ITFI20130277A1 - Manipolatore per cateteri o cannule ad uso medicale. - Google Patents

Manipolatore per cateteri o cannule ad uso medicale.

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ITFI20130277A1
ITFI20130277A1 IT000277A ITFI20130277A ITFI20130277A1 IT FI20130277 A1 ITFI20130277 A1 IT FI20130277A1 IT 000277 A IT000277 A IT 000277A IT FI20130277 A ITFI20130277 A IT FI20130277A IT FI20130277 A1 ITFI20130277 A1 IT FI20130277A1
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manipulator
shell
jaw
shells
configuration
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IT000277A
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Alberto Calabro'
Antonio Fasano
Stefano Piattoli
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Fiab S P A
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Description

DESCRIZIONE
“Manipolatore per cateteri o cannule ad uso medicale”
La presente invenzione ha per oggetto un manipolatore per cateteri o cannule ad uso medicale.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un manipolatore utilizzato negli interventi chirurgici e ambulatoriali che prevedono l’inserimento e la movimentazione di sonde, cateteri o cannule in una determinata parte anatomica dell’organismo, per esempio un’arteria del corpo umano. Un esempio di particolare rilievo è quello della manipolazione di cannule specifiche per l’estrazione dielettrocateteri impiantati per elettrostimolazione cardiaca permanente con pacemakers oppure di defibrillatori.
In seguito, per motivi di semplicità, con il termine di elemento tubolare si farà riferimento a quegli elementi che nell’ambito tecnico della presente invenzione necessitano di un manipolatore per il loro utilizzo, come per esempio sonde, cateteri e cannule.
Generalmente, gli elementi tubolari inseriti nel corpo del paziente da manovrare con un manipolatore esterno sono dispositivi medicali delicati e destinati ad una funzione di trattamento e cura medica altrettanto delicata e che richiede attenzione e buona abilità anche da parte del tecnico specializzato, solitamente un medico chirurgo, preposto ad utilizzare tali strumenti spesso con il solo uso delle mani.
Le fasi più critiche nell’uso di tali elementi sono soprattutto quelle d’inserimento e di estrazione a causa della necessaria flessibilità che l’elemento tubolare presenta.
In particolare la sua ridotta sezione trasversale lo rende difficilmente impugnabile e poco maneggevole nelle varie fasi d’impiego.
Nell’ambito tecnico della presente invenzione, esiste un manipolatore preposto a manovrare nelle diverse situazioni l’elemento tubolare inserito, fornendo al medico chirurgo il controllo impugnando direttamente con una mano il suddetto manipolatore.
Il manipolatore in questione svolge più funzioni contemporaneamente, permettendo un maggiore controllo dell’elemento tubolare in vena durante tutto il periodo di utilizzo ed impedendo contemporaneamente il contatto diretto tra i guanti chirurgici del medico e le pareti esterne dell’elemento stesso, prevenendo possibili cause di infezione.
Secondo quanto noto allo stato dell’arte, le soluzione disponibili per manipolare elementi tubolari come cateteri o cannule ad uso medicale sono svariate, ma ovviamente quasi tutte offrono una zona d’impugnatura ed una zona in cui viene ingaggiato con uno di tali elementi un determinato impegno o sforzo per poterlo trascinare, spingere o ruotare a piacimento.
In una prima soluzione [US2008262432 (A1)], ad esempio, il manipolatore prevedere un corpo allungato e forato da parte a parte attraverso il quale infilare l’elemento tubolare da manovrare passandolo da una estremità all’altra. Su di una delle due estremità del manipolatore dalla quale fuoriesce l’elemento tubolare è presente un gruppo elastico che avvolge una porzione del catetere lungo tutta la formato da almeno tre lembi, che si stringono sulla superficie esterna dell’elemento tubolare da serrare per mezzo di una ghiera montata sulla testa del manipolatore. La ghiera suddetta è svitabile e/o avvitabile con le dita mentre s’impugna nel palmo della mano il manipolatore.
In una soluzione differente secondo la tecnica nota, [US6533772 (B1), US5159861 (A)] il manipolatore prevede un corpo cavo nel quale infilare l’elemento tubolare da un’estremità libera per poi essere bloccato in posizione da un bottone a molla o un mezzo elastico del tipo “push to release”, vale a dire che l’elemento impegnato dal bottone a molla o dal mezzo elastico è libero di scorrere nel corpo del manipolatore solo quando il bottone a molla o il mezzo elastico è premuto con un dito di una mano, generalmente la mano che impugna l’intero dispositivo.
Di solito in questa soluzione l’elemento infilato nel manipolatore attraversa per una propria porzione un corpo solidale al bottone a molla o al mezzo elastico attraverso un foro passante: l’azionamento del bottone nella posizione di ingaggio produce uno sforzo prevalentemente di taglio che impedisce ogni tipo di scorrimento dell’elemento bloccato.
Tutte le soluzioni note allo stato dell’arte sono soggette ad inconvenienti e problemi pratici rendendo talvolta i suddetti modelli di manipolatore per cateteri o cannule ad uso medicale scarsamente utilizzabili in alcune specifiche situazioni o per particolari motivi tecnici.
In generale tutte le soluzioni note prevedono l’inserimento dell’elemento tubolare da utilizzare attraverso un foro di passaggio che costringe l’operatore ad infilarlo fino a raggiungere la lunghezza prestabilita necessaria allo svolgimento dell’intervento, la quale però è generalmente variabile durante la procedura. Pertanto, se si volesse portare l’elemento ad una nuova posizione specifica del proprio sviluppo rispetto al manipolatore, occorrerebbe di volta in volta sfilarlo e/o infilarlo attraverso il manipolatore stesso che generalmente è sempre impugnato dal medico chirurgo intento ad effettuare l’intervento. Al fine di poter predisporre una spinta sufficientemente stabile, infatti, il manipolatore non può essere applicato molto distante dal punto di inserimento pertanto occorrono ripetute fasi di serraggio-avanzamento-rilascio-arretramento al fine di realizzare il posizionamento desiderato.
In riferimento alla soluzioni descritte e prevalenti allo stato dell’arte, la prima soluzione che prevede di bloccare in posizione l’elemento al fine di renderlo controllabile per mezzo di una ghiera filettata non consente di liberare velocemente il manipolatore dal catetere se non dopo aver fatto scorrere il manipolatore per tutto lo sviluppo del catetere (il quale ha spesso lunghezza consistente) fino a far fuoriuscire il manipolatore dall’estremità distale del catetere stesso, e la medesima cosa accade per l’inserimento del manipolatore sul catetere.
La seconda soluzione citata prevede in particolare un metodo di bloccaggio a “ghigliottina”. Infatti il corpo del bottone a molla o altro mezzo elastico del tipo “push to release”, è tale da sollecitare il catetere prevalentemente in un paio di punti particolari (in corrispondenza dei due fori di ingresso e di uscita del catetere dal corpo del bottone) scaricando solo in queste zone tutta la pressione generata da una molla di precarico del bottone o da un eventuale elemento elastico.
