IT201900006475A1 - Dispositivo di riempimento - Google Patents

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IT201900006475A1
IT201900006475A1 IT102019000006475A IT201900006475A IT201900006475A1 IT 201900006475 A1 IT201900006475 A1 IT 201900006475A1 IT 102019000006475 A IT102019000006475 A IT 102019000006475A IT 201900006475 A IT201900006475 A IT 201900006475A IT 201900006475 A1 IT201900006475 A1 IT 201900006475A1
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IT
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chamber
cavity
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valve
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IT102019000006475A
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Andrea Rigamonti
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Andrea Rigamonti
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Description

DISPOSITIVO DI RIEMPIMENTO
La presente invenzione concerne un dispositivo di riempimento o carico con regolazione automatica della pressione di un circuito e/o impianto, ad esempio di un impianto di riscaldamento o di condizionamento.
Generalmente, sugli impianti di riscaldamento o di condizionamento è consigliato installare un dispositivo di riempimento, cioè un dispositivo che è configurato per effettuare il riempimento di un impianto fino a raggiungere automaticamente la pressione impostata.
In particolare, questo dispositivo consente di impostare la pressione in base alle proprie esigenze impiantistiche, di interrompere il riempimento al raggiungimento della pressione impostata e inoltre, a riempimento avvenuto, impedisce l’inversione del flusso, anche in caso di una diminuzione di pressione sulla linea di alimentazione.
Più in dettaglio, il dispositivo di riempimento viene generalmente installato sulla linea di alimentazione dell’impianto di riscaldamento tra due valvole di intercettazione poste rispettivamente a monte ed a valle di detto dispositivo.
WO2016092279 descrive un dispositivo di riempimento in cui, all’interno di un corpo di alloggiamento, è definita una camera di passaggio del fluido, camera che è comunicante con un ingresso ed una uscita del fluido. All’interno della camera è scorrevolmente alloggiato uno corpo mobile che funge da otturatore ed è dotato di un primo foro passante, che attraversa diametralmente il corpo stesso da parte a parte, per collegare l’ingresso con l’uscita. Inoltre, detto primo foro passante ricavato nel corpo è separato – mediante una parete divisoria orizzontale interna al corpo stesso - dalla porzione inferiore del corpo in cui è altresì ricavato un secondo foro passante per collegare l’uscita con una porta di scarico che è ricavata sul fondo della camera che alloggia detto corpo. In sostanza, il corpo che è scorrevole assialmente all’interno della sua camera di alloggiamento definisce una valvola di tipo “dead-man” che passa tra una condizione normalmente chiusa, in il corpo interrompe il collegamento tra l’ingresso e l’uscita, ed una condizione di apertura, che è attivata dall’operatore agendo su mezzi di comando associati al corpo scorrevole per consentire così il passaggio del fluido dall’ingresso all’uscita attraverso il primo foro passante ricavato nel corpo stesso. In particolare, a tal fine, il dispositivo comprende altresì mezzi elastici agenti sul corpo per riportare e mantenere detta valvola nella condizione normalmente chiusa.
WO96/06308 descrive una soluzione con un corpo tubolare che è scorrevolmente alloggiato all’interno di un involucro, anch’esso tubolare. In particolare, il corpo tubolare scorrevole è interamente/completamente cavo al suo interno e presenta tre aperture disposte in modo da collegare l’interno del corpo con la porta di ingresso e la porta di uscita (mentre la porta di scarico viene chiusa) definite nell’involucro tubolare o, alternativamente, per collegare l’interno del pistone con la porta di scarico (mentre le porte di ingresso ed uscita vengono chiuse). Più in dettaglio, in tale soluzione il fluido entra e scorre all’interno del corpo tubolare mobile alloggiato nell’involucro tubolare.
In sostanza, quindi, nelle note soluzioni, il corpo che definisce l’otturatore della valvola (e che è comandato manualmente agendo su un opportuno attuatore esterno) è provvisto di due fori passanti (cfr. soluzione di WO2016092279) o è completamente cavo internamente (cfr. soluzione di WO96/06308) e ciò rende particolarmente complicata e laboriosa, e quindi costosa, la sua realizzazione.
Scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che sia privo degli inconvenienti presenti nelle soluzioni tradizionali.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che impedisca l’indesiderato svuotamento dell’impianto, al quale l’uscita del dispositivo è collegata, quando la valvola del dispositivo passa dalla condizione di apertura a quella di chiusura.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che impedisca un flusso di ritorno (inverso) dall’uscita verso l’ingresso.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che riduca e limiti la quantità di liquido che viene scaricata attraverso la porta di scarico.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento in cui la regolazione ed il mantenimento alla pressione impostata possa essere effettuata in maniera sicura e affidabile.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che sia utilizzabile in modo rapido e semplice, anche da parte di personale non qualificato (quale può essere ad esempio l’utilizzatore finale).
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che risulti adatto ad essere installato ed utilizzato in ambito domestico.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento di dimensioni compatte.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che risulti completamente ed agevolmente intercambiabile con quelli già esistenti sul mercato.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento che abbia una caratterizzazione alternativa e/o migliorativa, sia in termini costruttivi che funzionali, rispetto a quelli tradizionali.
Altro scopo dell’invenzione è di proporre un dispositivo di riempimento di costruzione semplice e realizzabile con costi industriali contenuti.
Tutti questi scopi, sia da soli che in una loro qualsiasi combinazione, ed altri che risulteranno dalla descrizione che segue sono raggiunti, secondo l’invenzione, con un dispositivo di riempimento con le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1.
La presente invenzione viene qui di seguito ulteriormente chiarita in una sua preferita forma di pratica realizzazione riportata a scopo puramente esemplificativo e non limitativo con riferimento alle allegate tavole di disegni, in cui:
la figura 1 mostra in vista prospettica un dispositivo di riempimento secondo l’invenzione,
la figura 2 lo mostra secondo una sua sezione verticale in una prima condizione (con valvola chiusa),
la figura 3 lo mostra secondo la stessa sezione di fig. 2 in una seconda condizione (con valvola aperta),
la figura 4 lo mostra in vista prospettica e parzialmente sezionato verticalmente in detta prima condizione (con valvola chiusa) e collegato alla linea di alimentazione del fluido,
la figura 5 lo mostra nella stessa vista di fig. 4 in detta seconda condizione (con valvola aperta),
la figura 6 lo mostra nella stessa vista di fig. 4 quando passa da detta seconda condizione (con valvola aperta) a detta prima condizione (con valvola chiusa),
la figura 7 lo mostra nella stessa vista di fig.4 in detta prima condizione (con valvola chiusa) ed in caso di improvvisa diminuzione della pressione nella linea di alimentazione del fluido collegata all’ingresso del dispositivo,
la figura 8 lo mostra nella stessa vista di fig. 4 in detta seconda condizione (con valvola aperta) ed in caso di improvvisa diminuzione della pressione nella linea di alimentazione del fluido collegata all’ingresso del dispositivo.
Come si vede dalle figure, il dispositivo 2, secondo l’invenzione, per il riempimento (carico), con regolazione automatica della pressione, di un circuito fluidico - ad esempio per riempire con acqua un impianto di riscaldamento o di condizionamento – comprende essenzialmente una struttura di alloggiamento 10 che è provvista di:
- un’apertura di ingresso 7 che è destinata ad essere fluidicamente connessa con una linea di alimentazione esterna di un fluido,
- un’apertura di uscita 8 che è destinata ad essere fluidicamente connessa con l’impianto da riempire/caricare con il fluido, e
- di un’apertura di scarico 9 che, preferibilmente, è destinata ad essere collegata con un condotto di scarico o ricircolo, e/o con un serbatoio di accumulo.
Opportunamente, la struttura di alloggiamento 10 può essere definita da un unico pezzo metallico, oppure comprende un pezzo principale (portante) al quale sono poi avvitati dei tratti di raccordo.
Opportunamente, all’interno della struttura di alloggiamento 10, che preferibilmente è realizzata in materiale metallico, sono ottenuti con tradizionali lavorazioni meccaniche una serie di passaggi per un fluido – preferibilmente un liquido (ad esempio acqua) - ed una serie di camere o cavità per l’alloggiamento di particolari componenti funzionali, che verranno più dettagliatamente descritti in seguito.
In particolare, all’interno di detta struttura di alloggiamento 10 è definita una cavità 17 che è fluidicamente comunicante con detta apertura di ingresso 7, con detta apertura di uscita 8 e con detta apertura di scarico 9. Opportunamente, la cavità 17 definita nella struttura di alloggiamento 10 definisce un circuito fluidico per mettere selettivamente in comunicazione tra loro l’apertura di ingresso 7 e l’apertura di uscita 8.
Inoltre, il dispositivo 2 comprende una valvola 1 che è contenuta in detta struttura di alloggiamento 10 e che è provvista di un organo mobile 11 che è inserito ed agisce all’interno della cavità 17 definita in detta struttura.
