IT202000006892A1 - Metodo e apparato per diraspatura e frazionamento qualitativo degli acini da uva raccolta a mano - Google Patents

Metodo e apparato per diraspatura e frazionamento qualitativo degli acini da uva raccolta a mano Download PDF

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Lorenzo Guerrini
Piernicola Masella
Giulia Angeloni
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Description

Metodo e apparato per diraspatura e frazionamento qualitativo degli acini da uva raccolta a mano
Settore tecnico dell?invenzione
La presente invenzione si colloca nel settore agroalimentare, e ha ad oggetto in particolare un metodo e un relativo apparato da utilizzare per la produzione del vino in una fase subito dopo la raccolta dei grappoli, fase che consiste nel separare gli acini dal raspo e frazionare (dividere) gli acini in classi di maturazione diverse.
Sfondo dell?invenzione
Quando l'uva raccolta a mano arriva in cantina per la fermentazione alcolica ? ormai normale prassi che gli acini vengano separati dai raspi attraverso un processo di diraspatura. Per produrre vino, ? desiderabile avere solo acini in buone condizioni. Impurit? come raspi, acini verdi, marci o bruciati dal sole o la presenza si altri oggetti estranei possono avere un'influenza negativa sul vino. Non tutti gli acini hanno del resto lo stesso livello di maturazione, alcune volte si presentano differenze importanti sia fra grappoli che fra gli acini all?interno del grappolo stesso. Acini con stato di maturazione diverso presentano evidentemente potenzialit? di produzione di vini fortemente diversi [1].
Le macchine utilizzate per separare gli acini dai raspi sono chiamate diraspatrici. Spesso fronte cantina sono presenti anche sistemi di pulizia e cernita dei grappoli sia manuali che meccanici.
L'obiettivo dei sistemi di cernita delle uve post-vendemmia ? quello di eliminare tutti gli elementi estranei, definiti con l'acronimo MOG (Material Other than Grapes), come i residui vegetali, (piccioli, lembi di foglia, pezzi di raspo), e nelle operazioni di cernita ad essere eliminate sono anche le uve (acini, grappoli o frazioni di grappolo) in condizioni non ottimali, per presenza di marciumi o per stato di maturazione ritenuto non sufficiente. I sistemi di cernita si dividono in due grandi categorie: i nastri di cernita manuali, che prevedono la presenza di operatori che eseguono la selezione, e i sistemi di cernita automatici, che al contrario ? utilizzando principi diversi ? separano meccanicamente le parti estranee o selezionano le uve sulla base della loro qualit?.
I primi sistemi sono collocati a monte o a valle della diraspatrice e possono essere utilizzati nella pulizia finale delle uve vendemmiate a mano o a macchina, mentre i sistemi automatici si applicano generalmente a valle della diraspatrice e sono pi? utilizzati nella selezione qualitativa delle uve raccolte a mano e diraspate o di quelle vendemmiate a macchina.
I dispositivi automatici di cernita noti sfruttano principi diversi, dall'azione di separazione da parte di getti d?aria ad una certa pressione (grazie al diverso peso di acini e residui vegetali), a sistemi che sfruttano la diversa densit? delle parti da separare, fino al colore nei sistemi di cernita ottica pi? avanzati [2].
Tra i dispostivi pi? semplici si annoverano tavoli di selezione vibranti dotati di griglie di sgrondo e di vagli per il recupero degli acini interi. A questo primo gruppo di dispositivi appartiene ad esempio l?apparecchio noto come ?Mistral?, storicamente prodotto dalla ditta francese Vaucher-Beguet (ora PMH vinicole - https://www.pmh-vinicole.fr), dove un vaglio vibrante consente l'eliminazione degli elementi di scarto di dimensioni maggiori, mentre i pezzi pi? piccoli che superano il vaglio sono allontanati dagli acini con una lama di aria compressa di spessore e lunghezza variabili, che soffia sugli acini durante la loro caduta nella vasca di ricevimento alla fine del tappeto.
Come accennato, dispositivi di cernita di pi? recente concezione sono basati sulla selezione ottica, dotati di sensori ottici e in grado di selezionare elementi con caratteristiche visivamente diverse da quelle dell'uva sana e matura.
