ITBL20070028A1 - Montatura snodata di occhiali, con elementi assemblati per mezzo di filo - Google Patents

Montatura snodata di occhiali, con elementi assemblati per mezzo di filo Download PDF

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Description

Descrizione dell’INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo: “MONTATURA SNODATA DI OCCHIALE, CON ELEMENTI ASSEMBLATI PER MEZZO DI FILO”
Forma oggetto della presente innovazione un nuovo tipo di occhiale con montatura ad elementi snodati, detti elementi potendosi sfilare e ripiegare tra di loro, quando l occhiale non debba essere regolarmente indossato per la sua normale funzione di correzione visiva o protettiva.
Caratteristica innovativa principale della presente innovazione è quella di prevedere l’impiego di cerchielli snodati di frontale, per il supporto delle lenti, i quali cerchielli sono tra loro incernierati, per mezzo di una loro estremità interna che ne consente una articolazione complanare atta a portare i loro rispettivi archi ciliari in posizione sostanzialmente contrapposta di frontale piegato, essendo detti archi ciliari dotati di un foro longitudinale passante lungo una linea inferiore al loro punto di snodo, ed essendo abbinabili ad un rispettivo distanziale curvato e forato, per lo scorrimento di un filo, il quale filo unisce i due stessi cerchielli di frontale e detti distanziali curvati a due contrapposte serie di cilindretti forati laterali, aventi funzione di astine snodate: una serie laterale di cilindretti essendo allineabile all’imboccatura ortogonale del distanziale curvato di un cerchiello e l’altra serie laterale di cilindretti essendo allineabile all’imboccatura ortogonale del distanziale curvato dell’altro cerchiello, le parti finali di detto filo essendo disposte alle estremità di entrambe le serie di cilindretti o astine laterali, per interposizione di un mezzo elastico che è atto a tenere in tensione lo stesso filo, quando i due cerchielli siano tra loro allineati, per essere indossati dalla persona, assicurando la voluta stabilità di connessione di tutti gli elementi dell’intera montatura snodata di occhiale.
Sono note innumerevoli soluzioni costruttive di occhiali pieghevoli, generalmente utilizzate nel settore della presbiopia, del quale costituiscono una nicchia, e tutte sostanzialmente realizzate incemierando una coppia di cerchielli sul loro ponte intermedio di unione, oltre che incemierando tra di loro i due spezzoni destinati a formare le astine dell’occhiale, essendo ovviamente le estremità di due spezzoni di astina incernierati alle estremità dello stesso frontale di occhiali.
In particolare, i normali occhiali del tipo per presbiti vengono utilizzati soltanto quando si voglia focalizzare degli oggetti o figure poste da vicino, mentre generalmente sono riposti e custoditi in appositi astucci che si possono portare in tasca o depositare in punti prestabiliti della casa, per essere facilmente rintracciati al momento del bisogno.
Alternativamente, gli stessi normali occhiali per presbiti sono portati al collo dalla persona, per mezzo di catenelle o cordoncini flessibili, o anche con un’astina rigida, sagomata a forma di “U” alle cui due estremità sono associate altrettante lenti da presbite da unire ad esempio magneticamente.
In tutte queste soluzioni si presenta però il problema dell’ingombro complessivo dell’occhiale, il quale, dovendo essere usato saltuariamente, comporta sempre dei disagi di collocazione e di posizionamento, quando debba essere custodito.
A questi tipi di disagio si è cercato di ovviare con la realizzazione di occhiali pieghevoli, i quali siano meno ingombranti, pur essendo facilmente rintracciabili, nel momento saltuario di un loro impiego.
Tra le diverse soluzioni del tipo citato, a solo titolo di esempio, si vogliono indicare quelle proposte con il brevetto Gerald Henry WINGATE n. GB 322.297 - depositato nel 1928, il brevetto Giuseppe RATTI Spa n. FR 2.538.921 - depositato nel 1982 e il brevetto Antony CHANGn. US 5,208,616 - depositato nel 1991.
Queste ed altre analoghe soluzioni conseguono in effetti il vantaggio di contenimento dell'ingombro dell'occhiale, in fase di riposo, tuttavia la sovrapposizione e piegatura a più strati degli elementi di frontale e degli elementi di astina, determinano un consistente spessore dell’occhiale piegato, il quale crea comunque dei problemi di custodia, ad esempio in una tasca del vestito.
Inoltre, la molteplicità di cerniere di articolazione degli elementi di ogni occhiale di tipo esemplificato determina una rapida usura dello stesso occhiale, oltre che costituire occasione di torsioni e deformazioni dovute a urti casuali o a poca destrezza nell’apertura degli stessi occhiali, rendendoli rapidamente deformati e quindi poco servibili.
Una diversa forma di piegatura delle astine sul frontale è stata proposta con il brevetto Bugatti Srl n. WO95/12140 - depositato nel 1994, per la quale forma, le astine sono retrattili telescopicamente, essendo incernierate a due cerchielli di frontale che, a loro volta, sono incernierati sul loro ponte d’unione.
