IT201800003161A1 - Lampade per serre - Google Patents

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Alessandro Pasini
Mattia Accorsi
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C Led Srl
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    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01GHORTICULTURE; CULTIVATION OF VEGETABLES, FLOWERS, RICE, FRUIT, VINES, HOPS OR SEAWEED; FORESTRY; WATERING
    • A01G7/00Botany in general
    • A01G7/04Electric or magnetic or acoustic treatment of plants for promoting growth
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    • AHUMAN NECESSITIES
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Description

Descrizione
di invenzione industriale avente per titolo:
LAMPADE PER SERRE
[001] La presente invenzione si riferisce al campo tecnico dell’illuminotecnica, e in particolare a un metodo per l’installazione di lampade per la crescita di vegetali in serra, che sono in grado di favorirne la crescita grazie alla particolare inclinazione delle sorgenti luminose rispetto alla superficie fogliare.
[002] Sono note nell’arte lampade che impiegano LED con lunghezze d’onda particolari per la crescita in ambienti chiusi di piante edibili e/o ornamentali.
[003] In una serra, che tipicamente presenta pareti di materiale trasparente (vetro o plastica), la luce del sole entra principalmente dall’alto. Questo porta le piante ad orientare le proprie foglie in modo da massimizzare la quantità di luce che viene ricevuta, fenomeno conosciuto con il nome di fototropismo. È noto che le piante tendono spontaneamente ad orientare le proprie foglie ad un angolo di circa 45° - 60° rispetto al suolo.
[004] In questo contesto, è importante distinguere tra suolo o substrato e pavimento. Spesso nelle serre le piante vengono coltivate su superfici rialzate rispetto al pavimento: dette superfici rialzate si trovano usualmente a circa 20-80 cm dal pavimento della serra. Nel seguito, quando si fa riferimento all’altezza di coltivazione rispetto al suolo, per suolo si intende il punto su una superficie da cui emergono i fusti delle piante, che appunto può trovarsi ad una altezza differente da quella del pavimento, suolo che è generalmente parallelo al pavimento della serra o comunque ad una direzione orizzontale.
[005] Nelle serre in cui sono coltivate piante a portamento verticale (Solanacee, Cucurbitacee) la densità di piante al metro quadro ed il numero di foglie limitano la quantità di luce naturale e artificiale proveniente dall’alto: è quindi preferibile utilizzare, in aggiunta alle sole lampade top light (emittenti luce proveniente dall’alto in modo perpendicolare rispetto al suolo, ovvero parallelo rispetto al fusto della pianta) o alla luce naturale, lampade interlight (cioè disposte fra due filari adiacenti), al fine di assicurare una adeguata quantità di luce all’intero sviluppo verticale della pianta. Tipicamente, le lampade interlight sono poste fra le piante, all’interno del volume fogliare.
[006] L’articolo Reducing the carbon footprint of greenhouse grown crops: redesigning LED-based production systems di Dieleman et al. (Acta Hortic. 1134. ISHS 2016. DOI 10.17660/ActaHortic.2016.1134.51) propone di orientare i LED a 30° verso il basso (cioè -30° rispetto ad una direzione orizzontale come verrà definito in modo più chiaro nel seguito) allo scopo di migliorare l’intercettazione della luce da parte delle piante. Tale articolo si basa su una modellizzazione matematica di tale disposizione, senza fornire una sperimentazione empirica.
[007] Tipicamente, uno dei principali motivi di successo nell’agricoltura perpetuata in serra è la possibilità di controllare la quasi totalità delle condizioni microclimatiche (temperatura, umidità, fotoperiodo). Ciò ha forti ripercussioni sulla fisiologia vegetale e sul controllo delle condizioni abiotiche e biotiche di contorno alla pianta stessa, con particolare riferimento al controllo degli agenti patogeni (parassiti, funghi e batteri). Durante l’estate è possibile abbassare la temperatura, mentre durante l’inverno la temperatura viene aumentata raggiungendo la temperatura ideale per queste piante, che si aggira tra 16 e 25°C.
