ITMI20080787A1 - Pavimentazione con attivita' disinquinante e miscela fotocatalitica per realizzarla - Google Patents

Pavimentazione con attivita' disinquinante e miscela fotocatalitica per realizzarla Download PDF

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ITMI20080787A1
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grout
photocatalyst
cement
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viscosifier
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Jean-Pierre Grelaud
Gian Luca Guerrini
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Italcementi Spa
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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
PAVIMENTAZIONE CON ATTIVITÀ’ DISINQUINANTE E MISCELA FOTOCATALITICA PER REALIZZARLA
Campo deirinvenzione
La presente invenzione riguarda il settore dei supporti fotocatalitici disinquinanti, per applicazioni in aree urbane ed extraurbane
Stato della tecnica
Il costante incremento del traffico veicolare soprattutto pesante comporta numerosi problemi nei centri urbani e nelle strade a traffico elevato, tra cui un aumento delle emissioni di inquinanti.
Per ovviare a questo problema è noto l’uso di prodotti cementizi contenenti fotocatalizzatori in grado di ossidare ed abbattere gli inquinanti ambientali, in particolare ossidi di azoto e biossidi di azoto (ΝΟχ), ossidi di solfo (SOx) ed idrocarburi incombusti derivanti dal traffico veicolare; tali prodotti cementizi possono essere applicati sotto forma di manufatti di vario tipo, ad es. come rivestimento di pareti di edifici disposti in prossimità delle emissioni, come rivestimento della volta di tunnel, o possono costituire essi stessi la superficie stradale. Tuttavia, la sostituzione completa dell’asfalto con pavimentazioni cementizie non rappresenta una soluzione ottimale, in quanto queste ultime mancano dell’elasticità necessaria per molte applicazioni stradali e risultano spesso rumorose a causa della presenza di giunti per la compensazione del ritiro, ecc.
Nella domanda di brevetto EP 1 752 429 si è proposto di fare adsorbire, ad un manto stradale di asfalto preesistente e dotato di sufficiente porosità, adeguate quantità di un prodotto cementizio fotocatalitico; in questa domanda si descrivono malte fotocatalitiche per parziale impregnazione di superfici asfaltate; tipica di questo prodotto è la capacità di penetrare nelle porosità superficiali dell’asfalto, evitando di percolare in profondità; il prodotto conferisce all’asfalto discrete proprietà fotocatalitiche (ossia la capacità di assorbire e decomporre inquinanti) tuttavia con proprietà fisico-meccaniche modeste; infatti, nonostante la presenza di fumo di silice, fibre ed aggregati, necessariamente presenti per aumentare la resistenza meccanica della composizione, la malta mostra scarsa coesività, specialmente in condizioni di forti piogge, ed è facilmente dilavabile dalla superficie stradale, con perdita di efficacia fotocatalitica e deterioramento della superficie stessa. Inoltre, essa non garantisce la capacità di sopportare elevati carichi di esercizio da parte del sistema completo malta asfalto.
Sono inoltre noti svariati compositi asfalto-cemento, (ad es. Densiphalt®) sprovvisti di azione fotocatalitica e utilizzati come floor toppings: si tratta di miscele fluide asfalto-cemento che sono spesso applicate su strade preesistenti, con la funzione di aumentarne la resistenza meccanica superficiale. Prodotti cementizi a maggiore fluidità ( slurries ) e sprovvisti di azione fotocatalitica, sono spesso utilizzati per rinforzare edifici, terreni ecc.; a tale scopo il prodotto cementizio viene iniettato in opportune cavità praticate nel substrato (EP 434 112, EP 967 187), o all’interno di guaine di tiranti o di cavi di post-tensionamento di elementi prefabbricati, in fase di posa in opera.
Mancano tuttora prodotti fotocatalitici applicabili alla superficie stradale, che presentino un’elevata resistenza all’abrasione superficiale e che siano dotati di un’attività fotocatalitica intensa e durevole nel tempo. E’ inoltre sentita la necessità di nuove superfici stradali che siano dotate di un’attività disinquinante intensa e durevole anche quando soggette a condizioni di traffico veicolare intenso e in condizioni atmosferiche avverse.
DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Figura 1: schema di apparato per la determinazione dell’attività deinquinante della pavimentazione oggetto dell’invenzione.