Questa soluzione, seppure è in grado di ridurre lo spessore dell’occhiale ripiegato, presenta però una notevole complessità di realizzazione e qualche problema di sfilamento e di chiusura degli elementi telescopici delle astine, tanto da non apparire interessante sul mercato.
Una tecnica più recente è stata proposta con il brevetto John Allaway n. GB2.437.552 -depositato in data 24.04.2006, il quale prevede una forma aerodinamica e bombata del frontale, sempre costituito da due elementi di cerchiello articolati sul ponte, al quale si associano due spezzoni di astina che è arcuata ed articolata alle estremità di frontale, per mezzo di cerniere dotate di una molla che ne provoca la chiusura automatica.
Anche questa soluzione, seppure vantaggiosamente a chiusura automatica, appare di grosso spessore in posizione di riposo, anche per la bombatura delle due parti di frontale, quindi risulta di scarso interesse ai fini di un abbattimento dell’ ingombro dell’occhiale da custodire, il quale occhiale deve poi sempre essere disposto in un astuccio, che molto spesso non è a portata di mano, quando lo stesso occhiale potrebbe servire per la lettura o per la protezione della vista. In tutte queste soluzioni esemplificate e numerose altre analoghe che la tecnica anche più attuale propone, l’occhiale pieghevole a riposo, presenta sempre una struttura rigida che è determinata dalla presenza dei vari tipi di cerniera o articolazione fissa con perno, tra gli elementi del frontale e gli elementi delle astine, tale rigidità costituendo sempre un pericolo di rottura in caso di urto o di schiacciamento.
Inoltre, proprio per la scomodità ed ingombro dell’occhiale pieghevole di ogni tipo già noto, è improponibile un suo attacco al collo della persona, ad esempio con cordoncini, se non custodito in una apposita custodia che ne assicuri una adeguata protezione dagli urti.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente innovazione è quello di poter realizzare una montatura di occhiale che, in fase di riposo, possa essere portata al collo, quindi facilmente reperibile ad ogni necessità di lettura o di protezione dell’occhio, senza che lo stesso occhiale debba assumere un ingombro ed una forma rigida di piegatura, potendo invece essere adattabile e flessibile ad ogni urto o variazione di spazio disponibile per la persona che lo custodisce anche portandolo al collo, come ad esempio nel caso dell’automobilista che deve usare le cinture di sicurezza.
Nell’ambito di tale compito, un altro importante scopo dell’innovazione è quello di poter assicurare una adeguata durata dell’occhiale, superando i problemi di frizione ed usura che sono presenti nella generalità delle cerniere attualmente presenti in ogni noto tipo di occhiale pieghevole.
Altro scopo della presente innovazione è quello di poter realizzare un occhiale snodato che possa essere portato al collo anche senza la necessità di ricorrere ad astucci rigidi o flessibili, oppure ad aste rigide che accrescono comunque gli ingombri ed i disagi d’uso e custodia degli stessi attuali occhiali.
Non ultimo scopo della presente innovazione è quello di poter realizzare un occhiale snodato, il quale consenta rabbinamento di una sua funzione di correzione visiva e/o di una sua funzione protettiva degli occhi, con una sua funzione estetica dell’occhiale indossato, oltre che una sua funzione mimetica, conseguibile quando l’occhiale non debba essere indossato.
Questi ed altri scopi sono in effetti perfettamente conseguiti con la presente innovazione, la quale, a prescindere dalla forma estetica di un modello di occhiale da realizzare e dal suo materiale e lavorazione di realizzazione, prevede l’impiego dei cerchielli snodati di frontale, i quali cerchielli sono tra loro incernierati, per mezzo di una loro estremità interna che ne consente una articolazione complanare, atta a portare i loro rispettivi archi ciliari in posizione sostanzialmente di frontale piegato, essendo detti archi ciliari dotati di un foro longitudinale passante lungo una linea inferiore al loro punto di snodo, ed essendo abbinabili ad un rispettivo distanziale curvato e forato, per lo scorrimento di un filo, il quale filo unisce i due stessi cerchielli di frontale e detti distanziali curvati a due contrapposte serie laterali di cilindretti forati, aventi la funzione di astine snodate: una serie di cilindretti essendo allineabile all’ imboccatura esterna del foro passante del distanziale di un cerchiello e l’altra serie di cilindretti essendo allineabile all’imboccatura esterna del distanziale dell’altro cerchiello della medesima montatura di occhiale, le parti finali di detto filo essendo disposte sulle estremità di entrambe le serie di cilindretti laterali, per interposizione di un mezzo elastico che è atto a tenere in tensione lo stesso filo, quando i due cerchielli siano allineati tra di loro, per essere indossati dalla persona, assicurando la voluta stabilità di connessione degli elementi dell’intera montatura snodata di occhiale.
