ITUD20130115A1 - Spazzola per apparecchiature di pulizia - Google Patents

Spazzola per apparecchiature di pulizia

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Publication number
ITUD20130115A1
ITUD20130115A1 IT000115A ITUD20130115A ITUD20130115A1 IT UD20130115 A1 ITUD20130115 A1 IT UD20130115A1 IT 000115 A IT000115 A IT 000115A IT UD20130115 A ITUD20130115 A IT UD20130115A IT UD20130115 A1 ITUD20130115 A1 IT UD20130115A1
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IT
Italy
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bristles
brush
movement mechanism
lever
containment body
Prior art date
Application number
IT000115A
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English (en)
Inventor
Longhi Giuseppe De
Piazza Giorgio Di
Fabio Volpato
Original Assignee
Longhi Appliances S R L Con Un Ico Socio De
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Publication date
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Priority to CN201480060853.2A priority patent/CN105744870B/zh
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47LDOMESTIC WASHING OR CLEANING; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47L9/00Details or accessories of suction cleaners, e.g. mechanical means for controlling the suction or for effecting pulsating action; Storing devices specially adapted to suction cleaners or parts thereof; Carrying-vehicles specially adapted for suction cleaners
    • A47L9/02Nozzles
    • A47L9/06Nozzles with fixed, e.g. adjustably fixed brushes or the like
    • A47L9/0633Nozzles with fixed, e.g. adjustably fixed brushes or the like with retractable brushes, combs, lips or pads
    • A47L9/064Nozzles with fixed, e.g. adjustably fixed brushes or the like with retractable brushes, combs, lips or pads actuating means therefor
    • A47L9/0653Nozzles with fixed, e.g. adjustably fixed brushes or the like with retractable brushes, combs, lips or pads actuating means therefor with mechanical actuation, e.g. using a lever
    • AHUMAN NECESSITIES
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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"SPAZZOLA PER APPARECCHIATURE DI PULIZIA"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad una spazzola utilizzabile come accessorio terminale per apparecchiature di pulizia, quali aspirapolvere, scope elettriche, apparecchi combinati di aspirazione e lavaggio pavimenti, o impianti domestici centralizzati di aspirazione della polvere.
In particolare, il presente trovato è utilizzabile sia per la pulizia di superfici lisce o rivestite con piastrelle, oppure con parquet di legno o suoi derivati o surrogati, oppure con laminato od altri rivestimenti polimerici, sia per la pulizia di tappeti o moquette od altre superfici in tessuto, ad esempio di cuscini o elementi d’arredo.
STATO DELLA TECNICA
È noto utilizzare ugelli e/o spazzole di diverse dimensioni e conformazioni quali accessori terminali per apparecchiature di pulizia, allo scopo di adattare la funzionalità e l’efficienza di tali apparecchiature a seconda delle diverse condizioni di pulizia che si presentano di volta in volta.
Tali accessori sono normalmente studiati per scopi specifici e pertanto sono generalmente configurati per essere amovibili e sostituibili sulla base della loro possibilità od opportunità d’uso.
Sono note spazzole ad utilizzo generico adatte all’aspirazione della polvere ed alla raccolta dello sporco presente su superfici comuni, lisce e resistenti, quali pavimenti rivestiti con piastrelle, o con laminato, resine o strati polimerici di vario tipo.
Questa tipologia di spazzole presenta, in prossimità delle aperture di aspirazione, generalmente una o più file di setole plastiche, che devono essere sia flessibili che resistenti e che normalmente hanno una media durezza.
Sono pure note spazzole specificatamente studiate per l’aspirazione di superfici in tessuto, come ad esempio moquette, tappeti, o cuscini. Queste spazzole possono essere provviste di setole dure più corte di quelle utilizzate per le superfici anzidette, oppure, al posto delle setole, di strisce di velluto od altro materiale, oppure di ruote, che ne consentono lo scivolamento sulle superfici in tessuto e/o la cattura elettrostatica della polvere o di altri residui di sporco.
Sono altresì note spazzole ad utilizzo esclusivo per superfici delicate, ad esempio per quelle rivestite con parquet o con il cosiddetto prefinito di legno, oppure con lastre di marmo o vetro. Tali spazzole hanno setole realizzate con materiali naturali o sintetici caratterizzati da elevata flessibilità e da rigidezza inferiore rispetto a quelle delle spazzole per le superfici più resistenti.
Ulteriori spazzole note sono bivalenti, ovvero fungono sia da spazzola generica per la pulizia delle superfici lisce comuni, sia permettono la pulizia delle superfici in tessuto. Queste spazzole note sono provviste generalmente di setole retrattili e di un corpo di contenimento configurato per accoglierle al proprio interno, parzialmente o completamente.
È uso comune che il passaggio da una funzionalità all’altra delle spazzole bivalenti sia determinato dalla ritrazione delle setole mediante un meccanismo di ritrazione alloggiato all’interno del corpo di contenimento. L’azionamento di tale meccanismo avviene solitamente per mezzo di una leva a pedale almeno in parte esterna al corpo di contenimento e accessibile dall’esterno.
Sulla base di quanto sopra, risulta chiaro che un inconveniente della tecnica nota risiede nel fatto che ad un’apparecchiatura di pulizia, per renderla versatile, debbano essere associati una pluralità di accessori terminali, tra i quali almeno due o tre spazzole, le quali sono al massimo bivalenti.
Un ulteriore inconveniente delle spazzole note, in particolare di quelle bivalenti, è quello di essere generalmente ingombranti e pesanti, a causa della mole di componenti alloggiati nel corpo di contenimento.
Uno scopo del presente trovato è quello di realizzare una spazzola per apparecchiature di pulizia che sia in grado di avere una pluralità di funzionalità, determinando elevate versatilità ed efficienza dell’apparecchiatura di pulizia alla quale è associata, e che permetta di ridurre la quantità di accessori necessari per la pulizia di superfici di diversa natura e caratteristiche.
