IT201700001206A1 - Capsula per la preparazione di un prodotto alimentare liquido tramite una macchina di preparazione - Google Patents

Capsula per la preparazione di un prodotto alimentare liquido tramite una macchina di preparazione

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IT201700001206A1
IT201700001206A1 IT102017000001206A IT201700001206A IT201700001206A1 IT 201700001206 A1 IT201700001206 A1 IT 201700001206A1 IT 102017000001206 A IT102017000001206 A IT 102017000001206A IT 201700001206 A IT201700001206 A IT 201700001206A IT 201700001206 A1 IT201700001206 A1 IT 201700001206A1
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capsule
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IT102017000001206A
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Gian Luca Ruffa
Gabriele Ruffa
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Gian Luca Ruffa
Gabriele Ruffa
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65DCONTAINERS FOR STORAGE OR TRANSPORT OF ARTICLES OR MATERIALS, e.g. BAGS, BARRELS, BOTTLES, BOXES, CANS, CARTONS, CRATES, DRUMS, JARS, TANKS, HOPPERS, FORWARDING CONTAINERS; ACCESSORIES, CLOSURES, OR FITTINGS THEREFOR; PACKAGING ELEMENTS; PACKAGES
    • B65D85/00Containers, packaging elements or packages, specially adapted for particular articles or materials
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Description

“Capsula per la preparazione di un prodotto alimentare liquido tramite una macchina di preparazione”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell’invenzione
La presente invenzione riguarda una capsula a perdere, atta all’uso in macchine per la preparazione di prodotti alimentari liquidi. L’invenzione è stata sviluppata con particolare riferimento a capsule contenenti precursori di bevande calde, particolarmente in forma di polveri o granuli, quali ad esempio caffè in polvere o prodotti solubili.
Tecnica anteriore
L’impiego di capsule monouso (o cartucce o cialde, secondo altre denominazioni correnti) nel campo della preparazione di prodotti liquidi caldi, in luoghi pubblici in genere ed in abitazioni private, è largamente diffuso. In una prima tipologia di prodotti di questo tipo la sostanza contenuta nella cartuccia è destinata all’infusione con acqua calda immessa in pressione nella cartuccia stessa: questo è tipicamente il caso delle cartucce contenenti polvere di caffè non solubile. In una seconda tipologia di prodotti la sostanza contenuta nella cartuccia è invece di tipo solubile, tipicamente una sostanza liofilizzata, destinata a disciogliersi nell’acqua immessa nella cartuccia, ad esempio un preparato per the, cioccolata, ginseng, orzo, eccetera.
Nel caso della preparazione di prodotti alimentari liquidi vi è la necessità di ottenere all’interno della capsula una pressione di fluido sufficiente a garantire, a seconda del tipo di precursore, una buona infusione o una solubilizzazione completa, prima dell’erogazione del prodotto. Un altro requisito che dovrebbe essere soddisfatto nella preparazione di prodotti alimentari liquidi tramite macchine di preparazione, ed in particolare di bevande calde, è l’ottenimento di una buona emulsione all’atto dell’erogazione, ovverosia la formazione di schiuma o di crema in grado di persistere sul prodotto alimentare liquido sino alla sua fruizione. Le misure adottate a tali scopi nelle capsule di tipo noto non consentono spesso di soddisfare i requisiti indicati, ad esempio a causa di deformazioni o lacerazioni locali di elementi barriera o filtranti interni alla capsula.
Sommario dell’invenzione
In vista di quanto sopra esposto, la presente invenzione ha principalmente lo scopo di realizzare una capsula monouso, per la preparazione di un prodotto alimentare liquido a partire da un relativo precursore, di realizzazione semplice ed economica, nonché tale da garantire un’efficiente emulsione, ovverosia la formazione di una quantità significativa di crema o schiuma sul prodotto alimentare liquido erogato. Uno scopo ausiliario dell’invenzione è quello di rendere possibile l’impiego di una siffatta cartuccia sia su macchine per la preparazione di bevande di uso domestico, sia su macchine per la preparazione di bevande del tipo impiegato in ambito commerciale, quali ad esempio bar e ristoranti.
Uno o più di questi scopi sono raggiunti, secondo la presente invenzione, da una capsula avente le caratteristiche formanti oggetto delle rivendicazioni allegate. Forma altresì oggetto dell’invenzione un elemento porta-dose per l’impiego della suddetta capsula in una macchina per la preparazione di prodotti alimentari liquidi, eventualmente in abbinamento ad un relativo inserto adattatore. Le rivendicazioni formano parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione al trovato.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno chiari dalla descrizione che segue, effettuata con riferimento ai disegni allegati, forniti a puro titolo di esempio non limitativo, in cui:
- le figure 1 e 2 sono una vista prospettica schematica ed una vista schematica in elevazione frontale di una capsula in accordo a possibili forme di attuazione della presente invenzione, rispettivamente;
- la figura 3 è una sezione schematica secondo la linea III-III di figura 2;
- la figura 4 è una vista schematica dall’alto di un corpo di una capsula in accordo a possibili forme di attuazione della presente invenzione;
- la figura 5 è una sezione schematica secondo la linea V-V di figura 4;
- la figura 6 è una vista schematica dal basso di un corpo di una capsula in accordo a possibili forme di attuazione della presente invenzione;
- le figure 7, 8 e 9 sono viste prospettiche schematiche, parzialmente sezionate e da diverse angolazioni, di un corpo di una capsula in accordo a possibili forme di attuazione della presente invenzione;
- le figure 10, 11 e 12 sono viste prospettiche schematiche, parzialmente sezionate e da diverse angolazioni, di un corpo di una capsula in accordo ad ulteriori possibili forme di attuazione della presente invenzione;
- la figura 13 è una vista simile a quella di figura 4, ma relativa ad una ulteriore forma di attuazione;
- le figure 14 e 15 sono sezione schematiche secondo le linee XIII-XIII e XIV-XVI di figura 4, rispettivamente;
- la figura 16 è una vista simile a quella di figura 4, ma relativa ad una ulteriore forma di attuazione dell’invenzione;
- le figure 17 e 18 sono sezioni schematiche secondo le linee XVII-XVII e XVIII-XVIII di figura 16, rispettivamente;
- le figura 19 e 20 sono viste simili a quelle delle figure 2 e 3, rispettivamente, ma relative ad una ulteriore forma di attuazione dell’invenzione;
- la figura 21 è una vista schematica dall’alto di un elemento porta-dose amovibile di una macchina per la preparazione di prodotti liquidi;
- le figure 22 e 23 sono una vista prospettica schematica ed una vista schematica in elevazione frontale, rispettivamente, di un inserto adattatore utilizzabile in abbinamento a capsule in accordo a possibili forme di attuazione della presente invenzione;
- la figura 24 è una vista schematica dall’alto dell’inserto adattatore delle figure 22-23; e
- la figura 25 è una sezione secondo la linea XXV-XXV di figura 24.