[008] Scopo dell’invenzione è fornire un metodo e un apparato per aumentare la resa delle piante in serra, grazie a una ottimale inclinazione della sorgente di luce rispetto alla superficie fogliare e alla opportuna collocazione della lampada stessa lungo l’intera dimensione verticale della pianta.
[009] Questo scopo è ottenuto con un metodo e un’apparecchiatura che hanno le caratteristiche delle rivendicazioni indipendenti. Forme realizzative vantaggiose e affinamenti sono specificati nelle rivendicazioni dipendenti da queste.
[0010] Il metodo secondo la presente invenzione prevede di installare un numero di lampade interlight, cioè lampade disposte allineate e verticalmente coincidenti con gli spazi intermedi tra filari di piante, il cui numero dipendente dallo sviluppo verticale della pianta in coltivazione secondo la seguente formula:
N° lampade = altezza in metri – 1
Sperimentalmente, si è constatato che i risultati migliori si ottengono qualora le lampade utilizzate non siano tutte uguali tra loro, ma presentino una inclinazione del raggio centrale del cono di emissione variabile rispetto all’altezza dell’installazione della lampada, prendendo come base di riferimento il punto su una superficie da cui emergono i fusti delle piante.
[0011] In particolare, il numero di lampade e la loro inclinazione sono variabili relativamente alla dimensione verticale della pianta che si desidera coltivare. Sorprendentemente, i risultati migliori sono stati ottenuti modificando il mix di lampade nel modo descritto nelle forme realizzative seguenti.
[0012] In una prima forma realizzativa, l’altezza della coltivazione è dell’ordine dei 2 metri e ad una altezza tra 1,3 m e 1,7 m dal suolo viene installata soltanto una lampada interlight che emette con una inclinazione di -30° rispetto al suolo o a una direzione orizzontale.
[0013] In una seconda forma realizzativa, l’altezza della coltivazione è dell’ordine dei 3 metri e ad una altezza tra 1,1 m e 1,6 m viene installata una lampada interlight che emette a -30°, mentre ad una altezza tra 2 e 2,7 metri dal suolo viene installata una lampada interlight che emette con una inclinazione di -45° rispetto al suolo o a una direzione orizzontale.
[0014] In una terza forma realizzativa, l’altezza della coltivazione è dell’ordine dei 4 metri e ad una altezza tra 1,1 m e 1,6 m dal suolo viene installata una lampada interlight che emette con una inclinazione di 0°, ad una altezza tra 2 e 2,7 metri dal suolo viene installata una lampada interlight che emette con una inclinazione di -30°, mentre ad una altezza tra 3 e 3,7 metri dal suolo viene installata una lampada interlight che emette con una inclinazione di -45° rispetto al suolo o a una direzione orizzontale.
[0015] In questo modo si assicura una copertura di illuminazione omogenea all’intera pianta, evitando disomogeneità di approvvigionamento luminoso che comporterebbero scompensi metabolici con ripercussioni negative sulla produttività.
[0016] In altre parole, postulando una pluralità di lampade collocate ad altezze differenti rispetto alla pianta da coltivare, l’angolo di emissione della lampada si riduce progressivamente passando dalla lampada collocata più in alto rispetto alla pianta, lampada che può presentare un angolo di emissione della luce fino a -60°, fino alla lampada collocata più in basso rispetto alla pianta, che può presentare un angolo di emissione della luce fino a 0 gradi (cioè, la lampada più bassa emette la luce perpendicolarmente al fusto della pianta, che si suppone verticale rispetto al suolo o a un piano parallelo allo stesso o a una direzione orizzontale).
[0017] Si ritiene che tale effetto possa essere attribuito a una forte correlazione fra temperatura fogliare e conduttanza stomatica, indice del positivo effetto sul metabolismo vegetale.
[0018] In particolare, è stato rilevato sperimentalmente che con questa metodologia di illuminazione la temperatura fogliare (rilevata con un termometro a infrarossi) diminuisce di oltre due gradi centigradi, il che migliora la condizione fisiologica dell’intera pianta, con ripercussioni favorevoli sulla quantità e qualità della produzione.
