IT201800007985A1 - Corpo illuminante “intelligente” per veicoli - Google Patents

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IT201800007985A1
IT201800007985A1 IT102018000007985A IT201800007985A IT201800007985A1 IT 201800007985 A1 IT201800007985 A1 IT 201800007985A1 IT 102018000007985 A IT102018000007985 A IT 102018000007985A IT 201800007985 A IT201800007985 A IT 201800007985A IT 201800007985 A1 IT201800007985 A1 IT 201800007985A1
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lighting
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Inventor
Andrea Demozzi
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Andrea Demozzi
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F21LIGHTING
    • F21SNON-PORTABLE LIGHTING DEVICES; SYSTEMS THEREOF; VEHICLE LIGHTING DEVICES SPECIALLY ADAPTED FOR VEHICLE EXTERIORS
    • F21S43/00Signalling devices specially adapted for vehicle exteriors, e.g. brake lamps, direction indicator lights or reversing lights
    • F21S43/10Signalling devices specially adapted for vehicle exteriors, e.g. brake lamps, direction indicator lights or reversing lights characterised by the light source
    • F21S43/13Signalling devices specially adapted for vehicle exteriors, e.g. brake lamps, direction indicator lights or reversing lights characterised by the light source characterised by the type of light source
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B60VEHICLES IN GENERAL
    • B60QARRANGEMENT OF SIGNALLING OR LIGHTING DEVICES, THE MOUNTING OR SUPPORTING THEREOF OR CIRCUITS THEREFOR, FOR VEHICLES IN GENERAL
    • B60Q1/00Arrangement of optical signalling or lighting devices, the mounting or supporting thereof or circuits therefor
    • B60Q1/26Arrangement of optical signalling or lighting devices, the mounting or supporting thereof or circuits therefor the devices being primarily intended to indicate the vehicle, or parts thereof, or to give signals, to other traffic
    • B60Q1/50Arrangement of optical signalling or lighting devices, the mounting or supporting thereof or circuits therefor the devices being primarily intended to indicate the vehicle, or parts thereof, or to give signals, to other traffic for indicating other intentions or conditions, e.g. request for waiting or overtaking
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    • B60Q1/535Arrangement of optical signalling or lighting devices, the mounting or supporting thereof or circuits therefor the devices being primarily intended to indicate the vehicle, or parts thereof, or to give signals, to other traffic for indicating other intentions or conditions, e.g. request for waiting or overtaking automatically indicating risk of collision between vehicles in traffic or with pedestrians, e.g. after risk assessment using the vehicle sensor data to prevent rear-end collisions, e.g. by indicating safety distance at the rear of the vehicle

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  • Lighting Device Outwards From Vehicle And Optical Signal (AREA)

Description

TITOLO:
CORPO ILLUMINANTE “INTELLIGENTE” PER VEICOLI
DESCRIZIONE
L' ambito di applicazione della presente invenzione riguarda i sistemi di ausilio alla sicurezza di cui possono essere dotati i veicoli che circolano nelle reti stradali e autostradali. In particolare risultano molto importanti i dispositivi di illuminazione che segnalano il comportamento di un veicolo durante la sua marcia, o che servono ad accrescere la visibilità del veicolo stesso anche quando è fermo. Tra questi dispositivi vi sono, le così dette “luci di stop”, o le “doppie frecce di emergenza”, che sono legate ad una tipologia di incidente molto frequente: il “tamponamento”, e che sono dispositivi in dotazione a tutti i veicoli omologati per la circolazione.
