IT201900011244A1 - - Google Patents

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    • GPHYSICS
    • G01MEASURING; TESTING
    • G01GWEIGHING
    • G01G3/00Weighing apparatus characterised by the use of elastically-deformable members, e.g. spring balances
    • G01G3/12Weighing apparatus characterised by the use of elastically-deformable members, e.g. spring balances wherein the weighing element is in the form of a solid body stressed by pressure or tension during weighing
    • G01G3/14Weighing apparatus characterised by the use of elastically-deformable members, e.g. spring balances wherein the weighing element is in the form of a solid body stressed by pressure or tension during weighing measuring variations of electrical resistance

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  • General Physics & Mathematics (AREA)
  • Measurement Of Force In General (AREA)

Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
“Dispositivo a cella di carico”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo tecnico
La descrizione si riferisce ai dispositivi a cella di carico.
Una o più forme di attuazione possono essere applicate in dispositivi di pesatura quali, per esempio, dispositivi in grado di ospitare, al disotto di un supporto per i prodotti da pesare, attrezzature suscettibili di trattare, trasformare o analizzare i prodotti durante la pesatura.
Una o più forme di attuazione possono trovare vantaggiosa, seppur non esclusiva, applicazione nel settore dei dispositivi di cottura.
Sfondo tecnologico
Una cella di carico è un trasduttore suscettibile di misurare una forza applicata ad un corpo. Un’applicazione corrente delle celle di carico è nei sistemi di pesatura elettronici e nella misurazione di sforzi meccanici di compressione e trazione.
Per esempio, una cella di carico può comprendere un corpo di misura, per esempio in acciaio od alluminio, sul quale viene applicata una forza che ne determina una deformazione. A seconda della conformazione del corpo, tale deformazione può ad esempio essere una compressione, una trazione, una flessione o una loro combinazione.
Una cella di carico convenzionale può impiegare uno o più estensimetri che, applicati in certi punti del corpo di misura, sono in grado di rilevarne la deformazione tramite la variazione di resistenza elettrica che tale deformazione causa sul loro circuito elettrico. Il segnale elettrico ottenuto può essere amplificato ed elaborato per determinare la forza applicata al corpo della cella di carico.
Per esempio, sono note celle di carico comprendenti corpi di misura sagomati ad S posti in trazione o in compressione lungo un asse passante per il centro del corpo.
Sono altresì note celle di carico cosiddette “offcenter” comprendenti un corpo a forma di parallelepipedo nel quale è ricavata un’apertura passante a forma di farfalla che consente al corpo, montato a sbalzo su un supporto, di flettere seguendo il movimento di un parallelogramma.
Soluzioni di questo tipo sono descritte, per esempio, in EP 3 343 187 A1 o nella domanda internazionale PCT/IB2019/052695 non ancora pubblicata alla data di deposito della presente domanda.
Rispetto alle celle di carico che operano in trazione o compressione, quelle off-center offrono il vantaggio di poter alloggiare sulla cella un “piano di pesatura” rettangolare avente dimensioni non superiori al doppio della lunghezza massima della cella stessa (che può arrivare sino a valori dell’ordine di 170 mm) su cui posare il prodotto da pesare, senza richiedere alcun allineamento tra i carichi applicati e l’asse di deformazione del corpo di misura.
A livello brevettuale, documenti quali WO 95/35483. US 4 476 946 A, US 6 541 742 B2 o WO 2015/181 763 A2 sono esemplificativi della possibilità di applicare celle di carico o dispositivi similari a dispositivi di cottura.
Anche in modo indipendente da vari inconvenienti messi in luce in tali documenti anteriori, si osserva che al momento attuale non sono correntemente disponibili celle di carico in grado di poter montare piatti di pesata aventi dimensioni di diverse decine di centimetri.
Scopo e sintesi
Una o più forme di attuazione si prefiggono lo scopo di fornire soluzioni perfezionate in grado di essere utilizzate con prestazioni adeguate in vari possibili contesti di impiego, quali, per esempio i contesti discussi nella parte introduttiva della presente descrizione.
Secondo una o più forme di attuazione, tale scopo può essere raggiunto grazie ad un dispositivo a cella di carico avente le caratteristiche richiamate in modo specifico nelle rivendicazioni che seguono.
