ITMI20012383A1 - Dispositivo di guida e ritenzione di viti di morsetti di collegamentoper accessori di apparecchi elettrici - Google Patents

Dispositivo di guida e ritenzione di viti di morsetti di collegamentoper accessori di apparecchi elettrici Download PDF

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ITMI20012383A1
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IT
Italy
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screw
terminal
hole
lifting
head
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Inventor
Franco Ghisoni
Original Assignee
Ge Power Controls Italia Spa
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    • HELECTRICITY
    • H01ELECTRIC ELEMENTS
    • H01RELECTRICALLY-CONDUCTIVE CONNECTIONS; STRUCTURAL ASSOCIATIONS OF A PLURALITY OF MUTUALLY-INSULATED ELECTRICAL CONNECTING ELEMENTS; COUPLING DEVICES; CURRENT COLLECTORS
    • H01R4/00Electrically-conductive connections between two or more conductive members in direct contact, i.e. touching one another; Means for effecting or maintaining such contact; Electrically-conductive connections having two or more spaced connecting locations for conductors and using contact members penetrating insulation
    • H01R4/28Clamped connections, spring connections
    • H01R4/30Clamped connections, spring connections utilising a screw or nut clamping member
    • H01R4/301Clamped connections, spring connections utilising a screw or nut clamping member having means for preventing complete unscrewing of screw or nut

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  • Connections Arranged To Contact A Plurality Of Conductors (AREA)

Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale a nome
La presente invenzione riguarda un dispositivo di guida di viti di morsetti per apparecchi elettrici, in particolare apparecchi accessori, del tipo che consente di sollevare viti di terminali di morsetti, una volta disimpegnate per allentamento dai medesimi, evitando il pericolo di perderle, per consentire di introdurre, tra vite e terminale del morsetto, un capocorda (come un occhiello) di un conduttore di collegamento da ancorare al medesimo terminale.
L’oggetto della presente invenzione costituisce un perfezionamento dell’invenzione descritta e rivendicata sia nella domanda di brevetto europeo EP-A-0 812 031, sia nel brevetto US-A-5 842 890, aventi come titolari Power Controls Iberica S.A. e General Electric Company, rispettivamente, entrambi soggetti consociati con il depositante della presente domanda.
Il problema affrontato dalla presente invenzione è quello di poter consentire il collegamento a morsetti di apparecchi elettrici, come per esempio contattori, interruttori, relè termici, ecc., di cavi esterni in modo sicuro e fidato senza pericoli di perdita di elementi di connessione, come viti, rondelle, elementi di sollevamento e simili.
Al presente, i collegamenti di certi accessori elettrici residenziali sono ottenuti soprattutto mediante viti, inserite in fori filettati di un sostegno di custodia o carcassa degli accessori elettrici, dove la vite è munita di una rondella agente come elemento di appoggio per assicurare un ancoraggio ottimo all’estremo del cavo da collegare. A causa delle dimensioni relativamente piccole delle viti e della zona confinata dove sono piazzate, queste spesso cadono fuori sede o vanno perdute quando sono inserite o tolte dal foro filettato.
In accessori elettrici commerciali, come interruttori, relè termici, ecc., per facilitare Γ installazione delle viti sono previste delle cave nelle custodie degli accessori. Dette cave trattengono nelle loro aperture dei terminali per accogliere le medesime viti, costituenti mezzi di piazzamento delle viti, le quali cave impediscono loro di essere perse, facilitando il fissaggio e la rimozione delle viti dai terminali fissi allo scopo di consentire collegamenti e distacchi. Le cave possono cooperare con le custodie delle viti, impedendo loro di cadere o andar perse, ma impediscono anche contatti con le medesime viti. Poiché le viti sono inserite dal piano superiore od esterno della cava degli accessori elettrici, queste sono accessibili solo mediante un utensile stretto, come un cacciavite guidato nella cava per l’awitamento e l’allentamento della vite.