La presente invenzione costituisce un significativo perfezionamento della soluzione insegnata nella domanda di brevetto Italiana n.102016000088302 (di seguito: “Demozzi-1”). Il sistema indicato in “Demozzi-1” permette di dotare un veicolo di un sistema in grado di offrire una segnalazione posteriore, a beneficio dei veicoli che lo seguono, analoga a quella offerta normalmente dalle “luci di stop” o dalle così dette “doppie frecce di emergenza”. Tale segnalazione presenta la particolarità di non iniziare dal momento preciso in cui il conducente del veicolo inizia la manovra di frenata (o altra operazione soggetta ai suoi tempi di reazione, come ad esempio l’attivazione delle “doppie frecce di emergenza”), ma da un momento precedente, corrispondente al primo momento in cui si verificano alcune condizioni che giustificherebbero l’inizio di una frenata, o di un deciso rallentamento, e quindi la necessità di preavvisare chi segue. Va infatti tenuto in conto che sempre, anche un guidatore esperto, avendo egli i propri tempi di reazione, inizierà la frenata (o altra operazione) in ritardo, rispetto all’istante in cui si verificano le condizioni per cui tale frenata (o altra operazione) si rende opportuna.
Il problema tecnico risolto in “Demozzi-1” prevede l’installazione di alcuni apparati nei veicoli. Tale installazione non è però facilmente generalizzabile, e ciascun veicolo necessita di un’installazione studiata “ad hoc” caso per caso. Pertanto la soluzione insegnata in “Demozzi-1” presenta alcuni svantaggi che ne ostacolano la diffusione più ampia.
La soluzione insegnata nella presente invenzione supera i principali svantaggi presenti in “Demozzi-1”. Essa consiste nel dotare un veicolo di un innovativo corpo illuminante che può sostituire le lampadine normalmente in dotazione ai veicoli, usate nella loro fanaleria di serie.
La prerogativa di tale corpo illuminante è che la sua accensione non è determinata solo dall’alimentazione fornita dal portalampade del fanale in cui è montato. In generale, quindi, l’accensione di tale corpo illuminante può non essere puramente conseguente ad un comportamento (o un comando) del conducente, ma può verificarsi in funzione di condizioni di contesto rilevabili con opportuna sensoristica installata sul veicolo o, ancora più in generale, attraverso segnalazioni provenienti da infrastrutture esterne (che devono quindi essere ricevibili dal veicolo).
La soluzione si basa pertanto sulla definizione di un innovativo corpo illuminante che comprenda o integri alcune caratteristiche essenziali, quali: un’alimentazione ausiliaria ed interfacce di comando e/o di collegamento con un’unità di controllo che elabora informazioni di vario tipo, come ad esempio informazioni provenienti da sistemi di sensori.
Un corpo illuminante secondo gli insegnamenti della presente invenzione, oltre a superare i principali svantaggi presenti nell’invenzione di “Demozzi-1”, rende ancora più flessibile il sistema complessivo di cui fa parte, consentendo una sua applicazione in una casistica più estesa. Tuttavia, come sarà approfondito nel seguito della presente descrizione, l’implementazione di un tale corpo illuminante pone una serie di nuovi problemi tecnici (non affrontati in “Demozzi-1”) che possono essere risolti seguendo gli insegnamenti della presente invenzione.
Il sistema di preavviso di frenata indicato in “Demozzi-1” si avvale di una unità di controllo atta ad elaborare in tempo reale dati rilevati da altri sottosistemi presenti in detto veicolo ed atta a generare comandi informatici. Oltre all’unità di controllo, tale sistema comprende anche un sensore di distanza anteriore in grado di rilevare dinamicamente la distanza tra detto veicolo e l’ostacolo più prossimo che gli sta davanti e un dispositivo luminoso posteriore la cui accensione è comandabile da detta unità di controllo.
Tale sistema di preavviso di frenata è caratterizzato essenzialmente dal fatto che detta unità di controllo valuta in tempo reale, in funzione anche dei dati ricevuti dal sensore di distanza anteriore, l’opportunità di generare un comando di accensione da trasmettere al dispositivo luminoso posteriore, attraverso opportuni mezzi di comunicazione che sono anch’essi parte di detto sistema di preavviso di frenata.
Tra tutti i dispositivi che devono essere installati in un veicolo per dotarlo di un sistema secondo gli insegnamenti di “Demozzi-1”, il dispositivo luminoso posteriore presenta alcune criticità che limitano la diffusione del sistema complessivo. Infatti:
- tale dispositivo luminoso posteriore deve avere una certa dimensione che lo renda ben visibile da un veicolo che segue.