[0019] Nell’apparato che consente di applicare il metodo secondo la presente invenzione, i LED che rappresentano la sorgente di luce preferita della lampada emettono luce verso il basso, con una inclinazione dell’asse di propagazione dell’apertura di irraggiamento che è pari ad un angolo compreso tra -30 e -60° rispetto al suolo. In particolare, le lampade interlight utilizzate per realizzare il metodo secondo la presente invenzione possono ad esempio essere le lampade descritte nella domanda IT 102017000048561 della medesima richiedente.
[0020] Un primo vantaggio della presente invenzione consiste nel miglioramento della salute e crescita della pianta.
[0021] Un secondo vantaggio della presente invenzione consiste nell’aumento di produttività della pianta sana.
[0022] Un terzo vantaggio è l’ottimizzazione dell’energia emessa dalle lampade per la coltivazione in condizioni di illuminazione artificiale.
[0023] Ulteriori vantaggi e caratteristiche della presente invenzione sono descritte nella seguente descrizione, in cui forme realizzative esemplificative sono spiegate in dettaglio sulla base dei disegni:
Figura 1 Vista laterale schematica di una tipica disposizione dei filari in una serra;
Figura 2 Vista laterale schematica dell’assorbimento della luce da parte delle foglie;
Figura 3 Vista laterale schematica della prima forma realizzativa secondo la presente invenzione;
Figura 4 Vista laterale schematica della seconda forma realizzativa secondo la presente invenzione;
Figura 5 Vista laterale schematica della terza forma realizzativa secondo la presente invenzione;
Figura 6 Sezione trasversa di una lampada utilizzata per eseguire il metodo; Figura 7 Esploso del corpo della detta lampada in vista assonometrica.
[0024] La Figura 1 mostra una tipica disposizione dei filari di piante coltivate all’interno di una serra 1 in una vista schematica laterale. Tipicamente, due filari 2 adiacenti di piante sono coltivati ad una distanza indicativa compresa tra 30 e 70 cm; fra detti filari adiacenti vengono collocate le lampade interlight.
[0025] Alternativamente, una singola pianta viene coltivata in due stoloni principali mentre la lampada interlight viene collocata tra i due detti stoloni.
[0026] Fra due filari 2 e 4 contigui è invece previsto un corridoio 3 di ampiezza sufficiente al passaggio di un uomo o di macchine agricole; tipicamente tali corridoi presentano un’ampiezza compresa fra 0,8 e 2 metri.
[0027] La Figura 2 permette di chiarire meglio che cosa si intende per inclinazione della sorgente luminosa. La lampada 5, 6, 7, 50 emette un cono di luce K con un angolo α di apertura caratteristico, dovuto al LED scelto ed eventualmente ad ottiche poste davanti al LED stesso. Il cono di luce emesso presenta un asse longitudinale, geometricamente corrispondente all’altezza del cono. L’inclinazione della sorgente luminosa corrisponde all’inclinazione dell’asse longitudinale del cono luminoso rispetto al suolo o ad un piano parallelo allo stesso oppure rispetto ad una direzione orizzontale.
[0028] La Figura 2 illustra schematicamente il rapporto complementare tra l’inclinazione media delle foglie, qui rappresentata con un angolo di 60° rispetto all’orientamento del suolo indicato dall’asse O, e l’inclinazione della sorgente luminosa, qui rappresentata con un angolo di -30° rispetto allo stesso asse O. All’uomo dell’arte risulta evidente che ad una differente inclinazione delle pagine fogliari, ad esempio a 45° o comunque a valori intermedi tra 60° e 45°, corrisponderà una inclinazione della sorgente luminosa tra -30° e -45°.
[0029] La Figura 3 illustra la prima, più semplice, forma realizzativa secondo la presente invenzione: due piante 2 adiacenti di altezza dal suolo intorno a 2 metri vengono illuminate da una singola lampada 5 interlight che emette con una inclinazione di -30° rispetto al suolo, collocata ad una altezza variabile tra 1,3 m e 1,7 m dal suolo.
