ITFI20130114A1 - Elemento di fissaggio osseo - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo

“Elemento di fissaggio osseo”

La presente invenzione ha per oggetto un elemento di fissaggio osseo ed, in una situazione preferita, si colloca nel settore degli interventi chirurgici in artroscopia, particolarmente ma non limitatamente nell’ambito del ginocchio, per l’applicazione di protesi od altri elementi funzionali al recupero funzionale/strutturale dell’osso o dell’articolazione.

In maggior dettaglio, l’elemento di fissaggio osseo secondo l’invenzione è del tipo a vite.

Con riferimento all’articolazione del ginocchio, è noto l’impianto di una placca di supporto sulla superficie dell’osso (estremità superiore della tibia) volto a ripristinare una situazione funzionale dell’articolazione, per esempio per realizzare un recupero dei giochi dell’articolazione a seguito di traumi o fenomeni degenerativi dell’articolazione stessa.

Tale impianto consiste nella realizzazione di un foro nella testa dell’osso e l’inserimento, nel foro, di un inserto con interposizione di un apposito materiale legante (“cemento”) che favorisce la presa dell’inserto sull’osso. All’inserto possono essere collegate apposite piastre che “ricalcano” una superficie ideale della testa dell’osso, realizzando quindi una parziale ricostruzione della superficie dell’osso.

La stessa procedura è comunque impiegata anche nel trattamento di altre articolazioni.

Svantaggiosamente, le problematiche relative all’impiego di detto cemento sono numerose e peraltro di difficile risolvibilità.

L’uso del cemento rende innanzitutto problematica la procedura di reintervento, per esempio al termine della vita utile della piastra (o protesi) che deve essere sostituita. Il cemento, infatti, si lega in modo molto stabile all’osso ostacolando la rimozione dell’inserto precedentemente impiantato. Ciò può rendere necessario l’asportazione di una maggiore quantità di osso per rimuovere tutto il cemento, portando all’ottenimento di un foro molto più grande di quello realizzato nell’intervento precedente.

In altre situazioni, il cemento può al contrario non essere in grado di realizzare una sufficiente azione di presa e, quindi, non consentire un corretto impianto dell’inserto.

Inoltre, l’uso del detto cemento può condurre alla contaminazione dell’articolazione del paziente con sostanze nocive contenute nel cemento stesso, con evidenti danni alla salute del paziente.

Infine, il cemento tende innescare un processo di auto riscaldamento dopo l’applicazione, e ciò comporta l’esposizione della zona trattata ad un inquinamento di tipo termico.

Pertanto, scopo della presente invenzione è rendere disponibile un elemento di fissaggio osseo che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.

In particolare, è scopo della presente invenzione mettere a disposizione un elemento di fissaggio osseo che consenta un ottimo grado di reversibilità, in particolare in termini di predisposizione alla rimozione senza necessità di procedure eccessivamente invasive per il paziente. E’ inoltre scopo della presente invenzione mettere a disposizione un elemento di fissaggio osseo che garantisca una corretta azione meccanica di presa nella zona di impianto.

E’ altresì scopo della presente invenzione mettere a disposizione un elemento di fissaggio osseo che non esponga la salute del paziente a rischi di contaminazione chimico/fisica.

Lo scopo è pienamente raggiunto dall’elemento di fissaggio osseo secondo la presente invenzione, che si caratterizza per quanto contenuto nelle rivendicazioni sotto riportate.