- dovendo essere ben visibile, esso ha un impatto sull’aspetto estetico del veicolo su cui viene installato.
- la gestione dell’impatto estetico richiederebbe di progettare dispositivi luminosi posteriori specifici per ogni modello di veicolo, in modo da poter inserire tali dispositivi in armonia con la forma del posteriore di ciascun modello.
- in ogni caso, l’installazione, non essendo generalizzabile, risulta complessa e, quindi, costosa.
In definitiva, un dispositivo luminoso posteriore aggiuntivo, da installare esternamente sui veicoli, appare come un oggetto difficile da proporre sul mercato. Sarebbe decisamente preferibile poter usare la fanaleria posteriore esistente nei veicoli.
Quest’ultima opzione è tecnicamente, e teoricamente, molto semplice, ma richiederebbe di poter interagire con le logiche di controllo della fanaleria di ciascun veicolo. Tale interazione non può però basarsi su interfacce standardizzate; in generale, le centraline di controllo dei veicoli non hanno interfacce aperte idonee ad integrare sistemi esterni al veicolo. Pertanto, l’introduzione di un sistema secondo gli insegnamenti di “Demozzi-1”, che si possa avvalere della fanaleria esistente, dovrebbe necessariamente essere gestita in accordo con la casa costruttrice dei veicoli. È quindi un’operazione che non si presta ad essere proposta “after-market” (ossia sul parco veicoli circolante).
Pertanto, lo scopo principale della presente invenzione è quello di indicare una soluzione che permetta di usare la fanaleria ordinaria di ciascun veicolo per gestire una segnalazione luminosa aggiuntiva, oltre a quella prevista al momento della prima immatricolazione di un veicolo. Il problema tecnico essenziale consiste pertanto nel gestire l’accensione di un corpo illuminante senza che questo sia alimentato dal portalampade su cui è inserito.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello di indicare una soluzione che possa essere implementata su veicoli in circolazione senza dover coinvolgere la casa costruttrice di ciascun veicolo.
Tali due obiettivi principali sono raggiungibili mediante un corpo illuminante che si può applicare come una normale lampadina su un portalampade della fanaleria posteriore di un veicolo; e tale corpo illuminate è caratterizzato dal fatto che, oltre ad accendersi in funzione della presenza o meno di alimentazione sul portalampade in cui è applicato, integra un ulteriore interruttore, atto a fornirgli alimentazione anche da una batteria ausiliaria, anch’essa associata a tale corpo illuminante; e tale ulteriore interruttore è manovrabile mediante un comando di accensione/spegnimento che può essere impartito remotamente mediante mezzi di trasmissione atti a trasmettere detto comando di accensione/spegnimento a detto ulteriore interruttore.
Il principale vantaggio della presente invenzione consiste nel fatto che un corpo illuminante (che a tutti gli effetti può sostituire una normale lampadina per fanale d’auto) secondo gli insegnamenti della presente invenzione soddisfa entrambi i principali requisiti per cui è stato concepito.
Inoltre, questa invenzione presenta anche ulteriori vantaggi, che risulteranno più evidenti dalla descrizione seguente, da alcuni esempi di realizzazioni pratiche che illustrano ulteriori dettagli, dalle rivendicazioni allegate che formano parte integrante della presente descrizione, e dalle figure allegate in cui:
� Figura 1 mostra un veicolo dotato di un sistema di preavviso di frenata secondo gli insegnamenti di “Demozzi-1”;
� Figura 2 mostra una forma di realizzazione di un corpo illuminante secondo l’invenzione.
� Figure 3a e 3b mostrano una forma di realizzazione esemplificativa di sistema di attacco tra corpo illuminante e portalampade secondo l’invenzione.
� Figura 4 mostra una forma di realizzazione in cui si evidenzia come il corpo illuminante secondo l’invenzione sia suscettibile di notevoli possibilità di integrazione.