Le rivendicazioni formano parte integrante degli insegnamenti tecnici qui somministrati in relazione alle forme di attuazione.
Una o più forme di attuazione facilitano il superamento di possibili limiti inerenti alla freccia derivante dalla applicazione alla cella di un carico corrispondente a prodotti da pesare.
In celle di carico tradizionali, la freccia derivante dalla applicazione del carico può arrivare ad un valore massimo dell’ordine di 0,2 mm, dopodiché il materiale della cella può andare soggetto a snervamento.
Una o più forme di attuazione permettono di raggiungere valori di freccia dell’ordine di 1,5 mm. Di conseguenza, i (micro)estensimetri delle celle possono presentare una campo di deformazione molto maggiore (anche di circa 100 volte in più rispetto alle celle tradizionali): ciò facilità un aumento, anche considerevole, della sensibilità della cella, consentendo per esempio un aumento delle divisioni del campo di misura, con una conseguente maggior precisione del risultato di misura.
Breve descrizione delle figure
Una o più forme di attuazione saranno ora descritte, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento alle figure annesse, in cui:
- la Figura 1 è una vista in elevazione, parzialmente sezionata, di una cella di carico secondo forme di attuazione,
- la Figura 2 è una vista in prospettiva esplosa di un dispositivo di pesatura suscettibile di incorporare forme di attuazione.
Descrizione particolareggiata di forme di attuazione Nella descrizione che segue, sono illustrati uno o più dettagli specifici, rivolti a fornire una comprensione approfondita di esempi di forme di attuazione. Le forme di attuazione possono essere ottenute senza uno o più dei dettagli specifici, o con altri procedimenti, componenti, materiali, ecc. In altri casi, strutture, materiali, o operazioni noti non sono illustrati o descritti in dettaglio cosicché certi aspetti di forme di attuazione non verranno offuscati.
Il riferimento a “una forma di attuazione” o “una sola forma di attuazione” nel quadro della presente descrizione è inteso a indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, frasi come “in una forma di attuazione” o “in una sola forma di attuazione” che possono essere presenti in uno o più punti della presente descrizione non si riferiscono necessariamente a una specifica forma di attuazione. Inoltre, particolari conformazioni, strutture, o caratteristiche possono essere combinate in qualsiasi modo adeguato in una o più forme di attuazione.
I riferimenti qui utilizzati sono forniti solamente per comodità e quindi non definiscono l’estensione di protezione o la portata delle forme di attuazione.
Nelle figure, il riferimento 100 indica una cella di carico rappresentata in un sistema di riferimento tridimensionale. In un tale sistema, una prima direzione X, longitudinale, ed una seconda direzione Y, trasversale, tra loro perpendicolari definiscono un piano orizzontale, ed una terza direzione Z, verticale, rappresenta una direzione perpendicolare al piano orizzontale, lungo la quale agisce la forza di gravità.
Così come qui esemplificata, la cella di carico 100 comprende una base 110 a forma di cornice sulla quale è appoggiato un corpo deformabile 140, per esempio un corpo a piastra, complessivamente planare.
Anche se qui rappresentati per semplicità di forma quadrilatera (per esempio rettangolare), sia il corpo deformabile 140, sia la base 110 possono essere di forma diversa, per esempio circolare o poligonale.
Così come qui esemplificata, la cella di carico 100 comprende un corpo di misura allungato 120, collocato al disotto del corpo deformabile 140 e tale da estendersi a sbalzo a partire dalla periferia verso la zona centrale del corpo deformabile 140 (per esempio in direzione longitudinale, X) secondo una generale configurazione “a trampolino”.
Così come qui esemplificato, il corpo 120, anch’esso deformabile, si trova in rapporto di trasmissione di forza (di spinta) con il corpo 140.
Ciò può avvenire, per esempio, tramite un perno 160 collocato in corrispondenza della seconda estremità (estremità distale) del corpo 120, per esempio in corrispondenza della zona centrale del corpo deformabile 140.
Così come qui esemplificato, il corpo 120 si estende nella direzione longitudinale X per circa la metà dell’intera lunghezza della base 110, potendo così presentare una lunghezza suscettibile di essere scelta in una gamma di valori complessivamente piuttosto estesa.
Così come qui esemplificato, nella direzione trasversale Y, il corpo 120 può presentare una dimensione (larghezza) di qualche decina di millimetri.