Nella cavità 17 è alloggiata una valvola 1 che è associata e/o provvista di un’unità di comando 3 e comprende un organo mobile 11 che è inserito ed è mobile assialmente all’interno di detta cavità 17 tra una prima posizione di chiusura di un passaggio fluidico verso detta apertura di uscita 8 ed una seconda posizione di apertura di detto passaggio.
Più in dettaglio, l’organo mobile 11 della valvola 1 è mobile tra: - una prima posizione, corrispondente ad una condizione di chiusura della valvola 1 (cfr. fig.2), in cui l’organo mobile 11 interrompe/chiude il passaggio di fluido verso l’apertura di uscita 8,
- una seconda posizione, corrispondente ad una condizione di apertura della valvola 1 (cfr. fig. 3), in cui l’organo mobile 11 consente lo scorrimento del fluido, attraverso detto passaggio, dall’apertura di ingresso 7 verso l’apertura di uscita 8.
Preferibilmente, la valvola 1 si trova normalmente in detta condizione di chiusura. In particolare, a tal fine, sono previsti mezzi elastici 28 agenti sull’organo mobile 11 per spingerlo verso detta prima posizione.
Opportunamente, come detto, alla valvola 1 è associata l’unita di comando 3 che, preferibilmente, è attivabile manualmente dall’esterno della struttura di alloggiamento 10 per portare la valvola stessa dalla condizione di chiusura alla condizione di apertura, e portare così l’organo mobile 11 dalla prima posizione alla seconda posizione.
In particolare, la struttura di alloggiamento 10 è conformata in modo da presentare una prima porzione tubolare 5 ed una seconda porzione tubolare 6 disposte reciprocamente in modo da definire complessivamente una forma sostanzialmente a croce o a “T”. Più in dettaglio, la prima porzione tubolare 5, che è disposta sostanzialmente in verticale, attraversa e si raccorda con la seconda porzione tubolare 6, a sviluppo sostanzialmente orizzontale, in corrispondenza di una zona intermedia di quest’ultima.
Opportunamente, l’unità di comando 3 è prevista in corrispondenza di un’estremità della prima porzione tubolare 5, mentre in corrispondenza dell’altra estremità di quest’ultima è prevista l’apertura di scarico 9.
Opportunamente, l’apertura di ingresso 7 è prevista in corrispondenza di un’estremità della seconda porzione tubolare 6, mentre in corrispondenza dell’altra estremità di quest’ultima è prevista l’apertura di uscita 8.
Opportunamente, all’interno della struttura di alloggiamento 10 è definito un canale di ingresso 15 comunicante fluidicamente con l’apertura di ingresso 7 ed un canale di uscita 16 comunicante fluidicamente con l’apertura di uscita 8. In particolare, i canali di ingresso 15 e di uscita 16 sono definiti nella seconda porzione tubolare 6.
Vantaggiosamente, nel canale di ingresso 15 è prevista una valvola di riduzione della pressione 18. Preferibilmente, tale valvola di riduzione della pressione 18 è di tipo tradizionale e non sarà pertanto ulteriormente descritta nel dettaglio. Opportunamente, la valvola di riduzione della pressione 18 è configurata in modo che, quando viene raggiunto un predefinito livello di pressione del fluido (ad esempio pari a circa 1.15-1.45 bar) a valle della valvola stessa, quest’ultima si chiude, interrompendo così il passaggio di fluido attraverso detta valvola. Opportunamente, la valvola di riduzione della pressione 18 è configurata in modo che il livello di pressione predefinito del fluido a valle della valvola stessa possa essere variato agendo su un elemento di regolazione (ad esempio una vite) previsto in detta valvola.
Vantaggiosamente, nel canale di ingresso 15 può essere previsto un filtro (non rappresentato) configurato per trattenere le impurità presenti nel fluido ed evitare così che queste raggiungano la cavità 17.
Vantaggiosamente, nel canale di uscita 16 è prevista almeno una valvola di non-ritorno 19’ e/o 19’’ configurata per consentire il flusso fluidico solamente verso l’apertura di uscita 8. Preferibilmente, nel canale di uscita 16 sono previste due valvole di non-ritorno, rispettivamente 19’ e 19’’, posizionate in sequenza per definire così un gruppo di protezione (definito complessivamente con il numero di riferimento “20”) contro il flusso inverso (backflow) che dall’apertura di uscita 8 rientra all’interno della struttura di alloggiamento 10. Opportunamente, le valvole di non-ritorno 19’ e 19’’ sono reciprocamente distanziate da un elemento spaziatore 21.