Figura 1 mostra un’implementazione del sistema di preavviso di frenata secondo gli insegnamenti indicati in “Demozzi-1”, installato (in modalità “aftermarket”) in un generico veicolo, indicato con il numero 100. In tal caso, il dato che viene elaborato per determinare o meno l’accensione del preavviso di frenata consiste nella rilevazione istantanea, effettuata in tempo reale, della distanza del veicolo 100 con un potenziale ostacolo che gli si trova davanti (ad esempio un altro veicolo in marcia davanti al veicolo 100). Con il numero 110, in Figura 1, è indicata la distanza, variabile, del più vicino potenziale ostacolo che si trova davanti al veicolo 100. Con il numero 210 è indicato il sistema dei sensori di distanza atto a rilevare in tempo reale detta distanza 110; con il numero 230 è indicato il dispositivo luminoso posteriore; mentre con il numero 220 sono indicati i mezzi di comunicazione, rappresentati con una piccola antenna, ad indicare come, per facilitare l’installazione, sia possibile avvalersi di comunicazioni di tipo wireless che non richiedono operazioni di passaggio cavi (che di solito introducono difficoltà di installazione).
Tutti questi dispositivi periferici (sensori di distanza 210, dispositivo luminoso posteriore 230 e mezzi di comunicazione 220) sono controllati da un’unità di controllo indicata con il numero 200, che deve in genere trovarsi all’interno del veicolo 100. Può trattarsi di un’unità installata permanentemente all’interno del veicolo, o può anche essere un dispositivo rimovibile o portatile implementato, ad esempio, sotto forma di applicazione per smartphone.
Il sistema dei sensori di distanza può essere realizzato con tecnologie che ne consentono la miniaturizzazione, e si presta pertanto ad essere installato anche nel mercato “after-market” (ossia nei veicoli già in circolazione). Lo stesso vale anche per i mezzi di comunicazione 220, che possono essere realizzati con svariate tecnologie e per l’unità di controllo 200 che, come detto, può essere posizionata con notevole flessibilità all’interno del veicolo.
Più critica è l’installazione del dispositivo luminoso posteriore 230 che, per risultare ben evidente, deve essere posizionato opportunamente e deve avere delle dimensioni adeguate.
La criticità di installazione di detto dispositivo luminoso posteriore 230 è uno dei fattori di ostacolo alla diffusione del sistema di preavviso di frenata secondo gli insegnamenti indicati in “Demozzi-1”.
Figura 2 illustra schematicamente il funzionamento della presente invenzione. Con il numero 120 è indicato un portalampade di un fanale posteriore del veicolo 100. Si noti che può essere scelto un qualsiasi fanale posteriore e, in teoria, possono essere scelti anche tutti i fanali, potendo così generare una segnalazione particolarmente evidente.
Con il numero 300 è indicato il corpo illuminante secondo l’invenzione, che si presenta come una normale lampadina adatta ad essere applicata sul portalampade 120. Da un punto di vista esteriore, e soprattutto in fatto di ingombri, detto corpo illuminante 300 è sostanzialmente simile alle normali lampadine, e pertanto non richiede di apportare alcun adattamento al fanale. La principale caratteristica che differenzia detto corpo illuminante da una normale lampadina riguarda l’attacco per l’accoppiamento di detto corpo illuminante 300 con il portalampade 120. Detto attacco è indicato in Figura 2 con il numero 310 ed è evidenziato racchiuso all’interno di una linea tratteggiata.
Infatti, detto attacco 310 presenta due coppie di contatti attraverso cui può essere fornita alimentazione.
- Una prima coppia di contatti è quella che assicura il collegamento elettrico con il portalampade quando il corpo illuminante 300 (ossia la lampadina) è completamente inserito: la lampadina, pertanto, si accende quando il portalampade è alimentato dai sistemi già presenti nel veicolo 100.
- Una seconda coppia di contatti, dal punto di vista circuitale, permette di collegare in parallelo una seconda sorgente di alimentazione: tale seconda coppia di contatti è accessibile anche quando il corpo illuminante 300 è completamente inserito.
Detta seconda coppia di contatti è evidenziata in Figura 2 all’interno di una zona tratteggiata, ed è indicata con il numero 330.
