ITBO20130087A1 - Dispositivo e metodo di generazione di plasma freddo - Google Patents

Dispositivo e metodo di generazione di plasma freddo

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ITBO20130087A1
ITBO20130087A1 IT000087A ITBO20130087A ITBO20130087A1 IT BO20130087 A1 ITBO20130087 A1 IT BO20130087A1 IT 000087 A IT000087 A IT 000087A IT BO20130087 A ITBO20130087 A IT BO20130087A IT BO20130087 A1 ITBO20130087 A1 IT BO20130087A1
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IT
Italy
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electrode
glove
dielectric layer
liquid
face
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IT000087A
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Vittorio Colombo
Matteo Gherardi
Romolo Laurita
Anna Liguori
Paolo Sanibondi
Augusto Stancampiano
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Univ Bologna Alma Mater
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    • A61LMETHODS OR APPARATUS FOR STERILISING MATERIALS OR OBJECTS IN GENERAL; DISINFECTION, STERILISATION OR DEODORISATION OF AIR; CHEMICAL ASPECTS OF BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES; MATERIALS FOR BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES
    • A61L2/00Methods or apparatus for disinfecting or sterilising materials or objects other than foodstuffs or contact lenses; Accessories therefor
    • A61L2/0005Methods or apparatus for disinfecting or sterilising materials or objects other than foodstuffs or contact lenses; Accessories therefor for pharmaceuticals, biologicals or living parts
    • A61L2/0011Methods or apparatus for disinfecting or sterilising materials or objects other than foodstuffs or contact lenses; Accessories therefor for pharmaceuticals, biologicals or living parts using physical methods
    • HELECTRICITY
    • H05ELECTRIC TECHNIQUES NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
    • H05HPLASMA TECHNIQUE; PRODUCTION OF ACCELERATED ELECTRICALLY-CHARGED PARTICLES OR OF NEUTRONS; PRODUCTION OR ACCELERATION OF NEUTRAL MOLECULAR OR ATOMIC BEAMS
    • H05H1/00Generating plasma; Handling plasma
    • H05H1/24Generating plasma
    • H05H1/2406Generating plasma using dielectric barrier discharges, i.e. with a dielectric interposed between the electrodes
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61LMETHODS OR APPARATUS FOR STERILISING MATERIALS OR OBJECTS IN GENERAL; DISINFECTION, STERILISATION OR DEODORISATION OF AIR; CHEMICAL ASPECTS OF BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES; MATERIALS FOR BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES
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Description

DESCRIZIONE
DISPOSITIVO E METODO DI GENERAZIONE DI PLASMA FREDDO
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo generatore di plasma freddo.
Il presente trovato riguarda un sistema di generazione di plasma “freddo†, ovvero plasma cosiddetto “non termico†.
Per plasma “freddo†o “non termico†si intende un plasma a temperatura relativamente bassa, per esempio di circa 40°C.
Tale tipologia di plasma si presta al trattamento diretto di superfici quale ad esempio la pelle del corpo umano o altre superfici biologiche.
Si osservi che negli ultimi anni sorgenti di plasmi non termici sono stati sviluppati e progettati per applicazioni biologiche e mediche; per tali applicazioni, la massima efficacia del trattamento biologico si ha mediante una esposizione diretta al plasma del substrato da trattare.
Per quanto riguarda i sistemi di generazione di plasma freddo, à ̈ noto l’impiego di una tecnologia denominata “DBD†, che à ̈ un acronimo per “Dielectric Barrier Discharge†.
La tecnologia DBD prevede di generare il plasma in una regione di spazio (tipicamente un’intercapedine) adiacente alla superficie di un dielettrico posto a copertura di un elettrodo; inoltre, una sorgente di alta tensione viene utilizzata per stabilire in detta regione di spazio un campo elettrico tale da generare il plasma, stabilendo una differenza di potenziale tra detto elettrodo ed un elettrodo secondario, denominato anche controelettrodo.
Nell’ambito dei sistemi DBD in cui il plasma à ̈ destinato a trattare la superficie di un corpo, à ̈ noto di collegare l’elettrodo ricoperto dal dielettrico alla sorgente di alta tensione e di sfruttare la differenza di potenziale tra l’elettrodo e il corpo stesso da trattare, per generare detto campo elettrico; pertanto, in questi casi il contro-elettrodo del sistema DBD à ̈ costituito da corpo stesso da trattare.