Descrizione dettagliata di forme di attuazione preferite dell’invenzione
Il riferimento ad “una forma di attuazione” all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione.
Quindi, i termini “in una forma di attuazione” e simili, presenti in diverse parti all’interno di questa descrizione, non sono necessariamente tutti riferiti alla stessa forma di attuazione. Inoltre, le particolari configurazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione. I riferimenti utilizzati nel seguito sono soltanto per comodità e non definiscono l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione. Nelle figure sono utilizzati medesimi numeri di riferimento per indicare elementi analoghi o tra loro tecnicamente equivalenti.
Riferendosi inizialmente alle figure 1 e 2, con 1 è indicata nel suo complesso una capsula monouso per la preparazione di un prodotto alimentare liquido in una macchina di preparazione, secondo una forma di attuazione della presente invenzione. La capsula 1 contiene almeno una sostanza o precursore suscettibile di formare un prodotto alimentare liquido tramite acqua e/o vapore iniettata nella capsula stessa. Il precursore del prodotto, preferibilmente in forma pulverulenta o granulare, può essere previsto per l’infusione in acqua calda (ad esempio polvere di caffè), oppure per la solubilizzazione in acqua calda (ad esempio una sostanza liofilizzata, quale un preparato per the o cioccolata).
La capsula 1 comprende un corpo di capsula 2 conformato generalmente a coppa, avente un asse longitudinale, indicato con X in figura 2 (qui corrispondente al piano di sezione indicato con III-III). Il corpo 2 include una parete periferica 3 con profilo preferibilmente generalmente svasato ed una parete di fondo 4. Preferibilmente il corpo 2 definisce anche una flangia anulare esterna, o collare, indicato con 5, integrale con l’estremità assiale superiore della parete periferica 3.
In varie forme di attuazione il corpo 2, che definisce in un pezzo unico la parete 3, il fondo 4 e la flangia 5 (se prevista), è formato con materiale plastico compatibile per usi alimentari, ad esempio polipropilene stampabile ad iniezione. In una forma di attuazione preferita dell’invenzione, il materiale impiegato è polipropilene trasparente.
Nella forma di esecuzione qui illustrata, alla flangia 5 è fissata una parete di chiusura superiore, indicata con 6 nelle figure 2 e 3. Tale parete di chiusura 6 può essere di qualunque tipologia nota nel settore, permeabile oppure impermeabile. Nel primo caso la parete 6 può essere ad esempio formata in carta-filtro, mentre nel secondo caso può comprendere una lamina o film preferibilmente di materia plastica, per quanto non sia escluso l’impiego di una lamina di alluminio. La parete di chiusura 6 può essere fissata alla flangia 5 ad esempio tramite termosaldatura o incollaggio o saldatura a ultrasuoni. Nel seguito, si supponga che la parete superiore 6 sia costituita da una lamina impermeabile.
In forme di attuazione preferite il corpo di capsula 2 comprende un ugello di erogazione, indicato complessivamente con 7, che sporge assialmente a partire dalla parete di fondo 4, verso l’esterno del corpo 2, in corrispondenza di un’uscita della stessa parete di fondo 4, indicata con 8 in figura 3. L’ugello 7 ha di preferenza forma generalmente cilindrica o troncoconica ed è formato integralmente con la parete di fondo 4. Di preferenza, l’uscita 8 della parete di fondo 4 del corpo di capsula 2 è costituita da una singola apertura centrale, in corrispondenza della quale è situato l’ugello di erogazione 7. In questo modo è consentita una buona velocità di erogazione in uscita dal volume definito dalle pareti 3 e 4 del corpo di capsula 2.
Conformemente ad un aspetto dell’invenzione, la capsula 1 comprende ulteriormente un elemento di appoggio interno, in posizione sostanzialmente coassiale all’uscita 8 ed avente una superficie superiore che si estende trasversalmente ad un’altezza maggiore rispetto all’uscita 8. Come spiegato in seguito, l’elemento di supporto interno definisce un piano di appoggio locale per un elemento barriera interno della capsula, atto ad evitare deformazioni di tale elemento nella sua regione centrale.
Riferendosi in particolare alle figure 3-5, in varie forme di attuazione, il suddetto elemento di appoggio interno comprende una parete trasversale intermedia, indicata complessivamente con 9, che si estende al di sopra dell’uscita 8 della parete di fondo 4, ovvero dell’imbocco dell’ugello di erogazione 7. La superficie superiore della parete 9, ovvero dell’elemento di appoggio, indicata con 9a, ha dimensioni perimetrali inferiori alle dimensioni perimetrali della parete di fondo 4
La parete intermedia 9 si estende ad una certa distanza al di sopra dell’uscita 8, in direzione assiale. Di preferenza la superficie superiore 9a è piana e si estende sostanzialmente ortogonale all’asse dell’ugello 7 o dell’uscita 8. In varie forme di attuazione preferite, l’uscita 8, ovvero l’imbocco dell’ugello 7, e la parete intermedia 9 sono sostanzialmente circolari, con il diametro della parete 9 che non è inferiore a quello dell’uscita 8; molto preferibilmente, il diametro della parete 9 e quello dell’uscita 8, ovvero dell’imbocco 9, sono sostanzialmente uguali.
L’elemento di appoggio interno, ovvero la sua parete 9, è sostenuto in posizione distanziata rispetto all’uscita 8 da una serie di relativi elementi di supporto, che si elevano dalla parete di fondo 4 e che sono preferibilmente disposti secondo il perimetro o la circonferenza della parete intermedia 9. In questo modo, tra la parete di fondo 4 e la parete intermedia 9 risulta definita una pluralità di passaggi sostanzialmente radiali, ciascuno delimitato lateralmente da due elementi di supporto adiacenti. Tali passaggi radiali consentono il deflusso del prodotto alimentare liquido in fase di erogazione all’uscita 8, e quindi all’ugello 7.
I suddetti elementi di supporto hanno anche l’effetto di suddividere temporaneamente in una pluralità di sotto-flussi il flusso del prodotto liquido, prima che il medesimo raggiunga l’uscita 8. Tale caratteristica contribuisce ad aumentare la turbolenza nel flusso del prodotto liquido che poi percorrerà l’ugello di erogazione 7 (se previsto), con ciò favorendo l’emulsione e la formazione di crema o schiuma.
In varie forme di attuazione, all’interno del corpo della capsula 2, sostanzialmente in corrispondenza della parete di fondo 4, è prevista una disposizione di convogliamento, definente una pluralità di canali per il convogliamento del prodotto liquido verso l’uscita 8. In forme di attuazione preferite, i precedentemente citati elementi di supporto dell’elemento di appoggio interno, o della sua parete intermedia 9, sono definiti da elementi o pareti appartenenti alla disposizione di convogliamento.