Tipicamente, detta seconda coppia di contatti 330 comprende un cablaggio che consente di portare i punti di collegamento fisico dove è più comodo installare le rimanenti parti del corpo illuminante 300 secondo l’invenzione.
Infatti, in generale, è opportuno non occupare lo spazio all’interno di un fanale di un veicolo con altri elementi oltre alla lampadina.
In particolare, detto corpo illuminante 300 deve comprendere un interruttore comandabile da remoto, per poter controllare l’accensione della lampadina indipendentemente dall’alimentazione fornita dal veicolo attraverso il portalampade 120.
In Figura 2, tale interruttore è indicato con il numero 320, ed è anch’esso evidenziato racchiuso all’interno di una linea tratteggiata. Detto interruttore 320, come già detto, è controllato mediante comandi trasmessi da una unità di controllo 200.
Quando detto interruttore 320 è chiuso, il corpo illuminante 300 è alimentato da una batteria ausiliaria, indicata in Figura 2 con il numero 250, e la lampadina si accende a prescindere dalla presenza o meno di alimentazione sui contatti del portalampade 120.
In Figura 2 è anche tracciata una linea retta tratteggiata indicata con il numero 150. Tale linea separa gli elementi che si trovano all’interno del fanale del veicolo 100, e quelli che invece possono trovarsi al di fuori del fanale: tipicamente nella posizione più conveniente per l’installazione.
Sicché dentro al fanale si trova solamente una lampadina, che come già più volte sottolineato, è sostanzialmente uguale a quelle che normalmente sono installate nei fanali dei veicoli, oltre ad un cablaggio per l’estrazione dei contatti 330, il cui ingombro è però trascurabile. Tale cablaggio permette quindi di collegare una sorgente di alimentazione ausiliaria al corpo illuminante 300.
L’interruttore 320 (che normalmente comprende anche un semplice circuito che ne consenta il controllo), benché anch’esso potenzialmente molto piccolo, può essere posto al di fuori del fanale, così come la batteria ausiliaria 250 e l’unità di controllo 200.
Si noti che il cablaggio uscente dal fanale può avere una lunghezza variabile, e può raggiungere qualsiasi punto del veicolo dove si ritiene più conveniente installare l’interruttore 320, la batteria ausiliaria 250, e l’unità di controllo 200. In genere può essere conveniente posizionare l’unità di controllo 200 vicino all’interruttore 320, in modo da facilitare il collegamento per la trasmissione di comandi (evitando il ricorso a lunghi cablaggi o trasmissioni wireless, almeno per tale collegamento).
In sintesi, il cuore dell’invenzione consiste nel predisporre un nuovo tipo di lampadina per fanali di veicoli caratterizzata da un nuovo attacco.
Le Figure 3a e 3b mostrano a titolo di esempio come sia possibile realizzare tali nuovi attacchi
Il modo con cui viene assicurato il contatto elettrico tra lampadina e portalampada è analogo i tutti i tipi di attacco. La parte della lampadina che si accoppia con il portalampade comprende due zone costituite di materiale conduttore separate da un materiale isolante. Tali due zone di materiale conduttore, quando la lampadina è fissata nel portalampade risultano in contatto elettrico con due punti del portalampade che presentano una differenza di potenziale (f.e.m.). Normalmente, e soprattutto per motivi di sicurezza, quando la lampadina è fissata nel portalampade, queste due zone di materiale conduttore non sono entrambe accessibili.
In Figura 3a, è mostrata una classica lampadina secondo l’arte nota. Si fa riferimento ad una lampadina con attacco a vite, per semplicità di rappresentazione ma, come già detto, i concetti esposti hanno validità generale. Con il numero 311 è indicata una piccola calotta metallica posta sul fondo dell’attacco di una lampadina. Tale calotta rappresenta uno dei due punti di contatto ed è indicato con il numero 311. Attorno e sopra il contatto 311 vi è un materiale con ottime proprietà isolanti indicato con il numero 312. Sopra l’isolante 312 vi è la vite che svolge la funzione di aggancio della lampadina sul portalampade (con questo tipo di attacchi la lampadina viene avvitata sul portalampade). La vite, sull’attacco della lampadina, è realizzata in materiale metallico, è indicata con il numero 313, e costituisce il secondo punto di contatto, che ovviamente è elettricamente isolato dal contatto 311.