I documenti brevettuali US2009/0054896 e US8103340 forniscono esempi di dispositivi di generazione di plasma freddo con detta tecnologia DBD, in cui il corpo da trattare definisce un contro elettrodo.
Tuttavia, tali dispositivi non sono particolarmente adatti al trattamento di superfici tridimensionali irregolari e varie nella forma, come quelle costituite dalla pelle del corpo umano.
Infatti, le superfici dielettriche di tali dispositivi sono rigide e non consentono un adattamento alla specifica superficie da trattare.
In questa luce, si osservi che, per evitare che il trattamento col plasma possa arrecare fastidio o danni alla superficie da trattare, Ã ̈ necessario che il plasma venga generato in modo sufficientemente diffuso.
Questa condizione à ̈ verificata se il campo elettrico nella zona in cui viene generato il plasma à ̈ uniforme e la distanza tra la superficie dielettrica e la superficie trattata à ̈ sostanzialmente uniforme e relativamente ridotta (per evitare che il plasma assuma una forma troppo intensa, con eventi localizzati, ripetuti e potenzialmente dannosi). Infatti, se la distanza tra la superficie da trattare e quella del dielettrico non à ̈ uniforme, il plasma generato tra le due superfici non ha la uniformità desiderata.
Tale problematica viene affrontata dal documento brevettuale US2012/0259270, che propone di realizzare la superficie dielettrica e l’elettrodo ivi accoppiato mediante una struttura flessibile multistrato, in cui l’elettrodo à ̈ una struttura laminare flessibile, inserita all’interno di uno strato dielettrico realizzato in materiale flessibile.
Tuttavia, anche tale soluzione ha alcuni problemi.
Infatti, tale soluzione à ̈ complicata costruttivamente; inoltre, comporta il rischio di innesco di scariche elettriche tra lo strato conduttivo (elettrodo) e lo strato dielettrico, con conseguente rischio di deterioramento e di perdita di efficacia del dispositivo.
Scopo del presente trovato à ̈ rendere disponibile un dispositivo generatore di plasma non termico, per il trattamento di una superficie tridimensionale mediante una tecnica “dielectric barrier discharge†, che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, à ̈ scopo del presente trovato mettere a disposizione un dispositivo generatore di plasma non termico, per il trattamento di una superficie tridimensionale mediante una tecnica “dielectric barrier discharge†, che sia semplice da realizzare e affidabile.
Ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ proporre un dispositivo generatore di plasma non termico per il trattamento di una superficie tridimensionale mediante una tecnica “dielectric barrier discharge†, che consenta una sanificazione particolarmente efficace e comoda delle mani. Detti scopi sono pienamente raggiunti dal dispositivo oggetto del presente trovato, che si caratterizza per quanto contenuto nelle rivendicazioni sotto riportate.
In particolare, il dispositivo secondo il trovato comprende un elettrodo collegabile ad una sorgente di alta tensione (comprendente un generatore di alta tensione) e uno strato di materiale dielettrico deformabile, avente una prima faccia accoppiata all’elettrodo e una seconda faccia accostabile alla superficie da trattare, quest’ultima definendo un contro-elettrodo (nel sistema DBD).
Secondo l’invenzione, detto elettrodo à ̈ realizzato in un materiale liquido; con la parola “liquido†si intende un materiale che à ̈ nella fase liquida a temperatura e pressione standard.
Inoltre, tale materiale liquido può avere diversi valori di viscosità; per esempio, l’elettrodo liquido potrebbe essere una pasta.
Inoltre, tale elettrodo liquido à ̈ realizzato in un materiale a bassa resistività (si intende resistività elettrica).
Inoltre, lo strato dielettrico à ̈ realizzato in un materiale impermeabile a detto liquido.
Tale struttura DBD con elettrodo liquido ha varie applicazioni.
Una prima applicazione riguarda la sanificazione delle mani (o di altre parti del corpo o di altri corpi ancora), attraverso la generazione di plasma nella regione di spazio circondante la superficie delle mani.
Una seconda possibile applicazione à ̈ il trattamento di parti del corpo, per esempio della pelle dei gomiti, dell’incavo delle ginocchia, eccetera, mediante applicazione di plasma a contatto con detta porzione di pelle. Nel caso della prima applicazione, preferibilmente, il dispositivo comprende un recipiente riempito con detto elettrodo liquido.
