ITBO20120400A1 - Morsetto per fissatori esterni - Google Patents

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ITBO20120400A1
ITBO20120400A1 IT000400A ITBO20120400A ITBO20120400A1 IT BO20120400 A1 ITBO20120400 A1 IT BO20120400A1 IT 000400 A IT000400 A IT 000400A IT BO20120400 A ITBO20120400 A IT BO20120400A IT BO20120400 A1 ITBO20120400 A1 IT BO20120400A1
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IT
Italy
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hooking
external
bar
clamp
clamp according
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IT000400A
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Alan Dovesi
Marco Magni
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Citieffe Srl
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    • A61B17/00Surgical instruments, devices or methods, e.g. tourniquets
    • A61B17/56Surgical instruments or methods for treatment of bones or joints; Devices specially adapted therefor
    • A61B17/58Surgical instruments or methods for treatment of bones or joints; Devices specially adapted therefor for osteosynthesis, e.g. bone plates, screws, setting implements or the like
    • A61B17/60Surgical instruments or methods for treatment of bones or joints; Devices specially adapted therefor for osteosynthesis, e.g. bone plates, screws, setting implements or the like for external osteosynthesis, e.g. distractors, contractors
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Description

DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
MORSETTO PER FISSATORI ESTERNI
La presente invenzione concerne un morsetto per fissatori esterni.
I fissatori esterni sono impiegati in campo ortopedico e possono avere diverse conformazione, come, ad esempio, una conformazione circolare.
In particolare, con fissatori esterni circolari si intendono cerchi, o porzioni di cerchio, che, una volta collegati tra loro mediante apposite barre di collegamento, realizzano una struttura stabile, nota come struttura di Ilizarov, utilizzata per la correzione di deformità ossee, fratture e per l’allungamento degli arti.
In particolare, la struttura ottenuta mediante il collegamento di più cerchi, o porzioni di cerchio, è disposta attorno ad una o più ossa da trattare. In questo modo, è possibile applicare mezzi di sintesi, quali fili o viti, alle ossa da trattare e fissare i mezzi di sintesi stessi ai cerchi.
Allo stato attuale, per collegare tra loro più cerchi vengono impiegate barre di collegamento che presentano le proprie estremità filettate e rispettivi dadi di serraggio.
Ogni barra collega tra loro almeno due cerchi e, a tale scopo, i cerchi stessi presentano una pluralità di fori dedicati per l’attacco delle barre.
Più precisamente, l’estremità filettata di ciascuna barra si inserisce entro un rispettivo foro e, mediante un dado di serraggio, viene fissata al relativo cerchio. Il collegamento mediante l’utilizzo di barre e dadi di serraggio è un collegamento di tipo rigido, cioè un collegamento mediante il quale è possibile ottenere strutture stabili costituite da cerchi unicamente disposti su piani di giacitura paralleli tra loro.
Al fine di realizzare strutture stabili i cui cerchi si possano inclinare gli uni rispetto agli altri, considerando i rispettivi piani di giacitura, è noto l’impiego di barre di collegamento telescopiche dotate di estremità snodate.
Le barre telescopiche snodate vengono fissate ai cerchi mediante viti di bloccaggio e serrate a questi ultimi con apposite chiavi di manovra.
L’utilizzo di barre telescopiche snodate comporta diversi inconvenienti.
Un primo inconveniente è dato dalla complessa tecnica di applicazione delle barre telescopiche snodate ai cerchi, dato l’impiego di apposite viti di bloccaggio e chiavi di manovra.
Un ulteriore inconveniente è dato dal notevole ingombro delle barre telescopiche snodate che, essendo radiopache, oscurano il campo visivo delle ossa da trattare.
Le barre telescopiche snodate e le barre filettate, citate in precedenza, presentano inoltre uno stesso inconveniente, in quanto tali barre possono essere fissate ai cerchi solo in corrispondenza di fori prestabiliti che, di conseguenza, ne vincolano il posizionamento nello spazio.