SOMMARIO
E’ stato ora inaspettatamente trovato un nuovo prodotto per applicazioni stradali a base cementizia, dotato di superiore efficienza fotocatalitica, e elevata resistenza all’abrasione. I suddetti obiettivi vengono realizzati percolando in un asfalto drenante “open grade" una particolare composizione (boiacca fotocatalitica) comprendente un cemento, un fotocatalizzatore e preferibilmente un superfluidificante, un viscosizzante, ed un agente antischiuma; tali prodotti solo presenti in quantità tali da ottenere, dopo opportuno mescolamento con acqua, un prodotto che percola in profondità nell’asfalto. L’asfalto così trattato fornisce una pavimentazione semi-flessibile bicomponente con elevata e durevole attività fotocatalitica, anche quando sottoposta a forti sollecitazioni meccaniche e meteorologiche, quale è il caso delle pavimentazioni urbane ed extraurbane soggette ad intenso traffico.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE
Il termine “pavimentazione semi-flessibile bicomponente" identifica una pavimentazione comprendente un conglomerato bituminoso di asfalto drenante open grade, le cui cavità sono percolate con la boiacca cementizia in accordo con l’invenzione. Essa costituisce la soluzione superficiale e strutturale che deve sopportare i carichi di servizio dovuti al traffico veicolare. E’ normalmente priva di giunti di costruzione, a differenza delle pavimentazioni in calcestruzzo tradizionali.
Con il termine “boiacca" ( slurry o grout in inglese, o coulis in francese) si intende una composizione cementizia acquosa esente da aggregati (per la definizione di aggregati si veda la norma UNI EN 12620:2003).
Con il termine “capace di percolare in profondità” si intende la capacità della boiacca di riempire completamente le cavità di uno strato di asfalto drenante “open grade”, per uno spessore medio compreso tra 30 mm e 50 mm.
L’asfalto drenante “open grade” è comunemente noto ed utilizzato per applicazioni stradali; è un materiale a porosità aperta, costituito generalmente da una o più frazioni di aggregato grosso (e sostanzialmente esente da aggregato fine), eventuali fillers, il tutto incorporato in una matrice di materiale asfaltico (legante bituminoso); questo asfalto presenta un elevato contenuto percentuale di vuoti, generalmente compreso tra 20 e 40% v/v, preferibilmente tra 25 e 35%.
La percentuale di legante bituminoso (o bitume, in accordo con la norma UNI EN 12591) varia generalmente dal 4 al 7% in peso rispetto al prodotto finale (bitume, aggregati ed eventuali fillers). L’asfalto viene messo in opera con le tradizionali macchine da cantiere per realizzare pavimentazioni asfaltiche, su uno strato di pavimentazione preesistente (es. misto cementato o asfalto bituminoso tradizionale, compatto), o espressamente predisposto. L’asfalto di riferimento per misurare lo spessore di penetrazione ai fini della presente domanda è il prodotto denominato 0/14 avente la composizione descritta nella tabella 2; detto riferimento è puramente esemplificativo e non limitativo in quanto le boiacche qui rivendicate sono applicabili a qualunque tipo di asfalto drenante “open grade”.
Il cemento presente nella boiacca è preferibilmente un cemento di tipo I come definito dalla norma UNI EN 197-1, quale il cemento Portland, ad es. grigio o bianco. Miscele di cementi sono anche possibili: ad es. cemento Portland con cemento rapido (ad esempio di tipo solfoalluminoso), utilizzato per accorciare il tempo di presa ed indurimento. Il fotocatalizzatore è costituito da uno o più composti in grado di ossidare uno o più inquinanti ambientali in presenza di luce aria ed umidità ambientale. Tra gli inquinanti ambientali si citano gli ΝΟχ, gli SOx, e gli idrocarburi incombusti. Il fotocatalizzatore preferito è il biossido di titanio (Ti02). almeno in parte nella forma cristallografica di anatasio, o un suo precursore. Percentuali preferite di anatasio sono: almeno il 20%, almeno 50%, almeno il 75%, o 100% in peso, rispetto al Ti02totale. Sono disponibili diversi tipi di biossido di titanio anatasio, tutti utilizzabili per l’invenzione, ad es. i prodotti AT1, PC50, PC 105 della Millennium Chemicals, aventi diversi valori di superficie specifica; preferibilmente si utilizzano miscele di uno, due o più biossidi di titanio aventi differenti superfici specifiche. Tra i precursori del biossido di titanio si può citare la cosiddetta pasta al titanio che costituisce un prodotto intermedio nel ciclo di produzione del biossido di titanio stesso.