Tale recipiente definisce almeno un’apertura in cui à ̈ inserito un guanto (o di un altro elemento simile avente un alloggiamento in cui à ̈ inseribile una mano).
La parte del guanto preposta ad avvolgere la mano à ̈ posizionata internamente al recipiente; pertanto, il guanto à ̈ almeno parzialmente immerso in detto elettrodo liquido.
L’apertura del guanto attraverso cui à ̈ inseribile la mano à ̈ accessibile dall’esterno del recipiente, senza entrare in contatto con l’elettrodo liquido (che à ̈ in tensione).
Per esempio, la parte del guanto definente l’apertura à ̈ posizionata esternamente al recipiente.
La prima faccia dello strato dielettrico definisce la superficie esterna del guanto.
La superficie interna del guanto (più in particolare, di detta almeno una porzione di guanto posizionata all’interno del recipiente) definisce la seconda faccia dello strato dielettrico.
Pertanto, si osservi che il guanto costituisce un contenitore dielettrico che circonda sostanzialmente in modo completo l’oggetto da trattare e previene la formazione di un arco plasma.
Nel caso della seconda applicazione, preferibilmente, la prima faccia dello strato dielettrico definisce la superficie interna di un contenitore chiuso riempito con detto elettrodo liquido.
Dunque, detto contenitore contiene l’elettrodo liquido e definisce esternamente la superficie destinata ad essere accostata (parzialmente anche a contatto) con la superficie da trattare.
Lo strato dielettrico à ̈ deformabile, in modo tale che la forma dello strato dielettrico si possa adattare alla forma della superficie da trattare.
In particolare, lo strato dielettrico preferibilmente ha almeno una porzione elastica (avente capacità di elongazione particolarmente elevata), per facilitare una deformazione del contenitore, nel momento in cui esso viene premuto contro la superficie da trattare per adattarlo alla forma della superficie da trattare.
Pertanto, il presente trovato mette a disposizione anche un metodo per trattare una superficie tridimensionale con plasma non termico generato mediante la tecnica DBD.
Tale metodo comprende le seguenti fasi:
- predisposizione di un elettrodo collegato ad un generatore di alta tensione;
- predisposizione di uno strato di materiale dielettrico deformabile, avente una prima faccia accoppiata all’elettrodo;
- accostamento di una seconda faccia di detto strato dielettrico alla superficie da trattare, definente un contro-elettrodo, o viceversa.
Secondo l’invenzione, detto elettrodo à ̈ realizzato in un materiale liquido o semi liquido a bassa resistività.
Inoltre, detto strato dielettrico à ̈ realizzato in un materiale impermeabile al liquido costituente l’elettrodo.
Nel caso della prima applicazione, la prima faccia dello strato dielettrico definisce una superficie esterna di un guanto parzialmente immerso in detto elettrodo liquido e avente l’apertura accessibile dall’esterno dell’elettrodo liquido, la fase di accostamento comprendendo l’introduzione della superficie da trattare all’interno del guanto.
Nel caso della seconda applicazione, la prima faccia dello strato dielettrico definisce la superficie interna di un contenitore chiuso riempito con detto elettrodo liquido ed ha almeno una porzione elastica, la fase di accostamento comprendendo una pressione della seconda faccia dello strato dielettrico alla superficie da trattare, per deformarla in modo che si adatti alla forma della superficie da trattare.
Si osservi che la sorgente di alta tensione à ̈ configurata per fornire una tensione alternata o pulsata
Lo strato dielettrico à ̈ deformabile (flessibile); in particolare, à ̈ atto a deformarsi a contatto con una superficie di riscontro definita dal controelettrodo, per adattarsi al profilo di quest’ultima.
Preferibilmente, la seconda faccia dello strato dielettrico (ossia la faccia rivolta verso la superficie da trattare) à ̈ rivestita da distanziatori che aiutano a formare spazi tra lo strato di materiale dielettrico e la superficie da trattare, in cui il plasma può essere generato.