La presenza di una disposizione di convogliamento consente di indirizzare con precisione il flusso del prodotto liquido verso i suddetti passaggi radiali, e quindi verso l’uscita 8, permettendo al contempo una certa turbolenza nel liquido quando questo è ancora all’interno del volume definito dalle pareti 3 e 4 del corpo di capsula 2. A tale scopo la disposizione di convogliamento può essere anche di tipo sostanzialmente a labirinto oppure possono essere previste sia una disposizione di convogliamento, sia una disposizione a labirinto in corrispondenza del fondo, in una posizione radialmente compresa tra la disposizione di convogliamento e la parete periferica 3.
Di preferenza, la disposizione di convogliamento è formata integralmente con il corpo di capsula 2 in corrispondenza della parete di fondo 4, con ciò semplificando la realizzazione della capsula e riducendo il suo costo di produzione. In tal caso anche l’elemento di appoggio interno, ovvero la sua parete intermedia 9, è preferibilmente definito in un pezzo unico con il corpo di capsula 2. Non è peraltro escluso dall’ambito dell’invenzione l’impiego di una disposizione di convogliamento, eventualmente anche con canali di convogliamento sostanzialmente disposti a labirinto oppure abbinata ad una disposizione a labirinto, formata in un elemento a piattello configurato come parte distinta rispetto al corpo di capsula e poggiante sull’interno della parete di fondo 4. In un tale caso, il suddetto piattello può definire integralmente anche la parete intermedia 9 dell’elemento di appoggio interno, con i relativi elementi di sostegno, oltre che la disposizione di convogliamento e l’eventuale disposizione a labirinto.
In varie forme di attuazione la disposizione di convogliamento comprende una pluralità di pareti sostanzialmente verticali, che estendono longitudinalmente in una direzione sostanzialmente radiale relativamente all’uscita 8. Di preferenza, le suddette pareti si elevano dal lato interno della parete di fondo 4, quando formate integralmente con essa.
In varie forme di attuazione di questo tipo, e come ben visibile ad esempio in figura 4, la pluralità di pareti della disposizione di convogliamento può comprendere:
- una serie di prime pareti 10, aventi ciascuna un’estremità prossimale, sostanzialmente in corrispondenza o in prossimità del bordo dell’uscita 8, ed un’estremità distale, che è preferibilmente distanziata rispetto ad una zona periferica anulare 4a della parete di fondo 4, ed eventualmente
- una serie di seconde pareti 11, che si dipartono preferibilmente dalla zona periferica 4a della parete di fondo 4 e che hanno ciascuna un’estremità prossimale distanziata rispetto al bordo dell’uscita 8.
Se sono presenti sia le prime pareti radiali 10 che le seconde pareti radiali 11, esse sono sostanzialmente disposte in modo interdigitato, ovvero con ciascuna parete 10 che si estende nello spazio compreso tra due pareti 11, o viceversa. In tal modo risultano definiti i precedentemente citati canali di convogliamento, che contribuiscono ad indirizzare il prodotto liquido verso l’uscita 8 della parete di fondo 4, inducendone una turbolenza.
Come apprezzabile particolarmente dalle figure 5 e 7-9, in varie forme di attuazione la parete intermedia 9 è collegata localmente, in corrispondenza del suo perimetro o circonferenza, a rispettive pareti radiali 10, le quali realizzano quindi i precedentemente citati elementi di supporto della stessa parete 9. Di fatto, i passaggi radiali sopra citati - che si estendono in altezza tra la parete di fondo 4 e la parete intermedia 9 - sono delimitati lateralmente dalle pareti 10, che quindi contribuiscono sia al convogliamento del fluido, sia alla sua suddivisione temporanea in sotto-flussi prima di raggiungere l’uscita 8.
In varie forme di attuazione la parete di fondo 4 ha conformazione almeno in parte concava e le pareti 10 e 11 della disposizione di convogliamento hanno ciascuna un’altezza decrescente, a partire dalla loro estremità più prossima all’uscita 8 verso la zona periferica 4a, in modo tale per cui le superfici superiori delle pareti 10, 11 giacciono sostanzialmente in un medesimo piano. Di preferenza, inoltre, la zona periferica anulare 4a della parete 4 ha una superficie superiore piana, che si giace sul medesimo piano delle superfici superiori delle pareti 10 e 11. Molto preferibilmente, anche la superficie superiore 9a della parete intermedia 9 giace sul medesimo piano delle superfici superiori delle pareti 10, 11 e della zona periferica 4a.
In tal modo può essere definito un piano di appoggio comune per un elemento barriera interno della capsula, ad esempio un elemento filtrante atto a prevenire il passaggio di residui del precursore del prodotto liquido attraverso l’uscita 8 e l’ugello di erogazione 7, sino al contenitore del prodotto alimentare erogato (ad esempio granelli di caffè o granuli non disciolti di un preparato solubile). Un tale elemento barriera inferiore, indicato con 12 in figura 3 (non rappresentato in figura 4), appoggia quindi localmente sulle superfici superiori delle pareti 9, 10, 11 e della zona periferica 4a del fondo . L’elemento barriera 12 è fissato perifericamente all’interno del corpo di capsula 2, ad esempio incollato o saldato, particolarmente in corrispondenza della zona periferica 4a (o di una regione di transizione tra la parete di fondo 4 e la parete periferica 3 del corpo di capsula 2) e/o sulla sommità delle pareti 9 e/o 10 e/o 11.
In varie forme di attuazione, quando la capsula 1 contiene un precursore da infusione (ad esempio caffè macinato), l’elemento barriera 12 può essere un elemento filtrante, ad esempio formato con carta-filtro o, di preferenza, con un idoneo tessuto non tessuto. In varie altre forme di attuazione, quando il precursore contenuto nella capsula è di tipo solubile (ad esempio un preparato liofilizzato per the, cioccolata, e simili), l’elemento barriera 12 può essere una lamina provvista di zone indebolite, ad esempio incisioni, preferibilmente a base di alluminio, dove tale lamina è destinata a lacerarsi in corrispondenza delle relative zone indebolite o incisioni per effetto della pressione del fluido iniettato nella capsula al momento della preparazione della bevanda. La suddetta lamina può anche essere provvista di tagli, in luogo di incisioni di indebolimento.
In varie forme di attuazione in cui la capsula prevede l’ugello di erogazione 7, esso ha una lunghezza compresa tra 0,5 cm ed 1,3 cm, preferibilmente circa 1 cm ±15%. Più in generale, la lunghezza dell’ugello 7 può essere compresa tra il 18 ed il 25% dell’altezza complessiva del corpo di capsula 2 (intesa come distanza tra la flangia 5 e l’estremità inferiore dell’ugello 7).
A titolo indicativo, le capsule 1 in accordo all’invenzione, particolarmente quando previste per contenere sostanze solubili, possono avere un diametro della flangia 5 compreso tra 5,3 cm e 5,5 cm, una distanza tra la flangia 5 e l’esterno della parete di fondo 4 compreso tra 3,1 cm e 3,3 cm ed un diametro massimo interno del corpo di capsula compreso tra 4,6 cm e 4,9 cm. L’uscita 8, se definita da una singola apertura centrale, può avere un diametro compreso tra 0,5 cm e 0,9 cm.