Allo scopo di collegare un cavo ad un accessorio, si munisce un suo estremo di un terminale formato da una piastrina piana comprendente un’apertura, attraverso la quale passa una vite dell’accessorio, cioè di un terminale anulare o ad occhiello. In accessori residenziali o commerciali, è spesso necessario smontare l’accessorio elettrico per posizionare correttamente il terminale anulare allo scopo di consentire all’estremo della vite di passare attraverso l’apertura del terminale anulare. Se l’accessorio non è smontato, allora l’alternativa è di togliere la vite sollevandola in modo che l’estremo della vite sia separato dal fondo della cava, consentendo perciò al terminale anulare di essere piazzato sotto l’estremo della vite. Evidentemente, codesti smontaggio e rimontaggio dell’accessorio sono impegnativi e lunghi e, nel caso in cui si debba sollevare una vite, si è costretti ad usare un cacciavite munito di paletta magnetica che, oltre ad essere un utensile speciale non sempre disponibile, non è detto che sia particolarmente efficace (per esempio è inutile con viti di ottone particolarmente preferite in morsetti di accessori elettrici portanti forti correnti), inoltre basta un semplice urto o sfregamento contro pareti o altri componenti dell’accessorio per rischiare la perdita della vite. In aggiunta, anche se si riuscisse a sollevare la vite con successo, quando essa ritorna nella sua prima posizione, è spesso fuori centro rispetto all’apertura del terminale anulare impedendo perciò il suo avvitamento o fissaggio.
Una delle più recenti soluzioni di tecnica anteriore, indicata nel sopra citato brevetto US-A-5 842 890, risolve almeno i problemi di perdita accidentale delle viti e di sollevamento sicuro delle medesime con un dispositivo qui illustrato nelle figure 1 e 2.
Codesto dispositivo funziona piuttosto bene ma in alcuni aspetti necessita di migliorare le sue prestazioni, come verrà spiegato in dettaglio facendo riferimento alle sopraddette figure 1 e 2.
Infatti, considerando le figure 1 e 2, si vede che il dispositivo di collegamento di terminali comprende una parte 1, funzionante da elemento di sollevamento, fatta preferibilmente in materiale plastico, a forma rettangolare o quadrata con un’apertura circolare 8 munita di tagli radiali 9 e di una nervatura sporgente 10 funzionante da labbro di ritegno di una testa 11 di una vite 4. La parte 1 è munita di una guida di scorrimento 13 che le consente di scorrere lungo un’appendice di guida 20 discendente da un coperchio isolante 14 il quale ricopre un complesso di terminali di cui si vede nelle figure 1 e 2 un terminale 5 a forma di piastrina rettangolare munita di un foro filettato 6. Il terminale 5 serve a ricevere la vite 4, che oltre alla testa 11 possiede un gambo filettato 4a, è munita alla base della medesima testa di un restringimento liscio 12 infilabile in un foro centrale di una rondella quadrata 7 la quale viene ripiegata a tegola per restringere il foro ed impedirgli di uscire dal restringimento 12. La testa 11 della vite 4 è troncoconica, restringendosi verso l’alto per consentirle di passare per forzamento oltre la nervatura 10 dell’apertura circolare 8, sfruttando l’elasticità del materiale plastico della parte 1, facilitata dalla presenza dei tagli 9, dove poi rimane imprigionata dalla presenza della medesima nervatura 10. La parte o elemento di sollevamento 1 è munita di una mensola sporgente 15 che funziona come appendice di sollevamento la quale consente di sollevare l'elemento 1 e con esso la vite 11 quando il suo gambo filettato 4a fosse disimpegnato dal foro filettato 6 del terminale 5. Il gambo filettato 4a della vite 4 è previsto per infilarsi in un foro di un terminale mobile T ad occhiello collegato ad un cavo, come visibile nella figura 2.
Il funzionamento di codesta soluzione di tecnica anteriore è il seguente:
- per collegare un cavo esterno all’ accessorio elettrico si svita il gambo 4a della vite 4 dal foro filettato 6 del terminale 5 e, quando il gambo 4a è completamente uscito dal foro 6, si solleva la parte 1 agendo sulla mensola sporgente 15 e quindi sollevando l’intera vite 4;
una volta sollevata la vite 4, si forma tra il terminale 5 ed il gambo filettato 4a uno spazio sufficiente a consentire l’introduzione del terminale mobile ad occhiello T, come visibile in figura 2;
- a questo punto basta appoggiare la paletta di un cacciavite sulla testa di vite Il e premere verso il basso per far scendere la vite che verrebbe ad attraversare con il suo gambo 4a il foro del terminale ad occhiello T;
il successivo avvitamento del gambo 4a nel foro filettato 6 porterebbe il terminale mobile ad occhiello T a stringersi contro il terminale fisso 5 per spinta contro il medesimo della rondella 7 trascinata dalla testa 11 della vite 4.