Si osservi che il materiale trattato può essere, in linea di principio, di qualsiasi tipo, per esempio biologico, inorganico, metallico o polimerico. In questa luce, à ̈ anche possibile, in talune applicazioni (per esempio quando l’oggetto da trattare à ̈ metallico) che l'elettrodo liquido sia collegato a terra e l’oggetto da trattare sia collegato al generatore di alta tensione.
È previsto che il dispositivo sia un dispositivo portatile e che preferibilmente comprenda anche il generatore di alta tensione (per esempio à ̈ provvisto anche di una batteria).
Si osservi che à ̈ anche previsto che il dispositivo comprenda, oltre a detto (primo) elettrodo liquido, contenuto all’interno di detto (primo) strato dielettrico, un secondo elettrodo liquido, contenuto all’interno di un secondo strato dielettrico.
Le superfici esterne corrispondenti dei due strati dielettrici possono essere accostate per definire una intercapedine in cui viene generato il plasma. Pertanto, operativamente, l’oggetto da trattare viene interposto tra i due insiemi costituiti da elettrodo liquido e rispettivo strato dielettrico di contenimento.
Almeno uno, ma preferibilmente entrambi gli strati dielettrici sono deformabili (preferibilmente flessibili elasticamente).
Operativamente, detti primo e secondo elettrodo liquidi possono essere collegati entrambi a terra, l’oggetto da trattare essendo collegato alla sorgente di alta tensione.
Oppure, detti primo e secondo elettrodo liquidi possono essere collegati entrambi alla sorgente di alta tensione, l’oggetto da trattare essendo collegato a terra.
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo (nell’unita tavola di disegno in cui l’unica figura illustra) nelle unite tavole di disegno, in cui:
- la figura 1 illustra un dispositivo secondo il presente trovato, in una prima forma realizzativa;
- la figura 2 illustra il dispositivo secondo il trovato, in una seconda forma realizzativa.
Nelle figure, si à ̈ indicato con 1 un dispositivo generatore di plasma secondo il trovato.
Tale dispositivo 1 à ̈ un dispositivo per generare plasma non termico (denominato anche “freddo†) per il trattamento al plasma della superficie di un corpo 2.
Tale superficie à ̈ generalmente una superficie tridimensionale (cioà ̈ non planare).
Il dispositivo 1 ha un’architettura del tipo “dielectric barrier discharge†(DBD).
Inoltre, in particolare, il dispositivo 1 Ã ̈ configurato in modo che, nel funzionamento del dispositivo, la superficie da trattare funga da controelettrodo.
In particolare, il dispositivo 1 comprende uno strato 3 dielettrico, ovvero uno strato realizzato in un materiale dielettrico.
Per esempio, lo strato 3 Ã ̈ realizzato in gomma naturale o PVC.
Lo strato 3 dielettrico à ̈ deformabile, per consentire allo strato 3 stesso di adattarsi a varie forme di superfici da trattare.
Inoltre, il dispositivo 1 comprende un elettrodo 4 connettibile ad un generatore 5 (ovvero una sorgente) di alta tensione.
Preferibilmente, il generatore à ̈ configurato per generare una tensione alternata a 50 o 60 Hz; inoltre, preferibilmente, il generatore à ̈ configurato per stabilire una differenza di potenziale di circa 3-10 kV.
Secondo l’invenzione, tale elettrodo 4 à ̈ realizzato in un materiale liquido o semi-liquido (come per esempio una pasta di argento); pertanto, l’elettrodo 4 à ̈ un elettrodo liquido.
Tale materiale liquido ha una bassa resistività, preferibilmente inferiore a 105 Ω/m.
Per esempio, l’elettrodo 4 liquido à ̈ realizzato in uno dei seguenti materiali: acqua (di rubinetto), acqua salata, pasta conduttiva, resina epossidica caricata di argento o Galinstan.
In questa luce, lo strato 3 dielettrico à ̈ realizzato in un materiale impermeabile a detto liquido.
Lo strato 3 dielettrico ha una prima faccia accoppiata all’elettrodo 4; in particolare, l’elettrodo 4 liquido à ̈ in contatto con la prima faccia dello strato 3 dielettrico (o con una parte di essa).
Lo strato 3 dielettrico ha una seconda faccia accostabile alla superficie da trattare.
Operativamente, la superficie (ovvero il corpo 2) da trattare definisce un contro-elettrodo, nel sistema DBD, in modo tale che il generatore 5 generi un campo elettrico per effetto di una differenza di potenziale tra l’elettrodo 4 e il contro-elettrodo.