Le capsule 1 in accordo all’invenzione possono anche avere dimensioni inferiori, particolarmente quando previste per contenere sostanze per infusione (ad esempio caffè in polvere), ad esempio con un diametro della flangia 5 compreso tra 4,2 cm e 4,8 cm, una distanza tra la flangia 5 e l’esterno della parete di fondo 4 compreso tra 2,3 cm e 2,7 cm ed un diametro massimo interno del corpo di capsula compreso tra 3,5 cm e 4 cm.
In varie forme di attuazione, e come ben visibile nelle figure 3, 5 e 7-9, l’elemento di appoggio interno comprende un elemento assialmente esteso, indicato con 13, che si estende verso l’uscita 8 e/o attraverso di essa, tale elemento essendo preferibilmente sostanzialmente coassiale all’uscita 8. In forme di attuazione che prevedono l’ugello di erogazione 7 l’elemento 13 può estendersi coassialmente anche nell’ugello stesso.
In forme di attuazione del tipo di quelle sinora rappresentate l’elemento assialmente esteso 13 (in seguito anche definito “elemento assiale”, per brevità) è realizzato da una sporgenza che si protende verso il basso dal lato inferiore della parete intermedia 9. Di preferenza tale elemento assiale 13 si diparte sostanzialmente dal centro della superficie inferiore della parete 9. L’elemento assiale 13, ad esempio in forma di un piccolo piolo, ha sezione cilindrica o preferibilmente tronco-conica, come nel caso illustrato nelle figure. L’elemento 13 contribuisce al convogliamento ed all’indirizzamento del flusso del prodotto liquido verso l’uscita 8 e/o attraverso l’ugello 7 ed adempie al contempo funzioni di centra-gocce, al termine dell’erogazione del prodotto stesso.
In forme di attuazione preferite il corpo di capsula 2, inclusivo della parete intermedia 9, delle pareti radiali 10 (ed eventualmente delle pareti 11, se previste) e dell’elemento assiale 13, è formato in un pezzo unico di materiale plastico stampato ad iniezione. In tale attuazione, l’elemento assiale 13 può essere vantaggiosamente realizzare il testimone di iniezione (injection gate mark) del corpo di capsula 2, ovverosia la parte del corpo di capsula corrispondente al punto di iniezione nello stampo del materiale necessario alla formazione del corpo 2. Come si nota, vantaggiosamente, l’elemento 13 si trova in una posizione centrale del corpo di capsula 2 e ciò consente di ottenere un flusso ottimale del materiale di stampaggio nel relativo stampo.
In varie forme di attuazione la capsula 1 comprende un elemento barriera superiore, permeabile al fluido di preparazione, indicato con 14 in figura 3, che delimita superiormente un volume V di contenimento del precursore del prodotto alimentare liquido. L’elemento barriera 14 è di preferenza fissato perifericamente al corpo di capsula 2 ad una superficie interna della parete periferica 3, ad esempio tramite saldatura o incollaggio, dopo che nel corpo capsula 2 è stato immessa la necessaria dose di precursore. Nell’esempio illustrato in figura 3, l’elemento barriera superiore 14 si trova ad una certa distanza rispetto alla parete superiore costituita dalla lamina 6.
L’elemento barriera superiore 14 può essere un elemento filtrante, ad esempio in formato con carta filtro o, di preferenza, con un film microforato di materiale plastico. L’impiego dell’elemento barriera 14 è consigliato ad esempio quando il volume del precursore è inferiore al volume utile interno del corpo di capsula 2 e si voglia quindi confinare il precursore stesso ad una certa distanza dalla lamina superiore 6 della capsula 1. L’elemento barriera superiore 14 potrebbe anche essere assente (ad esempio quando il precursore del prodotto liquido è di tipo solubile), oppure l’elemento barriera superiore 14 potrebbe essere costituito da un elemento filtrante o simile fissato alla flangia 5 del corpo di capsula, in luogo della lamina 6.
La lamina 6 può essere impermeabile e destinata ad essere rimossa prima dell’impiego della capsula 1. In altre possibili forme di attuazione, invece, la lamina 6 non è destinata ad essere rimossa prima dell’impiego della capsula 1, ma è invece destinata ad essere perforata o lacerata da appositi mezzi della macchina di preparazione impiegata, ad esempio mezzi perforatori associati ad un dispositivo iniettore d’acqua della macchina di preparazione.
Il principio di funzionamento delle capsule in accordo all’invenzione è molto semplice. In una capsula 1 viene iniettata acqua calda in pressione, ad esempio attraverso un dispositivo iniettore che perfora la lamina 6. L’acqua attraversa dapprima l’elemento barriera superiore 14 e poi il volume V, definito tra i due elementi barriera 12 e 14, in cui si trova il precursore del prodotto liquido. Sotto la pressione in ingresso alla capsula 1, il prodotto liquido risultante dall’infusione o dalla solubilizzazione attraversa l’elemento barriera inferiore 12 e giunge alla sottostante disposizione di convogliamento. In tale fase, la superficie superiore 9a dell’elemento di supporto interno sostiene efficacemente l’elemento barriera 12 nella sua regione centrale, evitando sue deformazioni verso il basso sotto la pressione del fluido. Nelle soluzioni secondo la tecnica nota l’elemento barriera si estende in genere ad una certa distanza rispetto all’uscita della capsula: la pressione del fluido in ingresso causa spesso deformazioni o cedimenti localizzati dell’elemento barriera, proprio in corrispondenza della sua regione che è direttamente affacciata al di sopra dell’uscita della capsula. Ciò può influire negativamente sulla qualità complessiva del prodotto erogato. Tali problematiche sono ovviate, conformemente all’invenzione, grazie alla presenza dell’elemento di appoggio interno.
La presenza della parete intermedia 9 che sovrasta l’uscita 8 si oppone altresì al deflusso diretto o assiale del prodotto liquido verso l’uscita 8, con il prodotto stesso che viene invece convogliato verso l’uscita 8 mediante i canali definiti tra le pareti 10 e 11 della disposizione di convogliamento. In tal modo è determinata una prima turbolenza nel liquido, e quindi un avvio dell’emulsione. Tale disposizione contribuisce ulteriormente a ridurre le sollecitazioni sulla regione centrale dell’elemento barriera 12: come indicato, di preferenza, l’elemento barriera 12 poggia infatti anche sulle superfici superiori delle pareti 10 e 11, che quindi contribuiscono a garantire ulteriormente la planarità dell’elemento stesso e a contenere sue deformazioni verso il basso anche nella zona che circonda la parete 9.