Una migliore comprensione del nuovo dispositivo proposto ed una evidenziazione del conseguimento degli scopi indicati viene di seguito più dettagliatamente descritta ed illustrata, secondo una forma costruttiva dei suoi componenti che è puramente indicativa e non limitativa, anche con l’ausilio di n. 9 figure schematiche riprodotte nelle quattro tavole allegate e delle quali:
la fig. 1 di tav. 1 rappresenta una vista verticale e parzialmente in sezione, di una coppia di cerchielli, per il sostegno delle lenti di occhiale, detti cerchielli essendo visti dal lato esterno del frontale e realizzati secondo rinnovazione;
la fig. 2 di tav. 1 rappresenta una vista in pianta ed in sezione assiale di uno dei due distanziali interponibili tra ogni uno dei due cerchielli di fig. 1, e la parte finale delle astine snodate delle figg. 3 e 4;
la fig. 3 di tav.l rappresenta una vista in pianta di uno spezzone cilindrico di occhiale, atto a costituire la parte iniziale o di innesto dell'elemento snodato di astina suH’estremità curvata del distanziale di fig. 2;
la fig. 4 di tav. 1 rappresenta una vista in pianta di uno spezzone cilindrico di occhiale, atto a costituire la parte finale dell’ elemento snodato di astina;
la fig. 5 di tav. 2 rappresenta una vista prospettica ed in esploso, dal alto interno del frontale di occhiale , realizzabile assemblando gli elementi delle figg. 1 e 2;
la fig. 6 di tav. 2 rappresenta una vista prospettica, in esploso e parzialmente in sezione assiale, di un elemento di astina snodata di fig. 3 con un elemento di fig. 4, essendo collegati ad una estremità del filo di unione snodata;
la fig. 7 di tav. 3 rappresenta una vista prospettica degli elementi di occhiale della fig. 5 e della fig. 6, tra loro uniti da un unico filo che ne consente una regolare apertura, per poter essere indossati, ad esempio al momento della lettura per una persona presbite; la fig. 8 di tav. 3 rappresenta una vista prospettica di un perno elastico di unione snodata della coppia di cerchielli di fig. 1;
la fig. 9 di tav. 4 rappresenta una vista verticale dello stesso occhiale di fig. 7, quando sia posto in posizione di riposo.
In tutte le figure gli stessi particolari sono rappresentati, o si intendono rappresentati, con lo stesso numero di riferimento.
Secondo la soluzione costruttiva illustrata nelle varie figure citate, una coppia di lenti (1) e (2), ad esempio del tipo per lettura da vicino, è alloggiata rispettivamente nei cerchielli (10) e (20) che, secondo l esempio illustrato, sono realizzati in acetato cellulosico, per alloggiare dette lenti (1) e (2) con semplice pressione sui loro bordi.
Il cerchiello (10) presenta la sua estremità interna che è dotata di uno spessoramento (11), con una sporgenza intermedia (13) del suo spessore che è sagomata ad occhiello avente un foro passante (14), ed è dotata di un riscontro inferiore (15), oltre che di uno spessoramento (16) avente funzione di poggia naso.
Lo stesso spessoramento (11) del cerchiello (10) è dotato di un foro passante longitudinale (17), il quale è situato in una posizione inferiore alla posizione del foro (14) deirocchiello (13) ed è disposto coassialmente ad un foro (18) avente una sezione poligonale.
Il cerchiello opposto (20) presenta pure la sua estremità interna che è dotata di uno spessoramento (21), con una coppia di occhielli (22a) e (22b) distanziati da un vano intermedio (23), detti occhielli (22a) e (22b) presentando un loro foro passante, rispettivamente (24a) e (24b), entrambi preferenzialmente svasati sul loro bordo esterno.
Il vano intermedio (23) è completato dalla presenza di un alloggiamento di riscontro inferiore (25), mentre lo stesso cerchiello (20) è dotato di uno spessoramento (26) in funzione di poggia naso.
Lo stesso spessoramento (21) del cerchiello (20) è dotato di foro passante longitudinale (27), il quale è situato in una posizione inferiore alla posizione dei fori (24) degli occhielli (22) ed è disposto coassialmente ad un foro (28) avente una sezione poligonale.
Una coppia di distanziali (30), tra loro simmetrici e speculari (30a) e (30b), sono associati rispettivamente ai cerchielli (10) e (20) per costituire il frontale (F) dell’occhiale snodato in esame, come intuibile dalla fig. 5.
Ogni distanziale (30) è sostanzialmente costituito da un elemento arcuato avente una estremità (31) che è atta ad essere alloggiata nei vani (18) o (28) degli spessoramenti (11) o (21) dei cerchielli (10) e (20), presentando una sezione poligonale sostanzialmente identica alla sezione di detti fori (18) e (28).
L’estremità opposta (32) di detti distanziali (30) è disposta indicativamente in posizione ortogonale, rispetto all’asse dell’estremità d’innesto (31), tale posizione potendo variare leggermente, in relazione alla forma prevista del frontale (F).
