IT202100003446U1 - Strumento semiautomatico per il trattamento di vetrini da microscopia per l'analisi FISH (Fluorescence in situ hybridization) finalizzato all'inquadramento diagnostico - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
Titolo
Strumento semiautomatico per il trattamento di vetrini da microscopia per l?analisi FISH (Fluorescence in situ hybridization) finalizzato all?inquadramento diagnostico.
Riassunto
Il presente modello di utilit? ? stato concepito e progettato per una completa automazione dei passaggi manuali e sequenziali richiesti dalla procedura tradizionale, grazie alla sinergia tra l?apparecchio per lo svolgimento dell?analisi FISH e un software dedicato.
Con l?automazione del trattamento si avr? quindi una maggiore standardizzazione del metodo, grazie ad una migliore precisione delle temperature e dei tempi di incubazione impostati.
Vengono eliminati eventuali tempi morti tra un passaggio e l?altro o errori nella sequenza, con la previsione di un risparmio di reagenti e componenti da utilizzare.
Lo strumento permette una riduzione del lavoro manuale da parte dell?operatore e un basso consumo dei reagenti.
Ambito tecnico
Il presente Modello di Utilit? si riferisce ad uno strumento semiautomatico per il trattamento di vetrini da microscopia per l?esecuzione dell?analisi FISH (Fluorescence in situ hybridization) finalizzato all?inquadramento diagnostico.
L?analisi FISH ? una tecnica di citogenetica molecolare che permette di identificare alterazioni del numero o della struttura dei cromosomi e/o il riarrangiamento di geni importanti per l?inquadramento diagnostico e prognostico dei pazienti con malattie oncologiche, oncoematologiche, per la diagnosi prenatale e post-natale, nonch? nello studio dei disturbi della fertilit?. La procedura di Ibridazione in situ fluorescente prevede la scelta di una sonda, ossia di una sequenza conosciuta di DNA, specifica per una determinata regione cromosomica.
Per l?esecuzione di questa tecnica esistono diversi protocolli in base alla tipologia di materiale biologico da analizzare e alle caratteristiche e qualit? del campione. ? possibile eseguire la FISH su cellule in sospensione, fissate, separate con sistemi immunomagnetici, cellule di liquido amniotico, villi coriali, tessuti abortivi, tessuti solidi, cellule non fissate o provenienti da sedimento urinario, liquor o altri liquidi biologici. Qualunque sia il protocollo utilizzato, l?analisi FISH prevede quattro fasi lavorative distinte, svolte in due giornate consecutive. Nello specifico: PRE IBRIDAZIONE, DENATURAZIONE, IBRIDAZIONE, POST IBRIDAZIONE.
La presente invenzione trover? applicazione nella fase di PRE IBRIDAZIONE (prima giornata del protocollo FISH) e nella POST IBRIDAZIONE (seconda giornata del protocollo FISH).
Durante la PRE IBRIDAZIONE i vetrini, precedentemente preparati in modo da contenere sulla superficie il campione da analizzare, verranno immersi in diverse soluzioni per tempi e temperature differenti. Il numero dei passaggi nei diversi reagenti dipender? dal protocollo adottato e dal tipo di campione da analizzare.
L?operatore (secondo la tradizionale procedura) effettua questi passaggi manualmente, vale a dire, inserisce i vetrini in un contenitore riempito con il primo reagente lasciandoli per il tempo indicato dal protocollo.
Al termine di questa incubazione preleva i vetrini dal primo contenitore e li immerge in un secondo reattivo. Questa procedura ripetitiva continua sino alla fine del protocollo che termina sempre con l?asciugatura all?aria dei vetrini.
Stato della tecnica
Sono stati effettuati diversi tentativi per automatizzare parti della procedura FISH, al fine di abbreviare la procedura di lavorazione e ridurre il numero di passaggi manuali.
Ad esempio, la procedura di pretrattamento del primo giorno ? stata automatizzata con il brevetto US 2011/0136135 A1, in cui un robot sposta i vetrini da una vaschetta all'altra.