Al posto di suddetti cemento e fotocatalizzatore separati, è possibile utilizzare un cemento pre-addittivato di fotocatalizzatore (cemento fotocatalitico): un esempio di tali prodotti è il cemento TX Aria ® (Italcementi).
Il superfluidificante può essere convenientemente scelto tra quelli comunemente disponibili, ad es. melamminsolfonati, naftalensolfonati, policarbossilati, ecc. e loro miscele. Particolarmente preferiti sono i policarbossilati, ad es. il prodotto Cimfluid Adagio P3 (Axim France). Il viscosizzante può essere scelto tra quelli comunemente disponibili, ad es. idrossialchilcellulose, idrossialchilguari, amido e loro derivati, altri polisaccaridi, succinoglicani, poliossietileni, poliuretani, ecc. e loro miscele; preferibilmente si utilizza un idrossialchilguaro, ad es. Collaxim P6 (Axim France), con un grado di sostituzione di 2.3.
L’agente antischiuma può essere scelto tra quelli comunemente disponibili, tipicamente uno o più tensioattivi, con un HLB ( Hydrophylic -Lipophylic-Balance, rapporto fra le porzioni polari, idrofile, e apolari, lipofile) inferiore a 6. Un agente antischiuma preferito è il prodotto Désaerocim P1.
Dalla boiacca dell’invenzione sono preferibilmente assenti polveri silicee quali ad es. fumo di silice, pozzolane, o altre aggiunte reattive; il termine “preferibilmente assenti” significa che tali specie, benché opzionalmente utilizzabili, non sono indispensabili per realizzare la presente invenzione e ottenere l’effetto tecnico qui descritto, come dimostrato nella parte sperimentale.
Le boiacche dell’invenzione si ottengono mescolando i suddetti ingredienti, nelle seguenti percentuali p/p preferenziali, calcolate rispetto al cemento: fotocatalizzatore, tra 0.01 e 8%, più preferibilmente tra 2 e 6%, ad es. 3.5%; superfluidificante tra 0.005 e 5%, più preferibilmente tra 0.01 e 0.5%, ad es. 0.29%; viscosizzante: tra 0.0005 e 0.1 %, più preferibilmente tra 0.001 e 0.05%, ad es. 0.005%, agente antischiuma tra 0.001 e 0.1%, più preferibilmente tra 0.005 e 0.05%, ad es. 0.01%.
Altri additivi possono essere opzionalmente presenti: tra essi, a titolo non esaustivo, si citano riduttori del Cr<vl>, (ad es. Reducem P) ed agenti espansivi.
Tutti i suddetti ingredienti vengono preferibilmente utilizzati in polvere e miscelati a secco tra loro: si ottengono in tal modo premiscelati secchi che formano parte integrante della presente invenzione. Tali prodotti sono convertibili in boiacca mediante opportuna aggiunta di acqua e mescolamento. Nella boiacca, il rapporto acqua/cemento è preferibilmente compreso tra 0.65 e 0.33, più preferibilmente tra 0.55 e 0.4, ad es. 0.48.
La pavimentazione semi-flessibile bicomponente ralizzata in accordo con l’invenzione può essere una qualsiasi pavimentazione, in particolare una strada o piazza urbana o extraurbana, una pista di decollo o di servizio di aeroporto, una pavimentazione industriale o ogni altra pavimentazione sottoposta a forti sollecitazione meccaniche. Tutte queste realizzazioni, qui citate a titolo non limitativo, formano parte integrante della presente invenzione. Esse sono caratterizzate da una superficie superiore costituita da asfalto drenante ”open grade”, la cui superficie e le cui cavità superficiali sono rispettivamente ricoperte e percolate con la boiacca precedentemente descritta; la boiacca si estende nelle porosità dell’asfalto per una profondità media compresa tra 30 e 50 mm. Dopo opportuna messa in opera e consolidamento del prodotto, la componente acquosa evapora e la boiacca resta presente allo stato secco: la pavimentazione in tale forma costituisce parte integrante dell’invenzione qui rivendicata.
La pavimentazione oggetto dell’invenzione può essere costituita dal solo strato di asfalto drenante percolato con la boiacca, o può comprendere ulteriori strati ad esso sottostanti, di qualunque natura, ad es. asfalto normale, misto cementato o semplice terreno.
La percolazione si effettua mediante iniziale mescolamento in idoneo miscelatore (es. betoniera a bicchiere) del prodotto premiscelato secco con l’opportuna quantità di acqua e successivo versamento, spalmatura o pompaggio della boiacca sull’asfalto.