Un ulteriore scopo è quello di realizzare una spazzola che sia nel contempo multifunzione, leggera, semplice da realizzare e da utilizzare, e costituita da un ridotto numero di componenti.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, una spazzola per apparecchiature di pulizia secondo il presente trovato comprende un corpo di contenimento, una pluralità di setole, mezzi di comando e movimentazione delle setole selettivamente attivabili per far assumere alla spazzola una prima condizione di funzionamento, in cui tutte le setole sporgono dal corpo di contenimento, ed una seconda condizione di funzionamento in cui tutte le setole sono completamente ritratte all’interno del corpo di contenimento.
Secondo un aspetto caratteristico del presente trovato, i suddetti mezzi di comando e movimentazione setole sono attivabili selettivamente per far assumere alla spazzola anche una terza condizione di funzionamento, nella quale almeno un primo gruppo di setole sporge all’esterno del corpo di contenimento ed almeno un gruppo di setole è completamente ritratto all 'interno di esso.
La spazzola secondo il presente trovato ha quindi il vantaggio di poter assumere tre distinte condizioni di funzionamento, a differenza delle due condizioni generalmente adottate nelle spazzole note. Ciò si traduce, unitamente alla suddivisione delle setole in gruppi, in una maggiore versatilità e flessibilità d’uso della spazzola, che può quindi essere vantaggiosamente utilizzata in più situazioni di sporco, sia esso grossolano, normale, o fine, e per pressoché tutte le superfici da pulire, siano esse lisce, con fughe, resistenti, delicate, oppure in tessuto.
Un ulteriore vantaggio del presente trovato è quello di permettere di ridurre la quantità di accessori per macchine di pulizia necessari ad un utente, racchiudendo in una spazzola una pluralità di funzioni.
In forme di realizzazione, nella terza condizione di funzionamento, la quantità di cui sporge il suddetto primo gruppo di setole dal corpo di contenimento è maggiore della quantità di cui sporgono tutte le setole dal corpo di contenimento nella prima condizione di funzionamento.
Il presente trovato si riferisce anche a forme di realizzazione nelle quali la quantità di cui sporge il suddetto primo gruppo di setole dal corpo di contenimento nella terza condizione di funzionamento è minore, oppure uguale, della quantità di cui sporgono tutte le setole dal corpo di contenimento nella prima condizione di funzionamento. Ciò permette, a differenza delle spazzole note, di ottenere almeno due altezze diverse delle bocchette di aspirazione della spazzola, esterne al corpo di contenimento, rispetto alla superficie da pulire, potendo quindi anche gestire diverse efficienze di aspirazione, a seconda delle necessità.
In possibili soluzioni, i mezzi di comando e movimentazione setole comprendono almeno un primo meccanismo di movimentazione setole collegato al primo gruppo di setole ed una prima leva di comando attivabile selettivamente per far assumere al primo meccanismo di movimentazione setole una posizione attivata, nella quale il primo gruppo di setole sporge dal corpo di contenimento di una voluta quantità, ed una posizione disattivata, nella quale il primo gruppo di setole è completamente ritratto all’interno del suddetto corpo di contenimento.
In forme di realizzazione, i mezzi di comando e movimentazione setole comprendono anche un secondo meccanismo di movimentazione setole, collegato al secondo gruppo di setole, ed una seconda leva di comando attivabile selettivamente per far assumere contemporaneamente al primo meccanismo di movimentazione setole una posizione parzialmente attivata e al secondo meccanismo di movimentazione setole una posizione attivata, nella quale sia il primo che il secondo gruppo di setole sporgono parzialmente dal corpo di contenimento della spazzola.
In implementazioni del presente trovato, la spazzola può anche comprendere una terza leva, che, qualsiasi sia il meccanismo di movimentazione setole in posizione attivata, ne determina il passaggio alla posizione disattivata.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fornita a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 è una vista in pianta di una spazzola secondo il presente trovato;
- le figg. 2a-2c sono viste schematiche dal basso della spazzola di fig. 1 in tre diverse condizioni di funzionamento;
- le figg. 3a e 3b sono viste assonometriche di un componente della spazzola di fig. 1 in due rispettive posizioni di funzionamento;
- le figg. 4a e 4b sono viste assonometriche di un ulteriore componente della spazzola di fig. 1 in due rispettive posizioni di funzionamento;
- le figg. da 5 a 7 sono viste in sezione della spazzola di fig. 1 secondo la linea S-S, in tre rispettive condizioni di funzionamento;
- la fig. 8 è una vista in sezione della spazzola di fig. 1 secondo la linea VIII- VIII.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Con riferimento alla fig. 1 , una spazzola secondo il presente trovato è indicata nel complesso con il riferimento numerico 10 ed è configurata per essere associata come accessorio terminale ad apparecchiature di pulizia, quali aspirapolvere, scope elettriche od altre apparecchiature per l’aspirazione di polvere od altri corpuscoli da una superficie.
La spazzola 10 include un corpo di contenimento 11, che definisce la struttura principale e la conformazione esterna della spazzola 10.
Il corpo di contenimento 11 può essere definito da un unico guscio, continuo ed in pezzo unico, oppure da una pluralità di parti tra loro collegate a definire un corpo chiuso, quali, come nelle soluzioni descritte con riferimento alle figure allegate, una parte superiore 111, ed una parte inferiore, o fondo spazzola 211, oppure ancora una parte anteriore ed una posteriore, o combinazioni delle soluzioni anzidette.
Nel corpo di contenimento 11 sono contenuti due meccanismi configurati per la movimentazione di setole 14 in uscita dal, ed in ritrazione nel, corpo di contenimento 11.
Il riferimento agli anzidetti due meccanismi è utilizzato nella presente descrizione a mero titolo esemplificativo di possibili mezzi di movimentazione e comando delle setole 14, con ciò non intendendo limitare l’ambito di protezione del presente trovato. I due meccanismi sopraccitati includono un primo meccanismo di movimentazione setole 12 ed un secondo meccanismo di movimentazione setole 13.
Il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è configurato per movimentare un primo gruppo di setole 14a ed il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è configurato per movimentare un secondo gruppo di setole 14b.
Nella parte superiore 111 del corpo di contenimento 11 è ricavata una prima apertura passante 15a nella quale è inserita, in modo da sporgere parzialmente dalla stessa parte superiore 111, una prima leva 16a di comando del primo meccanismo di movimentazione setole 12.