La stessa estremità (32) del distanziale (30) è dotata di una sede troncoconica (33) avente anche la funzione di imboccatura di un foro passante (34) che attraversa longitudinalmente detto distanziale (30), fino all’uscita sull’estremità (31).
Con riferimento particolare alla fig. 2, si evince che detto foro (34) presenta un tratto intermedio (34a) che è reso a vista sul lato esterno del distanziale (30), per evidenti aspetti costruttivi ma anche per conferire un particolare effetto estetico al frontale (F), quando l’occhiale sia indossato.
Con riferimento alle figg. 3 - 4 e 6, si illustra una forma costruttiva di una serie di cilindretti forati (40) e (50), i qual sono atti ad essere tra loro innestati per costituire ogni una delle due astine laterali snodate (A), da associare al frontale di fig. 5, per formare un occhiale da lettura come quello esemplificato in fig. 7.
Un cilindretto forato (40) è sostanzialmente costituito da un corpo ad esempio cilindrico (41), con estremità troncoconiche (42) e (43), presentando un foro assiale (44) passante, oltre che una sede troncoconica (45), disposta ad esempio sull’estremità (42) ed una sporgenza troncoconica (46) disposta sull’estremità opposta (43).
Lo stesso cilindretto forato (40) è associabile ed allineabile con altri identici cilindretti forati (40), per formare un’astina lineare (A) di lunghezza adeguata, da interporre tra il distanziale (30) del frontale (F) e l’elemento terminale (50) della stessa astina, come esemplificato in fig. 7 e come di seguito meglio specificato.
Detto elemento terminale (50) è sempre costituito da un corpo ad esempio cilindrico (51), con estremità troncoconiche (52) e (53), presentando un foro assiale (54) passante, oltre che un svasatura (55) ad esempio sull’estremità (52) ed una sporgenza troncoconica (56) disposta suH’estremità opposta (53).
La svasatura (55) di detto terminale (50) è coassiale ad una sede (57), preferenzialmente cilindrica, che è allineata e coassiale al foro passante (54), essendo destinata ad alloggiare un mezzo elastico (58), come di seguito specificato.
Con riferimento particolare alla fig. 4, si evidenzia il fatto che al corpo cilindrico (51) è associato un possibile elemento curvato (59), per conferire a detto elemento terminale (50), il migliore appoggio sul padiglione auricolare della persona, conforme ad un tecnica nota.
Per assicurare che detto elemento curvato (59) si disponga nella giusta posizione, ogni volta che l’occhiale viene indossato, partendo da una posizione floscia di riposo, secondo un particolare accorgimento costruttivo, l’estremità tronco conica (56) di detto terminale (50) è preferenzialmente realizzato con le basi minore e superiore ad esempio ellittiche, anziché circolari, così come saranno corrispondentemente a basi ellittiche le sedi (45) dell’elemento intermedio (40).
Per effetto di questa particolare conformazione delle estremità (56) del terminale (50) e della sede (45) dell’elemento intermedio (40), ogni volta che il filo o cavo (70) viene posto in tensione, come di seguito meglio specificato, il terminale (50) è obbligato a disporsi nella giusta posizione, rispetto all’elemento intermedio (40).
Naturalmente, anche l’estremità sporgente (46) dello stesso elemento intermedio (40) dovrà essere dotato di analoga forma conica a basi ellittiche, così come anche la sede (33) dei distanziali (30), al fine di assicurare la corretta disposizione di ogni elemento deH’astina (A), rispetto al frontale (F) da indossare.
Tuttavia, anche realizzando dette estremità (56) e (46) e dette sedi (45) e (33) in forma tronco conica a base circolare, la posizione dell' elemento curvato (59) del terminale (50) può essere agevolmente sistemato, ruotandolo manualmente fino a portarlo nella posizione voluta.
La descrizione degli elementi principali costituenti l’occhiale snodato in esame, comprende anche la presenza di un perno elastico (60), di unione snodata dei due cerchielli del frontale (F), come intuibile dalle figg. 5 e 8.
Detto perno (60) è sostanzialmente costituito da un corpo cilindrico (61) con due estremità troncoconiche (62) e (63), l’estremità (62) essendo dotata di un intaglio assiale (64) che interessa anche quasi tutto il corpo centrale (61), per conferire alla stessa estremità (62) una adeguata elasticità.
Con riferimento particolare alla fig. 7, si evidenzia esemplificativamente il fatto che i cerchielli (10) e (20), possono essere realizzati invertendo gli elementi di incerili eramento (13) e (22), rispetto alla soluzione di fig. 5, così come si evidenzia la possibilità di realizzare le astine con una pluralità di elementi intermedi (40) da associare al terminale (50) che non vi è rappresentato.