Altri sistemi utilizzano strategie pi? complesse, come per esempio la rotazione automatica di uno o pi? vetrini e lo spostamento di particolari settori verso i vetrini per formare automaticamente uno spazio capillare tra ciascun vetrino e ciascun settore per far defluire diversi reagenti al vetrino (US10018542B2 United States).
Alcuni apparecchi al contrario sono formati da una pluralit? di ?stazioni di trattamento? ciascuna pu? accogliere diversi tipi di vetrini con substrati differenti; un erogatore di reagenti immette diversi tipi di reagenti specifici per particolari substrati WO2013071358A2 WIPO (PCT).
Scopo dell'invenzione
Lo strumento semiautomatico di analisi FISH (Fluorescence In Situ Hybridization) ? costituito da un apparecchio destinato all?automazione delle principali fasi di preparazione del saggio FISH, applicato a diversi materiali biologici: cellule in sospensione, fissate, separate con sistemi immunomagnetici, cellule di liquido amniotico, tessuti.
Il sistema proposto si caratterizza per un ingombro contenuto adatto a laboratori di piccole o medie dimensioni.
La presente invenzione si propone di eliminare le fasi di lavoro manuali ripetitive e i tempi di attesa passivi, consentendo la standardizzazione del metodo, una costante ripetibilit? e un risparmio dei reattivi.
A differenza di altri metodi, i diversi passaggi dei vetrini da un reagente ad un altro non avverranno con lo spostamento fisico dei vetrini.
Al contrario, saranno i reagenti che entreranno in successione all?interno di un contenitore, appositamente ideato e disegnato, in cui sono posti i vetrini (c.d. ?vaschetta? porta vetrini) con una successione di riempimenti e svuotamenti dettata dai tempi indicati dal protocollo.
Breve descrizione dei disegni
Figura 1:
- Immagine della Strumento semiautomatico di analisi FISH (Fluorescence In Situ Hybridization).
Figura 2:
- Schema degli elementi compresi nello Strumento semiautomatico di analisi FISH.
Figura 3:
- Schema del contenitore (c.d. ?Vaschetta?) dei vetrini.
Figura 4:
- Elemento in plastica da alloggiarsi nel contenitore dei vetrini.
Figura 5:
- Contenitore dei vetrini con elementi inseriti.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL'INVENZIONE
Lo strumento ? stato progettato per velocizzare l?attivit? di lavoro e standardizzare la metodica FISH, automatizzando i seguenti passaggi: aspirazione, dispensazione e incubazione dei reagenti previsti dal protocollo FISH scelto, ad esclusione della denaturazione e ibridazione.
Lo strumento consente la programmazione di temperature variabili a seconda della procedura che si vuole eseguire con la possibilit? di trattare contemporaneamente fino a 12 (dodici) vetrini da microscopia.
Le misure di ingombro della macchina sono molto ridotte: minimo: 35 cm x 28 cm x 25 cm (h), massimo 40 cm x 35 cm x 30 cm (h).
La macchina ? formata da un nucleo centrale e due sezioni laterali (Figura 2).
Il nucleo centrale ospita gli alloggiamenti per 8 (otto) provette in polipropilene, resistenti alle alte temperature, a fondo conico con tappo a vite; due alloggiamenti per i contenitori per le soluzioni di scarto e l?acqua distillata per il lavaggio finale delle provette, degli attacchi rapidi e dei tubi per il passaggio dei reattivi.
La sezione laterale di sinistra contiene il computer a scheda singola per il controllo di tutti i componenti elettronici e di tutte le funzioni di gestione della macchina mediante il software creato ad hoc per questo apparecchio, il regolatore di tensione DC/DC, la scheda dei rel?. (Figura 2, 2 - 6) Nella sezione laterale destra ? alloggiata la vaschetta porta vetrini con un coperchio ventilato contenente una ventola per l?asciugatura dei vetrini ed una pompa a siringa con una siringa da 50 ml in vetro, oltre a una valvola rotante a 12 (dodici) posizioni.