La ricopertura di ampie superfici può essere agevolata mediante sistemi automatici, a getto o a pompaggio da uno o più punti di erogazione; la miscela fluida può venire omogeneamente distribuita su tutti i punti dell’asfalto mediante sistemi manuali (spazzole) o meccanici in sé noti (spalmatura con macchine). La percolazione all'interno dell’asfalto è assicurata dalla composizione stessa della boiacca, cioè non è necessario adottare metodi meccanici di varia natura, ad es. vibrazioni, compattazione, ecc., per percolare il prodotto fino alla profondità desiderata (per tale motivo la boiacca viene definita “autopercolante”). L’asfalto così trattato viene quindi sottoposto ad un periodo di maturazione, necessario per permettere il consolidamento del prodotto percolato. Per la maturazione in condizioni di umidità controllata, si può fare ricorso alla copertura con teli di materiale plastico o di tessuto-nontessuto.
Nel caso in cui la superficie pre-esistente da trattare non sia realizzata con asfalto drenante, è possibile applicare su di essa un apposito strato di asfalto drenante, secondo metodiche note; dopo opportuno consolidamento e raffreddamento (solitamente dopo 24 ore), il conglomerato ottenuto può essere percolato con la boiacca dell'invenzione, con la metodologia sopra descritta.
Come evidenziato nella parte sperimentale, la presente invenzione ha realizzato un prodotto con attività fotocatalitica elevata e durevole nel tempo. La boiacca, percolata nell’asfalto drenante “open grade”, forma una fase molto resistente all’abrasione e al dilavamento. La pavimentazione così ottenuta, dopo forti e ripetute sollecitazioni erosive, ha mostrato mantenere nel tempo un’attività fotocatalitica elevata e superiore a quella dei prodotti noti. Tali obiettivi, già per sé eccellenti e non prevedibili, sono stati vantaggiosamente ottenuti senza necessità di aggiungere materiali comunemente utilizzati per aumentare la resistenza meccanica, in particolare fumo di silice, aggregati e fibre. Si è quindi ottenuto una pavimentazione fotocatalitica altamente efficace, semplice da preparare, e a basso costo produttivo.
Gli esempi che seguono illustrano ulteriormente l’invenzione senza costituirne limitazione.
PARTE SPERIMENTALE
Esempio 1: Prove di lisciviazione con acqua
Nelle prove sperimentali, due provini costituiti dallo stesso asfalto drenante denominato 0-14 sono stati trattati rispettivamente con una malta in accordo con la domanda EP 1 752 429 (Fotofluid, prodotto commerciale della Global Engineering) o con una boiacca realizzata in accordo con l'invenzione, avente la composizione indicata nella Tabella 1. La composizione dell’asfalto drenante (granulometria di aggregato e filler e contenuto in bitume) è indicata nella Tabella 2.
Tabella 1
Tabella 2
Sottoposti a lisciviazione con acqua potabile per 24 ore, per simulare l’esposizione della strada a condizioni di forte pioggia, i provini di riferimento mostrano una perdita di massa in quantità compresa tra Γ 11 ed il 33% rispetto al peso della massa totale percolata nel provino. I provini trattati con il prodotto dell’invenzione mostrano una perdita in massa inferiore al 2%.
La boiacca secondo la presente invenzione mostra quindi una resistenza alla lisciviazione molto più elevata della malta di riferimento. Ciò sorprende particolarmente, considerando che la composizione dell’invenzione, diversamente dalla malta di riferimento che contiene cemento rinforzato con aggregati e fumo di silice, non appare catalogabile tra i prodotti cementizi ad elevate prestazioni strutturali.
Esempio 2: Prove di attività fotocatalitica dopo erosione superficiale
Ulteriori provini di asfalto drenante ottenuti in accordo con l’esempio 1, non sottoposti a lisciviazione, vengono testati per la loro capacità di abbattimento di NOx, misurata su un periodo di 60 minuti.
La prova per la valutazione dell’attività fotocatalitica viene effettuata tramite una metodologia con ricircolo di una miscela di gas N0+N02all’interno di un reattore ove vengono posti i campioni (bozza di norma UNI), Figura 1.