Nella parte superiore 111 del corpo di contenimento 11 è ricavata anche una seconda apertura passante 15b nella quale è inserita, in modo da sporgere parzialmente dalla stessa parte superiore 111, una seconda leva 16b di comando del secondo meccanismo di movimentazione setole 13.
Una terza apertura passante 15c è ricavata nella parte superiore 111 del corpo di contenimento 11 ed alloggia una terza leva 16c di ritrazione delle setole 14, parzialmente sporgente dalla stessa parte superiore 111 e cooperante con entrambi i summenzionati meccanismi di movimentazione setole 12, 13.
La prima leva 16a, la seconda leva 16b e la terza leva 16c sporgono parzialmente dalla parte superiore 111 del corpo di contenimento 11 per poter essere azionate selettivamente dall’esterno da un utilizzatore, ad esempio manualmente prima dell’installazione della spazzola 10 nell 'apparecchiatura di pulizia, oppure con un piede dopo l’installazione della spazzola 10 e/o durante l’uso dell’apparecchiatura stessa.
Il riferimento alle leve 16a, 16b, 16c ha valore puramente esemplificativo di una possibile forma di realizzazione di mezzi di movimentazione e comando delle setole 14, con ciò non intendendo limitare il campo di protezione del presente trovato. Sono infatti possibili, ad esempio, forme di realizzazione in cui la spazzola 10 è provvista di una sola leva di comando, oppure ulteriori forme di realizzazione in cui la spazzola 10 include mezzi di movimentazione e comando azionabili a distanza, privi di leve di comando e/o meccanismi di movimentazione.
Nel caso di specie, l’azionamento selettivo della prima leva 16a, della seconda leva 16b e della terza leva 16c determinano il comando in attivazione o disattivazione di uno od entrambi i meccanismi di movimentazione setole 12, 13.
In seguito a tale azionamento selettivo, la spazzola 10 può assumere tre condizioni di funzionamento, a seconda delle superfici da pulire, come sarà dettagliato nel prosieguo della presente descrizione.
Il corpo di contenimento 11, inoltre, racchiude convenzionalmente un condotto di aspirazione 17 che convoglia la polvere od i corpuscoli dalla superficie da pulire verso il corpo dell’apparecchiatura di pulizia.
Nelle figure da 2a a 2c è visibile una bocchetta di aspirazione 18 che comunicano con il condotto di aspirazione 17 e ne rappresentano l’apertura verso la superficie da pulire.
Nelle medesime figure da 2a a 2c è riportato, per comodità e chiarezza grafica, solamente il fondo spazzola 211, con ciò non intendendo limitare le soluzioni realizzative del presente trovato, e rimanendo la presente descrizione riferita anche alla parte superiore 111 del corpo di contenimento 11.
La figura 2a è utilizzata per descrivere schematicamente una prima condizione di funzionamento della spazzola 10, nella quale tutte le setole 14, ossia tanto quelle del primo gruppo di setole 14a che quelle del secondo gruppo di setole 14b fuoriescono dal fondo spazzola 211. In tale condizione, si viene a creare una camera di aspirazione quasi completamente chiusa, essendo le setole 14 posizionate sia anteriormente che posteriormente rispetto alla bocchetta di aspirazione 18.
La figura 2b è utilizzata per descrivere schematicamente una seconda condizione di funzionamento della spazzola 10, nella quale tutte le setole 14 sono ritratte all’interno del corpo di contenimento 11, e quindi né quelle del primo gruppo di setole 14a né quelle del secondo gruppo di setole 14b fuoriescono da esso. In questo caso, il contatto con la superfìcie da pulire è stabilito mediante ruote 19 presenti, nel caso di specie, in corrispondenza della zona posteriore del fondo spazzola 211, in prossimità della parte della spazzola 10 configurata per essere accoppiata all’apparecchiatura di pulizia. In forme di realizzazione, eventuali ulteriori ruote 19 possono essere anche presenti in prossimità della bocchetta di aspirazione 18.
Ulteriori soluzioni realizzative possono prevedere, al posto delle ruote 19 ulteriori, inserti in velluto o in materiale plastico.
La figura 2c è utilizzata per descrivere schematicamente una terza condizione di funzionamento della spazzola 10, nella quale solo una parte delle setole 14, nella fattispecie solamente quelle del primo gruppo di setole 14a, sporge dal fondo spazzola 211.
La prima condizione di funzionamento (fig. 2a) può essere adottata per la pulizia abituale di pavimenti lisci e convenzionalmente resistenti, ad esempio piastrelle ceramiche, la seconda condizione di funzionamento (fig. 2b) può essere adottata per la pulizia di superfici in tessuto, ad esempio moquette o tappeti, oppure superfici con fughe ampie, mentre la terza condizione di funzionamento (fig. 2c) può essere adottata per pavimenti delicati, ad esempio il parquet, e/o per condizioni di sporco grossolano. Le figure 3a e 3b sono utilizzate per descrivere forme di realizzazione del primo meccanismo di movimentazione setole 12, il quale è configurato per muovere verticalmente le setole del primo gruppo di setole 14a.
In figura 3a, il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è rappresentato in una posizione attivata, o di abbassamento del primo gruppo di setole 14a, mentre in figura 3b è rappresentato in una posizione disattivata, o di ritrazione del primo gruppo di setole 14a.
Le figure 4a e 4b sono utilizzate per descrivere forme di realizzazione del secondo meccanismo di movimentazione setole 13, il quale è configurato per muovere verticalmente le setole del secondo gruppo di setole 14b.
In figura 4a, il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è rappresentato in una posizione attivata, o posizione di abbassamento del secondo gruppo di setole 14b, mentre in figura 4b è rappresentato in una posizione disattivata, o posizione di ritrazione del secondo gruppo di setole 14b.
Il primo meccanismo di movimentazione setole 12 può essere collegato alla summenzionata prima leva 16a e includere un telaio di supporto 20a, al quale è fissato il primo gruppo di setole 14a, un bilanciere 21a ed un’asta 22a che collega la prima leva 16a ed il bilanciere 21a.
