IT201800005439A1 - Dispositivo di riduzione di fratture - Google Patents

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Description

DISPOSITIVO DI RIDUZIONE DI FRATTURE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di riduzione di fratture, in particolare fratture diafisarie di ossa lunghe, sia semplici che pluriframmentarie, che consente in modo semplice, rapido, affidabile, efficiente ed economico di riallineare i monconi di un osso che ha subìto una frattura scomposta, permettendo una successiva osteosintesi mediante applicazione di dispositivi di fissazione, quali viti, placche e chiodi, per stabilizzare la frattura.
Come noto, una frattura scomposta è l’interruzione della continuità di un osso in due o più monconi (nel primo caso la frattura è definita “semplice”, nel secondo è definita “pluriframmentaria”) in cui la disposizione di tali monconi perde il mutuo allineamento di questi; in particolare, ciò avviene con maggiore frequenza nel caso di fratture diafisarie di ossa lunghe. Nel caso di una frattura scomposta, è necessario che l’ortopedico proceda con la riduzione di essa, vale a dire con il riallineamento dei monconi dell’osso che consente di ripristinare la configurazione anatomica che l’osso aveva prima della frattura. Quando tale riduzione è cruenta (i.e. chirurgica), il riallineamento dei monconi dell’osso può essere effettuato esclusivamente manualmente o, più spesso, con appositi strumenti, quali pinze. Opzionalmente, la riduzione viene seguita da una osteosintesi con dispositivi di stabilizzazione della frattura, che consentono di mantenere stabilmente il riallineamento dell’osso durante la formazione del callo osseo, permettendo di ridurre sia i tempi necessari per la ripresa funzionale che i rischi di inabilità residua; esempi di dispositivi di stabilizzazione della frattura sono descritti nei documenti US 4905679 A e WO 2015/138995 A1. A tale proposito, una tecnica diffusamente utilizzata di riduzione ed osteosintesi è la cosiddetta tecnica chirurgica di riduzione a cielo aperto e sintesi interna, denominata ORIF (Open Reduction Internal Fixation).
Un problema incontrato nelle tecniche di riduzione chirurgica, soprattutto se preliminari all’osteosintesi con dispositivi di fissazione, e.g. la tecnica ORIF, è dovuto alla difficoltà di mantenere la stabilità della riduzione della frattura. Tale difficoltà è crescente con l’aumento dell’angolo di inclinazione della (almeno una) rima di frattura rispetto all’asse longitudinale dell’osso fratturato. Nel caso di osteosintesi con placca successiva alla riduzione della frattura, una insufficiente stabilità della riduzione della frattura nella fase operatoria che intercorre tra il corretto riallineamento dei monconi di frattura ed il fissaggio dei dispositivi di osteosintesi (e.g., viti, placche o chiodi) impedisce il corretto posizionamento di tali dispositivi e, di conseguenza, il risultato della osteosintesi.
Una soluzione parziale a tale problema è stata proposta mediante dispositivi di osteosintesi regolabili e/o elastici, che consentono di eseguire contemporaneamente le fasi di riduzione e di osteosintesi.
Tuttavia, anche tale soluzione parziale soffre di alcuni significativi inconvenienti, dovuti alla complessità di fabbricazione di tali dispositivi regolabili e/o elastici, che rende questi ultimi costosi, ed alla complessità di applicazione di tali dispositivi, che ne riduce l’affidabilità e l’efficienza.
Scopo della presente invenzione, quindi, è quello di consentire in modo semplice, rapido, affidabile, efficiente ed economico di riallineare i monconi di un osso che ha subìto una frattura scomposta, eventualmente permettendo una successiva osteosintesi mediante applicazione di dispositivi di fissazione, quali viti, placche e chiodi, per stabilizzare la frattura.