[0030] La Figura 4 illustra la seconda forma realizzativa secondo la presente invenzione: due piante 2 adiacenti di altezza intorno a 3 metri dal suolo vengono illuminate da due lampade interlight 5 e 6, di cui la prima lampada 5 emette con una inclinazione di -30° rispetto al suolo, ed è collocata ad una altezza variabile tra 1,1 m e 1,6 m dal suolo, mentre ad una altezza tra 2 e 2,7 metri dal suolo viene installata una seconda lampada 6 interlight che emette a -45°.
[0031] La Figura 5 illustra la terza forma realizzativa, in cui l’altezza della coltivazione è pari a 4 metri dal suolo: ad una altezza tra 1,1 m e 1,6 m dal suolo viene installata una prima lampada 7 interlight che emette a 0° rispetto al suolo, ad una altezza tra 2 e 2,7 metri dal suolo viene installata una seconda lampada 5 interlight che emette a -30° rispetto al suolo, e ad una altezza tra 3 e 3,7 metri dal suolo viene installata una terza lampada 6 interlight che emette a -45° rispetto al suolo indicato con S nelle Figure 3, 4 e 5.
[0032] Sperimentalmente, si è potuto constatare come la temperatura fogliare media diminuisca del 6 - 8% utilizzando gli angoli di emissione a -30° e -45° come sopra descritti rispetto una illuminazione con lampade interlight che emettono a 0° (cioè che emettono luce perpendicolarmente al suolo). Presso una serra sperimentale di coltivazione di pomodori con sistema idroponico fuori suolo è stata infatti rilevata una diminuzione media della temperatura fogliare da 27,4°C fino a 25,6°C. Tale risultato è stato avvalorato da una correlazione tra conduttanza stomatica e temperatura fogliare con un coefficiente di determinazione r<2 >di 0,68, che conferma una condizione fisiologica generale migliore delle foglie illuminate seguendo il metodo della presente invenzione.
[0033] Si è altresì potuto rilevare sperimentalmente come l’inclinazione del fascio luminoso e la disposizione corretta delle lampade esercitino un effetto maggiore in termini di resa quantitativa rispetto alla modifica dei soli spettri luminosi entro certi limiti di rapporto blu/rosso (7% blu/93% rosso < rapporto cromatico < 30% blu/70% rosso).
[0034] La Figura 6 mostra una vista laterale della lampada 50 interlight secondo IT 102017000048561, che può essere utilizzata per eseguire il metodo secondo la presente invenzione. In particolare, la Figura mostra una delle due estremità della lampada 50, in cui il tappo terminale è stato rimosso per migliore chiarezza. Detta Figura mostra inoltre un paio di LED 58 che sono montati, in una forma realizzativa preferita, con una inclinazione dell’asse di propagazione della radiazione luminosa a -30° rispetto al suolo. È evidente che questa inclinazione può essere modificata a piacere nell’ambito del predetto range -30 - -60° come verrà meglio spiegato nel seguito.
[0035] La Figura 7 mostra un esploso di una forma realizzativa preferita di una generica lampada 50 interlight secondo IT 102017000048561, in cui l’inclinazione dei LED 58 è variabile tra -30° e -60°; detta lampada 50 comprende:
− uno scheletro metallico 12, che nella forma realizzativa preferita è realizzato in alluminio;
− una coppia di guarnizioni 13;
− una coppia di PCB (schede elettroniche) 14, su cui sono montati una pluralità di LED 58 ad una distanza regolare uno dall’altro;
− una copertura 15 in materiale trasparente che permette di sigillare i LED garantendo la trasmissione della luce da questi emessa.
[0036] Il PCB 14 è trattenuto in sede da una coppia di alette 16 e 17, meglio visibili nella Figura 5. Modificando la forma delle dette alette 16 e 17 è possibile variare l’inclinazione con cui i LED 58 emettono il rispettivo cono di luce, che nella forma realizzativa preferita illustrata qui è pari a -30° rispetto al suolo.