Opportunamente, l’organo mobile 11 è scorrevolmente alloggiato all’interno della cavità 17 che è fluidicamente comunicante con l’apertura di scarico 9. Opportunamente, la cavità 17 è definita all’interno/dalla prima porzione tubolare 5 della struttura di alloggiamento 10.
Opportunamente, all’interno della cavità 17 è definita detta apertura di scarico 9 e sono altresì definite due camere e, in particolare:
- una prima camera 22 che è fluidicamente collegata con detta apertura di ingresso 7; vantaggiosamente, la prima camera 22 è fluidicamente collegata con il canale di ingresso 15, preferibilmente mediante la valvola di riduzione di pressione 18,
- una seconda camera 23 che è fluidicamente comunicante con detta apertura di uscita 8; vantaggiosamente, la seconda camera 23 è direttamente collegata fluidicamente con il canale di uscita 16, preferibilmente mediante almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’,
Vantaggiosamente, all’interno della cavità 17, è altresì definita una terza camera 24 che è fluidicamente collegata con l’apertura di scarico 9.
In particolare, opportunamente, è inteso che le camere 22, 23 e 24 siano delimitate lateralmente dalle pareti interne della cavità 17 definita nella struttura di alloggiamento 10. Più in dettaglio, a differenza della soluzione di WO96/06308, le camere 22, 23 e 24 sono definite all’interno della cavità 17 della struttura di alloggiamento 10 e non all’interno dell’organo mobile.
Nel dispositivo 2, l’organo mobile 11 e la cavità 17 - che è definita in detta struttura di alloggiamento 10 ed in cui è alloggiato l’organo mobile 11 – sono configurate in modo che:
- in detta prima posizione di chiusura dell’organo mobile 11, quest’ultimo isoli fluidicamente detta prima camera 22 rispetto a detta seconda camera 23 e, al contempo, consenta un passaggio fluidico tra detta seconda camera 23 e l’apertura di scarico 9,
- in detta seconda posizione di apertura dell’organo mobile 11, quest’ultima consenta consente un passaggio fluidico da detta prima camera 22 a detta seconda camera 23 e, al contempo, isoli fluidicamente detta seconda camera 23 rispetto all’apertura di scarico 9.
Opportunamente, la seconda camera 23 è fluidicamente collegata ad una zona di ingresso 32 del canale di uscita 16 che è posizionata a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ mediante un condotto 25. Preferibilmente, ma non necessariamente, il condotto 25 è inclinato dal basso verso l’altro per collegare la seconda camera 23 all’ingresso del canale di uscita 16.
Opportunamente, inoltre, il canale di uscita 16 è in comunicazione esclusivamente con detta seconda camera 23 e, pertanto, per passare dal canale di ingresso 15 al canale di uscita 16 il fluido deve necessariamente attraversare in sequenza la prima camera 22 e la seconda camera 23.
Vantaggiosamente, le due camere 22 e 23 – e preferibilmente anche la camera 24 - sono sostanzialmente definite all’interno della stessa cavità 17 in cui scorre l’organo mobile 11. Preferibilmente, le due camere 22 e 23 – e preferibilmente anche la camera 24 - sono allineate lungo la direzione di sviluppo longitudinale di detta cavità 17 e lungo la direzione di scorrimento/movimentazione dell’organo mobile entro detta cavità 17.
In particolare, vantaggiosamente, le suddette due camere 22 e 23 – e preferibilmente anche la camera 24 - sono tra loro sovrapposte e, preferibilmente, la prima camera 22 è posizionata al di sopra della seconda camera 23, che a sua volta è posizionata al di sopra dell’apertura di scarico 9 e dell’eventuale terza camera 24. Più in dettaglio, la prima camera 22 è più distante dall’apertura di scarico 9 rispetto a quanto lo è la seconda camera 23 e, inoltre, quest’ultima è più distante dall’apertura di scarico 9 rispetto a quanto lo è la terza camera 24. Preferibilmente, quindi, la prima camera 22 si trova ad un livello geodetico superiore rispetto a quello della seconda camera 23, la quale a sua volta si trova ad un livello geodetico rispetto a quello dell’apertura di scarico 9 e/o della terza camera 24.