Questa sollecitazione meccanica concentrata può danneggiare l’elemento manipolato.
Inoltre, un sistema del tipo “push to release” implica la costante azione di almeno un dito della mano del medico qualora si volesse mantenere scorrevole il catetere e/o altri oggetti liberi di spostarsi al suo interno, situazione che potrebbe affaticare la presa della mano sul manipolatore e compromettere la sensibilità della stessa mano nel regolare la fasi di rilascio da quelle di bloccaggio del catetere.
In questo ambito, il compito tecnico della presente invenzione è quello di mettere a disposizione un manipolatore esente da almeno uno degli inconvenienti sopra citati.
E’ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un manipolatore che possieda elevata flessibilità di utilizzo rispetto a quanto è normalmente noto nell’ambito tecnico specifico, vale a dire il cui accoppiamento e disaccoppiamento rispetto all’elemento tubolare manovrato sia immediato e di facile realizzazione.
E’ altresì scopo dell’invenzione mettere a disposizione un manipolatore che non introduca rischi di danneggiamento dell’elemento tubolare inserito durante il serraggio e la manovra di quest’ultimo, grazie a una superficie di contatto tra l’elemento e le ganasce di bloccaggio abbastanza elevata.
Questi ed altri scopi sono sostanzialmente raggiunti da un manipolatore per elementi tubolari ad uso medicale secondo quanto descritto in una o più delle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente chiari dalla descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita e non esclusiva del manipolatore secondo la presente invenzione.
Tale descrizione è fornita con riferimento alle unite figure, anch’esse aventi scopo puramente esemplificativo e pertanto non limitativo, in cui l’elemento inserito è una cannula per l’estrazione di elettrostimolatori impiantati in cavità cardiache.
- la figura 1A illustra un manipolatore in accordo con una prima soluzione realizzativa del trovato in una configurazione di inserimento di una cannula;
- la figura 1B illustra il manipolatore di figura 1A in accordo con una configurazione di serraggio del manipolatore;
- la figura 2 illustra una vista in sezione del manipolatore di figura 1A in accordo con una configurazione di chiusura e serraggio del manipolatore; - la figura 3 illustra una vista in sezione del manipolatore di figura 1A in accordo con una configurazione di chiusura e rilascio del manipolatore; - la figura 4A illustra un manipolatore in accordo con una seconda soluzione realizzativa del trovato in una configurazione di inserimento di una cannula;
- la figura 4B illustra una vista del manipolatore di figura 4A con l’involucro esterno parzialmente trasparente per rendere visibile degli elementi;
- la figura 5 illustra una vista prospettica del manipolatore con delle parti parzialmente nascoste in accordo con una terza soluzione realizzativa del trovato ed in una configurazione di inserimento di una cannula;
- la figura 6 illustra una vista prospettica del manipolatore in accordo con una terza soluzione realizzativa del trovato ed in una configurazione di inserimento di una cannula;
- le figure dalla 7A alla 7C illustrano una sequenza di fasi di utilizzo del manipolatore di figura 1A secondo la presente invenzione.
Nella figure annesse è stato complessivamente illustrato un manipolatore in accordo con alcune forme realizzative comprese nella presente invenzione, ma non esclusive.
Il manipolatore nelle figure annesse è indicato complessivamente con il numero di riferimento 1.
In particolare, il manipolatore 1 comprende un involucro esterno 2 presentante un primo semiguscio 2a ed un secondo semiguscio 2b adatti ad essere posti in allontanamento reciproco per l’apertura del manipolatore 1 e, in alternativa, in avvicinamento reciproco per la chiusura dello stesso.
Preferibilmente, i semigusci 2a, 2b del manipolatore 1 presentano una forma tale che, in configurazione di semigusci 2a, 2b chiusi, l’involucro esterno 2 chiuso presenti una forma sostanzialmente cilindrica sviluppantesi attorno ad un asse longitudinale “X” il quale costituisce preferibilmente un asse prevalente di sviluppo del manipolatore 1. Alternativamente, l’involucro esterno 2 potrebbe assumere anche altre forme, purché adatte ad un’impugnatura stabile da parte di un utilizzatore. Preferibilmente, l’involucro esterno 2 presenta inoltre una prima estremità longitudinale 3 ed una seconda estremità longitudinale 4 del suddetto cilindro, tra loro contrapposte lungo il citato asse longitudinale “X”.
L’involucro 2 presenta preferibilmente una porzione di collegamento associata ad una porzione laterale di ciascun semiguscio 2a, 2b in modo da definire un collegamento laterale flessibile 2c che permette il movimento relativo tra i due semigusci 2a, 2b (figure 1A, 1B).
In dettaglio, il collegamento laterale flessibile 2c tra i due semigusci 2a, 2b comprende preferibilmente una cerniera o un sistema flessibile di rotazione definente un asse di rotazione “Y” lungo un bordo longitudinale 2d dei semigusci 2a, 2b, come per esempio illustrato nell’annessa figura 1A.
L’asse longitudinale “X” e l’asse di rotazione “Y” possono presentarsi paralleli tra loro oppure inclinati tra loro.
In altri termini l’asse longitudinale di sviluppo “X" dell’involucro 2 è parallelo all’asse di rotazione (di cerniera) “Y” dei due semigusci 2a, 2b quando l’involucro 2 è cilindrico, come nella configurazione illustrata nelle figure annesse 2 e 3 dove viene mostrato il manipolatore 1 rispettivamente in una configurazione di chiusura e serraggio ed una configurazione di chiusura e rilascio.
Preferibilmente, nella soluzione realizzativa che prevede l’involucro 2 cilindrico, il diametro è compreso tra un valore di 30 mm ed un valore di 45 mm.
A titolo di esempio, in una diversa configurazione del trovato, l’involucro 2 presenta forma conica o tronco-conica in modo che l’asse di longitudinale “X” dell’involucro 2 sia incidente rispetto all’asse di rotazione “Y” dei semigusci 2a, 2b. Tale forma del trovato non è illustrata nelle annesse figure.
In una diversa soluzione realizzativa del trovato, come per esempio illustrato in figura 5, il collegamento tra i due semigusci 2a, 2b comprende preferibilmente una cerniera o un sistema flessibile di rotazione definente un asse di rotazione “T” disposto trasversalmente rispetto all’asse longitudinale di sviluppo “X”, preferibilmente l’asse “T” è disposto perpendicolarmente rispetto all’asse longitudinale “X”.
In altri termini, l’asse di rotazione “T” della cerniera o sistema flessibile e che permette il movimento relativo di apertura e di chiusura tra i due semigusci 2a, 2b è disposto lungo uno dei lati minori dell’involucro 2 cilindrico, preferibilmente in corrispondenza della seconda estremità longitudinale 4 del dispositivo 1, cioè quella posteriore del manipolatore 1. Preferibilmente, la cerniera 2c può essere realizzata di pezzo con i due semigusci 2a, 2b, per esempio realizzati per mezzo di stampaggio in una unica operazione, oppure la cerniera 2c può essere separata dai semigusci 2a, 2b e montata durante l’assemblaggio del manipolatore 1. La cerniera 2c, inoltre, può essere definita da un lembo continuo di giunzione dei due semigusci 2a, 2b (che si estende lungo l’intero sviluppo longitudinale dei due semigusci 2a, 2b lungo l’asse di rotazione “Y” oppure lungo l’asse di rotazione “T”) o, alternativamente, da una pluralità di elementi discreti di collegamento girevole e flessibile tra i due semigusci 2a, 2b.