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di ovviare a questi inconvenienti attraverso la realizzazione di un morsetto per fissatori esterni che sia agganciabile ad una qualsiasi porzione di un fissatore esterno, in particolare, ad una porzione del fissatore stabilita dal personale medico.
Ulteriore scopo è quello di realizzare un morsetto per fissatori esterni circolari che sia di facile e semplice impiego.
In accordo con l’invenzione, tale scopo viene raggiunto da un morsetto per fissatori esterni circolari comprendente le caratteristiche tecniche esposte nella rivendicazione indipendente 1.
Le caratteristiche tecniche dell’invenzione, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sotto riportate, ed i vantaggi dello stesso risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, in cui:
- la figura 1 illustra una vista prospettica del morsetto per fissatori esterni secondo la presente invenzione;
- la figura 2 illustra in vista prospettica ed in esploso il morsetto di figura 1;
- la figura 3 illustra in una ulteriore vista prospettica alcuni particolari del morsetto di figura 2; - la figura 4 illustra una sezione longitudinale del morsetto di figura 1;
- la figura 5 illustra in vista prospettica una seconda forma realizzativa del morsetto secondo la presente invenzione;
- la figura 6 illustra una vista in pianta del morsetto di figura 5;
- la figura 7 illustra in vista prospettica il morsetto di figura 1 applicato ad un fissatore esterno circolare; - la figura 8 illustra una sezione del morsetto di figura 7;
- la figura 9 illustra due fissatori esterni circolari collegati tra loro mediante l’impiego del morsetto secondo la presente invenzione.
Con riferimento alle figure da 1 a 9, con 1 è indicato un morsetto per fissatori esterni impiegati in campo ortopedico.
Con il termine fissatore esterno si intendono cerchi 2, o porzioni di cerchio, che vengono posizionati attorno alle ossa del paziente da trattare, costituendo un supporto per il fissaggio di mezzi di sintesi, quali fili o viti, applicati alle ossa da trattare.
Più in generale, i fissatori esterni possono avere una conformazione differente da quella circolare, come ad esempio, una conformazione poligonale.
Il cerchio 2 presenta una pluralità di fori 2a, equidistanziati lungo la sua corona circolare. I fori 2a consentono di fissare i mezzi di sintesi al cerchio 2. I cerchi 2 vengono collegati tra loro mediante apposite barre 3, realizzando, attorno alle ossa da trattare, una struttura stabile, come illustrato in figura 9.
Tali strutture sono maggiormente note come strutture di Ilizarov, impiegate per la correzione di deformità ossee, fratture ossee ed allungamento degli arti.
Per collegare il morsetto 1 ad un rispettivo cerchio 2, il morsetto 1 comprende un corpo di aggancio 4.
Il corpo di aggancio 4 comprende un primo ed un secondo elemento a ganascia 5 e 6 mobili, l’uno rispetto all’altro, da una posizione ravvicinata ad una posizione di reciproco allontanamento.
In particolare, in corrispondenza della posizione di reciproco allontanamento è possibile inserire tra i due elementi a ganascia 5 e 6 una porzione 2b di cerchio 2, mentre in corrispondenza della loro posizione ravvicinata la porzione 2b di cerchio 2 risulta bloccata tra di essi.
Passando dalla posizione ravvicinata alla posizione di allontanamento, e viceversa, il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 scorrono l’uno rispetto all’altro lungo rispettive facce 5a e 6a di reciproco contatto.
Una vite 7 collega tra loro gli elementi a ganascia 5 e 6 in modo da mantenerli in contatto reciproco lungo le facce 5a e 6a.
Più precisamente, il primo elemento a ganascia 5 presenta un’asola 8, entro la quale è inserito il gambo della vite 7 ed il secondo elemento a ganascia 6 presenta un foro 9, contraffacciato all’sola 8, nel quale si impegna in avvitamento la vite 7.
Alternativamente, secondo varianti realizzative non illustrate, l’asola 8 è realizzata sul secondo elemento a ganascia 6 ed il foro 9 sul primo elemento a ganascia 5.