Le caratteristiche tecniche dellinvenzione, secondo il suddetto scopo, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sotto riportate, ed i vantaggi della stessa risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, in cui:

- la figura 1 illustra una vista in sezione di un elemento di fissaggio osseo secondo l’invenzione, in una prima forma realizzativa ed applicato ad un piatto tibiale;

- la figura 2 illustra una vista dall’alto dell’elemento di fissaggio di figura 1; - la figura 3 rappresenta una vista in esploso dell’elemento di fissaggio di figura 1;

- la figura 4 illustra una vista laterale di un elemento di fissaggio osseo secondo l’invenzione, in una seconda forma realizzativa;

- la figura 5 illustra una vista dall’alto dell’elemento di fissaggio di figura 4; - la figura 6 illustra una vista in sezione di un elemento di fissaggio osseo secondo l’invenzione, in una prima terza realizzativa ed applicato ad un osso per il supporto strutturale in caso di frattura;

- la figura 7 illustra una vista dall’alto dell’elemento di fissaggio di figura 6. In accordo con le figure annesse, con 1 è complessivamente rappresentato un elemento di fissaggio osseo secondo la presente invenzione.

Poiché verranno descritte differenti forme realizzative dell’invenzione, con lo stesso numero verranno indicati elementi comuni alle forme realizzative (per esempio, 1, 1’, 1’’ identificano l’elemento di fissaggio rispettivamente nella prima, nella seconda e nella terza forma realizzativa,

Le figure 1-3 mostrano una prima forma realizzativa dell’invenzione.

In accordo con questa prima forma realizzativa, e come mostrato in dettaglio in figura 3, l’elemento di fissaggio 1 comprende una porzione di ancoraggio 2, adatta a trovare alloggiamento all’interno di una sede ricavata in un osso 100, ed un elemento funzionale 3 preposto ad esplicare una funzione strutturale sull’osso 100.

La porzione di ancoraggio 2 presenta forma sostanzialmente cilindrica, a sezione preferibilmente circolare, per definire un gambo di attacco all’osso 100. La porzione di ancoraggio 2 potrebbe comunque esplicare la sua funzione anche con altre forme, per esempio tronco-conica o altre ancora. La porzione di ancoraggio 2 presenta una superficie laterale 4 zigrinata atta a realizzare un miglioramento dell’azione di presa sull’osso. Preferibilmente, la zigrinatura esterna è conferita per mezzo di una pluralità di rilievi circonferenziali a dente di sega, conformati in modo tale da incrementare una resistenza all’estrazione della porzione di ancoraggio 2 dall’osso 100.

La porzione di ancoraggio 2 presenta inoltre un foro 5 longitudinale, disposto preferibilmente in posizione centrale lungo un asse di sviluppo della porzione di ancoraggio 2, la cui funzione verrà descritta nel seguito. La porzione di ancoraggio 2 è realizzata in un materiale elasticamente deformabile.

L’elemento funzionale 3 comprende, in questa forma realizzativa, una protesi superficiale la cui funzione è ripristinare una corretta superficie di accoppiamento con la rotula (femore?), per esempio a seguito di trauma o processo degenerativo dell’osso 100.

L’elemento funzionale 3 ha quindi uno sviluppo prevalentemente sottile, per esempio piastriforme e, in una possibile soluzione, presenta forma di piastrina discoidale come mostrato in figura 2. Tale forma potrebbe comunque essere qualsiasi.

L’elemento funzionale 3 trova alloggiamento, insieme alla porzione di ancoraggio 2, all’interno di una sede appositamente ricavata nell’osso 100, per esempio mediante trapanatura e fresatura, preferibilmente in una configurazione in cui l’ingombro dell’elemento funzionale 3 non emerge da una superficie ideale teorica dell’osso 100 ma, anzi (come visibile in figura 2), in accordo con una giacitura in cui la superficie esterna 6 dell’elemento 3 funzionale ristabilire la superficie esterna teorica dell’osso 100.

La porzione di ancoraggio 2 è rigidamente collegata all’elemento funzionale 3 in modo da definire un unico elemento rigido preposto a mantenere in posizione stabile l’elemento funzionale 3 mediante fissaggio della porzione di ancoraggio 2 all’osso 100.

Il citato foro 5 longitudinale, realizzato nella porzione di ancoraggio 2, si estende anche all’interno dell’elemento funzionale 3 in modo tale da risultare accessibile dal lato dell’elemento funzionale 3 opposto alla porzione di ancoraggio 2.

