ITRE20130079A1 - Apparato per la terapia cpap di pazienti - Google Patents

Apparato per la terapia cpap di pazienti

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ITRE20130079A1
ITRE20130079A1 IT000079A ITRE20130079A ITRE20130079A1 IT RE20130079 A1 ITRE20130079 A1 IT RE20130079A1 IT 000079 A IT000079 A IT 000079A IT RE20130079 A ITRE20130079 A IT RE20130079A IT RE20130079 A1 ITRE20130079 A1 IT RE20130079A1
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IT
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helmet
valve
valve body
fixed
peep
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Paolo Rossi
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Intersurgical S P A
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Description

DESCRIZIONE
“APPARATO PER LA TERAPIA CPAP DI PAZIENTI”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un apparato per la terapia CPAP di pazienti.
Più in particolare, l’invenzione riguarda un casco per la respirazione artificiale di pazienti per CPAP.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto sono utilizzati per la respirazione artificiale, quale la ventilazione non invasiva (NIV) o la ventilazione meccanica a pressione continua positiva delle vie aeree (CPAP), di pazienti in genere, dei caschi che, in linea generale, sono realizzati da un corpo contenitore sostanzialmente cilindrico, sono dotati di un collare costituito da una sottile membrana in materia plastica elasticamente cedevole che si accoppia al collo del paziente per esercitare la tenuta e di imbocchi di entrata ed uscita, rispettivamente, dell’aria e ossigeno e dei gas esausti della respirazione (CO2).
Il collare viene realizzato da un film estremamente flessibile che aderisce alla pelle del paziente senza esercitare pressioni.
Tra il collare e il corpo contenitore può essere interposto un anello rigido o due anelli rigidi accoppiati reciprocamente a seconda delle esigenze.
In alternativa il casco può essere sprovvisto di anelli rigidi a seconda delle necessità.
Tali caschi sono utilizzati in ossigenoterapia e nella ventilazione di pazienti con pressione continua positiva, la cosiddetta CPAP.
Al fine di mantenere all’interno del casco una pressione positiva l’imbocco di uscita è intercettato da una valvola, cosiddetta valvola PEEP ovvero una valvola di mantenimento della pressione positiva di fine espirazione (Positive End-Expiratory Pressure Valve), che comprende un otturatore il quale occlude normalmente l’imbocco di uscita stesso.
L’otturatore è spinto in posizione di chiusura da una molla, la cui resistenza è tarabile a seconda delle esigenze, e viene aperto, in contrasto all’azione della molla, in corrispondenza di un livello di sovrappressione che supera un valore di soglia all’interno del volume interno al casco, ad esempio determinato dall’espirazione del paziente al suo interno.
Le valvola PEEP attualmente note sono atte ad essere innestate, ad esempio per interferenza o mediante un incastro risolvibile, all’imbocco di uscita del casco, e necessitano quindi di essere assemblate al casco al momento della posa in opera dello stesso, ad esempio poco prima di essere calzato sulla testa del paziente.
Questa esigenza nasce dal fatto che tutti i caschi o comunque gli apparati per la respirazione, quali ad esempio le maschere, possono essere utilizzate sia per la respirazione non invasiva (NIV) dei pazienti che per la terapia CPAP.
La valvola PEEP si rende necessaria solo per quest’ultima terapia, in cui è necessaria una pressione continua positiva all’interno del volume respirabile, ma per la NIV essa non viene utilizzata e l’imbocco di uscita viene così collegato tramite opportuna tubazione ad un impianto di ventilazione. Tuttavia, si è riscontrato che il personale medico sovente, avendo a disposizione un dispositivo - la valvola PEEP - che è di fatto staccato e staccabile dall’apparato per la somministrazione della terapia (casco o maschera), tende a rimuovere la valvola PEEP alla fine dell’utilizzo del apparato per la respirazione con un paziente per tenerla con sé ed eventualmente riutilizzarla all’occorrenza.
Il riutilizzo della valvola PEEP, che normalmente è realizzata in materia plastica o presenta comunque componenti in plastica e quindi difficilmente sterilizzabili, è altamente sconsigliabile, in quanto attraverso il corpo della valvola fluiscono i gas respirati da un primo paziente e lo stesso corpo valvola è in comunicazione diretta con il volume interno in cui alloggia il paziente dell’apparato di respirazione.
È dunque evidente che, qualora si utilizzi la stessa valvola PEEP per differenti apparati e pazienti, l’ambiente interno respirabile degli apparati successivi al primo verrebbe certamente contaminato dall’impiego della stessa valvola con pazienti precedenti.
Inoltre, si è riscontrato che le valvole PEEP, specie nell’impiego prolungato durante la notte, o comunque quando il paziente giace su un letto, sono soggette a possibili distacchi accidentale che, oltre ad essere pericolosi, interrompono la somministrazione della terapia fino a quando non viene ristabilita la connessione con l’imbocco di uscita.
Inoltre, si è riscontrato come le operazioni di fissaggio delle valvole PEEP, unitamente ad altri accessori da fissare all’apparato di respirazione per l’esecuzione della terapia, a seconda delle esigenze, comporta un allungamento dei tempi di predisposizione dell’apparato per il personale medico addetto all’esecuzione della terapia sui pazienti, che diventa ancor più evidente quando l’ancoraggio dell’apparato al paziente è particolarmente delicato e laborioso, come ad esempio per i caschi che devono essere calzati sul capo del paziente.
Uno scopo della presente invenzione è quello di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
<ESPOSIZIONE DELL>’<INVENZIONE>
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile un casco per terapia CPAP di pazienti che comprende:
- un corpo contenitore, nel quale è alloggiabile il capo di un paziente, dotato di una estremità aperta,
- un collare elasticamente cedevole accoppiabile a tenuta al collo del paziente e atto a chiudere l’estremità aperta di detto corpo contenitore,
- mezzi di immissione di almeno un gas respirabile all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore e dal collare e
- una valvola PEEP attraverso la quale i gas espirati dal paziente esco-no da detto volume.
Secondo l’invenzione, la valvola PEEP è fissata in modo inamovibile al casco.
In pratica, la valvola PEEP è definita integrale ad una porzione del casco che delimita il volume in cui viene racchiuso il gas in pressione respirabile dal paziente.
Grazie a tale soluzione, è precluso il riutilizzo della valvola PEEP per altri caschi o altri dispositivi e quindi per altri pazienti.
Inoltre, l’assemblaggio della valvola PEEP al casco, che viene fatto in fase di fabbricazione del casco (in camera bianca), non è più a carico del personale medico che predispone il casco sul paziente ed è sicuro da qualsiasi contaminazione.
Inoltre, grazie a tale soluzione si eliminano i problemi legati al possibile distacco accidentale della valvola PEEP dal casco in fase di utilizzo dello stesso.
Un aspetto ulteriore del casco secondo l’invenzione prevede che la valvola PEEP sia fissata in modo inamovibile ad almeno uno tra il corpo contenitore e il collare.
Vantaggiosamente, la valvola PEEP è fissata in modo inamovibile ad una porzione superiore del corpo contenitore posta in prossimità della estremità chiusa dello stesso.
Grazie a tale soluzione è possibile ridurre, se non addirittura eliminare del tutto, il rischio di occlusione della valvola PEEP da agenti esterni, ad esempio quando il paziente è coricato e si dovesse appoggiare proprio in corrispondenza della valvola PEEP
In alternativa, nel casco in cui il casco comprenda almeno un anello rigido interposto tra il corpo contenitore e il collare, la valvola PEEP può essere fissata in modo inamovibile all’almeno un anello rigido.
Grazie a tal soluzione la valvola PEEP può essere sostenuta in modo rigido e può essere mantenuta a distanza dal paziente dalla struttura del casco stesso, diminuendo il rischio che quest’ultimo la possa occludere dall’interno. Vantaggiosamente, nel caso di caschi apribili, il casco comprende almeno un primo anello rigido fissato all’estremità aperta del corpo contenitore e un secondo anello rigido fissato ad un’estremità di detto collare e removibilmente associabile a tenuta a detto primo anello rigido; la valvola PEEP, ad esempio può essere fissata in modo inamovibile ad almeno uno tra il primo e il secondo anello rigido.