Preferibilmente, inoltre, il canale di uscita 16 – ed in particolare la zona di ingresso 32 di detto canale (cioè il tratto posizionato a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’) - si trova ad un livello geodetico superiore rispetto a quello della seconda camera 23 (e quindi anche rispetto a quello dell’apertura di scarico 9 e dell’eventuale terza camera 24) e, opportunamente, il collegamento tra questi è definito dal condotto 25. Opportunamente, ciò consente il passaggio (e quindi lo svuotamento) per gravità del fluido - che si è accumulato nella zona di ingresso 32 del canale di uscita 16 a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ - verso la terza camera 24 e quindi verso l’apertura di scarico 9; in particolare, in tale passaggio il fluido attraverso almeno in parte attraverso detta seconda camera 23.
Opportunamente, in questo modo, la zona di ingresso 32 del canale di uscita 16 - che è posizionata esternamente rispetto alla cavità 17 in cui è inserito e scorre l’organo mobile 11 e che è posizionata a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ – definisce sostanzialmente una camera che risulta scollegata dall’apertura di uscita 8 (e ciò proprio grazie alla presenza di detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ e pertanto, quando l’organo mobile 11 passa dalla seconda alla prima posizione (cfr. fig. 6, cioè quando viene meno l’attivazione manuale da parte di un operatore/utilizzatore), impedisce lo svuotamento dell'impianto collegato all’apertura di uscita 8 e scarica prontamente/completamente il fluido residuo verso l’apertura di scarico 9.
Preferibilmente, la zona di ingresso 32 del canale di uscita 16 che è posizionata a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ è interamente/completamente interessata dalla terminazione 34 del condotto 25 (cfr. fig. 3). In altri termini, preferibilmente, la sezione trasversale della terminazione 34 del condotto 25 interessa una parete della zona di ingresso 32 per l’intero sviluppo longitudinale di quest’ultima. Opportunamente, tale configurazione consente/assicura un completo svuotamento del fluido presente nella zona di ingresso 32 verso la terza camera 24.
Preferibilmente, inoltre, il canale di uscita 16 e/o l’apertura di uscita 8 si trovano ad un livello geodetico superiore rispetto alla terza camera 24 e all’apertura di scarico 9.
Vantaggiosamente, l’organo mobile 11 comprende un cursore – preferibilmente a sviluppo longitudinale, cioè conformato ad astina - con una porzione radialmente più larga 26 ed una porzione radialmente più stretta 27. Opportunamente, attorno a detta porzione più larga 26 dell’organo mobile 11 sono calzate guarnizioni O-ring interagenti con corrispondenti tratti delle pareti interne della cavità 17.
Preferibilmente, la porzione più larga 26 dell’organo mobile 11 definisce l’otturatore della valvola 1. Opportunamente, la porzione più larga 26 è definita inferiormente rispetto alla porzione più stretta 27.
Preferibilmente, quindi, l’organo mobile 11 è privo di aperture passanti o cavità interne e, opportunamente, comprende almeno un restringimento radiale che definisce detta porzione più stretta 27 e/o sezione di differente larghezza 26’ e/o 26’’.
In particolare, la porzione più larga 26 è configurata per interagire con le pareti interne del tratto 31 della cavità 17 interposto tra la prima camera 22 e la seconda camera 23, nonché con le pareti interne della terza camera 24. Vantaggiosamente, la porzione trasversale 26 dell’organo mobile 11 può comprendere una prima sezione 26’ interagente con le pareti interne del tratto 31 interposto tra la prima camera 22 e la seconda camera 23 ed una seconda sezione 26’’ interagente con le pareti interne della terza camera 24. Preferibilmente, la seconda sezione 26’’ è definita inferiormente rispetto alla prima sezione 26’.
Vantaggiosamente, in corrispondenza di una prima estremità dell’organo mobile 11 (cioè in corrispondenza della zona che fuoriesce dalla cavità 17), è vincolata una manopola 29 (o un altro organo di presa e azionamento) in modo che l’organo mobile risulti solidale in traslazione con detta manopola. Vantaggiosamente, in corrispondenza dell’altra estremità (cioè in corrispondenza della zona che è rimane sempre inserita all’interno della cavità 17), l’organo mobile 11 presenta una estremità 30 che preferibilmente può essere configurata per cooperare direttamente con una bocca definita sul fondo della terza camera 24.
Opportunamente, nella forma di realizzazione rappresentata, i mezzi elastici 28 agenti sull’organo mobile 11 sono alloggiati all’interno della cavità 17. Preferibilmente, tali mezzi elastici 28 comprendono una molla elicoidale che è interposta tra un restringimento della cavità 17 (restringimento definito sul fondo della terza camera 24) ed un corrispondente tratto di riscontro ricavato sull’organo mobile 11 e che agisce su quest’ultimo in contrasto al suo verso di inserimento all’interno di detta cavità 17.