In una ulteriore e diversa soluzione realizzativa del trovato, non illustrata nelle annesse figure, preferibilmente i semigusci 2a, 2b sono separati e distinti, pertanto non presentano elementi di giunzione permanente, ne in modo continuo ne in modo discreto, lungo un lembo dei semigusci 2a,2b stessi.
Preferibilmente, il manipolatore 1 comprende dei mezzi di chiusura 5 attivi tra i due semigusci 2a ,2b per mantenere stabilmente i due semigusci nella configurazione di reciproco avvicinamento. Preferibilmente, i citati mezzi di chiusura 5 sono del tipo a scatto. In una possibile forma di realizzazione, i mezzi di chiusura 5 comprendono almeno una porzione uncinata 5a fissata sul primo semiguscio 2a mentre il secondo semiguscio 2b presenta almeno una corrispondente fessura 5b adatta all’incastro con la suddetta porzione uncinata 5a. Nella forma realizzativa illustrata nelle figure 1A-3, i mezzi di chiusura 5 comprendono due porzioni uncinate 5a e due corrispondenti fessure 5b a definire due punti di ancoraggio reciproco tra i semigusci 2a, 2b. Tali punti di ancoraggio sono disposti in due punti esterni dell’involucro esterno 2 (in prossimità delle estremità longitudinali 3 e 4) ed in posizione distale rispetto al bordo longitudinale 2d.
In riferimento a quanto illustrato nell’annessa figura 5, il dispositivo 1 presenta i mezzi di chiusura 5 configurati in modo tale da realizzare anche la cerniera oppure il collegamento durante una configurazione di reciproco allontanamento/ avvicinamento dei due semigusci 2a, 2b. In particolare, in corrispondenza di una seconda estremità longitudinale 4 una porzione uncinata 5a funge da cerniera tra il primo semiguscio 2a ed il secondo semiguscio 2b, mentre in corrispondenza della prima estremità longitudinale 3 una porzione uncinata 5a vincolata sul secondo semiguscio 2b funge da chiusura a scatto interagendo in una fessura 5b predisposta sul semiguscio 2a. Preferibilmente, i due semigusci 2a, 2b sono completamente staccabili uno rispetto all’altro permettendo l’inserimento trasversale di una porzione della cannula 100.
In riferimento a quanto invece è illustrato nella figura 6, i mezzi di chiusura 5 comprendono almeno una guida 5c che si estende parzialmente lungo una linea perimetrale esterna in corrispondenza per esempio del secondo semiguscio 2b ed almeno un elemento di blocco 5d disposto in corrispondenza per esempio del primo semiguscio 2a. Preferibilmente, l’elemento di blocco 5d è adatto ad accoppiarsi scorrevolmente con la suddetta guida 5c mediante una rotazione attorno all’asse “X”. Inoltre, sia le guide 5c che l’elemento scorrevole 5d sono disposti su di un piano perpendicolare al citato asse longitudinale “X”. Pertanto, una rotazione di almeno un elemento di blocco 5d intorno all’asse longitudinale “X” permette l’attivazione dei mezzi di chiusura 5, con l’elemento di blocco 5d inserito nella guida 5c. L’involucro 2 in questa condizione è reversibilmente chiuso. La rotazione dell’elemento di blocco 5d in senso opposto comporta la disattivazione dei mezzi di chiusura 5 dal momento che l’elemento di blocco 5d si disimpegna dalla guida 5c. In questa condizione è possibile aprire l’involucro 2.
In una forma realizzativa diversa e non illustrata nelle figure annesse, i mezzi di chiusura 5 comprendono un corpo avente una porzione a forma di cursore, adatto ad interagire con una porzione di un dito di un utilizzatore, per esempio con una superficie zigrinata, ed una porzione opposta alla porzione a forma di cursore avente un dente o un rilievo adatta ad interagire con una fessura o un bordo di battuta per realizzare la chiusura tra i due semigusci 2a, 2b.
I mezzi di chiusura 5 possono comprendere anche altre forme realizzative, non illustrate, in accordo col concetto inventivo del trovato e che sono predisposte ad una continua attivazione/disattivazione durante l’utilizzo del manipolatore 1.
In particolare, i mezzi di chiusura 5 possono essere integrati in una unica struttura dell’involucro 2, ovvero di pezzo con l’involucro 2, permettendo un utilizzo semplice e veloce da parte di un utilizzatore, soprattutto durante le operazione di attivazione/disattivazione degli stessi mezzi di chiusura 5. Ciascun semiguscio 2a, 2b presenta, in corrispondenza delle rispettive estremità longitudinali 3, 4, scassi semicircolari 3a, 4a; 3b, 4b che, in cooperazione reciproca con gli scassi semicircolari 3a, 4a; 3b, 4b dell’altro semiguscio 2a, 2b in configurazione di semigusci 2a, 2b chiusi, definiscono rispettive aperture longitudinalmente contrapposte adatte al passaggio della cannula 100. La cannula 100 risulta quindi intrappolata nel manipolatore 1 quando l’involucro 2 è nella configurazione di chiusura (reciproco avvicinamento dei semigusci 2a, 2b) mentre può essere applicata o rimossa sul/dal manipolatore 1 nella configurazione di apertura (reciproco allontanamento dei semigusci 2a, 2b).
Ciascun semiguscio 2a, 2b definisce un volume interno 8a e 8b affacciato all’altro semiguscio 2b, 2a ed all’interno del quale sono alloggiati mezzi di presa per afferrare stabilmente una cannula 100 in una configurazione di manipolatore 1 applicato alla cannula 100.
In una forma realizzativa preferita, ed in accordo con le figure annesse, i mezzi di presa comprendono una coppia di ganasce 9a, 9b ciascuna associata ad un rispettivo semiguscio 2a, 2b ed in particolare inserita all’interno del rispettivo volume interno 8a, 8b.
Preferibilmente, le ganasce 9a, 9b cooperano insieme per definire un organo di serraggio a morsa 9 adatto ad assumere una configurazione richiusa in cui delimita, al suo interno, una sede di alloggiamento 10 per una porzione della cannula 100. In dettaglio, la sede di alloggiamento 10 definisce un superficie interna avente una sezione adatta ad interagire con la porzione di cannula 100 in essa racchiusa.
In una soluzione alternativa, non illustrata nelle figure annesse, almeno una ganascia 9a, 9b presenta una sezione trasversale piatta. Preferibilmente, l’involucro 2 nel caso di almeno una porzione ricevente 10a, 10b avente una forma piatta, presenta un valore del diametro esterno maggiore rispetto a quanto sopra indicato, ancora più preferibilmente un valore del diametro esterno aumentato di circa 1 cm rispetto alle summenzionate misure.