Si osservi che, almeno per alcune applicazioni, à ̈ anche previsto di connettere al generatore 5 il contro-elettrodo e di connettere a terra l’elettrodo 4 liquido.
Preferibilmente, la seconda faccia dello strato 3 dielettrico à ̈ provvista di una pluralità di sporgenze 6, per esempio bugne (conformate a semisfera) o rilievi di altra forma.
In aggiunta o in alternativa a dette sporgenze 6, la seconda faccia dello strato 3 dielettrico à ̈ provvista di incavi, o solchi o recessi.
La funzione di dette sporgenze 6 o incavi à ̈ quella di fare in modo che, quando lo strato 3 dielettrico viene accostato e posto in contatto con la superficie da trattare, vi sia una pluralità di interstizi e spazi vuoti (cioà ̈ riempiti di aria) in cui il plasma può formarsi.
Operativamente, uno spostamento (per esempio per strisciamento) relativo tra lo strato 3 dielettrico e la superficie da trattare consente al plasma di interessare l’intera superficie da trattare, anche se una parte della seconda faccia dello strato 3 dielettrico si mantiene in contatto con la superficie da trattare.
Per esempio, nel caso delle sporgenze 6, le estremità delle sporgenze 6 sono operativamente a contatto con la superficie da trattare e il plasma si forma nelle zone limitrofe alle sporgenze; nel caso degli incavi, le porzioni della seconda faccia dello strato 3 dielettrico situate tra un incavo e l’altro sono operativamente a contatto con la superficie da trattare e il plasma si forma all’interno degli incavi.
Pertanto, le sporgenze 6 e gli incavi definiscono elementi distanziatori. Tali elementi distanziatori sono realizzati in materiale dielettrico che può essere lo stesso dello strato 3 dielettrico o uno diverso. Lo scopo dei distanziali à ̈ generare una pluralità di interstizi in cui si genera il plasma; un altro scopo à ̈ quello di ottenere un valore particolarmente elevato del campo elettrico all’interno degli interstizi stessi.
Preferibilmente, le sporgenze 6 e gli incavi sono configurati in modo che detti interstizi abbiano una dimensione nell’intervallo da decine di micron a qualche centimetro.
I distanziatori possono essere permanentemente fissati allo strato 3 dielettrico o collocati su un ulteriore strato che può essere collegato allo strato dielettrico, in modo fisso o rimovibile.
Secondo una prima forma realizzativa, il dispositivo 1 Ã ̈ un dispositivo per sanificare le mani.
In questo caso, la prima faccia dello strato dielettrico definisce una superficie esterna di un guanto 7 (o di un oggetto simile, conformato in modo da alloggiare una mano).
Pertanto, dette sporgenze 6 o incavi sono rivolti internamente al guanto 7. Il guanto à ̈ immerso (in tutto o in parte) nell’elettrodo 4 liquido; l’apertura 8 del guanto à ̈ disposta in modo da essere accessibile dall’esterno dell’elettrodo 4 liquido.
Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende un recipiente 9 riempito con l’elettrodo 4 liquido.
In pratica, il guanto chiude il recipiente 9 , nel senso che lo strato 3 dielettrico che costituisce il guanto 7 costituisce una parete di separazione tra l’elettrodo 4 liquido interno al recipiente 9 e l’ambiente esterno al recipiente 8 stesso.
In particolare, la parte del guanto 7 preposta ad avvolgere la mano à ̈ posizionata internamente al recipiente 9.
È previsto che il guanto 7 abbia anche una parte (definente l’apertura 8 del guanto 7 attraverso cui à ̈ possibile introdurre la mano nel guanto 7) posizionata all’esterno del recipiente 8 (per cui non à ̈ in contatto con l’elettrodo liquido).
In ogni caso, l’apertura 8 del guanto 7 à ̈ accessibile dall’esterno del recipiente 8.
Si osservi che il recipiente 9 definisce un corpo scatolare definente un volume (racchiuso dal corpo scatolare stesso).
Detto guanto 7 definisce una porzione di tale volume, tale porzione essendo occupabile da una mano ed essendo delimitata da detto strato 3 dielettrico.