Codesta soluzione, benché sia senz’altro vantaggiosa rispetto alla sua tecnica anteriore e serva bene per accessori di bassa corrente, non è particolarmente efficace per accessori previsti per trattare forti correnti perché:
a) la parte 1 funziona bene per viti piccole adatte a generare spinte modeste, come quelle per morsetti di bassa corrente, perché per viti grosse adatte a morsetti di forte corrente diventa critica la scelta del materiale plastico della medesima parte 1, dato che un materiale troppo cedevole rischia di far uscire la testa 11 della vite 4 dall’apertura 8, perdendo così la funzione di sollevamento della medesima parte 1, mentre un materiale troppo rigido sarebbe a rischio di rottura, perlomeno della nervatura 10, quando si volesse inserire la testa 11 della vite nell’apertura 8; b) non è facile centrare l’occhiello del terminale mobile T sopra il terminale fisso 5, per cui un difetto di centratura comprometterebbe senz’altro la capacità di portare corrente tra i terminali (per questo il gambo filettato 4a della vite 4 è stato munito di punta troncoconica ben visibile nella figura 2); e
c) la rondella 7 piegata a tegola, benché possa contribuire a centrare l’occhiello del terminale mobile T sopra il terminale fisso 5, non è adatta a fare un buon contatto con il medesimo terminale mobile T, riducendo quindi la capacità di portare corrente dal terminale mobile T al terminale fisso 5.
Per rimediare ai sopra citati inconvenienti, bisogna soddisfare i seguenti scopi, cioè che:
i) la parte o elemento di sollevamento della vite sia fatto in modo da alloggiare la testa della medesima vite senza dover subire deformazioni di aperture di accesso alla vite;
ii) la rondella infilabile sul gambo della vite sia in qualche modo collegata rigidamente all’elemento di sollevamento, sia intraducibile con facilità sul medesimo elemento ed abbia superficie inferiore piana;
iii) il terminale mobile o capocorda debba essere posizionato in un andito, definito per contenere il terminale fisso, in modo da assumere spontaneamente la posizione più corretta rispetto al terminale fisso (cioè consenta un perfetto allineamento di gambo di vite, foro di capocorda e foro filettato di terminale fisso); e
iv) invece della vite 4 delle figure 1 e 2 che, evidentemente, è una vite speciale, da far realizzare su ordinazione, si possa impiegare una comune vite commerciale di costo minimo. La presente invenzione che, soddisfa i sopraddetti scopi, consiste di un dispositivo di guida e ritenzione di viti di morsetti di collegamento per accessori di apparecchi elettrici comprendente:
un terminale fisso avente un foro filettato,
una vite di terminale munita di gambo filettato previsto per impegnarsi con il foro filettato del terminale fisso,
un organo di sollevamento per la vite, capace di contenere la testa della medesima vite, da impegnarsi con un coperchio di protezione di terminali degli accessori, consistente di un corpo munito di mezzi di sollevamento attivabili manualmente,
una rondella infilata sul gambo filettato della vite, caratterizzato dal fatto che l’organo di sollevamento comprende nel corpo un’apertura circolare superiore, di diametro un poco minore al diametro di una testa della medesima vite, collegata ad un’apertura circolare inferiore di diametro un poco maggiore di quello della medesima testa di vite, e due sedi rientranti su due superfici opposte del medesimo corpo su lati del corpo adiacenti a quelli ospitante i mezzi di sollevamento, una rondella o staffa di forma essenzialmente quadrata munita di due appendici, impegnate, mediante un meccanismo a superamento di punto morto, nelle due sedi in modo che la staffa risulti collegata saldamente al corpo dell’organo di sollevamento per impedire alla testa di vite di uscire dall’ apertura circolare inferiore.