Vantaggiosamente, per fissare in modo inamovibile la valvola PEEP al casco è possibile saldare reciprocamente i due componenti, ad esempio mediante radiofrequenza.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione prevede che, almeno uno tra detto corpo contenitore, l’almeno un anello rigido e il collare comprenda un foro passante; la valvola PEEP comprende un corpo valvola che è atto ad essere disposto sostanzialmente coassiale con il foro passante ed è dotato di una porzione allargata atta ad essere fissata in modo inamovibile ad almeno una porzione del bordo perimetrale del foro passante.
Grazie a tale soluzione la valvola PEEP comprende una superfice di fissaggio atta ad affacciarsi e a venire a contatto con una omologa superficie del casco che nel permette il fissaggio (mediante le tecniche di fissaggio irrisolvibili note) reciproco in modo inamovibile.
Vantaggiosamente, la porzione allargata presenta diametro maggiore del diametro del foro passante, in modo da poter venire a contatto con il bordo perimetrale del foro passante stesso ed essere ivi fissata in modo inamovibile.
Ancora un aspetto dell’invenzione prevede che, il corpo valvola comprenda almeno una bocca di accesso in comunicazione con il volume interno del casco e una bocca di uscita posta esternamente al casco: la valvola PEEP comprende poi almeno un otturatore disposto internamente al corpo valvola e mobile da una posizione di chiusura, in cui chiude detta bocca di accesso, a una posizione di apertura, in cui libera detta apertura di accesso, in contrasto a mezzi di spinta.
Vantaggiosamente, i mezzi di spinta comprendono almeno un elemento elastico.
Più in dettaglio, l’elemento elastico può comprendere una molla di compressione interposta tra l’otturatore e una parete di riscontro associata mobile al corpo valvola disposta dalla parte opposta della bocca di accesso rispetto alla bocca di uscita.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che ,il corpo valvola comprenda almeno una porzione estremale posta almeno parzialmente all’interno del foro passante e proiettantesi all’interno del volume interno del casco, la bocca di accesso del corpo valvola essendo prevista in corrispondenza di una parete laterale della porzione estremale.
Grazie a tale soluzione è possibile eliminare il rischio che la valvola PEEP possa essere occlusa (anche accidentalmente) dall’interno del casco, ad esempio a seguito di un posizionamento non ottimale della capo del paziente.
Ancor più vantaggiosamente, agli stessi scopi e per un maggior confort del paziente, la valvola PEEP prevede che il corpo valvola comprenda una parete di fondo posta internamente al volume interno del casco e fissata all’estremità interna della porzione estremale.
In questa configurazione la porzione allargata è assialmente interposta tra la parete di fondo e l’estremità libera esterna del corpo valvola.
Vantaggiosamente, la parete di fondo presenta diametro maggiore del diametro del foro passante e sostanzialmente paragonabile al diametro della porzione allargata.
Inoltre, grazie a tale soluzione la parete del casco (ovvero il bordo del foro passante) è interposto tra due corpi di diametro maggiore del diametro del foro passante, per cui la valvola PEEP non risulta sfilabile dal foro passante.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione rende disponibile una valvola PEEP che comprende un corpo valvola sostanzialmente tubolare associabile ad un apparato per la respirazione adatto alla somministrazione della terapia CPAP a pazienti sostanzialmente, caratterizzata dal fatto che detto corpo valvola è dotato di una porzione allargata aggettantesi esternamente e atta ad essere fissata in modo inamovibile ad almeno una porzione di una parete dell’apparato per la respirazione.
Vantaggiosamente, la porzione allargata è atta ad essere saldata alla parete dell’apparato per la respirazione.
Ancora, il corpo valvola della valvola PEEP può comprendere: - almeno una bocca accesso e
- almeno una bocca di uscita, in cui detta bocca di accesso è posta assialmente dalla parte opposta di detta bocca di uscita rispetto alla porzione allargata.
Grazie a tale soluzione, la valvola PEEP non può essere associata al casco in altro modo che non sia in modo irremovibile.
Agli stessi scopi, la valvola PEEP, può comprendere una parete di fondo fissata all’estremità di detto corpo valvola posta dalla parte della bocca di accesso.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione, tutelabile anche in modo indipendente rispetto a quanto sopra descritto, rende disponibile un casco per la respirazione non invasiva (NIV o CPAP) di pazienti che comprende:
- un corpo contenitore, nel quale è alloggiabile il capo di un paziente, dotato di una estremità aperta,
- un collare elasticamente cedevole accoppiabile a tenuta al collo del paziente e atto a chiudere l’estremità aperta di detto corpo contenitore,
- mezzi di immissione di almeno un gas respirabile all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore e dal collare e
- mezzi di efflusso (ad esempio una valvola PEEP o un condotto di uscita) attraverso i quali i gas espirati dal paziente escono da detto volume,
caratterizzato dal fatto in cui i mezzi di immissione sono definiti integrali, ovvero fissati in modo inamovibile, al casco.
Ad esempio, i mezzi di immissione comprendono un condotto dotato di un tratto sostanzialmente flessibile.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate. La figura 1 è una vista frontale di una prima variante di una prima forma di realizzazione di un casco (chiuso), secondo l’invenzione.
La figura 2 è una vista frontale di una seconda variante della prima forma di realizzazione di un casco, secondo l’invenzione.
La figura 3 è una vista frontale di una prima variante di una seconda forma di realizzazione di un casco (apribile), secondo l’invenzione, parzialmente indossato sul capo di un paziente.
La figura 4 è una vista frontale del casco di figura 3 in configurazione aperta.
La figura 4a è una vista in sezione di un particolare di figura 4.
La figura 5 è una vista in sezione rispetto ad un piano verticale di una prima forma di realizzazione di una valvola PEEP, in configurazione di chiusura, del casco delle figure 1, 3 e 4.
La figura 6 è la vista di figura 5 con la valvola PEEP in configurazione di apertura.
La figura 7 è una vista in sezione rispetto ad un piano verticale di una seconda forma di realizzazione di una valvola PEEP, in configurazione di chiusura, del casco delle figure 1,3 e 4.
La figura 8 è la vista di figura 6 con la valvola PEEP in configurazione di apertura.
La figura 9 è una vista in sezione rispetto ad un piano verticale, della prima forma di realizzazione di una valvola PEEP, in configurazione di chiusura, del casco della figura 2.
La figura 9 è una vista in sezione rispetto ad un piano verticale, della seconda forma di realizzazione di una valvola PEEP, in configurazione di chiusura, del casco della figura 2.
La figura 11 è una vista di laterale di una seconda variante della seconda forma di realizzazione del casco apribile, secondo l’invenzione.
La figura 12 è una vista in sezione verticale di un particolare di figura 11.
<MODO MIGLIORE PER ATTUARE L>’<INVENZIONE>
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 un casco per la ventilazione non invasiva di pazienti in genere.
Non si esclude, in linea di principio, che il casco 10 possa essere anche un altro apparato per la respirazione adatto a somministrare la terapia CPAP a pazienti, ad esempio una maschera o altro dispositivo analogo.
Il casco 10 comprende un corpo contenitore 20 che, vantaggiosamente, è realizzato da un elemento sostanzialmente cilindrico, chiuso ad un’estremità e aperto in corrispondenza dell’estremità opposta, realizzato almeno un parte in materiale otticamente trasparente che, pur essendo flessibile, non risulta dilatabile.
Il casco 10 può essere di tipo chiuso (figg. 1-2) o apribile (figg. 3-4), nel seguito verranno descritti nel dettaglio le caratteristiche di entrambe le tipologie suddette.
Nei caschi 10 di tipo chiuso, mostrati nelle figure 1 e 2, il corpo contenitore 20 in corrispondenza della sua estremità aperta inferiore è chiuso da un collare 30.
Il collare 30 è, vantaggiosamente, realizzato in materiale elasticamente cedevole per essere accoppiato a tenuta al collo del paziente.