In questo modo, lo spostamento relativo del primo e secondo elemento a ganascia 5 e 6 è determinato dall’escursione del gambo della vite 7 entro l’asola 8 che di fatto definisce le due posizione estreme (ravvicinata e di allontanamento) degli elementi a ganascia 5 e 6 stessi.
Vantaggiosamente, la vite 7, l’asola 8 ed il foro 9 definiscono sia dei mezzi di movimentazione relativa del primo e del secondo elemento a ganascia 5 e 6 che dei mezzi di collegamento degli elementi a ganascia 5 e 6 stessi.
Al fine di ricevere una porzione 2b del cerchio 2, il corpo di aggancio 4 presenta una cavità 10. In particolare, la cavità 10 ha un profilo conformato sostanzialmente a “C”.
Si osservi che, la conformazione della cavità 10 dipende dalla tipologia del fissatore esterno impiegato, in quanto tale cavità si sposa con la superficie del fissatore esterno stesso.
In questo caso, la conformazione a “C” è particolarmente adatta a sposarsi con una porzione 2b di cerchio 2 avente una sezione trasversale sostanzialmente rettangolare.
La cavità 10 è ricavata sia nel primo che nel secondo elemento a ganascia 5 e 6.
Una volta che il morsetto 1 viene agganciato al cerchio 2 mediante il movimento relativo del primo e del secondo elemento a ganascia 5 e 6, una barra 3 viene fissata al morsetto 1 stesso.
La barra 3 consente di collegare tra loro almeno due morsetti 1 agganciati ai rispettivi cerchi 2.
In particolare, il morsetto 1 comprende un corpo di fissaggio 11 atto a ricevere la barra 3.
Il corpo di fissaggio 11 presenta una sede 12 che si impegna in presa con la barra 3.
La sede 12 è definita da un primo ed un secondo elemento di afferraggio 13 e 14 della barra 3.
Il primo elemento di afferraggio 13 è dotato di un incavo 16, atto ad accogliere la barra 3, che definisce almeno in parte la sede 12.
Il secondo elemento di afferraggio 14 presenta una superficie di appoggio 15 della barra 3, definente almeno in parte la sede 12. La superficie di appoggio 15 è sostanzialmente piana.
La superficie di appoggio 15 comprende un risalto deformabile 15a che garantisce il bloccaggio della barra 3 tra i due elementi di afferraggio 13 e 14.
Preferibilmente, il risalto deformabile 15a è realizzato lungo il bordo della superficie di appoggio 15.
Alternativamente, sulla superficie di appoggio 15 viene realizzata una zona frizionata destinata ad agevolare il bloccaggio della barra 3 tra i due elementi di afferraggio 13 e 14.
Il corpo di fissaggio 11 è rotante attorno ad un proprio asse 11a di rotazione. Tale rotazione consente di posizionare la sede 12 attorno all’asse 11a al fine di orientare la barra 3, disposta nella sede 12, nello spazio.
In particolare, il primo elemento di afferraggio 13 ruota attorno all’asse 11a rispetto al secondo elemento di afferraggio 14 che mantiene la sua posizione rispetto all’asse 11a medesimo.
Infatti, essendo la superficie di appoggio 15 del secondo elemento di afferraggio 14 sostanzialmente piana, è la rotazione dell’incavo 16 del primo elemento di afferraggio 13 a determinare la posizione della sede 12 attorno all’asse 11a.
Una molla 17 è attiva sul primo elemento di afferraggio 13 per mantenerlo in una posizione ravvicinata rispetto al secondo elemento di afferaggio 14. In particolare, In corrispondenza della sommità del primo elemento di afferraggio 13 è ricavata una sede 18 di alloggiamento della molla 17.
La sede 18 di alloggiamento della molla 17 presenta al proprio interno una superficie di appoggio sulla quale agisce una delle due estremità della molla 17, in modo da mantenere il primo ed il secondo elemento di afferraggio 14 e 15 nella posizione ravvicinata.
