ITMC20060041A1 - Attrezzatura modulare per la realizzazione di rivestimenti orizzontali o verticali facilmente smontabili. - Google Patents

Attrezzatura modulare per la realizzazione di rivestimenti orizzontali o verticali facilmente smontabili. Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“ATTREZZATURA MODULARE PER LA REALIZZAZIONE DI RIVESTIMENTI ORIZZONTALI O VERTICALI FACILMENTE SMONTABILI”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un’attrezzatura modulare per la realizzazione di rivestimenti orizzontali o verticali facilmente smontabili.
In edilizia è da sempre molto comune prevedere che un pavimento o una parete verticale adottino un rivestimento superficiale costituito da una pluralità di mattonelle o piastrelle incollate fianco a fianco al rispettivo sottofondo, su file e righe ordinate, intramezzate dalle tipiche “fughe”, intese come sottili linee di giunzione.
Ebbene il principale limite di una tale tecnologia tradizionale risiede proprio nell’amovibilità del rivestimento così ottenuto.
Una simile condizione, infatti, rende impossibile il compimento di un’ispezione sul retro di un simile rivestimento, o magari la rimozione di un sanitario o di un tubo in esso inglobati, a meno che non si sia disposti a rimuovere traumaticamente un certo numero delle piastrelle o delle mattonelle che lo compongono.
Propririo p partendo da questa valutazione critica della tecnica anterior si è pensato di realizzare l’attrezzatura modulare secondo il trovato, con la quale ci si prefìgge non solo di rendere rapido ed affidabile il montaggio di un rivestimento orizzontale o verticale in piastrelle, ma anche di renderne altrettanto rapido, e finalmente non traumatico, lo smontaggio parziale o totale, ai fini dell’esecuzione di un’ispezione, della sostituzione di un sanitario, della riparazione di un tubo, ecc.
In tal senso si è pensato di realizzare un rivestimento che possa rinunciare completamente al ricorso a quei tradizionali prodotti collanti che rendono impossibile il distacco non distruttivo delle piastrelle o delle mattonelle.
Nell’ambito della presente idea inventiva si è previsto piuttosto di ricorrere ad un vero e proprio fissaggio ad incastro delle varie piastrelle o mattonelle, ottenuto con l’ausilio di opportuni mezzi di collegamento, anch’essi destinati a dar vita ad un accoppiamento rimovibile.
Più precisamente i mezzi che consentono lo stabile fissaggio ad incastro delle anzidette piastrelle sono rappresentati da un primo profilato rettilineo avente sezione trasversale sostanzialmente ad “U” ed altresì dotato di fianchi sagomati.
Tale primo profilato deve essere avvitato in corrispondenza del pavimento o della parete da rivestire, ove dovrà occupare una posizione intermedia tra due file contigue di piastrelle.
In effetti ciascuna di tali piastrelle reca bordi perimetrali opportunamente sagomati, atti a coniugarsi prismaticamente con i fianchi sagomati dell’ anzidetto profilato ad “U”.
Tale accorgimento assicura che le due file di piastrelle che siano previste a destra e a sinistra di un simile profilato ad “U” possano essere attestate perfettamente, da parti opposte, contro gli anzidetti fianchi sagomati dello stesso.
Una volta compiuta tale operazione, non resta che stabilizzare l’assetto delle due medesime file di piastrelle rispetto all’ anzidetto primo profilato previsto tra di esse.
A tal fine è previsto l’utilizzo di un secondo profilato rettilineo, avente una particolare sezione trasversale sostanzialmente a “T” che gli consente di insediarsi a scrocco entro la cavità dell’ anzidetto primo profilato ad “U”.
Come sarà meglio chiarito nel prosieguo della presente descrizione, la posa in opera di tale secondo profilato produce l’effetto di stabilizzare la posizione delle due file di piastrelle previste a destra ed a sinistra del rispettivo primo profilato ad “U”, rendendo impossibile che i bordi di tali piastrelle possano perdere Γ anzidetto accoppiamento prismatico con i fianchi del medesimo primo profilato.