Forma oggetto specifico della presente invenzione un dispositivo di riduzione di fratture, configurato per entrare in contatto con un osso umano o animale, avente un corpo flessibile planare allungato, realizzato in materiale biocompatibile, che si estende lungo un asse longitudinale ed ha una prima superficie configurata per entrare in contatto con un osso ed una seconda superficie opposta alla prima superficie, in cui il corpo flessibile planare allungato comprende:
- una sezione centrale provvista sulla seconda superficie di una pluralità di dentini disposti trasversalmente all’asse longitudinale del corpo flessibile planare allungato e formanti una cremagliera,
- una prima sezione di estremità, ed
- una seconda sezione di estremità provvista di una testa che si protende dalla seconda superficie ed è provvista di una fessura passante avente almeno un dente d’arresto operante quale cricco configurato per interagire elasticamente con detta cremagliera formata dalla pluralità di dentini e per consentire alla prima sezione di estremità ed alla cremagliera esclusivamente di essere inserite nella fessura passante per realizzare un anello una superficie interna del quale coincide con la prima superficie.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, la testa può avere la forma di una calotta sferica che si protende dalla seconda superficie.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, l’altezza della testa può essere inferiore al raggio della calotta sferica.
Secondo un aspetto aggiuntivo dell’invenzione, la seconda sezione di estremità può comprendere una porzione di collegamento della testa alla sezione centrale.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, la porzione di collegamento può essere sagomata in modo da formare tre dischi allineati tra loro lungo l’asse longitudinale, opzionalmente parzialmente sovrapposti tra loro.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, i tre dischi possono essere uguali tra loro e la base della calotta sferica può avere un diametro pari al diametro dei tre dischi.
Secondo un aspetto aggiuntivo dell’invenzione, la fessura passante può estendersi lungo un asse che è ortogonale all’asse longitudinale del corpo flessibile planare allungato.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, la prima sezione di estremità può formare una lingua terminante con una punta avente un’ampiezza minore rispetto ad un’ampiezza della sezione centrale.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, il materiale biocompatibile può essere riassorbibile da un organismo umano o animale.
Forma ancora oggetto specifico della presente invenzione un complesso di riduzione e stabilizzazione di fratture comprendente:
- un dispositivo di riduzione di fratture come precedentemente descritto, ed - una placca di fissazione, avente una superficie configurata per entrare in contatto ed essere fissata su un osso umano o animale, che è provvista di uno o più incavi ognuno dei quali ha uno spessore configurato per alloggiare una porzione del dispositivo di riduzione di fratture, opzionalmente una porzione della sezione centrale di esso, quando la placca di fissazione è fissata sull’osso.
Il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione consente in modo semplice, rapido ed affidabile di mantenere stabile la riduzione che è stata ottenuta esclusivamente manualmente o con appositi strumenti, quali pinze, in una tecnica di riduzione chirurgica, e.g. la tecnica ORIF.
Inoltre, il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione permette l’applicazione di (almeno) un dispositivo di fissazione, quale una vite, una placca od un chiodo, senza interferire con questo ed assicurando la correttezza del posizionamento di questo e l’affidabilità e l’efficienza dell’osteosintesi. In particolare, nel caso in cui il dispositivo di fissazione sia una placca, questa può essere agevolmente sovrapposta al dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione.
In alcune forme di realizzazione, il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione è realizzato in materiale riassorbibile.
Infine, il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione risulta semplice e conseguentemente economico da fabbricare.
La presente invenzione verrà ora descritta, a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo sue preferite forme di realizzazione, con particolare riferimento alle Figure dei disegni allegati, in cui:
la Figura 1 mostra una vista in pianta di una preferita forma di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione;
la Figura 2 mostra una vista laterale del dispositivo di riduzione di fratture di Figura 1;
la Figura 3 mostra una vista prospettica frontale parziale di un osso lungo che ha subìto una frattura diafisaria semplice scomposta;
la Figura 4 mostra una vista in pianta di una placca di fissazione da applicare sull’osso fratturato di Figura 3;
la Figura 5 mostra una vista prospettica posteriore dell’osso fratturato durante l’operazione di riduzione della frattura mediante il dispositivo di riduzione di fratture di Figura 1; e
la Figura 6 mostra una vista prospettica frontale dell’osso fratturato ridotto di Figura 5 al quale è stata applicata la placca di fissazione di Figura 4.
