ITPI20100095A1 - Un mezzo di contrasto ecografico antigene-specifico, un procedimento per la sua preparazione e suoi usi. - Google Patents

Un mezzo di contrasto ecografico antigene-specifico, un procedimento per la sua preparazione e suoi usi. Download PDF

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ITPI20100095A1
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Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
UN MEZZO DI CONTRASTO ECOGRAFICO ANTIGENE-SPECIFICO, UN
PROCEDIMENTO PER LA SUA PREPARAZIONE E SUOI USI
Campo Tecnico dell'Invenzione
La presente invenzione riguarda un mezzo di contrasto ecografico antigene-specifico diagnostico e/o terapeutico, un procedimento per la sua preparazione ed i suoi usi nella diagnostica ecografica per immagini (comunemente indicata come imaging diagnostico ecografico), come pure in altri tipi di imaging diagnostico e/o in terapia.
In particolare, detto mezzo di contrasto si è rivelato utile per veicolare e rilasciare selettivamente opportune sostanze farmacologiche e/o altri principi bioattivi, compresi anche mezzi di contrasto non ecografici, all'interno di tessuti malati grazie alla sua capacità di individuare e rivelare in modo selettivo tessuti/masse tumorali, differenziandole dai tessuti (sani) circostanti, tramite il conferimento al solo tessuto malato di un elevato incremento contrastografico prolungato nel tempo.
Descrizione dell'Arte Nota
I mezzi di contrasto (in sigla, mdc) ecografici sono sostanze in grado di incrementare il contrasto delle immagini ecografiche.
Attualmente, tra i più utilizzati vi sono quelli di cosiddetta seconda generazione, che, sostanzialmente, sono costituiti da microbolle di gas, preferibilmente inerti (quali, ad esempio, esafluoruro di zolfo, periluoroesano, periluorocarburi, aria, azoto), contenute in un opportuno rivestimento; preferibilmente, detto rivestimento si presenta sotto forma di cosiddette mierocapsule/microboile/micros fere/microvescicole/microbal loons formati sostanzialmente da opportune sostanze stabilizzanti quali, ad esempio, fosfolipidi o albumina.
L'elemento che incrementa il segnale ultrasonoro è il gas, che possiede un coefficiente di ecogenicità di molto superiore rispetto a quello dei solidi e dei liquidi, soprattutto biologici. I mezzi di contrasto più utilizzati sono costituiti, ad esempio, da mierocapsule/microboile/micros fere/microvescicole/microbal loons (d'ora in avanti comunemente designate, per semplicità, con il termine microsfere) contenenti gas caratterizzate da una specifica frequenza di risonanza fO (misurata in genere in MHz), ossia una frequenza di oscillazione alla quale la particella entra in fasi cicliche di compressione e rarefazione. I mezzi di contrasto cosiddetti di seconda generazione risultano particolarmente utili poiché posseggono una frequenza di risonanza compresa nel range di frequenze degli ultrasuoni normalmente già utilizzati dai macchinari ecografici esistenti.
Una volta iniettati nel circolo ematico, tali mezzi entrano in risonanza se vengono colpiti da un fascio ultrasonoro. Pertanto, essi generano un fascio ultrasonoro riflesso che presenta caratteristiche fisiche determinate sia dalle proprietà della sostanza iniettata sia da quelle del fascio ultrasonoro insonante incidente.
In particolare, con riferimento alle caratteristiche fisiche della microsfera, se la membrana della stessa è dotata di maggior spessore e rigidità, determina una risposta sonora riflessa meno intensa (cioè, meno utile) rispetto ad una particella con membrana più sottile e, quindi, maggiormente elastica. D'altra parte, una membrana troppo sottile presenta lo svantaggio di essere troppo fragile e, quindi, poco resistente all'azione della pressione esercitata dal fascio ultrasonoro incidente. In questo caso, le microsfere potrebbero essere distrutte (per sonoporazione o per cavitazione) in un tempo troppo breve per poter fornire un'immagine diagnosticamente utile. Se il numero delle microsfere che vengono a contatto con il fascio di ultrasuoni aumenta, allora si riscontra un aumento lineare del coefficiente di ecogenicità della singola particella/microsfera. Cioè, detto coefficiente assume un valore complessivo risultante dalla moltiplicazione del coefficiente della singola microsfera per il numero totale delle microsfere iniettate in circolo.
Per quanto riguarda il fascio ultrasonoro incidente, le sue caratteristiche fondamentali sono la frequenza e la potenza acustica (misurata in genere in KPa) . In particolar modo, la potenza acustica è determinante nel caratterizzare l'entità del fascio riflesso ed il tipo di oscillazione della particella.
Infatti, se la microsfera del mezzo di contrasto viene colpita da un fascio ultrasonoro avente bassa pressione acustica (mediamente compresa da 10 a 20 KPa) ed una frequenza pari alla frequenza di risonanza del mdc, essa va incontro solamente a variazioni di forma lineari. In questo caso, la fase di compressione risulta, mediamente, di pari entità a quella di rarefazione e il segnale ecografico riflesso è omnidirezionale (fenomeno cosiddetto dello scattering). Se, invece, il fascio incidente (sempre mantenendo una frequenza pari a quella di risonanza) assume valori di pressione acustica superiori (ad esempio, compresi da 40 KPa a 50 KPa), la fase di rarefazione risulta maggiore di quella di compressione. Questo effetto permette alle microsfere di generare un fascio ultrasonoro riflesso arricchito da una serie di frequenze armoniche, multiple di quella di risonanza (2f0, 3f0, 4f0 e così via). Una potenza acustica ancora superiore, ad esempio, fino a circa 1 MPa determina, inoltre, la produzione di frequenza subarmoniche (fO/2, fO/3 ecc). Di norma, una potenza superiore a 1 MPa determina la rottura delle microsfere, effetto utilizzato in tecniche di imaging ecografico con i mdc di prima generazione.
L'intensità del fascio ultrasonoro riflesso (misurata in Pa o in dB) risulta direttamente proporzionale all'intensità del fascio ultrasonoro incidente ed al coefficiente di ecogenicità del mezzo, e inversamente proporzionale al raggio della microsfera costituente il mezzo di contrasto.