Come detto, le stesse pareti 10, che alle loro estremità prossimali si estendono verticalmente tra la parete di fondo 4 e la parete intermedia 9, consentono di determinare una pluralità di sotto-flussi del prodotto liquido, prima che questo raggiunga effettivamente l’uscita 8, con ciò accrescendo ulteriormente la turbolenza e l’emulsione, e quindi la formazione di crema o schiuma nel passaggio all’uscita 8 prima, e nell’ugello 7 successivamente. Il prodotto liquido in uscita dai passaggi radiali incide quindi sull’elemento assiale 13 al di sotto della parete intermedia 9, che concentra e guida il flusso verso il basso all’interno dell’ugello 7. Il prodotto alimentare liquido viene quindi raccolto in un idoneo contenitore a valle dell’ugello 7, ad esempio una tazzina, ed in questa fase l’ugello stesso contribuisce ad indirizzare il flusso in uscita, evitando la formazione di schizzi laterali.
Nelle figure 10-15 è illustrata una seconda forma di attuazione, in accordo alla quale la casula è ulteriormente provvista, in corrispondenza della parete di fondo 4, di una pluralità di elementi 15 disposti in modo da definire una disposizione a labirinto, in una posizione radialmente compresa tra la parete di fondo 4, ad esempio la sua zona periferica anulare 4, e l’uscita 8 della stessa parete di fondo 1. Tale caratteristica contribuisce ad aumentare ulteriormente la turbolenza nel flusso del prodotto liquido a partire dalla parete periferica 3 verso l’uscita 8, con ciò favorendo l’emulsione e la formazione di crema o schiuma.
In varie forme di attuazione, la suddetta disposizione a labirinto ha nel complesso una configurazione anulare ed è disposta in modo da circondare gli elementi di supporto 10. Nel caso esemplificato nelle figure 10-15, la disposizione di convogliamento del corpo di capsula 2 comprende solo le pareti radiali 10. In possibili varianti di attuazione possono anche essere previste pareti radiali simili a quelle i precedenza indicate con 11, che saranno tuttavia anch’esse in una regione circondata dalla disposizione a labirinto.
In forme di attuazione preferenziali, gli elementi 15 della disposizione a labirinto comprendendo una pluralità di elementi disposti in posizione sfalsate tra loro in direzione radiale rispetto all’uscita 8, onde definire un percorso tortuoso per il deflusso. Di preferenza, tali elementi 15 sono costituiti da più serie di pareti ad arco, disposte secondo circonferenze concentriche aventi diametri differenti. Nell’esempio illustrato sono allo scopo previste tre serie di pareti ad arco, le pareti della serie intermedia essendo disposte secondo una circonferenza il cui diametro è minore e maggiore, rispettivamente, del diametro delle circonferenze secondo cui sono disposte le pareti della serie più esterna e della serie più interna, rispettivamente. Naturalmente la disposizione a labirinto può avere diversa configurazione, secondo tecnica nota, e comprendere elementi non necessariamente ad arco, ma comunque disposti per definire percorsi tortuosi per il fluido.
Di preferenza, gli elementi 15 sono formati integralmente con la parete di fondo 10. A tale, scopo, nel caso esemplificato, stante la conformazione generalmente concava della parete 4, gli elementi 15 della serie intermedia hanno altezza maggiore e minore delle pareti delle serie più interna e della serie più esterna, rispettivamente. Di preferenza, le superfici superiori degli elementi 15 giacciono secondo un medesimo piano, che è comunque a quello delle superfici superiori della zona periferica anulare 4, delle pareti 10 e della parete 9, onde costituire un supporto per l’elemento barriera inferiore 12. Come già accennato, peraltro, la disposizione a labirinto potrebbe anche essere formata in un elemento a piattello configurato come parte distinta rispetto al corpo di capsula e poggiante sull’interno della parete di fondo 4.
Nelle figure 16-18 è illustrata una ulteriore forma di attuazione, in accordo alla quale l’elemento di appoggio interno non include una parete trasversale del tipo precedentemente indicato con 9, ma unicamente l’elemento 13, che qui risulta assialmente più esteso rispetto al caso precedente. In questo caso, l’elemento barriera 12 poggia centralmente sull’elemento 13, e particolarmente sulla sua superficie superiore, indicata con 13a solo in figura 16. Si apprezzerà che, in forme di attuazione di questo tipo, le funzioni precedentemente descritte in relazione alla parete 9 ed alla sua superficie superiore 9a vengono adempiute dallo stesso elemento 13 e dalla sua superficie superiore 13a.
Come si nota, particolarmente dalle figure 16 e 18, in forme di attuazione di questo tipo l’elemento assiale 13 è collegato localmente, in corrispondenza del suo perimetro o circonferenza, a rispettive pareti radiali 10, le quali supportano quindi lo stesso elemento 13, definendo una serie di passaggi che determinano la suddivisione del flusso prima del suo imbocco nell’uscita 8. Anche in forme di attuazione del tipo descritto con riferimento alle figure 16-18 può essere prevista una disposizione di labirinto, ad esempio del tipo illustrato nelle figure 10-15.
In varie forme di attuazione, la capsula 1 può essere priva dell’ugello di erogazione 7, oppure prevedere un ugello 7 di lunghezza minima. Nelle figure 19 e 20 è esemplificato il caso di una capsula 1 il cui ugello 7 è molto corto, limitandosi a realizzare una sorta di piccolo collare che circonda l’uscita 8. Nel caso raffigurato l’elemento di appoggio interno include sia la parete 9 che l’elemento assiale 13 ma -come per i casi in precedenza descritti - potrebbe essere prevista la sola parete 9, oppure il solo elemento 13. Come si nota, anche in questi casi l’elemento 13 si estende verso il basso, eventualmente ma non necessariamente attraverso l’uscita 8 o l’ugello 7. Come detto, la capsula 1 può però anche essere priva dell’ugello o di un collare in corrispondenza dell’uscita. Anche in tali casi potrebbe essere prevista la sola parete 9, oppure il solo elemento 13, oppure sia la parete 9 che l’elemento 13, con l’elemento 13 -se previsto - che si estende verso il basso, eventualmente ma non necessariamente attraverso l’uscita 8. Anche in forme di attuazione di questo tipo può essere prevista una disposizione di labirinto, ad esempio del tipo illustrato nelle figure 10-15.
Le capsule in accordo all’invenzione sono suscettibili di impiego in macchine per la preparazione di bevande e simili per uso domestico, ad esempio macchine idonee all’uso di capsule denominate Nescafè® Dolce Gusto® e compatibili, particolarmente macchine domestiche il cui sistema di caricamento comprende un supporto capsula sostanzialmente conformato in guisa di cassetto estraibile, ad esempio come descritto in EP 1547498 A. Le capsule in accordo all’invenzione sono peraltro utilizzabili anche in macchine per la preparazione di bevande di tipo professionale o comunitario, in particolare macchine per bar e per esercizi di ristorazione in genere, per la preparazione di caffè espresso.