Una ulteriore e diversa soluzione realizzativa come illustrato in figura 4B, almeno una ganascia 9a, 9b presenta una sezione trasversale definita da una linea spezzata aperta che fornisce un letto di alloggiamento per la cannula 100.
In ogni caso la superficie ricevente 10a, 10b possiede una sagomatura adatta ad avvolgere parzialmente una porzione della cannula 100 con diverse misure del diametro esterno.
Preferibilmente, la prima ganascia 9a presenta una sagomatura della sezione a forma ricurva mentre la seconda ganascia 9b, opposta alla prima 9a presenta una sezione semicircolare definente la superficie ricevente 10b, 10a della sede di alloggiamento 10 secondo una misura prestabilita del raggio di tale sezione semicircolare. Le due ganasce possono essere dotate di sagomature diverse a seconda dell’utilizzo specifico del manipolatore.
Preferibilmente, la sede di alloggiamento 10 è disposta in direzione parallela all’asse longitudinale “X”, in modo da risultare più agevole l’inserimento trasversale e/o il disinserimento della porzione di cannula 100 quando i semigusci 2a, 2b dell’involucro 2 sono in configurazione di allontanamento reciproco.
Tale soluzione geometrica di parallelismo tra la sede di alloggiamento 10 e l’asse longitudinale ”X” è in accordo con la forma realizzativa preferita del trovato, ma ulteriori soluzioni geometriche diverse da quella preferita sono comunque ricomprese nella presente invenzione. Le varianti qui accennate non sono illustrante nelle annesse figure.
Preferibilmente, le ganasce 9a, 9b sono realizzate di materiale plastico adatto all’uso medicale e ad essere utilizzato negli interventi chirurgici, avente inoltre adeguate caratteristiche meccaniche di rigidezza.
In particolare, le ganasce 9a, 9b presentano in corrispondenza delle rispettive superfici riceventi 10a, 10b uno strato di materiale deformabile elastico ad alto coefficiente di attrito applicato sul materiale plastico di cui è realizzata la ganascia.
Tale strato di materiale deformabile elastico è tale da generare un attrito con il materiale della cannula 100 in modo tale da impedirne lo scorrimento involontario e allo stesso tempo permette di applicare una forza di torsione.
Preferibilmente, lo strato di materiale deformabile presente sulle ganasce 9a, 9b può essere, a titolo di esempio, una resina siliconica oppure un materiale gommoso di altra natura.
Il materiale deformabile può essere a titolo di esempio, co-stampato insieme al corpo della ganascia oppure può presentarsi sotto forma di strisce applicate alle ganasce 9a, 9b in fase di montaggio.
In una diversa forma realizzativa delle ganasce 9a, 9b non illustrata nelle annesse figure, il corpo di almeno una ganascia 9a, 9b è realizzato interamente con un materiale siliconico flessibile ed ad elevato coefficiente d’attrito.
Preferibilmente, le ganasce 9a, 9b si estendono longitudinalmente lungo un direzione parallela all’asse di sviluppo “X" dell’involucro 2 tra la prima estremità longitudinale 3 e la seconda estremità longitudinale 4.
Nella configurazione di allontanamento reciproco dei semigusci 2a, 2b, o quando non vi è alcuna compressione da parte della ganasce 9a, 9b sulla porzione della cannula 100, la stessa scivola semplicemente sulla seconda ganascia 9b, preferibilmente quella disposta inferiormente tra le due, con un attrito modesto tra le rispettive superfici.
Nella suddetta configurazione di avvicinamento reciproco dei semigusci 2a, 2b, l’organo di serraggio a morsa 9 può assumere una configurazione in cui le ganasce 9a, 9b cooperano tra loro per stringersi attorno alla suddetta porzione della cannula 100 alloggiata nella suddetta sede 10. In particolare, le ganasce 9a, 9b preferibilmente con il suddetto strato di materiale deformabile a serraggio completamente avvenuto, sono tali che le due superfici riceventi 10a, 10b si avvicinino e sostanzialmente si deformino in modo da permettere un efficace contatto con la superficie esterna della porzione di cannula 100 in esse racchiusa.
In accordo con la presente invenzione, le ganasce 9a, 9b presentano una diversa estensione longitudinale, preferibilmente secondo due diversi intervalli di misura. In altri termini, le ganasce 9a, 9b possono avere due lunghezze prestabilite.
In base alla misura di estensione le ganasce si possono suddividere in almeno due categorie denominate, a titolo di esempio, come “ganasce corte” in una prima categoria e “ganasce lunghe” in una seconda categoria.
Le ganasce 9a, 9b cosiddette “corte” hanno un’estensione longitudinale a titolo esemplificativo tra 2 e 4 cm.
Le ganasce 9a, 9b cosiddette “lunghe” hanno un’estensione longitudinale compresa a titolo esemplificativo tra 5 e 7 cm.
Preferibilmente, le ganasce 9a, 9b cosiddette “corte” sono disposte in prossimità della prima estremità longitudinale 3 del dispositivo 1, ossia quella anteriore, rivolta cioè verso il punto di ingresso nel paziente. In particolare, le ganasce 9a, 9b cosiddette “corte”, sono indicate preferibilmente per interagire con una cannula 100 piuttosto flessibile. Infatti, la modesta estensione longitudinale delle ganasce 9a, 9b che contraddistingue le ganasce “corte” comporta delle rispettive superfici riceventi 10a, 10b di ridotta estensione e quindi ridotta superficie d’attrito. In una configurazione di allontanamento reciproco dei semigusci 2a, 2b, il modesto attrito che si crea con la porzione della cannula 100 ancora disposto tra le ganasce 9a, 9b, in particolare sulla seconda ganascia 9b permette un agevole scorrimento della cannula 100 su di essa.
Preferibilmente, le ganasce 9a, 9b cosiddette “lunghe” sono disposte nella porzione del dispositivo 1 compresa tra la prima estremità longitudinale 3 e la seconda estremità longitudinale 4. In altri termini, le ganasce 9a, 9b “lunghe” sono preferibilmente disposte in una zona centrale dell’involucro esterno 2 del dispositivo 1 rispetto all’asse di sviluppo “X”.
In accordo con le forme realizzative comprese nella presente, il manipolatore 1 presenta su almeno un primo dei due semigusci 2a, 2b mezzi di azionamento 11 attivi sulla rispettiva ganascia 9a per muovere la ganascia 9a da e verso l’altra ganascia 9b in modo da serrare e rilasciare il citato organo di serraggio 9 a morsa.
In altre parole, secondo l’invenzione una prima ganascia 9a è mobile sotto l’azione dei mezzi di azionamento 11 mentre la seconda ganascia 9b si presenta removibilmente alloggiata interna nel volume interno 8b del rispettivo semiguscio 2b, per esempio con un sistema ad incastro sbloccabile manualmente o con altri sistemi adatti allo scopo. Per esempio, la seconda ganascia 9b può essere realizzata di pezzo con il rispettivo semiguscio 2b, definendo quindi una porzione interna del secondo semiguscio 2b stesso.