Dunque, lo strato 3 dielettrico coopera con una parete del recipiente 9 per costituire una superficie chiusa di contenimento dell’elettrodo 4 liquido. Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende due (o più) di detti guanti 7. Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende (almeno) due guanti inseriti nel medesimo recipiente 9 e posizionati in modo da ridurre (minimizzare) l’ingombro del recipiente (e il volume dell’elettrodo 4 liquido).
Per esempio, à ̈ previsto che i guanti 7 siano posizionati con i palmi sostanzialmente paralleli; preferibilmente, i guanti 7 sono posizionati con i palmi contraffacciati. Ciò consente di ridurre l’ingombro del recipiente 9, assegnando al recipiente 9 una forma compatta.
Si osservi anche che, preferibilmente, i guanti 7 sono posizionati con i palmi sostanzialmente paralleli a pareti laterali del recipiente 9 contraffacciate al dorso o al palmo dei guanti 7.
Ciò consente di sfruttare in modo particolarmente efficiente il volume definito internamente dal recipiente 9, con possibilità di assegnare al recipiente 9 forme atte a rendere particolarmente comoda e naturale la posizione in cui l’utilizzatore deve tenere le mani durante la sanificazione. Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende un interruttore 10 per connettere e disconnettere l’elettrodo 4 liquido dal generatore 5 di alta tensione.
Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende un pedale 11 (o un altro comando attivabile senza usare le mani, come per esempio un microfono atto a recepire un comando vocale) azionabile per manovrare l’interruttore 10 (ed aprire e chiudere un circuito di connessione elettrica tra l’elettrodo 4 liquido e la sorgente 5 di alta tensione).
Nella figura 1, si à ̈ indicato con 12 una unità di controllo (per esempio una scheda elettronica) collegata all’interruttore 10 e al pedale 11.
Preferibilmente, l’apertura 8 del guanto (o dei guanti, se sono due o più) à ̈ deformabile reversibilmente (per esempio elasticamente) per restringere o allargare la sezione di passaggio attraverso l’apertura 8 stessa.
Ciò ha la funzione di evitare che, durante il (o successivamente al) trattamento della mano, eventuali gas nocivi (in particolare ozono) prodotti all’interno del guanto per effetto del plasma si diffondano nell’ambiente e in particolare vengano respirati dalla persona che si sta sanificando le mani.
In questa luce, preferibilmente, il dispositivo 1 comprende anche un attuatore configurato per deformare l’estremità del guanto 7 (l’estremità definente l’apertura 8) tra una prima configurazione, in cui l’apertura 8 del guanto 7 à ̈ larga per consentire l’inserimento della mano, a una seconda configurazione, in cui l’apertura 8 del guanto 7 à ̈ stretta per impedire una fuoriuscita di gas dal guanto 7.
Preferibilmente, tale attuatore (schematicamente illustro nella figura 1 e indicato con il numero 13) à ̈ collegato all’unità di controllo 12. Per esempio, l’attuatore 13 à ̈ di tipo pneumatico.
Inoltre, preferibilmente, il dispositivo 1 comprende un condotto (non illustrato, costituito per esempio da uno o più tubi, preferibilmente di materiale dielettrico e preferibilmente flessibili) in comunicazione con il volume interno al guanto 7 e collegato a un aspiratore (per esempio una pompa) o ad altri mezzi per ripulire il volume interno al guanto 7 dall’ozono o da altri gas indesiderati.
Preferibilmente, il dispositivo comprende un (ulteriore) corpo scatolare collegato a detto condotto e preposto a ricevere il gas aspirato dall’interno del guanto; ciò per consentire all’ozono di ricombinarsi, per poi essere reintrodotto nell’ambiente; in questa luce, à ̈ anche previsto che vi siano elementi di filtraggio operativamente attivi nel volume interno al corpo scatolare, al fine di facilitare e velocizzare una decomposizione e ricombinazione dell’ozono.
Preferibilmente, anche detto aspiratore à ̈ collegato all’unità di controllo 12. In questa luce, preferibilmente, l’unità di controllo à ̈ configurata per attivare in modo automatico e sincronizzato (in sequenza) l’attuatore (preposto alla deformazione dell’apertura 8 del guanto), l’interruttore 10 e l’aspiratore, in risposta ad un’azione dell’utilizzatore (per esempio attraverso il pedale Per esempio, operativamente, la persona che deve sanificarsi le mani introduce le mani nei guanti 7, poi aziona il pedale 11 (o altri organi si comando).