Di preferenza, i mezzi di sollevamento consistono di una mensola collegata al corpo delTorgano di sollevamento mediante un collo ristretto adatto ad scorrere forzatamente in una fenditura praticata in una parete discendente da un piano superiore del coperchio isolante di protezione dei terminali degli apparecchi o accessori.
In alternativa, i mezzi di sollevamento consistono di due alette uscenti verso l’alto dalla superficie superiore del corpo del medesimo organo di sollevamento adatte ad attraversare due fenditure praticate nel piano superiore del coperchio di protezione dei terminali degli accessori.
In aggiunta, le due alette sono munite di dentelli in grado di interferire con gli orli delle due fenditure.
I morsetti di collegamento secondo l’invenzione servono ad ancorare un capocorda ad occhiello, costituente un terminale mobile, per un cavo, da collegarsi all’accessorio di apparecchio elettrico, comprendente un manicotto dal quale sporge una linguetta metallica di contatto munita di un foro per il passaggio del gambo filettato della vite di terminale.
In particolare, la linguetta metallica di contatto è di forma sostanzialmente rettangolare dimensionata per inserirsi in un andito formato da tre pareti attorno ad un terminale fisso dell’accessorio a sua volta dimensionato per accogliere la linguetta disposta correttamente sul terminale fisso dell’ accessorio con il suo foro in allineamento con il foro filettato del terminale fisso, in modo che per semplice inserzione della linguetta fino in fondo all’andito si ottenga l’allineamento dei rispettivi fori di linguetta e di terminale fisso.
Le caratteristiche della presente invenzione saranno precisate nelle rivendicazioni formanti la parte conclusiva della sua descrizione. Tuttavia altre caratteristiche e pregi risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di suoi esempi di realizzazione, dati a titolo non limitativo, e corredata dagli allegati disegni, nei quali:
- la figura 1 è una vista prospettica esplosa di un dispositivo di guida e ritenzione di viti secondo la tecnica anteriore per la quale la presente invenzione è un perfezionamento;
la figura 2 è una vista laterale sezionata del dispositivo di tecnica anteriore mostrante un cavo, munito di capocorda ad occhiello, mentre sta per essere inserito nel morsetto del tipo illustrato nella figura 1 ; la figura 3 è una vista prospettica esplosa di un dispositivo di guida e ritenzione di viti secondo un primo esempio di realizzazione della presente invenzione impiegato in un morsetto di collegamento ad un apparecchio elettrico;
- la figura 3 a è una vista laterale ingrandita di un corpo di organo di sollevamento del dispositivo secondo il primo esempio di realizzazione illustrato nella figura 3;
la figura 4 è una vista laterale sezionata del primo esempio di realizzazione mostrante un cavo, munito di capocorda ad occhiello, mentre sta per essere inserito nel morsetto del tipo illustrato nella figura 3;
la figura 5 è una vista laterale sezionata del primo esempio di realizzazione mostrante il cavo con il suo capocorda ad occhiello inserito e stretto sotto la vite del morsetto;
- la figura 5a è una vista parziale, sezionata, dall’alto del primo esempio di realizzazione mostrante come il capocorda ad occhiello del cavo si appoggi contro pareti circondanti un terminale dell’apparecchio per trovarsi in posizione corretta rispetto al medesimo terminale;
la figura 6 è una vista prospettica esplosa di un dispositivo di guida e ritenzione di viti secondo un esempio alternativo di realizzazione della presente invenzione impiegato in un morsetto di collegamento ad un apparecchio elettrico;
- la figura 6a è una vista laterale ingrandita di un corpo di organo di sollevamento del dispositivo secondo l’esempio alternativo di realizzazione illustrato nella figura 6 ;
la figura 7 è una vista laterale sezionata dell’esempio alternativo di realizzazione mostrante un cavo, munito di capocorda ad occhiello, mentre sta per essere inserito nel morsetto del tipo illustrato nella figura 6;
- la figura 8 è una vista laterale sezionata del detto esempio alternativo di realizzazione mostrante il cavo con il suo capocorda ad occhiello inserito e stretto sotto la vite del morsetto; e
la figura 8a è una vista parziale, sezionata, dall’alto dell’esempio alternativo di realizzazione mostrante come il capocorda ad occhiello del cavo si appoggi contro pareti circondanti un terminale dell’apparecchio per trovarsi in posizione corretta rispetto al medesimo terminale.