In una o più forme di attuazione, lo spessore del corpo 120 nella direzione Z può essere scelto in modo che la freccia di deformazione suscettibile di essere rilevata all’estremo distale della trave rappresentata dal corpo 120, là ove si trova il perno 160, in presenza del massimo carico di pesatura previsto (fondo scala della cella) non sia tale da snervare il materiale, per esempio metallico, del corpo 120.
In una o più forme di attuazione, il corpo 140 destinato a definire il piano di pesatura può essere realizzato - per esempio a livello di dimensioni, quale lo spessore - in modo che, in presenza di un carico massimo previsto applicato in posizione centrale (per esempio all’incrocio delle diagonali di una forma quadrilatera), lo spostamento verticale del corpo deformabile 140 lungo l’asse Z nella regione di applicazione della forza peso non risulti superiore alla freccia massima prevista per corpo deformabile 120.
In una o più forme di attuazione, la prima estremità (prossimale) 120a del corpo deformabile 120 può essere fissata saldamente in corrispondenza del bordo del corpo 140 (per esempio tramite uno zoccolo 130 fissato al corpo 140 e/o, eventualmente, alla base o cornice 110), mentre la seconda estremità (distale) 120b porta il perno 160 - che può avere, per esempio, un diametro massimo di 2 mm -mantenuto stabilmente in contatto a guisa di palpatore con la superficie (inferiore) del corpo deformabile 140.
Con la terminologia corrente nella scienza delle costruzioni, il corpo 120 può essere visto come una trave a sbalzo incastrata in 120a e soggetta (unicamente) a momento flettente, opzionalmente con un certo precarico dato dal perno 160 che preme contro la superficie del corpo 140 a seguito della flessione del corpo 140 sospeso alla cornice 110 dovuta al peso della sua massa.
Nella forma realizzativa qui esemplificata, il corpo 140 (per esempio con il corpo 120 montato su di esso tramite lo zoccolo 130) può essere appoggiato liberamente sui bordi della cornice 110, opzionalmente mantenuto distanziato dalla cornice 110 - per esempio di circa 10 mm - mediante l’interposizione di una guarnizione (ad es. plasticamente) cedevole 150 – avente, per esempio, una larghezza di pochi millimetri - applicata intorno al perimetro del corpo deformabile 140.
Così come rappresentato con linea a tratti nella Figura 2, sul corpo deformabile 140 è identificabile una zona di carico 170 destinata a ricevere un carico (peso) agente nella direzione verticale Z. La zona di carico 170 è suscettibile, per esempio, di ricevere su di essa un recipiente R, quale un vassoio contenente prodotto da pesare.
Nella forma realizzativa qui esemplificata, è possibile effettuare una calibrazione della cella 100 in corrispondenza della zona 170 tenendo in conto il fatto che lo spostamento del carico sulla superficie del corpo 140 può comportare una variazione della funzione di deformazione del corpo 140 stesso.
In una o più forme di attuazione, nel corpo 140 - che può essere realizzato, per esempio, di metallo - è possibile prevedere una porzione scolpita, per esempio incavata (rappresentata a tratti ed indicata con V nella Figura 1),o una semplice serigrafia in cui inserire il suddetto recipiente R, favorendone così un preciso posizionamento rispetto alla zona 170.
In aggiunta o in alternativa, in una o più forme di attuazione - per esempio con il corpo 140 realizzato di materiale vetroso o vetroceramico - è possibile provvedere un analogo sistema di centramento del recipiente R rispetto alla zona 170 tramite magneti permanenti ovvero con marcatori M che facilitano il centramento ottico del vassoio.
Una o più forme di attuazione si basano sul riconoscimento del fatto che una forza applicata sulla zona 170 (in direzione verticale – asse Z – dall’alto verso il basso, secondo il punto di osservazione delle figure annesse), per esempio tramite un recipiente R in cui si trova un materiale da pesare, determina una flessione (in campo elastico) del corpo deformabile 140, che si muove verso il corpo deformabile 120 con cui è in rapporto di trasmissione di forza, per esempio tramite il perno 160.
Per effetto del collegamento meccanico tra il corpo deformabile 140 e il corpo 120 fornito dal perno 160 disposto alla seconda estremità 120b del corpo 120, il corpo 120, fungente da corpo di misura, si deforma inflettendosi nella direzione dell’asse Z, senza ruotare rispetto al piano X Y.