Tale azione attiva l’unità 12 di controllo, che comanda gli attuatori 13 per un restringimento delle aperture 8 dei guanti 7, in modo che effettuino una tenuta e chiudano le mani in corrispondenti volumi chiusi interni ai guanti. Contemporaneamente o successivamente, l’unità 12 di controllo comanda la chiusura dell’interruttore 10, preferibilmente per un tempo prestabilito (per esempio 30 s).
Dopodiché, l’unità 12 di controllo comanda (preferibilmente automaticamente, o in alternativa mediante un organi di comando azionabile da parte dell’utilizzatore senza usare le mani) l’apertura dell’interruttore 10.
Inoltre, l’unità 12 di controllo comanda detto aspiratore e successivamente comanda l’allargamento delle aperture 8 dei guanti 7.
In una seconda forma realizzativa, il dispositivo 1 Ã ̈ uno strumento impugnabile per trattare una superficie accostando (preferibilmente esercitando una leggera pressione) il dispositivo 1 stesso alla superficie da trattare.
In questo caso, la prima faccia dello strato 3 dielettrico definisce la superficie interna di un contenitore 14 chiuso riempito con detto elettrodo 4 liquido.
In tal caso, preferibilmente, lo strato 3 dielettrico, oltre ad essere deformabile, ha almeno una porzione elastica (preferibilmente dotata di una capacità di deformazione particolarmente elevata).
Per esempio, il contenitore 14 ha una membrana 15 (dielettrica) elastica e molto deformabile.
Ciò ha l’effetto di facilitare la deformazione del contenitore 14, quando lo strato 3 viene premuto a contatto con la superficie da trattare affinché si adatti alla forma della stessa.
Pertanto, il trovato mette a disposizione anche un metodo per trattare una superficie tridimensionale con plasma non termico generato mediante la tecnica “dielectric barrier discharge†, comprendente le seguenti fasi:
- predisposizione dell’elettrodo 4 liquido collegato al generatore 5 di alta tensione;
- predisposizione dello strato 3 di materiale dielettrico deformabile, impermeabile al liquido costituente l’elettrodo 4 e avente una prima faccia accoppiata allo (in contatto con lo) elettrodo 4 stesso;
- accostamento di una seconda faccia di detto strato 3 dielettrico alla superficie da trattare, la quale definente un contro-elettrodo, o viceversa (nel senso che à ̈ possibile che la superficie da trattare venga spostata verso lo strato 3 dielettrico).
Inoltre, si osservi che à ̈ previsto (a seconda della tipologia di applicazione) di connettere al generatore 4 il corpo 2 da trattare e di connettere l’elettrodo 4 liquido a terra.
Nella prima forma realizzativa, che costituisce una prima possibile applicazione del metodo secondo il trovato, il metodo à ̈ un metodo per sanificare le mani.
In tale caso, la prima faccia dello strato 3 dielettrico definisce la superficie esterna del guanto 7, che à ̈ parzialmente immerso nell’elettrodo 4 liquido ed ha l’apertura 8 accessibile dall’esterno dell’elettrodo 4 liquido.
La fase di accostamento prevede l’inserimento della mano all’interno del guanto 7.
Inoltre, preferibilmente, il metodo prevede che, durante l’applicazione del plasma alla mano (quando il generatore 5 à ̈ collegato stabilendo il campo elettrico), la mano viene mossa all’interno del guanto, favorendo un’applicazione uniforme e completa del plasma alla superficie della mano.
Nella seconda forma realizzativa, che costituisce una seconda possibile applicazione del metodo secondo il trovato, il metodo à ̈ un metodo per trattare una superficie (per esempio costituita da diverse superfici del corpo umano) tridimensionale irregolare adattando di volta in volta la forma del dispositivo 1 (in particolare dello strato 3 dielettrico) alla superficie da trattare.