Le frequenze armoniche, come già accennato, sono costituite da multipli e sottomultipli della frequenza fondamentale del fascio ultrasonoro insonante. Tale produzione di armoniche è sostanzialmente determinata dai cambiamenti elastici che si verificano nella forma delle microsfere. Come già evidenziato in precedenza, detti cambiamenti sono generati da fasi di compressione e di rarefazione delle microsfere stesse, provocate dalla qualità della pressione acustica esercitata dal fascio ultrasonoro .
In genere, la frequenza armonica preferita è la seconda armonica, in quanto facilmente visualizzabile sulle apparecchiature ecografiche. Ciò è determinato dal fatto che la seconda armonica risulta la frequenza più vicina a quella fondamentale, perciò più adeguatamente identificabile .
La sonda ecografica è in grado di rilevare/leggere questa frequenza se viene opportunamente tarata in fase di ricezione. Inoltre, a seconda delle procedure ecografiche utilizzate (grazie all'utilizzo di opportuni programmi software) , è possibile analizzare il segnale riflesso proveniente dalle varie strutture con una vasta gamma di differenti stratagemmi tecnici. Ad esempio, si possono sottrarre le armoniche provenienti dal tessuto statico, caratterizzare il segnale proveniente esclusivamente dall'apparato vascolare, modulare la fase del segnale, la sua ampiezza o entrambe. L'obiettivo finale è, comunque, quello di riconoscere e differenziare selettivamente, con un incremento notevole del contrasto, solo le strutture anatomiche che sono impregnate di mezzo di contrasto, rispetto a quelle che non lo sono.
Da un punto di vista tecnico, quando il mdc viene iniettato nel torrente ematico e la sonda ecografia è posta sulla specifica zona di tessuto corporeo che va analizzata, è possibile seguire il moto delle microsfere in tre fasi:
- fase arteriosa (da 10 a 35 secondi);
- fase parenchimale (da 40 a 120 secondi);
- fase venosa (da 120 secondi in su, fino alla scomparsa del mezzo di contrasto dal circolo dell'organo in esame).
In aggiunta alla capacità di creare un valido contrasto all'imaging, è noto che i mezzi di contrasto ecografici possono anche contenere sostanze farmacologiche e/o altri principi bioattivi, compresi altri tipi di agenti di contrasto non ecografici, e possono rilasciarle in un tessuto malato in cui sono accumulate una volta opportunamente insonate con un opportuno fascio ultrasonoro.
Sarebbe, quindi, molto utile poter avere a disposizione un mezzo di contrasto ecogenico sufficientemente stabile e sito specifico, ad esempio in grado di differenziare significativamente e selettivamente nel tempo un tessuto malato (ad esempio tumorale) da un tessuto vicinale sano ed in grado di rilasciare nel suddetto tessuto una sostanza farmacologica in modo controllabile e soprattutto modulato. In altre parole, sarebbe, da una parte, molto utile poter avere a disposizione un mezzo di contrasto ecografico stabile e in grado di conferire selettivamente al tessuto malato un enhancement contrastografico elevato, rispetto al tessuto sano circostante, almeno per tutto il tempo necessario ad effettuare con successo il desiderato esame diagnostico ecografico. Dall'altra parte, sarebbe ugualmente molto utile che detto mezzo di contrasto ecogenico fosse anche in grado di rilasciare selettivamente in detto tessuto malato un opportuno farmaco in maniera modulabile dall'operatore nell'ottica di ovviare alle complicanze che potrebbero derivare da una errata velocità di infusione del farmaco in questione.
Tentativi di dare una risposta alla necessità sopra descritta sono stati fatti.
Così, a titolo di esempio, sono state realizzate microsfere, contenenti un gas inerte, in cui sono presenti uno o più recettori, specifici per uno o più antigeni presenti nel tessuto malato/tumorale.
In questo tipo di mezzi di contrasto dell'arte nota detti recettori (quali, ad esempio, anticorpi, monoclonali e non, e/o loro frammenti, ad esempio Fab, o Fragment Antigen Binding), vengono inglobati nella membrana della microsfera, ad esempio, intercalati tra i componenti delle catene fosfolipidiche della stessa. In tal modo, si è cercato di favorire/promuovere la formazione di un legame, specifico e possibilmente "forte", tra il recettore e il corrispondente antigene, presente nel tessuto da sottoporre a imaging, quando il mezzo di contrasto lo perfonde. Tale procedimento può potenzialmente risultare utile anche per veicolare opportuni farmaci, inglobati all'interno della microsfera, che verrebbero poi rilasciati nel/i tessuti desiderati una volta che questi siano sottoposti ad opportuna insonazione quando sono perfusi dal flusso ematico contenente il mdc ecoqrafico.
Tale sistema viene utilizzato ancora solo in via sperimentale e non è ancora stato possibile riprodurlo convenientemente nell'orqanismo umano.
Uno dei principali inconvenienti del sistema sopra descritto consiste nel fatto che i farmaci contenuti nella micro bolla non possono essere rilasciati in modo modulato, adequato alle necessità del paziente, bensì venqono rilasciati in un colpo solo tramite una unica interazione tra le microsfere ed il fascio ultrasonoro incidente; in tal modo la sicurezza della somministrazione viene messa in qrave rischio in situazioni cliniche nelle quali è necessaria una lenta velocità di infusione o somministrazione del farmaco, ad esempio, nella terapia trombo litica nelle placche carotidee.
Problema Tecnico
Resta, quindi, tuttora ben viva e sentita nel settore medico la necessità di avere a disposizione un mezzo di contrasto ecoqrafico che sia in qrado di rilasciare, in sequito ad una opportuna insonazione, una sostanza farmacoloqica o bioattiva ad esso associata, in maniera modulata e controllabile, dopo essersi leqato selettivamente ed in misura adequata, cioè, sufficientemente forte e, quindi, per un tempo sufficientemente prolungato/utile, al solo tessuto da sottoporre ad imaging (generalmente, quello malato) rispetto al tessuto circostante (generalmente, quello sano), così da conferire selettivamente allo stesso un enhancement contrastografico significativamente elevato e prolungato, almeno per tutto il tempo necessario e sufficiente per effettuare con successo il desiderato, selettivo, imaging diagnostico ecografico e per realizzare contemporaneamente il desiderato trattamento terapeutico selettivo e modulato al bisogno.
Sommario dell'Invenzione
Il Richiedente ha ora del tutto inaspettatamente trovato che, realizzando un agente di contrasto ecografico consistente di un numero di opportune diverse microsfere, inserite una all'interno dell'altra, ed in cui dette microsfere sono ognuna rivestita da una membrana comprendente una opportuna quantità di un opportuno recettore antigene-specifico per un determinato antigene e contengono un opportuno gas inerte ed un opportuno principio bioattivo, è possibile dare una risposta adeguata al problema tecnico precedentemente descritto.