Preferibilmente, tale foro 5 longitudinale è cieco.

In una forma realizzativa preferita, ed in accordo con le figure 1 e 3, l’elemento funzionale 3 presenta un recesso 7 in corrispondenza della propria superficie esterna 6 (opposta alla porzione di ancoraggio 2) e tale da contenere il citato foro 5 per consentire l’accesso al foro 5. Il recesso 7 ha preferibilmente forma circolare ed è centrato sull’asse del foro 5.

Preferibilmente, il recesso 7 è richiudibile mediante un apposito coperchio 8 il quale, in una posizione di applicazione all’elemento funzionale 3 (figura 1), ripristina una continuità superficiale della superficie esterna 6 dell’elemento funzionale 3.

Preferibilmente, il coperchio 8 è applicabile a scatto mediante semplice pressione, per esempio mediante previsione di appositi innesti laterali elasticamente deformabili nella giunzione tra elemento funzionale 3 e coperchio 8.

In una forma realizzativa preferita, il coperchio 8 è realizzato nello stesso materiale dell’elemento funzionale 3.

Vantaggiosamente, l’elemento di fissaggio osseo 1 comprende inoltre mezzi di espansione, inseribili nel foro 5 per realizzare un’espansione laterale della porzione di ancoraggio 2 tale da aumentare un’azione di presa della porzione di ancoraggio 2 sull’osso 100.

Nella forma realizzativa corrente (figure 1-3), i citati mezzi di espansione comprendono una vite 9 inseribile mediante avvitamento entro il foro 5. Tale vite 9 definisce quindi una vite di espansione atta a realizzare un’espansione laterale della porzione di ancoraggio 2 quando la vite 9 è inserita nel foro 5.

In particolare, il foro 5 ha dimensione trasversale inferiore alla vite 9 per realizzare una deformazione di spanciamento laterale della porzione di ancoraggio 2 a seguito dell’inserimento della vite 9 nel foro 5.

La testa della vite 9 trova alloggiamento in una cavità presente al di sotto del coperchio 8 quando applicato all’elemento funzionale 3.

In accordo con differenti forme realizzative, i mezzi di espansione possono essere realizzati mediante organi differenti dalla summenzionata vite 9 ma atti ad esplicare una funzione analoga.

In uso, un chirurgo realizza dapprima la sede nell’osso 100 e successivamente applica l’elemento funzionale 3 in modo tale che la porzione di ancoraggio 2 risulti all’interno della sede. Successivamente, l’inserimento della vite 9 determina una deformazione laterale della porzione di ancoraggio 2, grazie alla deformabilità elastica di quest’ultima, portando la superficie laterale 4 della porzione di ancoraggio 2 ad impegnarsi stabilmente sull’osso 100. Ciò avviene vantaggiosamente senza impiego di alcun tipo di cemento atto a promuovere la presa della porzione di ancoraggio 2 sull’osso 100.

Infine, l’applicazione del coperchio 8 consegue un completo ripristino della superficie esterna dell’osso 100.

Le figure 4-5 illustrano una seconda forma realizzativa dell’invenzione. Questa seconda forma realizzativa si differenzia dalla precedente per il fatto di presentare una pluralità di porzioni di ancoraggio 2’ applicate stabilmente sul lato concavo di un unico elemento funzionale 3’ di forma curva il quale può definire una protesi od una piastra di supporto per un osso.

Ciascuna delle porzioni di ancoraggio 2’ è strutturalmente identica alle porzioni di ancoraggio 2 della forma realizzativa delle figure 1-3, con coperchio 8 (non illustrato) opzionale, in funzione della specifica funzione esplicata dall’elemento funzionale 3’.

Le figure 6-7 illustrano una terza forma realizzativa dell’invenzione.

Questa terza forma realizzativa si differenzia dalla precedente per il fatto che l’elemento funzionale 3’’ è una piastra di supporto per un osso 100 e (nella forma realizzativa illustrata, che non è limitativa) ha forma piana. La presente invenzione raggiunge gli scopi proposti, superando gli inconvenienti lamentati nella tecnica nota.