Il primo elemento di afferraggio 13 è in contatto con il secondo elemento di afferraggio 14, in particolare con la superficie di appoggio 15.
La barra 3 è inseribile nella sede 12 del corpo di fissaggio 11 contrastando l’azione della molla 17, in quanto durante l’inserimento della barra 3 il primo elemento di afferraggio 13 si allontana rispetto al secondo elemento di afferraggio 14.
Preferibilmente, la molla 17 è una molla elicoidale sinistra.
Il morsetto 1 comprende una vite 19 di collegamento atta a collegare il corpo di aggancio 4 al corpo di fissaggio 11.
La vite 19 comprende una testa 20 che si impegna con il corpo di aggancio 4 ed un gambo 21 che si impegna con il corpo di fissaggio 11.
Il corpo di fissaggio 11 è scorrevolmente associato al corpo di aggancio 4 e la vite 19 di collegamento consente la movimentazione relativa dei due corpi 11 e 4.
Il corpo di aggancio 4 presenta un’asola 22 che mette in comunicazione la faccia esterna del corpo di aggancio 4 con la sua faccia interna.
In particolare, l’asola 22 pone in comunicazione la faccia esterna del primo elemento a ganascia 5 e la faccia interna del secondo elemento a ganascia 6, in quanto ricavata in porzioni contraffacciate del primo e del secondo elemento a ganascia 5 e 6.
La vite 19 di collegamento è inserita entro l’asola 22 in modo tale che il gambo 21 protenda dalla faccia esterna del corpo di aggancio 4, mentre la testa 20 sia in contatto con la faccia interna del corpo di aggancio 4.
In altre parole, la testa 20, essendo in contatto con la faccia interna del corpo di aggancio 4, è in posizione contrapposta rispetto alla faccia esterna del corpo di aggancio 4 dalla quale protende il gambo 21. Il corpo di fissaggio 11 presenta un foro 23 passante entro il quale è inserito il gambo 21 della vite 19. Il foro 23 è coassiale all’asse di rotazione 11a del corpo di fissaggio 11.
In altre parole, all’interno del corpo di fissaggio 11 alloggia il gambo 21 che attraversa il foro 23.
Il gambo 21 della vite 19 è almeno parzialmente filettato.
Un dado 24 si impegna in avvitamento con il gambo 21 della vite 19 in modo da mantenere il corpo di fissaggio 11 collegato al corpo di aggancio 4.
La vite 19 ed il dado 24 definiscono dei mezzi di serraggio 28 del corpo di aggancio 4 e del corpo di fissaggio 11.
Il dado 24, impegnandosi in avvitamento con la vite 19, si inserisce entro la sede 18 di alloggiamento della molla 17 del primo elemento di afferraggio 13.
La molla 17, alloggiata entro la sede 18, si interpone tra il dado 24 e la sede 18 stessa.
In particolare, il dado 24 presenta un colletto 25, attorno al quale si avvolge la molla 17, ed una testa 26 che agisce come elemento di contrasto della molla 17. Si osservi che, essendo la molla 17 elicoidale sinistra, durante l’avvitamento del dado 24, essa non ruota su se stessa e viene portata a compressione dal dado 24 stesso.
Il collegamento del corpo di fissaggio 11 e del corpo di aggancio 4 mediante la vite 19, consente di trasmettere l’azione della molla 17 al primo ed al secondo elemento a ganascia 5 e 6.
Infatti, la molla 17 agisce sul primo e sul secondo elemento a ganascia 5 e 6 per mantenerli nella loro posizione reciproca ravvicinata in corrispondenza della quale la porzione 2b del cerchio 2 risulta bloccata tra di essi.
Inoltre, passando dalla posizione ravvicinata alla posizione di allontanamento, il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 devono vincere l’azione di contrasto della molla 17.
Vantaggiosamente, la molla 17 recupera i giochi di montaggio dei componenti del morsetto 1 e fornisce un livello minimo di forze di attrito che impediscono scorrimenti dovuti al peso proprio dei singoli componenti.