Il collare 30, in pratica, presenta una forma sostanzialmente troncoconica la cui estremità superiore aperta di dimensioni maggiori presenta diametro sostanzialmente pari al diametro dell’estremità aperta inferiore del corpo contenitore 20, mentre la estremità inferiore, anch’essa aperta, di dimensioni minori presenta diametro paragonabile o di poco inferiore rispetto al diametro del collo del paziente.
In una prima variante del casco 10 chiuso, non mostrata, il collare 30 può essere fissato direttamente al corpo contenitore 20 mediante tecniche di fissaggio quali la termosaldatura o altra tecnica.
Ad esempio, in questo caso il casco 10 risulta privo di parti strutturali rigide quali anelli o altro che ne impedirebbero il ripiegamento in spazi angusti.
In una seconda variante del casco 10 chiuso, mostrata nelle figure 1 e 2, tra il collare 30 e il corpo contenitore 20 è interposto un anello rigido 25.
In pratica, l’estremità aperta inferiore del corpo di contenimento 20 è vantaggiosamente connessa all’anello rigido 25, mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio che garantisca la tenuta ermetica e stabile tra i due, l’estremità aperta superiore del collare 30 è connessa allo stesso anello rigido 25, ad esempio mediante tecniche di fissaggio che garantiscano la tenuta ermetica tra il collare 30 e l’anello rigido 25 stesso e, quindi, il corpo contenitore 20.
Il casco 10 comprende, poi, mezzi di immissione di aria (o miscela aria e ossigeno o ossigeno) all’interno del volume interno racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30 e mezzi di efflusso dei gas espirati dal paziente durante la respirazione dallo stesso volume interno.
Nell’esempio raffigurato, i mezzi di immissione comprendono un condotto di entrata 22 per l’immissione dell’aria.
Il condotto di entrata 22 ad esempio è dotato, in corrispondenza dell’estremità che sfocia all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30, di un diffusore.
Il condotto di entrata 22 è vantaggiosamente fissato in modo inamovibile al casco 10, ad esempio al corpo contenitore 20 o all’anello rigido 25, ad esempio uscendo in direzione radiale da essi.
Inoltre, il condotto di entrata 22 può essere dotato di un raccordo presa di pressione 220, ad esempio diramantesi sostanzialmente in direzione radiale rispetto al condotto di entrata stesso, al quale è associabile un manometro.
Il condotto di entrata 22 è costituito da un primo tratto 221, ad esempio sostanzialmente rigido, fissato in modo inamovibile al corpo contenitore 20 o all’anello rigido 25; e da un secondo tratto 222 consecutivo al primo tratto 221 e sviluppantesi esternamente al casco 10, sostanzialmente flessibile.
L’estremità libera del secondo tratto 222 può comprendere un connettore 223, ad esempio di dimensioni standard per il collegamento ad usuali strumentazioni di approvvigionamento di gas respirabile quali aria, aria e ossigeno o ossigeno, o simili dispositivi.
Il condotto di entrata 22 (tutti i tratti che lo costituiscono) e il casco 10 (il corpo contenitore 20 o l’anello rigido 25) costituiscono di fatto un corpo unico indivisibile ad esempio i vari tratti del condotto di entrata 22 sono fissati stabilmente mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o altra tecnica non risolvibile di fissaggio, così come il primo tratto 221 è di fatto fissate stabilmente mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o altra tecnica non risolvibile di fissaggio, al casco 10 (ad esempio al corpo contenitore 20 o all’anello rigido 25).
In tal modo il condotto di entrata 22 è di fatto integrato al casco 10, ovvero ad una delle porzioni dello stesso di cui è costituito.
Nell’esempio illustrato il condotto di entrata 22 è fissato al corpo contenitore 20, ad esempio in una qualsiasi parte dello stesso, ad esempio in modo che l’asse del condotto sia sostanzialmente radiale.
In alternativa, è possibile prevedere che il condotto di entrata 22 sia fissato all’anello rigido 25.
In questo caso la disposizione del condotto di entrata 22 può essere sostanzialmente radiale o assiale a seconda delle esigenze.
Ancora in alternativa è possibile prevedere che il condotto di entrata 22 sia fissato al collare 30, a seconda delle esigenze.
Il casco comprende una valvola PEEP 23 attraverso la quale escono i gas espirati dal paziente nella respirazione, che definisce quindi i mezzi di efflusso suddetti.
La valvola PEEP 23 è, agli scopi della presente invenzione, associata in modo solidale e in modo inamovibile al casco 10.
In pratica, la valvola PEEP 23 è di fatto definita integrale al casco 10 (a una delle porzioni che lo costituiscono).
Ad esempio, la valvola PEEP 23 è fissata al casco 10 mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o simile mezzo di fissaggio irrisolvibile.
La valvola PEEP 23, in una prima variante del casco 10 mostrata in figura 1, è fissata al corpo contenitore 20.
Vantaggiosamente, la valvola PEEP 23 è fissata ad una porzione superiore del corpo contenitore 20, ad esempio prossimale all’estremità chiusa dello stesso.
La valvola PEEP 23 si sviluppa sostanzialmente in direzione radiale verso l’esterno del corpo contenitore 20.
La valvola PEEP 23, in una seconda variante del casco 10 mostrata in figura 2, è fissata all’anello rigido 25.
Anche in questo caso, ad esempio, la valvola PEEP 23 si sviluppa sostanzialmente in direzione radiale verso l’esterno del corpo contenitore 20.
In maggiore dettaglio, con riferimento alle figure da 5 a 10, la valvola PEEP 23 comprende un corpo valvola 230, ad esempio sostanzialmente cilindrico (posto con asse sostanzialmente radiale rispetto all’asse del corpo contenitore 20 e/o dell’anello rigido 25).
Il casco 10 comprende un foro passante 40 il quale mette in comunicazione il volume interno del casco stesso con l’esterno di esso.
Il foro passante 40, ad esempio, presenta diametro sostanzialmente paragonabile al diametro del corpo valvola 230.
Il foro passante 40, nella prima variante del casco 10 mostrata in figura 1 e nelle figure 5-8, è realizzato sul corpo contenitore 20.
Vantaggiosamente, il foro passante 40 è realizzato in corrispondenza di una porzione superiore del corpo contenitore 20, ad esempio prossimale all’estremità chiusa dello stesso.
Nella seconda seconda variante del casco 10 mostrata in figura 2 e 9-10, il foro passante 40 è realizzato sull’anello rigido 25.
Il corpo valvola 230 è atto ad essere fissato al casco 10 in modo sostanzialmente coassiale al foro passante 40.
In particolare, il corpo valvola 230 comprende un porzione allargata 231 definita esternamente ad esso, ad esempio realizzata in pezzo unico con il corpo valvola stesso, la quale è atta ad essere fissata, ad esempio mediante le tecniche di fissaggio (saldatura a radiofrequenza) sopra descritte, ad almeno una porzione del bordo perimetrale del foro passante 40.
La porzione allargata 231 presenta, ad esempio, diametro maggiore del diametro del foro passante 40.
Ad esempio, una superficie della porzione allargata 231 è atta ad essere fissata al bordo perimetrale esterno al casco 10 del foro passante 40.
Nell’esempio, la porzione allargata 231 presenta forma sostanzialmente anulare e definisce una sua superficie frontale (ortogonale all’asse del corpo valvola e rivolta verso il casco stesso) che è fissata all’intero bordo perimetrale del foro passante 40.
Ad esempio, la porzione allargata 231 (la superficie che deve andare a contatto con il casco 10 ed essere ad essa fissata) può presentare una configurazione arcuata, con raggio sostanzialmente uguale al raggio dell’anello rigido 25 (e quindi del corpo contenitore 20) e coassiale ad esso, in modo da poter aderire perfettamente alla porzione di casco 10 a cui è destinata ad essere fissata in modo inamovibile.
Il corpo valvola 230 comprende una bocca di accesso 232 in comunicazione con il volume interno del casco 10 e una bocca di uscita 233 posta esternamente al casco 10, le quali sono distanziate lungo l’asse del corpo valvola 230, come meglio verrà descritto nel seguito.