Nel dettaglio, i diversi elementi dello strumento:
- Provette per reattivi
I diversi reattivi sono contenuti in provette in polipropilene a fondo conico, con tappo a vite. Ogni provetta viene inserita all?interno di cilindri posizionati nella macchina (Figura 1).
In totale vi sono 8 (otto) cilindri, di cui uno in alluminio con una resistenza flessibile in Kapton adesivo, alimentata a 12V con una potenza di 50W per il riscaldamento del reagente.
La resistenza ha dimensioni di 100 mm x 60 mm e viene apposta sulla superficie esterna del tubo di alluminio (Figura 2_R1).
La resistenza ? dotata di termocoppia che regoler? l?accensione e lo spegnimento della resistenza stessa (Figura 2_T1).
Il calore del tubo in alluminio scalda la provetta con il reagente, ed una ulteriore termocoppia inserita nella provetta misura la temperatura del liquido, mantenendo i valori previsti dal protocollo gestito dal software della macchina
- Pompa a siringa con valvola rotante
I reagenti contenuti nelle provette verranno aspirati da una unica pompa a siringa. (Figura 2 - 8) Inoltre, la pompa pu? essere facilmente configurata con pi? opzioni, per soddisfare specifiche indicazioni dei protocolli FISH.
Il modello della pompa prevede il funzionamento e controllo di una siringa in vetro da 50 ml ed ? equipaggiata con una valvola rotante a 12 (dodici) canali e un controller avanzato.
Il driver della pompa ? progettato per azionare una siringa con una lunghezza di corsa completa di 6 cm e con pressioni fino a 80 psi, a velocit? comprese tra 0,0625 e 10.000 passi al secondo.
Il driver ? del tipo a 24.000 passi per la stessa lunghezza di corsa di 6 cm.
Le prestazioni della pompa sono descritte da due parametri: (i) precisione della misura della quantit? di fluido erogata che corrisponde a un valore programmato e (ii) precisione nell?erogare la stessa quantit? di fluido per ogni ciclo previsto dal protocollo gestito dal software della macchina.
Ulteriori fattori che contribuiscono alla precisione del sistema sono la dimensione della siringa e il profilo dello stantuffo, che evita il formarsi di eventuali bolle d'aria o spazi vuoti.
La velocit? di erogazione e aspirazione della pompa sono controllate dal software della macchina. Dalla valvola rotante montata a monte della siringa partiranno i tubi che si collegano alle singole provette (Figura 2 ? 9, P2-P8) e uno specifico software controlla la pompa e la valvola, in modo da prelevare l?esatto reagente contenuto in una delle 8 provette (come previsto dal programma del protocollo FISH) per poi trasferirlo nella unica vaschetta porta vetrini (Figura 2 ? 9, VA).
Al termine di ogni incubazione il reattivo della vaschetta viene aspirato dalla stessa pompa (svuotamento completo della vaschetta) e trasferito in un unico flacone adibito allo smaltimento dei reagenti utilizzati (Figura 2 ? 9, B1).
- Sensore di flusso non invasivo
Un sensore che rileva la presenza di bolle d?aria nel tubo di plastica ? utilizzato per il monitoraggio del transito dei liquidi che andranno dalla provetta con il reagente alla vaschetta dei vetrini e dalla vaschetta vetrini al flacone di scarto, aspirati dalla pompa.
Il sensore ? progettato per il monitoraggio continuo, utilizzando la tecnologia a ultrasuoni per identificare la presenza di bolle d?aria, indicative di un'interruzione nel flusso di qualsiasi tipo di liquido.
Il rilevatore di bolle d'aria offre un'autodiagnosi continua in modo da poter segnalare al sistema l?eventuale mancanza di un reagente in una provetta o la mancanza dello scarico della vaschetta porta vetrini, di modo che l?operatore possa operare di conseguenza e correggere le anomalie.
Il sensore ? di tipo non invasivo e non ha alcun contatto con il fluido.