Uno di questi ultimi dispositivi ? ad esempio il dispositivo ?X-Tri? della ditta Protec (https://www.pmh-vinicole.fr). Questi sistemi prevedono una diraspatrice, un tavolo vibrante di distribuzione e accelerazione e due aree di visione, una dotata di due camere ottiche poste sul nastro, che riconoscono le parti verdi e gli acini immaturi (rosa) e una con una camera posta al termine del nastro e settata per riconoscere il materiale secco (acini e foglie secchi e insetti). Le unit? ottiche sono in grado di lavorare nel visibile e nell'infrarosso. L'allontanamento degli elementi estranei identificati avviene con un getto d'aria che li allontana selettivamente dal resto dell'uva.
Sia la selezione manuale che la selezione meccanica con sistema di riconoscimento ottico producono uno scarto che come tale non entra nel processo di fermentazione.
Il sistema densimetrico invece separa in due frazioni la popolazione degli acini producendo due mosti diversi che daranno luogo ai corrispettivi due vini con caratteristiche chimiche e sensoriali ben distinte.
Un impianto caratterizzato da una certa complessit? ? il sistema di selezione e cernita ?Tribaie? della Amos Industries (https://www.amos-industrie.com). Oltre alla separazione e alla pulizia dell'uva dai corpi estranei, questo apparato ? in grado di selezionare, separandole in diverse classi di qualit?, uve con caratteristiche di maturazione diverse. La separazione delle parti verdi avviene su una prima serie di tappeti vibranti e vagli forati che accompagnano l'uva ad un rullo dentato, il quale trattiene le parti verdi (lembi di foglia, pezzi di raspo, piccioli), e ad un tappeto sul quale l'uva subisce una prima selezione degli acini interi e consistenti di qualit? maggiore, che vengono separati da quelli rotti e molli che aderiscono alla superficie e vengono allontanati. Gli acini di qualit? maggiore sono poi selezionati sulla base della loro densit? in un bagno pieno di mosto o di una soluzione zuccherina di densit? nota: le bacche con densit? inferiore a quella del liquido saliranno a galla e verranno separate per sfioramento da quelle pi? concentrate, che si dispongono invece pi? in basso.
Sulla base di quanto esposto, pu? dirsi presente agli addetti ai lavori la desiderabilit? di un sistema che permetta, oltre che in generale la rimozione di elementi indesiderati quali i raspi e gli altri elementi estranei, la separazione degli acini in pi? classi, ciascuna di maturazione omogenea e diverse tra loro, in grado di produrre vini di caratteristiche differenti, con evidenti vantaggi qualitativi (attraverso la ricomposizione dei vini con appositi blend) o di ampliamento e diversificazione dell?offerta da parte dell?azienda vinicola. Tuttavia, per quanto ? a conoscenza della richiedente, nessun mezzo tecnico noto ? in grado di raggiungere tale obiettivo in modo allo stesso tempo efficace e che non ricorra a soluzioni complesse e dai costi (produttivi e di gestione) elevati o addirittura proibitive.
Lo scopo della presente invenzione ? dunque quello di fornire un?apparecchiatura e un metodo che consentano una separazione automatica degli acini quale quella a cui si ? appena fatto riferimento, con soluzioni strutturali e funzionali semplificate e relativamente economiche, al tempo stesso garantendo una buona omogeneit? del grado di maturazione degli acini in una stessa classe oggetto della separazione.
Sintesi dell?invenzione
Tale scopo viene raggiunto dal metodo e apparato per diraspatura e frazionamento qualitativo degli acini per uva raccolta a mano secondo l?invenzione, le cui caratteristiche essenziali sono oggetto delle rispettive rivendicazioni indipendenti annesse.