Quando è alimentato, il portalampade presenta una differenza di potenziale (f.e.m.) tra due punti che vengono a trovarsi in contatto rispettivamente con il contatto 311 e con il contatto 313 dell’attacco della lampadina. Inoltre, quando la lampadina è inserita nel portalampade, è impossibile alimentare la lampadina stessa dall’esterno, se non tramite il portalampade stesso. In particolare, il contatto 311, sul fondo dell’attacco non è accessibile.
In figura 3b è mostrato come può essere modificato l’attacco a vite di una lampadina per supportare gli insegnamenti della presente invenzione.
Come si vede anche dalla figura, la lampadina è molto simile a quella presentata in Figura 3a, tanto che si accoppia ai medesimi portalampade.
I contatti 311 e 313 separati dall’isolante 312 sono come nel caso noto di Figura 3a. Nel caso di Figura 3a, solo il contatto 313 è accessibile (o può essere reso facilmente accessibile con l’ausilio di un filo conduttore), mentre il contatto 311 è inaccessibile.
La modifica proposta in Figura 3b, propone di predisporre, sopra il contatto 313 un’ulteriore fascia di isolante, indicata con il numero 332, e, sopra ancora, una sottile fascia di materiale conduttore, isolato dal contatto 313. Tale ulteriore fascia di materiale conduttore è indicata con il numero 331, ed è collegata elettricamente al contatto 311, attraverso un conduttore che può passare all’interno dell’attacco a vite. In questo modo, la fascia di materiale conduttore 331 risulta a tutti gli effetti un contatto elettrico equivalente al contatto 311.
La posizione del contatto 331 è accessibile e pertanto, collegando due fili conduttori rispettivamente al contatto 313 ed al contatto 331, è possibile ricavare in una posizione comoda una coppia di contatti indicata con il numero 330 (ed evidenziata ancora una volta all’interno di una linea tratteggiata) idonea ad alimentare la lampadina, indipendentemente dall’alimentazione fornita sul portalampade.
I contatti 313 e 331 si trovano entrambi in una posizione con buona accessibilità anche quando la lampadina è inserita nel portalampade. Per evitare possibili cortocircuiti, è possibile ricoprire il contatto 331con un materiale a sua volta isolante. Infatti, il contatto può essere raggiunto con un filo conduttore che penetri tale strato isolante. L’importante è disporre di una coppia di contatti idonea a fornire un’alimentazione, in parallelo a quella fornita dal portalampade, che possa essere applicata in una zona anche esterna al fanale, nel quale possono esservi eccessivi vincoli di spazio.
È chiaro che le varianti fisiche con cui è possibile ricavare una coppia di contatti 330 sono numerose e non esauribili in un elenco circoscritto: in generale, il corpo illuminante per veicoli secondo gli insegnamenti della presente invenzione è suscettibile di molte varianti. Tali varianti devono essere considerate una diversa implementazione della medesima invenzione, senza che per questo siano alterati i principi e la natura inventiva che hanno ispirato l’invenzione stessa
Molte di queste varianti possono dipendere dagli sviluppi tecnologici futuri: infatti è prevedibile un progressivo aumento di disponibilità di elementi sempre più miniaturizzati, e sempre più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici; si pensi ad esempio alle lampadine a LED, già oggi abbastanza diffuse su svariati modelli di autovetture, che permettono di generare una notevole luminosità con consumi decisamente contenuti. Pertanto, sarà presumibilmente possibile realizzare attacchi di lampadine che integrano componenti sempre più complessi. Infatti, i vari componenti che caratterizzano il corpo illuminante per veicoli secondo l’invenzione possono essere realizzati per una loro installazione molto distribuita (come nelle forme di realizzazione su cui la presente descrizione si è soffermata), come potrebbero essere molto integrati nella lampadina stessa.