In questa prospettiva è facile comprendere come anche il completo smontaggio di un simile rivestimento in Diastrelle possa essere eseguito con grande praticità e rapidità, sulla base di una sequenza operativa esattamente contraria a quella appena descritta ai fini della sua realizzazione.
In una simile evenienza, infatti, è appena sufficiente disaccoppiare il profilato a “T” dal rispettivo profilato “U per avere la certezza di aver rimosso runico vincolo che tratteneva le adiacenti file di piastrelle, le quali a questo punto potranno essere facilmente asportate, una ad una.
E appena il caso di precisare che i due anzidette profilati cooperanti dovranno essere utilizzati per realizzare il fissaggio di tutte le file e le righe di piastrelle che compongono un intero pavimento amovibile.
Ciò significa che rinstallazione di un simile pavimento presuppone la posa in opera di una sorta di reticolo realizzato con una pluralità degli anzidetti primi profilati ad “U” e richiede successivamente l’impiego di una corrispondente quantità di secondi profilati a “T”.
In questo senso si può anche affermare che i vari esemplari di questi secondi profilati a “T” che restano in vista in corrispondenza della faccia superiore di un pavimento così composto finiscono per riprodurre sostanzialmente il medesimo effetto esteriore che, in un tradizionale pavimento incollato al rispettivo sottofondo, viene garantito dalle classiche fughe che intramezzano regolarmente le file e le righe di piastrelle contigue.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la figura 1 mostra con una rappresentazione assonometrica un tratto di rivestimento realizzato con l’attrezzatura modulare in questione;
- le figure 2, 3 e 4 mostrano, con altrettante viste frontali, le successive fasi di montaggio dei vari componenti dell’attrezzatura medesima.
Con riferimento alle figure allegate Γ attrezzatura componibile secondo il trovato è costituita da tre differenti componenti (o moduli) atti ad essere utilizzati in combinazione, in un numero di esemplari e secondo modalità pratiche di volta in volta condizionate dallo specifico rivestimento che si intende realizzare.
Il primo modulo di tale attrezzatura è costituito dall’ anzidetto profilato rettilineo (1) avente una sezione trasversale sostanzialmente ad “U”, nell’ambito della quale è possibile individuare una parete di fondo (10) e due spendine (11) simmetricamente contrapposte e divaricabili elasticamente.
In particolare è previsto che ognuna di tali spondine (11) rechi internamente, a circa tre-quarti della sua altezza, una piccola scanalatura longitudinale (Ila); peraltro ciascuna di esse reca sull’esterno un rispettivo dentino (llb), raccordato con un profilo inclinato (Ile) orientato in direzione dell’imboccatura del profilato in questione (1).
La citata figura 2 permette di verificare come il medesimo primo profilato (1) incorpori, sul retro della sua anzidetta parete di fondo (10), un listello (12) sporgente lateralmente, di assetto parallelo a quest’ultima.
L’ulteriore modulo dell’attrezzatura in questione è rappresentato da un secondo profilato (2) avente una sezione sostanzialmente ad “T”, nell’ambito della quale è possibile evidenziare la presenza di una prima ala (20) atta ad insediarsi a scrocco entro la cavità dell’ anzidetto primo profilato ad “U” (1) ed una seconda ala ad essa perpendicolare (21); essendo previsto in particolare che la medesima prima ala (20) rechi, da parti opposte, due analoghe nervature longitudinali (20a).
L’ultimo modulo dell’attrezzatura secondo il trovato è rappresentato da una piastrella (3) che adotta, in corrispondenza dei propri bordi perimetrali, un particolare profilo irregolare che le consente di poter cooperare perfettamente, realizzando un vero e proprio accoppiamento prismatico, con i due anzidetti profilati (1, 2).
Nell’ambito di tale profilo è possibile individuare, dalla faccia esterna (FE) a quella interna (FI), un gradino (30), una nicchia sostanzialmente ad “L” (31) che presenta una profondità che tende a decrescere in direzione delTanzidetta faccia esterna (FE) della piastrella medesima (3), nonché un profondo vano (32).