Forma, pertanto, un oggetto della presente invenzione un agente di contrasto ecografico antigene-specifico consistente di almeno due microsfere tra loro diverse e inserite una all'interno dell'altra, in cui ognuna di dette microsfere è rivestita da una membrana costituita da opportune quantità di un recettore ad alta affinità specifico per un determinato antigene, presente nel tessuto da sottoporre ad imaging, e di un suo stabilizzante, e contiene un opportuno gas inerte come riportato nella allegata rivendicazione indipendente.
Forma poi un altro oggetto della presente invenzione una composizione farmaceutica eco-contrastografica comprendente il mezzo di contrasto di cui sopra, come riportato nella allegata rivendicazione indipendente.
Forma inoltre un altro oggetto della presente invenzione un procedimento per preparare il mezzo di contrasto ecografico di cui sopra, come riportato nelle allegate rivendicazioni indipendenti.
Forma un ulteriore oggetto della presente invenzione l'uso del mezzo di contrasto ecografico di cui sopra per effettuare 1'imaging ecografico selettivo di un tessuto (preferibilmente, un tessuto malato/tumorale) rispetto ai tessuti circostanti (preferibilmente, sani), come riportato nella allegata rivendicazione indipendente.
Forma ancora un ulteriore oggetto della presente invenzione l'uso del mezzo di contrasto ecografico di cui sopra come carrier selettivo di farmaci e/o altri principi bioattivi, come riportato nella allegata rivendicazione indipendente.
Forma inoltre un ulteriore oggetto della presente invenzione l'uso del mezzo di contrasto ecografico di cui sopra per rilasciare in modo selettivo e modulato un pincipio farmacologicamente attivo ad un tessuto malato, come riportato nella allegata rivendicazione indipendente.
Altri oggetti della presente invenzione sono descritti nelle allegate rivendicazioni dipendenti.
Descrizione Dettagliata dell'Invenzione
L'agente di contrasto ecografico antigene-specifico secondo la presente invenzione consiste di almeno due (o anche più) microsfere, tra loro diverse e situate una all'interno dell'altra, in cui ognuna di dette microsfere: - è rivestita da una membrana, diversa per ogni microsfera e sostanzialmente costituita da una quantità efficace di almeno un recettore ad alta affinità, specifico per un determinato antigene presente nel tessuto da sottoporre ad imaging e/o a trattamento farmacologico, e da una quantità efficace di almeno uno stabilizzante, essendo il rapporto ponderale reciproco recettore:stabilizzante compreso da 10:1 a 1:1; e
- contiene un gas inerte, uguale o diverso per ogni microsfera.
Preferibilmente, l'agente di contrasto dell'invenzione consiste di due microsfere, tra loro diverse, inserite una all'interno dell'altra e sostanzialmente concentriche fra di loro.
Le membrane che rivestono ognuna di dette almeno due microsfere sono tra loro diverse: precisamente, la membrana che riveste la microsfera più esterna è diversa dalla membrana che riveste la microsfera più interna.
Dette membrane contengono una quantità efficace di almeno un recettore antigene-specif ico avente alta affinità per un determinato antigene presente nel tessuto da sottoporre ad imaging e/o a trattamento farmacologico. Più preferibilmente, dette membrane contengono un solo recettore antigene-specifico. Di conseguenza, entrambe le microsfere risultano antigene-specifiche.
In una realizzazione particolarmente preferita dell'invenzione, detto recettore è lo stesso per ogni tipo di membrana, cioè, sia per la membrana che riveste la microsfera più esterna, sia per la membrana che riveste la microsfera più interna.
Detto recettore può, ad esempio, essere selezionato dal gruppo comprendente: anticorpi, monoclonali e non, e/o loro frammenti, quali i Fab, e/o recettori VEGFR (Vascular Endothelial Growth Factor Receptor) specifici per cellule endoteliali, cellule miocardiche, cellule della lamina propria, cellule interstiziali, cellule espresse in placche aterosclerotiche, nonché recettori specifici per immunoglobuline, frammenti del complemento, ormoni peptidici e lipidici, neurotrasmettitori.
Recettori particolarmente preferiti sono i frammenti Fab di anticorpi ad alta affinità, specifici per un determinato antigene. La preferenza relativa all'utilizzo di frammenti Fab di anticorpi, rispetto ad un anticorpo intero, è dovuta al fatto che 1'anticorpo, privato del suo frammento Fc (frammento cristallizzabile), perde le sue proprietà citotossiche e attivanti le molecole del complemento. In questo modo, è stato possibile eliminare, o quanto meno limitare sensibilmente, l'insorqenza di effetti collaterali.
Preferibilmente, detta membrana che riveste oqnuna di dette microsfere contiene inoltre una minima quantità efficace di almeno una sostanza avente azione stabilizzante (in alcune realizzazioni dell'invenzione è comunque possibile avere anche una miscela di due o più stabilizzanti) . Detto almeno uno stabilizzante esercita la sua azione sostanzialmente sulla membrana, ma anche su detto recettore antiqene-specifico consentendo, quindi, alla membrana stessa (cioè, precisamente, all'assemblaqqio recettore-stablizzante) di mantenere intatta nell'orqanismo per un tempo adequato la sua struttura sostanzialmente sferica, così da potersi indirizzare e leqare efficacemente al sito bersaqlio per tutto il tempo necessario all'effettuazione della procedura diaqnostica e/o terapeutica.
Detto almeno uno stabilizzante è diverso per oqni tipo di membrana: precisamente, lo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la microsfera più esterna è diverso dallo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la/le microsfera/e più interna/e.
Detto stabilizzante è, ad esempio, selezionato dal gruppo comprendente: albumina, fosfolipidi, galattosio, acido paimitico, cianoacrilato. Stabilizzanti preferiti sono risultati albumina, fosfolipidi, acido paimitico, galattosio e loro miscele; particolarmente preferiti, sono risultati albumina, fosfolipidi e una miscela acido palmifico/galattosio .
L'albumina è risultata ancor più preferita perché esercita una forte azione stabilizzante sulle proteine (anticorpi, Fab e così via) e, quindi, può efficacemente amalgamare, anche a basse dosi, le molecole proteiche costituenti le membrane delle microsfere, senza diminuirne eccessivamente la concentrazione e, quindi, l'efficacia.