Si considerino dapprima le figure da 3 a 5a. Da codeste figure si vede che un dispositivo 110 di guida di viti secondo il primo esempio di realizzazione dell’invenzione consiste di un organo 112 di sollevamento di una vite 114, munita di testa 116 e di gambo filettato 118, comprendente un corpo 120 munito di mensola di sollevamento 122, collegata con un collo ristretto 123 al corpo 120, di un foro 124 per accesso alla testa 116 della vite 114 e di sedi 126a e 126b adatte ad accogliere appendici di impegno 128a e 128b di una staffa ripiegata 130, munita di foro 132, per far passare il gambo 118 della vite 114 e contribuire a mantenere prigioniera la sua testa 116 allo scopo di evitarne la perdita quando la vite 114 è completamente svitata. Si noti a questo proposito che il foro 124 del corpo 120 è un poco più stretto del diametro della testa 116 della vite 114 in modo che la vite non possa uscire dal medesimo foro 124 ma rimanga con la testa imprigionata e libera di ruotare tra il corpo 120 e la staffa 130. Le appendici ripiegate 128a e 128b della staffa 130 entrano, sfruttando l’elasticità del materiale plastico del corpo 120, per allargamento forzato di fenditure, come le fenditure cieche 127 particolarmente visibili nella figura 3a, e rimangono poi imprigionate nelle medesime sedi 126a e 126b, realizzando un meccanismo a superamento di punto morto. Bisogna notare che è relativamente facile far entrare le appendici 128a e 128b nelle sedi 126a e 126b del corpo 120, perché si inserisce la staffa 130 sul corpo 120 mentre questi è libero e può allargarsi agevolmente. Tuttavia, una volta che il corpo 120 con la vite 114 e la staffa 130 inserita è introdotto in un andito definito da pareti rigide 138, 140 e 141, visibili nella figura 5a ed appartenenti ad un apparecchio elettrico o accessorio servito (sostanzialmente non mostrato perché non forma parte delTinvenzione), non è più possibile riallargare il corpo 120, essendo le pareti 138, 140 e 141 adiacenti al corpo 120, ed impedendo allargamenti delle fenditure 127 e quindi la fuoriuscita delle appendici 128a e 128b della staffa 130 dalle sedi 126a e 126b. La testa 116 della vite 114 rimane allora sicuramente alloggiata in un secondo foro 125, sottostante al foro 124 e un poco più largo del medesimo, nello stesso corpo 120. Il gambo filettato 118 della vite 114 sporge sotto alla staffa 130 e può impegnarsi in un foro filettato 134 di un terminale 136 uscente da pareti 138 e 140 appartenenti ad un apparecchio elettrico. L’organo 112 di sollevamento della vite 114 è alloggiato sotto un coperchio isolante di protezione 144 comprendente un piano superiore 146 munito di fori 148 per accesso alla testa 116 della vite 114 e una parete discendente 150 munita di fenditure 152 previste per accogliere a scorrimento forzato i colli ristretti 123 degli organi di sollevamento 112.
Facendo particolare riferimento alle figure da 4 a 5a, si vede come un cavo di collegamento 156 possa essere fissato al terminale 136 dell’apparecchio elettrico, essendo il cavo 156 terminato da un capocorda ad occhiello 160 comprendente una linguetta metallica 162 munita di foro passante 164.