L?aspetto di base dell?invenzione risiede nell?idea di frazionare in due o pi? parti gli acini in ingresso alla cantina, sfruttando la differente resistenza al distacco dal raspo che questi offrono in base al grado di maturazione. Trasferendo ai grappoli una prima determinata e commisurata quantit? di energia meccanica, questa sar? atta a causare il distacco solo (o quantomeno in grande prevalenza) acini di un certo intervallo di grado di maturazione. Gli acini meno maturi, e quindi tendenzialmente non suscettibili di distacco per effetto della prima quantit? di energia, potranno essere distaccati attraverso la successiva applicazione di una seconda e commisurata (maggiore della prima) quantit? di energia, e via dicendo. Sfruttando questo principio ? possibile ottenere in modo relativamente semplice, e con un apparato di costo ridotto (sensibilmente pi? ridotto rispetto ad esempio ai sistemi densimetrici) almeno due frazioni di uva a maturazione diversa, per far fronte alle richieste di avere a disposizione prodotti (vini) diversi e gestire in maniera pi? efficace la qualit?. L?ottenimento di tre o pi? frazioni di uva con differenti caratteristiche ? in particolare una peculiarit? attingibile con la presente invenzione e di fatto non presente nei sistemi oggi in commercio. In definitiva, la produzione di mosti (almeno due) diversi a partire da una stessa massa di uva raccolta a mano consente evidentemente di produrre vini diversi. Questo ? estremamente utile alle aziende vinicole, per poi riuscire attraverso i successivi tagli fra i vini, a gestire il livello qualitativo del blend e i target enologici desiderati.
Breve descrizione dei disegni
Le caratteristiche e i vantaggi del metodo e apparato per diraspatura e frazionamento qualitativo degli acini per uva raccolta a mano secondo l?invenzione risulteranno pi? chiaramente dalla descrizione che segue di sue forme realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo con riferimento al disegno annesso in cui:
- la figura 1 ? un grafico che mostra l?indice di rifrazione medio di uve frazionate secondo l?invenzione;
- le figure da 2 a 4 sono rappresentazioni schematiche di possibili configurazioni impiantistiche per una pratica realizzazione del metodo secondo l?invenzione.
Descrizione dettagliata dell?invenzione
Come anticipato, la presente invenzione muove dall?osservazione di disomogeneit? degli acini in ingresso al processo di vinificazione. Tale disomogeneit? si riscontra a livello di massa media degli acini e delle relative forze di distacco dal raspo. ? anche ed inoltre osservabile che la massa tende ad aumentare in funzione dell?accumulo di zuccheri, quindi acini pi? maturi contengono maggiori quantit? di zucchero e hanno masse maggiori. Al contempo, la forza di distacco degli acini diminuisce durante la maturazione in conseguenza del normale meccanismo fisiologico che determina il cedimento delle strutture cellulari del pedicello che connettono gli acini al raspo. L?estrema variabilit? di maturazione dell?uva ? del resto verificabile sia all?interno del medesimo vigneto, quindi una variabilit? spaziale, che tra piante contigue, tra grappoli sulla medesima pianta, fino al differente livello di maturazione che mostrano gli acini all?interno del singolo grappolo. Quindi esiste una relazione tra accelerazioni impresse dall?apparato di diraspatura e la quantit? di acini che si staccano dal raspo.
Il legame tra stato di maturazione degli acini, massa e forza di distacco viene dunque sfruttato, secondo l?invenzione, per proporre un sistema di separazione degli acini dal grappolo in grado di applicare, al grappolo stesso o pi? propriamente alla massa di grappoli trattata, stadi successivi di applicazione di energia meccanica avente entit?/intensit? crescente, in modo tale da riuscire a frazionare la massa in almeno due aliquote caratterizzate da diverso livello di maturazione. Il principio ? dunque quello di applicare forze ad intensit? diverse e crescenti ai grappoli per selezionare gli acini a diverso grado di maturazione. Una soluzione attuativa esemplificativa di tale principio pu? prevedere un modulo di apparecchiatura riconducibile a una diraspatrice ad asse orizzontale di tipo noto, ancorch?, come si vedr? pi? avanti, opportunamente modificata e/o coordinata in pi? moduli opportunamente configurati per poter generare almeno due frazioni di acini a maturazione diversa.