La prima leva 16a è imperniata sul corpo di contenimento 11, ad esempio sulla sua parte superiore 111, in corrispondenza di un proprio perno di rotazione 23a, il quale definisce un primo asse di rotazione XI attorno al quale ruota la prima leva 16a per far passare il primo meccanismo di movimentazione setole 12 dalla posizione attivata a quella disattivata, e viceversa.
Il bilanciere 21a è provvisto di un’estremità imperniata 121a, collegata in modo girevole al corpo di contenimento 11, ad esempio alla sua parte superiore 111, in modo da definire un secondo asse di rotazione X2.
L’asta 22a può avere una prima porzione d’estremità 122a, incernierata alla prima leva 16a in corrispondenza di un segmento di spinta 116a di quest’ultima, ed una seconda porzione d’estremità 222a, opposta alla prima porzione d’estremità 122a, incernierata ad un’estremità di collegamento 22 la del bilanciere 21a, opposta rispetto all’estremità di imper 121 a di quest’ultimo.
In forme di realizzazione, quali quelle esemplificativamente riportate nelle figure allegate, l’asta 22a può essere conformata a “C” e le porzioni d’estremità 122a e 222a possono essere due rami trasversali di tale conformazione.
Nel caso specifico, l’asta 22a è incernierata alla prima leva 16a mediante inserimento della propria prima porzione d’estremità 122a in due fori passanti 24a (uno solo dei quali visibile in fig. 3a) allineati lungo un primo asse di incemieramento Y1, parallelo al primo asse di rotazione X1.
I fori passanti 24a fungono da primi mezzi di incemieramento e sono posizionati ad una prima distanza HI dal perno di rotazione 23a.
Tale prima distanza HI definisce la distanza tra il primo asse di rotazione X1 ed il primo asse di incemieramento Y1.
Inoltre, l’asta 22a è incernierata al bilanciere 21a mediante inserimento della propria seconda porzione d’estremità 222a in un foro di alloggiamento 25a ricavato passante nell’estremità di collegamento 221b del bilanciere 21a.
In questo modo, il foro di alloggiamento 25a funge da secondo mezzo di incernieramento dell’asta 22a lungo un secondo asse di incernieramento Y2, parallelo al secondo asse di rotazione X2 e posto distanziato da quest’ultimo ad una seconda distanza H2.
In forme di realizzazione, il primo asse di rotazione X1 ed il secondo asse di rotazione X2 possono essere paralleli tra di loro.
Sulla base di quanto sopra, la prima leva 16a, il bilanciere 21a e l’asta 22a definiscono un cinematismo, che può essere del tipo a quadrilatero articolato, in cui la prima leva 16a ed il bilanciere 21a sono configurati per ruotare e basculare rispettivamente attorno al primo asse di rotazione X1 e attorno al secondo asse di rotazione X2, mentre l’asta 22a è configurata per traslare o compiere una rototraslazione su un piano ortogonale agli assi di rotazione X1, X2 e agli assi di incernieramento Y1, Y2.
In possibili implementazioni, la prima distanza HI può essere uguale alla seconda distanza H2, ed il conseguente cinematismo essere del tipo a parallelogramma articolato.
Ulteriori implementazioni possono prevedere una qualsiasi altra tipologia di cinematismo adatto alla movimentazione delle setole 14, del quale la presente descrizione fornisce solo una soluzione esemplificativa.
Il telaio di supporto 20a può includere uno o più blocchi di guida 26a, i quali possono essere definiti da una parete inclinata, o piano inclinato 126a, ed una sede di posizionamento 226a, quest’ultima posizionata ad un’estremità del piano inclinato 126a.
Nel caso specifico descritto con riferimento alle figure 3a e 3b, a mero titolo esemplificativo, il telaio 20a comprende quattro blocchi di guida 26a, una coppia dei quali posizionata in prossimità della prima leva 16a, ed una coppia posizionata in prossimità del bilanciere 21a.
La distanza tra le due coppie di blocchi di guida 26a è sostanzialmente uguale alla lunghezza dell’asta 22a.
I blocchi di guida 26a sono disposti in modo che i piani inclinati 126a siano tutti paralleli fra loro e che le sedi di posizionamento 226a siano tutte poste ad una stessa prima quota Q1 rispetto ad una superficie di base 120 a del telaio 20a.
Le sedi di posizionamento 226a possono avere tipicamente forma concava, oppure convessa, ed hanno comunque forma omologa rispetto alla forma del segmento di spinta 116a e dell’estremità di collegamento 221a del bilanciere 21a.
Con riferimento alle figure 3a e 7, quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è in posizione attivata, il segmento di spinta 116a poggia su due corrispondenti sedi di posizionamento 226a ed è alloggiato almeno in parte all’interno di esse.
Allo stesso modo, quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è in posizione attivata, anche l’estremità di collegamento 221a del bilanciere 21a poggia sulle sedi di posizionamento 226a dell’altra coppia rispetto a quella su cui poggia il segmento di spinta 116a, ed è alloggiato almeno in parte all’interno di esse.
La forma coniugata delle sedi di posizionamento 226a rispetto al segmento di spinta 116a e all’estremità di collegamento 221a permette un posizionamento saldo, ancorché amovibile, del primo meccanismo di movimentazione setole 12 nella propria posizione attivata.
Con riferimento alle figure 3b, 5 e 6, quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è in posizione disattivata, il segmento di spinta 116a e l’estremità di collegamento 221a sono svincolati dalle corrispondenti sedi di posizionamento 226a.
In tale posizione, il segmento di spinta 116a e l’estremità di collegamento 221a possono essere a contatto con i corrispondenti piani inclinati 126a (figg. 3b e 6), oppure possono essere completamente svincolati dai blocchi di guida 26a (fig. 5).
Il passaggio del primo meccanismo di movimentazione setole 12 dalla posizione attivata a quella disattivata, e viceversa, è determinato da una rotazione della prima leva 16a attorno al primo asse di rotazione X1.