Il sensore verr? collocato sulla tubatura che mette in comunicazione la siringa della pompa con la vaschetta dei vetrini (Figura 2 - FL).
Da questa tubatura passano tutti i liquidi in entrambe le direzioni.
- Vaschetta porta vetrini
La vaschetta porta vetrini ? realizzata in materiale plastico resistente alle alte temperature.
La vaschetta, disegnata appositamente per questa macchina, ? provvista di 6 (sei) guide interne che consentono l?inserimento verticale di un massimo di 12 (dodici) vetrini (6 coppie di vetrini inseriti ?spalla a spalla?).
Il fondo ? di forma piramidale tronca a sezione quadrata per consentire uno svuotamento rapido e completo dei reagenti, ? provvisto di un codolo filettato per l?avvitamento di un raccordo a scatto, che consente il collegamento della vaschetta alla macchina e pi? precisamente al sistema idraulico.
L?attacco a scatto (Figura 3 - A, A1, A2) ? dotato di una valvola di ritegno (Figura 3 - A2) per evitare la fuoriuscita di liquidi contenuti nella vaschetta allorch? questa venga staccata inavvertitamente dalla sua base ancora piena di liquido. La vaschetta pu? essere sganciata per effettuare lavaggi o per assistenza.
La vaschetta viene inserita in un tubo di alluminio rivestito da una resistenza in kapton adesivo apposta sulla superficie esterna e dotata di termocoppia (Figura 2 ? VA, R2).
Anche questa resistenza verr? controllata dal software della macchina.
Nella vaschetta verr? alloggiata una termocoppia per la misurazione costante della temperatura di quei reagenti che il protocollo prevede siano caldi; solitamente le temperature richieste per diversi reattivi sono: 37?C o 72?C o 98?C (Figura 3 - TC).
Nel caso si utilizzino meno dei 12 (dodici) vetrini previsti, per ridurre al minimo il volume dei reattivi, verranno utilizzati degli elementi costruiti in materiale plastico antiacido appositamente conformati, che serviranno per riempire gli spazi vuoti non occupati (Figura 4 e Figura 5).
- Ventola per asciugatura vetrini
La fase di asciugatura dei vetrini del protocollo FISH ? svolta da una ventola installata sul piano della macchina sopra alla vaschetta porta vetrini.
Grazie al flusso mirato dell?aria e quindi all?alta pressione statica ? possibile ottenere una rapida ed efficace asciugatura dei vetrini, impedendo la formazione di un velo opaco sulla superficie dei vetrini che potrebbe compromettere l?ibridazione.
Il flusso d?aria serve anche per raffreddare la vaschetta dopo l?incubazione con il reattivo ad alta temperatura, in modo da preparare i vetrini ad una successiva incubazione con un reattivo a temperatura ambiente.
Il tempo di funzionamento della ventola ? regolato dalle impostazioni del software.
La ventola ? inserita in un apposito coperchio incernierato e ribaltabile (Figura 1 - 8).
Questo coperchio ha una duplice funzione: accoglie la ventola di asciugatura vetrini e ha il compito di comandare l?avvio della macchina, grazie alla presenza di un microinterruttore opportunamente posizionato.
Grazie a questo microinterruttore, quando il coperchio ? sollevato si ha il fermo della macchina, cosicch? deve risultare sempre obbligatoriamente chiuso per permettere la condizione di avvio dello strumento e la prosecuzione del procedimento fino all?asciugatura dei vetrini.
- Preparazione e allestimento dei vetrini da trattare
Successivamente alla preparazione dei vetrini da analizzare, l?operatore avvier? il software di gestione della macchina e sceglier? il protocollo adatto per il trattamento dei vetrini; fatta la scelta del protocollo FISH, tramite il software ? possibile selezionare il numero di vetrini da trattare.
Se l?operatore sceglie di inserire meno dei 12 (dodici) vetrini previsti, ? possibile utilizzare la funzione di ?massimo risparmio reattivi? prevista dal software.
Occupando gli spazi dei vetrini mancanti con gli appositi elementi in materiale plastico, il software imposta automaticamente il minor volume di reagente necessario per coprire la superficie da trattare dei vetrini.