La quantità di stabilizzante aggiunto è la minima indispensabile: in ogni caso, sufficiente a stabilizzare in modo adeguato/desiderato la membrana della microsfera. Di norma, risulta adeguato un rapporto ponderale reciproco recettore:stabilizzante compreso da 10:1 a 1:1; preferibilmente, detto rapporto è compreso da 7,5:1 a 1,5:1; più preferibilmente, da 5:1 a 2:1; ancor più preferibilmente, da 4:1 a 2,5:1. In una realizzazione preferita dell'invenzione, detto rapporto ponderale reciproco recettore:stabilizzante è compreso da 3,5:1; preferibilmente, è di circa 3:1.
In pratica, la membrana della microsfera può giungere a contenere una quantità massima di recettore fino a circa il 91% in peso, rispetto al peso complessivo della membrana. Preferibilmente, a seconda delle realizzazione desiderata, la quantità di detto recettore può raqqiunqere circa l'88% o i'83% o i'80%, o il 77% in peso, rispetto al peso complessivo della membrana; più preferibilmente, il 75% in peso, rispetto al peso complessivo della membrana.
Detta invero molto bassa quantità di stabilizzante si è tuttavia inaspettatamente rivelata più che sufficiente a conferire una notevole stabilità alla membrana della microsfera. E' stato pertanto possibile, del tutto inaspettatamente rispetto a quanto noto nell'arte, realizzare microsfere molto stabili le cui membrane sono prevalentemente o sostanzialmente costituite da un recettore antiqene-specifico (preferibilmente un Fab di anticorpo) . In consequenza di ciò, dette microsfere sono risultate dotate di una specificità verso il desiderato sito, tessuto o orqano bersaqlio siqnificativamente più elevata (almeno superiore del 10-15%, ma, possibilmente, anche > al 20% e più), rispetto alle microbolle contenenti un recettore antiqene-specifico note nell'arte.
A solo titolo di esempio, in una realizzazione preferita dell'invenzione, l'albumina è lo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la microsfera più esterna, mentre i fosfolipidi costituiscono lo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la microsfera più interna.
In un'altra realizzazione preferita dell'invenzione, la situazione è inversa: cioè, l'albumina è lo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la microsfera più interna, mentre i fosfolipidi costituiscono lo stabilizzante contenuto nella membrana che riveste la microsfera più esterna.
In altre realizzazioni preferite la membrana che riveste una delle microsfere può ad esempio contenere come stabilizzante una miscela acido paimitico/galattosio. In detta miscela i due componenti sono ad esempio presenti in un rapporto ponderale reciproco (p:p) compreso da 10:1 a 1:10; preferibilmente, compreso da 5:1 a 1:5; più preferibilmente, di circa 1:1.
II gas contenuto in ognuna di dette almeno due microsfere sostanzialmente concentriche costituenti l'agente di contrasto ecografico antigene-specifico secondo la presente invenzione è uguale o diverso per ogni tipo di microsfera: precisamente, il gas contenuto nella microsfera più esterna è uguale o diverso dal gas contenuto nella/e microsfera/e più interna/e.
Detto gas è, ad esempio, selezionato dal gruppo comprendente: esafluoruro di zolfo, periluoroesano, periluorocarburi , aria, azoto. Particolarmente preferiti sono risultati esafluoruro di zolfo, aria e periluoroesano : più preferibilmente, esafluoruro di zolfo e aria.
A solo titolo di esempio, in una realizzazione preferita dell'invenzione, 1'esafluoruro di zolfo è il gas contenuto nella microsfera più esterna, mentre l'aria è il gas contenuto nella microsfera più interna.
In un'altra realizzazione preferita dell'invenzione, la situazione è inversa: cioè, 1'esafluoruro di zolfo è il gas contenuto nella microsfera più interna, mentre l'aria è il gas contenuto nella microsfera più esterna.
In un'ulteriore realizzazione preferita dell'invenzione, 1'esafluoruro di zolfo o l'aria o il periluoroesano sono contenuti sia nella microsfera più esterna, sia nella microsfera più interna.
In una realizzazione particolarmente preferita dell'invenzione detto agente di contrasto ecografico antigene-specifico secondo la presente invenzione ulteriormente comprende una quantità efficace di almeno una sostanza bioattiva, ad esempio selezionate da: recettori antigene-specifici differenti da quello principale; farmaci (a solo titolo di esempio esplicativo, ma assolutamente non limitativo, antitumorali); altri tipi di sostanze, quali, molecole utilizzate in imaging molecolare, mezzi di contrasto radiologici per radiologia convenzionale, tomografia computerizzata, risonanza magnetica, medicina nucleare; molecole biologicamente attive quali ormoni, vitamine; materiale genetico, come nucleosidi, nucleotidi; sostanze sintetiche di natura peptidica, lipidica, glucidica, così che il mezzo di contrasto (mdc) ecografico risultante può essere contemporaneamente utilizzato anche come veicolante, o carrier, selettivo di dette sostanze. In particolare, le sopra citate molecole utilizzate nell' imaging diagnostico sono preferibilmente selezionate da: nanoparticelle di magnetite, composti iodurati, ioni paramagnetici complessi .
Detta almeno una sostanza bioattiva viene inserita in o associata/legata, preferibilmente secondo tecnologie note nel settore, a ciascuna di dette almeno due microsfere di cui consiste l'agente di contrasto secondo la presente invenzione. Preferibilmente, dette sostanze bioattive sono inserite nella membrana che riveste ogni microsfera e/o all'interno delle stesse.
A solo titolo di esempio preferito, ma assolutamente non limitativo dell'invenzione, forma un oggetto dell'invenzione un agente di contrasto ecografico consistente di:
- una microsfera più esterna costituita da una bolla di gas, quale aria o esafluoruro di zolfo o periluoroesano, rivestita da una membrana di Fab di anticorpi stabilizzati con una quantità efficace di albumina, ad esempio in rapporto preferenziale ponderale di 3:1;
- una microsfera interna alla precedente (sostanzialmente ad essa concentrica) costituita da una bolla di gas, quale aria o esafluoruro di zolfo o periluoroesano, rivestita da una membrana di Fab di anticorpi stabilizzati con una quantità efficace di fosfolipidi, ad esempio in rapporto preferenziale ponderale di 3:1.