La valvola PEEP 23 comprende, inoltre, un otturatore 234, il quale è posto all’interno del corpo valvola 230 ed è ad associato mobile, ad esempio in traslazione, da una posizione di chiusura, in cui occlude la bocca di accesso 232, ad una posizione di apertura, in cui libera la stessa, in contrasto a mezzi di spinta.
I mezzi di spinta, ad esempio, comprendono un elemento elastico.
L’elemento elastico può comprendere una molla 235, nell’esempio una molla di compressione ad esempio di tipo elicoidale.
In pratica, il corpo valvola 230 comprende un restringimento interno, ad esempio anulare, definente la sede di valvola dell’otturatore 234, il quale è ad esempio discoidale ed è mobile tra una posizione di contatto, in cui la valvola PEEP 23 è chiusa, con il bordo del restringimento e una posizione di distacco da esso, in cui la valvola PEEP 23 è aperta e permette l’uscita dei gas respirati dal paziente dal casco 10.
All’estremità libera del corpo valvola 230, opposta alla porzione allargata 231, è associata mobile assialmente una parete di riscontro 236, ad esempio sostanzialmente atta a chiudere assialmente il corpo valvola stesso.
Nell’esempio illustrato la parete di riscontro 236 è definita da un cappuccio filettato (internamente), il quale si avvita su una porzione filettata (esternamente) dell’estremità libera del corpo valvola 230.
La parete di riscontro 236, quindi, è atta ad essere mossa da un operatore (a seguito dell’avvitamento/svitamento), per variare la sua posizione rispetto all’estremità libera del corpo valvola 230.
La molla 235 è ad esempio una molla di compressione, la quale è interposta tra l’otturatore 234 e la parete di riscontro 236.
Variando la posizione della parete di riscontro 236 è possibile variare il precarico della molla 235 e quindi la resistenza offerta dalla stessa all’apertura dell’otturatore 324.
Un aumento di pressione all’interno del volume interno del casco 10 (dovuto all’espirazione del paziente in terapia), tale da vincere l’azione della molla 235 (e ad esempio tarabile in funzione della resistenza imposta dalla posizione della parete di riscontro), è atto a portare l’otturatore 234 dalla posizione di chiusura, in cui si trova normalmente per effetto della molla stessa, alla posizione di apertura.
Il restringimento è posto in una posizione assiale intermedia tra la bocca di accesso 232 e la bocca di uscita 233.
La bocca di uscita 233 è posta sulla parete laterale del corpo valvola 230, ad esempio in un tratto intermedio dello stesso interposto assialmente tra l’estremità libera del corpo valvola 230 e la porzione allargata 231 (e il ristringimento).
In una prima forma di realizzazione della valvola PEEP 23 (mostrata nelle figure 5,6 e 9), il corpo valvola 230 comprende una porzione estremale 237, ad esempio anch’essa sostanzialmente cilindrica, la quale si prolunga assialmente oltre il piano definito dalla porzione allargata 231 (dalla superficie della stessa che viene saldata al casco 10) dalla parte opposta rispetto alla zona in cui è definita la bocca di uscita 233.
In pratica, la porzione estremale 237, presentando un limitato tratto che si infila internamente al foro passante 40, è posta sostanzialmente internamente al casco 10.
In tale forma di realizzazione la bocca di accesso 232 è (una bocca di accesso radiale), ad esempio, posta sulla parete laterale della porzione estremale 237.
Non si esclude tuttavia che la bocca di accesso stessa possa essere, in alternativa, (assiale) prevista sul fondo della porzione estremale stessa.
Nell’esempio illustrato il corpo valvola 230 comprende una pluralità di bocche di uscita 233.
Inoltre, il corpo valvola 230 comprende una pluralità di bocche di accesso 232.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la porzione estremale 237 è definita da un elemento a crociera, nell’esempio a quattro bracci (ma che potrebbe essere anche a due soli o più bracci), il cui asse della crociera è coassiale al corpo valvola 230 e i cui bracci si derivano direttamente (in pezzo unico) dal bordo interno della porzione allargata 231.
Tra i bracci sono definiti settori circolari aperti che definiscono le bocche di accesso 232.
Non si esclude che la porzione estremale 237 possa essere un tratto tubolare con feritoie sulla parete laterale definenti le bocche di accesso 232.
Il corpo valvola 230 comprende una parete di fondo 238 posta internamente al volume interno del casco 10, la quale è fissata (ad esempio realizzata in pezzo unico con essa) alla estremità libera interna della porzione estremale 237.
In pratica, il corpo valvola 230 è un corpo monolitico formato, dall’interno verso l’esterno del casco 10, dalla parete di fondo 238, dalla porzione estremale 237, dalla porzione allargata 231 e da un tratto di estremità, con estremità libera, comprendente la bocca di uscita 233.
La porzione allargata 231 è interposta assialmente tra la parete di fondo 238 e l’estremità libera esterna al casco 10 del corpo valvola 230.
Vantaggiosamente, ma non limitatamente, la parete di fondo 238 presenta diametro maggiore del diametro del foro passante 40 e sostanzialmente paragonabile al diametro della porzione allargata 231.
In una seconda forma di realizzazione della valvola PEEP 23, mostrata nelle figure 7,8 e 10, il corpo valvola 230 non è provvisto della sopradescritta porzione estremale 327 e della parete di fondo 238, ma termina sostanzialmente a filo con la superficie della porzione allargata 231 che viene fissata al bordo perimetrale del foro passante 40.
In questo caso, il corpo valvola 230 presenta un'unica bocca di accesso 232 definita dalla luce della cavità interna del corpo valvola stesso che si affaccia sulla parete estremale del corpo valvola stessa che definisce la superficie della porzione allargata 231 che viene fissata al bordo perimetrale del foro passante 40, ovvero la luce contornata dal bordo interno della porzione allargata 231.
Grazie al fatto che il corpo valvola 230 della valvola PEEP 23 non deve essere sottoposto a sollecitazioni meccaniche dovute all’incastro in fase di assemblaggio al casco 10, essendo integrata ad essa già dalla fase di costruzione dello stesso, lo spessore del corpo valvola 230 può essere notevolmente limitato (rispetto alle valvola PEEP tradizionali), con notevole risparmio di materiale.
Il casco 10 può comprendere, poi, uno o più condotti ausiliari (ad esempio di dimensioni standard, come 22M o 22F), per il collegamento di vari accessori.
Il casco 10 comprende una valvola anti-soffocamento 24, ovvero una valvola bidirezionale che è in grado di porre in comunicazione il volume interno al casco 10 l’esterno con il volume esterno ad esso, in caso di emergenza.
La valvola anti-soffocamento 24, ad esempio è del tipo descritto nella domanda di brevetto EP 1 797 925 a nome della stessa Richiedente, che si intende qui incorporata per riferimento, o similare.
La valvola anti-soffocamento 24 può essere associata in modo inamovibile al casco 10, ad esempio ad una qualsiasi porzione del corpo contenitore 20 (meglio se in prossimità della bocca del paziente), o in alternativa in modo amovibile, a seconda delle esigenze.
Il casco 10, inoltre, può comprende anche eventuali aperture chiudibili per l’accesso all’interno come oblò o zip o simili accorgimenti noti al tecnico del settore, e così via, ulteriori valvole o accessori a seconda della destinazione d’uso e delle necessità.
Il casco 10 può comprendere fori passanti a cui sono associati uno o più elementi di connessione 36, ad esempio del tipo di passacavi (quali SNG o simili) o altro raccordo per varie strumentazioni adatte alla terapia del paziente, che connettono l’ambiente esterno con l’ambiente interno al corpo contenitore 20 e al collare 30 e possono essere chiusi da membrane e/o coperchi a seconda delle esigenze.
Gli elementi di connessione 36 possono essere fissati sul corpo contenitore 20 e/o sul collare 30 e/o sull’anello rigido 25 a seconda delle esigenze.
Nei caschi 10 di tipo apribile, di cui una preferita versione viene illustrata nelle figure 3-4, il corpo contenitore 20 in corrispondenza della sua estremità aperta inferiore è connesso ad un primo anello rigido 21, mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio che garantisca la tenuta ermetica e stabile tra i due.