L?inserimento dei vetrini nella vaschetta avviene verticalmente.
Per poter riempire la vaschetta nella sua capienza massima, i vetrini andranno collocati uniti attraverso il retro del vetrino.
La vaschetta cos? pu? ospitare 6 (sei) coppie di vetrini.
Collocando il totale del numero di vetrini e di elementi di riempimento si avr? il maggior risparmio di reagente.
In base al numero dei vetrini e al protocollo FISH, tramite il software ? possibile impostare il volume dei reattivi che dovr? essere prelevato, nonch? l?eventuale temperatura di uno dei reattivi, e i tempi di incubazione per singolo reattivo.
Terminato il caricamento della vaschetta, il software elencher? i reattivi da inserire negli appositi alloggiamenti e la loro sequenza.
L?operatore quindi caricher? le singole provette da 50 ml con i reattivi previsti dal protocollo e le posizioner? negli appositi alloggiamenti.
Nel caso in cui il protocollo preveda il riscaldamento di una soluzione, la provetta con quel reagente andr? inserita nello specifico alloggiamento termo riscaldato.
La macchina ? provvista di 8 (otto) alloggiamenti per tali provette.
A fianco di ogni alloggiamento ? presente un attacco rapido per tubi in poliuretano (Figura 1 - 2).
Ogni tubo si colloca nella provetta attraverso un raccordo sul tappo a vite.
Attraverso questi tubi (uno per ogni provetta) ? previsto il passaggio di un reattivo.
Di queste 8 (otto) provette una pu? essere scaldata per portare il reagente alla temperatura richiesta dal protocollo.
Anche per questa provetta riscaldata ? prevista una termocoppia per la misurazione continua della temperatura (Figura 2 - T2); il mantenimento della temperatura costante ? impostato tramite il software della macchina.
Finito il caricamento della macchina, il software controller? l?avvenuta chiusura del coperchio ventilato della vaschetta.
In questo coperchio ? applicato un microinterruttore che permette l?avvio della macchina. Completate le operazioni ?preliminari? la macchina si trover? in uno stato attivo, pronta per ricevere i successivi comandi dell?operatore.
Qualunque sia la strategia di lavoro adottata, dopo aver dato l?avvio al protocollo il software permetter? l?utilizzo della pompa a siringa.
Il consenso prevede il controllo del corretto funzionamento della pompa e della valvola rotante.
Prima di iniziare l?aspirazione del primo reagente previsto dal protocollo, la pompa entrer? in funzione per riempire i tubi dei singoli reattivi con il rispettivo reagente evitando cos? la formazione delle bolle d?aria lungo il tubo.
Terminata questa fase, la siringa della pompa inizier? ad aspirare il primo reattivo dalla prima provetta indicata dal programma e la invier? alla vaschetta dei vetrini, mentre il reagente entrer? dal fondo della vaschetta risalendo verso l?alto.
La particolare forma e struttura della vaschetta consentiranno l?entrata uniforme e a velocit? costante dei reattivi bagnando i vetrini in modo continuo e completo (Figura 3).
Il reagente rester? in vaschetta per il tempo indicato dal programma, al termine del quale la pompa a siringa e la valvola rotante verranno attivate in modo da svuotare la vaschetta vetrini trasferendo il reagente, ormai esausto, nello specifico contenitore dei reagenti da eliminare.
Il fondo a forma di piramidale tronca a sezione quadrata permette l?eliminazione completa di ogni reagente alla fine del procedimento, evitando cos? il ristagno di eventuali residui.
? possibile ripetere queste operazioni per tutta la durata del programma impostato, rispettando i tempi di incubazione e la temperatura dei reattivi.
Per controllare che ogni provetta dei reattivi sia stata riempita, un sensore di flusso ad abbraccio posizionato lungo il tubo di riempimento e svuotamento della vaschetta dei vetrini controller? il passaggio costante del fluido (Figura 2 - FL).