Tornando all?aspetto metodologico principale dell?invenzione, la relazione fra acini staccati e forza applicata al grappolo pu? essere ricavata e modellizzata in modo relativamente preciso. Esperimenti effettuati dai presenti inventori hanno confermato che gli acini pi? maturi necessitano di minori forze di distacco mentre quelli meno maturi forze pi? elevate con una correlazione inversa. Ad esempio, sono stati trattati tre batch da 150 kg di uva ciascuno (prevalentemente trebbiano, vendemmiata a mano), diraspati con una diraspatrice tradizionale, che come noto prevede un albero rotante preposto alla battitura dei grappoli. La prova ? stata condotta a due velocit?: una bassa ed una alta, quest?ultima corrispondente a quella di normale utilizzo della diraspatrice. La riduzione della velocit? di rotazione dell?albero ? stata ottenuta tramite l?utilizzo di un inverter che ha permesso di ridurre la frequenza della corrente di alimentazione della diraspatrice. La velocit? di rotazione dell?albero ? stata abbassata fino ad 80 rpm, a fronte dei 360 rpm a cui la macchina lavora normalmente e con cui si ottiene un distacco pressoch? totale degli acini dai raspi. La prova a 80 rpm ha invece permesso un distacco parziale degli acini dai raspi (circa il 45%). Pertanto, degli acini ottenuti dalla prova a 80 rpm ? stato possibile misurare l?indice di rifrazione della frazione distaccata e quello della frazione rimasta attaccata al raspo. La misura dell?indice di rifrazione ? stata scelta perch? ? un parametro comunemente utilizzato in viticoltura per misurare la concentrazione zuccherina nelle uve. Il confronto fra gli indici di rifrazione delle due frazioni ? riportato nel grafico di figura 1, dove L ? l?indice di rifrazione medio della parte di acini rimossa a velocit? ?lenta? (come detto 80 rpm) ed Ls quello della frazione rimanente (media dei risultati sui tre batch, le barre di errore rappresentano la deviazione standard).
La concentrazione zuccherina della frazione L ? risultata significativamente maggiore di quella della frazione Ls. Il mosto selezionato a velocit? lenta presentava una concentrazione zuccherina di 150 g/L, mentre l?altro di 120 g/L. Ancorch? si tratti di concentrazioni zuccherine piuttosto basse (l?uva utilizzata nelle prove era poco matura), si evidenzia una differenza di 30 g/L di zucchero fra i mosti, differenza decisamente rilevante dal punto di vista enologico, cosa che conferma l?efficacia del principio seguito. In pratica i vini producibili da questi due mosti risulterebbero con quasi due gradi alcolici di differenza rendendoli evidentemente molto diversi.
Sempre nel contesto attuativo di frazionamento tramite albero battitore, rotante entro un cilindro forato coassiale all?albero (e fisso o a sua volta rotante), l?albero porta dei bracci battitori che si estendono radialmente in una distribuzione i cui punti di attacco all?albero segue una traccia elicoidale. Tale configurazione ? assimilabile a quella di un trasportatore a coclea, assolvendo (anche) alla funzione di scorrimento e successivo scarico dei raspi. All?estremit? dei bracci sono montate delle palette, in gomma o acciaio inox.
In questa tipologia di macchina la separazione degli acini ? ottenuta per azione meccanica dell?albero battitore in azione combinata col cilindro forato (o buratto), secondo un funzionamento misto:
- applicazione di una forza centrifuga determinata dal moto di rotazione impartito agli acini;
- applicazione di uno sforzo di taglio tra la parte terminale dei bracci montati sull?albero battitore e parete forata;
- applicazione di una forza d?urto tra bracci del battitore e grappoli, e tra parete forata (buratto) e grappoli.
Tutte e tre le azioni meccaniche appena descritte sono connesse alla velocit? di rotazione dell?albero battitore, in funzione della geometria della macchina (diametro e lunghezza del tamburo rotante, disposizione e conformazione dei bracci battitori, numero, dimensioni e forma dei fori sulla parete del cilindro).