In una soluzione realizzative dei mezzi di azionamento 11 sono del tipo a vite, con almeno un elemento filettato applicato direttamente su di una ganascia 9a, 9b, come illustrato nelle annesse figure 1A-3.
In particolare i mezzi di azionamento 11 del tipo a vite comprendono due organi filettati 11a aventi ciascuno uno stelo 11b avvitato in un foro filettato 2e realizzato sul rispettivo semiguscio, lo stelo 11b essendo prospiciente esternamente al semiguscio 2a. I due organi filettati 11a presentano ciascuno una manopola girevole 11c solidale allo stelo 11b e disposta esternamente al semiguscio 2a per consentire una manovra di rotazione degli organi filettati 11a, 11b. Inoltre, i due organi filettati 11a presentano sul lato opposto a ciascuna manopola girevole 11c un’estremità 11d collegata in modo liberamente girevole, per esempio con un innesto con bordo di trattenuta, in una rispettiva porzione ricevente “P” della ganascia 9a.
Per maggiore precisione, il termine di manopola girevole 11c ricomprende diverse forme e soluzioni per azionare un organo filettato 11a, per esempio comprende una manopola cilindrica o sagomata per una migliore presa con le dita di una mano, oppure può essere a “farfalla” o una leva girevole.
Pertanto, 1 agendo sui mezzi di azionamento 11 si realizza rispettivamente una configurazione di rilascio dell’organo di serraggio 9 svitando entrambe le manopole girevoli 11c ed una configurazione di serraggio dell’organo di serraggio a morsa 9 avvitando entrambe le manopole girevoli 11c.
I due organi filettati 11a, 11b sono disposti in allineamento lungo una direzione parallela all’asse longitudinale “X” dell’involucro 2 in modo tale da poter consentire una spinta uniforme sulla prima ganascia 9a, per esempio in corrispondenza delle estremità di quest’ultima.
Ulteriori forme realizzative del trovato diverse da quella preferita e ricomprese nell’ambito della presente invenzione, prevendono che i mezzi di azionamento 11 comprendano un differente numero di elementi filettati, per esempio uno soltanto oppure due o più (in questo caso preferibilmente disposte in allineamento lungo una direzione parallela all’asse longitudinale “X” dell’involucro 2). A titolo di esempio, il numero di organi filettati può essere scelto in funzione della lunghezza longitudinale delle ganasce 9a, 9b, ovvero secondo la categoria di ganasce “corte” oppure di ganasce “lunghe” in modo tale da garantire un’azione di serraggio distribuita ed uniforme lungo tutto lo sviluppo longitudinale delle ganasce 9a, 9b stesse.
In un ulteriore e diversa variante del trovato non illustrata nelle figure annesse, entrambe le ganasce 9a e 9b sono mobili e regolabili con i mezzi di azionamento 11 applicati ad entrambi i semigusci 2a e 2b, quindi con degli elementi del tipo madrevite-vite oppure con degli elementi del tipo a vite contemporaneamente attivi sui semigusci 2a e 2b dell’involucro esterno 2.
In particolare, in una diversa soluzione realizzativa illustrata nelle figure 4A-6 i mezzi di azionamento 11 attivi su di una ganascia 9a, 9b per muoverla da e verso l’altra ganascia 9b, 9a sono del tipo madrevite-vite, cioè comprendono almeno un accoppiamento tra un elemento madrevite 12 ed un elemento a vite 13.
In altri termini, detto elemento madrevite 12 è girevolmente vincolato nella rispettiva parte interna 8a, 8b di un semiguscio 2a, 2b del dispositivo 1 e presenta a titolo di esempio, la forma di un cursore circolare con foro passante filettato 12a in corrispondenza del proprio asse di rotazione “Z”. Per comodità e maggiore facilità descrittiva l’elemento madrevite 12 sarà di seguito rinominano col termine di cursore circolare 12.
Preferibilmente, il cursore circolare 12 giace su di un piano parallelo a quello di chiusura delle ganasce 9a, 9b del manipolatore 1, ancora più preferibilmente l’asse di rotazione “Z” del cursore 12 è perpendicolare ed interseca l’asse longitudinale di sviluppo “X” dell’involucro 2.
Il cursore circolare 12 presenta un diametro tale che il profilo circolare 12b sporga lateralmente in uno o due punti tra loro opposti dialmeno uno dei semigusci 2a, 2b. Delle opportune aperture 14a, 14b o fessure ricavate sul semiguscio 2a, 2b in corrispondenza delle sporgenze del cursore 12 fanno in modo che il cursore circolare 12 sia visibile ed accessibile con le dita di una mano dall’esterno del semiguscio 2a, 2b, preferibilmente quando il dispositivo 1 è impugnato. Inoltre, il cursore circolare 12 può presentare il profilo circolare 12b con una forma rastremata, a titolo di esempio troncoconica, in modo da seguire la linea di curvatura della sezione trasversale dell’involucro 2 in corrispondenza dell’asse di rotazione “Z” del cursore 12. Al fine di agevolare la presa sul cursore 12 da parte di un utilizzatore, il cursore circolare 12 presenta preferibilmente lungo il profilo circolare 12b una superficie che agevola la manovra. In un’altra soluzione il cursore circolare 12, non illustrata nelle figure annesse, può presentare preferibilmente delle leve, una per ogni apertura 14a, 14b sporgenti dalle aperture 14a, 14b stesse ed adatte ad essere azionate con un movimento per tutto lo sviluppo longitudinale dell’apertura 14a, 14b che, per esempio, può corrispondere ad una rotazione del cursore 12 pari ad un quarto di giro intorno all’asse “Z”. Preferibilmente, tale rotazione è sufficiente a raggiungere la posizione di massima compressione delle ganasce 9a, 9b sulla porzione della cannula 100 tra di esse alloggiato.
In particolare, secondo il tipo di ganascia utilizzata nella specifica soluzione realizzativa del dispositivo 1, possono essere inserite lungo lo sviluppo dell’involucro 2 delle molle di richiamo 11e che promuovono l’apertura delle ganasce 9a, 9b, come visibile nelle figure 4B e 5.
In altri termini, l’inserimento di molle di richiamo 11e tra un semiguscio 2a, 2b e la rispettiva ganascia 9a, 9b consente di avere, quando i mezzi di azionamento 11 non sono attivati, una situazione in cui le ganasce 9a, 9b sono richiamate ad una situazione di non compressione sulla superficie esterna della cannula 100.
L’elemento a vite 13 accoppiato al cursore circolare 12 si estende lungo due estremità 13a, 13b allineate con l’asse di rotazione “Z”. La prima estremità 13a è filettata in modo da avvitarsi nel foro filettato 12a del cursore circolare 12, mentre la seconda estremità 13b è fissata oppure vincolata ad una ganascia 9a, 9b in corrispondenza del lato opposto alla rispettiva superficie ricevente 10a, 10b.