Conseguentemente, il corpo deformabile 120 è soggetto (solo) a momento flettente con una deformazione massima rilevabile in corrispondenza della prima estremità 120a del corpo 120, ossia in corrispondenza alla zona di incastro, qui data dallo zoccolo 130.
Tale deformazione è rilevabile tramite uno o più rilevatori estensimetri 180 applicati al corpo 120 in corrispondenza di tale zona di massima deformazione.
Si può trattare, per esempio, di estensimetri elettrici (resistivi, per esempio).
In una o più forme di attuazione, si può trattare di più estensimetri 180, per esempio due estensimetri, applicati al corpo 120 superiormente ed inferiormente rispetto al corpo 120 stesso.
In una o più forme di attuazione, si può trattare di uno o più estensimetri 180 incollati al corpo 120.
In una o più forme di attuazione, il o i segnali indicativi dei valori della (variazione della) tensione elettrica provenienti dal o dagli estensimetri 180 possono essere inviati ad un circuito elettronico 200 (di tipo di per sé noto) per essere condizionati e convertiti in valori di forza peso applicata sul piano 140.
In una o più forme di attuazione, il circuito elettronico 200 può essere configurato per tenere in conto un fattore di calibrazione relativo alla posizione di misura (zona 170) sul corpo deformabile 140 e determinare un valore di peso di quanto disposto sul piano 140.
Per esempio, tali valori di calibrazione (ed una corrispondente regolazione del fattore di guadagno applicato dal circuito 200 ai segnali estensi metrici) possono essere determinati tramite l’applicazione nella zona di misura 170 di un peso noto.
Eventualmente, il circuito elettronico 200 può essere configurato (anche qui in modo noto) per tenere in conto una tara relativa al peso del recipiente R.
In ogni caso, il valore di peso così determinato si presta ad essere presentato visivamente, per esempio su un unità di visualizzazione (display) 200A, per esempio del tipo “a sette segmenti” associata e pilotata dal circuito elettronico 200.
La cella di carico 100 qui esemplificata si presta ad essere impiegata direttamente come bilancia pesatrice, con la possibilità di ospitare al di sotto del corpo deformabile 140 vari dispositivi H che possono trattare (per esempio, analizzare, riscaldare o cuocere) materiale contenuto all’interno del recipiente R mentre si procede alla pesatura, che può proseguire indefinitamente nel tempo fino al termine del processo.
Una cella di carico 100 come qui esemplificata può comprendere un piano di pesatura realizzato con un corpo 140 di materiale deformabile elasticamente il cui contorno può poggiare (anche in condizione di tenuta rispetto ai liquidi: vedere, per esempio, la “guarnizione” 150) su di una cornice 110. E’ presente una trave inflessa (corpo 120) in cui un estremo 120a è incastrato in corrispondenza di un bordo del piano di pesatura 140 mentre l’altro estremo 120b è messo in rapporto di trasmissione di forza (per esempio tramite un perno 160 fissato all’estremo della trave o eventualmente in contatto diretto) con la superficie (inferiore) del piano di pesatura 140.
Grazie al fatto che il piano di pesatura 140 (elasticamente deformabile) è appoggiato sul suo contorno su una cornice 110, il carico (peso) appoggiato, per esempio in una zona centrale 170, sul piano 140 fa sì che la trave rappresentata dal corpo 120 si fletta, per esempio con un esclusivo momento flettente, con una freccia massima alla seconda estremità 120b raggiungibile al massimo carico previsto, determinata in modo da non snervare il materiale (per esempio metallico) con cui essa è realizzata.
La deformazione della trave (corpo 120) può essere trasdotta in un segnale elettrico di rilevamento (per esempio di tensione) tramite uno o più estensimetri (per esempio resistivi) 180 applicati (per esempio, incollati) in corrispondenza della prima estremità 120a, là ove il momento flettente associato al carico rende più elevate (massime) le deformazioni.
Una tale soluzione facilita la taratura della cella di carico per diversi carichi potendo rimanere nei limiti delle caratteristiche strutturali del piano di pesatura.