Opportunamente, l’organo mobile 11 della valvola 1 è mobile all’interno della cavità 17 tra le suddette tre camere 22, 23 e 24 definite all’interno di detta cavità.
In particolare, quando l’organo mobile si trova in detta prima posizione (corrispondente ad una condizione di chiusura della valvola 1), lo stesso organo mobile 11 interrompe/chiude – preferibilmente mediante la sua porzione allargata 26 - il passaggio di fluido tra la prima camera 22 e la seconda camera 23, mentre quest’ultima rimane in collegamento fluidico con la terza camera 23 e l’apertura di scarico 9. Più in dettaglio, preferibilmente, in tale condizione, la porzione più stretta 27 dell’organo mobile 11 attraversa la prima camera 22, mentre la prima sezione 26’ della porzione più larga 26 dell’organo mobile 11 interagisce con le pareti interne del tratto 31 interposto tra la prima camera 22 e la seconda camera 23 in modo da isolare fluidicamente tra loro queste due camere.
Quando l’organo mobile 11 si trova in detta seconda posizione (corrispondente ad una condizione di apertura della valvola 1), lo stesso organo mobile 11 interrompe/chiude – preferibilmente mediante la sua porzione allargata 26 - il passaggio di fluido tra la seconda camera 23 e la terza camera 24 (e quindi anche con l’apertura di scarico 9), mentre si apre un passaggio fluidico tra la prima camera 22 e detta seconda camera 23. Più in dettaglio, preferibilmente, in tale condizione, il tratto 31 interposto tra la prima camera 22 e la seconda camera 23 è attraversato dalla porzione più stretta 27 dell’organo mobile 11, e consente così un passaggio di fluido tra le due camere attraverso detto tratto 31 della cavità 17, mentre la seconda sezione 26’’ della porzione più larga 26 dell’organo mobile 11 interagisce con le pareti interne della terza camera 24 in modo da isolare fluidicamente quest’ultima dalla seconda camera 23.
Il funzionamento del dispositivo 2 secondo l’invenzione risulta chiaramente da quanto descritto qui sopra.
Il fluido - preferibilmente acqua - proveniente dalla linea di alimentazione entra all’interno del dispositivo 2 attraverso l’apertura di ingresso 7. Quindi, detto fluido attraversa il canale di ingresso 15 - dove, opportunamente, la pressione viene ridotta dalla valvola di riduzione della pressione 18 - ed entra poi nella prima camera 22.
Quando la valvola 1 del dispositivo 2 si trova nella condizione normalmente chiusa, l’organo mobile 11 si trova nella prima posizione e impedisce così il passaggio di fluido dalla prima camera 22 alla seconda camera 23 (cfr. fig. 4).
Quando la valvola 1 del dispositivo 2 viene aperta a seguito di un’attivazione effettuata manualmente dall’esterno da parte di un’operatore/utilizzatore che agisce sull’unità di comando 3, l’organo mobile 11 passa dalla prima posizione alla seconda posizione in modo da consentire il passaggio del fluido presente nella prima camera 22 alla seconda camera 23. Inoltre, quando si trova nella seconda posizione, l’organo mobile 11 impedisce il passaggio di fluido dalla seconda camera 23 alla terza camera 24 e, pertanto, il fluido che raggiunge la seconda camera 23 può raggiungere il canale di uscita 16 attraversando in sequenza il condotto 25 e la zona di ingresso 32. Quindi, il fluido che raggiunge il canale di uscita 16 attraversa detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ e fuoriesce dal dispositivo 2 attraverso l’apertura di uscita 8 per caricare/riempire così l’impianto previsto a valle del dispositivo 2 (cfr. fig. 5).
Opportunamente, la valvola 1 del dispositivo 2 rimane aperta finché viene mantenuta la suddetta attivazione effettuata manualmente dall’esterno da parte di un’operatore/utilizzatore che agisce sull’unità di comando 3.