A titolo di esempio, una rotazione in un senso del cursore circolare 12 comporta un avvitamento dell’elemento a vite 13 nel foro filettato 12a e quindi un contemporaneo allontanamento di una ganascia 9a dalla ganascia opposta 9b. Viceversa, una rotazione in senso opposto del cursore 12 comporta uno svitamento dell’elemento 13 dal foro filettato 12a e quindi un contemporaneo avvicinamento di una ganascia 9a verso la ganascia opposta 9b procurando il serraggio della cannula 100.
Preferibilmente, il diametro del profilo circolare 12b del cursore circolare 12 è compreso tra un valore di 30 mm e un valore di 50 mm, ancora più preferibilmente compreso tra un valore di 40 mm e un valore di 45 mm. In una ulteriore e diversa soluzione realizzativa dei mezzi di azionamento 11, non illustrata nelle annesse figure, comprendono il cursore circolare 12 completamente incassato in un dei semigusci 2a, 2b. Il cursore circolare 12 ingrana con dei denti presenti sul profilo circolare 12b con un cursore del tipo a vite senza fine che è girevolmente vincolato ad un semiguscio 2a, 2b ed è parzialmente sporgente all’esterno di un semiguscio 2a, 2b. Il cursore a vite senza fine è girevole intorno ad un asse preferibilmente parallelo all’asse longitudinale “X” ed è strutturato per poter essere azionato con le dita di una mano.
In una ulteriore e diversa soluzione realizzativa dei mezzi di azionamento 11, non illustrata nelle figure annesse, l’elemento a vite non è più azionato da una manopola 11c esterna al un semiguscio 2a, 2b bensì per mezzo di una sede incassata con una sagoma tale da permettere l’inserimento di una chiave sagomata oppure la testa di un cacciavite.
In riferimento alle forme realizzative comprese nel concetto della presente invenzione, i mezzi di azionamento 11 a vite preferibilmente comprendono dei mezzi di fermo in corrispondenza di almeno una delle due manopole girevoli 11c, ancora più preferibilmente presentano un anello di fermo in corrispondenza della manopola girevole 11c associata al primo semiguscio 2a.
La combinazione di una lunghezza specifica delle ganasce 9a, 9b, del tipo “corte” o “lunghe” con una particolare soluzione dei mezzi di azionamento 11, consente di dare luogo a diverse soluzioni realizzative tutte ricomprese nella presente invenzione e solo in parte riproposte nelle figure annesse. In particolare, si può assumere la regola che per le ganasce 9a, 9b della categoria “corta”, il numero di mezzi di azionamento 11 è ridotto preferibilmente ad un solo elemento dei mezzi di azionamento 11.
Nel caso in cui il dispositivo 1 prevede ganasce 9a, 9b della categoria “lunga”, i mezzi di azionamento 11 preferibilmente saranno uniformemente distribuiti lungo lo sviluppo longitudinale delle ganasce 9a, 9b stesse con più elementi attivi tra semiguscio 2a, 2b e rispettiva ganascia 9a, 9b, per esempio almeno due elementi attivi di detti mezzi di azionamento 11.
In una configurazione d’uso del manipolatore 1, l’involucro esterno 2 in configurazione chiusa presenta la cannula 100 inserita reversibilmente racchiusa nella sede di alloggiamento 10 per una sua porzione (serrabile e rilasciabile mediante rispettivo azionamento dei mezzi di azionamento 11) e fuoriuscente dal manipolatore 1 dalla prima apertura longitudinale 6 verso una propria prima estremità 101 e dalla seconda apertura longitudinale 7 verso una seconda estremità 102 distale alla prima estremità 101.
Preferibilmente, per agevolare lo scorrimento lungo la cannula 100 del manipolatore 1 è possibile realizzare due configurazioni di chiusura dei semigusci 2a, 2b definite convenzionalmente di chiusura totale e di chiusura parziale.
In accordo con una configurazione di chiusura totale i due semigusci 2a, 2b sono disposti in reciproco avvicinamento ed i mezzi di chiusura 5 sono attivati. Anche i mezzi di azionamento 11 sono attivati in modo tale da serrare le ganasce 9a, 9b e portare le superfici riceventi 10a, 10b a trattenere per attrito una porzione della cannula 100. In questa configurazione di chiusura totale non è possibile lo scorrimento del manipolatore 1 lungo la cannula 100, nemmeno forzandolo volontariamente.
In accordo con una configurazione di chiusura parziale i semigusci 2a, 2b sono posti in allontanamento reciproco pertanto non si oppone dell’attrito, almeno parzialmente, allo scorrimento del manipolatore 1 lungo la cannula 100. In altri termini, a partire dall’attivazione dei mezzi di azionamento 11 uguale ed invariata nella posizione rispetto all’attivazione usata nella configurazione di chiusura totale, la posizione aperta dei semigusci 2a, 2b rende inattiva la presa per attrito delle superfici riceventi 10a, 10b su di una porzione della cannula 100 permettendo lo scorrimento libero del manipolatore 1.
Dopo che l’utilizzatore ha compiuto uno scorrimento prestabilito del manipolatore 1, esso può essere riportato nella configurazione di chiusura totale ponendo i semigusci 2a, 2b in reciproco avvicinamento ed attivando i mezzi di chiusura 5. In questo modo la forza di compressione delle porzioni riceventi 10a, 10b delle ganasce 9a, 9b viene ripristinata senza dover agire sui mezzi di azionamento 11 essendo, per esempio, già preimpostati in precedenza durante un prima fase di utilizzo del manipolatore 1.Nelle annesse figure 7A-7C, è illustrata una sequenza di fasi che prevedono l’inserimento e l’estrazione di una cannula 100, attraverso un foro di passaggio mediante l’uso di un manipolatore 1, come da figure 1A-3. In tutte le fasi illustrate nella sequenza summenzionata, il manipolatore 1 è mostrato in configurazione richiusa intorno alla cannula 100, pronta quindi per la movimentazione in quanto le fasi di applicazione e di estrazione della cannula 100 sul/dal manipolatore 1 sono chiaramente desumibili dalla descrizione sopra riportata.
In particolare, nell’annessa figura 7A è illustrato un inserimento preliminare della cannula 100 all’interno di un vaso di un paziente per mezzo del manipolatore 1 secondo l’invenzione. In tale situazione, il manipolatore 1 è già applicato sulla cannula 100 e serrato su di esso ad una distanza, rispetto al vaso, tale da consentire una corretta azione di spinta sulla cannula 100.
Successivamente, l’utilizzatore impugna il manipolatore 1 e, facendo presa su di esso, spinge la cannula 100 in profondità all’interno del vaso fino ad una posizione in cui il manipolatore 1 si dispone in prossimità del punto di ingresso nel vaso. In tale condizione (figura 7B) si rende necessario arretrare il manipolatore 1 rispetto alla cannula 100 per consentire una successiva azione di avanzamento di un successivo tratto della cannula 100 nel vaso del paziente.