Per esempio, in una o più forme di attuazione, la calibrazione della cella 100 può essere effettuata rispetto alla zona 170 dell’area del piano di pesatura 140 in cui si prevede venga deposta la massa da pesare, potendosi così avere una buona ripetibilità delle misure.
Come si è detto, in una o più forme di attuazione, lungo i bordi del piano di pesatura 140 che appoggiano sulla cornice 110 può essere applicata una guarnizione di materiale plastico 150 in grado di fornire un adeguato grado di protezione all’ingresso di acqua e polvere al di sotto del piano di pesatura 140.
Ciò facilita il mantenimento nel tempo della piena efficienza di funzionamento della cella di carico.
In una o più forme di attuazione, i materiali con cui è costruito il piano di pesatura 140 e la trave ad inflessione 120 possono dimostrare comportamenti elastici nel campo dei carichi da misurare.
Per esempio, in una o più forme di attuazione, il piano di pesatura (corpo 140) e la trave ad inflessione (corpo 120) possono essere realizzati in metallo ed eventualmente vetro e vetroceramico o altri materiali secondo le esigenze di applicazione e di impiego previste per la cella di carico.
Un dispositivo a cella di carico (per esempio, 100) come qui esemplificato può comprendere:
- un corpo a piastra (per esempio, 140) avente una prima e una seconda superficie opposte (per esempio superiore ed inferiore in una possibile condizione di montaggio), il corpo a piastra essendo deformabile come risultato di una forza di pressione (per esempio, il peso di un recipiente R e del suo contenuto) applicata alla prima superficie (per esempio, in 170),
- un corpo (di misura) allungato (per esempio, 120) avente una prima estremità (per esempio, 120a) fissata (per esempio, tramite 180) in corrispondenza della periferia del corpo a piastra e una seconda estremità (per esempio, 120b) in rapporto di trasmissione di forza con la seconda superficie della corpo a piastra, in cui il corpo allungato è soggetto a flessione come risultato della deformazione del corpo a piastra, e
- un rilevatore estensimetrico (per esempio, uno o più estensimetri resistivi 180) accoppiato con la prima estremità del corpo allungato, il rilevatore estensimetrico essendo configurato (per esempio, 200, 200A) per fornire un segnale di rilevamento indicativo dell’entità della flessione del corpo allungato, in cui detto segnale di rilevamento è funzione della forza di pressione applicata alla prima superficie del corpo a piastra.
Un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato può comprendere una formazione di trasmissione di forza, opzionalmente un elemento a perno (per esempio 160), che realizza detto rapporto di trasmissione di forza tra la seconda estremità (120b) del corpo allungato (120) e la seconda superficie del corpo a piastra (140).
In una o più forme di attuazione, la suddetta formazione di trasmissione di forza può comprendere una appendice o porzione deformata del corpo allungato 120 e/o del corpo a piastra 140. L’impiego di un elemento a perno 160, eventualmente appuntito, montato sul corpo allungato 120 (o eventualmente sul corpo a piastra 140) può dimostrarsi vantaggiosa in quanto facilità un rapporto di trasmissione di forza praticamente puntiforme, benefico per la precisione della misura.
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, il corpo allungato può avere la prima estremità accoppiata alla periferia del corpo a piastra per essere portato dallo stesso.
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, la prima superficie del corpo a piastra può comprendere una regione di applicazione della forza di pressione (per esempio, 170), detta regione di applicazione della forza di pressione potendo comprendere opzionalmente una regione centrale della prima superficie del corpo a piastra.
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, la seconda estremità del corpo allungato può essere disposta in rapporto di trasmissione di forza con la seconda superficie del corpo a piastra in corrispondenza di una posizione di detta seconda superficie del corpo a piastra opposta a detta regione di applicazione della forza di pressione (per esempio, 170) sulla prima superficie del corpo a piastra.
In un dispositivo di cella di carico come qui esemplificato, detta regione di applicazione della forza di pressione può avere associate formazioni di centraggio (per esempio, una scolpitura V o centratori magnetici o marcatori visivi M).
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, il corpo a piastra può essere supportato perifericamente da un elemento a cornice (per esempio, 110).
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, detto elemento a cornice può essere configurato per fornire in corrispondenza della seconda superficie del corpo a piastra uno spazio di montaggio per un attrezzatura di trattamento (per esempio, di analisi, riscaldamento o cottura H) di materiale disposto sulla prima superficie del corpo a piastra.