Nel caso d’esempio, per far passare il primo meccanismo di movimentazione setole 12 dalla posizione attivata (fig. 3a) a quella disattivata (fig. 3b), la prima leva 16a compie una rotazione in senso orario rispetto al primo asse di rotazione X1, facendo uscire, nella prima parte di tale rotazione oraria, il segmento di spinta 116a e l’estremità di collegamento 221b dalle rispettive sedi di posizionamento 226a.
Viceversa, per far passare il primo meccanismo di movimentazione setole 12 dalla posizione disattivata (fig. 3b) a quella attivata (fig. 3a), la prima leva 16a compie una rotazione in senso antiorario rispetto al primo asse di rotazione X1.
Rientrano nell’ambito di protezione del presente trovato anche forme di realizzazione alternative nelle quali le rotazioni della prima leva 16a sono invertite.
Il funzionamento del primo meccanismo di movimentazione setole 12 è il seguente, considerando una posizione iniziale disattivata.
La rotazione della prima leva 16a attorno al primo asse di rotazione X1 determina una pari rotazione del segmento di spinta 116a, il quale spinge, tramite l’asta 22a, l’estremità di collegamento 221a del bilanciere 21a.
Il bilanciere 2 la, poiché ha la propria estremità di imperniamento 121 a fissata alla parte superiore 111 del corpo di contenimento 11, si muoverà di moto basculante attorno al secondo asse di imperniamento X2.
Nella fattispecie, l’angolo di basculamento del bilanciere 21a è uguale all’angolo di rotazione della prima leva 16a.
Il posizionamento dei blocchi di guida 26a è tale per cui la rotazione della prima leva 16a determina uno scorrimento relativo del segmento di spinta 116a sui piani inclinati 126a della corrispondente coppia di blocchi di guida 26a. Inoltre, la spinta dell’asta 22a determina lo scorrimento relativo dell’estremità di collegamento 221a del bilanciere 21a sui piani inclinati 126a della corrispondente coppia di blocchi di guida 26a.
Il fatto che le porzioni d’estremità 122a, 222a dell’asta 22a siano girevoli attorno a rispettivi assi di incer Y1, Y2, fa sì che l’asta si muova di moto piano su un piano ortogonale ad entrambi gli assi di incemieramento Y1, Y2, e agli assi di rotazione X1 e X2.
Poiché il perno di rotazione 23a e l’estremità di imperniamento 121 a sono fìssati al corpo di contenimento 11 della spazzola 10, ad esempio alla sua parte superiore 111, lo scorrimento relativo di cui sopra determina un moto assoluto rispetto all’anzidetta parte superiore 111, verso il basso, ossia in allontanamento dal perno di rotazione 23a e dall’estremità di imperniamento 121a, del telaio di supporto 20a.
In questo modo, il primo gruppo di setole 14a scende, fuoriuscendo dal fondo spazzola 211 quando la prima leva 16a viene ruotata in senso antiorario a partire dalla posizione disattivata.
La rotazione termina quando il segmento di spinta 116a e l’estremità di collegamento 22 la cooperano con le sedi posizionamento 226a.
Ad una rotazione oraria della prima leva 16a quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è in posizione attivata, come in fig. 3 a, segue un movimento del telaio di supporto 20a verso l’alto, ossia in avvicinamento al perno di rotazione 23a e all’estremità di imperniamento 121a (fig. 3b), ritraendo il primo gruppo di setole 14a.
Con riferimento alle figure 4a e 4b, il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è del tutto analogo al primo meccanismo di movimentazione setole 12 e può includere la sopraccitata seconda leva 16b, un telaio di supporto 20b, al quale è fissato il secondo gruppo di setole 14b, un bilanciere 21b ed un’asta 22b che collega la seconda leva 16b ed il bilanciere 21b.
La seconda leva 16b è imperniata sul corpo di contenimento 11, ad esempio sulla parte superiore 111 di quest’ultimo, in corrispondenza di un proprio perno di rotazione 23b, il quale definisce un terzo asse di rotazione X3 attorno al quale ruota la seconda leva 16b per far passare il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 dalla posizione attivata (fig. 4a) a quella disattivata (fìg. 4b), e viceversa.
L’asta 22b ha una prima porzione d’estremità 122b incernierata ad un segmento di spinta 116b della seconda leva 16b ed una seconda porzione d’estremità 222b incernierata ad una estremità di collegamento 221b del bilanciere 21b.
Le porzioni d’estremità 122b e 222b sono girevoli rispetto ad un terzo asse di incernieramento Y3 e ad un quarto asse di incemieramento Y4, rispettivamente.
Il bilanciere 21 b è imperniato al corpo di contenimento 11 della spazzola 10, ad esempio alla sua parte superiore 111, in corrispondenza di una propria estremità di imperniamento 121 b, ed è basculante rispetto ad essa attorno ad un quarto asse di rotazione X4.
Terzo asse di rotazione X3 e terzo asse di incemieramento Y3 possono essere tra loro paralleli e posti ad una terza distanza H3.
Quarto asse di rotazione X4 e quarto asse di incemieramento Y4 possono essere tra loro paralleli e posti ad una quarta distanza H4.
In forme di realizzazione, il terzo asse di rotazione X3 ed il quarto asse di rotazione X4 possono essere paralleli tra di loro.
In possibili implementazioni, la terza distanza H3 e la quarta distanza H4 possono essere uguali.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con quelle sopra descritte, gli assi di rotazione X1, X2, X3, X4 possono essere tutti paralleli tra loro.
In ancora ulteriori forme di realizzazione, combinabili con quelle sopra descritte, gli assi di incemieramento Y1, Y2, Y3, Y4 possono essere tutti paralleli tra loro. E pure possibile che gli assi di rotazione X1, X2, X3, X4 e gli assi di incemieramento Y1, Y2, Y3, Y4 siano tutti paralleli tra loro.
Il telaio di supporto 20b può includere uno o più blocchi di guida 26b, ad esempio quattro, disposti in due coppie posizionate una in prossimità della seconda leva 16b ed una in prossimità del bilanciere 21b.
I blocchi di guida 26b possono includere ciascuno da un piano inclinato 126b, su cui scorre il segmento di spinta 116b della seconda leva 16b o l’estremità di collegamento 22 lb del bilanciere 21b.