In prima istanza, si pu? focalizzare l?attenzione sulla prima azione meccanica elencata sopra, ossia l?applicazione di una forza centrifuga agli acini. In quanto corpi dotati di una certa massa, durante la rotazione gli acini sono soggetti ad una forza centrifuga F proporzionale alla loro massa m, al quadrato della velocit? angolare ? e al raggio di rotazione r, secondo la relazione:
F=m??<2>?r
Tendenzialmente, il distacco dell?acino occorrer? nel momento in cui la forza centrifuga ecceder? la forza di distacco dal raspo. Questa ? dunque la base per una possibile modellizzazione per stabilire la quantit? di energia desiderata, agendo sui parametri in ingresso, utile a provocare il frazionamento di una classe di acini di un determinato campo di maturazione. Pi? precisamente, nel caso di specie, l?equazione che governa la produttivit? oraria di macchine quali quelle prese a riferimento mette in relazione la portata oraria, attraverso alcuni coefficienti, con l?area della sezione del tamburo e la velocit? lineare di spostamento della massa in movimento (proporzionale al passo e alla velocit? angolare di rotazione). Dunque, una volta imposta una certa portata, risolvendo l?equazione per il diametro dell?elemento di trasferimento, ossia il tamburo rotante, e lasciando libera di variare la velocit? angolare dell?organo battitore, ? possibile determinare i valori del diametro del tamburo in grado di assicurare il raggiungimento della portata imposta in funzione di livelli variabili di velocit? di rotazione. Al contempo, per ogni coppia di valori ?velocit? angolare-diametro di rotazione? cos? determinati, ? possibile calcolare la corrispondente accelerazione centrifuga.
? possibile quindi ipotizzare, una volta stabilita una portata di lavoro ritenuta consona per la macchina, delle coppie di velocit? di rotazione e diametro del cilindro tali da mantenere costante la portata e al contempo fornire ai grappoli in ingresso energie diverse atte a distaccare acini a maturazione diversa, formando le varie frazioni desiderate.
Con riferimento adesso alle figure da 2 a 4, si propongono alcuni schemi di macchina, sempre riconducibili all?architettura di massima precedentemente descritta, atti a frazionare due tipologie di acini (ma sulla base dello stesso schema possono evidentemente essere frazionate tre o pi? tipologie) utilizzando rispettive sezioni ad albero e cilindro in serie. Gli schemi sono di fatto auto esplicativi per l?esperto del ramo che ben conosce l?architettura delle diraspatrici tradizionali. Ovviamente il procedimento potr? comunque prestarsi ad essere sviluppato con macchinari di diversa natura, e segnatamente facenti uso di mezzi/sistemi di movimentazione dei grappoli di diversa natura, ad esempio con moto alternativo anzich? rotativo.
In tutti e tre gli esempi si distinguono due sezioni disposte coassialmente e in serie (l?asse corrispondendo alla direzione X di avanzamento del materiale, cio? dei grappoli), comprendenti i seguenti componenti, contraddistinti nelle diverse macchine dai medesimi indici di riferimento qui riportati:
1 albero battitore prima sezione;
2 albero battitore seconda sezione;
3 tamburo o cilindro rotante prima sezione;
4 tamburo o cilindro rotante seconda sezione;
51 primo motore elettrico con inverter, azionante il primo albero;
52 secondo motore elettrico con inverter, azionante il secondo albero;
6 tramoggia di carico uva;
7 coclea di alimentazione;
81 prima pompa di alimentazione verso i fermentini degli acini diraspati nella prima sezione;
82 seconda pompa di alimentazione verso i fermentini degli acini diraspati nella seconda sezione;
91 primo dispositivo per sistema di controllo in retroazione su portata diraspato nella prima sezione;
92 secondo dispositivo per sistema di controllo in retroazione su portata diraspato nella seconda sezione;
D1 diametro cilindro prima sezione
D2 diametro cilindro seconda sezione
R scarico raspi;
E ingresso uva (grappoli);
F1 uscita acini diraspati nella prima sezione (prima frazione);
F2 uscita acini diraspati nella seconda sezione (seconda frazione).