In particolare, non appena detta attivazione viene meno, la valvola 1 torna nella condizione chiusa e, più in dettaglio, i mezzi elastici 28 agiscono sull’organo mobile 11 in modo da riportarlo nella prima condizione in cui impedisce il passaggio di fluido dalla prima camera 22 alla seconda camera 23 (cfr. fig. 6). Inoltre, quando ritorna nella prima posizione, l’organo mobile 11 consente il passaggio di fluido dalla seconda camera 23 alla terza camera 24 e, pertanto, il fluido presente in detta seconda camera 23 e nella zona di ingresso 32 del canale di uscita 16 può raggiungere la terza camera 24 e da qui fuoriuscire all’esterno del dispositivo 2 attraversando l’apertura di scarico 9 (cfr. fig. 6). Più in dettaglio, quando la valvola 1 torna nella condizione chiusa, al fluido presente nel canale di uscita a valle della valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ è impedito il flusso inverso (backflow), mentre il fluido presente nella zona di ingresso 32 del canale di uscita (cioè nella zona a monte della valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’) ritorna – attraverso il canale 25 – nella seconda camera 23 e da qui passa nella terza camera 24 per essere poi scaricato all’esterno attraverso l’apertura di scarico 9.
Opportunamente, la valvola di riduzione della pressione 18 inserita nel canale di ingresso 15 è configurata in modo che, quando viene raggiunto un predefinito livello di pressione del fluido (ad esempio pari a circa 1.15-1.45 bar) a valle della valvola stessa (cioè nella prima camera 22 e/o nel canale di uscita 16), quest’ultima si chiuda, interrompendo così il passaggio di fluido attraverso detta valvola.
Pertanto, nel caso in cui la valvola 1 dovesse - involontariamente o a causa di una manomissione - bloccarsi in condizione aperta, il fluido continuerebbe ad uscire dall’apertura di uscita 8 del dispositivo 2 (e continuerebbe così a caricare/riempire l’impianto di valle) finché non si chiude la valvola di riduzione della pressione 18, cioè finché la pressione del fluido in corrispondenza del canale di uscita 16 e/o dell’apertura di uscita 8 raggiunge il suddetto predefinito livello di pressione del fluido (ad esempio pari a circa 1.15-1.45 bar) impostato nella valvola di riduzione della pressione 18.
Opportunamente, nel caso in cui – quando la valvola 1 si trova nella sua condizione normalmente chiusa - dovesse verificarsi una caduta di pressione del fluido in corrispondenza della linea di alimentazione associata all’apertura di ingresso 7, la valvola di riduzione della pressione 18 si chiude (agendo quindi come una normale valvola di non ritorno), mentre la presenza di almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ del gruppo di protezione 20 mantiene la pressione costante in corrispondenza dell’apertura di uscita 8.
Opportunamente, nel caso in cui – quando la valvola 1 si trova nella sua condizione aperta - dovesse verificarsi una caduta di pressione del fluido in corrispondenza della linea di alimentazione associata all’apertura di ingresso 7, la valvola di riduzione della pressione 18 si chiude (agendo quindi come una normale valvola di non ritorno), mentre detta almeno una valvola di non ritorno 19’ e/o 19’’ del gruppo di protezione 20 si chiude (dato che non vi è sovrapressione a monte di detto gruppo) e, pertanto, la pressione in corrispondenza dell’apertura di uscita 8 è mantenuta una pressione sostanzialmente pari o inferiore al valore di pressione preimpostato in detta valvola di riduzione della pressione 18.
Da quanto detto risulta chiaramente che il dispositivo secondo l’invenzione ora descritto si presenta più vantaggioso rispetto alle soluzioni tradizionali, ed in particolare:
- può essere realizzato con ridotti costi industriali,
- è di realizzazione particolarmente compatta, e
- consente di velocizzare e semplificare la sua installazione, nonché la predisposizione dell’intero circuito e impianto, in quanto già integra al suo interno il gruppo di protezione che impedisce il flusso inverso (backflow) del fluido presente nell’impianto di valle verso il dispositivo e verso la linea di alimentazione di monte, e ciò anche nei casi in cui si dovesse verificare una diminuzione della pressione nella linea di alimentazione.