Per eseguire questo test, si predispone il seguente apparato:
- 1 bombola per l’aria;
- 1 bombola per i gas (NOx), o due bombole separate per NO e N02; - 1 sistema di controllo per misurare il flusso di massa del gas (NOx); - 1 flussimetro;
- 1 camera di mescolamento;
- 1 reattore;
- 1 lampada;
- 1 pompa per il ricircolo del gas;
- 1 analizzatore a chemiluminescenza per gli NOx
- 1 pompa di estrazione del gas (per l’analizzatore);
- elementi di congiunzione (valvole, condotte e connessioni a T) - 1 pompa per l’estrazione del gas (vedi step 0)
Per effettuare il test, si segue la procedura qui descritta:
Step 0: “pulizia" del sistema, sotto vuoto, per 10 minuti
In condizioni di buio:
Step 1 - analisi preliminare del flusso di gas, per 30 minuti fino a stabilizzazione di flusso (valori nominali ±20%).
Step 2 - ricircolo del flusso di gas nel reattore per 30 minuti
Step 3 - (primo) campionamento di gas - 1 litro per 60 secondi Step 4 - ricircolo del flusso di gas per 30 minuti
Step 5 - (secondo) campionamento di gas - 1 litro per 60 secondi Step 6 - analisi preliminare del flusso di gas, per 30 minuti fino a stabilizzazione di flusso (valori nominali ±20%). - accensione luce
In condizioni di luce:
Step 7 - analisi preliminare del flusso di gas, per 30 minuti fino a stabilizzazione di flusso (valori nominali ±20%).
Step 8 - (primo) campionamento di gas - 1 litro per 60 secondi Step 9- ricircolo del flusso di gas nel reattore per 30 minuti
Step 10- (secondo) campionamento di gas - 1 litro per 60 secondi Step 11 - spegnimento della luce e di tutte le pompe
Fine del test.
L’attività deinquinante viene determinata dopo 30 e 60 minuti:
ANOX,3O%=(CNOX,O-CNOX,3O)/ CNOX.O
ANOX,60%=(CNC>X,0-CNOX,6O)/ CNOX,0
in cui:
CNOX,O= concentrazione iniziale
CNOX,3O= concentrazione di NOx dopo 30 min
ΟΝΟΧ,6Ο<=>concentrazione finale di NOx , dopo 60 min
I risultati hanno mostrato un’attività sostanzialmente identica per i due campioni, dopo 60 minuti (88% per il prodotto di riferimento e 90% per quello dell’invenzione).
Successivamente, i provini sono stati sottoposti ad un processo di erosione meccanica superficiale che simula l’usura causata dal traffico veicolare. L’erosione viene effettuata in identiche modalità per i due provini, asportando la superficie fino ad una profondità di 2 mm: a questa profondità lo strato superficiale di prodotto cementizio che ricopre esternamente l’asfalto risulta asportato totalmente, e le cavità dell’asfalto esposte alla superficie contengono equivalenti quantità di prodotto cementizio.
Sui provini così trattati si ripete il test di abbattimento di NOx, misurato su un periodo di 60 minuti. I risultati hanno mostrato una prevedibile riduzione di attività legata all’allontanamento dello strato fotocatalitico che ricopre l’asfalto; tuttavia sorprendentemente, l’attività residua è risultata decisamente più elevata per il campione secondo l’invenzione: 73%, rispetto a 56% per il prodotto di riferimento.
I dati qui presentati documentano per la boiacca secondo l’invenzione il doppio vantaggio di un’elevata resistenza all’erosione, e di una elevata preservazione di attività fotocatalitica anche dopo la perdita accidentale degli strati più superficiali di ricopertura.

Claims (24)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pavimentazione la cui superficie è costituita da asfalto drenante open grade, nelle cui cavità è stata percolata una boiacca comprendente cemento ed un fotocatalizzatore.
  2. 2. Pavimentazione in accordo con la rivendicazione 1 , dove le cavità dell’asfalto drenante sono percolate per una profondità media compresa tra 30 mm e 50 mm.
  3. 3. Pavimentazione in accordo con le rivendicazioni 1-2, dove l’asfalto drenante open grade ha un contenuto di vuoti compreso tra 20% e 40% v/v.
  4. 4. Pavimentazione in accordo con le rivendicazioni 1-3, dove la boiacca comprende ulteriormente un superfluidificante, un viscosizzante, ed un agente antischiuma.
  5. 5. Pavimentazione in accordo con la rivendicazione 4, dove la boiacca comprende, in percentuale in peso rispetto al cemento: fotocatalizzatore, tra 0.01 e 8%; superfluidificante tra 0.005 e 5%; viscosizzante tra 0.0005 e 0.1 %; agente antischiuma tra 0.001 e 0.1 %.