Ciascun blocco di guida 26b può anche includere una sede di posizionamento 226b, posizionata ad un’estremità del piano inclinato 126b e configurata per alloggiare almeno in parte il segmento di spinta 116b o l’estremità di collegamento 221b.
Le sedi di posizionamento 226b sono poste ad una stessa seconda quota Q2 rispetto ad una superficie di base 120b del telaio di supporto 20b.
Tale seconda quota Q2 è inferiore alla sopraccitata prima quota Q1, la quale definisce la distanza delle sedi di posizionamento 226a rispetto alla superficie di base 120a.
Il funzionamento del secondo meccanismo di movimentazione setole 13, analogo a quello sopra descritto del primo meccanismo di movimentazione setole 12, prevede che una rotazione della seconda leva 16b in senso orario permetta il passaggio del secondo meccanismo di movimentazione setole 13 dalla posizione disattivata (fig. 4b) alla posiziona attivata (fig. 4a), e viceversa.
Rimanendo fissi il perno di rotazione 23b e l’estremità di impemiamento 121b, la rotazione della seconda leva 16b attorno al terzo asse di rotazione X3 determina una rotazione del segmento di spinta 116b, il quale spinge l’asta 22b per far basculare il bilanciere 21b attorno al quarto asse di rotazione X4.
Contemporaneamente alla rotazione della seconda leva 16b, il segmento di spinta 116b si muove lungo i piani inclinati 126b dei corrispondenti blocchi di guida 26b per portarsi, al termine della rotazione, nelle sedi di posizionamento 226b.
Contemporaneamente al basculamento del bilanciere 21 b, l’estremità di collegamento 221b di quest’ultimo scorre a contatto dei piani inclinati 126b dei corrispondenti blocchi di guida 26b per posizionarsi, al termine del basculamento di cui sopra, nelle sedi di posizionamento 226b.
II telaio di supporto 20b, per effetto del moto relativo del segmento di spinta 116b e dell’estremità di collegamento 221b rispetto ai piani inclinati 126b, si muove rispetto al corpo di contenimento 11 verso il basso, ossia in allontanamento dal perno di rotazione 23b e dall’estremità di impemiamento 121b, quando il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 passa dalla posizione disattivata a quella attivata. Nel caso opposto, il telaio di supporto 20b si muove rispetto al corpo di contenimento 11 verso l’alto, ossia in avvicinamento al perno di rotazione 23b e all’estremità di impemiamento 121b, determinando un corrispondente moto traslatorio verticale del secondo gruppo di setole 14b rispettivamente in uscita dal fondo spazzola 211 ed in ritrazione nel corpo di contenimento 11.
Con riferimento alle figure 5, 6 e 7, nelle quali la spazzola 10 è riportata assemblata, è mostrato come l’assemblaggio prevede che il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 sia sovrapposto rispetto al primo meccanismo di movimentazione setole 12.
In particolare, il telaio di supporto 20b del secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è sovrapposto al telaio di supporto 20a del primo meccanismo di movimentazione setole 12.
La figura 5 è utilizzata per descrivere forme di realizzazione della spazzola 10 nelle quali questa è nella prima condizione di funzionamento.
In questa prima condizione di funzionamento della spazzola 10, tutte le setole 14, sia del primo gruppo di setole 14a che del secondo gruppo di setole 14b, sporgono dal fondo spazzola 211.
Nella prima condizione di funzionamento, il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è nella posizione disattivata, mentre il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è nella posizione attivata.
L’attivazione del secondo meccanismo di movimentazione setole 13 fa sì che il telaio di supporto 20b di quest’ultimo entri in contatto con il telaio di supporto 20a del primo meccanismo di movimentazione setole 12, spingendolo verso il basso.
Tale movimento verso il basso è dovuto al fatto che la seconda quota Q2 alla quale sono situate le sedi di posizionamento 226b è inferiore alla prima quota Q1 alla quale sono situate le sedi di posizionamento 226a. Ne consegue che lo spostamento verso il basso del telaio di supporto 20b, e quindi del telaio 20a, è minore rispetto a quello che potrebbe avere quest’ultimo con l’attivazione del primo meccanismo di movimentazione setole 12.
La figura 6 è utilizzata per descrivere forme di realizzazione della spazzola 10 nelle quali questa è nella seconda condizione di funzionamento.
Nella seconda condizione di funzionamento, sia il primo meccanismo di movimentazione setole 12 che il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 sono nella posizione disattivata.
In questa seconda condizione di funzionamento tutte le setole 14 sono contenute all’interno del corpo di contenimento 11 della spazzola 10, la quale può poggiare su un eventuale superficie da pulire con le ruote 19.
La figura 7 è utilizzata per descrivere forme di realizzazione della spazzola 10 nelle quali questa è nella terza condizione di funzionamento.
Nella terza condizione di funzionamento, il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è nella posizione attivata, mentre il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 è nella posizione disattivata.
In questa condizione, solamente le setole del primo gruppo di setole 14a sporgono di una seconda quantità L2, pari alla quasi totalità della propria altezza, dal fondo spazzola 211, mentre le setole del secondo gruppo di setole 14b sono interamente racchiuse nel corpo di contenimento 11 della spazzola 10.
Nel caso esemplificativo qui descritto, le setole del primo gruppo di setole 14a sporgono dal fondo spazzola 211 di circa 4 mm.
Lo spostamento del telaio di supporto 20a, in questa condizione di funzionamento, essendo legato esclusivamente alla prima quota Q1, è superiore rispetto alla sopraccitata prima condizione di funzionamento della spazzola 10.
Ne consegue una fuoriuscita del solo primo gruppo di setole 14a di una seconda quantità L2 maggiore rispetto ad una prima quantità L1 di fuoriuscita delle setole 14 nella prima condizione di funzionamento della spazzola 10.
Nel caso esemplificativo qui descritto, la prima quantità L1 è pari a circa 2,5 mm, che rappresenta circa il 60% del valore della seconda quantità L2, pari a 4 mm.
Possono essere previste forme di realizzazione nelle quali la prima quantità L1 e la seconda quantità L2 sono uguali.