La presente invenzione è stata illustrata e descritta in una sua preferita forma di realizzazione, ma si intende che varianti esecutive potranno ad essa in pratica apportarsi, senza peraltro uscire dall'ambito di protezione del presente brevetto per invenzione industriale.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (2) di riempimento di un impianto, preferibilmente per caricare con un fluido un impianto di riscaldamento o di condizionamento, comprendente: - una struttura di alloggiamento (10) provvista di un’apertura di ingresso (7) che è destinata ad essere fluidicamente connessa con una linea di alimentazione esterna di un fluido, di un’apertura di uscita (8) che è destinata ad essere fluidicamente connessa con l’impianto da riempire/caricare con detto fluido, e di un’apertura di scarico (9), - all’interno di detta struttura di alloggiamento (10) essendo altresì definita una cavità (17) che è fluidicamente comunicante con detta apertura di ingresso (7), con detta apertura di uscita (8) e con detta apertura di scarico (9), in detta cavità (17) essendo alloggiata una valvola (1) che è associata e/o provvista di un’unità di comando (3) e comprende un organo mobile (11) che è inserito ed è mobile assialmente all’interno di detta cavità tra una prima posizione di chiusura di un passaggio fluidico verso detta apertura di uscita (8) ed una seconda posizione di apertura di detto passaggio, e caratterizzato dal fatto che, all’interno di detta cavità (17), sono definite: - una prima camera (22) che è fluidicamente comunicante con detta apertura di ingresso (7), - una seconda camera (23) che è fluidicamente comunicante con detta apertura di uscita (8), - detta apertura di scarico (9), e dal fatto che detto organo mobile (11) e detta cavità (17) sono configurati in modo che: - in detta prima posizione di chiusura dell’organo mobile (11), detto organo mobile (11) isoli fluidicamente detta prima camera (22) rispetto a detta seconda camera (23) e, al contempo, consenta un passaggio fluidico tra detta seconda camera (23) e detta apertura di scarico (9), - in detta seconda posizione di apertura dell’organo mobile (11), detto organo mobile consenta un passaggio fluidico da detta prima camera (22) a detta seconda camera (23) e, al contempo, isoli fluidicamente detta seconda camera (23) rispetto a detta apertura di scarico (9).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta prima camera (22) è fluidicamente comunicante con detta apertura di ingresso (7) mediante un canale di ingresso (15) che è definito all’interno di detta struttura di alloggiamento (10) e dal fatto che, in detto canale di ingresso (15) è inserita una valvola di riduzione di pressione (18).
  3. 3. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta seconda camera (23) è fluidicamente comunicante con detta apertura di uscita (8) mediante un canale di uscita (16) che è definito all’interno di detta struttura di alloggiamento (10) e dal fatto che, in detto canale di uscita (16) è inserita almeno una valvola di non ritorno (19’, 19’’) per definire così un gruppo di protezione (20) per impedire il flusso inverso del fluido dall’apertura di uscita (8) verso detta cavità (17), preferibilmente detto gruppo di protezione (20), che è inserito entro il canale di uscita (16) della struttura di alloggiamento (10), comprende almeno due valvole di non ritorno (19’, 19’’) poste in sequenza e reciprocamente distanziate da un elemento spaziatore (21).
  4. 4. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in detta cavità (17) è altresì definita una terza camera (24) che è interposta tra detta seconda camera (23) e l’apertura di scarico (9) e che rimane sempre in comunicazione fluidica con l’apertura di scarico (9).
  5. 5. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta seconda camera (23) della cavità (17) rimane sempre in comunicazione fluidica con una zona di ingresso (32) del canale di uscita (16) che è posizionata a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno (19’, 19’’), detta zona di ingresso (32) del canale di uscita (16) essendo posizionata superiormente rispetto a detta seconda camera (23).
  6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta zona di ingresso (32) del canale di uscita (16) che è posizionata a monte rispetto a detta almeno una valvola di non ritorno (19’, 19’’) è interamente interessata dalla terminazione (34) di un condotto (25) di collegamento con detta seconda camera (23).
  7. 7. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette due camere (22, 23), o preferibilmente dette tre camere (22, 23, 24) sono allineate e tra loro sovrapposte lungo la direzione di sviluppo longitudinale di detta cavità (17) e lungo la direzione di scorrimento/movimentazione dell’organo mobile entro detta cavità (17), detta prima camera (22) essendo posizionata al di sopra della seconda camera (23), che preferibilmente a sua volta è posizionata al di sopra della terza camera (24).
  8. 8. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’organo mobile (11) comprende un cursore, a sviluppo longitudinale, con una porzione radialmente più larga (26) ed una porzione radialmente più stretta (27), detta porzione radialmente più larga (26) definendo l’otturatore di detta valvola (1).
  9. 9. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta porzione più larga (26) dell’organo mobile (11) comprende: - una prima sezione (26’) configurata per interagire con le pareti interne del tratto (31) di detta cavità (17) interposte tra la prima camera (22) e la seconda camera (23), - una seconda sezione (26’’) configurata per interagire con le pareti interne della terza camera (24) definita in detta cavità (17).
  10. 10. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta valvola (1) è normalmente chiusa e comprende mezzi elastici (28) agenti sull’organo mobile (11) per spingerlo verso detta prima posizione.
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