L’utilizzo dei mezzi di espansione agenti sulla porzione di ancoraggio, elasticamente deformabile, consentono di evitare l’impiego del cemento consentendo un’azione di autoaggrappaggio della porzione di ancoraggio alle pareti della sede dell’osso.

Ciò, oltre ai benefici in termini di salute legati all’assenza del cemento, consente una spiccata propensione dell’elemento di fissaggio alla rimozione in caso di necessità di sostituzione.

Inoltre, l’aggrappaggio meccanico diretto tra la superficie laterale della porzione di ancoraggio e l’osso consente di garantire la presa sull’osso senza condizionare l’azione di presa ad una (spesso incerta) azione di presa del cemento, variabile da individuo a individuo.

Claims (12)

1. RIVENDICAZIONI 1. Elemento di fissaggio osseo, comprendente: - almeno una porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’), adatta a trovare alloggiamento all’interno di una sede ricavata in un osso (100); - un elemento funzionale (3, 3’, 3’’), collegato a detta porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’) e preposto ad esplicare una funzione strutturale sull’osso (100); caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di espansione (9, 9’, 9’’), inseribili in un foro (5, 5’, 5’’) realizzato nella porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’) per realizzare un’espansione laterale della porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’) tale da aumentare un’azione di presa della porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’) sull’osso (100).
2. 2. Elemento di fissaggio secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di espansione (9, 9’, 9’’) comprendono una vite (9, 9’, 9’’) inseribile mediante avvitamento entro detto foro (5, 5’, 5’’).
3. 3. Elemento di fissaggio secondo la rivendicazione 2, in cui il foro (5, 5’, 5’’) ha dimensione trasversale inferiore alla vite per realizzare una deformazione di spanciamento laterale della porzione di ancoraggio a seguito dell’inserimento della vite nel foro (5, 5’, 5’’).
4. 4. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detto (5, 5’, 5’’) foro è cieco.
5. 5. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detta porzione di ancoraggio (5, 5’, 5’’) presenta una superficie esterna (6, 6’, 6’’) zigrinata atta a realizzare un miglioramento dell’azione di presa sull’osso (100).
6. 6. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui la porzione di ancoraggio (5, 5’, 5’’) è applicata ad un lato dell’elemento funzionale (3, 3’, 3’’) ed in cui l’altro lato dell’elemento funzionale (3, 3’, 3’’) presenta un recesso (7, 7’, 7’’) per consentire l’accesso al foro (5, 5’, 5’’) della porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’); detto elemento di fissaggio (1, 1’, 1’’) comprendendo inoltre un coperchio (8) applicabile a detto recesso (7, 7’, 7’’) per ripristinare una continuità superficiale di detto elemento funzionale (3, 3’, 3’’).
7. 7. Elemento di fissaggio secondo la rivendicazione 6, in cui detto elemento funzionale (3, 3’, 3’’) presenta una superficie prevalente di sviluppo che conferisce all’elemento funzionale (3, 3’, 3’’) una conformazione piastriforme.
8. 8. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detta porzione di ancoraggio (2, 2’, 2’’) è realizzata in un materiale elasticamente deformabile.
9. 9. Elemento di fissaggio secondo la rivendicazione 6, in cui il coperchio (8) e l’elemento funzionale (3, 3’, 3’’) sono realizzati nel medesimo materiale.
10. 10. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detto elemento funzionale (3, 3’, 3’’) è una protesi preposta a ricostruire un profilo superficiale dell’osso (100).
11. 11. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detto elemento funzionale (3, 3’, 3’’) è una piastra di rinforzo dell’osso (100).
12. 12. Elemento di fissaggio secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio (2, 2’, 2’’) collegate a detto elemento funzionale (3, 3’, 3’’) per realizzare un ancoraggio dell’elemento funzionale (3, 3’, 3’’) ad una pluralità di porzioni dell’osso (100).