Il funzionamento del dispositivo di guida e ritenzione di viti secondo il primo esempio di realizzazione dell’invenzione è il seguente:
quando si vuole collegare un cavo conduttore 156 ad un terminale 136 di un apparecchio elettrico, si ruota la vite 114 fino a che il suo gambo 118 esce dall’impegno con il foro filettato 134 del terminale 136. Una volta che il gambo 118 della vite 114 si è disimpegnato dal foro 134, agendo sulla mensola di sollevamento 122, si fa salire il corpo 120 dell’organo di sollevamento 112 per scorrimento del collo ristretto 123 entro la corrispondente fenditura 152 della parete 150 del coperchio 144. Si forma tra l’estremo inferiore del gambo 118 della vite 114 ed il piano superiore del terminale 136 uno spazio sufficiente a consentire l’introduzione della linguetta 162 del capocorda 160 che viene quindi a trovarsi sopra al terminale 136. Ovviamente, come già visto nella figura 5a, le pareti 138, 140 e 141 dell’apparecchio elettrico definiscono un andito che serve anche a contenere e guidare la linguetta 162 in modo così preciso da portare sempre il foro 164 della linguetta 162 in sostanziale allineamento con il foro filettato 134 del terminale 136, per cui un abbassamento della vite 114, ottenuto abbassando l’organo di sollevamento 112, porta l’estremo inferiore del gambo 118 ad attraversare il foro 164 della linguetta 162 e ad appoggiarsi contro l’orlo superiore del medesimo foro filettato 134 e, di conseguenza, si può iniziare, per opportuna rotazione, ad avvitare il gambo 118 della vite 114 nel foro 134 del terminale 136. L’azione di avvitare il gambo 118 nel foro 134 obbliga la vite 114 a scendere, trascinando mediante la sua testa 116 l’organo 112 che lascia scorrere in discesa il collo 123 entro la fenditura 152 dove era trattenuto dalle dimensioni del medesimo collo 123 sostanzialmente coincidenti con la larghezza della fenditura 152. La discesa della vite 114 termina quando la faccia inferiore della staffa 130 si appoggia contro la faccia superiore della linguetta 162, come visibile nella figura 5, stringendo il capocorda 160 contro il terminale 136 ed assicurando un buon contatto con il medesimo.
Al contrario, per distaccare il cavo 156 dal terminale 136, basta svitare la vite 114 dal foro 134 del terminale 136 e sollevare mediante l’organo 112 la medesima vite 114, liberando il capocorda 160 che può essere estratto dall’andito definito dalle pareti 138, 140 e 141 sopra il medesimo terminale Si passi ora a considerare le figure da 6 a 8a che descrivono un esempio alternativo di realizzazione dell’invenzione. In codeste figure agli elementi simili o fomenti funzioni analoghe a quelle di corrispondenti elementi comparenti nel primo esempio di realizzazione sono dati i medesimi riferimenti numerici nei quali la prima cifra “1” è stata sostituita dalla cifra “2”. Così un dispositivo di guida 210 secondo l’esempio alternativo di realizzazione dell’invenzione consiste di un organo 212 di sollevamento di una vite 214, munita di testa 216 e di gambo filettato 218, comprendente un corpo 220 munito di alette di sollevamento 222a, 222b, collegate superiormente al corpo 220, di un foro 224 per accesso alla testa 216 della vite 214 e di sedi 226a e 226b adatte ad accogliere, per allargamento forzato di fenditure, come la fenditura 227 particolarmente illustrata in figura 6a, appendici di impegno 228a e 228b di una staffa ripiegata 230, munita di foro 232, per far passare il gambo 218 della vite 214 e contribuire a mantenere prigioniera la sua testa 216 allo scopo di evitarne la perdita quando la vite 214 è completamente svitata. Si noti a questo proposito che il foro 224 del corpo 220 è un poco più stretto del diametro della testa 216 della vite 214 in modo che la vite non possa uscire dal medesimo foro 224 ma rimanga con la testa imprigionata e bbera di ruotare tra il corpo 220 e la staffa 230. Si noti che mentre le appendici 228a e 228b della staffa 230 entrano facilmente nelle sedi 226a e 226b del corpo 220, quando questi e Ubero, perché le fenditure 227 si allargano facilmente, una volta che il corpo 220 con la vite 214 e la staffa 230 inserita è introdotto in un andito definito da pareti rigide 238, 240 e 241, visibile nella figura 8 a ed appartenenti ad un apparecchio elettrico o accessorio servito (sostanzialmente non mostrato perché non forma parte dell’ invenzione), non è più possibile riallargare il corpo 220, essendo le pareti 238, 240 e 241 adiacenti al corpo 220 ed impedendo allargamenti delle fenditure 227 e quindi la fuoriuscita delle appendici 228a e 228b dalle sedi 226a e 226b. Inoltre, la testa 216 della vite 214 rimane alloggiata in un secondo foro 225, sottostante al foro 224 e un poco più largo del medesimo, nello stesso corpo 220. Il gambo filettato 218 della vite 214 sporge sotto alla staffa 230 e può impegnarsi in un foro filettato 234 di un terminale 236 uscente dalle pareti 238 e 240 appartenenti all’ apparecchio elettrico. L’organo 212 di sollevamento della vite 214 è alloggiato sotto un coperchio isolante di protezione 244 comprendente un piano superiore 246 munito di fori 248 per accesso alla testa 216 della vite 214 e due addizionali fenditure 251a e 251b per accogliere le alette di sollevamento 222a e 222b degli organi di sollevamento 212. Le due alette 222a e 222b sono rese reciprocamente un poco divergenti verso l’alto per mantenere gli organi 212 in posizione sollevata quando l’organo 212 è stato sollevato e, a questo scopo possono ulteriormente aiutare dei dentelli, come il dentello 223 a comparente nella figura 6, in grado di interferire con gli orli delle corrispondenti fenditure 251a e 251b.