In tal caso, la prima faccia dello strato 3 dielettrico definisce la superficie interna del contenitore 14 chiuso riempito con detto elettrodo 4 liquido. La fase di accostamento prevede l’applicazione di una pressione della seconda faccia dello strato 3 dielettrico sulla superficie da trattare, per deformare lo strato 3 dielettrico in modo che si adatti alla forma della superficie da trattare.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) generatore di plasma freddo per il trattamento di una superficie tridimensionale mediante una tecnica “dielectric barrier discharge†, comprendente: - un elettrodo (4) collegabile ad un generatore (5) di alta tensione; - uno strato (3) di materiale dielettrico deformabile, avente una prima faccia accoppiata all’elettrodo (4) e una seconda faccia accostabile alla superficie da trattare, quest’ultima definendo un contro-elettrodo, caratterizzato dal fatto che detto elettrodo (4) à ̈ realizzato in un materiale liquido a bassa resistività e detto strato (3) dielettrico à ̈ realizzato in un materiale impermeabile a detto liquido.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui detta seconda faccia dello strato (3) dielettrico à ̈ provvista di una pluralità di sporgenze (6) e/o incavi.
  3. 3. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima faccia dello strato (3) dielettrico definisce una superficie esterna di un guanto (7) immerso almeno parzialmente in detto elettrodo (4) liquido e avente un’apertura (8) accessibile dall’esterno dell’elettrodo (4) liquido.
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, comprendente un recipiente (9) riempito con detto elettrodo (4) liquido e definente almeno un’apertura in cui à ̈ inserito detto guanto (7), in modo che la parte del guanto (7) preposta ad avvolgere una mano sia posizionata internamente al recipiente e la parte del guanto (7) definente l’apertura (8) sia accessibile dall’esterno del recipiente.
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui detto recipiente (9) definisce un corpo scatolare definente un volume, detto guanto (7) definendo una porzione di tale volume occupabile da una mano e delimitata da detto strato (3) dielettrico, detto strato (3) dielettrico cooperando con una parete del recipiente (9) per costituire una superficie chiusa di contenimento dell’elettrodo (4) liquido.
  6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 4 o la 5, comprendente due guanti (7) inseriti nel medesimo recipiente (9) e posizionati con i palmi paralleli.
  7. 7. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 3 a 6, comprendente un pedale (11) azionabile per aprire e chiudere un circuito di connessione elettrica tra l’elettrodo (4) liquido e il generatore (5) di alta tensione.
  8. 8. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 3 a 7, comprendente: - un attuatore (13) configurato per deformare un’estremità del guanto (7) da una prima configurazione, in cui l’apertura (8) del guanto (7) à ̈ larga per consentire l’inserimento della mano, a una seconda configurazione, in cui l’apertura (8) del guanto (7) à ̈ stretta per impedire una fuoriuscita di gas dal guanto; - un condotto in comunicazione con il volume interno al guanto (7) e collegato a un aspiratore.
  9. 9. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni 1 o 2, in cui la prima faccia dello strato (3) dielettrico definisce la superficie interna di un contenitore (14) chiuso riempito con detto elettrodo (4) liquido ed ha almeno una porzione elastica.
  10. 10. Metodo per trattare una superficie tridimensionale con plasma freddo generato mediante la tecnica “dielectric barrier discharge†, comprendente le seguenti fasi: - predisposizione di un elettrodo (4) collegato ad un generatore (5) di alta tensione; - predisposizione di uno strato (3) di materiale dielettrico deformabile, avente una prima faccia accoppiata all’elettrodo (4); - accostamento di una seconda faccia di detto strato (3) dielettrico alla superficie da trattare definente un contro-elettrodo, caratterizzato dal fatto che detto elettrodo (4) à ̈ realizzato in un materiale liquido o semi liquido a bassa resistività e detto strato (3) dielettrico à ̈ realizzato in un materiale impermeabile a detto liquido.
  11. 11. Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui la prima faccia dello strato (3) dielettrico definisce una superficie esterna di un guanto (7) parzialmente immerso in detto elettrodo (4) liquido e avente un’apertura (8) accessibile dall’esterno dell’elettrodo (4) liquido, la fase di accostamento comprendendo l’introduzione della superficie da trattare all’interno del guanto (7).
  12. 12. Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui la prima faccia dello strato (3) dielettrico definisce la superficie interna di un contenitore (14) chiuso riempito con detto elettrodo (4) liquido ed ha almeno una porzione elastica, la fase di accostamento comprendendo una pressione della seconda faccia dello strato (3) dielettrico sulla superficie da trattare, per deformare lo strato (3) dielettrico in modo che si adatti alla forma della superficie da trattare.
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