In Figura 4 è mostrato un esempio di realizzazione della presente invenzione in cui lo spazio all’interno dell’attacco di una lampadina viene sfruttato per alloggiare vari componenti.
In Figura 4, con i numeri 311 e 313 sono indicati due punti (o zone) di contatto predisposti per l’applicazione dell’alimentazione elettrica alla lampadina.
Come spiegato in precedenza, detti punti di contatto 311 e 313 si trovano sull’attacco della lampadina in modo che possa essere alimentata quando montata sul portalampade. All’interno dell’attacco, nell’esempio di realizzazione proposta in Figura 4, sono alloggiati alcuni elementi: una batteria indicata con il numero 250, un commutatore elettrico indicato con il numero 321 (che svolge anche le funzioni dell’interruttore 320 dello schema presentato con l’ausilio della figura 2), un caricabatterie indicato con il numero 322. Al solito, tutti questi elementi sono controllati da una unità di controllo indicata con il numero 200.
Si osserva che la batteria 250, il commutatore elettrico 321 ed il caricabatterie 322 possono essere miniaturizzati, ed alloggiati all’interno dell’attacco di una lampadina, in modo tale che tale lampadina mantenga le dimensioni di una lampadina normale e possa essere applicata sui portalampade di serie che si trovano nella fanaleria posteriore di un veicolo, senza dover provvedere ad adattamenti sul veicolo.
Benché miniaturizzati ed integrati nel corpo illuminante, tutti questi elementi permettono di implementare un circuito, che dal punto di vista elettrico, è uguale a quello presentato in Figura 2.
A seconda dello stato del commutatore elettrico 321, che viene controllato dall’unità di controllo 200, il circuito presentato in Figura 4 può avere diversi modi di funzionamento.
Nel caso in cui non sia presente alimentazione sul portalampade, il commutatore elettrico 321 può inserire o escludere la batteria 250, affinché alimenti il corpo illuminate. Pertanto, detto corpo illuminante risulta acceso o meno in funzione di informazioni processate anche dall’ unità di controllo 200, ed in genere diverse dalle informazioni che determinano l’alimentazione del portalampade. Ottenendo così una possibilità alternativa di accendere in corpo illuminante: una possibilità aggiuntiva rispetto ai meccanismi già previsti nel veicolo per l’accensione del fanale preso in considerazione.
Nel caso in cui il portalampade sia alimentato, la lampadina è ovviamente accesa e la batteria non necessita di essere inserita. In tali casi, tuttavia, l’alimentazione fornita dal veicolo attraverso il portalampade può essere sfruttata anche per ricaricare la batteria 250.
A tale scopo, l’implementazione di Figura 4 prevede la presenza di un caricabatterie 322 che, attraverso il commutatore elettrico 321, può essere alimentato dal portalampade (che, si ricorda, è in tensione) e collegato alla batteria 250 per caricarla. Sia il caricabatteria che il commutatore elettrico, nell’esempio proposto, sono sempre controllati dall’unità di controllo 200.
L’esempio di Figura 4 mostra una forma di realizzazione in cui, a fronte di una maggiore complessità ingegneristica (perché è richiesta una miniaturizzazione abbastanza spinta) l’installazione risulta ulteriormente semplificata in quanto la lampadina si installa come le lampadine in normale dotazione al veicolo, e l’unico elemento aggiuntivo da posizionare nel veicolo è l’unità di controllo, che tra tutti gli elementi mostrati in Figura 2, è quello che presenta la minore criticità installativa. L’unico cablaggio in uscita dal fanale, in questo caso, è la linea per trasmettere i comandi di controllo al commutatore elettrico 321 ed al caricabatterie 322.
Con riferimento al fabbisogno energetico, si osserva che l’accensione del corpo illuminante attraverso il portalampade dovrebbe essere di gran lunga prevalente, rispetto alle accensioni alternative attraverso la batteria 250; di conseguenza il tempo di ricarica disponibile, essendo molto maggiore del tempo di scarica, dovrebbe ampiamente bastare per mantenere carica la batteria 250. Ciò detto, si osserva anche che la tecnologia di illuminazione a LED si sta rapidamente diffondendo, ed essendo una tecnologia a bassissimo consumo, il tema energetico diventa meno problematico; anche per questo possono essere previste batterie di piccole dimensioni e, in genere, è possibile perseguire una miniaturizzazione spinta del sistema nel suo complesso.