Dette due microsfere concentriche possono ulteriormente contenere una quantità efficace di agenti bioattivi quali farmaci, mezzi di contrasto, molecole biologiche e così via come precedentemente descritto.
A seconda delle necessità, è anche possibile realizzare la formulazione invertita.
Ad esempio, in un'altra realizzazione dell'invenzione, è possibile creare un agente di contrasto ecografico invertendo le componenti chimiche della struttura. Detto agente sarà pertanto consistente di:
- una microsfera più esterna costituita da una sostanza antigene specifica (preferenzialmente un Fab) stabilizzata da fosfolipidi in rapporto ponderale preferenzialmente di 3:1 e contenente esafluoruro di zolfo come gas e, eventualmente, opportune quantità di agenti bioattivi e/o sostanze farmacologiche come sopra descritto;
- una microsfera interna alla precedente costituita da una sostanza antigene specifica (preferenzialmente un Fab) stabilizzata da albumina in rapporto ponderale preferenzialmente di 3:1 e contenente esafluoruro di zolfo come gas e, eventualmente, opportune quantità di agenti bioattivi e/o sostanze farmacologiche come sopra descritto .
Le quantità preferite di detti agenti bioattivi e/o sostanze farmacologiche da somministrare varieranno a seconda del tipo di cellula/tessuto/organo e/o malattia da trattare e rientrano comunque nelle conoscenze terapeutiche del clinico esperto del settore.
Sempre a titolo di ulteriori esempi, non limitativi dell'invenzione, l'agente di contrasto ecografico dell'invenzione può consistere di due microsfere concentriche in cui:
a)
- la microsfera esterna contiene aria come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene esafluoruro di zolfo come gas inerte e fosfolipidi come stabilizzanti di membrana; b)
- la microsfera esterna contiene aria come gas inerte ed albumina come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene aria come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana;
c)
- la microsfera esterna contiene periluoroesano come gas inerte ed albumina come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene esafluoruro di zolfo come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana;
d)
- la microsfera esterna contiene aria come gas inerte ed albumina come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene esafluoruro di zolfo come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana;
e)
- la microsfera esterna contiene esafluoruro di zolfo come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene periluoroesano come gas inerte e fosfolipidi come stabilizzanti di membrana;
f)
- la microsfera esterna contiene esafluoruro di zolfo come gas inerte ed una miscela acido paimitico/galattosio, nel rapporto ponderale reciproco evidenziato in precedenza, come stabilizzante di membrana, e
- la microsfera interna contiene aria come gas inerte e fosfolipidi come stabilizzanti di membrana;
g)
ognuno degli agenti di contrasto da a) a f) di cui sopra in cui la composizione della microsfera esterna e quella della microsfera interna sono state invertite.
Preferibilmente, in detti agenti di contrasto da a) a g) la proporzione ponderale tra il quantitativo globale della/e sostanze stabilizzanti le membrane ed il Fab è di circa 1:3, confermando in tal modo l'uso del tutto inaspettato, alla luce delle presenti conoscenze del settore, di una quantità di Fab notevolmente alta.
Più preferibilmente, detti agenti di contrasto da a) a g) contengono ulteriormente una quantità efficace di agenti bioattivi quali farmaci, mezzi di contrasto, molecole biologiche e così via secondo le stesse modalità e quantità precedentemente descritte.
Dal punto di vista dimensionale, in tutte le sue possibili realizzazioni, una singola microsfera come tale ha un diametro medio compreso da ≤ 1 pm a < 7 pm; più preferibilmente, detto diametro medio è compreso da ≤ 2 pm a 4 pm; ancor più preferibilmente è ≤ 3,5 pm.
A sua volta, lo spessore della membrana della microsfera più esterna mediamente non supera 400 nm; preferibilmente, è < 300 nm: più preferibilmente, è < 200 nm
Anche lo spessore della membrana della microsfera più interna mediamente non supera 400 nm; preferibilmente, è < 300 nm: più preferibilmente, è < 200 nm.
Di conseguenza, il diametro medio complessivo dell'agente di contrasto della presente invenzione (cioè l'insieme sostanzialmente sferico di dette almeno due microsfere concentriche di cui consiste l'agente di contrasto ecografico della presente invenzione), non supera 8 pm; preferibilmente, è < 7 pm; più preferibilmente è < 6 pm.
Tale valore non supera il diametro medio dei globuli rossi (circa 8 pm) e, pertanto, garantisce la sicurezza del mezzo di contrasto dell'invenzione.
Inoltre, risultando inferiore a 10 pm, garantisce anche alle particelle di detto mezzo di contrasto di poter superare la barriera polmonare.
In conseguenza di tutto ciò, è pertanto un oggetto della presente invenzione anche una composizione farmaceutica eco-contrastografica comprendente un mezzo di contrasto in accordo con tutto quanto sopra descritto.
Detto mezzo di contrasto viene preferibilmente preparato in accordo con le comuni conoscenze formulative del settore.
In una realizzazione dell'invenzione, i componenti, o i precursori, del mezzo di contrasto secondo l'invenzione possono essere opportunamente predisposti e preconfezionati individualmente in un opportuno kit (e in tale forma distribuiti al medico), così da poter essere facilmente assemblati e ricostituiti subito prima dell'uso, ad esempio, tramite opportuna miscelazione e gentile agitazione di detti componenti/precursori. Detto kit viene preparato e strutturato, mutatis mutandis, in analogia a quanto viene normalmente fatto per i kit diagnostici già noti ed in commercio.
Il procedimento per preparare le microsfere e l'agente di contrasto secondo la presente invenzione viene preferibilmente realizzato adottando tecnologie preparative note, utilizzate normalmente per realizzare le microbolle contenenti gas dei mezzi di contrasto ecografici noti nell'arte.
Così, in una realizzazione preferita dell'invenzione, la membrana della microsfera più interna viene creata con un procedimento tradizionale comprendente almeno una fase in cui una polvere di un liofilizzato costituito da una quantità efficace di almeno un recettore antigenespecifico, miscelato con una opportuna quantità di una sostanza stabilizzante selezionata dal gruppo comprendente: fosfolipidi, albumina, galattosio, acido paimitico, cianoacrilato e/o loro miscele (preferibilmente, fosfolipidi, albumina, galattosio, acido paimitico) viene adeguatamente agitata, ad esempio, con una soluzione fisiologica sotto atmosfera di un gas inerte (preferenzialmente, esafluoruro di zolfo, aria, periluoroesano) per il tempo sufficiente a ottenere microsfere di detto gas rivestite da una membrana anticorpale/antigene-specifica contenente detto recettore antigene-specifico (preferibilmente un Fab di anticorpo).