Nel caso in cui una delle provette non dovesse essere piena, il sensore segnaler? l?assenza del flusso e il software segnaler?, con un avvisatore acustico ed una immagine a schermo, il problema fermando il sistema in attesa della soluzione.
Questo sensore bidirezionale controller? anche il passaggio inverso dei liquidi ossia dalla vaschetta al contenitore dei reagenti ormai utilizzati (scarto).
Nel caso in cui il sensore dovesse rilevare la mancanza di passaggio di un liquido dovuto all?otturazione accidentale del foro di uscita della vaschetta il sistema di allarme acustico segnaler? il problema all?operatore fermando la macchina.
Il sensore permetter? quindi un controllo totale del sistema idraulico dell?apparecchio.
Se il protocollo FISH scelto dovesse prevedere il riscaldamento di un reagente ad una data temperatura questa verr? controllata da due termocoppie (una della resistenza e l?altra della provetta e/o vaschetta).
Le termocoppie delle provette e della vaschetta saranno sfilabili dai propri alloggiamenti (Figura 2 - T1,T2) in modo da poter essere pulite o sostituite in caso di mal funzionamento.
Questo sistema di termocoppie eviteranno quindi eventuali cali o innalzamenti di temperatura, pericolosi alla buona riuscita del trattamento.
Tutti i protocolli per il trattamento dei vetrini per FISH prevedono al termine una asciugatura dei vetrini dopo la disidratazione con alcol etilico al 100%.
Questa asciugatura sar? eseguita grazie ad una ventola installata nel coperchio della vaschetta vetrini (Figura 1 ? 8): la ventola permette l?evaporazione uniforme dell?alcol dalla superficie dei vetrini.
Al termine del processo di essiccazione la macchina emetter? un segnale acustico che indicher? la fine dell?intero trattamento.
Al termine del protocollo l?operatore potr? sfilare i vetrini asciutti e continuare il protocollo FISH con la denaturazione e l?ibridazione.
Al termine di ogni processo lavorativo completo, la macchina provveder? al lavaggio dei tubi e della siringa della pompa e volendo anche delle provette prelevando dall?apposito flacone l?acqua distillata (Figura 1 - 5; Figura 2 - B2) che verr? aspirata ed inviata alle singole provette.
Anche la vaschetta pu? essere lavata (e asciugata, grazie alla ventola), usando questo stesso procedimento.
La macchina ? predisposta anche per il trattamento dei vetrini nella seconda giornata post ibridazione.
Il protocollo standard, comune alla maggior parte dei protocolli in uso in tutti i laboratori di citogenetica molecolare, prevede solo due lavaggi dei vetrini con una soluzione salina a bassa concentrazione SSC 0,5X ad una temperatura di 72?C per 2-4 minuti e un lavaggio in una soluzione detergente (tipo Tween 20 o NP40) a temperatura ambiente per 4-5 minuti.
Per la seconda giornata di FISH l?operatore dovr? nuovamente caricare la vaschetta dei vetrini con i vetrini ibridati, riempire le provette dei reattivi con le due sostanze, scegliere il programma di ?post ibridazione? chiudere il coperchio ventilato della vaschetta e avviare la macchina.
L?apparecchio proceder? all?avvio del protocollo ossia: aspirazione del reattivo, trasferimento in vaschetta, svuotamento della vaschetta, trasferimento del reattivo utilizzato nel flacone di scarto.
La standardizzazione di ogni protocollo impostato, la precisione dei tempi di incubazione e della temperatura dei reagenti consentono la buona riuscita dell?analisi FISH.
I comandi di impostazione, controllo e scelta dei protocolli, verranno effettuati grazie ad un apposito software e ad un collegamento in WI-FI tra il pc a scheda unica interno alla macchina (Figura 2 ? 5, 7) ed un PC, Tablet o altro dispositivo esterno che presenter? all?operatore l?interfaccia di controllo per l?impostazione della macchina.