Nelle Figure numeri di riferimento identici saranno utilizzati per elementi analoghi.
Facendo riferimento alle Figure 1 e 2, si può osservare che una preferita forma di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione, indicato in generale con il numero di riferimento 100 ha un corpo flessibile planare allungato che si estende lungo l’asse longitudinale L del dispositivo 100 di riduzione di fratture (e che coincide con l’asse longitudinale del corpo flessibile planare allungato) ed avente una superficie posteriore 102, configurata per entrare in contatto con un osso, ed una superficie anteriore 104 (opposta alla superficie posteriore 102 e mostrata in Figura 2). Il corpo flessibile planare allungato comprende una sezione centrale 110 ed una prima sezione di estremità che forma una lingua 120 ed una seconda sezione 130 di estremità (opposta alla prima sezione di estremità); la sezione centrale e le due sezioni di estremità sono integrate tra loro nel corpo flessibile planare allungato.
La sezione centrale 110 è provvista, sulla superficie anteriore 104, di una pluralità di dentini 112 disposti trasversalmente all’asse longitudinale del dispositivo 100 di riduzione di fratture in modo da formare una cremagliera.
La lingua 120 della prima sezione di estremità termina con una punta 122, vantaggiosamente arrotondata, avente un’ampiezza TW (ovvero una dimensione lungo la direzione ortogonale all’asse longitudinale L nel piano del dispositivo) minore rispetto all’ampiezza CW della sezione centrale 110 (anche se questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione, e l’ampiezza TW potrebbe anche essere uguale all’ampiezza CW); nella preferita forma di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione, mostrata nelle Figure, la porzione terminale della lingua 120 ha una forma sostanzialmente triangolare (anche questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione, e la forma della porzione terminale della lingua 120 potrebbe anche essere differente ad esempio trapezoidale). La lingua è preferibilmente sprovvista di dentini (differentemente dalla sezione centrale 110).
La seconda sezione 130 di estremità, che (differentemente dalla sezione centrale 110) è sprovvista di dentini, comprende una porzione 132 di collegamento alla sezione centrale 110 ed una testa 136. La porzione 132 di collegamento è sagomata in modo da formare tre dischi 133, 134 e 135 uguali tra loro e allineati tra loro lungo l’asse longitudinale L e parzialmente sovrapposti tra loro, in modo tale che i bordi laterali 131 della porzione 132 di collegamento siano curvilinei; l’ampiezza massima della porzione 132 di collegamento è pari al diametro DW dei tre dischi 133, 134 e 135, ed è maggiore dell’ampiezza CW della sezione centrale 110 (anche se questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione, ed il diametro DW potrebbe anche essere uguale o minore all’ampiezza CW). La testa 136 ha la forma di una calotta sferica (i.e. di un segmento sferico ad una base) che si protende dalla superficie anteriore 104 del corpo flessibile planare allungato del dispositivo 100 di riduzione di fratture, ed è provvista di una fessura passante 137 che si estende lungo un asse S ed avente sezione rettangolare corrispondente alla sezione trasversale della sezione centrale 110 del corpo flessibile planare allungato del dispositivo 100 di riduzione di fratture. L’altezza della testa 136 è inferiore al raggio della calotta sferica (anche se questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione, e l’altezza della testa 136 potrebbe anche essere uguale o leggermente superiore al raggio della calotta sferica), e la base della calotta sferica ha un diametro HW pari al diametro DW dei tre dischi 133, 134 e 135 (anche se questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione, ed il diametro DW potrebbe anche essere maggiore o minore al diametro DW); il diametro HW della base della calotta sferica della testa 136 è maggiore dell’ampiezza CW della sezione centrale 110.