La molla 17 definisce dei mezzi elastici del morsetto 1. Come anticipato in precedenza, il corpo di fissaggio 11 è mobile rispetto al corpo di aggancio 4.
La movimentazione del corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4 è consentita dall’accoppiamento scorrevole dei corpi 11 e 4 e dall’accoppiamento scorrevole della vite 19 con il corpo di aggancio 4.
In particolare, il corpo di aggancio 4 comprende una guida 27 sulla quale scorre la testa 20 della vite 19 che, attraverso il suo gambo 21, movimenta il corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4.
La guida 27 è ricavata sulla faccia interna del corpo di aggancio 4.
In particolare, la guida 27 è ricavata sulla faccia interna del secondo elemento a ganascia 6.
La guida 27 ed la testa 20 presentano rispettive superfici di reciproco contatto 27a e 20a.
Tali superfici 27a e 20a sono superfici cilindriche concentriche aventi il medesimo centro di curvatura O1. Ne consegue che la testa 20 della vite 19 scorrendo lungo la guida 27 segue una trattoria curvilinea definita da un arco di circonferenza C1 avente come centro il centro di curvatura O1.
La testa 20 della vite 19 risulta quindi un pattino scorrevole lungo la guida 27.
Al fine di impedire la rotazione della vite 19 attorno al proprio asse di rotazione, ad esempio durante l’avvitamento del dado 24 con il gambo 21 filettato o durante la rotazione del primo elemento di afferraggio 13 attorno all’asse 11a, la testa 20 presenta in prossimità della superficie di reciproco contatto 20a delle facce sfaccettate 20b perpendicolari alla superficie stessa.
Il corpo di fissaggio 11 ed il corpo di aggancio 4 sono in reciproco contatto lungo rispettive superfici 14a e 4a.
In particolare, il secondo elemento di afferraggio 14 è in contatto con il corpo di aggancio 4 lungo la superficie 14a.
Le superfici di contatto reciproco 14a e 4a sono superfici cilindriche concentriche. In particolare le superfici di contatto reciproco 14a e 4a hanno lo stesso centro di curvatura delle superfici di reciproco contatto 27a e 20a.
Di conseguenza il corpo di fissaggio 11 scorrendo sul corpo di aggancio 4 segue una trattoria curvilinea definita da un arco di circonferenza C2 avente come centro O2, coincidente con il centro di curvatura O1, come illustrato in figura 8.
La movimentazione del corpo di fissaggio 11 lungo la traiettoria curvilinea C2 consente di inclinare il corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4.
In uso, il morsetto 1 viene agganciato ad una porzione 2b di cerchio 2 allontanando reciprocamente il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6.
In particolare, il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 si allontanano l’uno rispetto all’altro secondo una direzione radiale del cerchio 2, contrastando l’azione della molla 17.
Una volta inserita la porzione 2b del cerchio 2 entro la cavità 10 del corpo di aggancio 4, la molla 17 mantiene il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 nella loro posizione ravvicinata.
La cavità 10 conformata a “C” consente vantaggiosamente di impedire l’estrazione accidentale della porzione 2b secondo una direzione perpendicolare al piano di giacitura del cerchio 2.
In particolare, la cavità 10 conformata a “C” consente di afferrare il bordo cilindrico interno ed il bordo cilindrico esterno del cerchio 2.
Fintanto che non si agisce sui mezzi di serraggio 28 il morsetto 1 è libero di scorrere lungo il cerchio 2.
A questo punto è possibile agire sul corpo di fissaggio 11 per stabilirne l’inclinazione rispetto al corpo di aggancio 4.
Il corpo di fissaggio 11 può essere posizionato seguendo la traiettoria della circonferenza C1, mediante lo scorrimento del corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4 lungo le superfici di contatto reciproco 14a e 4a.