Come è noto le macchine di questo tipo includono tipicamente elementi portadose amovibili, aventi un corpo a coppa provvisto di impugnatura, dove la cavità del corpo a coppa può essere variamente configurata per ricevere - a seconda dei casi - una quantità di caffè in polvere, oppure una cialda in carta-filtro, o ancora una capsula preconfezionata. Dopo la separazione dell’elemento porta dose dal gruppo iniettore della macchina, nel corpo a coppa può essere immessa la dose di caffè, o la cialda, o la capsula, ed in seguito l’elemento porta-dose può essere nuovamente accoppiato al gruppo iniettore, solitamente per il tramite di un accoppiamento a baionetta, per poi comandare l’erogazione del prodotto liquido.
Un esempio di un elemento porta-dose concepito per l’impiego in abbinamento ad un inserto adattatore è rappresentato in modo schematico in figura 21. L’elemento porta-dose, indicato nel complesso con 20 ed in seguito identificato per brevità anche come “porta-dose”, ha un corpo sostanzialmente a coppa 21 con associata un’impugnatura laterale 22 longitudinalmente estesa ed avente mezzi per l’accoppiamento rilasciabile ad un gruppo di iniezione della macchina di preparazione. Nel caso esemplificato dal corpo a coppa 21 sporgono in direzione radiale alette 23, preferibilmente in posizioni diametrali opposte, facenti parte di un sistema di accoppiamento a baionetta con un suddetto gruppo di iniezione della macchina. Nel caso di noti elementi porta-dose destinati a ricevere caffè in polvere, nella cavità del relativo corpo a coppa è posto un filtro metallico, qui invece assente. La parete di fondo del corpo a coppa 21 ha un’apertura passante, indicata con 25 in figura 21. Nel caso di noti elementi porta-dose, inoltre, a valle del filtro suddetto, in corrispondenza del fondo del corpo a coppa è presente un ugello o un fondello con ugello.
Nel caso dell’elemento porta-dose 20 utilizzabile in accordo a varie forme di attuazione dell’invenzione, sia il suddetto filtro, che il suddetto ugello sono assenti. In tal modo, nella cavità del corpo a coppa 21 è inseribile un inserto adattatore, all’uopo configurato. Un esempio di tale inserto adattatore è illustrato nelle figure 22-25.
L’inserto adattatore, indicato nel complesso con 30, ha un rispettivo corpo adattatore 31 che, in varie forme di attuazione, comprende una parete periferica 32 ed una parete di fondo 33, aventi un profilo interno almeno in parte complementare ad un profilo esterno della parete periferica 3 e della parete di fondo 4 del corpo di capsula 2, rispettivamente, come visibile ad esempio in figura 25. In tal modo è garantito un preciso posizionamento del corpo di capsula 2 all’interno della cavità del corpo adattatore 31.
Di preferenza, all’estremità superiore della parete periferica 32, il corpo adattatore 31 presenta una flangia anulare 32a sporgente verso l’esterno, destinata a trovare riscontro con un bordo superiore del corpo a coppa 21 del porta-dose 20. Tale misura garantisce un sicuro accoppiamento del corpo adattatore 31 all’interno della cavità del corpo a coppa 21 del porta-dose 20. A tale scopo è inoltre preferibile che anche il profilo esterno della parete periferica 32 e/o della parete di fondo 33 del corpo adattatore 31 sia almeno in parte complementare al profilo interno della cavità del corpo a coppa 21. Di preferenza, il corpo adattatore 31 è inserito con almeno leggera interferenza all’interno della cavità del corpo a coppa 21.
In accordo a forme di attuazione preferite, il profilo interno della parete periferica 32 del corpo adattatore 31 presenta almeno un gradino, onde definire una superficie trasversale di appoggio, sulla quale è suscettibile di attestarsi una corrispondente superficie trasversale del profilo esterno della parete periferica 3 del corpo di capsula 2. Nelle figure 22, 24 e 25, ad esempio, con 32b è indicata una superficie trasversale della parete 32 destinata a ricevere su di essa la flangia 5 del corpo di capsula 2. Nell’esempio non limitativo illustrato in figura 25, inoltre, il profilo interno della parete periferica 32 definisce due ulteriori gradini, con relative superfici trasversali indicate con 32c e 32d, su cui trovano appoggio corrispondenti superfici trasversali del profilo esterno della parete periferica 3 del corpo di capsula 2.
In varie forme di attuazione la parete di fondo 33 del corpo adattatore 31 ha un’apertura centrale, indicata con 33a in figura 25, suscettibile di ricevere attraverso di essa l’ugello di erogazione 7 del corpo di capsula 2. Anche tale misura contribuisce ad accrescere la precisione di accoppiamento del corpo di capsula 2 all’interno dell’inserto adattatore 30. Di preferenza la parete di fondo 33 del corpo adattatore 31 ha uno spessore tale per cui, con una capsula 1 inserita a fondo nell’inserto adattatore 30, l’ugello di erogazione 7 del corpo di capsula 2 sporge inferiormente oltre la parete di fondo 33 del corpo adattatore 31.
In varie forme di attuazione l’apertura 25 dell’elemento porta-dose 20 e la porzione inferiore del corpo adattatore 31 hanno dimensioni relative tali per cui quest’ultima sporga inferiormente dal corpo a coppa 21. Tale caratteristica consente di sfruttare direttamente l’ugello 7 del corpo di capsula 2 - che in questo caso sarà dimensionato in lunghezza per sporgere inferiormente oltre l’inserto adattatore 31 - per l’erogazione diretta del prodotto alimentare liquido in un sottostante contenitore, senza che il porta-dose 20 necessiti di un proprio ugello, come invece avviene secondo la tecnica nota. In alternativa, il corpo a coppa 21 può avere una parete di fondo con un’apertura 25 le cui dimensioni saranno tali per cui almeno una porzione della parete inferiore 33 del corpo adattatore 31 che include l’apertura centrale 33a risulti affacciata a tale apertura 25, con l’ugello 7 che è passante nelle aperture 33a e 25 onde sporgere inferiormente anche rispetto al corpo a coppa 21: lo spessore della parete 33, lo spessore della parete di fondo del corpo a coppa 21 e la lunghezza dell’ugello 7 saranno scelte per far si che almeno una porzione di estremità inferiore dell’ugello 7 sporga in basso oltre il corpo a coppa. Naturalmente l’apertura 25 della parete di fondo del corpo a coppa 21 potrà anche avere un diametro relativamente modesto, ad esempio sostanzialmente simile a quello dell’apertura 33a, e comunque sufficiente a consentire l’inserimento attraverso di essa dell’ugello erogatore 7.