La fessura passante 137 è provvista di un dente d’arresto 138, configurato per interagire con i dentini 112 della sezione centrale 110 del corpo flessibile planare allungato del dispositivo 100 di riduzione di fratture in modo tale che il dente d’arresto 138 operi quale cricco configurato per interagire elasticamente (in particolare, il dente d’arresto 138 è flessibile) con la cremagliera formata dalla pluralità di dentini 112: il dente d’arresto 138 ed i dentini 112 sono configurati per consentire alla cremagliera esclusivamente di essere inserita nella fessura passante 137 per realizzare un anello la cui superficie interna coincide con la superficie posteriore 102 del corpo flessibile planare allungato del dispositivo 100 di riduzione di fratture (e la superficie esterna dell’anello coincide con la superficie anteriore 104), impedendo che, una volta inserita nella fessura passante 137, la cremagliera possa essere spostata all’indietro per uscire dalla fessura passante 137 (anche se un minimo spostamento all’indietro, pari alla distanza tra due dentini 112 contigui, è possibile). A tale scopo, i dentini 112 possono avere una forma convenzionale, come ad esempio una sezione (secondo un piano passante per l’asse longitudinale L) avente la sagoma di un triangolo rettangolo sporgente dalla superficie anteriore 104 in cui l’ipotenusa è rivolto verso la lingua 120 ed un cateto è rivolto verso la testa 136 (l’altro cateto giace sulla superficie anteriore 104), per cui il dente d’arresto 138 è in grado di scorrere lungo l’ipotenusa (durante l’inserimento della cremagliera nella fessura passante 137), ma non è in grado di superare la parete corrispondente al cateto rivolto verso la testa 136 (durante un tentativo di disinserimento della cremagliera dalla fessura passante 137).
In altre parole, una volta che la lingua 120 è stata inserita nella fessura passante 137 fino a far interagire elasticamente il dente d’arresto 138 con il dentino 112 più vicino alla punta 122 della lingua 120, il dente d’arresto 138 consente esclusivamente un ulteriore inserimento della cremagliera nella fessura passante 137, serrando l’anello così realizzato dal dispositivo 100 di riduzione di fratture, ed impedisce il rilascio della cremagliera dalla fessura passante 137 che riaprirebbe tale anello.
Altre forme di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione possono comprendere due o più denti d’arresto nella fessura passante 137.
Nella preferita forma di realizzazione del dispositivo 100 di riduzione di fratture, l’asse S lungo il quale si estende la fessura passante 137 è ortogonale all’asse longitudinale L. Si deve tuttavia tenere presente che questa non è una caratteristica essenziale dell’invenzione e che altre forme di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture possono avere l’asse S che forma un angolo differente da 90° con l’asse longitudinale L (o con la superficie anteriore 104), e l’asse S potrebbe anche essere parallelo all’asse longitudinale L (ed alla superficie anteriore 104); in particolare, l’angolo formato dall’asse S con l’asse longitudinale L (o con la superficie anteriore 104) può essere dipendente dallo specifico tipo di osso e/o dallo specifico tipo di frattura che il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione è destinato a ridurre.
Ulteriori forme di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione possono avere la porzione 132 di collegamento della seconda sezione 130 di estremità alla sezione centrale 110 che, invece di essere sagomata in modo da formare tre dischi, può essere sagomata in modo differente, ad esempio in modo da formare un numero di dischi differente da tre (i.e., un solo disco oppure due oppure quattro o più dischi), oppure in modo da formare un ellisse, oppure in modo da formare un rombo od un rettangolo, vantaggiosamente a spigoli arrotondati, avente un’ampiezza (lungo la direzione ortogonale all’asse longitudinale L nel piano del dispositivo) maggiore, uguale o minore dell’ampiezza CW della sezione centrale 110.
Inoltre, altre forme di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione possono essere prive della porzione 132 di collegamento, per cui la seconda sezione 130 di estremità comprende soltanto la testa 136.