Alcune forme di attuazione del casco 10 possono prevedere che il corpo contenitore 20 sia dotato di aperture chiudibili per mezzo di una cerniera (o altro) per realizzare un accesso al paziente, come previsto per i caschi 10 di tipo chiuso.
Il collare 30 è connesso ad un secondo anello rigido 31, ad esempio mediante tecniche di fissaggio che garantiscano la tenuta ermetica tra il collare 30 e il secondo anello rigido 31 stesso.
Il collare 30, in pratica, presenta una forma sostanzialmente troncoconica la cui estremità superiore aperta di dimensioni maggiori presenta diametro sostanzialmente pari al diametro del secondo anello rigido 31, mentre la estremità inferiore, anch’essa aperta, di dimensioni minori presenta diametro paragonabile o di poco inferiore rispetto al diametro del collo del paziente.
Il secondo anello rigido 31, che ad esempio può essere rivestito con materiale morbido, è removibilmente associabile a tenuta al primo anello rigido 21 (anch’esso ad esempio può essere rivestito di materiale morbido), come meglio apparirà nel seguito della descrizione.
Il casco 10 comprende, poi, mezzi di immissione di aria (o miscela aria e ossigeno o ossigeno) all’interno del volume interno racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30. Nell’esempio raffigurato, i mezzi di immissione comprendono un condotto di entrata 22 per l’immissione dell’aria.
Il condotto di entrata 22 ad esempio è dotato, in corrispondenza dell’estremità che sfocia all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30, di un diffusore.
Il condotto di entrata 22 è vantaggiosamente fissato in modo inamovibile al casco 10, ad esempio al corpo contenitore 20 o ad uno degli aneli rigidi 21,31, ad esempio uscendo in direzione radiale da esso.
Inoltre, il condotto di entrata 22 può essere dotato di un raccordo presa di pressione 220, ad esempio diramantesi sostanzialmente in direzione radiale rispetto al condotto di entrata stesso, al quale è associabile un manometro.
Il condotto di entrata 22 è costituito da un primo tratto 221, ad esempio sostanzialmente rigido, fissato in modo inamovibile al corpo contenitore 20 o ad uno degli aneli rigidi 21,31; e da un secondo tratto 222 consecutivo al primo tratto 221 e sviluppantesi esternamente al casco 10, sostanzialmente flessibile.
L’estremità libera del secondo tratto 222 può comprendere un connettore 223, ad esempio di dimensioni standard per il collegamento ad usuali strumentazioni di approvvigionamento di gas respirabile quali aria, aria e ossigeno o ossigeno, o simili dispositivi.
Il condotto di entrata 22 (tutti i tratti che lo costituiscono) e la porzione di casco 10 (superiore od inferiore) a cui è fissato in modo inamovibile costituiscono di fatto un corpo unico indivisibile, ad esempio i vari tratti del condotto di entrata 22 sono fissati stabilmente mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o altra tecnica non risolvibile di fissaggio, così come il primo tratto 221 è di fatto fissato stabilmente mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o altra tecnica non risolvibile di fissaggio, al casco 10 (ad esempio al corpo contenitore 20 o ad uno degli aneli rigidi 21,31).
In tal modo il condotto di entrata 22 è di fatto integrato al casco 10, ovvero ad una delle porzioni dello stesso di cui è costituito.
Nell’esempio illustrato il condotto di entrata 22 è fissato al corpo contenitore 20, ad esempio in una qualsiasi parte dello stesso.
In alternativa, è possibile prevedere che il condotto di entrata 22 sia fissato ad uno degli anelli rigidi 21 e/o 31, ad esempio con opportuni accorgimenti tecnici per assicurare il passaggio del gas tra l’esterno e l’interno del casco 10 a tenuta.
Ancora in alternativa è possibile prevedere che il condotto di entrata 22 sia fissato al collare 30, a seconda delle esigenze.
Inoltre, è possibile prevedere che sullo stesso casco 10 siano presenti più di un condotto di entrata 22 a seconda delle esigenze costruttive o di terapia per il paziente.
Non si esclude, inoltre, che il primo tratto 221 del condotto di entrata possa essere ad asse ricurvo, a differenza di quanto mostrato in cui sono ad asse rettilineo.
Il casco 10 apribile comprende particolarmente una valvola PEEP 23 del tutto identica a quella sopra descritta per il casco chiuso 10, attraverso la quale escono i gas espirati dal paziente nella respirazione.
La valvola PEEP 23 è, agli scopi della presente invenzione, associata in modo solidale e in modo inamovibile al casco 10.
In pratica, la valvola PEEP 23 è di fatto definita integrale al casco 10 (a una delle porzioni che lo costituiscono).
Ad esempio, la valvola PEEP 23 è fissata al casco 10 mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o simile mezzo di fissaggio irrisolvibile.
La valvola PEEP 23, in una prima variante del casco 10 mostrata nelle figure 3-8 è fissata al corpo contenitore 20. Vantaggiosamente, la valvola PEEP 23 è fissata (definita integralmente) ad una porzione superiore del corpo contenitore 20, ad esempio prossimale all’estremità chiusa dello stesso.
La valvola PEEP 23 si sviluppa sostanzialmente in direzione radiale verso l’esterno del corpo contenitore 20.
La valvola PEEP 23, in una seconda variante del casco 10 mostrata nelle figure 11 e 12, è fissata ((definita integralmente) ad uno tra il primo anello rigido 21 e il secondo anello rigido 31, ad esempio il secondo anello rigido 31.
Anche in questo caso, ad esempio, la valvola PEEP 23 si sviluppa sostanzialmente in direzione radiale verso l’esterno del corpo contenitore 20.
In maggiore dettaglio, con riferimento alle figure da 5 a 12, la valvola PEEP 23 comprende un corpo valvola 230, ad esempio sostanzialmente cilindrico (posto con asse sostanzialmente radiale rispetto all’asse del corpo contenitore 20 e/o degli anelli rigidi 21,31).
Il casco 10 comprende un foro passante 40 il quale mette in comunicazione il volume interno del casco stesso con l’esterno di esso.
Il foro passante 40, ad esempio, presenta diametro sostanzialmente paragonabile al diametro del corpo valvola 230.
Il foro passante 40, nella prima variante del casco 10 mostrata nelle figure 3-4 e nelle figure 5-8, è realizzato al corpo contenitore 20.
Vantaggiosamente, il foro passante 40 è realizzato in corrispondenza di una por-zione superiore del corpo contenitore 20, ad esempio prossimale all’estremità chiusa dello stesso.
Nella seconda variante del casco 10 mostrata nelle figure 11 e 12, il foro passante 40 è realizzato su uno degli anelli rigidi 21,31, nell’esempio illustrato sul secondo anello rigido 31.
Il corpo valvola 230 è atto ad essere fissato al casco 10 in modo sostanzialmente coassiale al foro passante 40.
In particolare, il corpo valvola 230 comprende un porzione allargata 231 definita esternamente ad esso, ad esempio realizzata in pezzo unico con il corpo valvola stesso, la quale è atta ad essere fissata, ad esempio mediante le tecniche di fissaggio (saldatura a radiofrequenza) sopra descritte, ad almeno una porzione del bordo perimetrale del foro passante 40.
La porzione allargata 231 presenta, ad esempio, diametro maggiore del diametro del foro passante 40.
Ad esempio, una superficie della porzione allargata 231 è atta ad essere fissata al bordo perimetrale esterno al casco 10 del foro passante 40.
Nell’esempio, la porzione allargata 231 presenta forma sostanzialmente anulare e definisce una sua superficie frontale (ortogonale all’asse del corpo valvola e rivolta verso il casco stesso) che è fissata all’intero bordo perimetrale del foro passante 40.
Ad esempio la porzione allargata 231 (la superficie che deve andare a contatto con il casco 10 ed essere ad essa fissata) può presentare una configurazione arcuata, con raggio sostanzialmente uguale al raggio di uno degli anelli rigidi 21,31 (e quindi del corpo contenitore 20) e coassiale ad esso, in modo da poter aderire perfettamente alla porzione di casco 10 a cui è destinata ad essere fissata in modo inamovibile.