Come si intuisce, anche l’impiego dell’inserto adattatore 30 è molto semplice. A tale scopo, l’inserto 30 viene inserito all’interno del corpo a coppa 21 del porta-dose 20, preferibilmente con leggera interferenza. In seguito, quando si presenta la necessità di utilizzo, nell’inserto 30 accoppiato al porta-dose 20 viene inserita una capsula 1. Il porta-dose 20 può quindi essere accoppiato al gruppo iniettore della macchina di preparazione e la preparazione del prodotto liquido può essere avviata. Tale prodotto viene ottenuto con le modalità già in precedenza spiegate e può fluire direttamente nel contenitore di raccolta per il tramite dell’ugello di erogazione 7 del corpo di capsula 2.
Un vantaggio sostanziale determinato dall’impiego della capsula 1 in abbinamento all’inserto adattatore 30 ed al porta-dose 20 è rappresentato dal fatto che sia l’inserto che il porta-dose non vengono in alcun modo sporcati dal prodotto liquido erogato. Gli elementi porta-dose secondo la tecnica nota previsti ospitare una capsula, anche con eventuali adattatori (si veda ad esempio WO 97/43937 A), presuppongono la presenza di un rispettivo ugello: questo ha come conseguenza che, dopo un’erogazione, residui del prodotto liquido erogato rimangono sul fondo dell’inserto e/o del porta-dose, e comunque nell’ugello del porta-dose, potendo con ciò contaminare l’erogazione di un successivo prodotto se non si procede ad un preventivo lavaggio dell’inserto e del portadose (si pensi ad una prima erogazione effettuata con una capsula per cioccolata cui segue immediatamente una successiva erogazione effettuata con una capsula per the: il the erogato potrà contenere residui di cioccolata). Questa problematica è ovviata nel caso della presente invenzione, dove il corpo capsula 2 con il relativo ugello erogatore 7 evita ogni contaminazione dell’inserto e del porta-dose 20.
E’ anche possibile realizzare elementi porta-dose specificamente concepiti per l’impiego delle capsule 1 secondo l’invenzione, senza la necessità di un inserto adattatore. In tal caso le superfici interne del corpo a coppa del porta-dose potranno ad esempio essere configurate in modo simile a quelle descritte per il corpo adattatore 31, o più in generale avere un profilo almeno in parte complementare al profilo esterno delle capsule 1, con il corpo a coppa provvisto di un’apertura inferiore tale da consentire alla porzione inferiore del corpo capsula 2, o almeno ad una porzione di estremità inferiore del suo ugello erogatore 7, di sporgere inferiormente oltre la suddetta parete di fondo. Si apprezzerà che anche un siffatto porta-dose non viene sporcato dal prodotto alimentare liquido, a seguito di un’erogazione, come in precedenza descritto in relazione all’inserto adattatore 30.
Naturalmente, i particolari di costruzione e le forme di realizzazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato a puro titolo di esempio, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione, così come definita nelle rivendicazioni che seguono.
Nelle forme di attuazione in precedenza esemplificate la capsula 1 è di tipo non sigillato e per tale ragione la medesima è preferibilmente confezionata singolarmente in un sacchetto a tenuta ermetica. Tuttavia, in accordo a possibili varianti di attuazione, la capsula 1 in accordo all’invenzione può essere di tipo sigillato, ad esempio adottando gli accorgimenti indicati in WO 2011/080022 A o in US 2014/290494, ovverosia impiegando una lamina di sigillatura superiore, spellabile prima dell’uso o perforabile dal gruppo di infusione della macchina di preparazione, ed una lamina spellabile di sigillatura o un tappo asportabile all’estremità inferiore dell’ugello di erogazione 7 o in corrispondenza dell’uscita 8 (se l’ugello non è previsto), da rimuovere prima dell’impiego della capsula.
Altra possibilità in tal senso è quella di prevedere una lamina di sigillatura inferiore, ma all’interno della capsula, in appoggio su di una disposizione di convogliamento provvista superiormente di punte di perforazione, sostanzialmente secondo gli insegnamenti di EP 1574452 A: in un tale tipo di attuazione, la pressione che si instaura all’interno della capsula 1 a seguito dell’iniezione dell’acqua di preparazione determina una spinta della suddetta lamina inferiore sulle punte citate, causandone con ciò la perforazione ed il conseguente deflusso del prodotto liquido attraverso l’uscita 8. La lamina di sigillatura interna può in questo caso fungere anche da elemento barriera o filtrante, oppure almeno un elemento barriera o filtrante del tipo indicato con 12 può essere disposto al di sopra o al di sotto della lamina di sigillatura interna. Come già detto, inoltre, altra possibilità ancora è quella di prevedere una lamina di sigillatura interna provvista di zone indebolite, ad esempio in forma di incisioni, suscettibile di lacerarsi a causa della pressione che si instaura all’interno della capsula. Anche in questo caso, di preferenza, almeno un elemento filtrante del tipo indicato con 12 può essere disposto al di sopra o al di sotto della lamina di sigillatura interna.
Il corpo capsula 2 può essere convenientemente stampato ad iniezione con un materiale biodegradabile o compostabile. In tali applicazioni gli elementi barriera o filtranti impiegati nella capsula 1 saranno anch’essi convenientemente formati con materiali biodegradabili o compostabili, ad esempio materiali a base di cellulosa, onde consentire uno smaltimento completo della capsula stessa, ad esempio tramite compostaggio.
La parete intermedia 9 e/o l’elemento assiale 13 ed i relativi elementi di supporto che definiscono i passaggi radiali per il fluido, ed eventualmente la disposizione di convogliamento, possono essere definiti in un corpo unico da un elemento a piattello, ad esempio stampato ad iniezione con materia plastica o compostabile, che poggia sul lato interno del fondo 4 del corpo di capsula 2, e sul quale è montato l’elemento barriera inferiore 12.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una capsula monouso per la preparazione di un prodotto alimentare liquido in una macchina di preparazione, la capsula (1) contenendo almeno una sostanza suscettibile di formare il prodotto alimentare liquido tramite acqua e/o vapore ed avendo un corpo di capsula (2) che comprende una parete periferica (3) ed una parete di fondo (4) avente un’uscita (8) per il prodotto alimentare liquido, in cui ad un’estremità della parete periferica (3) opposta alla parete di fondo (4) è assicurata una parete di chiusura (6), particolarmente in corrispondenza di una flangia anulare (5) definita dalla parete periferica (3) a detta estremità, ed in cui la capsula ha un elemento barriera inferiore (12), quale un elemento filtrante o una lamina avente indebolimenti locali, al di sopra del quale si trova l’almeno una sostanza suscettibile di formare il prodotto alimentare liquido, la capsula (1) essendo caratterizzata dal fatto che comprende ulteriormente un elemento di appoggio interno (9, 13; 13), in posizione sostanzialmente coassiale all’uscita (8) ed avente una superficie superiore (9a; 13a) che si estende trasversalmente ad un’altezza maggiore rispetto all’uscita (8), che la superficie superiore (9a; 13a) ha dimensioni perimetrali inferiori delle dimensioni perimetrali della parete di fondo (4), e che sulla superficie superiore (9a; 13a) poggia una regione centrale dell’elemento barriera inferiore (12).