Come risulta evidente dalle stesse figg. 5 e 7, previo opportuno restringimento della testa (62), agendo sulla sua fresatura (64), il perno (60) viene inserito nei fori (14) e (24) degli occhielli (13) e (22), dopo che l’occhiello (13) del cerchiello (10) sia stato inserito ed allineato nella sede (23) del cerchiello (20), in modo tale che, la sua testa (62) si allarghi nella sede svasata (24b) dell’occhiello (22b), mentre la testa opposta (63) si dispone nella sede svasata (24a) dell’occhiello (22a), in modo tale che il corpo centrale cilindrico (61) di detto perno (60) sia alloggiato dal foro (14) dell’occhiello (13), per consentire al cerchiello (10) di poter ruotare sul cerchiello (20), fino a sovrapporre la sua spessoratura (11) alla spessoratura (21) del cerchiello (20), come esemplificato in fig. 9.
Come indicato anche dal titolo della presente innovazione, le varie parti fino ad ora descritte ed illustrate sono tra loro assemblate e rese funzionali dalla presenza di un filo o cavetto (70) di unione e snodo.
Con riferimento particolare alla fig. 6, un filo (70) è infilato ad un elemento di estremità (50) , dopo che una sua estremità sia stata opportunamente dotata di un nodo (71) o di altro opportuno fermo atto a formare un occhiello (72) di testa, e dopo che lo stesso filo (70) sia stato alloggiato nel mezzo elastico (58).
Lo stesso filo o cavo (70) viene quindi infilato nel foro passante (54) di detto elemento terminale (50), così come viene infilato nel foro passante (44) di ogni elemento intermedio (40), per poi essere infilato nel foro passante (34) dell ’attiguo distanziale (30), quindi nei fori passanti (17) e (27) dei cerchielli (10) e (20).
La stessa estremità libera del filo (70) è quindi infilata nel foro passante (34) deH’altro distanziale (30), quindi nel foro passante (44) di ogni elemento intermedio (40) e nel foro passante (54) dell ’altro elemento terminale (50).
Uscendo dal secondo elemento terminale (50), detto filo (70) viene infilato in un altro mezzo elastico (58), quindi la sua estremità viene chiusa con almeno un nodo (71) ed un opportuno occhiello (72).
Appare evidente il fatto che, infilando il cavo (70) nei vari elementi sopra indicati e compiendo una adeguata trazione, si provoca il loro innesto in successione. Infatti, tirando gradualmente il cavo (70), si obbliga la sporgenza (56) del terminale (50) ad alloggiarsi nel vano (45) dell’attiguo elemento (40), così ogni altro elemento attiguo (40) per formare la voluta lunghezza dell ’astina snodata (A).
Analogamente, l’estremità sporgente (46) del primo elemento cilindrico (40) viene alloggiata nel vano (33) del primo distanziale (30b) e la sua estremità (31) si innesta nella sede (28) del cerchiello (20).
Continuando l’infilamento del cavo (70) negli altri elementi sopra citati e continuando la leggera trazione dello stesso cavo (70), l’occhiello (13) viene obbligato ad innestarsi nella sede (23), così come il riscontro (15) si porta nella sua sede di riferimento (25), avendo così la possibilità di applicare il perno elastico (60) che assicura rincemieramento tra i due cerchielli (10) e (20).
Continuando ancora l’infilamento degli altri elementi sopra citati, sempre con adeguata tensione del cavo (70), si ottiene così l’innesto del secondo distanziale (30a) al cerchiello (10), quindi l’innesto dei corpi cilindrici intermedi (40) tra di loro e con l’estremità (32) del secondo distanziale (30a) e con l’elemento terminale (50), conforme a quanto già descritto, realizzando così un occhiale aperto e disponibile per essere indossato, secondo l’esempio di fig. 7.
Con riferimento alla fig. 1, si evidenzia il fatto che con l’innesto dell’occhiello (13) del cerchiello (10) nella sede (23) compresa tra gli occhielli (22a) e (22b) del cerchiello (20), i fori (17) e (27) di passaggio del cavo (70) sono perfettamente allineati, oltre che disposti lungo un asse che è inferiore all’asse dei fori (14) e (24), nei quali si ha l’applicazione del perno (60), con la conseguenza che, ponendo in normale trazione il filo (70), i cerchielli (10) e (20) sono perfettamente e stabilmente allineati tra di loro, nella loro posizione aperta o di lavoro, tale posizione essendo favorita e delimitata anche dall’alloggiamento del riscontro (15) nella sua sede (25).
Contemporaneamente, sempre per effetto della voluta trazione del filo o cavetto (70) alle sue estremità (71), in battuta contro il rispettivo mezzo elastico (58), disposto nelle sedi (57) dei due elementi terminati (50), anche le astine (A) sono in battuta contro l’estremità piegata (32) del rispettivo distanziale (30), il quale, a sua volta, è innestato nelle rispettive sedi (18) e (28) dei due cerchielli (10) e (20), assicurando quindi la massima stabilità del frontale (F) e delle due astine (A), per poter indossare un occhiale perfettamente funzionale.