Ciascuna sezione, come una diraspatrice tradizionale, ha la mera funzione di separare gli acini dai raspi, ma ? evidente che facendo cooperare in serie due (o pi?) sezioni con caratteristiche strutturali e dinamiche diverse, la separazione opera in modo diverso sulle due (o pi?) sezioni, permettendo di distaccare in maniera selettiva gli acini e di raccoglierli separatamente in frazioni e in funzione del diverso grado di maturazione. Tali diverse caratteristiche che differenziano le sezioni possono in particolare includere, singolarmente o in combinazione: i) la velocit? di rotazione dell?albero, che i appropriati mezzi di controllo sono configurati per controllare in modo differente tra le sezioni e in almeno una delle due sezioni significativamente inferiore a quella minima delle diraspatrici attualmente presenti in commercio; ii) differente geometria albero-cilindro tra le sezioni (diametro e lunghezza assiale del cilindro), anche e soprattutto con la funzione di applicare il corretto tempo di ritenzione dei grappoli in corrispondenza delle velocit? necessarie al frazionamento desiderato (numero di frazioni e ripartizione percentuale fra le diverse frazioni in funzione delle necessit? enologiche dell?azienda). Oltre a tali parametri/caratteristiche principali, possono essere previste altre variazioni, quali il passo delle eliche con cui sono disposti i bracci battitori, l?inclinazione dell?albero del battitore e altri ancora.
? inoltre vantaggiosamente da prevedersi, nel sistema di controllo, una funzionalit? di controllo elettronico in retroazione (comprendente i dispositivi 91, 92 che possono ad esempio includere celle di carico disposte in corrispondenza dei contenitori di recupero del diraspato che in continuo misurano il peso e indirettamente le portate degli acini in uscita dalle diverse frazioni) per gestire la ripartizione delle masse di acini nelle percentuali determinate dalle scelte enologiche. Il sistema ? in pratica configurato per regolare le velocit? della prima e della seconda sezione in funzione della proporzione relativa ottenibile e/o desiderata, tra le due frazioni separate. Questo controllo e adattamento in tempo reale ? molto importante affinch? la macchina (o assieme di macchine, come spiegato qui di seguito) possieda la capacit? di adattarsi a lavorare e a frazionare diverse tipologie di uva in ingresso che presumibilmente necessiteranno di energie diverse a seconda delle cultivar, delle zone di produzione, del grado di maturazione, della forma di allevamento, ecc..
I tre esempi mostrati attuano tali concetti tecnici in rispettive apparecchiature integrate, fermo restando che essi potranno equivalentemente essere messi in pratica assegnando i compiti delle differenti sezioni a rispettivi moduli di macchina fisicamente separati l?uno dall?altro, i quali avranno ciascuno l?aspetto generale di una diraspatrice nota, ma con parametri di progetto peculiari e tra loro coordinati.
In prima approssimazione, maggiori velocit? di rotazione, quindi maggiori accelerazioni, implicano:
- maggiore forza centrifuga;
- incremento della coppia motrice dell?albero battitore fino al punto di coppia massima del motore elettrico utilizzato, quindi maggiore forza di taglio all?interfaccia battitoreparete del cilindro;
- maggiore forza d?urto tra bracci del battitore e grappoli, sempre in funzione della maggiore coppia motrice.
Quindi, nel caso la sezione o la macchina sia mossa da un motore elettrico opportunamente dimensionato in termini di coppia, potenza e numero di giri, utilizzare velocit? di rotazione pi? elevata comporta l?applicazione di una maggiore quantit? di energia meccanica all?unit? di massa in lavorazione, quindi ai singoli acini. Visto che necessariamente sono gli acini pi? maturi ad avere una tendenza al pi? facile distacco, ? evidente che le energie trasmesse dovranno essere crescenti nel passaggio da una sezione/macchina alla successiva. La prima sezione/macchina, a pi? bassa energia meccanica, separer? gli acini pi? facilmente separabili ossia pi? maturi, la seconda sezione quelli pi? difficilmente separabili, ossia gli acini meno maturi, e via dicendo.