Preferibilmente, a partire dalla posizione di figura 7B, l’utilizzatore del manipolatore 1 ha almeno due opzioni d’impiego.
In una prima opzione l’utilizzatore del manipolatore 1 svita le manopole girevoli 11c dei mezzi di azionamento 11 del manipolatore 1 per rilasciare l’organo di serraggio a morsa 9 e sfilare il manipolatore 1 lungo la cannula 100 e portarlo in una posizione più arretrata, adatta ad esercitare una successiva corretta azione di spinta sulla stessa (figura 7C). Raggiunta tale posizione, l’utilizzatore agisce nuovamente sulle manopole girevoli 11c dei mezzi di azionamento 11 portando in serraggio l’organo di serraggio 9 a morsa e producendo quindi l’avanzamento aggiuntivo della cannula 100 nel vaso.
Tale sequenza di operazioni può essere ripetuta fino al raggiungimento del livello di inserimento desiderato della cannula 100 nel vaso.
Conclusa la condizione di utilizzo, la cannula 100 può essere sfilata dal foro di passaggio trasversalmente ad esso mediante apertura dell’involucro 2 ruotando tra loro i due semigusci 2a, 2b aprendo così la sede di alloggiamento 10.
In una seconda opzione l’utilizzatore pone il manipolatore 1 nella configurazione di chiusura parziale, cioè con i semigusci 2a, 2b aperti e senza intervenire sui mezzi di azionamento 11 bensì agendo solamente sui mezzi di chiusura 5. In questo modo il manipolatore 1 è aperto e libero di essere riposizionato lungo la cannula 100 ed in seguito di essere riportato nella configurazione di chiusura totale agendo ancora solamente sui mezzi di chiusura 5.
Vantaggiosamente, il procedimento illustrato nella seconda opzione permette un’azione rapida ed efficace di controllo di un utilizzatore sul manipolatore 1 agendo solamente sui mezzi di chiusura 5 e tralasciando la regolazione dell’organo di serraggio 9 che è possibile impostare una sola volta per il tipo di cannula 100 in uso, per esempio quando questa viene inserita per la prima volta nel manipolatore 1.
Il manipolatore 1, secondo la presente invenzione, consente di essere racchiuso attorno ad una porzione della cannula 100 in modo molto veloce senza che il manipolatore 1 sia fatto scorrere per tutto lo sviluppo della cannula 100 fino a far fuoriuscire il manipolatore da una estremità distale della cannula 100 stesso. Ciò è consentito dalla realizzazione dell’involucro in due semigusci tra loro incernierati che, nella configurazione di allontanamento reciproco completo, consentono una rimozione della cannula in senso trasversale.
Vantaggiosamente, la sede di alloggiamento 10 della porzione della cannula 100 inserita nel manipolatore 1 prevede un’ampia estensione delle superfici riceventi 10a, 10b e questo permette di ridurre notevolmente la pressione superficiale sulle pareti della cannula affacciate con le superfici 10a, 10b suddette quando sono serrate. La ridotta pressione meccanica rende adatto il manipolatore 1 per tutti i modelli di cannula, anche eventualmente per cateteri più delicati.
Vantaggiosamente, i mezzi di azionamento 11 comprendono degli elementi filettati azionabili mediante una manopola girevole 11c oppure un cursore circolare 12, eliminando sistemi noti a scatto o a bottone che implicano la costante azione di almeno un dito della mano dell’utilizzatore qualora si volesse mantenere scorrevole la cannula e/o altri oggetti liberi di spostarsi al suo interno oppure la innaturale posizione di alcune dita della mano per agire sempre sui suddetti sistemi di chiusura/rilascio.
Inoltre, vantaggiosamente, i mezzi di azionamento 11 descritti permettono una regolazione fine della pressione meccanica esercitata dalle superfici riceventi 10a, 10b sulla porzione della cannula 100 direttamente da parte dell’utilizzatore del manipolatore 1 senza particolare sforzo da parte dell’operatore.
Vantaggiosamente, la deposizione di uno strato di materiale deformabile sulla superficie ricevente 10a, 10b di ciascuna ganascia 9a, 9b permette la perfetta chiusura sulla porzione della cannula 100 alloggiato nel dispositivo 1, adeguando la forma delle ganasce 9a, 9b alla misura esterna della porzione della cannula 100 stesso ed alla geometria esterna della stessa.
Vantaggiosamente, lo strato di materiale deformabile presenta anche caratteristiche di elevato coefficiente d’attrito. Un elevato attrito tra le superfici riceventi 10a, 10b e la superficie esterna della porzione di cannula 100 permette un controllo ottimale della stessa in ogni condizione d’uso ed inoltre consente di evitare accidentali scorrimenti involontari del manipolatore 1. Inoltre, un elevato coefficiente d’attrito delle ganasce 9a, 9b permette di assicurare un’ottima presa anche con una estensione longitudinale delle stesse ganasce ridotta rispetto a quanto noto, ottimizzando le dimensioni e gli ingombri complessivi del manipolatore 1, soprattutto in termini di estensione longitudinale lungo l’asse “X”.
Vantaggiosamente, i mezzi di chiusura 5 a scatto per la chiusura dei semigusci velocizzano e semplificano la commutazione da una configurazione in cui i semigusci 2a, 2b sono in allontanamento reciproco per l’apertura del manipolatore 1 ad una di avvicinamento reciproco per la chiusura dello stesso. Inoltre, la presenza di un collegamento laterale flessibile 2c, in particolare per mezzo di una cerniera, consente di avere i semigusci 2a, 2b dell’involucro 2 uniti tra loro facilitando la presa e la chiusura dell’involucro 2 con una sola mano dell’utilizzatore lasciando libera l’altra mano.
Vantaggiosamente, la possibilità di una doppia configurazione di chiusura del manipolatore 1, ovvero una configurazione di chiusura totale oppure di chiusura parziale, consente di utilizzare agevolmente e con sicurezza ogni forma realizzativa del manipolatore 1, in particolare la forma realizzativa del manipolatore 2 con le ganasce “lunghe” e con le ganasce “corte”.
Ancora più vantaggiosamente, la doppia configurazione di chiusura (totale o parziale) permette all’utilizzatore un controllo ed una presa ottimali, anche in caso di movimento di torsione della cannula, durante l’uso di un manipolatore 1 dotato di ganasce “lunghe” evitando al tempo stesso l’accidentale ingaggio per attrito durante l’operazione di scorrimento.
Vantaggiosamente, in una configurazione del manipolatore 1 in cui il collegamento laterale flessibile 2c presenta l’asse di rotazione “T” perpendicolare all’asse longitudinale “X” dell’involucro 2, i mezzi di chiusura 5 assolvono alla loro specifica funzione e consentono contemporaneamente di accompagnare l’apertura/chiusura dei semigusci 2a, 2b come fossero vere e proprie cerniere, in corrispondenza di almeno una delle porzioni uncinate 5a.