Si rileva in particolare come l innesto delle estremità poligonali (31) dei distanziali (30) nelle sedi poligonali (18) e (28) dei cerchielli (10) e (20), assicura la correttezza dell’angolo pantoscopico tra il frontale (F) e le astine (A), ad ogni nuova conformazione dell’occhiale da indossare.
Per altro, la conformazione delle stesse estremità (31) dei distanziali (30) e delle rispettive sedi (18) e (28) possono alternativamente essere sagomati a forma troncoconica, sempre ad esempio con basi ellittiche, analogamente alle estremità ed alle sedi degli elementi intermedi (40) e terminali (50) delle astine (A), come sopra esemplificato.
Quando l’uso dell’occhiale non sia più richiesto, lo stesso occhiale viene tolto dalla testa e, con leggero sforzo, si fanno ruotare i cerchielli (10) e (20), sempre uniti dal perno (60), portando sostanzialmente i rispettivi spessoramenti (11) e (21) a contatto sulle loro superfici esterne, ruotando complanarmente gli stessi cerchielli (10) e (20) di circa 180°, come rappresentato in fig. 9.
Il momento di massimo sforzo, per la chiusura dei cerchielli (10) - (20) è dato nella fase iniziale di rotazione, quando il filo (70) deve superare la sua distanza minima o punto morto, rispetto alla posizione del perno (60), richiedendo la compressione dei due mezzi elastici (58) che sono disposti alle estremità (50) delle due astine (A).
Superato detto punto morto, il cavo (70) si allenta, arretrando particolarmente in prossimità del perno (60) e portandosi in posizione ribassata sugli spessoramenti (11) e (21), rendendo snodate le connessioni tra gli elementi (50) e (40) delle due astine (A), oltre che gli stessi elementi (40) con i rispettivi distanziali (30), mentre gli stessi distanza ili (30) possono anche rimanere incastrati nelle loro sedi (18) e (28), così come possono anche dissociarsi, come rappresentato nella stessa fig. 9.
Data la flessibilità del filo (70), appare evidente che i vari elementi (30) - (40) possono essere in ogni modo raggruppati per essere, ad esempio, alloggiati in una confezione di minimo ingombro, così come possono essere posizionati in ogni minimo spazio, conforme allo scopo principale proposto.
Sempre con riferimento alla fig. 9, si evince il fatto che, i gancini d’estremità (72) possono essere usati per il fissaggio di un ulteriore spezzone di filo (80) che consente di appendere Finterò occhiale attorno al collo, seppure sempre nella sua condizione snodata, che assicura un suo minimo ingombro e la mancanza di pericoli contro urti e pressioni anche casuali, pur assicurando la massima facilità di una loro ricomposizione per ogni esigenza, conforme ad un altro degli scopi specificati.
Da quanto fino ad ora descritto, si evince il fatto che la lunghezza complessiva del filo (70), o meglio la distanza complessiva esistente tra i due noti (71) dello stesso filo o cavetto (70) è sostanzialmente data dalla somma delle varie lunghezze degli elementi d’astina (A) e di frontale (F), assemblati in posizione di lavoro, come intuibile dalla fig. 7.
Appare altrettanto evidente che uno dei due nodi (71) dovrà essere eseguito, ad una estremità del filo (70), prima di iniziale l infilamento dei vari elementi sopra descritti, mentre l’altro nodo (71) potrà essere eseguito, sulla estremità opposta dello stesso filo (70), dopo che detta estremità sarà stata infilata in tutti gli elementi sopra descritti, compresi i due mezzi elastici disposti in prossimità di detti nodi (71).
La possibilità di realizzare elementi intermedi (40) e terminali (50) delle astine (A), assicura all’occhiale in esame ogni possibilità di personalizzazione nel suo aspetto estetico, durante il suo uso, così come consente una sua mimetizzazione, quando sia semplicemente appeso al collo, potendo confondere detti elementi intermedi (40) e terminali (50), quali elementi di una normale collana od oggetto decorativo della persona, senza rendere evidente la sua funzione di presidio per presbiopia, quando l’occhiale non sia indossato, conforme ad altri degli scopi specificati.
Secondo una prima variazione costruttiva, le astine (A) da associare al frontale (F) potrebbero essere costituite ance da un unico elemento terminale (50), da innestare direttamente ai bordi (32) dei distanziali (30), così come le stesse astine potrebbero essere costituite da uno o più elementi intermedi (40), disponendo il mezzo elastico (58) in battuta esterna, sul bordo (42) delFultimo elemento (40) di astina (A).
Secondo una ulteriore variazione costruttiva, che comunque non appare migliorativa, l’elemento elastico (58) potrebbe essere eliminato, la sua capacità elasiticizzante potendo essere conseguita dall’uso di un filo o cavo (70) dotato di adeguata capacità di reazione allo sforzo di apertura e chiusura degli occhielli (10) e (20) sul perno (60).