Entrando in ulteriore dettaglio sulle tre ipotesi degli esempi illustrati, nel caso di figura 2 le due sezioni presentano diametri del cilindro D1, D2 uguali tra le due sezioni (ad esempio circa 0,5 m), ma si differenziano per velocit? di rotazione dell?albero stabilite in questo caso attraverso i rispettivi motori 51, 52 rispettivamente in 100rpm e 400rpm. Da questi parametri discendono diverse accelerazioni centrifughe tra le due sezioni, stimate rispettivamente in circa 20 m/s<2 >e 400 m/s<2>.
L?esempio di figura 3 invece prevede due sezioni di diametro crescente (D1 di circa 0,5 m e D2 di circa 0,65 m), con velocit? di rotazione dell?albero di 100rpm e di 340rpm rispettivamente nella prima e nella seconda sezione. L?accelerazione centrifuga risultante ? stimata anche qui in circa 20 m/s<2 >e 400 m/s<2>.
Infine, l?esempio di figura 4 vede una prima sezione di diametro maggiore (D1 di circa 0,5m) a cui segue una seconda sezione di diametro inferiore (D2=0,35m). Le velocit? di rotazione dell?albero sono crescenti tra 100rpm (prima sezione) e 450rpm (seconda sezione), ottenendo ancora valori di accelerazione centrifuga congruenti con quelli dei precedenti esempi.
Si nota dunque che il risultato di incrementare l?energia meccanica trasmessa tra una sezione e la successiva o consecutiva, in rispettivi stadi, possa essere ottenuto agendo in modo coordinato su parametri diversi e in modo differente; i valori numerici sopra indicati devono evidentemente essere considerati a mero titolo di esempio utile a comprendere il criterio attuativo con cui il principio metodologico secondo l?invenzione pu? trovare una pratica realizzazione.
In base a quanto sopra descritto ? evidente che la presente invenzione raggiunge lo scopo prefissato di ottenere, con un sistema a minor costo rispetto a quelli attualmente in commercio, un frazionamento degli acini in grado di produrre mosti (almeno due) diversi a partire da una stessa massa di uva raccolta a mano. Da mosti diversi vengono prodotti vini diversi. Questo ? estremamente utile alle aziende vinicole, per poi riuscire attraverso i successivi tagli fra i vini, a gestire il livello qualitativo delle etichette nelle diverse annate.
Gli acini prodotti all?interno dello stesso vigneto presentano un?ampia eterogeneit? in termini di grado zuccherino, acidit?, maturit? fenolica, ecc. Tali differenze si riscontrano fra i grappoli ma anche all?interno dello stesso grappolo con acini che hanno livelli di maturazione diversi e quindi potenzialit? di risultato enologico nei vini prodotti, molto diverse. Negli ultimi anni infatti, per le produzioni di vino di qualit?, si sono moltiplicati i sistemi di selezione delle uve in ingresso al processo di vinificazione, che principalmente comprendono sistemi di cernita manuale (dove gli operatori guardando scelgono i grappoli) e sistemi meccanici basati su tecnologie principalmente ottiche o densimetriche. Il problema di questi sistemi risiede o nella loro limitata efficacia (cernita manuale) o negli elevati costi di investimento che risultano sostenibili solo per aziende con superfici produttive importanti e capaci di ammortizzare tale investimento. Inoltre, alcuni di questi sistemi (cernita manuale e ottica) considerano come ?selezione? esclusivamente l?allontanamento di acini o grappoli immaturi o danneggiati e quindi considerati inadatti alla vinificazione. Altri come la cernita densimetrica restituiscono due o pi? frazioni diverse da cui produrre pi? vini. ? dunque evidente che di fronte a un bisogno particolarmente sentito la presente invenzione fornisce una soluzione particolarmente vantaggiosa, attraverso un sistema semplice ed economico che pu? restituire frazioni di acini a diversa qualit? in grado di supportare tante piccole realt? produttive che spesso fanno della qualit? il loro elemento distintivo e che non possono affrontare la spesa dell?acquisto di una selezionatrice ottica o densimetrica (stimabile in circa un ordine di grandezza superiore rispetto a quello di una macchina secondo la presente invenzione).