Il corpo valvola 230 comprende una bocca di accesso 232 in comunicazione con il volume interno del casco 10 e una bocca di uscita 233 posta esternamente al casco 10, le quali sono distanziate lungo l’asse del corpo valvola 230, come meglio verrà descritto nel seguito.
La valvola PEEP 23 comprende, inoltre, un otturatore 234, il quale è posto all’interno del corpo valvola 230 ed è ad associato mobile, ad esempio in trasla-zione, da una posizione di chiusura, in cui occlude la bocca di accesso 232 ad una posizione di apertura, in cui libera la stessa, in contrasto a mezzi di spinta.
I mezzi di spinta, ad esempio, comprendono un elemento elastico.
L’elemento elastico può comprendere una molla 235, nell’esempio una molla di compressione ad esempio di tipo elicoidale.
In pratica, il corpo valvola 230 comprende un restringimento interno, ad esempio anulare, definente la sede di valvola dell’otturatore 234, il quale è ad esempio discoidale ed è mobile tra una posizione di contatto, in cui la valvola PEEP 23 è chiusa, con il bordo del restringimento e una posizione di distacco da esso, in cui la valvola PEEP 23 è aperta e permette l’uscita dei gas respirati dal paziente dal casco 10.
All’estremità libera del corpo valvola 230, opposta alla porzione allargata 231, è associata mobile assialmente una parete di riscontro 236, ad esempio sostanzialmente atta a chiudere assialmente il corpo valvola stesso.
Nell’esempio illustrato la parete di riscontro 236 è definita da un cappuccio filettato (internamente), il quale si avvita su una porzione filettata (esternamente) dell’estremità libera del corpo valvola 230.
La parete di riscontro 236, quindi, è atta ad essere mossa da un operatore (a seguito dell’avvitamento/svitamento), per variare la sua posizione rispetto all’estremità libera del corpo valvola 230.
La molla 235 è ad esempio una molla di compressione, la quale è interposta tra l’otturatore 234 e la parete di riscontro 236.
Variando la posizione della parete di riscontro 236 è possibile variare il precarico della molla 235 e quindi la resistenza offerta dalla stessa all’apertura dell’otturatore 324.
Un aumento di pressione all’interno del volume interno del casco 10 (dovuto all’espirazione del paziente in terapia), tale da vincere l’azione della molla 235 (e ad esempio tarabile in funzione della resistenza imposta dalla posizione della parete di riscontro 236), è atto a portare l’otturatore 234 dalla posizione di chiusura, in cui si trova normalmente per effetto della molla stessa, alla posizione di apertura.
Il restringimento è posto in una posizione assiale intermedia tra la bocca di accesso 232 e la bocca di uscita 233.
La bocca di uscita 233 è posta sulla parete laterale del corpo valvola 230, ad esempio in un tratto intermedio dello stesso interposto assialmente tra l’estremità libera del corpo valvola 230 e la porzione allargata 231 (e il ristringimento).
In una prima forma di realizzazione della valvola PEEP 23 (mostrata nelle figure 5,6 e 9), il corpo valvola 230 può comprendere una porzione estremale 237, ad esempio anch’essa sostanzialmente cilindrica, la quale si prolunga assialmente oltre il piano definito dalla porzione allargata 231 (dalla superficie della stessa che viene saldata al casco 10) dalla parte opposta rispetto alla zona in cui è definita la bocca di uscita 233.
In pratica, la porzione estremale 237, presentando un limitato tratto che si infila internamente al foro passante 40, è posta sostanzialmente internamente al casco 10.
In tale forma di realizzazione la bocca di accesso 232 è, ad esempio, posta sulla parete laterale della porzione estremale 237, pertanto è una bocca di accesso radiale.
Non si esclude tuttavia che la bocca di accesso stessa possa essere prevista, in alternativa, sul fondo della porzione estremale stessa (pertanto assiale).
Nell’esempio illustrato il corpo valvola 230 comprende una pluralità di bocche di uscita 233.
Inoltre, il corpo valvola 230 comprende una pluralità di bocche di accesso 232.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la porzione estremale 237 è definita da un elemento a crociera, nell’esempio a quattro bracci (ma che potrebbe essere an-che a due soli o più bracci), il cui asse della crociera è coassiale al corpo valvola 230 e i cui bracci si derivano direttamente (in pezzo unico) dal bordo interno della porzione allargata 231.
Tra i bracci sono definiti settori circolari aperti che definiscono le bocche di accesso 232.
Non si esclude che la porzione estremale 237 possa essere un tratto tubolare con feritoie sulla parete laterale definenti le bocche di accesso 232.
Il corpo valvola 230 comprende una parete di fondo 238 posta internamente al volume interno del casco 10, la quale è fissata (ad esempio realizzata in pezzo unico con essa) alla estremità libera interna della porzione estremale 237.
In pratica, il corpo valvola 230 è un corpo monolitico formato, dall’interno verso l’esterno del casco 10, dalla parete di fondo 238, dalla porzione estremale 237, dalla porzione allargata 231 e da un tratto di estremità, con estremità libera, comprendente la bocca di uscita 233.
La porzione allargata 231 è interposta assialmente tra la parete di fondo 238 e l’estremità libera esterna al casco 10 del corpo valvola 230.
Vantaggiosamente, ma non limitatamente, la parete di fondo 238 presenta diametro maggiore del diametro del foro passante 40 e sostanzialmente paragonabile al diametro della porzione allargata 231.
In una seconda forma di realizzazione della valvola PEEP 23, mostrata in figura 12, il corpo valvola 230 non è provvisto della sopradescritta porzione estremale 327 e della parete di fondo 238, ma termina sostanzialmente a filo con la superficie della porzione allargata 231 che viene fissata al bordo perimetrale del foro passante 40.
In questo caso, il corpo valvola 230 presenta un'unica bocca di accesso 232 definita dalla luce della cavità interna del corpo valvola stesso che si affaccia sulla parete estremale del corpo valvola stessa che definisce la superficie della porzione allargata 231 che viene fissata al bordo perimetrale del foro passante 40, ovvero la luce contornata dal bordo interno della porzione allargata 231.
Grazie al fatto che il corpo valvola 230 della valvola PEEP 23 non deve essere sottoposto a sollecitazioni meccaniche dovute all’incastro in fase di assemblaggio al casco 10, essendo integrata ad essa già dalla fase di costruzione dello stesso, lo spessore del corpo valvola 230 può essere notevolmente limitato (rispetto alle valvola PEEP tradizionali), con notevole risparmio di materiale.
Il casco 10 può comprendere, poi, un o più condotti ausiliari (ad esempio di dimensioni standard, come 22M o 22F) per il fissaggio di uno o più accessori ove previsti. Preferibilmente ma non limitatamente, almeno uno tra il secondo anello rigido 31 ed il primo anello rigido 21 è atto ad infilarsi coassialmente, ad esempio sostanzialmente a misura, all’interno dell’altro tra il primo anello rigido 21 e il secondo anello rigido 31, almeno per un limitato tratto assiale.
In alternativa, è comunque possibile collegare i due anelli rigidi 21,31 sostanzialmente sovrapposti in pianta e non coassialmente inseriti uno dentro l’altro.
Nella seconda variante della seconda forma di realizzazione del casco 10 (figure 11 e 12) , in cui almeno uno tra il secondo anello rigido 31 ed il primo anello rigido 21 è atto ad infilarsi coassialmente all’interno dell’altro (nell’esempio il secondo anello rigido 31 si infila all’interno del primo anello rigido 21), la valvola PEEP 23 è vantaggiosamente fissata in modo inamovibile all’anello rigido destinato ad essere quello interno, mentre l’anello rigido esterno presenta uno spacco 29 atto a sovrapporsi radialmente almeno alla valvola PEEP 23 quando gli anelli rigidi sono sostanzialmente sovrapposti radialmente.
