11) con l'esterno.
22. 22. Dispenser secondo una delle rivendicazioni da 15 a 21, caratterizzato dal fatto che detto corpo di contenimento (2) comprende un foro (27) affacciabile all'interno di detto flacone.
23. 23. Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un meato (28) per porre selettivamente in comunicazione di fluido un passaggio di ingresso per aria dall'ambiente esterno con il foro (27) in detto corpo di contenimento (2); detto meato (28) essendo realizzato in parte tra detta porzione superiore (Ila) di detto anello di ritegno (11) e detto beccuccio (8) ed in parte tra detto anello (11) di ritegno e detto stelo (7).