Il sistema secondo l?invenzione inoltre non aggiunge ma sostituisce una macchina (la diraspatrice) che ? comunque indispensabile per il processo di vinificazione da uve raccolte a mano, introducendo una ulteriore funzionalit? data dal sistema di frazionamento qualitativo degli acini, oltre alla separazione degli acini dai raspi.
La presente invenzione ? stata fin qui descritta con riferimento a sue forme di realizzazione preferite. ? da intendersi che possono esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell?ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1 ? Un procedimento per frazionare automaticamente gli acini di una massa di grappoli di uva raccolta a mano in due o pi? frazioni di acini riconducibili a rispettivi diversi livelli di maturazione, il procedimento prevedendo di sottoporre detta massa a due o pi? stadi consecutivi di applicazione di energia meccanica, le quantit? di energia applicate nei due o pi? stadi essendo progressivamente crescenti e commisurate ciascuna a indurre il distacco dai raspi e la raccolta di rispettive di dette due o pi? frazioni di acini. 2 ? Il procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui le quantit? di energia meccanica trasmesse nei rispettivi stadi vengono controllate in retroazione sulla base di rilevazioni quantitative degli acini distaccati stadio per stadio. 3- Il procedimento secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui l?energia meccanica viene applicata mediante un battitore rotante entro un cilindro all?interno del quale viene alimentata in avanzamento assiale detta massa di grappoli d?uva, detta energia meccanica venendo controllata variando almeno la velocit? di rotazione di detto battitore tra uno stadio e l?altro. 4 - Il procedimento secondo la rivendicazione 3, in cui l?energia meccanica viene controllata variando inoltre almeno il diametro e/o la lunghezza di detto cilindro tra uno stadio e l?altro. 5 ? Un apparato per frazionare automaticamente gli acini di una massa di grappoli di uva raccolta a mano in due o pi? frazioni di acini con rispettivi diversi livelli di maturazione, comprendente due o pi? moduli o sezioni in serie lungo una direzione (X) di avanzamento di detta massa di grappoli, detti moduli o sezioni prevedendo mezzi (1, 2, 51, 52) di movimentazione dei grappoli, controllati in modo tra loro indipendente, atti ad applicare energia meccanica a detti grappoli, l?apparato comprendendo inoltre mezzi di controllo configurati per controllare detti mezzi di movimentazione in modo che quantit? di energia meccanica applicate nei due o pi? moduli o sezioni siano progressivamente crescenti e commisurate ciascuna a indurre il distacco dai raspi e la raccolta di rispettive di dette due o pi? frazioni di acini. 6 -L?apparato secondo la rivendicazione 5, in cui detti mezzi di controllo sono configurati per controllare in retrazione detti mezzi di movimentazione in retrazione sulla base di segnali emessi da mezzi (91, 92) di rilevazione quantitativa degli acini distaccati in ciascuno di detti due o pi? moduli o sezioni. 7 ? L?apparato secondo la rivendicazione 6, in cui detti mezzi (91, 92) di rilevazione quantitativa comprendono celle di carico atte a rilevare il peso degli acini distaccati in rispettivi moduli o sezioni. 8 ? L?apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 7, in per ciascuno di detti moduli o sezioni detti mezzi di movimentazione comprendono un battitore (1, 2) rotante entro un cilindro (3, 4), disposto coassialmente lungo detta direzione (X) di avanzamento della massa di grappoli, detti mezzi di controllo essendo configurati per controllare la velocit? di rotazione dei battitori rotanti (1, 2) di detti moduli o sezioni in modo che la velocit? di rotazione sia progressivamente crescente tra un modulo o sezione e il modulo o sezione successivo della serie. 9 ? L?apparato secondo la rivendicazione 8, in cui i cilindri (3, 4) di detti moduli o sezioni hanno diametri diversi tra un modulo o sezione e il modulo o sezione successivo della serie. 10 ? L?apparato secondo la rivendicazione 8 o 9, comprendente due o pi? sezioni integrate in serie con rispettive uscite (F1, F2) per dette frazioni di acini e provviste di rispettivi motori (51, 52) per l?alimentazione indipendente dei relativi battitori rotanti (1, 2).
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