Ciò che qualifica l’invenzione è il fatto che il corpo illuminante indicato nella presente invenzione dispone di un attacco che si accoppia ai normali portalampade presenti nelle fanalerie dei veicoli, ma presenta anche una coppia di contatti che consentono un’alimentazione alternativa ed indipendente da quella fornita dal veicolo attraverso i contatti del portalampade.
Nell’implementazione preferita, detta alimentazione alternativa è una batteria ausiliaria, tuttavia si osserva come il concetto inventivo si basi solo sul fatto che sia possibile un’alimentazione alternativa a quella fornita dal portalampade; pertanto, in teoria, la batteria non è l’unica possibilità. Ad esempio, se il veicolo considerato offrisse una presa di alimentazione ausiliaria, disponibile per applicazioni generiche, tale alimentazione potrebbe certamente essere sfruttata.
L’applicazione principale che ha ispirato l’invenzione, prevede che tale corpo illuminate sia controllato da un’unità di controllo che genera dei comandi in funzione di dati rilevati da sensori, anch’essi installati a bordo del medesimo veicolo, come previsto anche dagli insegnamenti indicati nella domanda di brevetto Italiana n.102016000088302 (in “Demozzi-1”). Tuttavia, tale unità di controllo può operare con assoluta genericità, e potrebbe generare comandi anche in funzione di informazioni trasmesse al veicolo dall’esterno, e non generate nel veicolo stesso.
Questa osservazione pone la presente invenzione in uno scenario evolutivo molto ampio, che è rappresentato dagli sviluppi della cosiddetta piattaforma ITS (Intelligent Transport System). In tale più ampio contesto possono quindi essere concepite numerose varianti ed integrazioni. Queste possono offrire ulteriori vantaggi rispetto a quelli già menzionati, e possono essere implementate dall’uomo esperto del ramo senza per questo fuoriuscire dallo scopo dell’invenzione come emerge dalla presente descrizione e dalle rivendicazioni allegate.
Inoltre, l’invenzione si presta ad incorporare e supportare ulteriori sforzi evolutivi capaci di migliorare le prestazioni del sistema descritto. Tali sviluppi, qualora non compresi nella presente descrizione, possono essere oggetto di ulteriori domande di brevetto associate alla presente invenzione.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Corpo illuminante per veicoli atto ad essere applicato come una normale lampadina su un portalampade della fanaleria posteriore di un veicolo; e tale corpo illuminate è caratterizzato dal fatto che, oltre ad accendersi in funzione della presenza o meno di alimentazione sul portalampade in cui è applicato, integra un ulteriore interruttore (320), atto a fornirgli alimentazione anche da una fonte di energia alternativa a quella offerta attraverso i contatti del portalampade.
  2. 2. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione 1, in cui detta fonte di energia alternativa è una batteria ausiliaria (250).
  3. 3. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione 1, in cui detto ulteriore interruttore (320) è manovrabile mediante un comando di accensione/spegnimento che può essere impartito remotamente mediante mezzi di trasmissione atti a trasmettere detto comando di accensione/spegnimento a detto ulteriore interruttore (320).
  4. 4. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione 1, in cui detta fonte di energia alternativa è collegata a detto corpo attraverso una coppia di morsetti accessibili anche quando detto corpo illuminante è completamente inserito nel portalampade.
  5. 5. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione 2, in cui detta batteria ausiliaria (250) è una batteria ricaricabile.
  6. 6. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione precedente, in cui detto interruttore è manovrabile in modo tale che detta batteria ausiliaria (250), quando il corpo illuminante è alimentato attraverso i contatti del portalampade, è collegata ad un caricabatteria (322).
  7. 7. Corpo illuminante per veicoli secondo la rivendicazione precedente, in cui detto caricabatteria (322) è alimentato attraverso il portalampade, che è in tensione.
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