Una volta stabilita l’inclinazione del corpo di fissaggio 11, è possibile stabilire la posizione della sede 12, ruotando, in particolare, il primo elemento di afferraggio 13 rispetto al secondo elemento di afferraggio 14, attorno all’asse 11a.
L’inclinazione del corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4 congiuntamente alla posizione della sede 12 attorno all’asse 11a determina l’orientamento della barra 3 nello spazio.
In particolare, l’orientamento della barra 3 dipende sia dall’inclinazione dei piani di giacitura dei cerchi 2 da collegare che dalla posizione dei morsetti 1, agganciati ai rispettivi cerchi 2, da collegare mediante la medesima barra 3.
Una volta determinata la configurazione voluta del morsetto 1, il personale medico agisce sui mezzi di serraggio 28 per bloccarla, avvitando il dado 24 alla vite 19.
I mezzi di serraggio 28 agiscono sul primo elemento di afferraggio 13 e sono in grado di impedire il movimento relativo del primo elemento di afferraggio 13 rispetto al secondo elemento di afferraggio 14, serrando la barra 3 all’interno della sede 12, e, contestualmente, di impedire il movimento relativo del corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4.
Vantaggiosamente, mediante il serraggio del dado 24, si impedisce anche il movimento reciproco del primo e del secondo elemento a ganascia 5 e 6 che serrano la porzione 2b del cerchio 2 alloggiata nella cavità 10. In altre parole, mediante l’azione dei mezzi di serraggio 28, è possibile fissare stabilmente il morsetto 1 al cerchio 2.
Più precisamente, il personale medico avvita il dado 24 il cui colletto 25 si inserisce entro il foro 23, in modo da portare a compressione la molla 17 e serrare il primo elemento di afferraggio 13 al secondo elemento di afferraggio 14. In questo modo, viene impedita l’escursione del primo elemento a ganascia 5 rispetto al secondo elemento a ganascia 6.
La seconda forma realizzativa del morsetto 1 illustrata nelle figure 5 e 6, si differenzia dalla prima forma realizzativa per la conformazione del corpo di aggancio 4 e del corpo di fissaggio 11, secondo quanto qui di seguito indicato.
Il corpo di aggancio 4 presenta il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 disposti sostanzialmente a “X”.
In altre parole, il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 si intersecano in una rispettiva porzione mediana ove viene applicata la vite 7.
In tale configurazione il primo ed il secondo elemento a ganascia 5 e 6 sono definiti da rispettivi bracci che ruotano attorno ad un perno, la vite 7.
La conformazione a “X” consente al morsetto 1 di afferrare il cerchio 2 secondo una direzione tangenziale al piano di giacitura del cerchio 2 stesso, agendo similarmente ad una pinza meccanica.
Al fine di coniugare la rotazione del primo e del secondo elemento a ganascia 5 e 6 con la possibilità di inclinare il corpo di fissaggio 11 rispetto al corpo di aggancio 4, le superfici di contatto 14a e 4a del corpo di fissaggio 11 e del corpo di aggancio 4 e le superfici di contatto 27a e 20a della guida 27 e della testa 20 della vite 29 di collegamento sono superfici di contatto sferiche.
L’invenzione così concepita risolve gli inconvenienti della tecnica nota citati e consegue importanti vantaggi.
Vantaggiosamente, il morsetto 1 consente al personale medico di applicare i mezzi di sintesi al cerchio 2 senza vincoli di posizionamento, in quanto il morsetto 1 può essere agganciato al cerchio 2 in una qualsiasi porzione non occupata dai mezzi di sintesi.