Uno tra il primo e il secondo anello rigido, rispettivamente 21 e 31, comprende una sede anulare 27 atta ad alloggiare una guarnizione anulare 28, visibile nel dettaglio sezionato delle figure 4a e 12.
Ad esempio, la sede anulare 27 presenta sezione trasversale sostanzialmente conformata ad “U”, con concavità rivolta verso l’estremità libera dell’anello rigido lungo l’asse di reciproco avvicinamento degli anelli rigidi, ed è accessibile assialmente.
Nell’esempio raffigurato, la sede anulare 27 è ricavata in corrispondenza della superficie laterale interna del primo anello rigido 21 ed è contornata, da un lato, dalla parete interna del primo anello rigido stesso e, superiormente e dall’altro lato, da un lembo 271 ricavato in pezzo unico con il primo anello rigido 21 e ripiegato ad “U” sull’anello rigido stesso.
La sede anulare 27, particolarmente, presenta concavità concorde alla concavità del corpo contenitore 20, in modo da essere rivolta verso l’esterno dello stesso (verso il basso in figura), così che possa essere accessibile per l’inserimento della guarnizione anulare 28 in direzione assiale e dal basso.
La guarnizione anulare 28 è atta ad essere schiacciata, in uso, in direzione assiale tra il fondo 270 della sede anulare 27 e il bordo superiore 35 del secondo anello rigido 31.
In pratica, la sede anulare 27, risulta accessibile in direzione assiale dal basso anche dal secondo anello rigido 31, il cui bordo superiore 35 è atto ad andare a contatto -lungo tutto lo sviluppo circonferenziale del bordo superiore stesso - con la superficie esposta della guarnizione anulare 28 e premere la stessa verso il fondo 270 della sede anulare 27.
Tale contatto forzato in direzione assiale tra il bordo superiore 35 e la guarnizione anulare 28 permette il collegamento a tenuta tra il primo ed il secondo anello rigido, rispettivamente 21 e 31, e quindi la tenuta dell’intero casco 10, una volta indossato, chiuso ed assemblato.
In una alternativa variante dei mezzi di tenuta (non mostrata), la sede anulare 27 può presentare sezione trasversale sostanzialmente conformata ad “U”, con concavità rivolta lungo la direzione radiale ed è accessibile radialmente.
Ad esempio la sede anulare 27, in questa alternativa variante, può essere ricavata in corrispondenza della superficie laterale esterna del secondo anello rigido 31. La sede anulare 27, particolarmente, presenta concavità rivolta verso l’esterno del secondo anello rigido stesso. La guarnizione anulare 28 è atta ad essere schiacciata, in uso, in direzione radiale tra il fondo della sede anulare 27 e la superficie laterale interna del primo anello rigido 31. Non si esclude, tuttavia, che la sede anulare 27 sia equivalentemente realizzata sul primo anello rigido 21 e la guarnizione anulare 28 sia atta ad essere schiacciata, in uso, in direzione radiale tra il fondo della sede anulare 27 e la superficie laterale esterna del secondo anello rigido 21.
Il casco 10 comprende vantaggiosamente anche una valvola anti-soffocamento 24, come sopra descritta per la prima forma di realizzazione del casco 10 chiuso alla cui descrizione dettagliata si rimanda, ovvero una valvola bidirezionale che è in grado di porre in comunicazione l’esterno con l’interno del casco 10, in caso di emergenza. Anche nella seconda forma di realizzazione (apribile) il casco 10 può comprendere ulteriori fori passanti a cui sono associati uno o più elementi di connessione 36, ad esempio del tipo di passacavi (quali SNG o simili) o altro raccordo per varie strumentazioni adatte alla terapia del paziente, che connettono l’ambiente esterno con l’ambiente interno al corpo contenitore 20 e al collare 30 e possono essere chiusi da membrane e/o coperchi a seconda delle esigenze.
Gli elementi di connessione 36 possono essere fissati sul corpo contenitore 20 e/o sul collare 30 e/o su uno degli anelli rigidi 21,31 (nell’esempio il secondo anello rigido 31, in modo da andarsi a sovrapporre radialmente allo spacco 29 quando in configurazione chiusa) a seconda delle esigenze.
Il casco 10 apribile comprende mezzi di bloccaggio risolvibili, atti a bloccare in modo removibile reciprocamente il primo anello rigido 21 e il secondo anello rigido 31, i quali ad esempio sono scelti nel gruppo tra gli agganci a baionetta, gli agganci a scatto, e gli agganci filettati come descritti nel dettaglio rispettivamente nelle domande di brevetto EP 2 548 600, RE2013A000033 e RE2013A000034 a nome della stessa Richiedente, che si intendono qui integralmente incorporate per riferimento.
Inoltre, i mezzi di bloccaggio sono ad esempio configurati in modo da mantenere compressa la guarnizione anulare 28 tra gli anelli rigidi 21 e 31 quando il casco 10 è in configurazione chiusa di assemblaggio.
Di seguito si descrive solamente la forma di realizzazione preferita illustrata nelle figure 1 e 2, in cui gli anelli rigidi 21 e 31 sono dotati di mezzi di bloccaggio del tipo di agganci a baionetta atti ad agganciare removibilmente tra loro il primo ed il secondo anello rigido, rispettivamente 21 e 31.
I mezzi di aggancio a baionetta comprendono due elementi di aggancio 250 e 32 che sono associati, rispettivamente, al primo anello rigido 21 e al secondo anello rigido 31.
Gli elementi di aggancio, in particolare, comprendono una pluralità di perni 32, ad esempio fissati ad un superficie laterale del secondo anello rigido 31, e una rispettiva pluralità di sedi di alloggiamento 250, ad esempio ricavate nel primo anello rigido 31.
In pratica, ciascun perno 32 è atto ad inserirsi removibilmente in una sede di alloggiamento 250 a seguito di una contenuta traslo-rotazione reciproca tra il primo ed il secondo anello rigido rispetto all’asse di reciproco avvicinamento.
Nella forma di realizzazione mostrata nelle figure, il secondo anello rigido 31 è atto ad infilarsi sostanzialmente a misura all’interno del primo anello rigido 21, in modo coassiale; i mezzi di aggancio a baionetta comprendono una pluralità di perni 32, che sporgono radialmente dalla superficie laterale esterna del secondo anello rigido 31 e, ad esempio, sono tra loro sostanzialmente equidistanti, e una corrispondente pluralità di sedi di alloggiamento 250, ricavate nel primo anello rigido 21 e, ad esempio, sono anch’esse tra loro equidistanti.
Ciascuna sede di alloggiamento 250 è conformata ad asola allungata (sostanzialmente ad L) che definisce un primo tratto aperto 251, in corrispondenza del bordo inferiore del primo anello rigido 21, atto a permettere l’accesso dal basso del perno 32.
Il primo tratto 251 presenta un’inclinazione con direzione prevalente parallela all’asse di reciproco avvicinamento (verticale in figura).
Ciascuna sede di alloggiamento comprende anche un secondo tratto 252, consecutivo al primo, il quale è inclinato con direzione prevalente tangenziale (orizzontale in figura). Il secondo tratto 252 presenta ampiezza trasversale alla direzione di scorrimento del perno 32 sostanzialmente pari alla larghezza del perno 32, in modo che quest’ultimo possa scorrere sostanzialmente a contatto con le pareti del secondo tratto 252.
Ciascun secondo tratto definisce una porzione di impegno 253 (la parete inferiore del secondo tratto o entrambe le pareti del secondo tratto stesso), ad esempio concava (con concavità rivolta verso l’interno del corpo contenitore 20) o rettilinea, in cui è alloggiabile stabilmente uno dei perni 32 quando il casco 10 è in configurazione assemblata, ovvero quando i due anelli rigidi 21 e 31 sono tra loro agganciati stabilmente.
Almeno un perno 33 (nell’esempio in numero di due diametralmente opposti, ma può essere anche uno solo opportunamente posizionato) della pluralità di perni 32, una volta che il casco 10 è indossato dal paziente stesso, presenta un'estremità libera conformata per essere impugnata, presentando ad esempio una conformazione ergonomica.