Tale membrana può riprendere la struttura di alcuni mdc noti all'arte, pertanto la stessa viene sintetizzata utilizzando le metodologie note, comunemente impiegate per la loro preparazione.
A sua volta la realizzazione della membrana della microsfera più esterna comprende almeno una fase in cui una polvere liofilizzata di una miscela Fab/stabilizzante, preferibilmente in rapporto ponderale reciproco di 3:1, viene miscelata, sotto atmosfera di un gas inerte (preferenzialmente, esafluoruro di zolfo, aria, periluoroesano), ad esempio, in una fiala sigillata, con soluzione fisiologica (0.9% di NaCl) ed in presenza delle microsfere (più interne) realizzate in precedenza, e opportunamente agitata per pochi minuti a temperatura ambiente, ad esempio, manualmente o sotto sonicazione, a dare il nucleo sostanzialmente sferico dell'agente di contrasto dell'invenzione descritto in precedenza.
A solo titolo di esempio, assolutamente non limitativo dell'invenzione, detto procedimento preferibilmente comprende una prima fase a) in cui:
a) una polvere liofilizzata costituita da una miscela costituita da almeno un recettore antigene-specifico (un Fab) e da una quantità di fosfolipidi (circa 10-20 mg) in un rapporto ponderale reciproco di 3:1, viene miscelata, sotto atmosfera di esafluoruro di zolfo, ad esempio, in una fiala sigillata, con circa 2,5 mL di soluzione fisiologica (0.9% di NaCl) e opportunamente agitata per pochi minuti, ad esempio manualmente o sotto sonicazione, a temperatura ambiente, a dare una prima micro-sospensione delle suddette microsfere (la cosidette microsfere più interne) ecogene preformate, a membrana singola fosfolipidica, contenenti esafluoruro di zolfo.
Detta prima fase a) è seguita da una seconda fase b) in cui:
b) alle microsfere derivanti dalla precedente fase a) viene aggiunta una miscela liofilizzata costituita da Fab/albumina 3:1 p:p (circa 10-20 mg), sotto atmosfera di esafluoruro di zolfo o di altro gas inerte, in una fiala sigillata con circa 2,5 mL di soluzione fisiologica (0.9% di NaCl). Il tutto viene opportunamente agitato per pochi minuti, ad esempio manualmente o sotto sonicazione, a temperatura ambiente, a dare una seconda micro-sospensione contenente le microsfere concentriche (consistenti di microsfera più interna e microsfera più esterna, diversa dalla precedente) oggetto della presente invenzione.
Il tempo massimo di stoccaggio delle microbolle dello stato dell'arte, una volta preparate, è di circa 6 ore (in fiala sigillata).
A sua volta, il loro tempo di permanenza nel circolo ematico periferico è di circa 6 minuti.
In confronto a quanto noto, la stabilità delle microsfere concentriche del mezzo di contrasto ecografico secondo la presente invenzione è mediamente risultata significativamente superiore (preferibilmente, da 1,1 a 5 volte) e, quindi, migliore, di quella delle microbolle dello stato dell'arte. Mediamente, il tempo di permanenza nel circolo ematico periferico delle microsfere concentriche del mezzo di contrasto ecografico secondo la presente invenzione è stimabile ad almeno 7 minuti; preferibilmente, almeno 8 minuti; più preferibilmente, almeno 9 minuti; ancor più preferibilmente 10 o più minuti.
Alla luce delle inaspettate caratteristiche di cui sopra mostrate dall'agente di contrasto ecografico della presente invenzione si è potuto inaspettatamente mostrare che la struttura dello stesso ha consentito di ottenere sia una sua permanenza specifica particolarmente prolungata nei tessuti che esprimono un dato antigene per cui i recettori (Fab) presenti nelle membrane delle microsfere concentriche dell'agente dell'invenzione sono specifici, sia il rilascio di un farmaco contenuto nelle due microsfere in maniera mirata e controllata.
Le membrane delle almeno due microsfere concentriche hanno infatti una sostanziale differenza nella loro struttura chimica in termini di costituenti e ciò è risultato in una differenziazione della loro visibilità all'esame ecografico e ad una efficace modulazione del rilascio del farmaco. Questo avviene perché è necessario applicare diverse caratteristiche del fascio ultrasonoro a seconda che si voglia produrre la cavitazione dell'una o dell'altra membrana.
In altre parole, per produrre, ad esempio, la cavitazione di una microsfera di aria rivestita da albumina è richiesta una potenza acustica differente rispetto a quella che serve per ottenere lo stesso effetto su una microbolla costituita da esafluoruro di zolfo rivestito da fosfolipidi. Così, dopo aver provocato (tramite applicazione di una opportuna potenza acustica) la cavitazione della membrana della microsfera più esterna, con relativo rilascio del farmaco in essa contenuto o ad essa associato, è possibile produrre successivamente (tramite applicazione di opportuna/e diversa potenza acustica) anche la cavitazione della membrana della/e microsfera/e più interna/e con relativo ulteriore rilascio del farmaco in essa/e contenuto o ad essa/e associato. In questo modo è stato possibile ottenere un rilascio del farmaco molto più prolungato (e, pertanto, un prolungato e graduale assorbimento dello stesso da parte del tessuto bersaglio) rispetto a quanto si verificherebbe se il rilascio fosse provocato solo da una singola membrana omogenea.
Pertanto, il razionale inventivo dell'impiego delle almeno due microsfere concentriche dell'invenzione, costituite da membrane a composizione chimica differente e da gas uguali o diversi, risiede nel fatto che il costituente chimico della membrana ed il gas in essa contenuto influiscono in misura diversa sulle caratteristiche del fascio acustico utilizzato per determinarne la cavitazione.
Si è reso quindi necessario utilizzare fasci acustici a potenza diversa a seconda del tipo di microsfera (cioè del tipo di membrana e del gas in essa contenuto) che si desidera sottoporre a cavitazione. In tal modo è stato possibile causare la cavitazione sequenziale delle diverse membrane delle almeno due microsfere concentriche dell'invenzione variando la potenza acustica del fascio insonante, così da ottenere un rilascio farmacologico più lungo e modulato.