Facendo particolare riferimento alle figure da 7 a 8a, si vede come un cavo di collegamento 256 possa essere fissato al terminale 236 dell’apparecchio elettrico, essendo il cavo 256 terminato da un capocorda ad occhiello 260 comprendente una linguetta metallica 262 munita di foro passante 264.
Analogamente al primo esempio di realizzazione, il funzionamento del dispositivo di guida e ritenzione di viti secondo l’esempio alternativo di realizzazione dell’ invenzione è il seguente:
quando si vuole collegare un cavo conduttore 256 ad un terminale 236 di un apparecchio elettrico, si ruota la vite 214 fino a che il suo gambo 218 esce dall’impegno con il foro filettato 234 del terminale 236. Una volta che il gambo 218 della vite 214 si è disimpegnato dal foro 234, agendo sulle alette di sollevamento 222a e 222b, si fa salire il corpo 220 dell’organo di sollevamento 212 per scorrimento delle alette 222a e 222b entro le corrispondenti fenditure 25 la e 25 lb del piano 246 del coperchio 244. Si forma tra l’estremo inferiore del gambo 218 della vite 214 ed il piano superiore del terminale 236 uno spazio sufficiente a consentire l’introduzione della linguetta 262 del capocorda 260 che viene quindi a trovarsi sopra al terminale 236. Ovviamente, come già visto nella figura 8a, le pareti 238, 240 e 241 dell’ apparecchio elettrico definiscono un andito che serve anche a contenere e guidare la linguetta 262, in modo così preciso da portare sempre il foro 264 della linguetta 262 in sostanziale allineamento con il foro filettato 234 del terminale 236, per cui un abbassamento della vite 214, ottenuto abbassando l’organo di sollevamento 212, porta l’estremo inferiore del gambo 218 ad attraversare il foro 264 della linguetta 262 e ad appoggiarsi contro l’orlo superiore del medesimo foro filettato 234 e, di conseguenza, si può iniziare, per opportuna rotazione, ad avvitare il gambo 218 della vite 214 nel foro 234 del terminale 236. L’azione di avvitare il gambo 218 nel foro 234 obbliga la vite 214 a scendere, trascinando mediante la sua testa 216 l’organo 212 che lascia scorrere in discesa le alette 222a e 222b entro le fenditure 251a e 251b. La discesa della vite 214 termina quando la faccia inferiore della staffa 230 si appoggia contro la faccia superiore della linguetta 262 del capocorda 260, come visibile nella figura 8, stringendo il capocorda 260 contro il terminale 236 ed assicurando un buon contatto con il medesimo.
Al contrario, per distaccare il cavo 256 dal terminale 236, basta svitare la vite 214 dal foro 234 del terminale 236 e sollevare mediante l’organo 212 la medesima vite 214, liberando il capocorda 260 che può essere estratto dall’andito definito dalle pareti 238, 240 e 241 sopra il medesimo terminale 236.