Ai lati della sede di alloggiamento 250 che alloggia tali perni 33 impugnabili sono previsti pioli 26 anch’essi atti ad essere impugnati. L’azionamento in rotazione reciproca dei due anelli rigidi 21 e 31 avviene mediante l’avvicinamento o l’allontanamento reciproco dei perni 33 e dei pioli 26 (in una o l’altra direzione di rotazione) operata tramite l’impiego di sole due dita delle mani dell’operatore.
Inoltre, i mezzi di aggancio a baionetta sono configurati in modo da mantenere compressa la guarnizione anulare 28 tra il bordo superiore 35 e il fondo 270 della sede anulare 27 quando il casco è assemblato.
In pratica, il primo tratto 251 di ciascuna sede di alloggiamento 250 presenta una lunghezza tale da permettere a ciascun perno 32 una corsa assiale tale che il bordo superiore 35 possa comprimere leggermente la guarnizione anulare 28 al fine corsa assiale.
Il casco 10 (apribile o chiuso) comprende mezzi di trattenimento atti ad esercitare un’azione di tiro del casco 10 verso le spalle del paziente con la funzione di evitare l’innalzamento del casco 10 dovuto alla pressione positiva interna allo stesso.
Vantaggiosamente, tali mezzi di trattenimento, che meglio verranno descritti nel seguito della descrizione, se il casco 10 è di tipo chiuso senza anello rigido sono ancorati al corpo contenitore 20, se il casco 10 è di tipo chiuso con anello rigido 25 sono ancorati o al corpo contenitore 20 o, con maggiore efficacia, all’anello rigido 25 stesso e nel caso di caschi 10 apribili sono preferibilmente ancorati al secondo anello rigido 31, in modo che non impediscano l’apertura del casco 10 in emergenza.
I mezzi di trattenimento possono comprendere, ad esempio, una coppia di bretelle (come mostrato nei brevetti anteriori EP 1 797 925 e EP 2 548 600 a nome della stessa Richiedente che si ritiene qui incorporato per riferimento), oppure una basetta anulare e/o un cuscino (come mostrato nelle domande di brevetto anteriori WO2010063733 e EP 2 548 600 a nome della stessa Richiedente che si ritiene qui incorporato per riferimento) o, ancora, in alternativa sia alle bretelle che alla basetta anulare e/o al cuscino, è possibile prevedere che i mezzi di trattenimento comprendano un cinturino a lunghezza registrabile (come mostrato nella domanda di brevetto anteriore RE2013A000036 a nome della stessa Richiedente che si ritiene qui incorporato per riferimento). L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Casco (10) per terapia CPAP di pazienti che comprende: - un corpo contenitore (20), nel quale è alloggiabile il capo di un paziente, dotato di una estremità aperta, - un collare (30) elasticamente cedevole accoppiabile a tenuta al collo del paziente e atto a chiudere l’estremità aperta di detto corpo contenitore (20), - mezzi di immissione (22) di almeno un gas respirabile all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore (20) e dal collare (30) e - una valvola PEEP (23) attraverso la quale i gas espirati dal paziente escono da detto volume, caratterizzato dal fatto che la valvola PEEP (23) è fissata in modo inamovibile al casco (10).
  2. 2. Casco (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detta valvola PEEP (23) è fissata in modo inamovibile ad almeno uno tra il corpo contenitore (20) e il collare (30).
  3. 3. Casco (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta valvola PEEP (23) è fissata in modo inamovibile ad una porzione superiore del corpo contenitore (20) posta in prossimità della estremità chiusa dello stesso.
  4. 4. Casco (10) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un anello rigido (25; 21,31) interposto tra detto corpo contenitore (20) e detto collare (30), detta valvola PEEP (23) essendo fissata in modo inamovibile a detto almeno un anello rigido (25; 21,31).
  5. 5. Casco secondo la rivendicazione 1 o 4, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un primo anello rigido (21) fissato all’estremità aperta del corpo contenitore (20) e un secondo anello rigido (31) fissato ad un’estremità di detto collare (30) e removibilmente associabile a tenuta a detto primo anello rigido (21), detta valvola PEEP (23) essendo fissata in modo inamovibile ad almeno uno tra detto primo e secondo anello rigido (21,31).
  6. 6. Casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui detta valvola PEEP (23) è saldata a detto casco (10).
  7. 7. Casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno uno tra detto corpo contenitore (20), detto almeno un anello rigido (25; 21,31) e detto collare (30) comprende un foro passante (40), detta valvola PEEP (23) comprendendo un corpo valvola (230) atto ad essere disposto sostanzialmente coassiale con detto foro passante (40) e dotato di una porzione allargata (231) atta ad essere fissata in modo inamovibile ad almeno una porzione del bordo perimetrale del foro passante (40).
  8. 8. Casco (10) secondo la rivendicazione 7, in cui detto corpo valvola (230) comprende almeno una bocca di accesso (232) in comunicazione con il volume interno del casco (10) e una bocca di uscita (233) posta esternamente al casco (10), detta valvola PEEP comprendendo almeno un otturatore (234) disposto internamente a detto corpo valvola (230) e mobile da una posizione di chiusura, in cui chiude detta bocca di accesso (232), a una posizione di apertura, in cui libera detta apertura di accesso (232), in contrasto a mezzi di spinta.
  9. 9. Casco (10) secondo la rivendicazione 8, in cui i mezzi di spinta comprendono almeno una molla di compressione (235) interposta tra l’otturatore (234) e una parete di riscontro (236) associata mobile al corpo valvola (230) e disposta dalla parte opposta della bocca di accesso (232) rispetto alla bocca di uscita (233).
  10. 10. Casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui detto corpo valvola (230) comprende almeno una porzione estremale (237) posta almeno parzialmente all’interno del foro passante (40) e proiettantesi all’interno del volume interno del casco (10), la bocca di accesso (232) essendo prevista in corrispondenza di una parete laterale della porzione estremale (237).
  11. 11. Casco (10) secondo la rivendicazione 10, in cui il corpo valvola (230) comprende una parete di fondo (238) posta internamente al volume interno del casco (10) e fissata all’estremità interna della porzione estremale (237), la porzione allargata (231) essendo assialmente interposta tra la parete di fondo (238) e l’estremità libera esterna del corpo valvola (230).
  12. 12. Valvola PEEP (23) che comprende un corpo valvola (230) sostanzialmente tubolare associabile ad un apparato per la respirazione adatto alla somministrazione della terapia CPAP a pazienti sostanzialmente, caratterizzata dal fatto che detto corpo valvola (230) è dotato di una porzione allargata (231) aggettantesi esternamente e atta ad essere fissata in modo inamovibile ad almeno una porzione di una parete (20, 30, 25; 21,31) dell’apparato per la respirazione.
  13. 13. Valvola PEEP (23) secondo la rivendicazione 12, in cui detta porzione allargata (231) è atta ad essere saldata alla parete (20, 30, 25; 21,31) dell’apparato per la respirazione (10).
  14. 14. Valvola PEEP (23) secondo la rivendicazione 12, in cui il corpo valvola (230) comprende: - almeno una bocca accesso (232) e - almeno una bocca di uscita (233), in cui detta bocca di accesso (232) è posta assialmente dalla parte opposta di detta bocca di uscita (232) rispetto alla porzione allargata (231).
  15. 15. Valvola PEEP (23) secondo la rivendicazione 14, caratterizzata dal fatto di comprendere un otturatore (234) disposto internamente a detto corpo valvola (230) e mobile da una posizione di chiusura, in cui chiude detta bocca di accesso (232), a una posizione di apertura, in cui libera detta apertura di accesso (232), in contrasto a mezzi di spinta.
  16. 16. Valvola PEEP (23), secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto di comprendere una parete di fondo (238) fissata all’estremità di detto corpo valvola (230) posta dalla parte della bocca di accesso (232).
  17. 17. Valvola PEEP (23), secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto di comprendere una parete di riscontro (236) associata mobile assialmente all’estremità di detto corpo valvola (230) posta dalla parte della bocca di uscita (233), detti mezzi di spinta essendo interposti tra l’otturatore (234) e detta parete di riscontro (236).
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