Ancora, ulteriori forme di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione possono avere la testa 136 che ha una forma che si protende dalla superficie anteriore 104 del corpo flessibile planare allungato del dispositivo di riduzione di fratture differente da una calotta sferica, come ad esempio una calotta ellissoidale, od un cilindro a spigoli smussati od un parallelepipedo a spigoli smussati.
Il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione è realizzato in un materiale biocompatibile, opzionalmente riassorbibile dall’organismo umano o animale, ad esempio acido polilattico (PLA), acido poli-L-lattico (PLLA), acido poliglicolico (PGA), policaprolattone (PCL), materiali a base di policarbonato (PC), materiali a base di polietere (PE), e copolimeri di due o più di questi.
Nella preferita forma di realizzazione, il corpo flessibile planare allungato si estende complessivamente per 20 centimetri di lunghezza ed ha uno spessore (ad eccezione della testa 136) variabile tra 1 millimetro e 2 millimetri, mentre la testa 136 ha uno spessore di 5 millimetri; l’ampiezza CW della sezione centrale 110 è pari a 3 millimetri ed il diametro DW dei tre dischi 133, 134 e 135 è uguale al diametro HW della base della calotta sferica della testa 136 e sono pari a 7 millimetri; la porzione 132 di collegamento alla sezione centrale 110 ha una lunghezza pari a 18 millimetri. Si deve tuttavia tenere presente che le dimensioni non sono una caratteristica essenziale dell’invenzione e possono variare anche in funzione dello specifico tipo di osso e/o dello specifico tipo di frattura che il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione è destinato a ridurre.
Per meglio comprendere l’invenzione, nel seguito si illustrano le modalità di uso della preferita forma di realizzazione del dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione, valendo modalità analoghe per le altre forme di realizzazione.
In particolare, il dispositivo di riduzione di fratture secondo l’invenzione consente di ottenere una stabile riduzione delle fratture nella fase operatoria che intercorre tra il corretto posizionamento dei monconi di frattura ed il fissaggio di dispositivi di osteosintesi, anche dispositivi di osteosintesi già attualmente in uso.
La Figura 3 mostra una vista prospettica frontale parziale di un osso lungo che ha subìto una frattura diafisaria semplice scomposta, per cui l’osso è stato frammentato in due monconi, indicati con i numeri di riferimento 200 e 250, che non sono allineati secondo la configurazione anatomica dell’osso.
La Figura 4 mostra una vista in pianta di una placca 300 di fissazione da applicare, secondo tecnica chirurgica, e.g. tecnica ORIF, sui due monconi 200 e 250 dell’osso fratturato di Figura 3 in corrispondenza della rima di frattura per stabilizzare la frattura, dopo che questa è stata ridotta riallineando i due monconi 200 e 250 secondo la configurazione anatomica dell’osso prima della frattura. In particolare, la placca 300 di fissazione si estende lungo un proprio asse longitudinale P e comprende dieci sezioni 310 (aventi forma sostanzialmente rettangolare con spigoli arrotondati) allineate lungo l’asse longitudinale P ed integrate tra loro.