La potenza acustica del fascio insonante è mediamente variabile da 0,1 a 1 MPa; preferibilmente da 0,1 a 0,9 MPa; più preferibilmente, da 0,2 a 0,83 MPa, a seconda del tipo di componente chimico della membrana (e del gas) da sottoporre a cavitazione.
A sua volta, la frequenza del fascio ultrasonoro è mediamente variabile da 1 a 3 MHz; preferibilmente da 1,1 a 2,9 MHz; più preferibilmente, da 1,15 a 2,85 MHz.
A solo titolo di esempio, assolutamente non vincolante o limitativo del potenziale applicativo dell'invenzione, un agente eco-contrastografico dell'invenzione consistente di due microsfere concentriche, costituite, quella esterna, di Fab e fosfolipidi (in rapporto ponderale 3:1 e contenente esafluoruro di zolfo ed un antitumorale come principio attivo) e quella interna di Fab e albumina (in rapporto ponderale 3:1 e contenente aria ed un antitumorale come principio attivo) è stato sottoposto a trattamento con ultrasuoni .
Detto agente è stato dapprima insonato con un fascio ultrasonoro di frequenza compresa da 1,10 a 2,85 MHz e potenza acustica compresa tra 0.2 e 0.4 MPa (ciò ha causato la porazione e la successiva cavitazione della membrana fosfolipidica della microsfera più esterna, con relativo rilascio del farmaco in essa contenuto o associato) e poi con un fascio ultrasonoro della medesima frequenza e avente una potenza acustica di 0,83 MPa (ciò ha causato la porazione e la successiva cavitazione della membrana di albumina della microsfera più interna, con relativo rilascio del farmaco in essa contenuto o associato) .
In tal modo si è dimostrato possibile causare la cavitazione sequenziale delle due differenti membrane variando opportunamente la potenza acustica del fascio insonante, e ottenendo così un rilascio farmacologico prolungato e modulato, nella zona in cui l'agente di contrasto aveva dato origine ad un "legame" straordinariamente selettivo e forte.
L'agente di contrasto costituito dalle almeno due microsfere concentriche in cui entrambe sono specifiche per un determinato antigene, secondo la presente invenzione, è risultato capace di rimanere "ancorato" al tessuto che esprime 1'antigene significativamente più a lungo delle particelle di mezzo di contrasto tradizionali.
In conseguenza di ciò, la struttura di detto tessuto è risulta maggiormente positiva all'enhancement contrastografico, e per un tempo maggiormente prolungato, rispetto agli altri tessuti circostanti. Mediamente, questo enhancement contrastografico selettivo e prolungato si riscontra a partire da 120 secondi dall'iniezione del mezzo di contrasto. A sua volta, del tutto inaspettatamente, l'aumento selettivo dell 'enhancement si verifica anche prima di 120 secondi dalla somministrazione .
Tutto ciò è ascrivibile al fatto che, tramite la struttura innovativa dell'agente di contrasto dell'invenzione (costituita, come sopra descritto, per la maggior parte da anticorpi ad alta affinità, specifici per un determinato antigene), è stato possibile conferire una maggior forza di legame a questi due elementi immunologici (anticorpo:antigene), nonché una maggiore stabilità alle microsfere nel loro complesso.
Un aspetto particolarmente importante della presente invenzione sta quindi nel fatto di riuscire a veicolare sostanze farmacologiche contenute nelle cavità interne delle almeno due microsfere concentriche (o ad esse associate) in maniera controllata e modulata.
Ciò viene realizzato grazie ad una insonazione differenziata eseguita con due applicazioni di fasci ultrasonori a potenza acustica differente, capaci di portare a sonoporazione e cavitazione le membrane delle microsfere concentriche in modo modulato (cioè susseguente) . Infatti, ad esempio, per produrre la cavitazione di una microsfera di aria rivestita da albumina è richiesta una potenza acustica differente rispetto a quella che serve per ottenere lo stesso effetto su una microsfera costituita da esafluoruro di zolfo rivestito da fosfolipidi. Così, dopo aver provocato la cavitazione della membrana della microsfera più esterna è risultato possibile provocare, successivamente, la cavitazione della membrana della microsfera più interna in modo da ottenere un prolungato rilascio del farmaco (e pertanto un prolungato e graduale assorbimento dello stesso da parte dei tessuti), rispetto a quanto si verificherebbe se il rilascio avvenisse solo da un singolo omogeneo strato.
E' quindi un oggetto della presente invenzione anche un metodo per rilasciare specificamente/selettivamente ad un sito, un tessuto o un organo un farmaco in modo prolungato e graduale somministrando all'organismo un agente di contrasto secondo l'invenzione e sottoponendolo poi a cavitazione specifica e differenziata nel tempo, tramite applicazione di opportuni fasci ultrasonici differenziati per potenza e/o intensità.
Preferibilmente, l'agente di contrasto dell'invenzione viene formulato come una sospensione iniettabile in un opportuno mezzo acquoso fisiologicamente compatibile a dare il desiderato mezzo di contrasto ecocontrastografico .
II mezzo di contrasto secondo la presente invenzione consente molte varie applicazioni terapeutiche. Ad esempio, la terapia trombolitica nei pazienti affetti da ictus ischemico può avere molte complicanze, correlate con la farmacodinamica delle sostanze utilizzate (che causano i noti effetti collaterali emorragici) ma anche con la velocità con la quale si lisa la formazione trombotica.
Pertanto un metodo terapeutico che riesca a modulare la velocità di trasferimento del farmaco dal circolo ematico alla lesione può risultare utile nella pratica clinica.
Nel trattamento dell'ictus ischemico, il mezzo di contrasto ad almeno due microsfere concentriche suscettibile di una applicazione differenziale di fasci ultrasonori in termini di potenza acustica rappresenta un presidio atto sia a ridurre i rischi correlati alla velocità di infusione, sia a rispettare l'esigenza di utilizzare un approccio loco regionale (che si è rivelato altamente efficace dagli studi inerenti la trombo lisi per l'ictus ischemico effettuata per via endovascolare arteriosa) .
Lo stesso discorso è valido per la terapia trombo litica in corso di ischemia periferica degli arti o ischemia miocardica.
Inoltre esistono svariate applicazioni diagnostiche per tale mdc soprattutto nella caratterizzazione e trattamento di neoplasie interessanti organi facilmente studiabili con l'esame ultrasonograf ico, come, ad esempio, il testicolo, il rene, il fegato, la tiroide, la mammella, i muscoli scheletrici degli arti. E' possibile, con detto mezzo di contrasto ecografico, caratterizzare le lesioni sia mirando a markers neoplastici sia mirando a molecole sovraespresse a livello endoteliale durante il processo di neovascolarizzazione .