La soluzione principale e le variazioni sopra descritte, consentono poi la possibilità di personalizzare ulteriormente l’occhiale snodato, con l’applicazione alle astine (A) di guaine, anche intercambiabili e di colori o disegni diversi.
Naturalmente, le soluzioni costruttive fino ad ora descritte ed illustrate sono da intendersi, come già specificato, puramente indicative e non limitative.
È possibile infatti, ad esempio, realizzare i cerchielli (10) e (20) che siano già dotati dei rispettivi distanziali (30), ad esempio saldati o comunque fissi ai rispettivi spessoramenti (11) e (21), così come è possibile prevedere la realizzazione di elementi intermedi (40) che siano dotati di una curva all’incirca ortogonale, da associare a distanziali (30) o cerchielli (10) - (20) ad estremità d’innesto diritte.
È ancora possibile prevedere la realizzazione di analoghe soluzioni di occhiali in metallo, così come è possibile prevedere l’applicazione dei dispositivi di spessoramento (11) e (21) a montature di occhiali prive di cerchielli chiusi ma, ad esempio, dotati di parte inferiore in filo di nylon, oppure è possibile applicare detti spessoramenti (11) - (21) direttamente alle lenti (1) - (2), realizzando occhiali così detti “a tre pezzi” pur sempre snodati.
È anche possibile invertire le posizioni dei vani (33) e (45) e delle sporgenze troncoconiche (46) - (56) degli elementi d’innesto sopra specificati, così come invertire le posizioni di incemieramento tra le estremità interne (13) e (22) dei cerchielli (10) e (20).
È inoltre possibile sostituire l incemieramento complanare dei cerchielli (10) - (20), con un loro incemieramento parallelo, sostituendo il perno verticale (60) con un perno verticale , così come lo stesso perno (60) potrebbe anche non essere elasticizzato ma, ad esempio, costituito da una tradizionale chiusura a vite.
Queste ed altre analoghe modifiche o adattamenti si intendono comunque rientranti nell’ originalità del trovato che si vuole proteggere.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI. 1.- Montatura snodata di occhiale, con elementi assemblati per mezzo di filo, detti elementi potendosi sfilare e ripiegare tra di loro, quando l occhiale non debba essere indossato, caratterizzata dal fatto di prevedere l’impiego di due cerchielli o elementi di supporto delle lenti, i quali elementi sono tra loro incernierati, per mezzo del fulcraggio di una loro estremità interna, e sono dotati di una sede d’innesto, sul loro lato esterno, per l’alloggiamento, sostanzialmente ortogonale, di uno o più elementi tra loro coassiali ed atti a formare ogni una delle due astine, tutti questi elementi essendo tra loro uniti da un filo o cavo, il quale è reso passante entro o su ogni uno di detti elementi, per porli in tensione, quindi innestandoli in successione, quando i due cerchielli o elementi di supporto delle lenti siano disposti in posizione complanare e parallela, per assolvere alla funzione visiva o protettiva delle loro lenti, mentre lo stesso filo di unione si allenta e consente la disconnessione e lo snodo degli elementi laterali di astina e lo snodo di questi dagli elementi di sostegno delle lenti, quando detti elementi delle lenti siano fatti ruotare tra di loro per disporsi in posizione piegata o di riposo; 2.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che due cerchielli (10) e (20), per il supporto delle lenti (1) e (2), sono tra loro incernierati per mezzo di una loro estremità interna (13) - (22) che ne consente una articolazione complanare atta a portare i loro rispettivi archi ciliari (11) - (21) da una posizione complanare allineata ad una posizione sostanzialmente contrapposta di frontale complanare piegato, essendo detti archi ciliari o elementi spessorati (11) - (21) dotati di un loro foro longitudinale (17) - (27) che è passante lungo una linea inferiore al loro punto di snodo (60), ed essendo abbinabili ad un rispettivo distanziale forato (30), per lo scorrimento di un filo (70) che unisce gli stessi cerchielli (10) - (20) di frontale (F) e detti distanziali (30) a due contrapposte serie di elementi forati laterali intermedi (40) e/o terminali (50), dette serie di elementi (40) e/o (50) aventi la funzione di astine (A) per detto frontale (F), quando l’occhiale debba essere usato, mentre gli stessi elementi (40) e/o (50) si rendono snodati e scomponibili, seppure uniti da un unico filo o cavo (70), quando l’occhiale non debba essere usato. 3.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che un cerchiello (10) presenta uno spessoramento (11) sul suo lato interno, detto spessoramento (11) prevedendo la formazione di un occhiello (13) e di un riscontro (15), il foro (14) di detto occhiello (13) essendo disposto ad un livello più elevato dell’asse del suo foro passante longitudinale (17); 4.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che un cerchiello (20) presenta uno spessoramento (21) sul suo lato interno, detto spessoramento (21) prevedendo la formazione di una coppia di occhielli (22a) - (22b), tra loro distanziati da un vano(23), oltre che un vano di riscontro (25), i fori (24a) e (24b) di detti occhielli (22) essendo disposti ad un livello più elevato del’asse del suo foro passante longitudinale (27); 5.