La soluzione a semigusci 2a, 2b del manipolatore 1 permette di ottimizzare lo stoccaggio ed il confezionamento sterile del manipolatore 1 stesso che , una volta assemblato, non presenta pezzi separati e/o da comporre una volta aperta la confezione immediatamente prima dell’utilizzo del manipolatore 1 stesso.
Vantaggiosamente, la presenza di ganasce 9a, 9b separate ed adattabili permette di avere un unico involucro 2 adatto ad una varietà di differenti misure della cannula 100, offrendo maggiore possibilità d’impiego del manipolatore 1.
Vantaggiosamente, il manipolatore 1 permette di calibrare e di attivare/disattivare la forza di serraggio tra le summenzionate porzioni riceventi 10a, 10b ed una porzione della parete esterna di una cannula 100 tutte le volte che il manipolatore 1 viene utilizzato e/o tutte le volte che un utilizzatore ne ha la necessità.
Vantaggiosamente, il manipolatore 1 secondo la presente invenzione permette la calibrazione della forza di serraggio tra una sede di alloggiamento 10 del manipolatore 1 ed una porzione della cannula 100 indipendentemente dalla misura del suo diametro.
Preferibilmente, lo sviluppo longitudinale cilindrico dell’involucro 2 e la misura del suo diametro esterno è tale da offrire un’efficace superficie di presa per la mano dell’utilizzatore.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Manipolatore (1) per un elemento tubolare (100) ad uso medicale, comprendente: - un involucro esterno (2) comprendente un primo semiguscio (2a) ed un secondo semiguscio (2b) configurabili in almeno una configurazione di allontanamento reciproco, atta a permettere un inserimento di almeno una porzione dell’elemento tubolare (100) tra i due semigusci (2a, 2b), ed una configurazione di avvicinamento reciproco atta a richiudersi su detta porzione dell’elemento tubolare (100), in cui ciascun semiguscio (2a, 2b) presenta una rispettiva ganascia (9a, 9b), le ganasce (9a, 9b) dei due semigusci (2a, 2b) cooperando tra loro per definire un organo di serraggio a morsa (9) adatto a stringersi attorno a detta porzione dell’elemento tubolare (100); - mezzi di azionamento (11), applicati su almeno uno di detti semigusci (2a, 2b) ed attivi sulla rispettiva ganascia (9a, 9b) per movimentare detta ganascia (9a, 9b) da e verso l’altra ganascia (9b, 9a) per realizzare, rispettivamente, una configurazione di rilascio ed una configurazione di serraggio di detto organo di serraggio a morsa (9).
  2. 2. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di azionamento (11) sono del tipo a vite.
  3. 3. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di azionamento (11) a vite comprendono almeno un organo filettato (11a) avvitato entro un rispettivo foro filettato (2e) realizzato su detto primo semiguscio (2a) ed accoppiato alla ganascia (9a) di detto primo semiguscio (2a) per movimentare detta ganascia (9a) da e verso l’altra ganascia (9b).
  4. 4. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 3, in cui detto organo filettato (11a) comprende uno stelo (11b), avvitato entro detto foro filettato (2e) e prospiciente esternamente a detto primo semiguscio (2a), ed una manopola girevole (11c) solidale a detto stelo (11a) e disposta esternamente a detto primo semiguscio (2a).
  5. 5. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 4, in cui detto organo filettato (11a) presenta un’estremità (11d), opposta a detta manopola girevole (11c), collegata in modo liberamente girevole ad una rispettiva porzione ricevente (P) di detta ganascia (9a) del primo semiguscio (2a).
  6. 6. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 1 in cui detti mezzi di azionamento (11) comprendono un elemento madrevite (12) accoppiato ad un organo a vite (13), detto organo a vite (13) essendo fissato su di una ganascia (9a, 9b) di un semiguscio (2a, 2b) per movimentare detta ganascia (9a, 9b) da e verso la ganascia (9b,9a) opposta.
  7. 7. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 6, in cui detto elemento madrevite (12) è girevolmente vincolato su di un semiguscio (2a,2b) ed incluso almeno parzialmente in detta parte interna (8a, 8b) di detto semiguscio (2a, 2b) e sporgente all’esterno rispetto a detto semiguscio (2a, 2b) attraverso almeno due aperture (14a, 14b) disposte simmetricamente su lati opposti della superficie esterna del semiguscio (2a, 2b).
  8. 8. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui le ganasce (9a, 9b) comprendono almeno in corrispondenza delle rispettive superfici riceventi (10a, 10b) uno strato di materiale deformabile preferibilmente elastico ad elevato coefficiente d’attrito.
  9. 9. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui almeno una ganascia (9a, 9b) presenta una sezione trasversale definita da una linea spezzata aperta avente preferibilmente almeno tre segmenti adiacenti e definenti una superficie ricevente (10a) di detta porzione dell’elemento tubolare (100).
  10. 10. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui ciascuna ganascia (9a, 9b) presenta una direzione prevalente di sviluppo longitudinale, preferibilmente compresa tra 1 e 7 cm.
  11. 11. Manipolatore (1) secondo la rivendicazione 6 quando dipende dalla 3, in cui detti mezzi di azionamento (11) comprendono almeno due organi filettati (11a) avvitati entro rispettivi fori filettati (2e) realizzati su detto primo semiguscio (2a) ed attivi su due differenti porzioni di detta ganascia (9a) del primo semiguscio (2a).
  12. 12. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detti mezzi di azionamento (11) sono applicati su uno soltanto di detti semigusci (2a, 2b) ed in cui la ganascia (9a, 9b) dell’altro semiguscio (2b, 2a) è fissata stabilmente all’altro semiguscio (2b, 2a).
  13. 13. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detti semigusci (2a, 2b) sono reciprocamente collegati mediante un collegamento laterale (2c) del tipo a cerniera definente un asse di rotazione (“Y”) lungo un bordo longitudinale (2d) di detti semigusci (2a, 2b).
  14. 14. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni dalla 1 a 9, in cui in cui detti semigusci (2a, 2b) sono reciprocamente collegati mediante un collegamento (2c) del tipo a cerniera definente un asse di rotazione (“T”) lungo un bordo trasversale a detto bordo longitudinale (2d) di detti semigusci (2a, 2b), preferibilmente detto asse di rotazione (“T”) è perpendicolare a detto asse longitudinale di sviluppo (“X”) dell’involucro (2).
  15. 15. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente inoltre mezzi di chiusura (5) attivi tra i due semigusci (2a, 2b) per mantenere stabilmente i due semigusci (2a, 2b) in detta configurazione di reciproco avvicinamento, preferibilmente detti mezzi di chiusura (5) comprendendo mezzi a scatto (5a, 5b) tali da permettere a detto manipolatore (1) di assumere alternativamente almeno una configurazione di chiusura totale o una configurazione di chiusura parziale.
  16. 16. Manipolatore (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detto primo semiguscio (2a) e detto secondo semiguscio (2b) sono collegati tra loro in una rispettiva porzione laterale di collegamento preferibilmente definente un collegamento laterale flessibile (2c).
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