In ulteriori forme di realizzazione, la prima quantità L1 è maggiore della seconda quantità L2.
In forme di realizzazione, descritte con riferimento esemplificativo alle figure 5 e 7, la seconda leva 16b può essere provvista di una parte prominente 27, posta in corrispondenza del segmento di spinta 116b e sporgente verso la zona centrale del telaio di supporto 20b.
Il passaggio dalla prima condizione di funzionamento (fig. 5) alla terza condizione di funzionamento (fig. 7) della spazzola 10, e viceversa, può avvenire direttamente per effetto del contatto tra la parte prominente 27 anzidetta e l’estremità di collegamento 221a del bilanciere 21a del primo meccanismo di movimentazione setole 12.
In questo modo, la seconda leva 16b è configurata per far assumere al secondo meccanismo di movimentazione setole 13 la posizione attivata e contemporaneamente al primo meccanismo di movimentazione setole 12 la posizione disattivata.
Analogamente, la prima leva 16a può essere configurata per far assumere al primo meccanismo di movimentazione setole 12 la posizione attivata e contemporaneamente al secondo meccanismo di movimentazione setole 13 la posizione disattivata.
Infatti, ruotando la prima leva 16a, la parte prominente 27 viene spinta dall’estremità di collegamento 221a, mossa a sua volta dall’asta 22a, disattivando il secondo meccanismo di movimentazione setole 13, se in posizione attivata.
Allo stesso modo, quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 è in posizione attivata, ruotando la seconda leva 16b si ottiene che la parte prominente 27 spinge l’estremità di collegamento 221a e, tramite l’asta 22a, il segmento di spinta 116a della prima leva 16a, disattivando il primo meccanismo di movimentazione setole 12.
Con riferimento alle figure 5, 6 e 7, la seconda condizione di funzionamento (fig.
6) è ottenibile a partire da una qualsiasi delle precedenti prima (fig. 5) e terza (fig. 7) condizione di funzionamento per mezzo dell’attivazione della terza leva 16c.
Quest’ultima è imperniata al corpo di contenimento 11, ad esempio alla parte superiore 111 di quest’ultimo, ed è configurata per ruotare rispetto ad un proprio asse di rotazione Z, incidente, ad esempio sostanzialmente ortogonale, rispetto agli assi di rotazione X1 e X2 rispettivamente della prima leva 16a e della seconda leva 16b.
La terza leva 16c può essere provvista di una protuberanza di disattivazione 28, configurata per contattare una sporgenza frontale 29 della prima leva 16a ed un aggetto posteriore 30 del bilanciere 21 b.
Nella prima condizione di funzionamento della spazzola 10 (fig. 5), l’aggetto posteriore 30 è posto inferiormente alla protuberanza di disattivazione 28. Una rotazione della terza leva 16c attorno al proprio asse di rotazione determina il contatto tra la propria protuberanza di disattivazione 28 e l’aggetto posteriore 30. Tale contatto determina una rotazione della seconda leva 16b attorno al terzo asse di rotazione X3, e di conseguenza, per tramite dell’asta 22b, una rotazione del bilanciere 21b attorno al quarto asse di rotazione X4.
In questo modo, sia la seconda leva 16b che il bilanciere 21b si svincolano dalle sedi di posizionamento 226b, permettendo il sollevamento del telaio di supporto 20a, e con esso del telaio di supporto 20b, con conseguente passaggio del secondo meccanismo di movimentazione setole 13 in posizione disattivata e della spazzola 10 nella seconda condizione di funzionamento (fig. 6).
Nella terza condizione di funzionamento della spazzola 10 (fig. 7), la sporgenza frontale 29 è posta inferiormente alla protuberanza di disattivazione 28. Una rotazione della terza leva 16c atorno al proprio asse di rotazione determina il contatto tra la propria protuberanza di disattivazione 28 e la sporgenza frontale 29. Tale contatto determina una rotazione della prima leva 16a attorno al primo asse di rotazione X1, e di conseguenza, per tramite dell’asta 22a, del bilanciere 21a attorno al secondo asse di rotazione X2.
In questo modo, sia la prima leva 16a che il bilanciere 21 a si svincolano dalle sedi di posizionamento 226a, con conseguente passaggio del primo meccanismo di movimentazione setole 12 in posizione disattivata e della spazzola 10 nella seconda condizione di funzionamento (fig. 6).
In forme di realizzazione, descritte con riferimento esemplificativo alla fig. 8, la spazzola 10 può includere mezzi di ritorno elastico, quali ad esempio una o più molle 31, elicoidali, a gas, a tazza, o di altra tipologia, configurati per esercitare costantemente contro uno od entrambi i telai di supporto 20a, 20b una forza di spinta verso l’alto.
Le molle 31 possono svolgere la funzione di sollevare uno od entrambi i telai di supporto 20a, 20b, anche in modo tra loro indipendente, quando vengono disattivati i rispettivi meccanismi di movimentazione setole 12, 13.
Le molle 31 possono svolgere la funzione di sollevare i telai di supporto 20a e 20b, quando viene azionata la terza leva 16c.
Un’ulteriore funzione delle molle 31 è quella di mantenere, per mezzo della summenzionata forza di spinta, i segmenti di spinta 116a, 116b e le estremità di collegamento 221 a, 221 b nelle rispetive sedi di posizionamento 226a, 226b quando il primo meccanismo di movimentazione setole 12 e/o il secondo meccanismo di movimentazione setole 13 sono in posizione attivata.
In forme di realizzazione descritte con l’ausilio della figura 8, è prevista sia una prima coppia di molle 3 la agente sul telaio di supporto 20a, sia una seconda coppia di molle 31b, agente sul telaio di supporto 20b.
Ulteriori forme di realizzazione, non riportate nei disegni, possono prevedere la presenza di una sola coppia di molle, oppure la presenza di mezzi meccanici di richiamo, ad esempio collegati alla prima leva 16a e/o alla seconda leva 16b, per cui non sono presenti mezzi elastici, quali le suddette molle 31.