Inoltre, mediante l’impiego del morsetto 1, è possibile collegare tra loro cerchi 2 i cui piani di giacitura sono paralleli tra loro o inclinati e cerchi 2 aventi diametri tra loro diversi, data la possibilità di inclinare il corpo di fissaggio 11 della barra 3 rispetto al corpo di aggancio 4 e di ruotare il corpo di fissaggio 11 attorno al proprio asse 11a.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Morsetto per fissatori esterni comprendente: - un corpo di fissaggio (11) presentante una sede (12) che si impegna in presa con una barra (3) atta a collegare tra loro almeno due fissatori esterni (2); - un corpo di aggancio (4) in grado di collegare il morsetto (1) ad un fissatore esterno (2); il corpo di aggancio (4) comprendendo un primo ed un secondo elemento a ganascia (5, 6) mobili l’uno rispetto all’altro da una posizione ravvicinata ad una posizione di reciproco allontanamento in corrispondenza della quale è possibile inserire tra i due elementi a ganascia (5,6) una porzione (2b) del fissatore esterno (2); - mezzi elastici (17) agenti sul primo e sul secondo elemento a ganascia (5, 6) per mantenerli nella loro posizione reciproca ravvicinata in corrispondenza della quale la porzione del fissatore esterno (2) risulta bloccata tra detti primo ed secondo elemento a ganascia (5,6). 2. Morsetto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il corpo di fissaggio (11) è collegato al corpo di aggancio (4) ed è mobile rispetto al corpo di aggancio (4) stesso in modo da orientare la barra (3) nello spazio, regolandone la posizione. 3. Morsetto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il corpo di fissaggio (11) è rotante attorno ad un proprio asse (11a) di rotazione; la sede (12) essendo posizionabile attorno all’asse (11a) stesso. 4. Morsetto secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto che l’uno tra detti corpo di fissaggio (11) e corpo di aggancio (4) comprende un pattino (20) e l’altro tra detti corpo di fissaggio (11) e corpo di aggancio (4) comprende una guida (27); il pattino (20) scorrendo lungo la guida (27) per muovere il corpo di fissaggio (11) rispetto al corpo di aggancio (4). 5. Morsetto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la guida (27) ed il pattino (20) presentano rispettive superfici (27a, 20a) di reciproco contatto; le superfici (27a, 20a) di reciproco contatto essendo superfici cilindriche concentriche aventi il medesimo centro di curvatura (O1); il pattino (20) seguendo una trattoria curvilinea definita almeno parzialmente da un arco di circonferenza (C1). 6. Morsetto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di serraggio (28) del corpo di aggancio (4) e del corpo di fissaggio (11); i mezzi di serraggio (28) essendo in grado di impedire il movimento relativo del primo elemento a ganascia (5) rispetto al secondo elemento a ganascia (6) e, contestualmente, del corpo di fissaggio (11) rispetto al corpo di aggancio (4). 7. Morsetto secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che i mezzi di serraggio (28) sono in grado di fissare stabilmente il corpo di aggancio (4) ad una porzione (2b) del fissatore esterno (2). 8. Morsetto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che il corpo di fissaggio (11) comprende un primo ed un secondo elemento di afferraggio (13, 14) della barra (3), definenti almeno in parte la sede (12) di alloggiamento della barra (3) stessa; i mezzi elastici (17) agendo sul primo elemento di afferraggio (13) mantenendolo in una posizione ravvicinata rispetto al secondo elemento (14); la barra (3) essendo inseribile nella sede (12) contrastando l’azione di detti mezzi elastici (17). 9. Morsetto secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che i mezzi di serraggio (28) agiscono sul primo elemento di afferraggio (13) impedendone il movimento relativo rispetto al secondo elemento di afferraggio (14). 10. Morsetto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 6 a 9, caratterizzato dal fatto che i mezzi di serraggio (28) comprendono una vite (19) di collegamento del corpo di aggancio (4) con il corpo di fissaggio (11) ed un dado (24); la vite (19) comprendendo una testa (20) atta ad impegnarsi con il corpo di aggancio (4) ed un gambo (21) alloggiato entro il corpo di fissaggio (11); il dado (24) impegnandosi in avvitamento su detto gambo (21) per impedire movimenti relativi del corpo di fissaggio (11) e del corpo di aggancio (4). 11. Struttura ortopedica esterna comprendente almeno due fissatori esterni (2), una pluralità di barre (3) atte a collegare i fissatori esterni (2) tra loro, caratterizzata dal fatto di comprendere una pluralità di morsetti (1) secondo le rivendicazioni da 1 a 10 agganciabili ad una porzione (2b) di un rispettivo fissatore esterno (2); ciascun morsetto (1) essendo atto ad impegnarsi con una rispettiva barra (3); ogni barra (3) collegando una coppia di morsetti (1) agganciati ai rispettivi fissatori esterni (2). CLAIMS 1. A clamp for external fixation devices comprising: - a fixation body (11) having a seat (12) which grips a bar (3) designed to connect together at least two external fixation devices (2); - a hooking element (4) which is able to connect the clamp (1) to an external fixation device (2); the hooking element (4) comprising a first and a second jaw element (5, 6) mobile relative to each other from a position close to each other to a position away from each other at which it is possible to insert a portion (2b) of the external fixation device (2) between the two jaw elements (5, 6); - elastic means (17) acting on the first and second jaw elements (5, 6) for keeping them in their position close to each other at which the portion of the external fixation device (2) is held securely in place between the first and second jaw elements (5, 6).