Un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato può comprendere un elemento di guarnizione (per esempio, 150) tra la periferia del corpo a piastra e detto elemento a cornice.
In un dispositivo a cella di carico come qui esemplificato, con il corpo a piastra configurato per avere una quantità massima di forza di pressione applicata alla prima superficie, il corpo allungato può essere conformato e dimensionato per rimanere al di sotto del punto di snervamento in presenza di detta quantità massima di forza di pressione applicata alla prima superficie del corpo a piastra.
Fermi restando i principi di fondo, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno variare, anche in modo significativo, rispetto a quanto qui descritto a puro titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall’ambito di protezione.
L’ambito di protezione è determinato dalle rivendicazioni annesse.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo a cella di carico (100), comprendente: - un corpo a piastra (140) avente una prima e una seconda superficie opposte, il corpo a piastra (140) deformabile come risultato di una forza di pressione (R) applicata alla prima superficie (170), - un corpo allungato (120) avente una prima estremità (120a) fissata (180) in corrispondenza della periferia del corpo a piastra (140) e una seconda estremità (120b) in rapporto di trasmissione di forza (160) con la seconda superficie della corpo a piastra (140), in cui il corpo allungato (120) è soggetto a flessione come risultato della deformazione del corpo a piastra (140), e - un rilevatore estensimetrico (180) accoppiato con la prima estremità (120a) del corpo allungato (120), il rilevatore estensimetrico (180) configurato (200, 200A) per fornire un segnale di rilevamento indicativo dell’entità della flessione del corpo allungato (120), in cui detto segnale di rilevamento è funzione della forza di pressione applicata alla prima superficie (170) del corpo a piastra (140).
  2. 2. Dispositivo a cella di carico (100) secondo la rivendicazione 1, comprendente una formazione di trasmissione di forza, preferibilmente un elemento a perno (160), che realizza detto rapporto di trasmissione di forza tra la seconda estremità (120b) del corpo allungato (120) e la seconda superficie del corpo a piastra (140).
  3. 3. Dispositivo a cella di carico (100) secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui il corpo allungato (120) presenta la prima estremità (120a) accoppiata (130) alla periferia del corpo a piastra (140) per essere portato dallo stesso.
  4. 4. Dispositivo a cella di carico (100) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima superficie del corpo a piastra (140) comprende una regione di applicazione della forza di pressione (170), detta regione di applicazione della forza di pressione comprendendo di preferenza una regione centrale della prima superficie del corpo a piastra (140).
  5. 5. Dispositivo a cella di carico (100) secondo la rivendicazione 4, in cui la seconda estremità (120b) del corpo allungato (120) è disposta in rapporto di trasmissione di forza con la seconda superficie del corpo a piastra (140) in corrispondenza di una posizione di detta seconda superficie del corpo a piastra (140) opposta a detta regione di applicazione della forza di pressione (170) sulla prima superficie del corpo a piastra (140).
  6. 6. Dispositivo di cella di carico (100) secondo la rivendicazione 4 o la rivendicazione 5, in cui detta regione di applicazione della forza di pressione (170) ha associate formazioni di centraggio (V, M).
  7. 7. Dispositivo a cella di carico (100) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il corpo a piastra (140) è supportato perifericamente da un elemento a cornice (110).
  8. 8. Dispositivo a cella di carico (100) secondo la rivendicazione 7, in cui detto elemento a cornice (110) è configurato per fornire in corrispondenza della seconda superficie del corpo a piastra (140) uno spazio di montaggio per un attrezzatura di trattamento (H) di materiale disposto sulla prima superficie del corpo a piastra (140).
  9. 9. Dispositivo a cella di carico (100) secondo la rivendicazione 7 o la rivendicazione 8, comprendente un elemento di guarnizione (150) tra la periferia del corpo a piastra (140) e detto elemento a cornice (110).
  10. 10. Dispositivo a cella di carico (100) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui, con il corpo a piastra (140) configurato per avere una quantità massima di forza di pressione (R) applicata alla prima superficie, il corpo allungato (120) è conformato e dimensionato per rimanere al di sotto del punto di snervamento in presenza di detta quantità massima di forza di pressione (R) applicata alla prima superficie del corpo a piastra (140).
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