È chiaro che alla spazzola 10 per apparecchiature di pulizia fin qui descritta possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di spazzola per apparecchiature di pulizia aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Spazzola per apparecchiature di pulizia, comprendente un corpo di contenimento (11), una pluralità di setole (14), mezzi di comando e movimentazione setole (16a, 16b, 16c, 12, 13) selettivamente attivabili per far assumere a detta spazzola (10) una prima condizione di funzionamento in cui tutte le setole (14) sporgono da una parte inferiore (211) di detto corpo di contenimento (11) ed una seconda condizione di funzionamento in cui tutte le setole (14) sono completamente ritratte all’interno di detto corpo di contenimento (11), caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando e movimentazione setole (16a, 16b, 16c, 12, 13) sono attivabili selettivamente per far assumere a detta spazzola (10) anche una terza condizione di funzionamento in cui almeno un primo gruppo di setole (14a) sporge da detta parte inferiore (211) di detto corpo di contenimento (11) ed almeno un secondo gruppo di setole (14b) è completamente ritratto all’interno di detto corpo di contenimento (11).
  2. 2. Spazzola come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che, in detta prima condizione di funzionamento, le setole (14) sporgono dalla parte inferiore (211) del corpo di contenimento (11) di una prima quantità (L1) e che in detta terza condizione di funzionamento l’almeno un primo gruppo di setole (14a) sporge dalla parte inferiore (211) del corpo di contenimento (11) di una seconda quantità (L2), maggiore o uguale di detta prima quantità (L1 ).
  3. 3. Spazzola come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che, in detta prima condizione di funzionamento, le setole (14) sporgono dalla parte inferiore (211) del corpo di contenimento (11) di una prima quantità (L1) e che in detta terza condizione di funzionamento l’almeno un primo gruppo di setole (14a) sporge da detta parte inferiore (211) del corpo di contenimento (11) di una seconda quantità (L2), minore o uguale di detta prima quantità (L1).
  4. 4. Spazzola come in una o l’altra delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando e movimentazione setole (16a, 16b, 16c, 12, 13) comprendono almeno un primo meccanismo di movimentazione setole (12) collegato a detto primo gruppo di setole (14a) ed una prima leva (16a) di comando azionabile selettivamente per far assumere a detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) almeno una posizione attivata, nella quale almeno detto primo gruppo di setole (14a) sporge da detta parte inferiore (211) del corpo di contenimento (11) di detta prima quantità (L1).
  5. 5. Spazzola come nella rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando e movimentazione setole (16a, 16b, 16c, 12, 13) comprendono un secondo meccanismo di movimentazione setole (13), collegato a detto secondo gruppo di setole (14b), ed una seconda leva (16b) di comando azionabile selettivamente per far assumere a detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) una posizione attivata, nella quale almeno detto secondo gruppo di setole (14b) sporge almeno parzialmente da detta parte inferiore (211) detto corpo di contenimento (11).
  6. 6. Spazzola come nella rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) e detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) sono configurati per movimentare in modo indipendente rispettivamente detto primo gruppo di setole (14a) e detto secondo gruppo di setole (14b).
  7. 7. Spazzola come nella rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) è configurato per movimentare contemporaneamente detto primo gruppo di setole (14a) e detto secondo gruppo di setole (14b).
  8. 8. Spazzola come in una o l’altra delle rivendicazioni da 5 a 7, caratterizzata dal fatto che detta prima leva (16a) è collegata a detto corpo di contenimento (11) in corrispondenza di un proprio perno di rotazione (23a) ed è provvista di un segmento di spinta (116a), detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) comprendendo un bilanciere (2 la) provvisto di un’estremità di imperniamento (121a) imperniata a detto corpo di contenimento (11) e di un’estremità di collegamento (221a), detta prima leva (16a) e detto bilanciere (21a) essendo configurati per movimentare verticalmente un telaio di supporto (20a) di detto primo gruppo di setole (14a).
  9. 9. Spazzola come in una o l’altra delle rivendicazioni da 6 a 8, caratterizzata dal fatto che detta seconda leva (16b) è collegata a detto corpo di contenimento (11) in corrispondenza di un proprio perno di rotazione (23b), ed è provvista di un segmento di spinta (116b), detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) comprendendo un bilanciere (21b) provvisto di un’estremità di imperniamento (121b) imperniata a detto corpo di contenimento (11) e di un’estremità di collegamento (221b), detta seconda leva (16b) e detto bilanciere (21b) essendo configurati per movimentare verticalmente un telaio di supporto (20b) di detto secondo gruppo di setole (14b).
  10. 10. Spazzola come nelle rivendicazioni 8 e 9, caratterizzata dal fatto che almeno uno tra detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) e detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) comprende una pluralità di blocchi di guida (26a, 26b) aventi ciascuno una sede di posizionamento (226a, 226b) rialzata rispetto ad una superficie di base (120a, 120b) di detto telaio di supporto (20a, 20b), e che nella posizione attivata di almeno uno tra il primo (12) ed il secondo (13) meccanismo di movimentazione setole, l’estremità di collegamento (221a, 221b) di detto bilanciere (21a, 21b) e almeno uno tra il segmento di spinta (116a, 116b) della prima leva (16a) e quello della seconda leva (16b) sono almeno parzialmente alloggiati in corrispondenti sedi di posizionamento (226a, 226b).
  11. 11. Spazzola come nella rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che detta seconda leva (16b) è provvista, in corrispondenza del proprio segmento di spinta (116b), di una parte prominente (27) che, in detta posizione attivata del secondo meccanismo di movimentazione setole (13), è a contatto con l’estremità di collegamento (221a) del bilanciere (21a) del primo meccanismo di movimentazione setole (12), per mantenere detta estremità di collegamento (221a) completamente al di fuori di dette una o più sedi di posizionamento (226a).
  12. 12. Spazzola come in una o l’altra delle rivendicazioni da 5 a 11, caratterizzata dal fatto che comprende una terza leva (16c) associata sia a detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) che a detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) e azionabile selettivamente per far assumere contemporaneamente a detto primo meccanismo di movimentazione setole (12) e a detto secondo meccanismo di movimentazione setole (13) la posizione disattivata,
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