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che i fori passanti (24a) e (24b) degli occhielli (22) sono svasati sulle loro superfici esterne, per poter alloggiare le corrispondenti svasature delle estremità (62) e (63) del perno elastico (60); 6.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 3 e 4, caratterizzata dal fatto che gli spessoramenti (11) - (21) o elementi di incemieramento e di sostegno delle lenti (1) e (2) presentano un rispettivo foro passante (17) - (27) che è coassiale ad un foro o sede a sezione poligonale (18) - (28), disposta sulla parte esterna di detti elementi (11) - (21); 7.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 1 - 2 e 6, caratterizzata dal fatto che nelle sedi (18) e (28) degli spessoramenti (11) - (21) sono innestabili le estremità a sezione poligonale (31) di due contrapposti distanziali (30), i quali presentano una estremità contrapposta (32) indicativamente ortogonale all’asse degli innesti (31), dette estremità (32) disponendo di una sede tronco conica (33); 8.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che alla sede troncoconica (33) è comunicante un foro passante (34) che attraversa Finterò distanziale (30) e che si allinea ai fori (17) e (27) degli spessoramenti (11) - (21), quando detti distanziali (30) siano innestati nelle loro sedi (18) - (28); 9.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 1 - 2 e 8, caratterizzata dal fatto che nella sede troncoconica (33) dei distanziali (30) si innesta una sporgenza troncoconica (46) di un elemento (40) d’astina (A), il quale è pure dotato di una sua contrapposta sede tronco conica (45) per alloggiare le estremità di uno o più elementi intermedi (40) d’astina (A), oppure per alloggiare la sporgenza troncoconica (56) di un elemento terminale (50) d’astina (A), detta sporgenza troncoconica (56) potendo essere alloggiata direttamente nella sede (33) dei distanziali (30), se la stessa astina (A) è composta da un solo elemento terminale (50) di adeguata lunghezza; 10.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che un elemento terminale (50), presenta una sporgenza (56) che è atta ad alloggiarsi nelle sedi (45) degli elementi (40) di astina (A) e/o nelle sedi (33) dei distanziali (30), potendo presentare, sul suo lato opposto, una sede (57) di alloggiamento di un mezzo elastico (58) e potendo essere dotato di un elemento curvato (59), per conferire all’intera astina (A) il migliore appoggio al padiglione auricolare della persona che deve indossare l’occhiale; 11.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che un filo o cavetto (70) è reso passante ed unisce, in modo snodato, gli elementi (50) - (40) delle due astine (A), tra loro e con i rispettivi distanziali (30) e, passando per i fori (34) di detti distanziali (30), li unisce ai rispettivi cerchielli (10) - (20), passando anche per i fori (17) - (27) dei loro spessoramenti (11) - (21); 12.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione 11, caratterizzata dal fatto che le due estremità del filo o cavetto (70) sono dotate di nodi (71) od opportuni mezzi per la formazione di occhielli (72), detti nodi (71) essendo eseguiti in due momenti diversi di assemblaggio dell’occhiale in esame e ad una distanza che è pari alla somma delle lunghezze dei vari elementi assemblati, salvo la pressione sui mezzi elastici (58); 13.- Montatura snodata di occhiale, come alle rivendicazioni Il e 12, caratterizzata dal fatto che, in prossimità dei nodi (71) del filo (70), sono infilati o comunque disposti dei mezzi elastici (58), che si interpongo tra gli stessi nodi (71) e le estremità dei terminali (70) per assicurare la voluta stabilità dei vari elementi innestati, quando l’occhiale sia in fase d’uso: 14.- Montatura snodata d’occhiale, come ad una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che, quando i cerchielli (10) - (20) sono piegati sul loro perno (60), si ridice la distanza tra le uscite degli spessoramenti (11) - (21), con conseguente allentamento della trazione del filo (70), tale da consentire rallentamento degli innesti dei vari elementi uniti dallo stesso filo (70); 15.- Montatura snodata di occhiale, come ad una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che gli spessoramenti (11) - (21) sono tra loro uniti anche da un perno (60) che è disposto su di un piano più alto del piano di scorrimento del cavo (70) entro le loro sedi (17) - (27), determinando la stabilità della loro connessione, anche con l’ausilio dei riscontri (15) - (25), per vincere la quale stabilità è necessario comprimere adeguatamene i mezzi elastici (58); 16.- Montatura snodata di occhiale, come alla rivendicazione (15), caratterizzata dal fatto che il perno (60) d’incemieramento degli spessoramenti (11) - (21) è realizzato con fresatura assiale (64) che ne assicura l’innesto elasticizzato nelle sedi (24a) e (24b) dei loro occhielli (22a) e (22b).
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