La Figura 5 mostra una vista prospettica posteriore dell’osso fratturato, dopo che la frattura è stata ridotta dall’ortopedico (ad esempio mediante delle pinze) durante l’applicazione del dispositivo 100 di riduzione di fratture per mantenere stabile la riduzione. A tale scopo, l’ortopedico accosta il dispositivo 100 di riduzione di fratture alla frattura ridotta con la superficie posteriore 102 rivolta verso l’osso in corrispondenza della rima di frattura. L’ortopedico inserisce la lingua 120 nella fessura passante 137 fino a far interagire la cremagliera formata dai dentini 112 e prosegue con tale inserimento, serrando l’anello così realizzato dal dispositivo 100 di riduzione di fratture fino a far entrare in contatto la superficie posteriore 102 con i due monconi 200 e 250 dell’osso in corrispondenza della rima di frattura, così rendendo stabile la riduzione della frattura. In altre parole, il serraggio del dispositivo 100 di riduzione di fratture, effettuato in modo semplice attraverso la trazione della lingua 120 una volta che sia stata inserita nella fessura passante 137 della testa 136, mantiene la tensione raggiunta grazie al sistema di interazione cremagliera-cricco, i.e. mantenendo la compressione radiale sui due monconi 200 e 250 anche quando non viene più esercitata alcuna forza di trazione sulla lingua 120. In particolare, la forma a calotta sferica (o comunque a spigoli smussati) della testa 136 consente di evitare lesioni sui tessuti con cui entra in contatto. La Figura 5 mostra una configurazione del dispositivo 100 di riduzione di fratture in cui la lingua 120 è inserita nella fessura passante 137 ma l’anello così realizzato non è ancora serrato del tutto, per cui non tutta la superficie posteriore 102 è ancora entrata in contatto con i due monconi 200 e 250 dell’osso in corrispondenza della rima di frattura. Vantaggiosamente, come mostrato nelle Figure 3, 5 e 6, il dispositivo 100 di riduzione di fratture viene serrato sull’osso fratturato in modo che la seconda sezione 130 di estremità sia posizionata in posizione diametralmente opposta alla zona dell’osso fratturato nella quale verrà applicata la placca 300 di fissazione.
In particolare, i tre dischi 133, 134 e 135 agevolano la presa da parte dell’ortopedico ed il controllo della manipolazione del dispositivo 100 di riduzione di fratture nella fase di applicazione perimetrale all’osso fratturato. Inoltre, i tre dischi 133, 134 e 135 favoriscono, attraverso torsione e spinta, i movimenti del dispositivo 100 di riduzione di fratture tra osso fratturato e tessuti molli ad esso aderenti. Ulteriormente, la maggiore superficie del dispositivo 100 di riduzione di fratture in corrispondenza della porzione 132 di collegamento (avente i tre dischi 133, 134 e 135) rispetto all’ampiezza CW della sezione centrale 110 consente un miglior serraggio della frattura ridotta.
Come mostrato in Figura 6, una volta che la riduzione della frattura è stata resa stabile dall’applicazione e dal serraggio del dispositivo 100 di riduzione di fratture, l’ortopedico può applicare la placca 300 di fissazione sui due monconi 200 e 250 in corrispondenza della rima di frattura per stabilizzare la frattura. Vantaggiosamente, la placca 300 di fissazione viene applicata sull’osso fratturato con il proprio asse longitudinale P sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale dell’osso fratturato, ed in modo che sia arrangiata in modo sostanzialmente simmetrico attorno alla rima di frattura, per cui le dieci sezioni 310 vengono distribuite tra i due monconi 200 e 250.
Quando è stato serrato, la porzione del dispositivo 100 di riduzione di fratture che va dalla punta 122 della lingua 120 fino alla testa 136 (che è ancora parzialmente visibile in Figura 6) può essere tagliato e rimosso dall’ortopedico prima o dopo l’applicazione della placca 300 di fissazione. In proposito, la forma sferica aggettante della testa 136 consente altresì di controllare ed effettuare in modo semplice ed affidabile la rimozione di tale porzione del dispositivo 100 di riduzione di fratture.
Inoltre, dopo l’applicazione della placca 300 di fissazione, è possibile rimuovere l’anello realizzato dal dispositivo 100 di riduzione di fratture ad eccezione della porzione sottostante la placca 30 di fissazione. In ogni caso, tale porzione rimanente non comporta problemi dato che il dispositivo 100 di riduzione di fratture è realizzato in materiale biocompatibile, opzionalmente riassorbibile. In proposito, è anche possibile lasciare in situ, all'interno del corpo umano o animale, l’intero anello realizzato dal dispositivo 100 di riduzione di fratture, grazie al fatto che il materiale è biocompatibile, opzionalmente riassorbibile, ed anche grazie alla sua conformazione priva di spigoli.