Una volta completata la descrizione dei tre moduli (1, 2, 3) dell'attrezzatura in questione resta da illustrare le modalità con cui essi possono effettivamente cooperare ai fini della realizzazione di un rivestimento modulare amovibile.
Ebbene in tale prospettiva la prima operazione da compiere è quella di fissare contro la parete o il solaio da rivestire un esemplare dell’ anzidetto profilato ad “U” (1).
Questo fissaggio può essere eseguito avvitando contro il medesimo sottofondo portante il listello laterale (12) previsto sul fondo del medesimo profilato ad “U” (1), il quale reca opportunamente una serie equidistanziata di fori passanti (12a).
La successiva operazione consiste nell’ attestare esattamente, contro ciascuno dei fianchi di tale primo profilato (1), una rispettiva piastrella (3), così come mostrato in figura 2.
Come anticipato, in questa fase si realizza un accoppiamento prismatico tra il bordo di ciascuna piastrella (3) ed il fianco del medesimo profilato ad “U” (1).
Con specifico riferimento alla medesima figura 2, si può in effetti verificare come il particolare dentino (llb) previsto sull’esterno di ciascuna spondina (11) di tale profilato ad “U” (1) sia in grado di insediarsi perfettamente entro la corrispondente nicchia rastremata ad “L” (3 1) prevista sul bordo della piastrella (3) e come, del resto, il listello laterale (12) previsto sul retro del medesimo profilato ad “U” (1) sia in grado di insediarsi entro il vano (32) appositamente previsto in corrispondenza della faccia interna (FI) della medesima piastrella (3).
A questo punto non resta che montare il profilato ad “T” (2), al fine di stabilizzare la cooperazione dei moduli (1, 3) precedentemente accoppiati, così come mostrato in sequenza nelle figure 3 e 4.
In tale prospettiva è previsto che la prima ala (20) di tale secondo profilato (2) sia insediata con energia entro la cavità di un rispettivo esemplare del anzidetto profilato ad “U” (1).
Questo energico accoppiamento determina peraltro, anche in virtù delaanzidetta intrinseca deformabilità delle spondine (11) del primo profilato (1), Γ insediamento a scatto delle due anzidette nervature laterali (20a) del secondo profilato (2) entro le anzidette scanalature (1 la) previste sull’interno del primo.
In effetti dapprima le due nervature (20a) del secondo profilato (2) determinano, grazie alla loro interferenza, una certa divaricazione delle spondine (11) del primo profilato; non appena, però, esse arrivano a penetrare entro le corrispondenti scanalature (Ila), le due spondine (11) del primo profilato (1) tendono spontaneamente a riavvicinarsi, con l’effetto di realizzare un vero e proprio serraggio “automatico” nei confronti delle stesse.
L’ulteriore effetto che tale accoppiamento produce è quello di portare l’anzidetta seconda ala (21) del medesimo profilato a “T” (2) ad insediarsi da parti opposte entro i due gradini (30) previsti in corrispondenza dei due esemplari di piastrella (3) attestati contro i fianchi del primo profilato (1).
Inutile dire che, in tale assetto, questa seconda ala (21) del profilato a ‘T’ (2) rende impossibile il disaccoppiamento di due piastrelle (3) adiacenti e come del resto essa assuma, rispetto a queste, un aspetto del tutto analogo a quello di una classica “fuga”.
È del pari evidente come la rimozione parziale o totale di un pavimento realizzato grazie all’attrezzatura in questione possa avvenire altrettanto facilmente eseguendo al contrario anzidetta sequenza operativa: dunque provvedendo innanzitutto a disaccoppiare, tramite una semplice trazione verso l’esterno, il profilato a “T” (2) rispetto al corrispondente profilato ad “U” (l).
Di certo questa trazione deve essere sufficientemente energica per garantire Γ estrazione delle anzidette nervature (20a) del medesimo profilato a “T” (2) dalle corrispondenti scanalature (Ila) del profilato ad “U” (1), a seguito di una nuova divaricazione forzata delle spondine (11).
Una volta rimosso tale accoppiamento tra i due profilati (1, 2), si potrà procedere facilmente a rimuovere le varie piastrelle (3), dopo averle allontanate dai fianchi del rispettivo profilato ad “U” (1).