  6. 6. Pavimentazione in accordo con la rivendicazione 5, dove la boiacca comprende: fotocatalizzatore, tra 2 e 6%; superfluidificante tra 0.01 e 0.5%; viscosizzante tra 0.001 e 0.05%; agente antischiuma tra 0.005 e 0.05%.
  7. 7. Pavimentazione in accordo con la rivendicazione 6, dove la boiacca comprende: fotocatalizzatore 3.5%; superfluidificante 0.29%; viscosizzante 0.005%, agente antischiuma 0.01%
  8. 8. Pavimentazione in accordo con le rivendicazioni 1-7, dove il cemento ed il fotocatalizzatore sono presenti nella boiacca come singolo componente, nella forma di cemento fotocatalitico.
  9. 9. Pavimentazione in accordo con le rivendicazioni 1-8 dove il fotocatalizzatore è costituito da un biossido di titanio o più biossidi di titanio con differenti superfici specifiche.
  10. 10. Pavimentazione in accordo con le rivendicazioni 4-9, dove il superfluidificante è scelto tra melamminsolfonati, naftalensolfonati e policarbossilati, il viscosizzante è scelto tra idrossialchilcellulose, idrossialchilguari, amido o altri polisaccaridi, succinoglicani, poliossietileni, poliuretani, e l’agente antischiuma è un tensioattivo con un HLB inferiore a 6.
  11. 11. Boiacca fotocatalitica comprendente acqua, cemento e fotocatalizzatore, capace di percolare la superficie di asfalto drenante open grade per uno spessore medio compreso tra 30 mm e 50 mm.
  12. 12. Boiacca in accordo con la rivendicazione 11 , comprendente anche un superfluidificante, un viscosizzante, ed un agente antischiuma.
  13. 13. Boiacca in accordo con la rivendicazione 12 comprendente, in percentuale in peso rispetto al cemento: fotocatalizzatore, tra 0.01 e 8%; superfluidificante tra 0.005 e 5%; viscosizzante tra 0.0005 e 0.1%; agente antischiuma tra 0.001 e 0.1%.
  14. 14. Boiacca in accordo con la rivendicazione 13, comprendente: fotocatalizzatore, tra 2 e 6%; superfluidificante tra 0.01 e 0.5%; viscosizzante tra 0.001 e 0.05%; agente antischiuma tra 0.005 e 0.05%.
  15. 15. Boiacca in accordo con la rivendicazione 14, comprendente: fotocatalizzatore 3.5%; superfluidificante 0.29%; viscosizzante 0.005%, agente antischiuma 0.01%.
  16. 16. Boiacca in accordo con le rivendicazioni 11-15, dove il cemento ed il fotocatalizzatore sono presenti come singolo componente, nella forma di cemento fotocatalitico.
  17. 17. Boiacca in accordo con le rivendicazioni 11-16, dove il fotocatalizzatore è costituito da uno o più biossidi di titanio aventi differenti superfici specifiche.
  18. 18. Boiacca in accordo con le rivendicazioni 12-17, dove il superfluidificante è scelto tra melamminsoifonati, naftalensolfonati e policarbossilati, il viscosizzante è scelto tra idrossialchilcellulose, idrossialchilguari, amido o altri polisaccaridi, succinoglicani, poliossietileni, poliuretani, e l’agente antischiuma è un tensioattivo con un HLB inferiore a 6.
  19. 19. Premiscelato secco, avente la composizione della boiacca descritta nelle rivendicazioni 11-18, con l’esclusione dell’acqua.
  20. 20. Metodo per aumentare la resistenza di una pavimentazione la cui superficie è costituita da asfalto drenante open grade e per ridurre gli inquinanti ambientali che la contattano, caratterizzato dal percolare la sua superficie con la boiacca descritta nelle rivendicazioni 11-18.
  21. 21. Metodo in accordo con la rivendicazione 20, dove l’asfalto drenante è percolato per una profondità media compresa tra 30 e 50 mm.
  22. 22. Metodo in accordo con le rivendicazioni 20-21, dove l’asfalto drenante ha un contenuto di vuoti compreso tra 20% e 40% v/v.
  23. 23. Metodo in accordo con le rivendicazioni 20-22, dove la pavimentazione trattata non è costituita da asfalto drenante, e dove detta pavimentazione viene ricoperta da uno strato di asfalto drenante prima di percolare la boiacca.
  24. 24. Metodo di realizzazione della pavimentazione descritta nelle rivendicazioni 1-10, comprendente il percolare una superficie di asfalto drenante con la boiacca descritta nelle rivendicazioni 11-18.
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