Una particolare forma di realizzazione dell’invenzione comprende, in associazione con il dispositivo di riduzione di fratture, anche una placca di fissazione, avente una superficie configurata per entrare in contatto ed essere fissata su un osso che è provvista di uno o più incavi ognuno dei quali ha uno spessore configurato per alloggiare una porzione del dispositivo di riduzione di fratture (opzionalmente una porzione della sezione centrale 110) quando la placca di fissazione è fissata sull’osso. Vantaggiosamente, tali uno o più incavi sono distribuiti simmetricamente rispetto al centroide del dispositivo di riduzione di fratture.
In quel che precede sono state descritte la preferite forma di realizzazione e sono state suggerite delle varianti della presente invenzione, ma è da intendersi che gli esperti del ramo potranno apportare modificazioni e cambiamenti senza con ciò uscire dal relativo ambito di protezione, come definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (100) di riduzione di fratture, configurato per entrare in contatto con un osso umano o animale, avente un corpo flessibile planare allungato, realizzato in materiale biocompatibile, che si estende lungo un asse longitudinale (L) ed ha una prima superficie (102) configurata per entrare in contatto con un osso ed una seconda superficie (104) opposta alla prima superficie (102), in cui il corpo flessibile planare allungato comprende: - una sezione centrale (110) provvista sulla seconda superficie (104) di una pluralità di dentini (112) disposti trasversalmente all’asse longitudinale (L) del corpo flessibile planare allungato e formanti una cremagliera, - una prima sezione di estremità, ed - una seconda sezione (130) di estremità provvista di una testa (136) che si protende dalla seconda superficie (104) ed è provvista di una fessura passante (137) avente almeno un dente d’arresto (138) operante quale cricco configurato per interagire elasticamente con detta cremagliera formata dalla pluralità di dentini (112) e per consentire alla prima sezione (120) di estremità ed alla cremagliera esclusivamente di essere inserite nella fessura passante (137) per realizzare un anello una superficie interna del quale coincide con la prima superficie (102).
  2. 2. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo la rivendicazione 1, in cui la testa (136) ha la forma di una calotta sferica che si protende dalla seconda superficie (104).
  3. 3. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo la rivendicazione 2, in cui l’altezza della testa (136) è inferiore al raggio della calotta sferica.
  4. 4. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la seconda sezione (130) di estremità comprende una porzione (132) di collegamento della testa (136) alla sezione centrale (110).
  5. 5. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo la rivendicazione 4, in cui la porzione (132) di collegamento è sagomata in modo da formare tre dischi (133, 134, 135) allineati tra loro lungo l’asse longitudinale (L), opzionalmente parzialmente sovrapposti tra loro.
  6. 6. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo la rivendicazione 5, quando dipendente dalla rivendicazione 2, in cui i tre dischi (133, 134, 135) sono uguali tra loro e la base della calotta sferica ha un diametro (HW) pari al diametro (DW) dei tre dischi (133, 134, 135).
  7. 7. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fessura passante (137) si estende lungo un asse (S) che è ortogonale all’asse longitudinale (L) del corpo flessibile planare allungato.
  8. 8. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima sezione di estremità forma una lingua (120) terminante con una punta (122) avente un’ampiezza (TW) minore rispetto ad un’ampiezza (CW) della sezione centrale (110).
  9. 9. Dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il materiale biocompatibile è riassorbibile da un organismo umano o animale.
  10. 10. Complesso di riduzione e stabilizzazione di fratture comprendente: - un dispositivo (100) di riduzione di fratture secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 9, ed - una placca di fissazione, avente una superficie configurata per entrare in contatto ed essere fissata su un osso umano o animale, che è provvista di uno o più incavi ognuno dei quali ha uno spessore configurato per alloggiare una porzione del dispositivo (100) di riduzione di fratture, opzionalmente una porzione della sezione centrale (110) di esso, quando la placca di fissazione è fissata sull’osso.
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