Nel caso in cui si voglia smontare anche quest’ultimo dal relativo sottofondo, non resterà che rimuovere le viti di fissaggio precedentemente impegnate negli anzidetti fori previsti full apposito listello laterale (12).
È appena il caso di precisare che Γ anzidetto primo profilato (1) potrebbe essere realizzato anche in una versione costruttivamente differente, priva di quest’ultimo listello laterale di fissaggio (12).
In una simile versione alternativa i fori per il passaggio delle viti di fissaggio dovrebbero essere eseguiti sulla parete di fondo (10) del medesimo primo profilato (1) che, in questo caso, dovrebbe essere direttamente attestata contro la superficie del sottofondo.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI Attrezzatura modulare per la realizzazione di rivestimenti orizzontali ο verticali, caratterizzata per il fatto di avvalersi di tre moduli reciprocamente cooperanti, consistenti in particolare - un primo profilato rettilineo (1) avente una sezione trasversale sostanzialmente ad “U” delimitata da una parete di fondo (10) e due spondine (11) simmetricamente contrapposte e divaricabili elasticamente, ciascuna delle quali reca internamente una piccola scanalatura longitudinale (1 1) e presenta sull’esterno un dentino (11b), raccordato con un rispettivo profilo inclinato (11c) orientato in direzione dell’imboccatura di questo stesso profilato (1), che peraltro risulta ulteriormente dotato di mezzi idonei a favorirne lo stabile fissaggio in corrispondenza del sottofondo da rivestire; - un secondo profilato rettilineo (2) avente una sezione sostanzialmente ad “T”, nell’ambito della quale è possibile evidenziare la presenza di due ali (20, 21) tra loro perpendicolari, delle quali la prima (20) è atta ad insediarsi tra le due anzidetto spondine (11) dell’ anzidetto primo profilato ad “U” (1) ed è altresì dotata di mezzi che le consentono di fissarsi in tale assetto cooperando con corrispondenti mezzi previsti sulle spondine medesime (11); - una piastrella (3) che adotta, in corrispondenza dei propri bordi perimetrali, un particolare profilo irregolare nell’ambito del quale è possibile individuare, dalla faccia esterna (FE) in direzione di quella interna (FI), un gradino (30) atto ad accogliere circa metà dell’anzidetta seconda ala (21) del secondo profilato (2), una nicchia rastremata sostanzialmente ad “L” (31) atta ad accogliere Γ anzidetto dentino (llb) previsto sull’esterno di ciascuna delle spondine (11) del primo profilato (1), nonché un profondo vano (32).
  2. 2) Attrezzatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata per il fatto che gli anzidetti mezzi che consentono il fissaggio del primo profilato (1) al sottofondo da rivestire sono costituiti da una pluralità di fori passanti per l’inserimento di rispettivi viti, eseguiti direttamente in corrispondenza della parete di fondo (10) del profilato medesimo (1).
  3. 3) Attrezzatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata per il fatto che gli anzidetti mezzi che consentono il fissaggio del primo profilato (1) al sottofondo da rivestire sono costituiti da una pluralità di fori passanti (12a) per l’inserimento di rispettive viti, eseguiti in corrispondenza di un listello (12) che aggetta lateralmente sul retro dell’anzidetta parete di fondo (10) del primo profilato (1) e che risulta in grado di insediarsi entro anzidetta profonda cavità (32) eseguita in corrispondenza della faccia interna (FI) dell’anzidetta piastrella (3).
  4. 4) Attrezzatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che gli anzidetti mezzi atti a consentire il reciproco stabile accoppiamento della prima ala (20) del secondo profilato (2) entro la cavità del primo profilato (I) consistono in una coppia di nervature longitudinali (20a), realizzate da parti opposte su questa stessa prima ala (20) del secondo profilato (2), atte ad insediarsi esattamente a scatto entro una coppia contrapposta di corrispondenti scanalature longitudinali (Ila) realizzate sulle facce interne delle spondine (I I) del primo profilato.
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