La presenza di un dispositivo esterno collegato in rete con la macchina consentir? all?operatore di spostarsi dal luogo di installazione della macchina e di poter controllare sempre e ovunque le fasi del protocollo di trattamento vetrini.

Claims (12)

RIVENDICAZIONI
1. Strumento semiautomatico per il trattamento di vetrini da microscopia per l?esecuzione dell?analisi ?FISH? (?Fluorescence In Situ Hybridization?) formato da un nucleo centrale a 2 (due) sezioni laterali (Figura 2) e comprendente (i) un unico contenitore per vetrini, chiamato ?vaschetta? (Figura 3 - VA), provvisto di 6 (sei) guide interne che consentono l?inserimento verticale di un massimo di 12 (dodici) vetrini, (ii) 8 (otto) provette per il contenimento dei reagenti, (iii) una pompa a siringa con valvola rotante, (iv) un sensore di flusso non invasivo che rileva il transito dei liquidi dalle provette con i reagenti alla vaschetta dei vetrini e da questa al flacone di scarto, (v) una ventola per l?asciugatura dei vetrini, (vi) un flacone per lo smaltimento dei reagenti utilizzati (Figura 2 ? 9, B1), (vii) un contenitore per l?acqua di lavaggio e caratterizzato dall?impiego di uno specifico software dedicato.
2. Strumento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il contenitore per vetrini pu? essere sganciato dalla macchina ed ? costituito da 6 (sei) guide interne che consentono l?inserimento verticale di un massimo di 12 (dodici) vetrini, un fondo a sezione piramidale tronca a sezione quadrata per lo svuotamento dei reagenti, un codolo filettato per l?avvitamento di un raccordo a scatto che consente il collegamento del contenitore alla macchina (Figura 3 ? A, A1, A2) dotato di valvola di ritegno per evitare la fuoriuscita di liquidi.
3. Strumento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le provette per i reattivi dispongono di un fondo conico con tappo a vite per il contenimento dei reagenti e sono inserite in cilindri posizionati nella macchina (Figura 1).
4. Strumento di cui alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che uno dei cilindri in cui sono inserite le provette con i reattivi ? in alluminio e riscaldato da una resistenza apposta sulla superficie esterna del cilindro in alluminio (Figura 2 - R1).
5. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la pompa a siringa con valvola rotante realizza il prelievo del reagente contenuto nelle provette in propilene e la sua erogazione nella vaschetta porta vetrini.
6. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il sensore di flusso non invasivo utilizza una tecnologia a ultrasuoni per il monitoraggio continuo della presenza di bolle d?aria nei liquidi nella macchina e non ha alcun contatto con i fluidi.
7. Strumento di cui alla rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che il sensore viene collocato su una tubatura che mette in comunicazione la siringa della pompa con il contenitore dei vetrini (Figura 2 - FL).
8. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la tubatura che mette in comunicazione la siringa della pompa con la vaschetta dei vetrini consente il passaggio dei reattivi dalle provette al contenitore dei vetrini e da questo al flacone adibito allo smaltimento (Figura 2 ? 9, B1).
9. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la ventola per l?asciugatura dei vetrini ? installata sul piano della macchina, sopra il contenitore per i vetrini, ed ? inserita in un apposito coperchio incernierato e ribaltabile.
10. Strumento di cui alla rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il coperchio contiene un interruttore che consente l?avvio della macchina solo nel caso in cui lo stesso coperchio sia chiuso.
11. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la pompa a siringa con valvola rotante consente l?immissione di acqua distillata dal contenitore per l?acqua di lavaggio (Figura 2 ? 9, B2) al contenitore per vetrini e alle provette per i reattivi.
12. Strumento di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la sezione laterale di sinistra contiene un computer a scheda singola per il controllo di tutti i componenti elettronici e di tutte le funzioni di gestione della macchina mediante un software apposito.
IT202021000003446U 2021-07-01 2021-07-01 Strumento semiautomatico per il trattamento di vetrini da microscopia per l'analisi FISH (Fluorescence in situ hybridization) finalizzato all'inquadramento diagnostico IT202100003446U1 (it)

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