[0037] Una variante esecutiva può prevedere alette 16 e 17 aventi una prestabilita e fissa inclinazione ed una combinazione di diversi inserti a sezione cuneiforme con diversi angoli di apertura i quali inserti possono essere interposti singolarmente od in combinazione fra il PCB 14 e la corrispondente aletta 15, 16.
[0038] Prevedendo una pluralità di inserti a sezione conica aventi un angolo di apertura di un valore prestabilito è possibile combinare e sovrapporre due o più di detti inserti per modificare l’angolo di inclinazione secondo un multiplo dell’angolo di apertura degli inserti stessi.
[0039] E’ anche possibile prevedere due o più diversi inserti con angoli diversi di apertura la cui combinazione consente di avere diversi incrementi dell’angolo di apertura complessivo di una combinazione di due o più inserti. Ad esempio prevedendo due tipi di inserti uno con angolo di 5° e l’altro con angolo di 10° i passi di incremento possono essere di 5°, mantenendo il numero di inserti sovrapposti limitato.
[0040] In alternativa è possibile prevedere alette 15, 16 disposte in modo da essere orientabili all’interno della struttura della lampada. In questo caso le alette possono essere incernierate in modo oscillante lungo un loro bordo longitudinale e presentare lungo il bordo opposto mezzi di bloccaggio in posizione rispetto alla lampada in diverse posizioni angolari. Una soluzione può prevedere semplici distanziatori che si accoppiano ad incastro alla struttura della lampada ed al bordo longitudinale dell’aletta opposto a quello di incernieramento. Soluzioni per fissare in posizione una aletta oscillante sono ampiamente diffuse nello stato dell’arte ed il tecnico del ramo può attingere alle sue conoscenze di base e scegliere fra quelle a lui note.
[0041] In una forma realizzativa alternativa, è ovviamente possibile utilizzare lampade a LED con l’asse del cono di apertura di emissione della luce parallelo all’asse verticale della lampada stessa (cioè sostanzialmente lampade che emettono la luce perpendicolarmente rispetto al suolo o a una direzione orizzontale), e inclinare la lampada a LED in modo opportuno al momento della sua installazione.
[0042] È bene ricordare che le piante richiedono livelli di luce tra 100 e 1000 µmol s<−1 >(Photosynthetic Photon Flux, PPF). Tale livello di irraggiamento si può ottenere con lampade con una potenza tipica tra 20 e 400 Watt.
[0043] È bene rammentare che lo spettro di emissione emesso dalle lampade interlight prevede l’emissione di almeno radiazioni rosse (600-700 nm) e blu (400-500 nm). In una forma preferita le lampade emettono anche radiazioni far-red (700-850 nm). In una forma ancor più preferita le lampade possono emettere anche luce bianca visibile (400-700 nm), che ha lo scopo di facilitare l’operatività dei coltivatori umani. Preferibilmente, tali radiazioni sono emesse da LED (Light Emitting Diodes) emittenti luce avente le lunghezze d’onda desiderate.
[0044] Sebbene le piante a portamento verticale come ad esempio Solanacee e Cucurbitacee a cui si fa riferimento in questa domanda richiedano una o più lampade interlight per la miglior resa, lo spettro luminoso da intendersi come mix di radiazioni rosse, blu e opzionalmente far-red e bianche può variare a seconda della coltura specifica; la scelta precisa dei rapporti cromatici rimane tra le prerogative dell’uomo dell’arte sulla base dei concetti enunciati nella presente descrizione.