  2. 2. La capsula secondo la rivendicazione 1, in cui l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) comprende un elemento assialmente esteso (13) che si estende verso l’uscita (8) e/o attraverso l’uscita (8), preferibilmente sostanzialmente coassiale ad essa.
  3. 3. La capsula secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui il corpo di capsula (2) definisce un ugello di erogazione (7) che sporge assialmente a partire dalla parete di fondo (4) verso l’esterno del corpo di capsula (2), l’ugello di erogazione (7) avendo un imbocco in corrispondenza dell’uscita (8), l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) essendo in posizione sostanzialmente coassiale all’ugello di erogazione (7).
  4. 4. La capsula secondo una qualsiasi della rivendicazioni 1-3, in cui l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) è sostenuto in posizione distanziata rispetto all’uscita (8) tramite una pluralità di elementi di supporto (10) che si estendono tra la parete di fondo (4) e l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13), in modo tale per cui tra la parete di fondo (4) e l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) è definita una pluralità di passaggi sostanzialmente radiali, ciascuno delimitato lateralmente da due detti elementi di supporto (10), per il deflusso del prodotto alimentare liquido verso l’uscita (8), l’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) essendo preferibilmente formato integralmente con gli elementi di supporto (10).
  5. 5. La capsula secondo la rivendicazione 4, in cui l’elemento di appoggio interno (9, 13) comprende una parete trasversale intermedia (9) che si estende al di sopra dell’uscita (8) a distanza da essa, la parete trasversale intermedia (9) essendo sostenuta in posizione distanziata verticalmente rispetto all’uscita (8) tramite detti elementi di supporto (10), in modo tale per cui tra la parete di fondo (4) e la parete trasversale intermedia (9) è definita detta pluralità di passaggi sostanzialmente radiali.
  6. 6. La capsula secondo le rivendicazione 4 o la rivendicazione 5, in cui l’elemento di appoggio interno (9, 13) comprende una sporgenza (13) che si protende verso il basso a partire da una superficie inferiore della la parete trasversale intermedia (9).
  7. 7. La capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 4-6, in cui l’uscita (8) e la superficie superiore (9a; 13a) dell’elemento di appoggio interno (9, 13; 13) hanno sezione trasversale sostanzialmente circolare e gli elementi di supporto (10) sono disposti secondo un perimetro della superficie superiore (9a; 13a), la superficie superiore (9a; 13a) avendo preferibilmente un diametro non inferiore a quello dell’uscita (8).
  8. 8. La capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-7, in cui all’interno del corpo di capsula (2), sostanzialmente in corrispondenza della parete di fondo (4), è prevista una disposizione di convogliamento (10, 11; 10), definente una pluralità di canali per indirizzare il prodotto alimentare liquido verso l’uscita (8), la disposizione di convogliamento (10, 11; 10) essendo preferibilmente formata integralmente con il corpo di capsula (2).
  9. 9. La capsula secondo le rivendicazioni 4 e 8, in cui gli elementi di supporto (10) appartengono alla disposizione di convogliamento (10, 11; 10).
  10. 10. La capsula secondo la rivendicazione 9, in cui la disposizione di convogliamento comprende una pluralità di pareti (10, 11; 10) generalmente verticali che si estendono in una direzione sostanzialmente radiale relativamente all’uscita (8), gli elementi di supporto comprendendo almeno alcune di dette pareti (10, 11; 10), dove preferibilmente almeno alcune delle pareti (10, 11; 10) della disposizione di convogliamento hanno rispettive superfici superiori sulle quali poggia localmente l’elemento barriera inferiore (12) e/o la parete di fondo (4) ha una zona anulare periferica (4a) avente una superficie superiore sostanzialmente piana sulla quale poggia una corrispondente porzione anulare dell’elemento barriera inferiore (12).
  11. 11. La capsula secondo la rivendicazione 10, in cui le pareti (10, 11; 10) della disposizione di convogliamento comprendono prime pareti (10), aventi ciascuna un’estremità prossimale sostanzialmente in corrispondenza di un bordo dell’uscita (8) ed un’estremità distale che è distanziata rispetto ad una zona anulare periferica (4a) della parete di fondo (4), dove preferibilmente le pareti (10, 11; 10) della disposizione di convogliamento comprendono seconde pareti (11), aventi ciascuna un’estremità prossimale che è distanziata rispetto all’uscita (8), con le seconde pareti (11) che si dipartono preferibilmente dalla zona anulare periferica (4a) della parete di fondo (4) e con ciascuna prima parete (10) si estende fra due seconde pareti (11), o viceversa.
  12. 12. La capsula secondo la rivendicazione 10 o la rivendicazione 11, in cui la parete di fondo (4) ha conformazione generalmente concava e le pareti (10, 11; 10) della disposizione di convogliamento hanno ciascuna un’altezza decrescente, a partire da una loro estremità più prossima all’uscita (8) verso la parete periferica (3), in modo tale per cui dette pareti (10, 11; 10) hanno rispettive superfici superiori che giacciono sostanzialmente secondo un piano comune.
  13. 13. La capsula secondo la rivendicazione 4, comprende inoltre una pluralità di elementi (15) definenti una disposizione a labirinto in corrispondenza della parete di fondo (4), in una posizione radialmente compresa tra la parete laterale (3) e l’uscita (8), la disposizione a labirinto avendo una configurazione generalmente anulare e circondando la pluralità di elementi di supporto (10), gli elementi (15) della disposizione a labirinto comprendendo di preferenza una pluralità di pareti ad arco in posizioni sfalsate in direzione radiale rispetto all’uscita (8), gli elementi (15) della disposizione a labirinto essendo in particolare formati integralmente con la parete di fondo (4).
  14. 14. La capsula secondo le rivendicazioni 5, 10 e 14, in cui le superfici superiori dell’elemento di appoggio interno (9, 13; 13), di almeno alcune delle pareti (10, 11; 10) della disposizione di convogliamento e di almeno alcuni degli elementi (15) della disposizione a labirinto giacciono sostanzialmente secondo un medesimo piano.
  15. 15. Un elemento porta-dose amovibile (20) di una macchina per la preparazione di prodotti alimentari liquidi per l’uso di una capsula (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 3-14, in cui l’elemento porta-dose (20) ha corpo sostanzialmente a coppa (21) provvisto di un’impugnatura (22) e di mezzi (23) per l’accoppiamento rilasciabile ad un gruppo di iniezione della macchina di preparazione, in cui il corpo sostanzialmente a coppa (21) ha un’apertura inferiore (25) attraverso la quale una porzione inferiore del corpo di capsula (2) includente l’ugello erogatore (7), oppure una porzione di estremità inferiore dell’ugello erogatore (7), sporge inferiormente oltre il corpo sostanzialmente a coppa (21), per consentire l’erogazione diretta del prodotto alimentare liquido dalla capsula (1) ad un sottostante contenitore di raccolta tramite l’ugello erogatore (7).
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