Detto mezzo di contrasto può anche essere impiegato come veicolante di farmaci che posseggono recettori specifici per molecole, espresse a livello endoteliale, che rappresentano marker di neovascolarizzazione neoplastica.
Allo stesso modo, detto mezzo di contrasto si può prospettare come un mezzo di contrasto specifico per markers tumorali, poiché è noto il fenomeno di micrometastatizzazione locale, che determina una diffusione delle cellule neoplastiche per via vascolare nelle immediate vicinanze del tumore.
Esempi assolutamente non limitativi di possibili, vantaggiose applicazioni cliniche di un mezzo di contrasto ecografico secondo la presente invenzione sono brevemente descritti nella seguente sezione, per illustrarne l'ampio potenziale applicativo.
Le cellule del carcinoma embrionario del testicolo presentano positività ad antigeni quali l'alfafetoproteina (AFP) e la gonadotropina corionica (HCG). Lo studio selettivo della positività di una massa testicolare a questi due antigeni, opportunamente caricati sulla capsula esterna anticorpale di un mdc secondo la presente invenzione, permetterebbe di diagnosticare meglio, o di escludere dalle ipotesi diagnostiche un tumore a cellule germinali di tipo misto (quale appunto il carcinoma embrionario), senza dover ricorrere ad una esplorazione chirurgica, che risulterebbe inutile e dannosa per il paziente .
- Molti tumori epiteliali esprimono citocheratine: tumori come quelli mammari potrebbero essere tipizzati per citocheratine come la 8, la 18 o la 19. Inoltre, la citocheratina 5 o la citocheratina 6 potrebbero essere individuate nel caso di un tumore squamocellulare.
- Lo studio con un mdc ecografico secondo l'invenzione specifico per alfa-fetoprofeina offrirebbe dei vantaggi nel processo diagnostico di neoplasie epatiche.
- Ca , caricato sul mdc ecografico secondo l'invenzione, potrebbe essere utilizzato per studiare masse sospette per tumore maligno dell'utero o delle ovaie.
CEA (Antigene Carcino-Embrionario ) potrebbe essere utilizzato per confermare o escludere a livello epatico la presenza di metastasi da carcinoma colo-rettale.
Lo studio di particolari antigeni CD (Classe di Differenziazione) potrebbe agevolare la diagnosi di tumori delle cellule ematiche.
- Le molecole espresse durante il processo di neovascolarizzazione sono fondamentali e caratteristiche nel processo di crescita delle neoplasie maligne. Anticorpi contro il VEGF agevolerebbero vantaggiosamente l'identificazione di questo fenomeno.
In particolar modo, l'utilizzo di questi mezzi di contrasto ecografici si presenta come particolarmente promettente in età pediatrica, in cui è indiscutibilmente più richiesto, e più sicuro, l'impiego di tecniche diagnostiche poco invasive. Infatti, la maggiore specificità/selettività biologica delle microbolle della presente invenzione si presenta come particolarmente promettente per limitare il ricorso alla biopsia; e ciò è sicuramente auspicabile in età infantile.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un agente di contrasto ecografico antigene-specifico consistente di almeno due microsfere, tra loro diverse e situate una all'interno dell'altra, in cui ognuna di dette microsfere : - è rivestita da una membrana diversa per ogni microsfera e sostanzialmente costituita da una quantità efficace di almeno un recettore ad alta affinità, specifico per un determinato antigene presente nel tessuto da sottoporre ad imaging e/o a trattamento farmacologico, e da una quantità efficace di almeno uno stabilizzante, essendo il rapporto ponderale reciproco recettore:stabilizzante compreso da 10:1 a 1:1; e inoltre - contiene un gas inerte, uguale o diverso per ogni microsfera .
  2. 2. L'agente di contrasto secondo la rivendicazione 1, consistente di due microsfere in cui dette microsfere sono sostanzialmente concentriche fra di loro.
  3. 3. L'agente secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto almeno un recettore antigene-specifico è selezionato dal gruppo comprendente: anticorpi, monoclonali e/o non, e/o loro frammenti, Fab, e/o recettori VEGFR specifici per cellule endoteliali, cellule miocardiche, cellule della lamina propria, cellule interstiziali, cellule espresse in placche aterosclerotiche, e/o recettori specifici per immunoglobuline, frammenti del complemento, ormoni peptidici e lipidici, neurotrasmettitori; preferibilmente, Fab di anticorpi specifici per un determinato antigene.
  4. 4. L'agente secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto almeno uno stabilizzante è selezionato dal gruppo comprendente: albumina, fosfolipidi, galattosio, acido paimitico, cianoacrilato e/o loro miscele; preferibilmente, albumina, fosfolipidi, acido paimitico, galattosio e loro miscele; più preferibilmente, albumina, fosfolipidi, e una miscela acido paimitico/galattosio.
  5. 5. L'agente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta membrana di dette microsfere contiene una quantità di recettore fino a circa 91% in peso, rispetto al peso complessivo della membrana.
  6. 6. L'agente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto gas inerte è selezionato dal gruppo comprendente: esafluoruro di zolfo, periluoroesano, periluorocarburi , aria, azoto; preferibilmente, esafluoruro di zolfo, aria e periluoroesano; più preferibilmente, esafluoruro di zolfo e aria.
  7. 7. L'agente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui ognuna di dette almeno due microsfere ulteriormente contiene o è associata a una quantità efficace di almeno una sostanza bioattiva.
  8. 8. Una composizione farmaceutica eco-contrastografica comprendente una sospensione acquosa iniettabile di un agente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7.
  9. 9. Uso di una composizione farmaceutica secondo la rivendicazione 8, per veicolare selettivamente e specificamente farmaci e/o principi bioattivi ad un tessuto malato rispetto ai tessuti sani circostanti.
  10. 10. Un metodo per rilasciare specificamente/selettivamente ad un sito, un tessuto o un organo o un distretto un farmaco in modo prolungato e graduale, in cui detto metodo comprende somministrare all'organismo una composizione farmaceutica secondo la rivendicazione 8 e sottoporla poi a cavitazione specifica e differenziata nel tempo, tramite applicazione di fasci ultrasonici differenti per potenza e/o intensità.
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