1 serra
2 pianta
3 corridoio
4 pianta
5 lampada interlight a -30°
6 lampada interlight a -45°
7 lampada interlight a 0°
12 scheletro metallico
13 guarnizioni
14 PCB
15 copertura in materiale trasparente
50 lampada interlight generica
58 LED
α angolo di apertura del cono di luce emesso dai LED
K cono di luce emesso dai LED
O asse del suolo o parallelo al suolo
S suolo

Claims (10)

  1. Rivendicazioni 1) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (5, 6, 7, 50) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti, comprendente le seguenti fasi: − Determinare l’altezza in metri della pianta che si desidera coltivare; − Per determinare il numero di lampade (5, 6, 7) interlight che è necessario installare in serra, fare uso della formula N° lampade = altezza in metri della pianta – 1 − Installare il numero di lampade così determinato, con almeno una lampada (5, 7) situata ad una altezza dal suolo pari a 1,3-1,7 m, caratterizzato dal fatto che l’asse del cono di emissione della luce delle dette lampade (5, 6, 7) interlight presenta un angolo di inclinazione rispetto al suolo e/o ad un piano parallelo allo stesso e/o ad una direzione orizzontale, il quale angolo varia sulla base dell’altezza di collocazione della lampada rispetto all’altezza della pianta, riferita al punto di emersione del fusto rispetto al suolo.
  2. 2) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (5) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti secondo la rivendicazione 1, in cui la dimensione verticale della pianta è dell’ordine dei tre metri dal suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta e una seconda lampada (6) interlight è installata ad una altezza pari a 2 - 2,7 m dal suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta.
  3. 3) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno due lampade (5, 7) interlight disposte tra due piante (2) adiacenti secondo la rivendicazione 2, in cui la dimensione verticale della pianta è dell’ordine dei quattro metri dal suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta e una terza lampada (6) è installata ad una altezza pari a 3 – 3,7 m dal suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta.
  4. 4) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (50) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti secondo una o più delle rivendicazioni 1-3, in cui l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce da parte delle lampade (5, 6, 7) interlight variabile secondo l’altezza cui è situata la lampada stessa, è compreso tra 0° e -60° rispetto al suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
  5. 5) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (50) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti secondo una o più delle rivendicazioni 1-4, in cui, nel caso di piante alte fino a due metri rispetto al suolo, l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce della lampada (5) interlight situata a 1,3-1,7 m dal suolo è pari a -30° rispetto al suolo ovvero dalla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
  6. 6) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (50) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti secondo una o più delle rivendicazioni 1-4, in cui, nel caso di piante alte fino a tre metri rispetto al suolo, l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce della lampada (5) interlight situata a 1,3-1,7 m dal suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale è pari a -30° rispetto al suolo o ad una direzione orizzontale, mentre l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della lampada (6) situata ad una altezza tra 2 e 2,7 metri è pari -45° rispetto al suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
  7. 7) Metodo per illuminare piante coltivate in serra, facente uso di almeno una lampada (50) interlight disposta tra due piante (2) adiacenti secondo una o più delle rivendicazioni 1-4, in cui, nel caso di piante alte fino a quattro metri dal suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta, l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce di una lampada (7) interlight situata a 1,3-1,7 m dal suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale è pari a 0° rispetto al suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale, l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della lampada (5) situata ad una altezza tra 2 e 2,7 metri dal suolo è pari a -30° rispetto al suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale, mentre l’angolo di emissione della lampada (6) situata tra 3 e 3,7 metri dal suolo è pari a -45° rispetto al suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
  8. 8) Lampada (50) interlight per eseguire il metodo secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce da parte dei LED (58) è dovuto all’inclinazione del montaggio del LED stesso rispetto al suolo ovvero alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
  9. 9) Lampada (50) interlight secondo la rivendicazione 8, in cui una pluralità di LED (58) sono montati su un PCB (14), la cui inclinazione determina l’angolo di inclinazione dell’asse del cono di emissione della luce.
  10. 10) Lampada interlight per eseguire il metodo secondo le rivendicazioni da 1 a 7, in cui l’asse del cono di apertura di emissione della luce dei LED è parallelo all’asse verticale della lampada stessa (cioè sostanzialmente lampade che emettono la luce perpendicolarmente rispetto al suolo o a una direzione orizzontale), mentre la lampada stessa viene installata fra due filari adiacenti con una inclinazione della lampada compresa tra 0° e -60° rispetto alla superficie da cui fuoriesce il fusto della pianta o ad una direzione orizzontale.
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