Quanto è stato qui sopra descritto illustra due particolari esempi di realizzazione della presente invenzione, da non considerarsi assolutamente in senso limitativo, ai quali ogni persona ordinariamente esperta in questo ambito tecnico può apportare tutti quei logici cambiamenti e modifiche che le possono venire in mente dalla lettura della precedente descrizione. Pertanto, l’ambito e le caratteristiche della presente invenzione potranno essere valutati solo dalla lettura delle rivendicazioni che seguono.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di guida e ritenzione di viti di morsetti di collegamento per accessori di apparecchi elettrici comprendente: un terminale fisso (136, 236) avente un foro filettato (134, 234), una vite di terminale (114, 214) munita di gambo filettato (118, 218) previsto per impegnarsi con il foro filettato (134, 234) del terminale fisso (136, 236), un organo di sollevamento (112, 212) per la vite (114, 214), capace di contenere la testa (116, 216) della medesima vite (114, 214), da impegnarsi con un coperchio di protezione (144,244) di terminali (136, 236) degli accessori, consistente di un corpo (120, 220) munito di mezzi di sollevamento (122; 222a, 222b) attivabili manualmente, una rondella (130, 230) infilata sul gambo filettato (118, 218) della vite (114, 214), caratterizzato dal fatto che l’organo di sollevamento (112, 212) comprende nel corpo (120, 220) un’apertura circolare superiore (124, 224), di diametro un poco minore al diametro di una testa (116, 216) della medesima vite (114, 214), collegata ad un’apertura circolare inferiore (125, 225) di diametro un poco maggiore di quello della medesima testa (116, 216) di vite (114, 214), e due sedi rientranti (126a, 126b; 226a, 226b) su due superfici opposte del medesimo corpo (120, 220) su lati del corpo adiacenti a quelli ospitante i mezzi di sollevamento (122; 222a, 222b), una rondella (130, 230) di forma essenzialmente quadrata munita di due appendici (128a, 128b; 228a, 228b), impegnate mediante un meccanismo (127, 227) a superamento di punto morto, nelle due sedi (126a, 126b; 226a, 226b) in modo che la rondella (130, 230) risulti collegata saldamente al corpo (120, 220) dell’organo di sollevamento (112, 212) per impedire alla testa (116, 216) di vite (114, 214) di uscire dall’apertura circolare inferiore (125, 225).
  2. 2. Dispositivo, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i mezzi di sollevamento consistono di una mensola (122) collegata al corpo (120) dell’organo di sollevamento (112) mediante un collo ristretto (123) adatto ad scorrere forzatamente in una fenditura (152) praticata in una parete discendente (150) da un piano superiore (146) del coperchio isolante (144) di protezione dei terminali degli accessori.
  3. 3. Dispositivo, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i mezzi di sollevamento consistono di due alette (222a, 222b) uscenti verso l’alto dalla superficie superiore del corpo (220) del medesimo organo di sollevamento (212) adatte ad attraversare due fenditure (25 la, 25 lb) praticate nel piano superiore (246) del coperchio isolante (244) di protezione dei terminali degli accessori.
  4. 4. Dispositivo, come alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che le due alette (222a, 222b) sono munite di dentelli (223 a, 223b) in grado di interferire con gli orli delle due fenditure (25 la, 25 lb).
  5. 5. Dispositivo, come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i morsetti di collegamento servono ad ancorare un capocorda ad occhiello (160, 260), costituente un terminale mobile per un cavo (156, 256), da collegarsi all’accessorio di apparecchio elettrico, comprendente un manicotto dal quale sporge una linguetta metallica (162, 262) di contatto munita di un foro (164, 264) per il passaggio del gambo filettato (118, 218) della vite di terminale (114, 214).
  6. 6. Dispositivo, come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che la linguetta metallica di contatto (162, 262) è di forma sostanzialmente rettangolare dimensionata per inserirsi in un andito formato da tre pareti (138, 140, 141; 238, 240, 241) attorno ad un terminale fisso (136, 236) dell’accessorio a sua volta dimensionato per accogliere la linguetta (162, 262) disposta correttamente sul terminale fisso (136, 236) delFaccessorio con il suo foro (164, 264) in allineamento con il foro filettato (134, 234) del terminale fisso, in modo che per semplice inserzione della linguetta (162, 262) fino in fondo all’andito si ottenga l’allineamento dei rispettivi fori (164, 264) di linguetta (162, 262) e quello (134, 234) di terminale fisso (136, 236).
  7. 7. Dispositivo, come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la vite di terminale (114, 214) sia una comune vite commerciale.
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