  2. 2. The clamp according to claim 1, characterised in that the fixation body (11) is connected to the hooking element (4) and is mobile relative to the hooking element (4) so as to orient the bar (3) in space, adjusting its position.
  3. 3. The clamp according to claim 2, characterised in that the fixation body (11) rotates about a relative axis (11a) of rotation; the seat (12) being positionable about the axis (11a).
  4. 4. The clamp according to claim 2 or 3, characterised in that the one between the fixation body (11) and hooking element (4) comprises a runner (20) and the other between the fixation body (11) and the hooking element (4) comprises a guide (27); the runner (20) sliding along the guide (27) for moving the fixation body (11) relative to the hooking element (4).
  5. 5. The clamp according to claim 4, characterised in that the guide (27) and the runner (20) have respective surfaces (27a, 20a) of mutual contact; the surfaces (27a, 20a) of mutual contact being concentric cylindrical surfaces having the same centre of curvature (O1); the runner (20) following a curvilinear trajectory defined at least partly by a circular arc (C1).
  6. 6. The clamp according to any one of claims 1 to 5, characterised in that it comprises means (28) for fastening the hooking element (4) and the fixation body (11); the fastening means (28) being able to prevent the relative movement of the first jaw element (5) with respect to the second jaw element (6) and, at the same time, of the fixation body (11) with respect to the hooking element (4).
  7. 7. The clamp according to claim 6, characterised in that the fastening means (28) are able to stably fix the hooking element (4) to a portion (2b) of the external fixation device (2).
  8. 8. The clamp according to any one of claims 1 to 7, characterised in that the fixation body (11) comprises a first and a second element (13, 14) for gripping the bar (3), defining at least partly the seat (12) for housing the bar (3); the elastic means (17) acting on the first gripping element (13) keeping it in a position close to the second element (14); the bar (3) being insertable in the seat (12) opposing the action of the elastic means (17).
  9. 9. The clamp according to claim 8, characterised in that the fastening means (28) act on the first gripping element (13) preventing the relative movement with respect to the second gripping element (14).
  10. 10. The clamp according to any one of claims 6 to 9, characterised in that the fastening means (28) comprise a screw (19) for connecting the hooking element (4) to the fixation body (11) and a nut (24); the screw (19) comprising a head (20) designed to engage with the hooking element (4) and a shank (21) housed inside the fixation body (11); the nut (24) screwing on to the shank (21) for preventing relative movements of the fixation body (11) and the hooking element (4).
  11. 11. An external orthopaedic structure comprising at least two external fixation devices (2), a plurality of bars (3) designed to connect the external fixation devices (2) to each other, characterised in that it comprises a plurality of clamps (1) according to claims 1 to 10 which can be hooked to a portion (2b) of a respective external fixation device (2); each clamp (1) being designed to engage with a respective bar (3); each bar (3) connecting a pair of clamps (1) hooked to the respective external fixation devices (2).
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